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Dettaglio seduta n.16 del 06/07/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.31 ha inizio lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata art. 100 Regolamento)


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta immediata n. 62 del Consigliere Boeti, inerente a "Ingiustificati aumenti dei pedaggi del sistema tangenziale torinese" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

In merito a "Svolgimento interrogazioni a risposta immediata (art. 100 Regolamento)", iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 62.
La parola al Consigliere Boeti, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere rivederla in questo ruolo, così abituale nella scorsa legislatura.
L'interrogazione è nota e la vicenda che sta accompagnando...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Boeti.
Collega Tiramani, per cortesia, le chiedo di indossare la giacca.
Grazie.



(Commenti del Consigliere Tiramani)



PRESIDENTE

Non abbiamo fretta, aspettiamo.
La ringrazio, collega.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Stavo ricordando che la vicenda è nota: all'interno della manovra finanziaria predisposta dal Governo c'è anche un aumento che interessa il sistema autostradale e il sistema delle tangenziali.
Abbiamo accolto con preoccupazione la decisione del Ministro Tremonti che prevedeva il pedaggiamento del tratto di tangenziale che porta all'aeroporto di Caselle. Il sistema di pedaggiamento è certamente difficile da esigere, perché lì non c'è alcun casello, per cui pensavamo che, non essendoci materialmente la possibilità di incassare i soldi, alla fine, questo progetto potesse in qualche modo venire meno.
C'eravamo anche tranquillizzati leggendo su La Stampa l'intervista rilasciata dall'Assessore Bonino, in cui esprimeva il suo disappunto su questa decisione del Governo e che il Governo regionale avrebbe preso una posizione decisa contro quest'aumento. Altresì ci tranquillizzava quanto il Presidente Cota aveva detto in campagna elettorale: "Se vinciamo noi essendo dello stesso colore politico del Governo nazionale, il Piemonte certamente ne trarrà vantaggi".
Allora, sentendo le parole del Presidente e le rassicurazioni dell'Assessore Bonino, considerato anche che il pedaggiamento dovrebbe essere riscosso in caselli lontanissimi rispetto al luogo nel quale si intende pedaggiare, nella fattispecie le località di Bruere, Falchera Pinerolo e Settimo, c'eravamo tranquillizzati; poi, abbiamo saputo dai giornali che il 1° luglio l'aumento sarebbe scattato ed effettivamente puntuale come un orologio, il 1° luglio l'aumento è scattato.
Questo mette in difficoltà alcuni caselli come, per esempio quello di Bruere. Tutti sanno che gli abitanti della Valle di Susa per non pagare oggi - 1,30 euro - peraltro, nell'arco di un paio di anni, in quel casello l'aumento è stato di 30 centesimi - evitano di attraversare il casello intasando e inquinando ancora di più corso Susa a Rivoli. È una storia vecchia che, nonostante le manifestazioni, anche con i trattori, i Rivolesi non sono riusciti a risolvere, che continua a pesare come un cappio sulla città e sulla sua qualità della vita.
Peraltro, ci confortava quanto il Ministro Tremonti ha sempre detto che con la manovra non avrebbero messo le mani nelle tasche degli italiani.
Evidentemente, Tremonti pensa che i cittadini di quei territori i soldi li tengano nei calzini, come si usava un tempo; quindi, che le mani nei calzini si possano mettere e da lì si possano raccogliere le risorse necessarie.
Ho terminato. Vorrei capire se dovremo sopportare anche questo; se anche l'Assessore regionale e il Presidente, che mi risulta abbiano incontrato, credo, il Viceministro, sono stati tranquillizzati, perché la nostra tranquillità è stata molto mal riposta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
La parola all'Assessore Bonino, per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Inizierei da alcune indicazioni, per confermare qual è l'assetto dei provvedimenti che hanno interessato il nostro territorio.
Il DPCM del 25 giugno riprende la storia di questa vicenda sottolineando che il decreto legge del 31 maggio prevedeva, entro 45 giorni dall'entrata in vigore del presente decreto legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, criteri e modalità per l'applicazione del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta dell'ANAS, in relazione ai costi di investimento e di manutenzione straordinaria, oltre che quelli relativi alla gestione, nonché l'elenco delle tratte da sottoporre a pedaggio.
Prosegue dicendo: "In fase transitoria, a decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di entrata in vigore del presente decreto e fino alla data di applicazione dei pedaggi di cui al comma 1 comunque non oltre il 31 dicembre 2011, ANAS è autorizzata ad applicare una maggiorazione tariffaria forfettaria di 1 euro per le classi di pedaggio A e B e di 2 euro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5, presso le stazioni di esazione delle autostrade a pedaggio assentite in concessione che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta ANAS.
Le stazioni di cui al precedente periodo sono individuate con il medesimo DPCM di cui al comma 1. Gli importi delle maggiorazioni sono da intendersi IVA esclusa, le maggiorazioni tariffarie di cui al presente comma non potranno comunque comportare incremento superiore al 25% del pedaggio altrimenti dovuto".
Allegato al DPCM c'è uno schema che, verosimilmente, avrete avuto occasione di visionare, che inserisce l'elenco delle stazioni di esazione delle autostrade a pedaggio assentite in concessione che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta ANAS presso le quali applicare le maggiorazioni tariffarie.
Noi vediamo che vi è un elenco importante di stazioni che interessano in maniera molto significativa aree del Centro e Sud Italia.
Credo che questo DPCM, nella sua linea di indirizzo, essendo evidentemente riferito ad una norma transitoria, debba ricondursi ad una filosofia che condivido e che è stata oggetto dell'azione del Governo, che ha ritenuto di porre rimedio ad uno squilibrio che interessava nell'insieme il sistema autostradale della nostra penisola. Credo sia patrimonio comune la consapevolezza che vi erano larghe parti d'Italia in cui l'esazione del pedaggio non è mai stata oggetto di provvedimenti; quindi plaudo all'iniziativa del Governo che ha avuto il coraggio di pensare a questa che è una vera e propria rivoluzione epocale.
Certo è che il criterio attraverso il quale hanno ritenuto di individuare nell'elenco delle stazioni della tangenziale torinese quelle prossime al raccordo autostradale di competenza diretta dell'ANAS non mi vede concorde. Questa è una segnalazione che ho fatto non soltanto all'ANAS regionale, ma anche agli Uffici direttamente competenti di ANAS nazionale che, non dimentichiamolo, hanno sottoposto il provvedimento all'approvazione. Cioè, la regia, dal punto di vista strategico e logistico, dell'individuazione dei caselli è stata fatta da ANAS e, poi approvata con il DPCM; di qui l'intervento di sensibilizzazione che stiamo portando avanti anche nei confronti del Governo.
Una lettera inviata formalmente, facendo seguito a tutti i colloqui telefonici e anche di persona effettuati con ANAS, chiede - e la leggo nel dettaglio: "Quali siano i riferimenti normativi che individuano la tratta Torino-Caselle quale raccordo autostradale configurandosi esclusivamente come una doppia carreggiata priva di corsie di sosta; quali siano gli elementi che autorizzano a ritenere che il traffico della Torino Caselle possa essere intercettato attraverso le tre barriere contenute nel DPCM ovvero Falchera, Settimo Torinese e Bruere; quale sia il flusso di traffico giornaliero stimato sulla Torino-Caselle; quale sia il flusso dei veicoli intercettati quotidianamente dai caselli suddetti; quale, infine, sia la cifra che ANAS prevede di incassare grazie alla maggiorazione tariffaria imposta sulle tre barriere in oggetto".
Dalle risposte che mi auguro deriveranno nel giro di poche ore, già stasera, a questi quesiti, discenderanno alcune proposte che intendiamo fare ad ANAS per il riequilibrio del gettito previsto, perché non potendo inficiare il DPCM nella sua impostazione generale, riteniamo però opportuno fare una valutazione che ci consenta di proporre all'ANAS di spalmare sul numero superiore di utenti che interessano le tre barriere se raffrontato al numero di utenti che utilizzano la Torino-Caselle, l'onere derivante da queste maggiori tariffazioni.
Dopodiché, in termini generali, sono consapevole e credo lo siate anche voi che il sistema tangenziale di Torino presenta delle anomalie forti nel sistema di pedaggiamento. Sono anomalie che devono essere fatte oggetto di un sistema di riprogrammazione. Ad oggi, non tutti coloro che utilizzano la tangenziale pagano, e il sistema certamente non è da considerarsi un sistema equo. Qualcuno paga, altri no e spesso succede che chi utilizza anche molto e per lunghe tratte la tangenziale finisca per non pagare o pagare meno di chi invece è costretto ad utilizzarla per tratti brevi.
Quindi, l'intervento di programmazione che mi auguro possa essere condiviso in maniera ampia, trattandosi di questioni di programmazione che deve prevedere anche un coinvolgimento diretto degli Enti locali e delle parti sociali, possa correggere un sistema che è già profondamente iniquo e un sistema del quale non siamo stati certamente attori e protagonisti.
Credo che da un'ottimizzazione ed una razionalizzazione del sistema di pedaggiamento, con l'obiettivo di far pagare ciascuno per ciò che effettivamente consuma, possa discendere un'azione positiva per tutti i cittadini, corrispondendo però - e concludo - ad una filosofia generale che è quella per la quale anche nella nostra nazione i servizi devono essere puntuali, efficaci, efficienti, ma vanno pagati.
Grazie.



PRESIDENTE

Non è prevista replica, e di questo informo i colleghi, perché è una novità di questa legislatura, regolata dal nuovo Regolamento all'articolo 100.
Dunque, non è prevista replica; in realtà non era prevista nemmeno prima ma ogni tanto si eccedeva: ora, ognuno di noi dovrà abituarsi.
Il Regolamento all'articolo 100 prevede tre minuti per l'interrogante che illustra l'interrogazione, e cinque minuti per l'Assessore competente per la risposta: non è prevista la replica dell'interrogante.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 64 del Consigliere Laus, inerente a "Ritardo nei pagamenti della Regione nei confronti dei fornitori" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 64 a risposta immediata presentata dal Consigliere Laus, che ha pertanto facoltà di intervenire.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Devo dire che sono in leggera difficoltà, perché mi ero preparato più sulla replica, in quanto l'interrogazione credo non abbia bisogno di spiegazioni.
un'interrogazione non rivolta ad individuare delle precise responsabilità in un Assessore piuttosto che in un altro, ma vuole essere un'interrogazione finalizzata ad alzare il tiro e il livello di attenzione.
Quindi, è un richiamo sul devastante problema del ritardo dei pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese.
Oggi abbiamo letto su tutti i quotidiani che è un tema che attanaglia la nostra economia e devo dire che su questo tema ci sono gli stessi interessi, cioè quelli dell'impresa e quelli del lavoratore combaciano.
Quindi, non posso replicare, però richiamo l'attenzione dicendo che secondo me, le istituzioni e, nello specifico, l'istituzione regionale, nei bilanci sono fuorilegge, cioè governiamo delle istituzioni fuorilegge.
Se è vero, com'è vero, che esiste una direttiva europea recepita da un decreto legge del 2000 del nostro Governo, che tra l'altro aumenta del 7% i tassi ordinari, e quindi è necessario che le imprese debbano percepire il pagamento a distanza di 30 giorni e non oltre - ma quello lo sappiamo a monte - mi chiedo se non sia opportuno che, nei capitoli di bilancio di un ente pubblico o di una società partecipata, debba essere previsto un impegno di spesa per gli oneri che devono scattare in modo automatico.
Credo di essere uno dei pochi Consiglieri ad avere le carte in regole a parlare su questo tema e a denunciare questo tema, perché ho fatto l'opposizione anche nella passata maggioranza. Quindi, con la stessa coerenza ed onestà intellettuale ripropongo il tema adesso.
Assessore, non ho presentato questa interrogazione perché oggi volevo dare un senso alla mia giornata, però questo tema vede tutta la mia attenzione. Non so se devo salire con i piedi sul banco e suonare la vuvuzela per avere un po' di attenzione.
Non credo debba promuovere e chiedere l'istituzione di una Commissione d'indagine affinché si faccia una fotografia chiara di tutti i ritardi dei pagamenti, perché può succedere che alcuni fornitori vengono pagati ed altri no, ma la stortura più grave del sistema sapete qual è? È come sempre la legge della natura, cioè che il pesce più grande mangia il pesce più piccolo, perché ci sono delle società che riescono a far fronte ai ritardi di pagamenti anche per un anno o per due anni, mentre i piccoli, compresi artigiani e quant'altro, affrontano serie difficoltà.
La politica tutta è assente, tranne i proclami, e credo sia una grande responsabilità anche dei rappresentanti delle associazioni di categoria perché su questo tema, così come previsto dalla legge, all'articolo 8 c'è la tutela degli interessi collettivi, quindi credo che loro debbano promuovere delle azioni di responsabilità nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Non so se sia il caso di promuovere una Commissione d'indagine, però mi aspetto risposte da questa Giunta, così come me ne aspettavo dall'altra Giunta, ma non ho avuto precise risposte, però adesso, se tutto va bene TAR permettendo, ho cinque anni di attesa per attendere delle risposte.



PRESIDENTE

Risponde all'interrogazione l'Assessore Quaglia, che ha pertanto facoltà di intervenire.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

La Regione Piemonte attua con tempestività le disposizioni contenute nel decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231 di "Attuazione delle direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali", in quanto garantisce i pagamenti entro i termini stabiliti dalla scadenza delle "transazioni commerciali", intese come contratti comunque denominati tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportino, in via esclusiva o prevalente, la consegna di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo; le transazioni commerciali rappresentano il 10-15% circa di tutti i pagamenti della Regione Piemonte.
Qualora le parti, nella propria libertà contrattuale, stabiliscano per iscritto un termine superiore rispetto a quello legale (30 giorni), la scadenza delle fatture non supera comunque i 90 giorni dalla data di ricevimento delle stesse, fermo restando la conformità della merce consegnata o dei servizi prestati alle previsioni contrattuali.
Eventuali ritardi nel rispetto dei termini di pagamento sono normalmente dovuti a contestazioni circa l'effettivo contenuto della prestazione fornita, ovvero alla presenza di DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) irregolari.
A tale proposito ed al fine di accelerare il procedimento amministrativo, si è applicata la previsione contenuta nella legge 2/2009 (di conversione del DL anticrisi 185/2008, articolo 16 bis, comma 10), che dispone l'acquisizione d'ufficio del DURC da parte delle stazioni appaltanti pubbliche.
Nel rispetto degli adempimenti previsti dall'articolo 3 del DM 40/2008 l'erogazione di somme a favore di beneficiari, destinatari di un pagamento a qualunque titolo superiore a 10.000 euro, può talora subire un ritardo connesso alla procedura di verifica dell'eventuale situazione di morosità.
Infatti, il soggetto pubblico, prima di effettuare un pagamento di importo superiore a 10.000 euro, deve inoltrare apposita richiesta ad Equitalia Servizi S.p.A., che verifica - tramite il sistema informatico - l'esistenza di un inadempimento a carico del beneficiario dandone comunicazione all'Amministrazione richiedente entro cinque giorni feriali successivi alla richiesta e con la conseguente predisposizione dell'atto di pignoramento nei successivi 30 giorni.
Per quanto riguarda i contributi, non trattandosi di transazioni commerciali e non essendo prevista alcuna scadenza, i pagamenti sono normalmente effettuati in ordine cronologico rispetto alla data dell'atto di liquidazione, tenuto conto delle disponibilità di cassa.
Tuttavia, la Regione, con DGR 67-13007 del 30/12/2009 di "Presa d'atto delle misure organizzative per garantire la tempestività dei pagamenti delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti", ha individuato i trasferimenti in conto capitale a favore degli Enti locali quali priorità in quanto, sebbene privi di scadenza, finanziano indirettamente transazioni commerciali tra imprese ed Enti locali.
Sempre per migliorare la tempestività dei tempi di pagamento nonostante non sia stato ancora emanato il decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze - la Regione ha introdotto una banca dati informatica relativa alle fatture emesse dai fornitori della Regione al fine di consentire un efficace monitoraggio delle somme dovute e dei relativi tempi di pagamento, con particolare riferimento alle transazioni commerciali. I risultati di tale monitoraggio saranno a breve resi fruibili sul sito Internet della Regione in un'ottica di totale trasparenza, anche relativamente al campione e alla metodologia utilizzata.
L'adozione del "mandato informatico", che permette la trasmissione telematica con firma digitale degli ordinativi di pagamento e d'incasso al Tesoriere, ha consentito alla Regione (DGR 1-12146 del 21/09/2009) di avviare il processo di dematerializzazione della gestione documentale a rilevanza contabile.
Al fine di garantire i pagamenti entro i termini previsti, vengono giornalmente inviati alla Tesoreria regionale per il pagamento le fatture in scadenza nei cinque giorni lavorativi successivi.
Si è, inoltre, dato ampio ricorso agli strumenti della domiciliazione bancaria (IBAN) e della quietanza diretta, riducendo al minimo l'utilizzo di assegni circolari e di traenza, ed è stata iniziata una sperimentazione per l'acquisizione delle fatture tramite il Corporate Banking Interbancario (CBI), ovvero mediante un servizio bancario telematico.
Per quanto concerne, inoltre, i più significativi trasferimenti che mensilmente sono assegnati alle ASL, si precisa che la Regione inoltra mensilmente circa 630 milioni di euro (600 dallo Stato e circa 30 dai fondi regionali) al massimo il giorno successivo in cui gli stessi fondi statali sono incassati.
Nel corso del 2009, tuttavia, la Regione ha effettuato a favore delle aziende sanitarie - per ridurre i tempi di attesa nei pagamenti verso i fornitori delle stesse ASL ed ASO - un'operazione di provvista finanziaria ottenendo un'anticipazione straordinaria di cassa per 509 milioni di euro in attesa del trasferimento alla Regione di quando rimasto da riscuotere per la copertura della spesa sanitaria per gli anni 2001 e 2004, come definito dai Decreti del Ministero della Sanità in data 9 novembre 2006 e 27 febbraio 2007.
Gli eventuali interessi moratori da pagare in base al D.Lgs. 231/2002 trovano normalmente copertura sul capitolo 192111, "Interessi passivi per ritardati pagamenti", il cui stanziamento di competenza pari a 15.000 euro risulta sempre capiente per il relativo impegno di spesa.
Rimango a disposizione del Consigliere Laus e di tutti i colleghi per tenere monitorata la questione dei pagamenti, rispetto alla quale - mi hanno spiegato dal Settore della Ragioneria - più che il problema dei fornitori in senso stretto (10-15% dei pagamenti), il problema vero che dovremo cercare di superare è quello dei ritardi nel versamento dei contributi agli altri Enti locali, poiché questi causano una catena di ritardi.
Ad ogni modo, do la mia disponibilità a tenere monitorata la situazione.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Interrogazione a risposta immediata n. 63 del Consigliere Biolé, inerente a "Patrocinio dell'avvocato Luca Procacci a spese della Regione" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 63, inerente a "Patrocinio dell'avvocato Luca Procacci a spese della Regione" presentata dal Consigliere Biolè, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente. Vorrei solo sapere da quale Assessore riceverò la risposta.



PRESIDENTE

Risponderà l'Assessore Cavallera, che ha la delega al legale. Per intervenire lei ha a disposizione tre minuti e l'Assessore ne ha cinque.



