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Dettaglio seduta n.154 del 29/09/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.02 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Parchi e riserve

Mozione n. 509 presentato dal Consigliere Reschigna, Placido, Taricco Ronzani, Motta Angela, Boeti, Muliere, Gariglio, Lepri, Manica, Pentenero Bresso, Stara, Cerutti, Artesio, Buquicchio, Ponso e Laus, inerente a "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale La Mandria" (richiesta iscrizione o.d.g.)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 499 presentato dai Consiglieri Lepri, Artesio, Boeti Buquicchio, Dell'Utri, Gariglio, Laus, Manica, Motta Angela, Muliere Pedrale, Pentenero, Placido, Ronzani e Stara, inerente a "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sono a richiedere nuovamente l'iscrizione della mozione n. 509 "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale La Mandria" presentato dai Consiglieri Reschigna, Artesio, Boeti, Bresso, Buquicchio Cerutti, Gariglio, Laus, Lepri, Manica, Motta A., Muliere, Pentenero Placido, Ponso, Ronzani, Stara, Taricco, che abbiamo presentato nel precedente Consiglio regionale. Chiedo anche che la stessa possa essere messa in discussione nella seduta odierna.



(Commenti fuori microfono del Presidente del Consiglio)



RESCHIGNA Aldo

già iscritta? Bene.
Mi scusi, Presidente, solo per memoria mia: gli ordini del giorno che erano iscritti nella seduta di martedì scorso e che non sono stati affrontati, sono iscritti automaticamente nella seduta odierna?



PRESIDENTE

No, però se lei ne ha qualcuno, me lo indichi.



RESCHIGNA Aldo

C'era il n. 499, "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" presentato dai Consiglieri Lepri, Artesio, Boeti, Buquicchio Dell'Utri, Gariglio, Laus, Manica, Motta A., Muliere, Pedrale, Pentenero Placido, Ronzani, Stara che chiediamo sia discusso per il carattere di grand'attualità, legato alla vicenda dei tirocini.



PRESIDENTE

Certo, però il Gruppo può chiederne uno.



RESCHIGNA Aldo

A me sembrava di aver capito che quelli che non venivano esauriti nella seduta... Altrimenti noi avremmo chiesto che martedì scorso il documento fosse esaminato.



PRESIDENTE

Mi dia un attimo per vedere di quale ordine del giorno si tratta.



RESCHIGNA Aldo

Era iscritto al punto 11) dell'o.d.g. della seduta di martedì scorso.


Argomento: Trasporti su ferro

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di chiarimenti in merito al ritiro del fascicolo "150 nuove ragioni contro la Torino-Lione" depositato sui banchi prima dell'inizio della seduta


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo riferire all'Aula un episodio che è avvenuto prima dell'inizio dei lavori e che ritengo un po' increscioso, non particolarmente grave, ma sicuramente si è verificata un po' d'incomprensione tra il sottoscritto e l'Ufficio di Presidenza.
Ho distribuito una serie di piccoli libretti informativi sulla questione del treno ad Alta Velocità e, sentendomi poi con il Consigliere Questore Leardi, ho saputo che questi sono stati fatti ritirare per motivazioni che non mi sono state chiarite.
stato addotto che era un volantino. Ora, non voglio far polemica però dall'etimologia propria del termine, la definizione di volantino si riferisce ad una pagina, ad un foglietto...



PRESIDENTE

Adesso le rispondo...



BONO Davide

Mi faccia solo finire.
Non essendo in ogni modo propaganda, ma trattandosi di una serie di elementi e dati tecnici oggettivi tratti da studi scientifici, chiediamo alla Presidenza se è possibile poterli distribuire in aula ai colleghi che lo desiderano.


Argomento: Parchi e riserve

Mozione n. 509 presentato dal Consigliere Reschigna, Placido, Taricco Ronzani, Motta Angela, Boeti, Muliere, Gariglio, Lepri, Manica, Pentenero Bresso, Stara, Cerutti, Artesio, Buquicchio, Ponso e Laus, inerente a "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale La Mandria" (iscrizione o.d.g.)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 499 presentato dai Consiglieri Lepri, Artesio, Boeti Buquicchio, Dell'Utri, Gariglio, Laus, Manica, Motta Angela, Muliere Pedrale, Pentenero, Placido, Ronzani e Stara, inerente a "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 213 presentato dal Consigliere Buquicchio, Costa Raffaele, Cursio, Manica, Motta Angela, Pentenero e Ponso, inerente a "Parto indolore con anestesia epidurale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g.? Allora richiamo l'attenzione dell'Aula, e in particolare della Giunta regionale.
Abbiamo richiesta d'iscrizione di due ordini del giorno: n. 499 "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" presentato dai Consiglieri Lepri, Artesio, Boeti, Buquicchio, Dell'Utri Gariglio, Laus, Manica, Motta A., Muliere, Pedrale, Pentenero, Placido Ronzani, Stara, al punto 11) dell'o.d.g. della scorsa seduta.
Inoltre, è stata rinnovata la richiesta, anche in questa seduta dell'iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 509, Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale La Mandria" presentato dai Consiglieri Reschigna, Artesio, Boeti, Bresso, Buquicchio, Cerutti, Gariglio, Laus Lepri, Manica, Motta A., Muliere, Pentenero, Placido, Ponso, Ronzani Stara, Taricco Inoltre, come già verificato in sede di Conferenza dei Capigruppo, - vi è l'ordine del giorno n. 213, "Parto indolore con anestesia epidurale" presentato dai Consiglieri Buquicchio, Costa Raffaele, Cursio, Manica Motta Angela, Pentenero, Ponso, del quale si chiede l'iscrizione all'o.d.g.
Propongo l'iscrizione di questi tre punti.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Posso chiedere una delucidazione? Da Regolamento, quanti ordini del giorno si possono aggiungere?



PRESIDENTE

Uno. Però, in effetti, alla riunione dei Capigruppo avevamo detto che rispetto a quanto residuava martedì, anche su richiesta del Consigliere Buquicchio, poteva essere rinnovata la richiesta giovedì.



CAROSSA Mario

Non era per non...



PRESIDENTE

Il Regolamento dice uno, e l'ho richiamato anche prima, però io direi...



CAROSSA Mario

Va bene, era solo per capire...



PRESIDENTE

Non si tratta nemmeno di un'eccezione: sostanzialmente, martedì era stato inteso più o meno così.
Il secondo problema è dove posizionare queste richieste. Il Consigliere Reschigna - ecco perché ho richiamato l'attenzione della Giunta regionale e mi rivolgo in particolare al Vicepresidente e all'Assessore Maccanti chiede di potere trattare nella giornata di oggi la mozione n. 509 relativa a "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale La Mandria". Penso che l'Assessore competente vorrà essere presente.
Faccio quindi questa proposta: mettiamo tra il punto 5) e il punto 6) dell'o.d.g. l'ordine del giorno n. 213 del Consigliere Buquicchio, relativo a "Parto indolore con anestesia epidurale"; dopo quel punto, l'ordine del giorno "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" presentato dai Consiglieri Lepri e Reschigna; poi il punto 6) all'o.d.g. di oggi diventa 8) e continuiamo.
Iscriviamo all'ultimo punto la mozione n. 509, con l'intesa che, se l'Assessore Casoni perverrà in Aula, cercheremo di trattarla prima della fine della seduta.
Detto questo, le comunico, collega Reschigna, che è intendimento della Presidenza chiedere alla Giunta di partecipare a una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi apposita su questa tematica, perché vi sono problematiche ed errori materiali che, secondo me, è giusto che debbano essere affrontati preminentemente in quella sede.



RESCHIGNA Aldo

Sull'ordine del giorno, va bene così. Sulla questione relativa alla convocazione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi sulla materia attinente alla mozione, lei - sia ben chiaro - ha piena facoltà di convocarla come e quando lo ritiene.
Voglio precisare che, alla luce di alcuni comportamenti che abbiamo avuto modo di riscontrare nella precedente seduta del Consiglio regionale e atteso anche il fatto che noi abbiamo presentato una mozione su quella materia in Consiglio regionale, il Gruppo regionale del Partito Democratico non parteciperà a quella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Va bene, vedremo se convocarla. Eventualmente, nella convocazione indicherò anche le motivazioni...
Consigliere Reschigna, dicevo che la convocherò se riterrò di farlo con delle motivazioni che indicheremo nell'invito e che vanno al di là dei problemi che sono stati sollevati: era, ovviamente, una questione informativa. Adesso valuterò se e quando, poi lei, nella piena libertà che ha come tutti i Presidenti di Gruppo, deciderà se intervenire o meno.
Pertanto, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Cantore, Costa Raffaele Cota e Vignale.


Argomento: Trasporti su ferro

b) Chiarimenti della Presidenza del Consiglio in merito alla rimozione delle copie dell'opuscolo "150 nuove ragioni contro la Torino-Lione" distribuito in aula dal Consigliere Bono


PRESIDENTE

Consigliere Bono, il collega Leardi, nelle sue funzioni di Questore in rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza, ha ritenuto, mi sembra anche comunicando, di far rimuovere quegli opuscoli appoggiati sugli scranni dei Consiglieri.
Non è possibile - e lo dico con un termine improprio - fare del volantinaggio in aula. Lei potrà distribuirlo ai Consiglieri che lo riterranno e lo potranno ritirare, oppure potrà distribuirlo alla fine della seduta, perché la distribuzione di questo materiale, come lei pu intuire, potrebbe condizionare la funzione e lo svolgimento dei lavori stessi, soprattutto quando ci sono temi attuali.
La ringrazio per la sua comprensione e senso di responsabilità. Ricordo che, in seguito alle decisioni della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, l'odierna riunione è convocata in seduta unica (dalle ore 10 alle ore 14.30).