BIOLE' Fabrizio

Noi abbiamo presentato questa interrogazione a seguito delle tre delibere di Giunta che sono state emanate per quanto riguarda il costo dell'avvocato che difende il Presidente Cota in seno ai ricorsi elettorali costo che ammonta intorno ai 18 mila euro.
Sicuramente ci pare di ricordare che più volte il Presidente ha detto che non avrebbe fatto pesare alla collettività il costo di questi ricorsi e quindi eventualmente della propria difesa, per cui vorremmo capire qual è il criterio secondo cui invece questi 18 mila euro (ma potrebbero essere anche solo 1.800 o anche meno, non è importante la cifra) sono stati addebitati direttamente alla collettività.
Visto che non ho diritto di replica, penso che una delle risposte potrebbe essere - come già a volte accennato nelle sue brevi presenze da Presidente della Giunta - che, oltre difendere comunque la sua persona deve difendere l'istituzione Regione perché incontrando "la gente" - come definisce lui - per la strada, è sicuro che stanno tutti quanti dalla sua parte. Tuttavia, facendo un piccolo calcolo, pare che solamente poco più del 30% dei piemontesi gli abbia dato la fiducia per essere l'attuale Presidente di Giunta, per cui "la gente" mi pare che rappresenti solo una piccola parte di tutti i piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore al legale e contenzioso

Grazie, Presidente. Come è noto, a seguito della conclusione del procedimento per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale, sono stati presentati alcuni ricorsi avverso la proclamazione del Presidente e dei Consiglieri eletti. Questa proclamazione è avvenuta da parte della Corte d'Appello di Torino. I ricorsi sono noti: n. 554, n. 555 e n. 559; sul n. 554 c'è anche un ricorso ad adiuvandum.
L'Amministrazione regionale, preso atto della carenza presso l'Avvocatura regionale interna di professionisti esperti nella materia elettorale, che si connota per una particolare complessità imputabile anche ad un quadro normativo oggetto di plurime e contrastanti interpretazioni giurisprudenziali, ha ritenuto di affidare in via eccezionale ad un professionista esterno la rappresentanza in giudizio dell'Ente, che costituisce, a tutti gli effetti, un servizio di natura occasionale rientrando nell'allegato II B del decreto legislativo 163/2006 suscettibile appunto di affidamento diretto in economia, allorquando, come nei casi oggetto di interrogazione, il compenso professionale determinato con riferimento ai minimi tariffari sia contenuto, quanto all'importo complessivamente concordato, entro la soglia di legge, che è di 20 mila euro.
Per quanto attiene alle motivazioni dell'assunzione a carico del bilancio regionale della spesa per la tutela legale in questione, va sottolineato che l'Amministrazione regionale ha un interesse alla funzione e all'espletamento dei compiti pubblici ad essa affidati dalla Costituzione e dalle leggi vigenti, sicché ciò che qualifica il suo intervento nel processo elettorale è l'interesse al corretto potenziale funzionamento dei propri organi elettivi, cioè la Presidenza e il Consiglio, e, di conseguenza, al mantenimento della proclamazione degli eletti.
In proposito, la giurisprudenza è concorde nel ritenere parte nel giudizio elettorale l'Ente al quale la consultazione si riferisce, allorquando venga dai ricorrenti contestata la proclamazione degli organi elettivi.
Diverse sono le valutazioni che potranno essere fatte dall'Amministrazione regionale in ordine al danno derivante da un'eventuale rinnovazione delle operazioni elettorali e dalla possibile individuazione di soggetti di ciò responsabili. Per sintetizzare la risposta, il difensore che è stato nominato è "difensore" della Regione Piemonte, ed è stato nominato con delibera di Giunta regionale. Questo non contrasta minimamente, a fronte degli sviluppi della situazione, con quelli che saranno i gravami economici a carico di chi, ovviamente, sarà valutato sulla base degli approfondimenti che emergeranno dallo svolgimento di tutti gli iter, che sono complessi. Pertanto, quello che il Presidente ha detto alla fine sarà senz'altro attuato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Con questa risposta termina, sia pure non completamente, la parte dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
Approfitto per ricordare ai colleghi, ma anche a coloro che stanno assistendo ai lavori del Consiglio regionale, che l'ora relativa alle interrogazioni a risposta immediata (14.30-15.30) prevedeva ancora la risposta all'interrogazione n. 61, presentata dalla collega Pentenero inerente a "Situazione di emergenza ospedale di Chivasso", cui avrebbe dovuto rispondere l'Assessore Ferrero, la quale, per il protrarsi di un precedente impegno, è in ritardo, ma arriverà prima del termine dell'ora a ciò dedicata (il nuovo Regolamento, infatti, prevede che deve essere trattata nella seduta prevista e nel tempo dedicato).
Poiché il Consiglio regionale alle ore 15.30 è convocato in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento, in merito a "Blocco assunzioni sanità", sospendiamo momentaneamente i nostri lavori per riprendere alle ore 15.20 con l'ultima l'interrogazione a risposta immediata presentata dalla Consigliera Pentenero, alla quale risponderà l'Assessore Ferrero: come sempre, saranno previsti tre minuti per l'illustrazione e cinque per la replica.
Dopodiché, chiuderemo la sessione ordinaria e alle ore 15.30 si aprirà la sessione straordinaria, richiesta dai Consiglieri Artesio, Cerutti, Bono Stara, Buquicchio, Muliere, Gariglio, Boeti, Motta A., Negro e Pentenero relativamente a "Blocco assunzioni in sanità".
Sospendo quindi lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata fino alle ore 15.20.



(Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, sospeso alle ore 15.06, riprende alle ore 15.24)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 61 della Consigliera Pentenero inerente a "Situazione di emergenza ospedale di Chivasso" (art. 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Invito i colleghi ad occupare i posti: proseguiamo con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento.
La parola alla Consigliera Pentenero, per l'illustrazione dell'interrogazione n. 61.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'argomento che affronteremo nella seduta straordinaria del Consiglio sarà sicuramente trattato in termini più complessivi.
Mi premeva, tuttavia, evidenziare una situazione di assoluta emergenza rispetto ad un quadro generale difficile e complicato all'interno del quale si trovano ad operare le Aziende Sanitarie della nostra Regione dopo la delibera del 30 aprile 2010, nella quale si evidenzia che le Aziende Sanitarie possono richiedere eventuali deroghe al blocco quando c'è una motivata istanza rivolta alla competente Direzione regionale della sanità.
All'interno dell'ospedale di Chivasso e all'interno dell'ospedale di Ciriè la situazione per tre reparti è davvero drammatica: nel reparto Medicina Generale di Ciriè, su 14 medici in organico, cinque stanno per entrare in maternità, quindi la richiesta è di almeno due unità. Nel reparto Dialisi dell'ospedale di Chivasso ci sono due medici disponibili su cinque in organico, con una carenza di tre medici, per cui non si riesce a coprire i turni, poiché sono state garantite tre mobilità e non è stata data alcuna deroga sul turn over che si è reso necessario.
Nel reparto di Neurologia dell'ospedale di Chivasso sono cinque i medici attualmente in organico e resteranno durante il periodo estivo, dopo le mobilità che sono state concesse, soltanto tre medici. Pertanto, non sono in grado di garantire i turni necessari al funzionamento del reparto.
La situazione mi sembra assolutamente di rilievo e desta particolare preoccupazione per i pazienti che usufruiscono dei reparti che ho citato.
Soprattutto, da parte della dirigenza è emersa una situazione davvero preoccupante e di grossa difficoltà.
Certamente i temi della sanità - che, come ho detto prima, affronteremo nell'ordine del giorno della sessione straordinaria - sono complessi e molte sono le situazioni di difficoltà all'interno delle quali vivono i nostri ospedali, ma anche i servizi territoriali e, quindi, più in generale, tutta l'attività delle Aziende Sanitarie, che risulta fortemente compromessa.
Pertanto, su queste emergenze ci preme comprendere quale sia l'indirizzo dell'Assessorato, e capire, in attesa di chiarezza complessiva sulla situazione, se è intenzione dell'Assessorato concedere deroghe e permettere, dunque, il funzionamento di una normale attività (non stiamo chiedendo attività straordinarie) di alcuni reparti dei nostri ospedali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In ordine all'interrogazione presentata e ai contenuti dei quesiti posti - un ragionamento un po' più ampio lo faremo successivamente in occasione della sessione straordinaria del Consiglio - mi premeva fare una comunicazione.
Come indicato dalla DGR 30 aprile, le Aziende Sanitarie alla data del 31 maggio erano tenute a presentare i piani di rientro/riequilibrio.
Nelle more di questo momento di presentazione del piano e anche del tempo che si sta dedicando alla conclusione della fase di accordo con la Regione rispetto alla gestione dei piani di rientro, era previsto che le Aziende potessero presentare una serie di situazioni particolari legate ad interruzioni di servizio o casi di disagio nell'ambito del contesto del servizio sulle varie Aziende. Si tratta di segnalazioni sulla base delle quali la Direzione dell'Assessorato avrebbe fatto delle valutazioni per concedere le deroghe. L'Azienda Torino 4 ha presentato in data 2 luglio alcune richieste di deroga. Queste richieste sono state analizzate e verificate dal Direttore regionale della Sanità, che ha previsto la concessione di alcune deroghe: un dirigente medico di neurologia per l'ospedale di Chivasso, un dirigente medico di nefrologia per l'ospedale di Chivasso e un incarico di supplenza di dirigente medico di medicina interna per il presidio di Ciriè.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota e La Rocca.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

b) Esito incontro delegazione operatori e lavoratori RAI di Torino


PRESIDENTE

Prima di iniziare la trattazione del punto in seduta straordinaria ricordo che questa mattina al termine dei lavori abbiamo incontrato una delegazione della RAI. In prima istanza, l'Ufficio di Presidenza si era impegnato a presentare un ordine del giorno in merito, invece si è poi ritenuto più utile che i presentatori fossero i 13 Capigruppo. Ricordo a tutti che occorrono 40 voti favorevoli per iscriverlo all'o.d.g.
Non essendovi il quorum, ne rinviamo l'iscrizione dopo il dibattito ai sensi dell'articolo 50 in seduta straordinaria.


Argomento: Personale del servizio sanitario

"Blocco assunzioni in sanità" richiesta dai Consiglieri Artesio, Cerutti Bono, Stara, Buquicchio, Muliere, Gariglio, Boeti, Motta Angela, Negro e Pentenero (ordini del giorno n. 20 e 35 collegati)


PRESIDENTE

La seduta prosegue in sessione straordinaria, ai sensi dell'art. 50 del Regolamento con l'esame del punto 2) all'o.d.g. inerente a "Blocco assunzioni in sanità".
Poiché la Consigliera Artesio non intende illustrare la richiesta di sessione straordinaria, la parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Volevo fare un discorso generale. Illustro i contenuti generali e le motivazioni che hanno portato all'approvazione della delibera, oggetto di discussione in Commissione. Si tratta della famosa delibera di Giunta del 30 aprile la cui applicazione ha, secondo l'opposizione, generato grandi difficoltà.
Come ho già avuto modo di esporre ai colleghi in Commissione, in questo momento la Regione Piemonte è soggetta alla richiesta, da parte dello Stato, della definizione di un piano di rientro per quanto riguarda il contenimento della spesa per l'anno 2010.
Tale richiesta di contenimento della spesa è conseguente al fatto che il Patto per la Salute ha individuato, come quota massima che la Regione Piemonte può mettere a disposizione per il sostenimento della spesa sanitaria regionale, una cifra pari al 5% di integrazione rispetto al fondo nazionale che viene destinato alla Regione. Tale cifra rappresenta una somma complessiva di 400 milioni di euro. Quattrocento milioni di euro che nell'ambito del bilancio di previsione che la Giunta ha ereditato dalla precedente Amministrazione, non erano stati previsti.
Nell'arco della discussione dei mesi scorsi per quanto riguarda il bilancio regionale, la Giunta ha ritenuto di mettere a disposizione, fino al massimo del 5% previsto, quindi di integrare con risorse proprie fino a 400 milioni di euro, la cifra complessiva stanziata e di individuare un percorso di gestione dell'esercizio 2010 con tali somme a disposizione.
Il problema emerso è legato al fatto che, in occasione della verifica dello stato della spesa al primo trimestre 2010 delle Aziende Sanitarie Ospedaliere regionali, le previsioni tendenziali di spesa che ci si è trovati di fronte eccedono i 400 milioni di euro di una cifra pari a 130 milioni di euro.
Questo ha significato, per quanto riguarda la Regione Piemonte assumere una decisione che ha delle conseguenze legate alle attività che questo Assessorato, insieme alle Aziende, sta svolgendo in queste settimane, vale a dire quella di avviare una serie di scelte legate ad individuare un percorso di contenimento della spesa di 130 milioni di euro.
Quest'attività è stata riassunta nell'ambito della delibera del 30 aprile che ha sancito il principio che alle aziende si chiedeva di presentare entro il 31 maggio, un piano di rientro per ciascuna delle varie aziende.
Dal momento che ciò in realtà è avvenuto, adesso siamo in una fase in cui, con le singole Aziende Sanitarie Ospedaliere, si sta discutendo nel merito relativamente ai contenuti e alle proposte evidenziati da ciascun piano, per comprendere come individuare il percorso che porti ciascuna di queste Aziende a contenere la propria spesa nei limiti delle risorse disponibili.
La conseguenza di questo mancato obiettivo rappresenterebbe per la Regione Piemonte l'impossibilità che siano trasferite risorse pari a circa più di 500 milioni di euro dallo Stato per competenze di esercizi precedenti. Inoltre, il mancato obiettivo, oltre a non rendere, ovviamente disponibili queste risorse, comporterebbe di conseguenza che lo Stato richiederebbe alla Regione Piemonte di individuare percorsi di finanziamento alternativi rispetto a quello di individuare delle risorse nel bilancio regionale, vale a dire la tassazione sui piemontesi. Questo è per quanto ci riguarda, un ragionamento non accettabile e proprio per questo motivo abbiamo ritenuto di avviare un percorso di lavoro con le Aziende sul piano di rientro.
La sintesi dei singoli piani di rientro sarà la presentazione di un piano di rientro regionale, che verrà illustrato a Roma, a proposito del quale si dovrà dimostrare che le azioni che la Regione ha posto in essere insieme alle proprie Aziende sono in grado di contenere il costo complessivo della sanità piemontese, nell'ambito della rispettiva quota del fondo sanitario nazionale assegnato alla Regione Piemonte e dei 400 milioni di euro previsti.
In questo contesto, la deliberazione del 30 aprile conteneva una serie di indicazioni attraverso le quali le Aziende avrebbero dovuto articolare le proprie previsioni di spesa e di intervento all'interno della deliberazione. Come sicuramente voi sapete, è stata anche inserita una previsione abbastanza forte rispetto alla gestione del costo del personale nel senso che si è deciso di attivare un blocco temporaneo delle assunzioni, fornendo anche tutta una serie di indicazioni attraverso le quali poter mettere a disposizione della Regione informazioni per comprendere come eventualmente uscire da questo blocco che, sottolineo, è stato fin da subito indicato come temporaneo.
La situazione attuale è a buon punto, nel senso che noi abbiamo posto in essere tutta una serie di incontri con le Aziende che in questi giorni stanno facendo pervenire l'ultima versione del piano ragionata insieme ai nostri Uffici rispetto alle esigenze di contenimento della spesa; peraltro c'è stato anche un incontro con le categorie sindacali proprio la scorsa settimana. Nel corso di quest'incontro sono state analizzate anche le problematiche e già in quell'occasione si è confermata la temporaneità della sussistenza di questo vincolo, che noi contiamo sia superabile nell'arco dei prossimi 15 quindici giorni. Riteniamo che in quest'arco temporale ci saranno le condizioni, noi ci auguriamo, per concludere gli accordi con ciascuna delle Aziende rispetto al contenimento effettivo della spesa per come è stato individuato e, conseguentemente, alla modalità di porre termine al blocco totale. Noi, ad oggi, auspichiamo di individuare se ci saranno le condizioni, le modalità di sblocco secondo condizioni specifiche per ciascun'Azienda e non in modo univoco e uniforme.
Effettivamente, in questi anni e anche in questi mesi, permane la consapevolezza che alcune Aziende sono state complessivamente gestite in modo corretto e coerente con una serie di vincoli che erano stati posti anche dal punto di vista della spesa complessiva. Quindi, ci sembra utile e importante, nell'ambito del riparto delle risorse regionali che verranno messe a disposizione, tenere anche conto del fatto che in questi anni queste Aziende hanno dimostrato di mantenere un comportamento coerente con le indicazioni che sono state date.
probabile che a non tutte le Aziende sarà concesso lo sblocco del turnover allo stesso modo. Questo ci sembra anche un modo per dare un segnale a tutte le Aziende che si sono mosse in uno sforzo complessivo di contenimento della spesa anche in termini di gestione complessiva diversa nella fase di sblocco.
La Consigliera Pentenero faceva tutta una serie di richieste di approfondimento rispetto a una questione puntuale legata alla Torino 4, che è l'Azienda che comprende gli ospedali di Chivasso, Ciriè e Ivrea. La deliberazione prevede la possibilità, nelle more del blocco complessivo del turnover, di concedere, prima della fase di concordamento finale, alcune deroghe, a patto che sia opportunamente segnalato il rischio, con motivazioni reali, di mancati servizi o, comunque, di difficoltà di gestione di alcuni servizi nei confronti dei cittadini piemontesi. In parte, questo è avvenuto nel caso di alcune aziende.
Nello specifico, una parte di queste deroghe è stata concessa, come dicevo prima rispondendo all'interrogazione della Consigliera Pentenero, ma per la verità una serie di segnalazioni sono emerse anche da parte di altre Aziende. In questo senso è stata svolta, da parte dei nostri Uffici un'istruttoria specifica rispetto al problema posto. In alcuni casi, queste deroghe sono state concesse integralmente rispetto alle richieste inoltrate; in altri casi, si è ritenuto che, nell'ambito delle deroghe complessive, alcune fossero effettivamente necessarie e altre potessero aspettare la fase conclusiva della trattativa con le varie Aziende.
Quindi lo stato dell'arte ad oggi è sostanzialmente questo. Noi confermiamo la temporaneità della deliberazione rispetto alle conseguenze sul blocco del personale e confermiamo che il blocco si esaurirà nel corso delle prossime settimane.



PRESIDENTE

Il dibattito è aperto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Discutiamo di quest'argomento perché in questi primi tre mesi di Consiglio regionale abbiamo avuto poche occasioni di discutere di questioni sanitarie. Il tema che occupa le prime pagine dei giornali, un po' trito e ritrito, è sempre lo stesso: il buco di bilancio.
Credo che abbiamo l'esigenza di capire che cosa è capitato e che cosa sta capitando nei nostri ospedali e nei nostri ambulatori.
Il sistema sanitario piemontese, come dicono tutti, è un sistema di qualità, classificato al quarto posto da un governo nazionale di centrodestra, prima del tanto decantato sistema lombardo. L'altro giorno sono stati pubblicati i costi anche per abitanti dei vari sistemi socio sanitari regionali; da questi dati è emerso che il Piemonte è in linea con le altre Regioni e, ovviamente, è molto al di sotto del costo standard di gran parte delle Regioni e, soprattutto, delle Regioni del Sud.
Un'altra indagine recente ha definito che l'80% e anche di più dei cittadini, soprattutto al Nord, è soddisfatta dei servizi sanitari che il Paese è in grado di offrire ai suoi cittadini.
Allora, alla luce di queste considerazioni che ho posto come premesse indispensabili, ci siamo chiesti qual era la ragione per la quale il Governo regionale appena insediato avesse deciso, quale primo atto, di bloccare praticamente tutto all'interno di un sistema sanitario che ha il gradimento dei cittadini e dei costi sostenibili. Si tratta di un provvedimento, quello della nuova Giunta regionale, orizzontale, che non è entrato nel merito delle questioni; è figlio di una politica che fatica a capire cosa deve essere bloccato. È probabile che ci siano spazi di riorganizzazione all'interno del sistema sanitario, ma non si preoccupa nemmeno di come il sistema stesso possa offrire servizi migliori ai cittadini.
Il blocco ha provocato disagi non tanto ai dipendenti del sistema sanitario regionale, cioè coloro che rientrano nelle vecchie piante organiche. È vero che gli infermieri (che hanno il diritto, entro tre mesi se vogliono essere spostati, di poterlo fare) che hanno abbandonato i loro posti di lavoro non sono stati rimpiazzati, a causa del blocco della Regione, impoverendo così alcuni reparti delle nostre aziende sanitarie. Il problema riguarda soprattutto quelle figure complementari, che danno maggiormente dignità al nostro sistema, rendendolo più europeo. Faccio qualche esempio: penso agli psiconcologi, che si occupano di accompagnare un malato di tumore in un percorso, che è difficile per il malato e la sua famiglia; penso ai fisioterapisti, anche qui nei reparti di oncologia. Non fanno parte della pianta organica e nel momento in cui i loro contratti sono scaduti, a causa del blocco, non è stato possibile rinnovarli depauperando così un servizio, soprattutto della rete oncologica, che è visto come modello in tutto il nostro Paese.
Ancora un esempio banale, scusandomi per la tecnologia in questo momento: all'Ospedale Molinette c'è un tecnico che effettua un esame denominato "citoflussometria". Non è un dipendente, è un medico che si occupa di capire nei malati di linfomi se ci sono delle cellule che stanno degenerando. Il suo contratto di lavoro sta per terminare, dovrà lasciare questo incarico e non ci sarà nessuno, almeno per il momento, trattandosi di figure che, naturalmente, devono essere preparate, che potrà prendere il suo posto.
Penso ai fondi per la ricerca: le risorse sono a disposizione, ma per seguire un progetto scientifico occorre assegnare l'incarico. Qui si sta verificando l'assurdo che i fondi sono a disposizione, ma, non potendo attribuire gli incarichi per quel progetto specifico, questi non vengono utilizzati e quel progetto non può essere avviato.
Come dicevamo l'altro giorno con l'ex Assessore Artesio, noi abbiamo gestito un sistema sanitario che ha stabilizzato 2.000 precari, che voi state facendo di tutto per mantenere precari e per aumentare la precarietà del sistema sanitario regionale.
Certamente un Paese serio si chiederebbe quale rapporto intercorre tra i proclami lanciati dal Ministro Brunetta nei primi due anni del Governo nazionale, asserendo, dall'alto della sua competenza, che sarebbe stato premiato il merito, che all'interno del sistema pubblico, quello sanitario ma non solo, i più bravi sarebbero stati premiati, e l'ultimo provvedimento emanato dal Governo, che blocca i contratti collettivi di lavoro, le assunzioni e anche il turnover. Faccio un esempio: se un ospedale avesse a disposizione tra i suoi specializzandi due bravi chirurghi e pensasse di assumerli, dovrebbe aspettare il pensionamento di almeno dieci chirurghi visto che nel blocco del turnover è previsto che si assuma una persona ogni cinque che vanno in pensione, non potendo così avvalersi di quei due professionisti, che potrebbero rappresentare una speranza e anche una promessa per il nostro sistema socio-sanitario.
Assessore Ferrero, la questione dei chirurghi, come hanno scritto molti giornali qualche anno fa, sta diventando seria: non c'è tanta gente che vuole occuparsi di queste specialità, che sono a rischio e non sono retribuite, almeno all'interno del sistema sanitario pubblico (sono molto più retribuite all'interno delle strutture accreditate). Mancano gli specialisti. Speriamo che l'Assessore riesca nel miracolo di aumentare gli specialisti per le varie branche, a partire dall'ortopedia, perché per la realizzazione di una protesi d'anca occorrono tre chirurghi e non si pu scendere al di sotto di questo numero; è necessario un minimo stabilito e garantito, altrimenti la chirurgia non può compiersi e, naturalmente, noi vogliamo continuare ad erogare servizi di qualità.
Però vorrei che l'Assessore ascoltasse, perché se parla con il Capogruppo della Lega io smetto, lasciamo stare la discussione.
Aspetto che il Capogruppo della Lega torni al suo posto, altrimenti smetto di parlare; Presidente, le chiedo di tutelarmi.
Capisco che il Consigliere Carossa ritiene che quanto dice l'opposizione non conta niente, ma, ogni tanto, capita di poter discutere chiedo di poterlo fare senza che il Consigliere Carossa disturbi l'Assessore.



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere.



BOETI Antonino

"Disturbi" è una brutta parola; disturba me, che non riesco a parlare con l'Assessore.



PRESIDENTE

Continui, prego.
Grazie.



BOETI Antonino

Continuo.
L'eliminazione del blocco, come diceva prima l'Assessore Ferrero avviene all'interno dei piani di rientro.
Noi, Assessore, vorremmo capire se c'è un luogo nel quale i piani di rientro, che i direttori delle ASL stanno predisponendo, possono essere discussi e valutati. Vorremmo capire come questo Governo regionale e anche i direttori generali pensano di recuperare i 130 milioni di euro, secondo l'indicazione che gli avete dato.
Siete il Governo del fare e dell'efficienza; avete parlato di acquisti collettivi, di formazione del personale, di farmaceutica, fateci vedere come si può risparmiare organizzando meglio i servizi. C'è un'altra riflessione che voglio fare. In campagna elettorale ricordo di aver partecipato ad una trasmissione televisiva sulla sanità, alla quale era intervenuto telefonicamente il Presidente Cota dicendo che loro nei primi tre mesi, eliminando gli sprechi, avrebbero risparmiato 100 milioni di euro. Vorremmo sapere che tipo di lavoro avete fatto, quali sono gli sprechi che avete eliminato, che cosa vogliono dire, sotto il profilo economico, i risultati che avete raggiunto.
Il futuro della sanità è nella tecnologia, oggi ci sono...



(Commenti del Consigliere Angeleri)



BOETI Antonino

C'eri anche tu, sì.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



BOETI Antonino

Cento milioni di euro.



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Boeti. Mi scusi.



BOETI Antonino

Cento milioni di euro, testualmente.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



BOETI Antonino

Non ha dato termini temporali: 100 milioni di euro.
Sulla cifra siamo d'accordo, sono 100 milioni di euro.
Mi avvio alla conclusione: il futuro della sanità è nella tecnologia e nella poca degenza per interventi sempre più sofisticati, ma la sanità risiede negli uomini e nelle donne che utilizzano quegli strumenti, che hanno nel loro bagaglio umanità e disponibilità nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie. L'attenzione, la disponibilità e l'umanità sono frammenti di un percorso di cura che parte dagli uomini e dalle donne della sanità piemontese.
L'altro giorno un mio collega, dopo essersi sottoposto alla TAC, ha saputo dal radiologo del mio ospedale di avere una malattia molto grave, ma prima di andare a casa per comunicarlo alla sua famiglia ha terminato gli interventi chirurgici programmati per la mattina in quella sala operatoria.
Avete un patrimonio straordinario di valori umani che abbiamo il dovere di salvaguardare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

L'Assessore Ferrero ha introdotto la sua comunicazione parlando della necessità del piano di rientro, cui la Regione Piemonte è tenuta.
questione assolutamente vera, che motiva le scelte di vigilanza rispetto all'andamento della spesa, vorrei che, almeno in quest'Aula, ci dicessimo cose diverse da quelle che ci diciamo nelle piazze e nei comizi e talvolta leggiamo sui giornali, ovvero che il piano di rientro sarebbe necessario a causa dei buchi prodotti in sanità.
Voglio leggere quanto dice non una faziosa stampa dell'opposizione, ma la deliberazione della Giunta regionale del 30 aprile: "La norma per il piano di rientro riguardante la Regione Piemonte è necessaria perché il Piemonte è risultato inadempiente rispetto all'obbligo dell'equilibrio di bilancio nel 2004". Quindi, almeno seguendo quanto scrivete nelle deliberazioni, poiché nei documenti non si può né enfatizzare né dire mezze verità, stiamo parlando della necessità di adottare un piano di rientro conseguente al disavanzo della gestione del 2004.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



ARTESIO Eleonora

Silenzio! Dopodiché, poiché io condivido ed ho condiviso...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Artesio. Pregherei di prestare un po' di attenzione.
un Consiglio straordinario, è stato richiesto, mi sembra che l'argomento sia importante.
Quando interviene un Consigliere ha diritto di parlare e di essere ascoltato. Vi invito pertanto ad ascoltare la Consigliera Artesio.
Prego, Consigliera, prosegua.