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Mozione n. 476 presentata dai Consiglieri Artesio, Boeti, Bresso, Cerutti Cursio, Dell'Utri, Manica, Pentenero e Reschigna, inerente a "Approfondimento, in commissione sanità, del protocollo regionale sulla regolamentazione dei consultori pubblici" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi. Ho visto adesso che c'era una richiesta scritta del Consigliere Stara. Propongo quindi di inserire al punto 9) dell'o.d.g.
la mozione n. 476. Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 379 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Tentoni, Spagnuolo, Marinello, Comba e Pedrale, inerente a "Attuazione dell'articolo 9 delle Norme del Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte - DCR del 13 marzo 2007, n. 117 - 10731. Formulazione di direttive e indirizzi alla Giunta regionale sulla base della Relazione al Consiglio regionale sullo Stato d'attuazione del Piano di Tutela delle acque"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 379, inerente a "Attuazione dell'articolo 9 delle Norme del Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte - DCR del 13 marzo 2007, n. 117 - 10731.
Formulazione di direttive e indirizzi alla Giunta regionale sulla base della Relazione al Consiglio regionale sullo Stato d'attuazione del Piano di Tutela delle acque", di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Motta Massimiliano per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Dando per certo che tutti conoscono le premesse relative all'attuazione dell'articolo 9, per quanto riguarda le norme del Piano di Tutela delle acque, e considerato che all'interno della Commissione e della maggioranza c'è stata una convergenza di intenti, mi limiterò, anche per lasciare adeguato spazio alla Giunta per rispondere, a formulare gli impegni che chiediamo alla Giunta.
Proseguire, ai fini della tutela delle risorse idriche e del loro uso equilibrato, nelle azioni di stretto coordinamento con l'Autorità di bacino del fiume Po per la definizione delle politiche sovraregionali in materia di acque, provvedendo in tal senso alla redazione e all'attuazione del programma operativo regionale e distrettuale di cui alla delibera del Comitato istituzionale 24 febbraio 2010, n. 1.
Proseguire l'azione mirata al mantenimento dello stato di qualità buono ed elevato dei corpi idrici, ove già presente, al risanamento di quelli ancora interessati da fenomeni di inquinamento, nonché alla piena ottemperanza delle direttive comunitarie in materia di acque, attraverso l'attuazione della strategia delineata nel Paragrafo 5 della Relazione che per fronteggiare l'inquinamento puntuale e diffuso prevede, in particolare la prosecuzione degli interventi relativi al segmento fognario-depurativo il completamento da parte della Giunta regionale del quadro normativo in merito al contenimento dell'inquinamento diffuso di origine agricola e zootecnica, l'applicazione di interventi che limitino la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde a tutela della risorsa idrica sotterranea di migliore qualità prioritariamente destinata all'uso potabile.
Continuare l'attività di controllo sulle risorse idriche, in particolare relativamente agli aspetti quantitativi, così come delineata nel documento in esame, finalizzata sia a garantire l'adeguato rispetto sul territorio delle norme ambientali fissate dal PTA e dal Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po, e in generale dalla normativa di settore, sia a monitorarne l'applicazione e orientare le scelte future dell'Amministrazione.
Infine, incrementare le iniziative di risparmio idrico in capo ai diversi utilizzatori come contributo irrimandabile al raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla legislazione nazionale e comunitaria.
Credo che valga la pena di ricordare lo sforzo che si sta facendo nell'ambito della nuova legge sugli ATO, dove la Giunta regionale, per quanto riguarda le risorse idriche, ha già dato degli indirizzi, tra l'altro condivisi da buona parte della Commissione nell'ambito della gestione.
Tutto questo rafforza gli impegni di tutela che, ad oggi, andiamo a definire con quest'ordine del giorno.
chiaro che in questa fase di rivisitazione della legge è sicuramente un passaggio ulteriore, delicato ed importante, al quale riteniamo che tutto il Consiglio non possa ritenere indispensabile l'approvazione.
Il resto lo lascio alla discussione del documento, per quanto riguarda il Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
L'oggetto dell'ordine del giorno in discussione è l'attuazione dell'articolo 9 delle norme del Piano di Tutela delle acque, datato 13 marzo 2007, come ha ricordato il collega.
Il Piano di Tutela delle acque nasce, di per sé, da esigenze attuative degli obiettivi generali del disegno di legge 152/99, finalizzato alla prevenzione e all'abbattimento dell'inquinamento dei corpi idrici, in particolare al mantenimento della capacità auto depurativa degli stessi.
Inoltre, tende al generale miglioramento della qualità della risorsa acqua, per i diversi usi.
L'articolo 9 consiste in una clausola valutativa che prevede, al comma 1: a), la presentazione biennale della Giunta al Consiglio regionale di una relazione sulle misure e sugli strumenti attuativi del Piano di Tutela delle acque adottati e relativa verifica della loro efficacia; b), il programma per l'attività futura d'intervento.
Al comma 2, affida al Consiglio regionale il compito di definire le linee di indirizzo ai fini attuativi del Piano di Tutela delle acque.
Come per ogni risorsa naturale e rinnovabile, è bene tener contemporaneamente conto dell'aspetto qualitativo, di quello quantitativo e della loro reciproca relazione: quale acqua viene utilizzata; quanta acqua è richiesta dal fabbisogno idrico della Regione.
Le verifiche e i bilanci idrici sono tanto più efficaci quanto più ravvicinati nel tempo. In un biennio possono mutare significatamene i parametri di riferimento, in quanto legati, indissolubilmente, agli aspetti climatici (il clima, quindi, è un elemento fondamentale).
I provvedimenti attuativi devono guardare alle scadenze prossime, anche in ordine agli obiettivi comunitari del 2015, legati ai traguardi energetici in termini di risparmio e di efficienza, in vista dell'anno 2020.
Le strategie di tutela ambientale sono strettamente connesse alle risorse idriche; come abbiamo discusso di recente su aspetti che attengono ad esempio, al recupero della biodiversità, alla tutela dei flussi minimi e vitali rispetto ad opere di captazione delle acque, di bacini e di invalsi.
Esiste un parallelismo e una sincronia tra gli obiettivi europei relativi alla risorsa acqua e a quelli inerenti le fonti rinnovabili di energia. Sono accumulate, innanzitutto, dal concetto quantitativo del risparmio della risorsa...
bellissimo sentire discutere mentre si parla...



PRESIDENTE

Chiedo scusa Consiglieri, capisco che si tratta di una seduta sugli ordini del giorno, cercate di fare uno sforzo.



BUQUICCHIO Andrea

Esiste un parallelismo e una sincronia tra gli obiettivi europei relativi alla risorsa dell'acqua e quelli inerenti alle fonti rinnovabili di energia. Sono anzitutto accomunate dal concetto quantitativo del risparmio della risorsa e dell'efficienza delle reti di trasporto quindi del bilancio controllato di fabbisogno.
A tal proposito occorre ribadire che il buon esempio di consumo corretto delle risorse deve anzitutto venire dalla sfera pubblica, dalla gestione degli edifici pubblici tramite quote obbligatorie di risparmio non si tratta di utilizzo razionato ma di impiego razionale delle risorse.
Si pensi al risparmio idrico in particolare nelle zone a coltivazione intensiva. Gli agricoltori conoscono molto bene l'antico proverbio secondo cui "l'acqua è mezzo pane". Discendente diretta della quantità e della qualità è la tariffa, anche in questo caso occorre garantire la massima chiarezza e trasparenza per i consumatori. Tutelare la risorsa idrica significa anche tutelare il consumo corretto.
Un punto deve essere chiaro: gli italiani pochi mesi fa hanno in massa difeso con il referendum l'acqua come bene pubblico, un'indicazione chiara valida per il presente e per il futuro, soprattutto per il futuro. Anche rispetto ad eventuali modificazioni del quadro normativo in materia di tutela delle acque sarà bene evitare equivoci o escamotage di qualsiasi sorta.
bene ribadire che l'Italia dei Valori né oggi né domani potrà essere disponibile ad ascrivere alle fasi attuative forme più o meno velate di gestione privata della risorsa idrica.
Ciò che gli italiani hanno fatto uscire dalla porta è bene che non rientri in nessun modo dalla finestra.
Per passare invece all'aspetto qualitativo, credo sia lecito affermare che l'acqua è lo specchio del nostro modello di sviluppo.
All'inquinamento delle risorse idriche è applicabile il principio di sovrapposizione degli effetti, per cui l'effetto totale è la somma dei singoli effetti dovuti alle singole cause agenti: siano esse le immissioni industriali concentrate, siano esse quelle distribuite delle utenze domestiche o di origine reflua zootecnica ed agricola. Il grado tecnologico d'ogni attività antropica determina la qualità della risorsa idrica.
Nel settore agricolo, in particolare, nel corso degli anni si è parlato di limiti di estensione delle zone vulnerabili ai nitrati, ponendo al contempo vincoli anche alle aree non vulnerabili rispetto all'utilizzo dei prodotto azotati.
In sede attuativa del Piano di Tutela delle acque l'attento audit del settore agricolo è di primaria importanza. Si pensi ad esempio all'utilizzo di alcune classi di diserbanti o di pesticidi altamente sistemici ad elevata idrosolubilità molto diffusi come i neonicotinoidi (gli apicoltori del Piemonte sono molto preoccupati su questo versante).
Così com'è della massima importanza il monitoraggio della falda freatica, sacca idrica che si origina nel terreno in profondità proveniente dagli alvei dei corsi d'acqua e dalle piogge che penetrano per gravità negli strati più interni fino ad arrestarsi alla falda argillosa.
La composizione della falda freatica incide sul grado di potabilità delle acque.
Gli alvei di corsi d'acqua richiamano annose questioni relative alle politiche ambientali e urbanistiche delle aree abitate. Problemi solo in parte risolti che fanno d'ogni autunno una stagione a rischio emergenza per i nostri territori. Tutelare le acque significa anche intervenire correttamente ed efficacemente sul dissesto idrogeologico e sui piani urbanistici.
Porre in atto degli strumenti attuati di piano significa perci armonizzare coerentemente molteplici settori nelle diverse materie affrontate in più occasioni in quest'Aula.
Anche altri soggetti individuati dal D.lgs. 152/99 quali le Autorità di bacino dovranno concorrere a definire le linee di indirizzo.
Ma l'assemblea e il governo regionale hanno la responsabilità della tutela delle acque del territorio, essi debbono, noi dobbiamo, attuare periodicamente i piani di tutela secondo le linee guida delle norme nazionali e le direttive che attengono al quadro comunitario, ma per quanto detto non ci possiamo limitare ad attività di monitoraggio e reporting del PTA.
La Regione deve definire dei piani di investimento in materia di tutela delle acque basate sulla premialità del risultato. Occorre inoltre implementare gli strumenti di programmazione ed attuazione anche a livello subregionale in sede di concertazione permanente e a livello locale la negoziazione partecipata con i soggetti pubblici e privati operanti sul territorio, tramite i contratti di fiume e di lago.
Tuteliamo l'acqua simbolo di trasparenza e pulizia, anche il più grande tra i poeti lirici, Petrarca, cantò l'amore immortale ispirato da "chiare fresche e dolci acque".