ARTESIO Eleonora

Poiché assumo tutta la responsabilità insieme all'Assemblea elettiva della necessità di funzionamento nella migliore condizione qualitativa del nostro sistema sanitario, non eludo la preoccupazione dell'Assessore Ferrero nemmeno sui conti del primo trimestre 2010 e, proprio perché non la eludo, sono andata a confrontare il primo trimestre 2010 con il primo trimestre del 2009.
Il primo trimestre 2010 ha una situazione di risultato differenziale per quanto riguarda le ASL di 81 milioni 494, mentre nel 2009 era di 66 milioni. Per le ASO ora è di 10 milioni, nel 2009 era di 15 complessivamente ora è di 92 milioni, mentre nel 2009 era di 82.
Era ed è certamente necessario tenere sotto controllo la spesa, ma con dati non dissimili da quelli con i quali governa questa Giunta, noi nel 2009, e prima ancora, non abbiamo mai bloccato le assunzioni del personale addetto ai servizi di cura.
Quindi, non ci si venga a dire che questa è una condizione necessaria perché questa è una condizione scelta politicamente. Peraltro non stupisce essendo la polemica politica, durante la campagna elettorale, condotta dallo stesso Assessore Ferrero esattamente sui costi eccessivi della Giunta precedente per le assunzioni in sanità.
Ma veniamo, dopo avere accantonato gli aspetti di merito scritti negli atti deliberativi, alla questione che ci preoccupa e credo che ci preoccupi congiuntamente. Voglio brevemente raccontare di alcune condizioni nelle quali operano oggi i servizi e le prestazioni delle ASL e delle ASO piemontesi, per come le rilevo da una indagine non compiuta con strumenti statistici, ma sufficientemente rappresentativa.
Provo a enucleare alcune questioni. ASL Torino 1, Dipartimenti materno infantile e consultori: bloccate le consulenze di psicologia. Trattasi di quelle funzioni che servono in particolare per gli adolescenti, le donne e le famiglie portatrici di disagio sociale a decidere la prosecuzione delle gravidanze piuttosto che il sostegno alla genitorialità. Forse è un nuovo modo di concepire quello che ci è stato detto ripetutamente sulle politiche di sostegno alla famiglia.
Torino 2. Faccio riferimento in modo particolare alla condizione del Dipartimento di emergenza-urgenza del Giovanni Bosco, meno sette medici. In tempi altri, quando mancava un infermiere o si superavano le ore straordinarie nei servizi di emergenza-urgenza, questo Consiglio regionale era molto attento. Così come vi è la mancanza della figura del rianimatore dal Maria Vittoria presso l'Amedeo di Savoia per la realizzazione del progetto metal.
ASL Torino 2: situazione servizi complessivi della dipendenza, meno cinque unità di psicologia, meno sei unità di tecnici della riabilitazione fondi vincolati per le dipendenze provenienti dalla legislazione di riferimento, bloccati. E per quello che riguarda la condizione delle ASO torinesi, dovremmo ricordare che in una ASO di Torino, su un organico di 21 sono in servizio 16 operatori, di cui quattro part-time, il che fa prevedere lo sforamento delle ore di straordinario per come sono previste dalla normativa. Così come dobbiamo ricordare quanto già venuto agli onori della stampa per ciò che concerne il San Luigi, sugli infermieri dei quali erano state bloccate le assunzioni. Sa il Consiglio a cosa sarebbero serviti quegli infermieri? Alla rianimazione.
Così com'è stato detto dall'interrogazione urgente della Consigliera Pentenero, della situazione di Chivasso. Situazione che ci preoccupa sia per quanto riguarda le strutture del SERT di Chivasso, così come del SERT di Ivrea; vengono meno gli psicologi e gli educatori, ma anche nella ASL Torino sono quattro gli oculisti, due dei quali scadono a luglio, essendo 400 i pazienti in lista d'attesa, evidentemente perché si devono contenere i tempi di attesa da parte dei pazienti! Ma non voglio essere torinocentrica e mi sono informata un po' di Alessandria. Ad esempio, sarebbe curioso sapere il livello della preoccupazione per la mancata assunzione dei tecnici della prevenzione e dell'infermiere pediatrico. Consiglieri alessandrini, l'Ospedalet è sempre stato nel cuore e nell'attenzione di quest'Aula, così come la ASL di Alessandria non sta coprendo il turnover al 25%, in modo particolare su infermieri, OSS e fisioterapia, mentre l'ASL Cuneo 1 non ha dato corso alle assunzioni delle ostetriche, in una situazione particolarmente complessa come quella dell'organizzazione dei punti nascita di quell'area.
Questa è una brevissima descrizione di quanto è successo in questi primi mesi, che non porto in aula per suscitare un allarme, perché ho sempre deprecato - e un po' di più - quei politici che, per avere dei consensi facili, disseminavano insicurezza nel proprio territorio. Infatti ritengo che il nostro sistema, per la buona architettura che ha e per la dedizione dei propri operatori, sia un sistema che ancora tiene. Quindi non si leggeranno da me interrogazioni né tanto meno allarmismi analoghi a quelli ascoltati da altri Consiglieri a parti invertite, ma vorrei che tutti ci responsabilizzassimo sul rischio nel quale siamo. Rischio che pu ledere il diritto soggettivo alla salute, ma che lede già dei diritti di coloro che hanno sostenuto concorsi nel nostro sistema e che non sono stati assunti grazie ad un generico, indiscriminato e, devo dire, irragionevole blocco delle assunzioni.
Con riguardo alla privacy, anche per cautela, perché di questi tempi si va piano ad esprimere la propria protesta, vi leggo un'interessante nota che riguarda il caso di una signora, vincitrice di un concorso presso la nostra ASL di Vercelli, ASL per la quale i lavoratori si sono rivolti al Prefetto per segnalare la situazione di difficoltà, compresa quella dei 27 soccorritori del 118.
Ve lo ricordate qualche anno fa quanto eravamo tutti preoccupati della necessità di assumere questi soccorritori, il cui concorso è concluso e non è stato dato corso alle assunzioni? Ma torniamo alla signora. La signora vince un concorso a Vercelli, si licenzia dall'azienda presso la quale era impegnata, disdice il contratto di affitto, liquida le ferie residue ed inizia le procedure per il trasloco. All'indomani di questo avvio riceve una lettera del Direttore dell'azienda che, a data da destinarsi, proroga la sua assunzione. La signora scrive, dicendo: "Informo il datore precedente che ho scherzato? E magari nel frattempo qualche anima pia in Regione mi pagherà un bed and breakfast, visto che ho disdetto la casa nella quale abitavo? Oppure confido in una benevola diversa iniziativa dell'Amministrazione regionale piemontese?".
Quindi, come si vede, la questione è per tutti una questione sensibile cui nessuno di noi può sottrarsi, provando ad usare l'antica favola di Fedro, per cui è sempre colpa di qualcuno che è venuto prima, sei mesi fa.
Tuo padre parlava male di me e il piano di rientro ci capita addosso per le colpe delle Amministrazioni precedenti. Peccato che inizia dal 2004.
La verità è che certo quest'anno la situazione è più complicata, ed è più complicata perché sono venuti meno i trasferimenti del fondo sanitario nazionale che hanno penalizzato il Piemonte, ma poiché con questa Giunta tutto quel che il babbo fa è ben fatto - e il babbo ovviamente è il Governo nazionale - questo non si può dire.
Auspichiamo che con la collaborazione di tutti, anche dell'opposizione si riesca ragionevolmente con i piani di rientro a considerare il fabbisogno delle singole Aziende e ad agire per la tutela della qualità del lavoro del personale sanitario e per la tutela degli ospiti e dei pazienti delle nostre strutture sanitarie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Certamente alcune considerazioni dei colleghi possono anche essere sottoscrivibili, nel senso che è evidente che è un provvedimento straordinario. È noto che, quando viene approvata una delibera che ha carattere generale e anche temporaneo, essa può prevedere alcune deroghe che ovviamente saranno la modalità per attribuire ad un provvedimento quantitativo una valenza anche qualitativa. Ricordo che la precedente Amministrazione, non appena s'insediò cinque anni fa, fece l'identica cosa.
I termini di paragone poco interessano; basta rileggere le precedenti delibere, quando la Consigliera Artesio non era ancora Assessore.
evidente, però, che questa scelta ha una motivazione. Nasce dal fatto che, va ricordato, al saldo del conto complessivo, cioè al saldo presentato in IV Commissione nel 2005, la sanità piemontese costava, nel 2005, sette miliardi d'euro; nel 2009 costa ed è costata nove miliardi d'euro. Nessuna Regione italiana ha avuto un aumento percentuale di spesa così elevato quale quello della Regione Piemonte. Ovviamente questo passa tramite alcuni provvedimenti, a partire dalle 2.000 stabilizzazioni fatte nell'arco di questi anni, e vogliamo ricordare i 14 amministrativi assunti alle Molinette o altri amministrativi assunti all'ASL 1, anche se c'era un piano che diceva che avevamo un esubero di 500 amministrativi. Se verifichiamo i bilanci precedenti, abbiamo un'impennata delle spese relative al personale abbiamo un'impennata relativa alla spesa di beni e servizi. Queste assunzioni hanno migliorato i servizi che la sanità piemontese erogava? Posso fare alcuni esempi: la Consigliera Artesio ricordava l'assenza di medici nel 118.
Alla Consigliera Artesio ricordo, perché forse l'ha dimenticato, che con una delibera del dicembre 2009 certificava l'assenza di 91 medici del 118 all'interno del servizio sanitario piemontese, cioè quando assumeva per il 118 dei medici in convenzione, non è che alla fine dei cinque anni si è aggiunto un medico in più. No, alcuni contratti sono stati trasformati da convenzione in assunzione. Non c'è stato un medico in più; è stata solo cambiata la forma contrattuale: non un medico in più è stato assunto.
Nessuno ha la bacchetta magica, si cerca di rimediare ad errori fatti negli anni precedenti, condividendo alcune valutazioni fatte. La nostra è certamente una buona sanità; i dati spesso richiamati, anche nel corso dell'ultima campagna elettorale, lo certificano. I dati certificano - e da fonte pubblica e da fonte privata - il fatto che la nostra sanità dà buone prestazioni, ma ha una scarsa efficienza: le prestazioni piemontesi costano molto di più di quelle d'altre Regioni italiane, in particolar modo delle cinque Regioni dove vi è una migliore sanità.
Questa è la sfida che affronta questa amministrazione: garantire la stessa efficienza, in termini di prestazioni, riducendo i costi.
In alcuni casi è assolutamente semplice. Leggevamo questa mattina un articolo pubblicato dal maggior quotidiano torinese che, se mi posso permettere, non ha fatto tutti gli esempi, perché vi sono alcuni esempi di differenza fra il prezzo praticato rispetto all'acquisto di un farmaco piuttosto che un altro. È evidente che abbiamo una possibilità di risparmio di spesa senza intaccare un solo servizio.
altresì evidente che, in un momento come questo, è necessario garantire, perché questo prevede il Patto della salute, una maggiore efficienza. Ce lo ricordate dal 2004, ma non so se la colpa è sempre di chi veniva prima, perché è dal 2005 che continuate - e l'avete fatto ancora nella IX legislatura - a rammentare cosa è stato fatto dieci o 15 anni fa quindi ci possiamo assolutamente permettere di ricordare che un aumento indiscriminato della spesa, a parità di servizi, o in alcuni casi di riduzione di servizi, è avvenuto negli ultimi cinque anni.
A questo si vuole porre rimedio, ma come? Certamente con una delibera di carattere quantitativo, ma che blocca una serie d'attività? Qualcuno si dimentica che 218 primariati sono stati banditi nell'ultimo anno. Ve n'era necessità? In alcuni casi sì, perché c'erano facenti funzioni che dovevano essere sostituiti, ma in molti altri casi, come avevamo detto, era verosimilmente una manovra che aveva più una finalità di riconoscimento nei confronti di qualcuno, che una reale necessità. Se andiamo a ricordare il numero di posti letto per singolo primariato, o il numero di primariati che non hanno finalità medica (11 all'ASO San Giovanni Battista), vedremo come molti di questi primariati sono assolutamente inutili; oppure dobbiamo ricordare le decine e decine di posizioni organizzative riconosciute nei mesi di campagna elettorale.
Queste operazioni hanno un costo, non solo un costo economico, la cui differenza non è enormemente significativa, ma hanno un costo dal punto di vista organizzativo, rispetto ad un sistema; dopodiché non avevamo l'abitudine di dire "tanto peggio, tanto meglio". Abbiamo sempre riconosciuto che la nostra è una sanità che ha ben funzionato, altrettanto ci permettevamo di riconoscere - lo facciamo anche oggi, in un'ottica di governo e dai banchi della minoranza - che è possibile, gestendo meglio le risorse e razionando alcune procedure che altre Regioni, per esempio l'Emilia e la Toscana, da anni utilizzano, ottimizzare alcune modalità di risorse, in merito agli acquisti, ma non solo agli acquisti. Tutto ciò che non rientra nelle prime razionalizzazioni, ovviamente, farà parte di una riforma più complessiva che sarà all'interno del piano, ma ovviamente l'Assessore penserà a questo e toccherà a noi, come maggioranza, dare i suggerimenti del caso.
Ricordo anche che i Patti della salute, con i relativi trasferimenti sono sempre stati siglati e che la precedente Giunta è stata talmente "brava", per esempio, nel campo dell'edilizia sanitaria, che ha dovuto, in più di un'occasione (ancora pochi mesi fa) aprire una trattativa con il Governo nazionale per provare ad avere indietro i soldi perduti perché, per esempio, l'ottobre dello scorso anno scadeva tutta una serie di progetti di edilizia sanitaria da realizzare, che però non sono stati presentati per tempo al Ministero della Salute, con la conseguenza che i finanziamenti non sono stati erogati! Questa è la situazione che ci avete lasciato. Dopodiché, se volete potete indossare la giacca di chi governa e di chi si oppone secondo i casi.
Recentemente abbiamo dovuto ascoltare l'interpellanza della Consigliera Artesio rispetto al Sovracup. Ora, tutta una serie di persone aveva provato a far presente i rischi che il bando relativo al Sovracup poneva. Sei o otto mesi fa, quando quel bando è nato, tutta una serie di soggetti, tra cui il sottoscritto, ma molto meglio i lavoratori e le organizzazioni sindacali, facevano presente che era un errore e che si stava commettendo un errore. Ma se quell'errore è figlio di qualcuno, adesso non potete pretendere, avendo in alcuni casi governato male, di indossare anche la giacca dell'oppositore. Responsabilmente, ognuno si fa carico delle scelte fatte e le sposa, non si può permettere di contestare, oggi che siede nei banchi dell'opposizione perché ha perso le elezioni, tutto ciò che ha fatto e che non funziona! Ognuno può fare tutto ciò che crede in aula, ma la credibilità di chi agisce così verrà valutata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Quando si parla di sanità provo sempre un certo imbarazzo, perch siccome mi piace dire pane al pane, vino al vino, talvolta tocco la suscettibilità di qualcuno, anche se, come sempre, mi sforzo di essere il più soft possibile, perché appartiene al mio stile di espressione.
Questo non mi distoglie, comunque, dall'esprimere dei concetti forti.
Il Gruppo dell'Italia dei Valori - io in prima persona - ritiene che il "sistema sanità" sia un modello concepito ad hoc per poter perpetrare in modo consociativo obiettivi post-tangentopoli, per intenderci, che fanno comodo a tutti. Questa è una dichiarazione forte; è una dichiarazione che in un Paese libero o in una democrazia vera dovrebbe apparire domani in prima pagina con un grande titolo. Invece la stampa lo ignora, le televisioni pure, perché anche il sistema mediatico sta diventando un sistema consociativo. È questa, cari amici, la verità.
Per quanto riguarda il discorso della sanità, noi assistiamo ad un ping pong tra una parte e l'altra: ci si rimpalla o la responsabilità sulle quisquilie relative al "buco", e quindi alle modalità del piano di rientro oppure ci si attribuisce responsabilità di delibera come questa. Vorrei proprio iniziare da questo.
Perché dobbiamo attaccare una delibera del genere, che può essere letta - ribadisco "può essere letta", fate attenzione - in un determinato modo? A me potrebbe piacere leggerla nel seguente modo: poiché la spesa relativa al personale riguarda una cifra enorme nell'ambito della spesa sanitaria, che riguarda, a sua volta, una percentuale enorme nell'ambito della spesa di bilancio complessivo di una Regione, dobbiamo cercare di capire, al di là di quelli che sono i meri numeri tecnici che i vari uffici ci attribuiscono, come funziona, di fatto, ASL per ASL, reparto per reparto, dipartimento per dipartimento, la sanità piemontese. Perché non dare una lettura di questo tipo ad una delibera che in questo senso non potrebbe che essere giudicata in maniera positiva? Cerchiamo di capire, di fatto, che cosa succede: a tal riguardo, mi prendo un mese, due mesi, tre mesi, quattro mesi, insomma tutto il tempo che occorre, anche sei mesi, per capire e poi cerco di ottimizzare la spesa relativa al personale. Perch non è vero né, da una parte, che è necessario, a tutti i costi, spendere di più per il personale, né é sempre vero che si deve spendere di meno.
Dobbiamo capire dove spendere e come muovere il personale, perché ci sono degli ambiti in cui occorre più personale, e ambiti in cui il personale legge il giornale dal mattino alla sera! Allora, una delibera che tende a dire a bocce ferme "cerchiamo di capire cosa succede per meglio operare un'ottimizzazione di questo tipo di spesa", perché giudicarla male? Però Assessore (c'è un "però") mi auguro - me lo auguro non perché io come tutti sapete, faccia parte della vostra parte politica, tutt'altro; me lo auguro in quanto cittadino piemontese; me lo auguro perché voglio bene al Piemonte, pur essendo di origine pugliese, ma ormai sono trent'anni che vivo in questa Regione - che tutto quello che lei si sta prefiggendo di fare, lo faccia veramente, nell'ottica di un miglioramento.
Le scorse elezioni regionali - questo è un segnale che va letto, non si può ignorare! - hanno determinato la riconferma, la penalizzazione o la sostituzione di Governatori in vari territori del nostro Paese. I cittadini hanno espresso un voto che è coinciso con il giudizio su come è stata gestita la sanità.
Appartenere ad una Regione che vanta una delle migliori sanità nazionali non basta, perché, come diceva il collega Vignale, questo è vero non so se per questo o per quell'altro Governo; io dico che è vero grazie agli operatori e alla grande qualità dei servizi che in questa Regione, da sempre e storicamente, si è potuto usufruire. Poi i politici ci hanno messo la loro e, per fortuna, hanno fatto qualche danno si, ma non in modo molto eclatante.
Ma non sono i danni o i non danni che ci aspettiamo dalla politica! Ci aspettiamo dei miglioramenti, gli elettori si aspettano dei miglioramenti: sono quelli che gli elettori vogliono riscontrare. Perché laddove ci sono stati, quei Governatori sono stati premiati. Nelle Regioni in cui non si è riusciti a determinare una discontinuità rispetto ai Governi precedenti purtroppo - e sottolineo il "purtroppo" - non c'è stato alcun premio addirittura c'è stata una penalizzazione.
Questo significa che il comparto della sanità, Assessore, checché si pensi, è lo specchio nel quale l'elettore vuole potersi specchiare e vuole vedere riflessa l'azione del proprio Governo e dei politici che lo rappresentano.
Assessore, sebbene nutra grandissime perplessità - per carità, il mio non è un giudizio personale, ma sul ruolo che lei rappresenta, facendo parte, anche lei come me, di un sistema politico e, quindi, partitico) - mi auguro che lei abbia la forza di poter creare elementi forti di discontinuità in questo senso, ad iniziare dalle prossime nomine dei Direttori generali.
Sarò curioso di sapere con quale criterio saranno attribuite le nomine mi auguro fuori dai criteri di spartizione partitica - dei vari Direttori generali e, a cascata, dei vari primari, sino ai portantini.
Assessore, da parte del Gruppo dell'Italia dei Valori lei non riceve con questa delibera, un giudizio negativo. Diciamo che l'IdV le pone una "spada di Damocle" e vuole vedere a che cosa è realmente finalizzata questa mossa sulla scacchiera: se fosse finalizzata al miglioramento dei servizi e alla riduzione della spesa, noi, anche dall'opposizione, le diremo brava.
Se, viceversa, non avverrà, ci troverà tra i più forti e convinti oppositori. Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Penso che questo dibattito sia stato utile e che non si sia perso tempo.
Mi pare che la nuova amministrazione voglia introdurre delle novità.
Non finirò mai, in queste settimane, di ricordare gli importanti interventi che l'allora Capogruppo di Forza Italia, Consigliere Burzi, fece rispetto alle nostre presunte inefficienze e alla possibilità, se solo avessero avuto loro, a suo tempo, il titolo di governare, di recuperare, molto celermente, qualche centinaio di milioni di euro. A questo punto avendo noi, verosimilmente, perse le elezioni, ci aspettiamo che quelle indicazioni così fortemente sostenute possano essere...
Ho detto verosimilmente, ma era solo per allungare il brodo, diciamo che abbiamo perso le elezioni, ma questo non è il nodo della questione in questo momento.
Il nodo è capire come sarete voi ora in grado di recuperare quelle centinaia di milioni di cui parlava il Consigliere Burzi, di cui ancora non vediamo granché traccia. La delibera citata e illustrata dall'Assessore è certamente comprensibile; peraltro, l'Assessore ha diritto di avere un po' di tempo, anche se esperta, per approfondire ulteriormente.
Tuttavia non ci accontentiamo di quello che l'Assessore ci ha detto oggi e di quello che ha scritto nella prima delibera, chiamiamola così, di presunta razionalizzazione. Abbiamo apprezzato, per esempio, il fatto che l'Assessore abbia annunciato oggi che intende non trattare allo stesso modo le Aziende Sanitarie, perché, ovviamente, siamo di fronte a comportamenti più o meno virtuosi sul piano della gestione del personale e dell'organizzazione. Quindi il fatto di intervenire in modo più preciso, a fronte di carenze o di esuberi, ci pare una prima indicazione certamente condivisibile; non ostacoleremo certamente l'Assessore in questo suo esercizio di distinguere tra buoni e meno buoni.
Tuttavia, volevo dirle, Assessore, che non basta, ma sono convinto che lei sia d'accordo, affidarsi alla buona volontà o alla buona o meno buona capacità dei direttori generali di ASL e ASO per riorganizzare il personale. C'è, per esempio, un tema che abbiamo iniziato ad affrontare forse non nel modo così determinato che era richiesto, che è quello della mobilità tra le aziende.
Forse c'è uno spazio che la programmazione regionale deve iniziare ad affrontare, ma ad oggi mi pare che questo sforzo di valutazione sia stato ancora, in questi 15 anni (mi fermo agli ultimi 15 anni) poco perseguito.
Vorrei dirle anche di più. Mi pare, lo dico con molta prudenza, che anche la mobilità intraziendale, soprattutto quando abbiamo fatto le nuove Aziende Sanitarie Locali - che naturalmente sono più grandi - sia stato forse, ancora non così totalmente praticato. C'è un tema, quindi, che riguarda la mobilità intraziendale e tra aziende che ci aspettiamo lei sviluppi ulteriormente, naturalmente nel pieno diritto e nella piena tutela delle prerogative dei lavoratori.
Ci aspettiamo che lei faccia una valutazione degli eventuali esuberi.
Gli esuberi, probabilmente, ci sono, così come ci sono le carenze che i miei colleghi hanno denunciato.
Noi ci aspettiamo questo segnale, il fatto di chiedere ai direttori generali, sempre con il massimo rispetto nei confronti dei lavoratori, se sono in grado di valutare eventuali eccedenze di personale all'interno delle proprie organizzazioni.
Almeno da parte mia, mi adopererò perché il mio partito non si opponga ma certamente non sarà così; nella misura in cui sarà fatta un'attenta valutazione degli esuberi del personale che vi sono, questo sarà un passaggio importante per iniziare a fare programmazione del personale.
Ci aspettiamo anche che lei faccia una valutazione delle presenze quindi esuberi o carenze, specialità per specialità. Vi ricordo che la Giunta Bresso l'aveva fatto per diverse categorie - ricordo una ricerca sugli infermieri.
Tutti siamo a conoscenza, per esempio, delle carenze che ci sono in certi comparti, come la pediatria. Ci attendiamo che queste valutazioni siano rapidamente compiute per fare una programmazione non solo interaziendale, ma anche prospettica. Questi temi hanno un profilo e una valenza di lungo periodo, in non pochi casi, anche in riferimento alle esigenze di formazione e riqualificazione degli stessi profili professionali.
Ci aspettiamo, Assessore, queste cose. Ripeto, se lei si limita a consegnare il lavoro sporco, lo dico così, ai direttori generali senza assumersi lei, politicamente, l'onere e la responsabilità di un impegno più attento, più complessivo per valutare esuberi e carenze, ebbene, rischiamo di non affrontare come merita la questione relativa alla gestione ottimale del personale.
Da parte nostra, Assessore, le assicuriamo che se si muoverà nel senso che ho provato a tratteggiare, quindi il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, ma, al contempo, anche l'esigenza straordinaria di un'ottimizzazione della gestione del personale non troverà, certamente, in noi un ostacolo.
Come hanno ricordato anche altri colleghi, ci sono delle esigenze urgenti, per cui ci aspettiamo che lei non attenda ciò che ho provato a suggerirle per fare questi interventi. Le suggeriamo, ma anche questa è una suggestione scontata, che si proceda con una visione di medio e lungo periodo, ma si sia anche capaci di intervenire da subito, laddove si manifestino, come rappresentato in modo emblematico dai miei colleghi alcune carenze assolutamente evidenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Mi pare che dal dibattito si evidenzi la bontà dell'iniziativa della Giunta regionale che, a poche settimane dalla sua entrata in carica, ha approvato l'unico provvedimento straordinario e temporaneo che poteva assumere. Un provvedimento di blocco per comprendere meglio e valutare lo stato della sanità piemontese. Uno stato conosciuto, uno stato pesante perché tutto si può dire, ma non si può andare contro le cifre.
Lo citava il collega Vignale, una sanità che nel 2005 costava sette miliardi di euro, che dopo la cura Bresso, ma potremmo dire la cura Valpreda e la cura Artesio, costa nove miliardi di euro; dopo un Piano sanitario che avrebbe dovuto essere la panacea di tutti i mali, che doveva attraverso l'accorpamento delle ASL, comportare la diminuzione delle spese improduttive, dopo tutto questo, siamo arrivati a questa situazione finanziaria relativa alla sanità.
Tutto ciò è aggravato dalle cifre relative al primo trimestre 2010. Non possiamo neanche pensare di non valutare con preoccupazione i dati forniti in Commissione sanità. Dati impietosi, dati di una sanità che, nel primo trimestre 2010, perde 92 milioni d'euro, con una proiezione annuale che arriva quasi a 400 milioni d'euro. Quindi un complessivo del costo della sanità piemontese che, a fine 2010, potrebbe schizzare a nove miliardi e 400 milioni d'euro.
Una sanità piemontese sotto osservazione da parte del Ministero dell'Economia, perché è tra quelle monitorate, quelle che stanno creando non dal punto di vista della qualità dei servizi, ma dal punto di vista del costo di questi servizi e dei costi delle prestazioni, molte preoccupazioni anche a Roma.
In questo contesto si colloca la delibera, opportuna a mio avviso della Giunta piemontese. Delibera, come ha già detto più volte anche l'Assessore, straordinaria e temporanea. Una delibera che serve a fotografare una situazione che crea, non possiamo nascondercelo, qualche problema a livello di strutture sanitarie, ma da questa si ripartirà.
Si ripartirà rapidamente avendo avuto dalle aziende una fotografia attraverso i piani di rientro di dove si può intervenire e avendo poi anche avuto la possibilità, in queste settimane e in questi primi mesi della nuova legislatura, di farsi un'idea politica di dove intervenire.
chiaro che non c'è la volontà, da parte della politica, di lasciare il lavoro sporco alle Aziende Ospedaliere o Sanitarie e disinteressarsi del pianeta sanità. Assolutamente. Anzi, l'invito che la maggioranza rivolge alla Giunta, ma non ne ha bisogno, è quello che dopo aver varato il piano straordinario per l'occupazione, in autunno, si vari un piano straordinario sulla sanità piemontese, che ha bisogno di profondi interventi. Un piano straordinario sulla sanità e sulla salute che preceda la revisione del Piano Socio Sanitario che sarà l'argomento principe dell'attività di questo Consiglio nel 2011.
Ma la deliberazione, a mio avviso, è importante anche sotto un altro aspetto, perché, Assessore, non nascondiamoci dietro un dito, rispetto a questa deliberazione si dice che siano avvenuti degli atti precedenti proprio da parte delle Aziende che non stanno in linea con la deliberazione. Si vocifera, e noi abbiamo presentato anche delle interrogazioni in questo senso, che molti dei provvedimenti che la deliberazione dal 29 aprile impediva di assumere, siano stati assunti da parte di alcune Aziende sanitarie nei giorni precedenti. Noi su questo Assessore, vogliamo che venga fatta chiarezza. Pretendiamo di essere posti nelle condizioni di conoscere se questi fatti, cioè se deliberazioni delle Aziende Sanitarie relative ad atti che sarebbero diventati impossibili a farsi dopo il 29 aprile siano stati posti in essere prima del 29 d'aprile nei giorni precedenti, nelle ore precedenti. Qualcuno dice addirittura poste in essere dopo il 29 aprile e retrodatati a prima del 29 aprile.
Qui ne va della giustizia, ne fa dell'affidabilità, ne va della credibilità della nostra sanità. Io le chiedo di fare chiarezza su questo rispondendo anche alle nostre interrogazioni, perché non è pensabile che qualcuno pensi di eludere le deliberazioni dell'Assessorato, che ci siano dei "furbetti" che, magari messi in condizione di sapere quanto sarebbe avvenuto poche ore dopo e pochi giorni dopo, abbiano appunto fatto qualche ora prima o qualche giorno prima quello che magari di lì a poco non si sarebbe più potuto fare.
Altrettanto giusto è che venga richiamata una grand'attenzione sulla realtà dei bilanci della sanità, perché ci giungono voci che anche nei bilanci ci siano dei lati oscuri. Noi vorremmo sapere se tutte le spese del primo trimestre del 2010 sono conteggiate nei bilanci sanitari; vorremmo sapere se le ore straordinarie sono conteggiate nei bilanci di tutte le aziende sanitarie; vogliamo insomma che, come per tutti gli altri conti della Regione, in particolare, per i conti della sanità, venga fatta una due diligence, vengano fatte delle indagini da entità terze, dal momento che abbiamo degli ordini professionali molto capaci e molto impegnati in queste attività.
Vorremmo che ci fosse veramente un'attenzione particolare e una certificazione reale da enti terzi in merito ai bilanci della sanità piemontese, in maniera tale da non avere successivamente brutte sorprese.
Quindi non ritengo che ci sia assolutamente nulla da recriminare verso questa situazione di blocco temporaneo e straordinario che, naturalmente comporta qualche problema, come è evidente, ma è un momento importante per fotografare una realtà, per disporre di un panorama chiaro delle esigenze della sanità piemontese, di modo che, con la ripresa dei lavori d'autunno si possa lavorare su un piano straordinario della sanità e poi da lì impegnarsi per un rinnovato Piano Socio Sanitario che dia veramente un senso di cambiamento rispetto a quello che ci è stato lasciato nella continuità (perché nulla si può innovare totalmente), ma dando un segnale politico di cambiamento anche alla realtà sanitaria piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire per fotografare lo stato della sanità nelle province minori.
Presidente, sono Consigliere comunale nel Comune di Borgosesia, dove è stato inaugurato un ospedale che è un po' il simbolo del modus operandi della vecchia Amministrazione regionale. Un ospedale che nei cinque anni in cui la precedente Giunta ha amministrato ha subito un notevole taglio di posti letto; non cinque, dieci o venti, ma settanta posti letto. Un ospedale che è stato inaugurato sotto elezioni, seppur con notevoli infiltrazioni. Tant'è che chi non parla il politichese dice: "La sanità regionale fa acqua da tutte le parti".
Voglio fare questo inciso, perché credo che le province minori, come la mia, dove gli ospedali sono uno o due, non di più, con il piano regionale precedente, sono state svantaggiate da un sistema troppo torinocentrico.
Ritengo giusta l'azione intrapresa dalla Giunta regionale attuale, che deve riorganizzare le risorse. Penso sia necessario comprendere che questi piccoli ospedali devono diventare dei poli di eccellenza in qualche tipo di specializzazione, altrimenti non riusciranno a rientrare nei parametri di redditività, non riusciranno a garantire le condizioni necessarie per rimanere aperti. Se non riusciremo ad allocare le risorse in modo corretto ci troveremo magari delle province come la mia ad avere solo un ospedale nel capoluogo, con la conseguenza che per recarsi nel nosocomio più vicino sarà necessario percorrere anche 70/80 chilometri. Queste sono le realtà dei nosocomi montani.
Se non riusciamo a riorganizzare, a tagliare, a elaborare un piano di rientro corretto, come è nelle intenzioni della Giunta, non riusciremo a garantire questo servizio primario.
Al contrario di molti, sono pienamente d'accordo con quanto sta facendo questa Giunta regionale. Capisco le esigenze elettorali di chi appartiene al collegio più grande, che è Torino, però bisogna anche ricordarsi che ci sono le province più piccole, come Biella, che hanno pochi nosocomi e che vanno tutelate. Solo attraverso un programma di riorganizzazione riusciremo a garantire questo. Diversamente, pubblicare dei bandi troppo generici per tutte le ASL non consentirebbe l'istituzione di poli di eccellenza tali da permettere ai nostri ospedali di sopravvivere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intanto, in funzione di una ormai lontana formazione politica nell'ambito della sinistra torinese (lontana ma non dimenticata, lo contestualizzerei), trovo spiacevole che anche oggi la Giunta sia scarsamente, ancorché eccellentemente, rappresentata.
Abbiamo passato dei mesi a lamentarci che la Giunta non fosse presente.
Trovo seccante, come esponente della maggioranza, il fatto che anche noi non diamo l'esempio in merito a qualcosa che abbiamo più volte criticato.
Se ci fosse una maggiore presenza qualitativa, per esempio - secondo passaggio - mi permetterei di ricordare all'Assessore ai rapporti con il Consiglio di riflettere su uso dell'articolo n. 50 (che conosciamo bene) relativamente ai Consigli straordinari. Io ci rifletterei, se fossi l'Assessore ai rapporti con il Consiglio, ci rifletterei anche se fossi un Capogruppo di maggioranza, ma poiché non sono né l'Assessore ai rapporti con il Consiglio, né un Capogruppo di maggioranza, lascio loro le riflessioni che a loro competono. Certo che qualche riflessione su come viene usato l'articolo 50 in questa fase la farei.
Entriamo nel merito, caro Assessore, e parlo non certo per la prima parte a lei che mi consoce bene, ma a quelli che ci conoscono di meno. Lei ha tanta esperienza politica e una solida formazione economica, è laureata in economia e commercio, quindi quando parla di numeri è una delle non tante persone che sa o dovrebbe sapere di che cosa si parla. Conosce bene la materia, sia quella sanitaria, che quella dell'ambito dell'istituzione regionale, perché l'ha praticata in maggioranza.
L'Assessore, in opposizione, gioca quindi su un terreno solido e perciò, nonostante questo periodo... Ringrazio il collega Lepri, che ha detto tutta una serie di cose con le quali oggi, solo oggi, mi trovo d'accordo.
Credo che abbiamo vinto le elezioni anche, non solo, ma anche in funzione di un disagio che la collettività piemontese prova, o ha provato nei riguardi della gestione della sanità pubblica.
Sono passati ormai tre mesi da quando abbiamo vinto le elezioni, si pu ancora dire che sia l'inizio della legislatura, ma questa fase sta finendo.
Abbiamo anche un sacco di alibi, se vogliamo raccontarceli. Ci sono i ricorsi, ci sono un sacco di cose, però da esponente della maggioranza Assessore, mi sarei aspettato che tutta una serie di iniziative venissero intraprese, e ciò vuol dire che adesso è ora di far sì che l'attesa venga in qualche modo risolta.
Parto dalle più semplici: questa è una deliberazione fondamentalmente inutile, chiunque l'assuma, in qualunque momento. Posso comprendere che alcuni Assessori di neonomina non lo capiscano, non lei che, invece, pur essendo neonominata nell'area della sanità, di esperienza ne ha a sufficienza.
Una deliberazione dovuta non si nega nessuno, ma è una deliberazione inutile, come tutte le deliberazioni orizzontali. Quindi, essendo una deliberazione inutile - poi, basta leggere l'estensore, che è sia il direttore che l'estensore - chiunque abbia fatto politica dalla parte in cui è stata fatta sia dall'Assessore che dal sottoscritto in questi ultimi anni non dovrebbe nemmeno leggerla la deliberazione e passare a cose più serie.
Allora passiamo a cose più serie e le cose più serie sono quelle che oggi, con un tentativo sottile di vena polemica - ma è sottile, quindi aderisco - dice il collega Lepri, perché, personalmente, non ho cambiato idea. Non so bene quali siano le idee del collega Lepri in area di maggioranza, perché - non me ne vorrà - durante i cinque anni di maggioranza di cui lui ha fatto parte - lo aiuto - e neanche nei dieci anni prima in cui noi eravamo maggioranza, nell'area dell'efficienza questa Regione non ha fatto assolutamente niente!



(Commenti della Consigliera Bresso)



BURZI Angelo

Scusa? Prego, Mercedes. Tanto sai che non perdo il filo, dimmi pure.



BURZI Angelo

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



BURZI Angelo

Neanche gli altri, perché siamo considerati tra i più efficienti.



BURZI Angelo

Sì, ma tu hai fatto la Presidente...



PRESIDENTE

Colleghi, scusatemi...



BURZI Angelo

Tu sei una delle poche che non può...



PRESIDENTE

Collega Burzi...



BURZI Angelo

Perché io posso dirlo. Vedi, mentre chi ti parla...



PRESIDENTE

Scusate...



PRESIDENTE

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



PRESIDENTE

Che siamo efficienti lo dicono i dati.



BURZI Angelo

No, guarda...



PRESIDENTE

Collega Bresso, mi scusi.



BURZI Angelo

Tu efficiente non lo sei nemmeno quando scrivi i gialli!



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, ha grand'esperienza per sapere che i dibattiti non si svolgono tra Consiglieri.



BURZI Angelo

Grazie della tutela che lei, come al solito, puntualmente garantisce ma rispondo volentieri.



PRESIDENTE

Lo so, ma lei sa benissimo che deve rivolgersi al Presidente.
Grazie.



BURZI Angelo

Però, neanche chiedendo l'accredito dei secondi, ricorderò alla collega che lei non è efficiente neanche quando scrive i gialli. Se rileggesse i gialli che scrive, si accorgerebbe che o il suo editor non va bene o che l'utilizzo della consecutio temporum all'interno dei gialli che lei scrive non sempre è perfetto. Per cui scelga, se non li rilegge, di cambiare editor o peggio! Essendo generoso, scelgo di dare la responsabilità all'editor del suo, peraltro, pessimo giallo.
Ritornando alla materia di cui stavamo parlando un attimo fa l'efficienza non è mica una cosa strana. Noi viviamo in Piemonte, dove l'efficienza nell'ambito delle aziende è stata insegnata e praticata.
Chiunque abbia fatto parte, anche soltanto casualmente, del mondo dell'impresa, meglio se manifatturiera - la collega Ferrero proviene dal Canavese, che è stata ed è ancora una delle fucine dello stampaggio, un tempo di lamiera e, oggi, anche della plastica, in tutto il mondo dell'auto, non solo di questa regione - sa che efficienza è fatta di tre o quattro cose: serve la volontà del titolare dell'azienda - in questo caso la Giunta - serve la disponibilità delle parti sindacali - perché senza sindacato, oggettivamente, è impossibile produrre efficienza - serve la disponibilità degli attori, che nel mondo dell'azienda possono essere i soci e i fornitori e qui non possono che essere le parti politiche, che attorno al tema dell'efficienza si confrontino.
Allora, cosa vuole dire? Caro collega Lepri, vuol dire che è vero, se non lo si fa è semplicemente perché non si vuole. Il conto della sanità indipendentemente da cosa ha causato il consuntivo, è attorno, come ricordava prima il collega Vignale, ai nove miliardi di euro, che oggettivamente, è un'enormità e dove, certamente, senza fare gli elenchi tutti noi siamo convinti che esistano delle inefficienze, sprechi e diseconomie, indipendentemente da chi o dove nel tempo le ha prodotte.
Ricordo che uno dei temi della nostra sanità è la mancanza sistemica di ricerca della responsabilità. Mi si permetta un sorriso quando il Consigliere Buquicchio dice che vorrebbe che la nomina dei direttori fosse separata dalla parte politica.
Il collega Buquicchio, che è sufficientemente esperto ed è molto più a destra di me, deve dirlo: o procediamo per estrazione, nel senso che tutti i nomi degli idonei li inseriamo in un'urna e, poi, una ragazzina vergine di cinque anni estrae il nome del direttore generale, oppure, siccome chi dovrà assumere questa scelta sarà per forza una parte politica, non si pu pretendere che sia a parte della parte politica, ma che la parte politica sia responsabilizzata, che è cosa ben diversa. Capita, ogni tanto, che le scelte siano fatte bene e che nessuno faccia mai i complimenti a coloro che le scelte le hanno fatte bene; per contrappasso, le scelte erronee sono sempre di nessuno. Noi siamo pieni di manager che sono arrivati lì probabilmente, estratti a sorte, chiunque li abbia nominati. Non è così qualcuno ha scelto persone sbagliate, che occorre criticare! Allo stesso modo, capita molto spesso che si scelgano persone giuste e a costoro devono essere fatti i complimenti, se avviene. Torniamo all'efficienza.
L'efficienza, innanzitutto, consiste nel misurare le cose.
Vedi, collega Artesio, noi abbiamo profonde differenze su quasi tutto e questo mi rassicura - però, all'approvazione del Piano Socio Sanitario come Assessore, hai firmato con noi - nel caso specifico con me, che rappresentavo l'opposizione - l'impegno a misurare le cose, onde evitassi ai tuoi colleghi, maggioranza e minoranza, di continuare a parlare di sanità con gli aggettivi "buona" e "discreta", che non è un fatto quantitativo, ma è anche un fatto quantitativo. Occorre addivenire alla determinazione di indici di misura, in modo che non si discuta più se è buona o così così o sufficiente, ma area per area, settore per settore provincia per provincia. Tutto il Consiglio regionale, che ne è l'azionista, deve disporre dei numeri per effettuare le valutazioni. Poi litigheremo sull'interpretazione ed eventualmente anche su quanto si deve fare per migliorarla, ma senza numeri, caro Consigliere Buquicchio, non si può andare avanti.
Questa nostra Regione, dopo cinque anni vostri e dieci anni nostri continua a chiedere: "Hai la temperatura?" e tocca la fronte del paziente perché non dispone neanche del termometro! Noi non abbiamo voluto dotarci di termometro! Allora, credo che, oggi, un'opposizione seria dovrebbe pretendere, e ha gli strumenti per ottenerlo, ciò che noi non riuscimmo né a pretendere n ad ottenere, certamente per quanto riguarda la maggioranza - quel poco che si potrà fare verrà fatto - per una ragione sola: non ci sono più risorse.
Siccome le politiche pubbliche si fanno solo con le risorse, le risorse dobbiamo attingerle dall'unico posto in cui sono presenti: nelle inefficienze - non uso volutamente altri termini - del mondo della sanità: l'1% fa 90 milioni, il 2% fa 180, il 3% fa 270, la tabellina del tre credo la conosciate tutti abbastanza bene.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Penso sia notoria ai più la complessità della vicenda relativa ai bilanci della sanità, la quale rappresenta l'80% delle competenze regionali per quanto riguarda la spesa corrente del bilancio, ma se lo intendiamo in senso più complessivo forse la percentuale dell'80% ampiamente la superiamo; nell'altro neanche 20% rientrano tutte le restanti voci del bilancio regionale, con tutte le sue competenze.
Per quanto riguarda le Regioni italiane, anche nel passato la vicenda era complessa e lo è tanto più oggi alla luce delle notizie sui tagli molto consistenti nei confronti degli enti regionali. La manovra che il Governo sta predisponendo pare confermi tutta la parte relativa ai tagli nei confronti delle Regioni in modo assolutamente sostanziale. Da questo punto di vista, la realtà in cui le Regioni italiane si troveranno, per effetto di queste misure del Governo, sarà caratterizzata da un elemento di difficoltà ulteriore rispetto alle precedenti, che già avevano creato problematicità soprattutto in questo campo.
Detto questo, vorrei svolgere ancora una considerazione più generale sui temi della sanità, perché parliamo sempre dei grandi sprechi e delle grandi inefficienze della sanità italiana. Certamente ci sono, certamente devono essere razionalizzate, certamente noi siamo tra quelle forze che prima in un ruolo di governo ed ora in un ruolo di opposizione a questo hanno dedicato ampio tempo, in particolare la collega Artesio, ed hanno cercato di lavorare e di operare nei limiti delle condizioni date in questa direzione. Quindi, da questo punto di vista noi siamo assolutamente d'accordo.
Va però fatto rilevare come questo mito del fatto che la sanità italiana sia tutto spreco ed inefficienza e che si spenda tantissimo per la sanità, non sia assolutamente vero.
Per la sanità, tra i conti dello Stato che costituiscono il complesso dei conti delle Regioni, in quanto questa è materia compiutamente delegata alle Regione italiane, l'Italia è uno dei Paesi che spende di meno, e in modo non meno virtuoso per quanto riguarda la sanità e tutta questa partita di quanto non spendano gli altri Paesi europei. Pertanto, in questo momento di grandi razionalizzazioni, si trova a razionalizzare su una situazione già complessa.
Per quanto riguarda i conti della sanità, come ricordava prima Mercedes Bresso, il Piemonte è stata certificata come una Regione virtuosa dal punto di vista dei livelli di efficienza. E noi sappiamo che è una delle Regioni del Nord Italia dove abbiamo prestazioni sanitarie di un livello medio alto, che si contraddistingue in questo senso rispetto a tutte le altre Regioni italiane.
Detto questo, vorrei ripercorrere un momento la vicenda della sanità piemontese, che ha avuto conti in pareggio per lunghi anni. Oserei dire che trova il punto di sfondamento più alto in un anno, cioè l'anno 2000. In quell'anno raggiungiamo un punto di sfondamento dei conti della sanità inusitato per la storia di questa Regione e siamo oggi al quarantennale, lo celebriamo la prossima settimana.
Cosa succede da quell'anno in poi? Succede che avvengono una serie di assunzioni indiscriminate e numerosissime all'interno dei vari presidi, al di fuori di un piano sanitario e socio sanitario, perché quel piano non è mai stato approvato e non è mai stato realizzato nel corso di quell'amministrazione. Pertanto, in assenza della programmazione che il piano determina come democraticamente verificabili, è del tutto possibile fare delle scelte che verificabili non sono.
Da quell'anno cominciano crescite esponenziali del deficit che arrivano fino a quel mezzo miliardo e rotti di deficit che, nel corso della legislatura precedente, si è dovuto faticosamente per tappe successive ripianare. Questa è la ragione di quegli sbalzi e di quelle differenze di bilancio tra un anno e l'altro di cui il Consigliere Vignale parlava, senza tenere conto dell'entità di questo deficit e di questa cifra.
Fatte queste considerazioni ed avendo ricostruito - spero correttamente la storia dell'impennata dei conti sanitari in questa Regione e delle difficili vicende successive per ripianare, visto che la bacchetta magica non ce l'ha nessuno, soprattutto se si fanno i debiti quando i soldi ci sono e si deve ripianare quando i soldi non ci sono più e lo Stato taglia è veramente un'operazione di una qualche difficoltà. Si può essere attrezzati per tutto nell'amministrazione, ma per i miracoli è francamente difficile.
Detto questo, vorrei dire all'Assessore Ferrero della sensazione che ho rispetto a questa deliberazione. Ho la sensazione che questa sia una deliberazione che abbia più un valore politico che non un serio valore dal punto di vista amministrativo, e le dico il motivo. Perché, quando tu arrivi con una nuova Amministrazione, decidi che di quello che c'era prima non ti fidi per nulla, che devi azzerare tutto in attesa della revisione della vicenda dei Direttori generali e che cominci bloccando tutte le assunzioni.
Con un'operazione del genere in sanità, fatta in modo trasversale senza entrare nel merito di quelli che sono i bisogni veri o di cose che possono essere rinviate al momento in cui si fanno scelte politiche e programmatorie successive, che sono sempre nella disponibilità, anzi nel diritto di una nuova Amministrazione che succede ad un'altra - non è questo che io metto in discussione - quando si prende un provvedimento indiscriminato come questo solo per ragioni politiche, senza aver valutato la situazione, si rischiano i casi che il collega Boeti ed altri hanno segnalato. Cioè si rischia di andare a bloccare servizi e realtà in cui quell'erogazione di quel servizio era assolutamente essenziale. Quando si fa un'operazione come questa, indiscriminata, non si colpiscono gli sprechi, ma si fa un favore a chi spreca, perché chi ha sprecato continua a farlo; è chi è stato virtuoso che viene punito da un atto indiscriminato come questo, che non entra nel merito, che non fa le graduatorie, che non ha la capacità di andare a vedere cosa bloccare e cosa non bloccare.
Questa è deliberazione apparentemente tecnica, che ha però a mio avviso un valore politico, il quale immediatamente si riverbera in una situazione di estrema difficoltà della realtà piemontese e dei suoi servizio socio sanitari.
Per questa ragione, se fossi nei panni dell'Assessore e della Giunta in modo anche piuttosto rapido, cercherei di mettere mano rapidamente alla revoca di questa deliberazione, per assumere invece dei provvedimenti motivati che abbiano esaminato nel merito la situazione e che taglino dove si deve tagliare e invece consentano a realtà che hanno bisogno di potere funzionare e, per poter funzionare, del personale adeguato, di poterlo fare.
Questo, a mio avviso, è un modo serio di amministrare e non preclude assolutamente ad una Giunta di fare le proprie scelte rispetto a quella precedente. E noi diremo nel merito se ci convincono, se non ci convincono se le riteniamo giuste o sbagliate, ma non assumendo provvedimenti come questi, che, come ho cercato di dimostrare, non solo creano gravi difficoltà ai cittadini e alle cittadine piemontesi, ma creano gravi difficoltà al complesso del servizio sanitario, sono inefficienti e inefficaci perché, come ho cercato di dire, premiano chi ha già sprecato molto e colpevolizzano e creano delle situazioni di difficoltà a chi è stato virtuoso, quindi l'esatto contrario di quello che ci si propone e che si è dichiarato negli intenti.
Per questa ragione, abbiamo pensato di chiedere questo Consiglio straordinario e lo riteniamo un momento importante ed utile. Per questa ragione riteniamo che dal dibattito di questo Consiglio straordinario si debba determinare un elemento di riflessione da parte dell'Assessore e della Giunta rispetto ad un provvedimento come questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Il mio intervento parte da una riflessione più generale. Sono un Consigliere di terza legislatura, quindi ho già assistito ad un intenso e talvolta drammatico e patetico dibattito sulla situazione della spesa sanitaria e del suo controllo all'inizio di ogni legislatura.
Credo che - poi entreremo nel merito - qualsiasi Amministrazione regionale di qualsiasi colore politico allo stato attuale, dovendo confrontarsi con le spese storiche, si troverà sempre in difficoltà e sempre dovrà gestire delle eredità pesanti, eredità che soprattutto si aggravano nell'ultimo anno di legislatura, quando si avvicinano le elezioni regionali.
Dato che sarebbe ora di finirla di essere degli ipocriti, è chiaro che finché non si ha il coraggio - e su questo ci dovrà dare un aiuto lo Stato centrale - di sovvertire l'impostazione delle spese nella sanità, e quindi passare non a cercare di ridurre e a controllare soltanto le spese storiche, ma a cambiare l'impostazione e passare a delle spese standard non riusciremo davvero a portare dell'efficienza all'interno della macchina regionale sanitaria. In caso contrario, saremmo sempre qui a inseguire delle spese storiche il cui controllo diventa per chiunque molto difficile da compiere e da svolgere.
Spero che anche lo Stato centrale non ci imponga troppo di dover pagare per altre Regioni che sicuramente sono state e sono meno virtuose del Piemonte o delle altre Regioni, in particolare dell'Italia settentrionale.
Su questo condivido quanto ha detto il Ministro Tremonti - e i dati sono lì a dimostrarlo - ossia che, dove è più alta la spesa sanitaria purtroppo è anche peggiore il servizio sanitario.
Quindi è ora che tutte le Regioni italiane decidano di cambiare, perch questo aiuta anche noi a migliorarci sempre di più e, a volte, a non dover fare delle razionalizzazioni in alcuni settori che risultano essere pesanti, come indubbiamente lo è stato l'inevitabile e necessario blocco delle assunzioni, un blocco momentaneo perché, com'è stato detto in Commissione, è stato necessario chiudere i rubinetti, altrimenti la situazione sarebbe diventata ingovernabile.
Detto ciò, voglio ricollegarmi a due interventi interessanti; sono tutti interventi interessanti - ci mancherebbe! - ma voglio riallacciarmi a due in particolare, quelli di Lepri e di Buquicchio, dove alcuni spunti sarebbero da riprendere e da approfondire.
Innanzitutto, non mi scandalizzo se ci sono dei manager politicizzati.
Anche qui, smettiamola di essere ipocriti: i manager hanno un rapporto fiduciario con la Giunta regionale, lo hanno con la Giunta Cota, lo avevano con la Giunta Bresso, lo avevano ancora prima con la Giunta Ghigo, ecc.
Allora è chiaro che un rapporto di lealtà ci deve essere fra il manager e l'Amministrazione regionale. Io mi preoccupo quando invece ci sono dei manager cretini o inefficienti. Non mi spavento se un manager è politicizzato, se è legato all'Amministrazione regionale per condivisione politica. A me interessa che sia efficiente: questo, secondo me, è il discrimine importante.
Bisogna che ci siano i manager capaci, bravi, efficienti, e se poi hanno un rapporto di lealtà con l'Amministrazione regionale, col Presidente, con la Giunta regionale e con l'Assessore, non lo trovo assolutamente motivo di scandalo, anzi mi sembra giusto che sia così.
Considerando gli spunti interessanti che sono emersi, il collega Lepri suggeriva di utilizzare la mobilità interaziendale, che è una cosa bellissima, specialmente per alcune figure professionali come, ad esempio il settore degli amministrativi, però bisogna poi che tutti insieme remiamo nella stessa direzione e, soprattutto, cercare insieme di superare le difese corporative di sindacati più o meno importanti, più o meno rappresentativi. Sono conscio della difficoltà, ad esempio, di dire ad un amministrativo di andare a lavorare da Vercelli a Chivasso, perché magari a Vercelli c'è un eccesso di amministrativi e a Chivasso invece c'è carenza riuscire ad attuare una mobilità interaziendale di questo tipo significa scalare le Dolomiti, perché intervengono in serie veti e ostacoli burocratici e sindacali.
Questi sono i veri problemi su cui dobbiamo confrontarci e che dobbiamo cercare di superare. Però, una volta che diciamo queste cose, bisogna che tutti remiamo poi nella stessa direzioni; a volte, invece, questo - ahimè non lo facciamo.
Vi è inoltre la grossa partita per ridare efficienza alla sanità piemontese e stimolare e premiare chi lavora di più e chi lavora meglio all'interno delle ASL e delle ASO. L'unica maniera è, allo stato attuale utilizzare lo stipendio di risultato, ma anche qui ci vogliono manager coraggiosi, che decidono e si assumono la responsabilità di premiare individualmente chi lavora di più e chi lavora meglio, chi opera di più rispetto a chi opera di meno, chi fa i turni di notte e chi non li fa. Gli strumenti, in parte, ci sono già, però bisogna che ci sia il coraggio e il sostegno politico ai manager e ai direttori generali affinché possano premiare davvero chi è bravo.
Vi sono molti ottimi professionisti all'interno della nostra sanità però spesso questi professionisti, questi lavoratori, questi dipendenti a tutti i livelli vengono depressi dal fatto che la loro abnegazione e il loro lavoro spesso non sono riconosciuti, perché poi c'è un appiattimento generale, a tutti viene dato lo stesso stipendio di risultato, a tutti vengono dati gli stessi premi di produttività. Questo è un male tipico di tutte le Amministrazioni pubbliche, ma in particolare ancora più grave all'interno della sanità, dove effettivamente ci sono delle professionalità che svolgono lavori faticosi e anche molto rischiosi.
Ebbene, invito l'Assessore Ferrero a studiare i meccanismi - alcuni li possiamo condividere e discutere anche in Commissione - affinché ai Direttori generali sia consentito premiare più facilmente - ripeto - chi è bravo, chi è capace, chi ha volontà, chi si impegna di più all'interno delle nostre Aziende sanitarie.
E poi vado oltre. Questa dovrebbe essere, e spero sarà, una Giunta regionale e una maggioranza di discontinuità, ma se non si riuscisse a superare queste rigidità da Ente di diritto pubblico che hanno le ASL, e quindi ci accorgessimo che anche in questa legislatura si rimane nella stagnazione, nell'incapacità di ammodernare i rapporti sindacali e i rapporti interni alle aziende, soprattutto nella gestione del personale allora si abbia il coraggio di trovare nuovi strumenti, ad esempio di natura giuridica, magari sperimentali all'inizio, come quello di provare a trasformare le Aziende sanitarie in società per azioni totalmente pubbliche, purché, ovviamente, all'interno di esse si possano utilizzare contratti di lavoro di tipo privatistico, dove non ci sono le rigidità, i vincoli, i lacci e i laccioli che attualmente sono presenti nelle Aziende Sanitarie Locali.
Professionalità. Invito - e credo che almeno su questo punto tutti remeremo nella stessa direzione - ad affrontare una delle carenze maggiori che vi sono in Piemonte: la scarsità di infermieri professionali.
La scelta fatta parecchi anni fa di far sì che per diventare infermiere professionale bisognasse acquisire una laurea triennale in scienze infermieristiche ha fatto sì che abbiamo fatto diventare tutti colonnelli colonnelli che devono sostenere parecchi esami teorici e diventano quasi dei dottori, per poi ritrovarsi comunque in corsia a fare i turni di notte ma a volte non ce la fanno a resistere e allora chiedono la mobilità interna, chiedono di essere dispensati da certe mansioni. Di conseguenza ci ritroviamo sempre ad affrontare una carenza di infermieri professionali.
Allora, senza aspettare riforme nazionali che probabilmente non arriveranno, proseguiamo quel tentativo che era stato fatto nella scorsa legislatura, e qui vi è la dimostrazione che non tutto ciò che è stato fatto in passato è da buttare via. Riferendomi sostanzialmente alla figura dell'operatore socio-sanitario con le tre "s", si potrebbe ricreare con l'OSS la figura dell'infermiere generico, che consentirebbe davvero di sopperire alle gravi carenze che, nei nostri ospedali, procurano nocumento ai pazienti e ai loro familiari e anche difficoltà ai medici che lavorano in determinati reparti.
Quindi, di materia ce n'è tanta. Se da parte dell'opposizione ci sarà come ho sentito in alcuni interventi - la condivisione per cambiare e per essere davvero coraggiosi nel cercare di migliorare la qualità del servizio sanitario piemontese, lo vedremo a breve.
Vi anticipo che l'efficienza la si può davvero fare e trovare in sanità. Cito il caso di due ASL che conosco, appartenenti a due province diverse, ma che confinano l'una con l'altra, dove a distanza di un chilometro e mezzo ci sono due punti di soccorso avanzato. Ecco, lì si pu scegliere, lì si può eliminare uno dei due punti, mantenendo ugualmente servizio ed efficienza a beneficio degli utenti, ma risparmiando al tempo stesso un considerevole mucchio di soldi a beneficio della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Pur sapendo che questi dibattiti lasciano tutti nelle loro convinzioni originarie, proverò a ricordare ai colleghi della maggioranza che è vero che i dati non sono un'opinione: infatti le statistiche ufficiali di questo Stato, quindi di un Governo che, almeno per la maggior parte di loro, è certamente amico, collocano il Piemonte fra le Regioni che hanno il miglior rapporto qualità-costo dei servizi sanitari.
Questo è un dato di fatto di cui dobbiamo essere orgogliosi, perché non credo che possa essere attribuito solo ai cinque anni della Giunta precedente, ma va certamente riconosciuto alle tante Giunte che si sono succedute.
L'Italia è considerata una delle migliori sanità al mondo (anche questi sono dati coerenti a livello internazionale). Fra i Paesi sviluppati è una di quelle che costa di meno in percentuale rispetto al PIL: circa il 6% nel caso del Piemonte, poco più nella media italiana. È una di quelle considerate uniformemente tra le migliori. Quindi noi siamo tra i migliori dei migliori (dei Paesi sviluppati).
Questa è la realtà e credo che non si debba continuamente tentare di dimostrare che è diversa, perché è il prodotto di quarant'anni - stiamo per festeggiare, appunto, i quarant'anni di nascita delle Regioni! - di discreta amministrazione, comparativamente parlando buona (qualcuna migliore, qualcuna peggiore, ci sono stati ovviamente anche casi non eccellenti).