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della classe III A della Scuola Media Statale "P. Levi " di Carmagnola (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III A della Scuola Media Statale "P. Levi" di Carmagnola in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 379 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Tentoni, Spagnuolo, Marinello, Comba e Pedrale, inerente a "Attuazione dell'articolo 9 delle Norme del Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte - DCR del 13 marzo 2007, n. 117-10731. Formulazione di direttive e indirizzi alla Giunta regionale sulla base della relazione al Consiglio regionale sullo stato d'attuazione del Piano di Tutela delle acque" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 379.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente A me pare che quest'ordine del giorno negli enunciati e nei riferimenti normativi sia assolutamente coerente con il percorso che, in attuazione del Piano di Tutela delle acque, la Regione, l'Assessore in particolare, hanno portato avanti in questi anni.
Il percorso parte da lontano. Nel 2007 l'approvazione del Piano di Tutela delle acque che, come giustamente viene detto nell'ordine del giorno, è uno strumento vivo, che richiede di essere costantemente adeguato nel tempo.
Ho letto l'ordine del giorno e mi sento assolutamente di condividerne sia i contenuti sia l'impostazione. Mi chiedevo se nel passaggio che mi sembra più denso di contenuti nel merito, laddove si dice "condivide le linee prioritarie di azione individuate nel citato paragrafo 5 per fronteggiare le rilevanti criticità quantitative ed evidenziate a carico delle risorse idriche superficiali che comprendono, in particolare, il riequilibrio del bilancio idrico da realizzarsi attraverso il proseguimento di una pluralità di azioni, tra loro sinergiche ed in coerenza, con quanto definito a livello del distretto padano; l'implementazione della disciplina del deflusso minimo vitale con l'applicazione dei fattori integrativi ambientali, la razionalizzazione dei prelievi irrigui, la verifica di fattibilità tecnica, ambientale, sociale ed economica per la realizzazione di invasi artificiali a scopo multiplo, la pianificazione dello sviluppo sostenibile dell'uso idroelettrico, l'attuazione di interventi di riqualificazione idromorfologica in sinergia con gli obiettivi di sicurezza idraulica del territorio", se questo "condivide" ricalca contenuti già inseriti nel Piano di Tutela delle acque, oppure se accentua e sottolinea passaggi che sono nelle strategie della Giunta ma che andrebbero a comportare, sia pure nelle intenzioni delle Giunta, un riorientamento delle politiche.
Mi piacerebbe capire questo prima di entrare nel merito. Non so se quest'ordine del giorno l'abbiamo discusso in Commissione o meno, perch onestamente non mi ricordo.
Quindi, dal cenno di assenso dell'Assessore mi risulta che quest'ordine del giorno è già stato oggetto di confronto in Commissione.
Diversamente, avrei chiesto di poterlo approfondire un attimo, perch mi pare un ordine del giorno che enuncia ed evidenzia contenuti che possono essere condivisibili, che meritano una riflessione più attenta e accurata anche in riferimento alle questioni di raccordo con il Bacino del Po, cioè con le politiche che le altre Regioni che fanno con noi parte del Bacino del Po stanno portando avanti.
Vorrei chiedere al proponente, se la cosa è fattibile, se è possibile non procedere immediatamente alla votazione di quest'ordine del giorno per poterlo esaminare ancora qualche giorno con l'impegno da parte nostra, nel bene o nel male, qualunque sia (tra virgolette) la conclusione della riflessione, a portarlo in votazione in un prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Prima di procedere, comunico che l'Assessore Casoni sarà in aula intorno alle ore 12 e quindi ci saranno le condizioni, nella mattinata di oggi, di affrontare l'ordine del giorno n. 509.
La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Per dare una risposta puntuale a un passaggio dell'intervento del Consigliere Taricco, che, peraltro, ho visto che è anche riportato nelle premesse dell'ordine del giorno, ricordo che l'8 novembre 2010 in V Commissione consiliare vi è stata l'illustrazione tecnica delle slide accompagnanti il documento e vi è stato un ampio dibattito politico che ha portato all'approvazione del documento a maggioranza. Adesso non ricordo i numeri, spero mi possa perdonare.
Credo di poterne approfittare senza abusare della disponibilità sua e dell'Aula, Presidente, per dare anche qualche elemento di risposta a altre questioni sollevate dal Consigliere Taricco.
In particolare, mi è parso di cogliere che il nodo sollevato da quest'ordine del giorno possa essere quello esprimibile in questa forma: il documento sostiene delle modifiche adottate dalla Giunta rispetto a quanto prodotto in un lungo percorso iniziato nel 2004 e conclusosi nel 2007 con l'approvazione, da parte dell'Assemblea regionale, del Piano, oppure va semplicemente a valutare i risultati ottenuti in risposta a quanto allora previsto? La risposta giusta è la seconda, nel senso che non vi sono innovazioni o particolari modifiche introdotte rispetto a un Piano, che come tale, essendo stato approvato dall'Aula, dovrebbe essere modificato dall'Aula stessa, che e resta quello approvato nel 2007.
Come ricorderete (allora non ero presente, ma molti di voi sì), il Piano di Tutela delle acque approvato dal Consiglio regionale prevede oltre che una serie di azioni, anche una misura per garantire un continuo controllo, con cadenza biennale, sull'efficacia dell'azione della Giunta rispetto alle azioni contenute nel Piano. Questo è il momento in cui ci troviamo.
Quindi, sul piano tecnico vi è una serie di atti che documenta quanti e quali siano gli effetti prodotti conseguentemente all'attuazione di quanto previsto nel Piano di Tutela delle acque, il rispetto del Piano stesso e chiaramente, il rispetto della disciplina comunitaria in materia.
un momento intermedio di valutazione che deve rappresentare, a mio avviso, null'altro che un confronto, null'altro che un'informativa al legislatore, che ha approvato il Piano stesso, rispetto alle azioni che dovranno portare al raggiungimento di obiettivi che possono arrivare fino al 2015, così come disciplinato dalla normativa comunitaria stessa. Spero di aver dato qualche elemento ulteriore di risposta. Chiaramente resto a disposizione per altri approfondimenti.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della classe II L della Scuola Media "P. Levi" di Carmagnola (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II L della Scuola Media "Primo Levi" di Carmagnola in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 379 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Tentoni, Spagnuolo, Marinello, Comba e Pedrale, inerente a "Attuazione dell'articolo 9 delle Norme del Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte - DCR del 13 marzo 2007, n. 117 - 10731. Formulazione di direttive e indirizzi alla Giunta regionale sulla base della Relazione al Consiglio regionale sullo Stato di attuazione del Piano di Tutela delle acque" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 379.
Consigliere Taricco, la sua richiesta di non procedere alla trattazione del punto permane? La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Sì, sarò brevissimo.
A maggior ragione, dopo il chiarimento dell'Assessore Ravello, chiedo la possibilità di poterlo ancora esaminare anche per questo.
Ho ricevuto, come credo molti di voi negli scorsi giorni, comunicazione che la Giunta ha assunto - non l'Assessore Ravello, ma l'Assessore all'agricoltura - alcune modificazioni del Regolamento 10R di applicazione della Direttiva nitrati, cui faceva prima riferimento il Consigliere Buquicchio nel suo intervento, che vanno a modificare il quadro delle norme che sovrintendono alla gestione delle concimazioni con particolare attenzione alla questione dei nitrati.
Con queste modifiche, diremmo che va bene quello che ha fatto la Giunta. Credo sia utile pensarci ancora qualche minuto.



PRESIDENTE

Collega Motta, lei acconsente di trattare il punto in altra seduta e procedere a questi approfondimenti?



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Non voglio che questo venga interpretato come una chiusura, però credo che non sia il caso. Adesso verifichiamo con gli Uffici, ma abbiamo la garanzia che già in Commissione quest'ordine del giorno, se non è passato all'unanimità, poco ci è mancato. Credo che solo qualcuno si sia espresso per l'Aula, ma questo non era il Gruppo del PD. Quindi ritengo che i contenuti compresi in quest'ordine del giorno siano stati più che condivisi.
Credo che la parte aggiuntiva che richiedeva il Consigliere Taricco possa essere tranquillamente analizzata, visto e considerato che vi saranno anche altre sedute di Commissione, dove sarà possibile, anche nell'ottica della discussione della nuova legge sull'Autorità d'ambito, un maggiore approfondimento.



PRESIDENTE

Quindi, se ho ben inteso, propone di andare avanti.
Consigliere Taricco...



PRESIDENTE

TARICCO Giacomino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Prendo atto.



PRESIDENTE

Prende atto o devo...
Siccome abbiamo due richieste diverse, il Regolamento prevede che possa intervenire un Consigliere per Gruppo.



TARICCO Giacomino

Noi diciamo che, in questo caso, voteremo contro.



PRESIDENTE

Allora continuiamo il nostro dibattito.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Credo che sarebbe stato più corretto e utile rinviare, come ha proposto il collega Taricco, un approfondimento dell'ordine del giorno in Commissione. Non l'avete fatto. Decideremo di conseguenza come votare nei confronti di quest'ordine del giorno.
Perché l'ordine del giorno edulcora questioni che invece sono spesse.
Lascia sullo sfondo questioni che invece sono ben presenti nel Piano.
Qui si fa un riferimento generico all'obiettivo di realizzare una politica degli invasi, che non si chiamano per nome e cognome, invece non stiamo discutendo astrattamente di una politica di raccolta delle acque o degli invasi. No. Stiamo discutendo concretamente, e non compare nell'ordine del giorno, perché si è preferito edulcorare questa questione ma noi sappiamo invece che si parla anche di questo.
Allora, è meglio chiamare le cose per nome e cognome, Consigliere Motta! Perché se il tema è discutere il Piano delle acque, di applicarlo in tutte le sue parti, di mettere in campo le politiche di risparmio dell'acqua, che peraltro il Piano delle acque indicava, ma che nessuno ha realizzato, perché il tema erano "gli invasi", la discussione era aperta.
Facciamo un ragionamento di programmazione, di sistema, realizziamo le politiche di risparmio dell'acqua. Il di più lo realizziamo, appunto, anche attraverso una politica di costruzione degli invasi.
Tutta una parte di quell'articolato che prevede politiche di risparmio non viene realizzata. Nessuno, credo - e lo abbiamo dimostrato in Commissione - si è preoccupato di verificare se queste misure erano state realizzate, salvo dire che erano ingestibili e irrealizzabili, e verrebbe da domandare perché abbiamo scritto quell'articolo che prevede quelle misure e noi sappiamo che invece quelle misure sono realizzabili, ma nessuno le ha realizzate, e oggi parliamo degli invasi. O meglio, parliamo di un invaso, tra gli altri, ma uno.
Non sto qui a ripetere le ragioni di questa contrarietà che sono arcinote all'Assessore, al Direttore, ai gruppi di maggioranza e di minoranza, molti dei quali sono contrari, alcuni dei quali erano contrari e oggi non sono più contrari. Anche questo è simpatico: la politica è questa cosa, no? Prima della campagna elettorale sei contrario, perché devi prendere i voti; dopo la campagna elettorale ti converti all'utilità dell'invaso. La coerenza è questa: "Padroni del nostro territorio". Frase straordinaria detta prima della campagna elettorale, ma dopo ci si dimentica di essere padroni del proprio territorio. Vero, collega Leardi? Vi comunico che ci sono tante buone ragioni per le quali noi siamo contrari a questo progetto, non ultimo il fatto che non stiamo parlando di un territorio piemontese che era contrario in via pregiudiziale agli invasi, perché ne ha cinque.
Per chi non lo sapesse, il territorio biellese è cosparso di invasi due realizzati negli ultimi dieci anni con costi altissimi. E oggi nonostante allora ci fosse spiegato ai biellesi che quegli invasi avrebbero risolto i problemi dell'approvvigionamento idrico del territorio bielle e vercellese, quei signori, che allora ci raccontarono quella frottola, sono gli stessi che oggi ci spiegano che invece quel fabbisogno per essere soddisfatto richiede che venga costruito lì un altro invaso, nonostante le opzioni potessero essere diverse.
Tant'è vero che nella prima versione del Piano di Tutela, venivano indicate una serie di opzioni.
Ricordo, a conferma e a sostegno delle ragioni che mi spingono ad essere contrario, che ho presentato in questi giorni un'interrogazione per chiedere all'Assessore Ravello che risponda ad una denuncia fatta da alcuni amministratori locali ed associazioni ambientaliste circa il fatto che in uno di questi invasi, quelli che già esistono, non sarebbero rispettate le norme e i piani di sicurezza.
La Prefettura predispone un piano della sicurezza e questo piano deve essere gestito e realizzato. Occorre garantirsi che venga realizzato: questo non sta avvenendo e lo dico perché questa è una della ragioni che hanno fatto sì che una parte di questo territorio sia ostile nei confronti dell'esigenza di realizzare in quel territorio l'ennesimo invaso.
Non sto a raccontarvi altre ragioni di merito che potrei tranquillamente illustrare, perché di queste questioni mi occupo da lungo tempo. Sono ragioni economico-sociali, ambientali e, in ultimo, il fatto che voi stessi avete dovuto spiegare a me una cosa che sapevo, cioè che una deliberazione sulle mitigazioni ambientali che ha assunto la Giunta provinciale di Biella per giustificare o per sostenere questo progetto, è una delibera che la Direzione regionale, cioè la Direzione Ambiente della Regione considera una deliberazione inefficace, perché quelle opere non possono essere considerate di mitigazione ambientale.
Oppure le opere di compensazione sociale che indicate non solo non sono realizzabili, ma la Direzione Ambiente della Regione spiega che questa Regione evita di monetizzare l'ambiente, e quindi considera quelle opere discutibili, senza contare il fatto che alcune di quelle opere di compensazione sociale prevedono provvedimenti o misure che sono già previste nella legislazione regionale.
Mi fermo qui, ma potrei parlare ancora. Siccome si scrive Piano di Tutela oppure al paragrafo 5 si parla genericamente di invasi, ma la questione è un'altra, e siccome non mi pare che noi condividiamo questo progetto e questa misura, altra cosa sarebbe discutere genericamente di invasi dopo aver attuato l'articolo che prevede le politiche di risparmio che nessuno ha realizzato, a nome del Gruppo PD, come ho fatto in Commissione, dichiaro che voteremo contro l'ordine del giorno per una serie di altre ragioni e principalmente per quelle che ho riassunto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione soprattutto queste ultime parole. Ormai il collega Ronzani è diventato un uomo mitologico, un tutt'uno con una diga.
un po' un suo incubo questa diga, collega Ronzani, la diga del Biellese, ma il Piano di Tutela delle acque non è solo quello.
Il Piano di Tutela delle acque per cui ci battiamo è tanto altro e riguarda tanti nostri Comuni, del Biellesi, della Provincia di Vercelli.
Una risorsa naturale, l'acqua, che va sfruttata.
Il Piano di Tutela attuale limita questo sfruttamento. Parlo di centraline idroelettriche che possono portare opere compensative, benefici ai piccoli Comuni per i quali voi stessi vi battete.
Allora mettiamoci d'accordo: se questi piccoli Comuni vanno tutelati bisogna tutelarli a tutto campo. Se dobbiamo aiutare i piccoli Comuni diamo loro la possibilità di sfruttare le loro risorse.
Il Piano di Tutela attualmente è molto restrittivo e deve anche confrontarsi con quello che è il piano territoriale provinciale, il PTCP che spesso non collima.
Cerchiamo di lavorare in sinergia, non spaventiamo il popolo e gli altri Consiglieri, cercando di mettere in campo sempre gli invasi, queste opere faraoniche, che forse noi nemmeno vedremo, perché le vedremo magari tra trent'anni.
Capisco che qualcuno ha costruito e continua a costruire la propria carriera politica sulle stesse cose da oltre 20 anni, ma smettiamola e cerchiamo di essere un po' più concreti. Cerchiamo di ascoltare quelle che sono le vere esperienze del territorio.
Vede, caro collega Ronzani, io giro il territorio e parlo con i sindaci, di sinistra e di destra, e tutti hanno questa esigenza: sfruttare le acque. Non sono opere invasive, riescono a portare beneficio a Comuni di 100, 200 o 300 abitanti, 80-100 mila euro all'anno per opere compensative.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Collega Ronzani, per favore.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



TIRAMANI Paolo

Vedi che allora ti ho toccato nel vivo! Io sono coerente.



PRESIDENTE

Collega Ronzani, per favore.



TIRAMANI Paolo

Scusi, Presidente, non sono ascoltato...



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
Quando avrete finito le chiacchiere da bar, ricominciamo.



(La seduta, sospesa alle ore 11.17 riprende alle ore 11.18)



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Collega Ronzani, l'ho richiamata più volte con cortesia ed è andato avanti imperterrito. Per favore! Collega Tiramani, continui il suo intervento.



TIRAMANI Paolo

Il Consigliere Ronzani dimostra anche in questo suo intervento una certa ottusità politica, perché il Piano di Tutela delle acque non sono solo gli invasi.



PRESIDENTE

Scusi, collega Tiramani, anche lei dovrebbe darmi una mano.
Prego, continui.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Intendevo dire che poteva aspettare almeno dieci secondi dopo la ripresa dell'intervento.
Prego, continui.



TIRAMANI Paolo

A me non sembra di essere un provocatore. Io ho detto che da oltre vent'anni qualcuno impernia la propria carriera su una tematica: la diga.
Ma il Piano di Tutela delle acque non è solo la diga.
Poi, il sottoscritto, Buonanno o chi per esso, deve decidere il territorio, ma quella della diga è un'altra questione. Il territorio sulle centraline idroelettriche esprime delle questioni precise.
Lei non può mettere in campo dighe e centraline sullo stesso piano sono questioni ben diverse che articolano il Piano di Tutela delle acque.
Siccome noi le leggi le studiamo e non le studia solo lei, collega, se va a leggersi tutte le norme e tutti i punti, capirà che è articolato in vari punti.
Se poi vogliamo andare a discutere nello specifico delle dighe, è tutto un altro paio di maniche. È chiaro - come usa dire lei? Bene.
Penso che dobbiamo, come dice l'ordine del giorno, andare a discutere per cercare di andare incontro al territorio nell'ottica della frase "padroni a casa nostra", e andare incontro alle esigenze dei Comuni.
Se le esigenze dei Comuni sono contro la diga, come sostiene lei collega, ben venga. Si faccia un referendum e si decida. Ma è un'altra questione. Sulle centrali idroelettriche il 95% dei cittadini è d'accordo soprattutto in Valsesia e in Valsessera.
Cerchiamo, dunque, di essere coerenti, e di non mistificare o mischiare le carte.
Noi approveremo quest'ordine del giorno in virtù di quello che rappresenta il Piano di Tutela della Acque e la materia più importante, che sono - lo ribadisco per la quarta volta, per essere ancora più chiari - le centrali idroelettriche. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale.
Prego, Assessore Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Credo che sia doveroso replicare in particolare agli ultimi due interventi.
Innanzitutto, vorrei cercare di fare un po' di chiarezza laddove qualcuno, sicuramente in buona fede, ha fatto confusione.
Avrei compreso la reazione, per certi versi scomposta, del Consigliere Ronzani, se nel documento presentato da qualche rappresentante della maggioranza vi fosse stato scritto: "S'impegna la Giunta regionale a porre la prima pietra della diga sul Sessera". Perché, poi, lei non ha neanche fatto il nome del problema, siamo stati noi a farlo. Lei ha detto che qua si sta cercando di sviare l'attenzione per poi puntare su un obiettivo che è ben chiaro. In realtà, la questione è molto semplice ed è giusto...



(Commenti del Consigliere Ronzani)



RAVELLO Roberto Sergio

Scusi, Consigliere Ronzani, non l'ho interrotta e la pregherei di concedermi almeno la gentilezza di mantenere il filo di un ragionamento.
Lo farò riprendendo qualche passaggio di un lungo dibattito che si è svolto in Commissione sul medesimo tema, ricordandole quanto lei sa certamente molto meglio di me, poiché ai tempi dell'approvazione del Piano di Tutela delle Acque (2007), lei era un legislatore regionale, a differenza del sottoscritto. Dunque, lei ha votato il Piano di Tutela delle Acque, così come ha fatto il Gruppo cui appartiene o apparteneva. Ha sostenuto una serie di indirizzi e di linee dei quali noi oggi misuriamo l'efficacia.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