Veniamo alla seconda considerazione. Poiché è richiesto in continuazione - questa volta imperativamente dal Ministro Tremonti - di ridurre i costi della sanità, deve essere chiaro a tutti che i costi si possono ridurre facendo come sta facendo l'Assessore, cioè tagliando in modo indiscriminato, bloccando in modo indiscriminato, ossia diminuendo i costi ma anche la qualità (sempre che si riescano a diminuire i costi) oppure si può lavorare facendo operazioni più lunghe e più complesse, che però producono risultati più stabili, più duraturi e qualitativamente migliori.
Pongo un solo esempio, quello dell'ASL unica di Alessandria, che ha impiegato del tempo ad ottenere qualche vantaggio, come tutte le ASL unificate, ma che nell'ultima Conferenza dei servizi ha dimostrato che sta riducendo il personale amministrativo, sta quadrando i conti (ha preso tre ASL in deficit e le ha portate tutte insieme in pareggio) e, a poco a poco sta ottenendo dei risultati positivi da un'operazione di razionalizzazione necessaria.
Ai colleghi che hanno detto che nei loro territori sono state prodotte delle riduzioni di spesa a favore dell'area torinese e delle grandi Province, faccio anche notare che una delle ragioni e delle opportunità (se si vuole) di risparmio e di razionalizzazione è proprio quella delle piccole ASL, perché si è deciso di tenere almeno un'ASL per ogni Provincia garantendo ad ognuna di esse una sua amministrazione sanitaria. Ma ci sono Province che potrebbero essere tranquillamente accorpate da un punto di vista dimensionale, producendo gli stessi effetti che si stanno producendo ad Alessandria e che si sono prodotti anche a Cuneo, sia pure più lentamente, con un miglioramento dei conti, e che più faticosamente si stanno producendo anche a Torino, dove ci sono alcuni elementi che vanno sicuramente affrontati.
Veniamo una volta per tutte alla questione di questo ipotetico aumento dei costi della sanità.
Nel corso del secondo Governo Berlusconi e della seconda Giunta Ghigo (anche prima, peraltro) in questo Paese vigeva una prassi a mio avviso letale: quella di "costruire" deficit per farli poi sanare dal Governo nazionale, cosa che è regolarmente avvenuta. Solo chi era proprio stupido quadrava i conti, perché tanto venivano ripianati a piè di lista; più uno faceva deficit, più alla fine dimostrava di essere stato furbo, perch veniva ripianato.
La prima volta che si è deciso di cambiare radicalmente è stato con il Ministro Livia Turco, che ha proposto un Patto per la salute, portando il Fondo Sanitario - lì sì che c'è stato un vero aumento - ad essere coerente con i costi effettivi valutati della sanità, e imponendo a tutte le Regioni che avevano maturato dei deficit (praticamente tutte, perché anche la nostra, con la Giunta Ghigo, li aveva prodotti) di fare un piano di rientro; piano sul quale si sta ancora lavorando, poiché rientrare in sanità è difficilissimo.
Tuttavia, questa è la ragione dell'aumento della disponibilità che ha consentito anche alla Regione Piemonte, sia pure con un'integrazione (integrazione che, peraltro, fanno praticamente tutte le Regioni, chi più chi meno), di migliorare ulteriormente la qualità e di andare a pareggio cioè di non avere più deficit né sforamenti.
Le scelte che si stanno facendo oggi, tipo quella dell'onorevole Tremonti, che richiederà circa mezzo miliardo di taglio l'anno prossimo sulla sanità, torneranno a produrre lo stesso effetto, cioè deficit incontrollabili. Perché nel momento in cui si riapre la porta alla "costruzione" dei deficit, sarà molto facile che diventino totalmente non controllabili.
Ma non vi è alcun dubbio che l'incremento della dotazione del Fondo Sanitario della Regione Piemonte sia stato coerente con l'incremento della dotazione di tutte le altre Regioni. Mi risulta che nessuna Regione abbia detto "non ci serve, tenetela", perché serviva a tutte, dal momento che la dilatazione della spesa sanitaria è un'altra delle costanti mondiali: cresce più del PIL ovunque nel mondo, che ci sia la crisi o meno.
Pertanto, ci si deve porre all'interno di quel ragionamento, altrimenti si raccontano semplicemente delle favole.
Da quel Patto per la salute è emerso il fatto che una serie di Regioni tra cui la nostra, oggi non chiede più risanamenti al Governo, per cui non vengono punite con l'incremento delle addizionali IRPEF e IRAP.
Oggi, con l'integrazione regionale, è in pareggio; forse non lo sarà più con il primo taglio che quest'anno è stato apportato, a mio avviso, in maniera non coerente con gli obiettivi che continuano ad esserci, di qualità e di quantità dei servizi da fornire. Non è stato detto "riducete i servizi", ma "tagliate le spese". Il fatto che tutte le Regioni integrino significa produrre ulteriori rischi di deficit, e la situazione degenererà in maniera irreversibile quando si saranno prese le misure conseguenti alla manovra dell'onorevole Tremonti, che - lo faccio notare - fra pochi giorni verrà approvata e diventerà, anche per noi, irreversibile. L'Assessore male ha fatto a non parlarcene, perché sa benissimo che queste sue misure andranno a cozzare...
Sarà felice il Consigliere Burzi, che sogna, da sempre, di tagliare mezzo miliardo alla sanità! Mi chiedo come farà lei a tagliare mezzo miliardo alla sanità (questa, più o meno, è la dimensione), tenuto conto che il restante bilancio, già ripulito oltre che da tutti noi anche da voi in quest'ultima manovra, sarà difficilmente ulteriormente manovrabile.
Comunque, potrà gettare decine di milioni, non certo centinaia, perché non ci sono fisicamente. Credo che questo sia il problema.
Al di là di questa discussione, dovremo impegnarci tutti, ma non come fa il Presidente Cota, che dice: "Va tutto bene, madama la marchesa, e l'onorevole Tremonti, in fondo, ha fatto una manovra inevitabile". Dovremo impegnarci a sostenere lo sforzo delle Regioni che stanno chiedendo di commisurare i sacrifici per tutti, e non decidere semplicemente che si taglia dove la possibilità di resistenza è minima, perché oggi ci sono molti Governi di centrodestra, che si obbligheranno ad accettare una manovra che ucciderà, in particolare, la qualità delle sanità del Nord. Se al Sud la situazione è incontrollabile, nelle Regioni del Nord, dove si erano messi a posto conti e qualità, si partirà di nuovo in una situazione di deficit, che aprirà misure sanzionatorie, a fronte di una situazione che, a mio avviso, non è ragionevolmente riconducibile a quei livelli di tagli. Non ci sono le condizioni, in un anno, di produrre circa mezzo miliardo di tagli nella sanità (470/480 almeno dalle prime stime, poi vedremo definitivamente, ma queste sono le dimensioni).
Credo che questo dovrebbe essere il punto. Anche che noi dovremmo darci l'obiettivo di un ordine del giorno che sancisca l'assurdità e l'insostenibilità di questa manovra e ribadisca che non siamo disponibili neanche noi piemontesi ad accettarla, altrimenti la responsabilità ricadrà su di lei, di avere sostenuto che è possibile fare una manovra, non tanto questa che è già difficile da sostenere, ma fare una manovra di quelle dimensioni nell'arco del solo prossimo anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo tutto questo lungo dibattito noi siamo allibiti, ma non troppo confusi. Abbiamo assistito al solito disco rotto in cui, come già si diceva prima, il centrosinistra rimpalla al centrodestra le colpe del buco fatto dalla Giunta Ghigo nel 2004; la Giunta attuale di centrodestra emana una delibera con cui blocca le assunzioni e il turn over penalizzando, quindi molti di quelli che sono i servizi sanitari presenti sul territorio.
Come ricordava anche il Consigliere Vignale, la spesa dal 2005 al 2009 della sanità è aumentata da sette a nove miliardi: da qualche parte questi soldi sono stati spesi. Ovviamente, il buco è stato fatto, secondo noi costantemente in tutti gli anni. Da un certo punto di vista, dovreste ringraziarci per la nostra presenza, per aver permesso l'alternanza politica e aver permesso al centrosinistra di poter essere criticato dal centrodestra nell'alternanza democratica al governo.
Ricordiamo che, sicuramente, la sanità è il comparto più importante presente nelle spese della Regione, in quanto drena l'80% del bilancio di una regione, a fronte di un servizio importantissimo.
Si è già detto, ma voglio ricordarlo, che la sanità italiana a livello mondiale è sicuramente tra le migliori cinque sanità, e così il livello della sanità in Piemonte è un livello buono. Ovviamente, paragoni impietosi potrebbero essere fatti con la sanità gestita nel Sud Italia, ad esempio.
Siamo sicuramente efficaci, ma l'efficienza è un'altra cosa. Questo è il bandolo della matassa da andare a cercare, cioè l'efficienza.
Sicuramente, però, non accettiamo che di efficienza parli il PdL e soprattutto il Consigliere, che non cito perché assente, che è Presidente della Commissione Bilancio, che sappiamo essere indagato e sotto processo per quelli che lui ha definito "libere dazioni", ovvero 50 mila euro per alcuni appalti sui quali non mi dilungo nel spiegare quali fossero le trame sottostanti, in quanto ci penserà la Magistratura competente, e riguardanti quegli scandali che nella sanità piemontese sono ciclici e ritornano negli anni: l'Unità Spinale del CTO che tutti ricordiamo, il Martini degli anni 2001-2002-2003, Odasso e quant'altro.
Quindi, se vogliamo parlare di efficienza, parliamone, ma seriamente perché il problema della sanità, come ho detto prima, è la mole di soldi che essa movimenta. Quindi, al di là delle minoranze - e noi ci auguriamo minoranze di mediazioni per quanto riguarda corruzione, concussione e quant'altro - genera comunque un indotto che è stato definito come un ammortizzatore sociale complementare; una parte di quella spesa pubblica che in tutti i Governi viene aumentata per garantire le ricadute sul territorio e soprattutto il voto ai politici. Infatti, si garantiscono soldi sul territorio in cambio del voto alle successive elezioni, e questo è un altro degli anelli di una catena politica che non funziona e che va spezzata.
Ribadiamo che non intendiamo che sia questo il metodo di agire, cioè con un blocco totalmente scomposto e scoordinato delle assunzioni come è stato deciso dalla Giunta, che tra l'altro riteniamo abbastanza inutile perché vogliamo sapere, con i piani di rientro, quando verranno riassunte le persone necessarie allo svolgimento dei servizi. Diversi servizi sono attualmente in crisi, soprattutto quelli territoriali come i SERT, i Consultori familiari, ma anche diversi servizi ospedalieri importanti.
L'efficienza andrebbe sicuramente fatta in altri modi, sui quali auspichiamo si possa dibattere e discutere nelle Commissioni preposte. Ad esempio, come oggi si è letto sul maggiore quotidiano torinese, la possibilità di fare acquisti collettivi con tutte le altre Regioni per ridurre le spese, che sono divergenti non solo tra Regione e Regione, ma anche tra le ASL della stessa Regione, cosa che ci sembra quanto meno paradossale.
Occorre puntare molto sui farmaci generici, controllare l'appropriatezza prescrittiva, non tanto dei soli farmaci, ma anche delle visite specialistiche, così come gli accessi impropri ai pronto soccorso.
Sappiamo bene - io conosco soprattutto la realtà dell'Ospedale Giovanni Bosco - che moltissimi sono gli accessi impropri relativamente a problematiche che potrebbero essere affrontate agli sportelli ISI, sia per quanto riguarda gli immigrati sia per gli italiani, con il servizio di guardia medica o con il proprio medico di base.
Tante potrebbero essere le vie dell'efficienza, ma assolutamente non quelle di un taglio, tra l'altro non totalmente "pulito", delle associazioni, in quanto abbiamo visto che sono state fatte delle deroghe e vorremmo sapere se queste deroghe sono state fatte secondo criteri, come diceva prima l'Assessore Ferrero, di "specifica necessità".
Concludo, ricordando la sentenza del Tribunale del Lavoro di Pinerolo competente per quanto riguarda le quattro infermiere di Orbassano, che ha sancito come con una delibera di Giunta non si possa inficiare quello che è un regolare concorso vinto. Pertanto, se l'ASO di Orbassano non assumerà le quattro infermiere, dovrà addirittura corrispondere gli stipendi a "babbo morto", nel senso che pur non lavorando dovrà corrispondere loro gli stipendi che dovevano essere corrisposti in base al concorso regolarmente vinto.
Al riguardo, chiudo chiedendo all'Assessore Ferrero che ci indichi bene quando ci saranno questi piani di rientro e soprattutto che si possa capire come sono stati stilati con i Direttori Generali e quando questi piani di rientro verranno comunicati e si potrà ritornare almeno a garantire i livelli essenziali dei servizi sanitari sanciti dall'articolo 32 della Costituzione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Vorrei iniziare con un augurio all'Assessore Ferrero: ne ha bisogno sicuramente. Anche da tutti gli interventi che ci sono stati, si evince un dato: la sanità, e non scopro l'acqua calda, è un settore importantissimo di qualsiasi regione, quindi anche del Piemonte.
Sono d'accordo con alcuni interventi, sul fatto che sanità italiana e quella piemontese, ma soprattutto quella italiana, è una delle sanità migliori del mondo. Certo è che non bisogna mai dimenticare che se non ci fossero alcune aree del nostro Stato dove, invece, come è stato detto dall'opposizione, la sanità è fuori controllo, immagino che la sanità italiana sarebbe la prima nel mondo.
Questo non dimentichiamocelo mai quando facciamo certi discorsi soprattutto non dimentichiamocelo quando siamo in Regione Piemonte.
Ritengo che, data la capacità, l'efficienza e anche l'abnegazione di chi lavora nell'ambito sanitario, noi abbiamo in Piemonte una sanità discretamente efficiente.
Perché gli auguri all'Assessore Ferrero? Perché lei dovrà affrontare con l'aiuto del Presidente Cota e di tutta la Giunta e, io ritengo, anche di tutto il Consiglio, una grande partita, che è quella di riuscire a fare entrare anche nella sanità quella discontinuità che ci deve essere assolutamente, una discontinuità che deve iniziare incominciando a smettere di dire che la colpa è vicendevolmente di uno o dell'altro. Incominciare a responsabilizzarsi, a responsabilizzare i dirigenti, a responsabilizzare i direttori sanitari. Perché qualcuno è responsabile, come diceva prima il Consigliere Buquicchio.
Ci sono delle carenze di personale? Magari, in certi ambiti c'è troppo personale, in altri ne manca, ma attenzione! Non deve essere il Consigliere Carossa che deve intervenire, ma devono essere le persone che sono pagate anche lautamente, per fare questo, ossia i direttori, che sono i responsabili.
Questo è ciò che bisogna incominciare veramente a fare. Perché dopo di ciò è chiaro che in un ambito in cui si toccano circa, come è stato ricordato prima giustamente, da più parti, i nove miliardi di euro (che io che sono vecchio, associo a 18 mila miliardi delle vecchie lire, tanto per renderci bene conto tutti di cosa stiamo parlando), è chiaro che ci sono degli interessi, oserei dire trasversali, che devono essere rimossi.
La vera sfida è riuscire proprio a voltare pagina su questo, riuscire proprio a segnare una discontinuità. È per questo che faccio, ma con sincerità, gli auguri all'Assessore, perché è un compito difficilissimo, ma allo stesso tempo importantissimo.
Mi permetto brevemente di entrare in argomento della deliberazione sul blocco del turnover. Mi permetto di dire, sommessamente, che ritengo che questa nuova Giunta fosse obbligata a operare in questo modo. Poi, è chiaro ma non l'hanno mai detto, non l'ha mai detto l'Assessore - che questa è una deliberazione non è la panacea di tutti i mali, assolutamente.
Però, come direbbe qualcun altro in questa città: "A bocce ferme".
Fermiamoci un attimo e vediamo di capire. Ed è quello che stanno facendo l'Assessore e la Giunta.
Auspico che, a partire dall'Assessore, si instauri questo modo di amministrare da buon padre di famiglia. Questo dobbiamo fare.
Le capacità ci sono. I soldi non sono tantissimi, ma ci sono: nove miliardi di euro non sono pochi.
Incominciamo tutti quanti ad amministrare come dei buoni padri di famiglia. Non è impossibile arrivare a un risparmio del 5/10%, non è impossibile amministrando così. È questo quello che dobbiamo cercare, tutti assieme, mi permetto di dire. Tutti assieme! Col vostro stimolo di opposizione, con lo stimolo nostro verso i nostri Assessori, non lo nego! Con la capacità di riuscire, da parte degli Assessori, della Giunta, del Presidente, a unificare gli sforzi di tutti per arrivare a questo traguardo, cioè al risparmio.
Questo, unito, come dicevo prima, alla capacità medio-alta degli operatori, di chi è sempre sul territorio, di chi affronta tutti i giorni queste problematiche, farà sì che il Piemonte fra un po' di anni sarà al vertice, anche se non so se sarà terzo, quarto o quinto, in graduatoria.
Ciò che anzitutto conta è che noi abbiamo la capacità di arrivare a questo.
La capacità! E dobbiamo porcelo, veramente, come impegno nostro, per i piemontesi, per tutti quanti. Auspico veramente che si riesca a fare questo.
Chiedo a tutti quanti, lo ripeto, di fare uno sforzo, anche perché se no siamo alla fine. Se noi non riusciamo in questi anni a voltare pagina come dicevo prima, a riuscire a superare tutti i meccanismi che hanno "incrostato" la sanità in questi anni, indipendentemente (a me non interessa, io parlo da cittadino piemontese) da chi c'era e chi non c'era indipendentemente dal colore politico, se riusciremo a superare queste incrostazioni, allora avremmo fatto sicuramente un bel servizio ai piemontesi e potremmo essere d'esempio - e lo dico con orgoglio, da piemontese - per la sanità nazionale e per l'Italia tutta.
Auguri, Assessore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Veramente una battuta e non intendo utilizzare tutto il tempo a disposizione, perché credo sia importante arrivare alla votazione dell'ordine del giorno.
Semplicemente, riprendendo - e mi spiace che il Consigliere Burzi non sia più in aula - l'affermazione secondo la quale l'estensore della deliberazione non meritasse l'attenzione, credo sia anche un'affermazione pesante nei confronti della propria Giunta, poiché se la Giunta non avesse convenuto su quanto aveva stabilito il direttore della sanità, credo avesse tutta la capacità e l'intelligenza di non accoglierla. Quindi mi sembra un'affermazione davvero poco dignitosa per quest'Aula.
Rivolgendomi a tutti i Consiglieri, svolgo un'ulteriore riflessione.
Nel momento in cui parliamo di sanità, come di molti altri argomenti che toccano le nostre competenze e che toccano i cittadini della nostra regione, mi piacerebbe lo facessimo con la consapevolezza di quelli che sono i numeri, di quelle che sono le risorse, di quelle che sono le potenzialità e le caratteristiche del settore della sanità, non semplicemente facendo affermazioni gratuite secondo le quali alcune scelte di servizi afferiscono a questioni elettorali o quant'altro. Credo sia davvero il caso, e questo per serietà nei confronti dei cittadini e soprattutto degli operatori che lavorano nei servizi, di non usare affermazioni di questa natura, ma di entrare nel merito, perché credo che davvero non sia assolutamente né rispettoso, né dignitoso.
Terza e ultima considerazione. Mi auguro davvero che la Giunta, nel più breve tempo possibile, arrivi all'analisi dei piani di rientro delle singole aziende. Sono assolutamente d'accordo e mi auguro davvero che ogni Azienda venga considerata in base alle proprie caratteristiche, alle proprie potenzialità. Il taglio, come è già stato detto da altri, non pu essere trasversale o orizzontale, fermo restando che qui oggi non abbiamo sentito nessuna analisi relativamente a quelli che saranno i tagli pesanti che il Governo farà nei confronti delle Regioni. Quindi, a prescindere da quelli che saranno i piani di rientro, corriamo il rischio di trovarci, a breve, a dover riesaminare e rivedere la questione complessiva della sanità.
L'invito che rivolto all'Assessore e alla Giunta è che, nel momento in cui analizzeranno (mi auguro che ci sia la possibilità all'interno della Commissione di poterli analizzare insieme) i piani di rientro, questi tengano anche in considerazione quanto potrà succedere sul piano nazionale.
La vicinanza con questo Governo è stata più volte inneggiata ed è stato più volte inneggiato il fatto che cento milioni si sarebbero risparmiati nei primi tre mesi, ma credo che i fatti oggi ci confermino quanto questo obiettivo possa essere difficile da raggiungere o, forse, non raggiungibile. Ecco perché mi auguro davvero che il quadro venga fatto nella sua complessità e non in modo parziale e segmentato, come fino adesso, secondo i proclami, è stato fatto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Al riguardo si è già detto di tutto e di più, sia da un lato che dall'altro; pertanto, vorrei solamente esprimere alcuni aspetti che ritengo importanti.
La nostra sanità piemontese costituisce un patrimonio straordinario che dobbiamo salvaguardare: possiamo rimarcare che siamo tra i migliori d'Italia e dobbiamo agire con un'ottica di miglioramento. Abbiamo degli ospedali all'avanguardia, con una efficienza molto elevata e, se permettete, ne cito uno al di fuori della mia provincia: il CTO di Torino come tanti altri che hanno un'efficienza, a mio avviso, all'avanguardia che devono prendere come esempio in tutti gli altri paesi d'Italia.
Provengo da un territorio in cui l'ospedale era di fronte a casa quello di Alba-Bra. Abbiamo rinunciato a questi due ospedali davanti a casa per costruirne uno nuovo, per crescere uniti; abbiamo rinunciato a questa comodità per avere qualcosa di meglio, anche per, eventualmente, evitare sprechi e doppioni.
A questo punto, vorrei invitare l'Assessore Ferrero e tutta la Giunta che spero stia lavorando al riguardo, dando il buon esempio, affinché si possano verificare attentamente gli eventuali sprechi che ci saranno, o ci sono, nella sanità, senza in alcun modo penalizzare quelle località laddove si lavora seriamente e bene.
Indicherei di procedere nella valutazione provincia per provincia, zona per zona, rimarcando chi lavora veramente bene, salvaguardandoli e dando una mano, non agendo solo quale obiettivo politico. Occorre lavorare seriamente, per offrire ai nostri cittadini una vera lungimiranza; dando lustro con serietà, onestà e trasparenza a tutti coloro che veramente lavorano bene in queste nostre ASL del Piemonte.
Ritengo che a questo riguardo la Giunta si stia muovendo. Cara Assessore Ferrero, le auguro di essere ligia, verificando punto per punto affinché questo avvenga. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Motta Massimiliano.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Come neo Consigliere non vorrei proprio uscire dal tema, pertanto mi limiterò ad aggiungere che ho preso l'impegno di verificare la situazione un pochino più a fondo.
Quando si parla di razionalizzazione nell'ambito della spesa sanitaria e del servizio sanitario assumono un'importanza rilevante anche gli strumenti di cui la politica e gli Assessorati si dotano per fare ciò. In questo contesto, relativamente all'Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari faccio presente che, a differenza del Consigliere Boeti, ricordo bene il suo nome - è vero che il professor Bertetto ha grandi qualità. Ha sicuramente grandi qualità per avere affrontato negli ultimi cinque anni tutti quei problemi che potevano essere, diciamo così, di supporto alla politica sanitaria, alla modica cifra - parlo solo degli ultimi due piani di attività - di qualcosa come 11 milioni e mezzo o 12. Mi riferisco ad una struttura con quattro sedi sparse per il Piemonte, 113 persone a comando che dice che non costano nulla. Noi lo sappiamo benissimo, lei lavora all'interno di una struttura sanitaria e sa perfettamente che le persone a comando hanno dei costi per la Pubblica Amministrazione, superando anche forse - e questo occorrerà verificarlo - quei limiti previsti dallo statuto della stessa Agenzia.
Sto scorrendo la documentazione più attentamente, per quello che magari, sarà un dibattito chiarificatore su questa miriade di progetti: solo quelli degli ultimi due anni ammontano a cinque milioni e 385 mila euro, i quali dovevano comunque verificare e analizzare...
Guardo lei perché, giustamente...