RAVELLO Roberto Sergio

Sono andato anche a recuperare gli atti del Consiglio: la memoria pu ingannarla, ma la carta e gli atti registrati dal Consiglio difficilmente sbagliano.
Comunque - glielo ripeto - avrei compreso la sua posizione qualora, in questo documento, si fosse ecceduto nel concentrarsi rispetto ad una determinata opera.
Ma io credo che sul principio secondo cui, alla luce di ripetute alterazioni del regime idrogeologico misurate sul territorio regionale, che portano ad una ricorrente carenza di disponibilità di acqua, si condivide l'indirizzo del Piano di Tutela delle Acque - quindi scritto nel 2007 e non sostenuto dalla Giunta Cota - rispetto alla verifica di fattibilità tecnica, ambientale, sociale ed economica per la realizzazione di invasi artificiali a scopo multiplo, credo che nessuno possa dirsi non d'accordo.
Perché di fronte ad una fotografia che rappresenta un problema serio per il nostro territorio - è stato assolutamente ragionevole pensarla così nel 2007, quando lo avete approvato - prevedere la possibilità per la Regione di verificare la fattibilità di nuovi invasi, credo che sia stata una cosa assolutamente ragionevole. Se da qui, poi, si va ad individuare invaso per invaso, il passo sarebbe chiaramente più lungo. Ma in un atto di indirizzo alla Giunta, riaffermare ciò che altro non è se non un principio di sacrosanto buonsenso, credo che sia un'azione di altrettanto buonsenso.
Ricordo, inoltre, che il Piano di Tutela delle Acque - voi mi insegnate è uno strumento dinamico. E le fase di verifica (quali questa) rispetto alla sua attuazione possono anche portare l'Assemblea ad individuare forme di modifica rispetto a quanto previsto; alla luce di aggiornamenti misurati, si può anche pensare di introdurre qualche modifica. Io non me ne scandalizzerei, anzi sarei assolutamente disponibile a collaborare con il Consiglio per condividere un percorso di aggiornamento e di adeguamento all'evoluzione del contesto della nostra Regione.
Concludo rispondendo al Consigliere Tiramani, il quale tocca un punto importante.
Il collega Tiramani non ha fatto altro che richiamare un altro passaggio del documento presentato, ossia il richiamo alla necessità di pianificare uno sviluppo sostenibile dell'uso idroelettrico e la conseguente produzione di energia da una fonte che più rinnovabile non c'è fonte di cui il Piemonte è particolarmente ricco. Il Piemonte, se non la utilizzasse a dovere e con adeguato rispetto, perderebbe una grande occasione.
Non mi risulta che il Piano di Tutela delle Acque rappresenti, di per sé, un freno allo sviluppo di impianti più piccoli per la produzione di energia idroelettrica. Ma, anche su questo, il Consigliere Tiramani, molto correttamente, ha toccato il punto: l'eventuale limine allo sviluppo di queste azioni è la difficoltà nel relazionare i diversi strumenti di pianificazione, di livello regionale alcuni, di livello provinciale altri.
Per cui, condividendo la necessità di dare risposte anche alle realtà più piccole della nostra Regione, che chiedono nient'altro che sfruttare consapevolmente una risorsa di cui sono ricchi, credo che sia opportuno ragionevole ed utile far partire da oggi un percorso che ci metta in confronto con le Province, che si sono dotate di strumenti di pianificazione non sempre conciliabili con il Piano di Tutela delle Acque e condurre con loro un'azione che possa portare ad un ulteriore sviluppo di determinate misure.
Ha ragione lei, Consigliere Tiramani, quando sostiene che non esistono solo i grandi invasi. Su questo sono assolutamente d'accordo, cerchiamo solo di ricordare a noi stessi che le funzioni, gli obiettivi e gli utilizzi di un grande invaso piuttosto che di una minicentrale idroelettrica sono profondamente diversi e vanno a rispondere ad esigenze profondamente diverse: gli uni vanno a rispondere ad un problema di strutturale carenza del bene in alcune zone del Piemonte, gli altri vanno a rispondere ad un'esigenza di utilizzo ragionevole di una risorsa che, in altre zone del Piemonte, è in significative quantità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Lo dico per quando, poi, questo ragionamento sarà probabilmente ripreso in quest'aula: non so se quest'ordine del giorno è il preludio alla diga sulla Valsessera, come sostiene invece il mio collega Ronzani, ma poiché mi fido abbastanza dello stesso, credo le cose possano stare in questi termini. Credo, però, che quest'ordine del giorno apra invece la strada alla realizzazione della centrale idroelettrica sul torrente Chiusella.
L'Assessore non c'era nella precedente legislatura, ma è una tematica che ha impegnato, con un Consigliere che al momento non è presente (mi riferisco al collega Vignale), la discussione in quest'Aula per molto tempo.
Il Comune di Traversella intende realizzare una centrale idroelettrica e l'Assessore, in risposta ad una mia interrogazione della scorsa settimana, ha risposto in maniera negativa, dicendo: "In questo momento, il Piano Territoriale delle Acque non lo consente. Noi non sappiamo niente in merito a quello di cui sta discutendo il Consigliere Boeti ". Io ho trasmesso la risposta degli Assessori ai Comuni: di quell'asta fluviale solo Traversella, per quanto piccola, è interessata a realizzare la centrale idroelettrica. Tutti gli altri, invece, non lo sono.
Il torrente Chiusella è un torrente di pregio, dove si disputano anche gare di pesca. È una zona importante dal punto di vista ambientale e la preoccupazione dei Comuni che gravitano su quell'asse fluviale è che la centrale idroelettrica possa alterare questo delicato equilibrio che riguarda quel territorio.
Non so se il documento in oggetto apra la strada alla diga della Valsessera, ma di certo apre la strada alla realizzazione della centrale idroelettrica sul torrente Chiusella. E lo dico perché l'Amministrazione di Traversella ha recentemente assegnato un incarico ad una società che ha l'obiettivo di stendere un progetto per la realizzazione - appunto - della suddetta centrale.
Si dice che in politica pensar male è peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Credo quindi di poter affermare - magari sbaglierò e non sarà così, per cui questo ragionamento non lo riprenderemo - che accanto alla diga della Valsessera, se questa maggioranza continuerà a governare la Regione, vedremo anche la centrale idroelettrica sul torrente Chiusella.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Stiamo discutendo un argomento d'estrema importanza, che è la materia prima della sopravvivenza dell'umanità intera.
Premetto che ho fatto leggere il Piano ad alcuni Sindaci del mio territorio e, per quanto loro concerne, mi hanno dato parere abbastanza favorevole al riguardo.
Qui stiamo discutendo di altre questioni, che a mio avviso non c'entrano granché con questa.
Per gli invasi qui c'è muro contro muro: direi che per il discorso dell'impegno su cui la Giunta si sta soffermando, è molto importante il punto 2), che parla dello "stato di qualità elevato dei corpi idrici, ove già presente, al risanamento di quelli ancora interessati da fenomeni di inquinamento, nonché alla piena ottemperanza delle direttive comunitarie in materia di acque, attraverso l'attuazione della strategia delineata nel Paragrafo 5) della Relazione, che per fronteggiare l'inquinamento puntuale e diffuso vedere, in particolare, la prosecuzione degli interventi relativi al segmento fognario-depurativo, al completamento da parte della Giunta regionale del quadro normativo in merito al contenimento dell'inquinamento diffuso di origine agricola e zootecnica, l'applicazione di interventi che limitino la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde a tutela della risorsa idrica sotterranea di migliore qualità prioritariamente destinata all'uso potabile".
A questo punto, condivido pienamente il discorso che ha fatto il collega Buquicchio, per quanto riguarda i fitofarmaci, per cui bisogna stare molto attenti.
Per inserire il riferimento ad una maggiore attenzione al discorso dei fitofarmaci, troveremo le parole esatte, con rispetto delle norme della normativa europea, che è veramente feroce e molto dura su quest'aspetto.
Aggiungerei questo, se la Giunta lo recepisse, dopodiché mi ritengo favorevole al discorso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Novero, che interviene in qualità di Consigliere.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa ai colleghi se svolgo una riflessione su un panorama più ampio.
Quando ero ragazzino, la zona in cui vivevo era molto industrializzata perché avevamo la fortuna di avere molta acqua. L'acqua forniva energia alle aziende (mulini, concerie, cartiere); poi è arrivata l'industrializzazione e al posto del salto dell'acqua abbiamo incominciato ad utilizzare carbone, gas, gasolio, energia nucleare (siamo partiti anche con il nucleare).
Adesso, una cosa non va bene, l'altra nemmeno.
Non vorrei che l'unica soluzione fosse il fotovoltaico, perché dopo aver letto una relazione su un progetto d'installazione di una fabbrica che produce pannelli fotovoltaici, c'è da farsi rizzare i capelli (chi li ha) sulla testa! Mi chiedo cosa faremo tra vent'anni di questi pannelli; mi chiedo se qualche politico se lo sia domandato, sempre che interessi. Magari qualcuno è interessato, ma pensa che fra vent'anni potrà utilizzare i soldi derivanti dallo smaltimento.
Questa mania di non lasciare più usare...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consiglieri Negro e Motta, il collega Novero non è molto distante da voi e ritengo che anche lui, come tutti noi, abbia il diritto di essere ascoltato.
Proceda, collega Novero.



NOVERO Gianfranco

Pare che ai colleghi non interessi granché quello che sto dicendo d'altronde i colleghi sanno già tutto. Una delle problematiche della politica attuale è che i politici, ma anche i comuni cittadini, grazie ai mass media, hanno la sindrome diffusa di non ascoltare più.
Il politico in questo eccelle. Tu hai un bell'argomentare, ma ognuno pensa: "Io so già tutto".
No, io non so niente! Io sono nel dubbio totale: non so se la diga in Valsessera sia da fare o no e non so molte altre cose, ma so che in Valchiusella, dove sono andato qualche volta a pescare (sono un pescatore quando ho tempo), se faranno la diga che utilizzerà l'acqua, realizzeranno un'opera che permetterà di consumare meno gasolio. Saremo meno dipendenti dai libici, dai russi, dai francesi, perché ormai viviamo in gran parte grazie all'energia elettrica dei francesi.
Qualche collega lo sa, questo? Sa che senza l'energia elettrica dei francesi le nostre cartiere chiudono? Come si fa a continuare a demonizzare in assoluto? Io sono andato in Valchiusella...



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

Ma non scherziamo! Rovinerà la valle? Invito i colleghi ad andare in Valchiusella! È bellissima, ma li invito ad andare adesso e, se per caso costruiranno la diga, li invito ad andarci anche dopo.
Tutti vanno a Ceresole ad ammirare il lago, ma il Lago di Ceresole senza la diga non esisterebbe! Il Lago di Malciaussia senza la diga non esisterebbe! Il Lago della Rossa - per chi è alpinista - non esisterebbe! così drammatico che i nostri antenati - ormai sono antenati quelli che hanno costruito la diga a Ceresole - abbiano realizzato la diga a Ceresole, a Margone e al Lago della Rossa? Chi ha voglia di camminare, se non vuole prendere l'elicottero - spero che nessuno lo faccia - vada al Lago della Rossa, che secondo alcuni sarebbe stato rovinato dalla diga.
Ma rovinato cosa? Continuiamo ad usare le energie non rinnovabili per i nostri lussi, i nostri costumi, e le energie rinnovabili continuiamo a demonizzarle? Per favore, smettiamola! Scusate!