(Commenti del Consigliere Boeti)



MOTTA Massimiliano

Scusi.
Tali progetti, comunque, avevano il compito e il dovere di dare strumenti alla programmazione sanitaria, che toccava tutti i punti, quelli dell'accreditamento, delle strutture private, declinando varie attività che dovevano comunque verificare.
Guarda caso, per anni (nello specifico il 2007, il 2008 e il 2009), è stata ripetuta sistematicamente l'analisi per raggiungere livelli migliori di lista d'attesa rispetto a quelli della Giunta precedente, di cui non era stata capace. Quindi, tutti gli anni si ripeteva la disamina della lettura scientifica per l'individuazione di nuovi e diversi modelli di misurazione si andava nell'ottica di una nuova governance nell'ambito della sanità, di nuove linee guida e dell'appropriatezza dell'accesso al 118. Cioè, sono tutti progetti che, chiaramente, venivano affidati a professionisti sicuramente validi, che avranno sicuramente prodotto documentazione adeguata per permettere una verifica all'interno dell'Assessorato, per accertare che quei lavori costituissero veramente gli obiettivi e quanto ci interessava per migliorare le prestazioni e quant'altro. Si andava all'estero, a Toronto, a studiare nuovi sistemi di governance della salute un nuovo metodo per mediare i conflitti nell'ambito della sanità, quindi la razionalizzazione dell'URP, nell'ambito dei bilanci sociali e della formazione degli amministratori pubblici. Ripeto: si trattava di progetti che venivano reiterati - e sfido a leggervi le deliberazioni adottate dalla Giunta precedente - spesso confermando le stesse identiche frasi, per anni consecutivi.
Quando parliamo di razionalizzazione - è una parola che non mi piace moltissimo, di cui spesso si abusa - credo che bene abbia fatto l'Assessore Ferrero nel tentativo di mettere un punto fermo, cercando di capire qual era il reale indebitamento di questa sanità, che, ormai, è sfuggita a tutti i controlli.
Come ha detto anche il Consigliere Botta, vogliamo chiederci se tutti quanti in questo Consiglio siamo d'accordo per quanto riguarda la certificazione dei bilanci della sanità con gli attuali direttori, che comunque sono ancora espressione di una volontà politica ben precisa magari riusciremo a capire. In quest'ottica, credo sia stata presentata anche una interrogazione, o una mozione, non ricordo bene, da parte del collega Botta Marco.
Allora, vediamo se realmente vogliamo affrontare il problema della sanità e dei suoi costi, indipendentemente dalla situazione economica più generale che ci condiziona nelle scelte - Assessore, spero che gli auguri che le hanno fatto da ogni parte siano sinceri, perché i miei lo sono - per riuscire a far quadrare questo benedetto cerchio, ma sicuramente non pu non bastare - questo è l'elemento che volevo aggiungere - delle reali responsabilità di chi non ha preso in considerazione strumenti che potevano già da subito migliorare l'economia e il servizio sanitario piemontese, che sarà il primo, sarà il quarto o il quinto, ma quel risultato non l'ha ottenuto la politica, l'hanno ottenuto gli operatori dei vari servizi degli ospedali, che con spirito di abnegazione hanno lavorato in condizioni forse, neanche a norma di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, signor Presidente.
Diciamo che tante e molte cose sono state dette, però devo anche precisare che alcune risultano infondate ed altre approssimative.
Intanto vorrei dire ciò: per una ragione legata all'invecchiamento dell'età media, naturalmente un bene in quanto, oltre a tradursi in una migliore qualità della vita, significa anche vivere qualche anno in più.
Naturalmente non molti di voi sanno che, man mano che l'aspettativa di vita aumenta di un mese in più, c'è un costo maggiore. Perché nel corso della vita di una persona i primi anni appena dopo che si viene al mondo hanno un costo relativamente alto, perché naturalmente si viene al mondo solitamente in ospedale, il che ingenera un costo per la collettività.
Naturalmente le vaccinazioni dei primi mesi e dei primi anni e l'assistenza sanitaria hanno un costo, oltre al fatto che nei primi anni di vita le malattie cosiddette congenite ingenerano anch'esse un costo.
Più in là negli anni il costo medio di spesa per ogni singola persona si riduce notevolmente, fin verso i 60/65 anni. Verso quell'età incomincia ad impennarsi e tende a crescere fino al momento in cui c'è il decesso della persona.
Quindi, comprenderete come l'aumento della spesa è inevitabilmente costretto e soggetto ad aumentare, quindi gli aumenti avvenuti negli anni passati, in Piemonte circa del 7/8% annui, sono sicuramente superiori a questa media, però sono rispondenti proprio all'aumentata aspettativa di vita.
Mi piacerebbe che l'Assessore fosse presente mentre parlo.



PRESIDENTE

L'Assessore, dopo un intero pomeriggio, ha chiesto un minuto di cortesia per un impegno personale.