PRESIDENTE

Grazie, collega Novero.
chiuso il dibattito generale.
Possiamo procedere con la replica del Consigliere Motta, il quale, se intende modificare l'atto d'indirizzo accogliendo le sollecitazioni venute dal Consiglio, lo potrà fare. Le chiedo, quindi, di esplicitare.
Prego, Consigliere Motta.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Accogliendo l'invito del Capogruppo dell'UdC, Negro, che credo parli a nome del suo Gruppo, porrò una modifica all'ordine del giorno.
Non voglio sottrarmi nel dire che il Consigliere Muliere, durante la Commissione del 9 maggio, quando è stato discusso quest'ordine del giorno ho tentato di farmi mandare il verbale, ma non è arrivato in tempo, per leggervi le parole esatte - pur dando un voto non favorevole, ha dichiarato di condividerne i contenuti. Si prometteva, inoltre, che, per la discussione in Aula, si sarebbe portato il contributo che il collega Ronzani richiedeva insieme al collega Taricco, di riportarlo nuovamente in Commissione.
Visto e considerato che dal 9 maggio c'è stato il tempo per avanzare una proposta alternativa e visto che, oggi, accogliamo anche una proposta aggiuntiva all'o.d.g., che, praticamente, completa la condivisione di questo percorso, direi che la modifica, nel secondo punto dell'impegno della Giunta regionale, arriva a dire quanto segue: "dell'inquinamento diffuso di origine agricola e zootecnica, con particolare attenzione a quello riferito all'utilizzo dei prodotti chimici in agricoltura che sia nel pieno rispetto delle norme europee.". Poi si chiude la virgola e si va avanti con "l'applicazione di interventi".



PRESIDENTE

Grazie.
L'ordine del giorno è stato parzialmente modificato, chiedo di fare pervenire per iscritto le modifiche.
Chiedo se l'Assessore Ravello, a nome della Giunta regionale, intende esprimere un parere, anche se non è obbligatorio.



RAVELLO Roberto Sergio

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

La Giunta regionale esprime parere favorevole sull'ordine del giorno così come modificato dal proponente.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 379, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: l'articolo 44 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, recante norme in materia di tutela delle acque dall'inquinamento, ha previsto il Piano di Tutela delle acque della Regione Piemonte (PTA), documento di pianificazione regionale contenente le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico ed a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici, distinti in obiettivi intermedi da conseguire entro il 2008 e obiettivi finali previsti per il 2016 in data 13 marzo 2007, con deliberazione n. 117-10731, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il PTA, redatto sulla base delle risultanze di specifici studi e indagini e dei monitoraggi ambientali delle risorse idriche; esso è costituito da relazione generale, sintesi non tecnica, monografie di area, norme di piano, articolate in norme generali e di area, e da tavole di piano a seguito dell'approvazione del PTA gli uffici della Giunta hanno provveduto a implementare le attività ivi programmate e contestualmente a proseguire l'attività di verifica dello stato qualitativo delle acque superficiali e sotterranee, effettuata attraverso il sistema di monitoraggio regionale delle risorse idriche il PTA, ai sensi dell'articolo 8 delle Norme di Piano (Dinamicità del Piano di Tutela delle acque), è strumento dinamico che opera attraverso una continua azione di monitoraggio, programmazione e realizzazione di interventi, individuazione e attuazione di misure prevedendo che, sulla base delle risultanze del programma di verifica ed al variare delle condizioni di riferimento, la Giunta regionale provveda ad aggiornare il programma di misure in particolare, l'articolo 9 delle Norme di Piano (Clausola valutativa) dispone la presentazione al Consiglio regionale e al Forum per la tutela delle acque di una relazione della Giunta che illustri i provvedimenti adottati, gli esiti della verifica di efficacia degli interventi e il programma di attività per le annualità successive, al fine di consentire all'organo consiliare di formulare direttive e indirizzi per l'ulteriore attività di competenza della Giunta regionale finalizzata all'implementazione del Piano l'articolo 44 delle Norme di Piano (Verifica dell'efficacia degli interventi) stabilisce che la verifica dell'efficacia e dell'efficienza degli interventi previsti dal PTA sia effettuata tramite un sistema di indicatori che misurino i progressi fatti nell'attuazione del programma di misure e i loro effetti sul raggiungimento degli obiettivi del Piano a tal fine, con il supporto dell'Osservatorio Città Sostenibili del Dipartimento Interateneo Territorio Politecnico e Università di Torino, si è provveduto a quantificare lo stato di attuazione delle misure del piano la Giunta regionale ha trasmesso all'organo consiliare con nota del 2 novembre 2010 a firma dell'Assessore regionale all'Ambiente la 'Relazione al Consiglio regionale sullo Stato di attuazione del Piano di Tutela' che riporta i provvedimenti adottati in attuazione del PTA, specifica gli esiti della verifica dell'efficacia degli interventi e propone il programma di attività per le annualità successive il documento sottoposto alla valutazione del Consiglio è composto da diversi elaborati, nello specifico da una relazione generale, che descrive il quadro a livello regionale dello stato ambientale delle acque al 2008 e dello stato di attuazione delle misure di interesse generale, dalle schede monografiche per area idrografica, che riportano l'analisi puntuale delle criticità ancora presenti, dell'evoluzione della qualità e dello stato di attuazione delle specifiche misure di area nonché da un documento di sintesi a carattere divulgativo il contenuto della relazione è stato illustrato in V Commissione consiliare competente in materia di tutela ambientale, l'8 novembre 2010 dall'Assessore regionale all'Ambiente considerato che con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni, recante norme in materia ambientale, si è proceduto al recepimento della direttiva 2000/60/CE, 'che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque', abrogando contestualmente il previgente d.lgs. 152/1999 la citata norma comunitaria in particolare prevede, all'articolo 13, la redazione del Piano di gestione distrettuale come strumento conoscitivo strategico e operativo per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici entro il 2015 a livello di bacino padano, e come disposto dalla legge 27 febbraio 2009 n. 13, la Regione Piemonte ha contribuito, in collaborazione con l'Autorità di bacino del fiume Po e le altre regioni padane e la Provincia autonoma di Trento, alla redazione del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po tale attività si è concretizzata nell'espressione da parte della Giunta regionale, con DGR n. 48-13386, di un parere favorevole sul Progetto di 'Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po' per la successiva adozione in sede di Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino del Po, avvenuta con deliberazione 24 febbraio 2010, n. 1 contestualmente la Giunta regionale approvava altresì la rete di monitoraggio regionale delle acque così come risultante a seguito della revisione effettuata per l'adeguamento alla direttiva 2000/60/CE e al d.lgs. 152/2006 a seguito del rinnovato quadro pianificatorio e normativo di riferimento si è manifestata l'esigenza di allineare il documento regionale di tutela delle acque per renderlo coerente alle nuove disposizioni preso atto che la relazione al Consiglio regionale sullo stato di attuazione del PTA redatta dagli uffici della Direzione ambiente dell'Assessorato all'ambiente, difesa del suolo, attività estrattive e protezione civile, è stata effettuata sulla base del cospicuo patrimonio conoscitivo acquisito con continuità nell'ultimo decennio, funzionale alla verifica della realizzazione e dell'efficacia degli interventi previsti la stesura del documento ha fornito inoltre l'occasione per relazionare al Consiglio rispetto al raggiungimento degli obiettivi di qualità intermedi previsti dalla normativa vigente al termine del 2008 nella relazione si è inoltre evidenziato che l'evoluzione della normativa di riferimento comporta la necessità di pervenire ad uno stretto coordinamento con lo strumento di pianificazione del distretto idrografico del fiume Po, con particolare riferimento alla revisione del sistema di monitoraggio regionale e degli obiettivi di qualità e all'integrazione del programma di misure una bozza del documento è stata illustrata in data 10 febbraio 2010 in sede di Conferenza regionale delle risorse idriche, istituita dall'articolo 13 della legge regionale 13/1997 e composta dal Presidente della Giunta regionale, dalle province piemontesi, da rappresentanti dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM) e dalle Autorità d'ambito territoriale ottimale, direttamente coinvolti nell'attuazione del programma di misure a seguito dell'informativa fornita alla Conferenza si è avviato un confronto attraverso incontri bilaterali con le province e le Autorità d'ambito al fine di condividere i contenuti del programma di misure considerato che, sulla base della lettura dei documenti trasmessi dalla Giunta regionale, emerge quanto segue: relativamente allo stato di qualità delle risorse idriche, la percentuale di siti monitorati conformi all'obiettivo intermedio fissato per il 2008 per le acque superficiali è pari all'88% per i corsi d'acqua, mentre per i corpi idrici lacustri lo stato ambientale risulta parzialmente soddisfacente, essendo stato conseguito l'obiettivo previsto per quattro degli 8 laghi monitorati lo stato delle acque sotterranee risulta pressoché invariato rispetto ai dati di riferimento del PTA ed evidenzia una conformità all'obiettivo del 2015 del 57% nell'acquifero superficiale e dell'85% nell'acquifero profondo, in assenza di obiettivo intermedio previsto per questi corpi idrici per quanto riguarda l'attuazione delle misure del PTA, si rileva un buono stato di avanzamento degli interventi infrastrutturali di fognature e depurazione nonché dell'applicazione dei regolamenti in materia di contenimento degli inquinanti che si riflette in un complessivo miglioramento della qualità delle acque superficiali rispetto al biennio 2001-2002, considerato di riferimento per il PTA permangono in ambito regionale, nonostante le iniziative in corso, forti alterazioni del regime idrologico dei corsi d'acqua aggravate da una concomitante tendenza alla riduzione degli afflussi che si concretizza con la ricorrente carenza di disponibilità per gli usi antropici ed ambientali tali alterazioni costituiscono una rilevante criticità per il raggiungimento degli obiettivi ambientali entro il 2015 il programma di attività per le annualità successive, illustrato nel paragrafo 5 della relazione, fulcro del documento in esame, tiene conto dello stato di qualità attuale delle acque rispetto agli obiettivi ambientali previsti per il 2015, del livello di ottemperanza delle direttive comunitarie in materia di acque, dello stato di attuazione delle misure programmate nell'ambito del PTA e della loro integrazione a seguito delle novità introdotte dalla normativa comunitaria nonché delle principali criticità ancora presenti sul territorio e propone linee prioritarie d'intervento correlate al contenimento dell'inquinamento da fonti puntuali e diffuse e alla riduzione delle pressioni quantitative sulla risorsa idrica condivide le azioni della Giunta regionale mirate a garantire la tutela delle risorse idriche regionali, in accordo con le linee tracciate dalla normativa europea e dalle disposizioni di recepimento nazionali che considerano le acque quale patrimonio che va protetto e difeso il lavoro svolto per adeguare la pianificazione regionale ai criteri innovativi introdotti dalla normativa comunitaria, recepiti dalla normativa nazionale e declinati nel Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po, volti a orientare l'attività verso obiettivi di qualità ambientale che contemperino la tutela dell'intero ecosistema acquatico con l'uso sostenibile delle risorse riconosce la valenza strategica degli interventi contenuti nel PTA ed in corso di attuazione e di quanto proposto dalla Giunta ad integrazione del precedente programma di misure per consentire il raggiungimento degli obiettivi di qualità anticipati al 2015 dalla direttiva quadro delle acque sostiene lo sforzo della Giunta regionale verso l'integrazione tra le diverse politiche che in vario modo incidono sulla disponibilità delle acque e sulla qualità degli ecosistemi da esse dipendenti, coordinando le proprie iniziative con quelle in capo ai diversi Enti territoriali a garanzia di una migliore efficacia degli interventi approva le iniziative attivate dalla Giunta per coinvolgere gli Enti territoriali e gli altri attori presenti sul territorio attraverso l'uso di strumenti di programmazione negoziata, quali il 'Contratto di fiume e di lago', per giungere alla gestione integrata delle acque e alla condivisione degli obiettivi di tutela e valorizzazione delle risorse idriche condivide le linee prioritarie di azioni individuate nel citato paragrafo 5 per fronteggiare le rilevanti criticità quantitative evidenziate a carico delle risorse idriche superficiali che comprendono, in particolare, il riequilibrio del bilancio idrico da realizzarsi attraverso il proseguimento di una pluralità di azioni tra loro sinergiche e in coerenza con quanto definito a livello del distretto padano, l'implementazione della disciplina del deflusso minimo vitale con applicazione dei fattori integrativi ambientali, la razionalizzazione dei prelievi irrigui, la verifica di fattibilità tecnica, ambientale, sociale ed economica per la realizzazione di invasi artificiali a scopo multiplo, la pianificazione dello sviluppo sostenibile dell'uso idroelettrico, l'attuazione di interventi di riqualificazione idromorfologica in sinergia con gli obiettivi di sicurezza idraulica del territorio impegna la Giunta regionale a proseguire, ai fini della tutela delle risorse idriche e del loro uso equilibrato, nelle azioni di stretto coordinamento con l'Autorità di bacino del fiume Po per la definizione delle politiche sovraregionali in materia di acque provvedendo in tal senso alla redazione e all'attuazione del programma operativo regionale e distrettuale di cui alla delibera del Comitato istituzionale 24 febbraio 2010, n. 1 a proseguire l'azione mirata al mantenimento dello stato di qualità buono ed elevato dei corpi idrici, ove già presente, al risanamento di quelli ancora interessati da fenomeni di inquinamento nonché alla piena ottemperanza delle direttive comunitarie in materia di acque, attraverso l'attuazione della strategia delineata nel paragrafo 5 della relazione che per fronteggiare l'inquinamento puntuale e diffuso prevede, in particolare la prosecuzione degli interventi relativi al segmento fognario-depurativo il completamento da parte della Giunta regionale del quadro normativo in merito al contenimento dell'inquinamento diffuso di origine agricola e zootecnica, con particolare attenzione all'inquinamento riferito all'utilizzo dei prodotti chimici in agricoltura, l'applicazione di interventi che limitino la comunicazione tra la falda freatica e le sottostanti falde profonde a tutela della risorsa idrica sotterranea di migliore qualità prioritariamente destinata all'uso potabile nel pieno rispetto delle normative europee a continuare l'attività di controllo sulle risorse idriche, in particolare relativamente agli aspetti quantitativi, così come delineata nel documento in esame, finalizzata sia a garantire l'adeguato rispetto sul territorio delle norme ambientali fissate dal PTA e dal Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po, e in generale dalla normativa di settore, sia a monitorarne l'applicazione e orientare le scelte future dell'Amministrazione a incrementare le iniziative di risparmio idrico in capo ai diversi utilizzatori come contributo irrimandabile al raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla legislazione nazionale e comunitaria".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 408 presentato dai Consiglieri Molinari, Carossa e Marinello, inerente a "Situazione occupazionale RDB S.p.A. di Occimiano"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 408, avente ad oggetto "Situazione occupazionale RDB S.p.A. di Occimiano", presentato dai Consiglieri Molinari, Carossa e Marinello, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Molinari, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MOLINARI Riccardo

Grazie, Presidente.
Purtroppo, ancora una volta da quando è iniziata questa legislatura, ci troviamo in quest'aula ad affrontare un tema spinoso, quello delle aziende in crisi, con le conseguenti ricadute occupazionali negative, le famiglie sul lastrico e i dipendenti in cassa integrazione. I grandi gruppi, che erano ritenuti solidi fino a poco tempo fa, di fronte alla crisi economica che stiamo vivendo, mostrano tutta la loro fragilità.
Oggi, l'attenzione è rivolta a questa azienda, la RDB S.p.A., che opera nel settore dell'edilizia e produce componentistica. Nel nostro paese ha 18 stabilimenti che impiegano all'incirca 1.100 dipendenti. Uno di questi stabilimenti è collocato qui in Piemonte, in provincia di Alessandria, nel comune di Occimiano: è stato aperto negli anni '60 e, oggi, è arrivato ad occupare 80 persone.
Quando nel mese di maggio ho presentato l'ordine del giorno erano arrivate le primi voci della crisi di questa azienda. Dopo un incontro di alcuni dipendenti e Organizzazioni Sindacali con il Vicesindaco di Casale Monferrato, in cui avevano esposto, insieme al Sindaco di Occimiano e agli amministratori, la situazione di crisi dell'azienda, mi ero attivato sottoscrivendo e presentando quest'ordine del giorno, che doveva cercare di porre l'attenzione sul rischio di chiusura di questa azienda.
Ebbene, nel giro di pochi mesi, la situazione è molto cambiata, perch abbiamo avuto un aggiornamento e, soprattutto, la conferma che quello che sembrava un rischio, una preoccupazione o una minaccia, purtroppo, è una triste realtà. Quindi, ad oggi, l'RDB di Occimiano è destinata a chiudere con le conseguenti ricadute occupazionali di cui parliamo.
Vorrei fare un excursus delle date e degli episodi che hanno determinato questa crisi. Nel mese di maggio, ci sono state le prime avvisaglie con i fornitori, che lamentavano un ritardo eccessivo nei pagamenti, e l'azienda che dichiarava di avere problemi di liquidità. Da qui, i primi incontri istituzionali - ho ricordato quello con il Vicesindaco di Casale Monferrato - e i primi tavoli richiesti da parte delle organizzazioni sindacali, per arrivare il 12 luglio, presso il Ministero allo sviluppo economico, a istituzionalizzare un tavolo tecnico di crisi permanente, a cui erano invitate le Organizzazioni Sindacali e le rappresentanze dell'azienda, per cercare di fare luce sulla situazione di quest'importante impresa del nostro territorio.
Il 12 luglio è stato istituzionalizzato questo tavolo cui la Regione Piemonte non è stata invitata, come nemmeno gli Enti locali, benché i vari enti che ho citato abbiano la facoltà di partecipare.
Dopo quest'incontro, vi è stato un altro importante appuntamento: un Consiglio comunale aperto presso il Comune di Occimiano, cui - lo voglio dire - tutta la delegazione alessandrina del Consiglio regionale ha partecipato. Erano presenti il sottoscritto, il collega del PD Rocchino Muliere, il collega del PdL Marco Botta e l'Assessore Vicepresidente della Regione Ugo Cavallera.
In quella sede, di nuovo, si viveva un senso di incertezza, perch ancora non c'era la conferma delle intenzioni dell'azienda, nonostante sul sito internet della RDB fosse già stata pubblicata una bozza di piano aziendale che non ricomprendeva lo stabilimento di Occimiano tra quelli che s'intendeva tenere aperti. Purtroppo, la conferma di quest'intenzione che avevamo letto soltanto su internet c'è stata pochi giorni dopo quel Consiglio comunale aperto: il 15 settembre, presso il Ministero dello Sviluppo economico.
In questa sede, la RDB ha presentato e ufficializzato il piano aziendale, che altro non era che quello già pubblicato su internet, che prevede la soppressione di diversi stabilimenti, tra cui il nostro di Occimiano, senza alcuna prospettiva per il futuro e senza alcun'ipotesi di salvataggio dell'azienda, quindi di salvataggio dei dipendenti.
evidente che la situazione, come ho testé ricordato, è molto cambiata rispetto a maggio e ci si chiede a cosa possa servire, oggi, parlare di questa situazione, essendosi concretizzato quel pericolo di cui parlavamo.
Pertanto, propongo di modificare il testo dell'ordine del giorno - ho già consegnato le modifiche alla Presidenza - nel modo seguente: a fronte dei cambiamenti di cui vi ho parlato eliminare il "considerato che", in cui avvertivo che c'erano delle voci su questa crisi, determinata da questo problema di liquidità da parte dell'azienda nei pagamenti con i fornitori e sostituirlo con "considerato che nell'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico del 15 settembre l'RDB ha presentato un piano aziendale che prevede la chiusura dello stabilimento di Occimiano". Poi, all'interno dell'ordine del giorno cambiare anche la parte dispositiva, visto che verificare la fondatezza delle voci a poco serve, perché abbiamo la conferma della crisi dell'azienda.
Quindi, propongo di modificare l'ordine del giorno come segue: "Impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso la dirigenza aziendale, a tutela dei dipendenti della RDB, e a partecipare ai tavoli tecnici istituiti presso il Ministero dello sviluppo economico". Questo è determinato dal fatto che, come ricordavo prima, la Regione non è invitata formalmente, ma ha la possibilità di intervenire e tutti conosciamo il ruolo che può avere la Regione sugli ammortizzatori sociali. Già oggi i dipendenti della RDB sono in cassa integrazione, stanno lavorando soltanto più gli amministrativi a rotazione, mentre gli operai hanno già smesso di lavorare quindi la crisi è assolutamente evidente e palpabile.
A cosa serve parlare oggi di questa situazione? Sicuramente ad invitare formalmente la Giunta regionale a partecipare a questi tavoli. Ho già avuto rassicurazioni da parte dell'Assessore Giordano che la Giunta sta partecipando direttamente con i propri tecnici - e per questo ringrazio ma può servire discuterne. Infatti, come abbiamo già visto relativamente alle tante crisi aziendali di cui si è parlato in Consiglio, far sì che la notizia esca e che l'attenzione dei media sia concentrata sul tema del lavoro, soprattutto sulla difficoltà dei lavoratori che rischiano di perderlo il lavoro - anzi, in questo caso lo perderanno sicuramente - pu in qualche modo, smuovere qualcosa nel tessuto economico del nostro territorio e della nostra regione.
Si è parlato di molte aziende in crisi; un esempio è quello della Space Cannon di Fubine: ne abbiamo parlato, le varie forze politiche si sono impegnate ad affrontare insieme il tema, quanto meno tenendo alta l'attenzione mediatica su quella crisi.
Ad oggi, la maggior parte dei dipendenti di quell'azienda, sempre collocata nell'alessandrino, a Fubine, ha trovato una nuova collocazione lavorativa (chi in un'azienda di Settimo Torinese, chi in una nuova azienda aperta a Solero, chi in un'azienda di Roma). Si sono divisi sul territorio ma quelle professionalità hanno trovato una risposta.
La speranza è che la stessa cosa possa accadere ai dipendenti della RDB.
Per questo motivo, chiedo al Consiglio tutto, all'unanimità, di approvare quest'ordine del giorno, poiché, seppure consapevoli che purtroppo la politica poco può fare nella determinazione delle volontà economiche di chi oggi gestisce le imprese nell'attuale Consiglio di Amministrazione di RDB, quello che può fare - l'opera di mediazione che già sta facendo - è sicuramente parlare di questo dramma, parlare del dramma del precariato, del dramma della perdita del lavoro e della crisi.
Tenere alta l'attenzione può portare qualche speranza in più per quei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
La situazione dell'azienda in questione è già stata illustrata in modo preciso dal collega Molinari.
La modifica dell'ordine del giorno tiene conto della situazione che si è venuta a creare nei mesi successivi alla presentazione dell'ordine del giorno stesso.
Siamo di fronte ad una crisi aziendale che si aggiunge a quella di molte altre aziende piemontesi, in particolar modo nella provincia di Alessandria, nella zona di Casale, che soffre più di altre zone la crisi industriale ed economica.
Siamo di fronte ad un'azienda che aveva quote di mercato importanti pertanto non si capiscono bene le ragioni della sua crisi.
Ritengo che occorra parlarne e sottolineare l'impegno del Consiglio regionale, dell'Amministrazione regionale.
Sono convinto che non sia sufficiente che gli organi d'informazione parlino delle crisi aziendali. Certo, bisogna parlarne, bisogna far sapere che c'è attenzione da parte degli Enti locali, della Regione, dei Parlamentari, delle forze politiche e sindacali, però questo non basta perché ogni giorno siamo di fronte ad una crisi aziendale, nella provincia di Alessandria e nel resto del Piemonte.
Ritengo che approvare l'ordine del giorno, al quale daremo voto favorevole, sia una dimostrazione di sensibilità. Nello stesso tempo chiedo - Presidente - che gli Assessori competenti riferiscano al Consiglio cosa è successo, cosa sta accadendo, quali sono le informazioni che ha la Giunta regionale e qual è l'impegno della stessa rispetto alla crisi di quest'azienda.