CURSIO Luigi

Ci mancherebbe, però volevo fare una considerazione circa la medicina piemontese e vorrei partire un po' da lontano, nel senso che non è un discorso legato a scelte fatte in un recente passato, perché vorrei ricordare semplicemente la mia personale scelta. Io dal Gargano sono venuto a Torino, perché Torino ha una solida scuola chirurgica; potrei citare Dogliotti, ma potrei andare ben oltre. Inoltre, Torino vanta tre dei quattro premi nobel italiani: Golgi, che prese il Nobel in età lontane, nel 1909; poi ci fu Luria, Dulbecco ed infine Rita Levi Montalcini.
Quindi, questa è una garanzia a tutela di una formazione medica sicuramente di livello. Così io l'ho interpretata e ho quindi fatto la scelta di venire qui a studiare.
Per quanto riguarda in generale gli sprechi, qualcuno ha detto che non è vero che da noi si spreca, perché la spesa è più o meno corrispondente a quello che è il costo medio della spesa negli altri Paesi. Posso dire che in generale, in Italia la spesa sanitaria potrebbe essere anche un tantino più bassa rispetto alla Francia e alla Germania, con la differenza che in questi Paesi vengono offerti servizi che noi lontanamente ci sogniamo di offrire.
Faccio l'esempio degli asili nido dei quali noi siamo molto carenti faccio l'esempio dell'assistenza sul territorio; faccio l'esempio dei centri di cura attrezzati sul territorio; faccio l'esempio per quanto riguarda la riabilitazione, ma potrei continuare. Oltre al fatto che è vero che abbiamo una classe medica veramente capace e molto formata, almeno sul versante teorico, perché per quanto riguarda l'ambito pratico lo è un po' meno.
Devo anche dire che abbiamo strutture veramente fatiscenti. Faccio l'esempio, per quanto riguarda il Piemonte, delle Molinette, struttura assolutamente obsoleta rispetto alla qualità del servizio che viene offerto.
Per quanto riguarda il blocco delle assunzioni, naturalmente non entro nel merito della scelta, ma probabilmente è un falso problema, perch almeno la parte medica del personale si ridurrà nei prossimi anni. Il numero degli accessi all'università è così esiguo rispetto alle esigenze al punto che sarebbe necessario aprire immediatamente le Università, in quanto un medico si forma mediamente in dieci anni carriera universitaria altrimenti corriamo il rischio di avere un basso numero di medici.
Negli anni '80 avevamo il più alto tasso di medici in rapporto agli abitanti. Siamo oggi (dati OCSE) sotto la media europea, anche se di poco.
Questo cosa vuol dire? Vuol dire che se riusciamo a programmare fin da oggi, probabilmente riusciremo a superare questo handicap, perché tale sarà, in quanto fra dieci anni, probabilmente anche prima, dovremo importare medici dell'Est piuttosto che dalla Cina, medici con una formazione probabilmente di gran lunga inferiore rispetto alla nostra.
Il vero problema non è tanto il blocco del turnover, il vero problema è cercare di affrontare la questione con la consapevolezza che mancherà la classe medica. Quindi, è importante che noi oggi ci adoperiamo affinché le Università vengano aperte. Altro che blocco! Poi è notorio che, per quanto riguarda gli infermieri, siamo carenti quindi di quale blocco di turnover parliamo? È assolutamente inadeguato secondo me.
Rispettiamo le scelte fatte, purché domani questi dati ci ritornino con la consapevolezza che abbiamo avuto torto nel fare certe affermazioni.
In Piemonte, se scioperassero i 110 mila volontari che lavorano negli ospedali, gli ospedali imploderebbero. Immaginate per un momento se i 110 mila volontari che vi prestano servizio, magari generici, non ci fossero, e se nessuno facesse cose che dovrebbero essere fatte dai dipendenti, come semplicemente accompagnare i malati da un reparto all'altro o imboccare gli anziani nei reparti geriatrici. Si tratta di persone che, ad ogni modo lavorano e sono 110 mila, sono un esercito.
Quindi, secondo me, la questione dovrebbe essere analizzata ad ampio raggio.
Se poi parliamo delle specialità nello specifico, la cosa è ancora più grave, perché, ad esempio, molti pediatri di libera scelta vanno a fare le notti al Regina Margherita. Altro che blocco! Avremmo invece bisogno di assumere in quell'ospedale.
Non so se ne siete a conoscenza, ma vi è carenza di anestesisti e sarebbe necessario assumerne un po', perché a volte non si riesce ad organizzare la sala operatoria perché mancano gli anestesisti.
Tornando agli sprechi, potrei dire veramente tanto. In una Commissione ho portato l'esempio dei farmaci, sostenendo che per alcune patologie i farmaci avrebbero potuto essere ridotti. In pratica, il blister, anzich contenerne 20 o del 30, avrebbe potuto contenerne dieci, trattandosi di patologie transitorie che necessiterebbero di un numero inferiore di farmaci. Qualche esperto mi ha risposto: "C'è l'AIFO; cosa vuole? Mica è così semplice!". Ma come si è stabilito prima di includerne 30, oggi si potrebbe stabilire di metterne 10: mi sembra così semplice se ci fosse la volontà vera di intervenire! Piuttosto di fare altre operazioni...
Avevo fatto ancora presente in sede di Commissione che abbiamo un numero elevato di apparecchiature inutilizzate; mi riferisco, ad esempio alle risonanze magnetiche nucleari: 14.1 per milioni di abitanti. Sapete quante ne ha la Francia? 4.7. Sapete quante ne ha la Germania? 7.5.
Capite bene che gli sprechi esistono. Ciò non significa che la nostra sanità non sia di qualità, come ho premesso poc'anzi, però bisognerebbe guardare in faccia la realtà e vedere se c'è la volontà di intervenire e di risolvere la situazione, oppure no. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi più richieste di intervento, do la parola all'Assessore Ferrero per una breve replica.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Ovviamente, ho ascoltato gli interventi di tutti i colleghi, che ringrazio anche per aver fornito tutta una serie di spunti, di riflessioni e di sollecitazioni rispetto a quello che ci attende, come lavoro, per i prossimi mesi e per la legislatura.
Sono assolutamente consapevole che all'inizio di una legislatura ci sono momenti in cui è necessario approfondire un po' le situazioni. Perch quando si dice che bisognerebbe risparmiare tutta una serie di risorse perché è stato promesso in campagna elettorale, vorrei far presente che purtroppo ci siamo trovati in una situazione in cui il monte dei risparmi ammonta a 130 milioni di euro, che - non vorrei sfuggisse a nessuno - è esattamente quanto si sta cercando di individuare come manovra per poter risparmiare delle risorse. Quindi il fatto che, sostanzialmente, si cerchi di non evidenziare un'attività che comunque questa Giunta, con questo Assessorato, sta cercando di fare, per certi versi, per arrivare ad una manovra di risparmio, è un fatto che, ovviamente, non riconosce quella che è la realtà.
Sono assolutamente convinta che questa sia una manovra temporanea.
Nessuno ha mai considerato questa manovra come una delibera che avesse un qualche senso di "grande rivoluzione". È sempre stata considerata come una delibera che aveva il senso di fermare la situazione per poter analizzare quelle che erano le reali situazioni finanziarie, per poter iniziare un percorso di azione, che ha momenti diversi. Il primo è sicuramente questo che si concluderà nell'estate, ma non è sicuramente l'unico aspetto sul quale questa Giunta riterrà di intervenire. Perché, al di là dei contesti di approfondimento delle tante modalità di risparmio e di efficienza, con tutti i suggerimenti che questo Consiglio regionale vorrà offrire nel corso dei prossimi mesi e della legislatura, ci si impegnerà sicuramente.
Ma, ovviamente, l'aspirazione di questa Giunta non sarà soltanto quella di passare i mesi e le settimane ad individuare come risparmiare.
L'aspirazione di questa Giunta è quella di cercare di ragionare stabilizzata la situazione, rispetto al modello sul quale ci si vorrebbe assestare per una organizzazione della sanità, che, dal nostro punto di vista, una volta che l'avremo confrontata, sarà quella che noi riterremmo migliore.
Vorremmo confrontarci rispetto alle tante modalità di meglio gestione della situazione attuale rispetto alla logistica, rispetto agli acquisti e rispetto anche alle tante immense cose che si possono fare sul territorio.
Perché è molto facile parlare di efficienza ragionando su criteri legati all'aspetto delle realtà ospedaliere; molto più difficile è ragionare su come sviluppare i servizi sul territorio, sulla continuità assistenziale sull'attività che questa Regione aspetta come organizzazione importante di questo sistema che, in questi anni, ovviamente, si è iniziata ma che pu ancora avere tanti strumenti di sviluppo e di attività.
Pertanto, chi ha sostenuto oggi che questa delibera fosse stata venduta come la soluzione dei problemi e come la grande razionalizzazione di questa Giunta, ovviamente ne ha sbagliato l'interpretazione. Non ci sono mai stati elementi detti da questa Giunta che potessero giustificare questo tipo di interpretazione. Ciò che preoccupa il Consiglio, vale a dire l'aspetto legato alla gestione del personale, è una preoccupazione - lo ribadisco anche di questa Giunta e di questa Amministrazione. La temporaneità è proprio legata al fatto che siamo noi i primi ad essere assolutamente coscienti che il blocco totale non è, ovviamente, uno strumento di gestione di questo sistema compatibile con tempi lunghi.
Questo è l'impegno che abbiamo assunto e sul quale, ovviamente lavoreremo nelle prossime settimane.
Per il resto, ci sono tantissime cose da fare e da approfondire; ci saranno tantissime occasioni per confrontarci rispetto agli obiettivi che questa Giunta si vorrà porre, che confronterà con questa maggioranza, che sarà pronta, quando il Consiglio lo richiederà, a ragionare nell'ambito di questo consesso, sapendo che, come molti hanno ribadito, i tempi sono cambiati e che le risorse sono non limitate, ma molto limitate, al di là di chi, a seconda delle varie leggi finanziarie dei vari livelli istituzionali, si assume l'onore o l'onere (a seconda delle varie volte) di dire, appunto, che la coperta è corta e che bisogna trovare degli strumenti per potersi far bastare le risorse che ci sono.
A livello nazionale questo è sicuramente un messaggio che è arrivato forte e chiaro e noi, come Regione, cercheremo di fare ciò che sarà possibile per essere conseguenti alle tante responsabilità che ci si deve assumere.
Questo sarà il lavoro che faremo insieme, mi auguro con molta franchezza, come c'è sempre stata, ma ovviamente con l'intento di lavorare sempre per il bene dei piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Poiché sono stati presentati alcuni ordini del giorno oltre a quelli collegati, potremmo sospendere la trattazione del punto attualmente in discussione e procedere con l'esame e la votazione degli altri ordini del giorno, essendovi l'intesa di trattarli senza discussione.


Argomento: Telecomunicazioni - Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 33 dei Consiglieri Porchietto, Reschigna, Carossa, Buquicchio, Bono, Negro, Artesio, Bresso Cerutti e Lupi, inerente a "Piano industriale RAI 2010-2012 a difesa dei lavoratori di Torino "


PRESIDENTE

Mi sembrava vi fosse l'intesa di iscrizione e votazione dell'ordine del giorno avente ad oggetto "Piano industriale RAI 2010-2012 a difesa dei lavoratori di Torino", sottoscritto dai Presidenti di Gruppo presenti in Consiglio regionale.
Se l'Aula acconsente, darei per iscritto l'ordine del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 33, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la RAI, fondata a Torino, è storicamente presente in città con quattro sedi: Via Cernaia dove lavorano 409 persone più 170 collaboratori esterni Corso Giambone dove lavorano 56 persone, Via Verdi dove lavorano 330 persone e l'Orchestra Sinfonica Nazionale dove lavorano 130 persone il 7 giugno 2010 la RAI ha presentato il proprio Piano Industriale 2010 2012 in tale piano si prevede 'l'outsourcing di aree non core (Servizi generali ICT, Amministrazione, Abbonamenti, Paghe e Contributi) da affidare ad un operatore di mercato specializzato' al fine di ridurre e variabilizzare i costi nella sede di Via Cernaia operano 105 delle 130 persone che in tutta Italia si occupano di ICT, 76 persone dedicate ai servizi generali, 75 delle 127 persone che in tutta Italia operano nel settore amministrazione e 70 delle 122 persone che in tutta Italia lavorano nel settore abbonamenti, per un totale di 326 lavoratori nelle aree che il piano industriale destinerebbe all'outsourcing in questi anni le sedi RAI di Torino sono già state oggetto di interventi di recupero di efficienza, con una diminuzione del personale di circa 100 unità nel quinquennio, pari al 18,8% dei lavoratori impiegati, contro una diminuzione dell'1,55% verificatasi nello stesso periodo a livello nazionale il personale torinese che, secondo il Piano presentato, sarebbe oggetto di outsourcing ammonta al 3,3% dei lavoratori in forza all'Azienda, quindi la sostituzione del loro lavoro con prestazioni svolte da esterni non determinerebbe che eventuali minimi vantaggi per il bilanci RAI considerato inoltre che nella consapevolezza delle problematicità funzionali e di sicurezza riscontrabili nella sede RAI di via Cernaia, il Comune di Torino ha già predisposto gli strumenti urbanistici utili a favorire l'eventuale alienazione dello stabile e soprattutto la sua ricollocazione in uffici di nuova costruzione presso l'area RAI di Corso Giambone il recupero di risorse va ricercato nella valorizzazione delle professionalità, nel rafforzamento tecnologico e soprattutto nella capacità di orientare il proprio prodotto non sul modello commerciale, ma su un contratto di servizio più orientato al servizio pubblico; mentre il piano industriale al contrario sembra appiattire la RAI sul modello di un competitore privato, non sembra toccare le sacche di privilegio rinunciando così al ruolo di 'spina dorsale' dell'offerta televisiva è necessario difendere l'articolazione RAI sul territorio ed evitare il rischio di tentazioni centralistiche o incentrate unicamente sull'asse Roma Milano impegna il Presidente e la Giunta regionale ad adoperarsi presso gli Organi di amministrazione della RAI, il Governo e il Parlamento affinché l'Azienda modifichi il Piano industriale 2010-2012 escludendo l'ipotesi di esternalizzazione dei servizi RAI svolti in Piemonte, così da difendere il patrimonio di professionalità presente nel nostro capoluogo".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 34 dei Consiglieri Lepri, Artesio, Boeti, Goffi, Cursio, Pentenero, Angeleri, Gregorio, Bresso Manica, Taricco, Stara, Cerutti, Reschigna, Porchietto, Vignale, Carossa Botta Marco, Marinello e De Magistris, inerente a "Decreto legge Tremonti: contrastare i falsi invalidi e riconoscere i diritti delle persone con disabilità"


PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, riterrei iscritto all'o.d.g. anche l'ordine del giorno n. 34.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 34, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che il decreto attualmente in discussione in Parlamento è stato in questi giorni emendato: si prevede che quanti siano colpiti da una malattia singola per la quale è prevista una invalidità del 74% avranno l'assegno anche se non raggiungono l'85% di invalidità; chi, invece, è colpito da due patologie e menomazioni per le quali la somma percentuale non arriva all'80% di invalidità non avrà più diritto a nulla la concessione dell'indennità di accompagnamento è prevista solo per coloro che non sono in grado di svolgere tutti gli atti elementari della quotidianità (mangiare, bere, vestirsi, camminare, evacuare) considerato altresì che con i tagli previsti dalla manovra anziché colpire i cosiddetti "falsi invalidi", fenomeno certamente condannabile, si rende la vita più difficile alle persone che vivono in condizioni di vera difficoltà impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale ad adoperarsi presso il Governo nazionale ed il Parlamento affinché venga modificato il decreto legge, prevedendo un più stringente contrasto al fenomeno dei "falsi invalidi", senza tuttavia peggiorare le già difficili condizioni di vita delle persone con disabilità".
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Personale del servizio sanitario

"Blocco assunzioni sanità" richiesto dai Consiglieri Artesio, Cerutti Bono, Stara, Buquicchio, Muliere, Gariglio, Boeti, Motta A., Negro e Pentenero (ordini del giorno n. 20 e 35 collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 2) all'o.d.g., relativo a "Blocco assunzioni sanità".
Avevamo terminato il dibattito in oggetto con la replica dell'Assessore alla sanità, Caterina Ferrero. Procediamo, quindi, con l'esame degli ordini del giorno collegati: ordine del giorno n. 20, presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, Angeleri, De Magistris, Gregorio, Porchietto e Motta Massimiliano, avente ad oggetto "Costi standard per l'attuazione del federalismo fiscale"; ordine del giorno n. 35, depositato durante la seduta odierna, presentati dai Consiglieri Artesio e altri, avente ad oggetto "Conseguenze blocco turn over sanità come da DGR del 30 aprile 2010".
Inizierei con l'esame dell'ordine del giorno n. 20, che diamo per illustrato.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Scusi, Presidente, non intendo intervenire nel merito dell'ordine del giorno n. 20. Intervengo, semmai, nel merito della sua valutazione di connessione.
Onestamente, non riesco a comprendere perché un dibattito che si è strutturato intorno a un atto di deliberazione amministrativa, che ha delle conseguenze specifiche sul personale del settore regionale piemontese, sia attinente con la delega al Governo in materia di federalismo fiscale e di costi standard.
Comprendo benissimo che le Commissioni nazionali, l'Agenas e le varie agenzie regionali stanno discutendo della comparazione del costo medio necessario per garantire la stessa prestazione, ma mi pare francamente un po' forzata la relazione tra il dibattito specifico di questo pomeriggio e una discussione complessiva sul lavoro del gruppo nazionale dei costi standard.



PRESIDENTE

Mi è stato segnalato dagli Uffici la possibilità di collegare al dibattito l'ordine del giorno n. 20.
Ritengo che il discorso dei costi standard per l'attuazione del federalismo fiscale sia collegato alla materia della sanità, perché, com'è noto, sopporta tutto il discorso finanziario. Poiché il blocco delle assunzioni in sanità è collegato ad una scelta finanziaria straordinaria e non è certamente avvenuto per il gusto di farlo, ho ritenuto collegare questo documento al dibattito.
Ringrazio comunque la Consigliera Artesio della sua critica, ma lo ritengo collegato.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo molto semplicemente per comunicare che appongo anch'io la firma all'ordine del giorno n. 20.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
Il Consigliere Carossa rinuncia alla replica.
Non ci sono dichiarazione di voto.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 20.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Il Consiglio è aggiornato alle 18.55.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 18.23 riprende alle ore 18.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo in fase di votazione, ma ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Vorrei chiederle di ritirare l'ordine del giorno n. 20, così possiamo passare immediatamente all'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Artesio, se non vado errato, e consentirne la votazione. Così evitiamo polemiche di sorta.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 20 è ritirato.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 35 dei Consiglieri Artesio, Cerutti, Bresso, Stara, Goffi, Reschigna, Manica, Boeti, Bono e Negro, inerente a "Conseguenze blocco turnover sanità come da DGR del 30 aprile 2010".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Rapidamente. È un ordine del giorno asciutto e operativo. Noi sappiamo anche a seguito delle osservazioni dell'Assessore Ferrero, che si fa riferimento all'intenzione di superamento del blocco nell'ambito delle possibilità per ogni Azienda, previste all'interno del proprio piano di rientro, di ampliare le nuove attività e di superare il congelamento in atto per la sostituzione del personale.
Quindi, poiché non sarebbe dato altrimenti agli organi regionali di conoscere il contenuto dei piani di rientro e quindi l'effettiva possibilità di sbloccare l'attuale situazione, chiediamo che l'Assessore riferisca nella Commissione competente sui piani di rientro.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 35, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale A seguito del dibattito in data 6 luglio 2010 relativo alle conseguenze della DGR del 30 aprile 2010 nella parte che dispone il blocco totale delle nuove assunzioni di personale, in qualsiasi forma contrattuale auspica A seguito della valutazione dei piani di rientro presentati dai Direttori Generali, un superamento del vincolo indifferenziato e, in modo particolare, per le figure professionali dedite all'assistenza alle persone sia nell'ambito delle attività ospedaliere sia in quelle territoriali impegna l'Assessore alla Sanità a riferire nella commissione consiliare competente in merito ai contenuti dei piani di rientro per ciò che concerne l'autorizzazione all'avvio di nuove attività o ampliamento di quelle esistenti, in ragione delle necessità manifestatesi, e le previsioni occupazionali conseguenti per la programmazione prima richiamata e per la sostituzione del turn over." Il Consiglio non approva.
Prima di chiudere i lavori, una comunicazioni irrituale, ma utile: oggi ho firmato una lettera inviata a tutti i Consiglieri ricordando che il giorno 9 luglio è l'ultimo giorno utile per la presentazione del rendiconto delle spese elettorali.
Mi permetto di dirlo in aula a beneficio di tutti i colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.58)



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