Oggi ho letto che l'Assessore Porchietto si è impegnata ad un incontro con l'azienda a Occimiano, pertanto è importante, visto che approveremo quest'ordine del giorno, che nella prossima seduta del Consiglio regionale se non oggi, l'Assessore Porchietto venga a riferire al Consiglio cosa sta accadendo nel rapporto con l'azienda e nel rapporto con il Ministero.
Sempre oggi ho letto che lunedì, a Roma, ci sarà un incontro con le banche perché c'è anche la questione relativa alla liquidità, alla difficoltà di accedere al credito da parte dell'azienda.
Pertanto, al di là dell'approvazione dell'ordine del giorno, di fronte a un ordine del giorno che parla di una crisi aziendale, della solidarietà che bisogna dare ai lavoratori, dell'impegno che bisogna sottolineare per salvare l'azienda (sono e siamo molto pessimisti, riguardo al futuro di quest'azienda), considero utile la presenza dell'Assessore in aula, per comunicare al Consiglio cosa sta accadendo.
C'è una maggioranza, c'è una Giunta, e la Giunta ha competenze in questa direzione: occorre un confronto su tali questioni, per sentire dalla Giunta cosa si sta facendo per cercare di salvare quegli 80 posti di lavoro.
Presidente, voteremo a favore dell'ordine del giorno, a fronte dell'impegno di discutere la questione nella prima seduta di Consiglio regionale, con una relazione dell'Assessore competente (l'Assessore al lavoro), ma anche dell'Assessore all'industria, perché ritengo che le competenze si intreccino e che entrambi gli Assessori possano riferire al Consiglio su questa crisi aziendale.
Voglio ricordare che alla seduta di Consiglio comunale aperto, oltre noi Consiglieri, era presente anche il Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Naturalmente non ho nulla da aggiungere alle considerazioni svolte dal collega Muliere.
La discussione sulla crisi di quest'azienda ci offre l'opportunità di porre una questione molto delicata al Governo regionale.
All'inizio del mese d'agosto, la III Commissione si è riunita per discutere la proposta di deliberazione riguardante il sostegno al reddito previsto da una legge regionale.
In quell'occasione, l'Assessore Porchietto ha illustrato i contenuti della deliberazione regionale, che stanzia 12 milioni di euro per garantire il sostegno al reddito ai lavoratori privi di ammortizzatori sociali.
Noi, in quell'occasione, abbiamo posto una serie di rilievi (pochi, per la verità); in particolare, abbiamo invitato l'Assessore Porchietto a considerare l'esigenza di superare un requisito, sul quale non voglio tediare i Consiglieri, che riguarda l'aver almeno un figlio a carico perché quel requisito, nel precedente bando, aveva finito per restringere la platea di coloro che avevano un accesso al sostegno al reddito.
Non solo: sulla base dei dati forniti ovviamente alla Commissione dell'Assessore Porchietto, quel requisito aveva finito per discriminare alcuni lavoratori (quelli che non hanno il figlio a carico).
Il risultato è stato l'aver discriminato alcuni lavoratori in Piemonte.
In più, abbiamo speso una piccola parte delle risorse stanziate: un lusso che il Piemonte non si poteva permettere, stante il carattere della crisi e il fatto che si annuncia anche per il 2012 una fase di recessione produttiva ed economica.
L'Assessore Porchietto ha concluso la Commissione lavoro - ne fa fede credo, il Consigliere Vignale - impegnandosi ad apportare rapidamente (era sua facoltà anche il non farlo) le modifiche emerse durante il dibattito in Commissione e ad approvare rapidamente la proposta di deliberazione.
Siamo quasi ad ottobre, Vicepresidente Cavallera: due mesi, 60 giorni per cambiare cinque parole di una deliberazione mi sembrano francamente tanti.
Stiamo parlando di sostegno al reddito per alcune migliaia di lavoratori.
Ne approfitto, perché noi non possiamo fare parole su tali questioni! E poi, l'unico provvedimento che potete adottare, con il quale stanziare 12 milioni di euro per dare sostegno al reddito ad alcune migliaia di lavoratori, è lì che langue da due mesi, Vicepresidente Cavallera.
Ricordo che le proposte che noi facemmo in quell'occasione muovevano dall'esigenza di evitare l'esperienza del primo bando quando, a fronte di 7.730 domande presentate, voi finanziaste - perché i titoli ce li avevano quelli - 1.735 lavoratori. Da qui l'esigenza di evitare che una Regione che ha i problemi che prima ricordavo, non fosse nelle condizioni - perch il bando era un bando viziato da norme restrittive - di impegnare l'intera somma per finanziare il sostegno al reddito.
Colleghi della maggioranza, noi abbiamo chiesto all'Assessore Porchietto di dirci come stanno le cose. Oggi ho letto sul giornale che l'Assessore Porchietto, anziché fare il mea culpa e dichiarare che la Giunta provvederà, ha detto: "Ma la colpa è dell'opposizione, che ha chiesto delle modifiche". Simpatico, questo è il massimo della vita! Il Governo regionale viene in Commissione, il Governo regionale ha una maggioranza, il governo regionale può decidere, il governo regionale decide di tener conto delle osservazioni fatte da noi, se accolte quelle modifiche significavano e significano eliminare cinque parole dalla proposta di delibera presentata in Commissione dall'Assessore Porchietto, lei per due mesi non assume il provvedimento, invitata a dirci perché non lo assume con chi se la prende? Con l'opposizione, che due mesi fa ha chiesto - con il suo parere favorevole - di modificare un paragrafo della delibera! Allora, partiamo dalla vicenda di Alessandria, perché è una crisi seria, e di crisi così ce ne sono tante. Qui c'è un tema di fondo che riguarda ormai la crisi che ha investito il Paese, rispetto alla quale personalmente penso che non servirà a nulla il decreto annunciato dal Governo in queste ore perché, appunto, è un Governo che non affronta il tema della crescita. Ma non è questo l'oggetto della discussione.
Il sostengo al reddito. Il provvedimento, Vicepresidente Cavallera quando lo adottate? Quando stanziate i 12 milioni di euro per garantire il sostegno al reddito ad alcune migliaia di lavoratori? Perché c'è una contraddizione tra il grido d'allarme che lancia il Consigliere Molinari riferito a un'azienda che mi auguro possa affrontare la crisi e uscire dalla crisi - e il fatto poi che abbiamo una maggioranza, una Giunta e un Assessore che non fanno le cose normali che devono essere fatte. Perch fare questa delibera per impegnare quelle risorse e garantire il sostegno al reddito è una cosa normale che deve essere fatta in una situazione di crisi, e anche urgentemente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
L'ultimo intervento del collega Ronzani sposta il tema su riflessioni tutte molto importanti, ma di contenuto veramente generale: bisognerebbe allora chiedersi cosa si aspetta a modificare le normative sulle casse integrazioni e sulla questione che cerchiamo di mandare in equilibrio ossia il sistema pensionistico, ma continuiamo a fare del sistema pensionistico la cassa a cui tutti attingono per finanziare anche gli ammortizzatori sociali, che hanno modalità di svolgimento che tanti Paesi europei molto più forti dell'Italia hanno cambiato nel corso degli anni.
C'è poi - giustissima - la questione del sostegno al reddito. Noi siamo tra quelli che dicono che non possono esserci lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, che anche coloro che non vivono nel sistema della grande impresa debbono in qualche maniera vedersi riconosciuto un sostegno nel momento in cui hanno delle difficoltà.
Tuttavia, la mozione che il collega Molinari ha presentato e che oggi è oggetto di questo dibattito riguarda un'azienda in particolare, che è un'azienda di Occimiano, che però in realtà ha moltissime sedi in altri luoghi d'Italia, che ha vissuto quella parte della sua storia raggiungendo anche dei risultati di produzione e di produttività molto ampi e che adesso è stata interessata da questa forte crisi che ha delle connotazioni veramente molto negative.
Ringrazio il collega Molinari che ricordava la nostra presenza in tutti i momenti in cui questa crisi si è svolta. Devo dire che la Regione Piemonte è stata molto presente e ha seguito questa crisi con grande intensità, sia con l'Assessorato al lavoro e quindi con l'Assessore Porchietto ma anche con l'Assessorato all'industria quindi con l'Assessore Giordano. Non è un caso che al Consiglio comunale aperto, svoltosi poche settimane fa a Occimiano, fosse presente non solo il Vicepresidente della Giunta regionale e un'ampia delegazione di Consiglieri regionali, ma anche i funzionari dell'Assessorato all'industria.
Devo dire che, oltre alla presenza costante del Vicepresidente l'Assessore Porchietto è in continuo collegamento con il Sindaco di Occimiano, che sappiamo essere molto attivo e giustamente preoccupato di questa vertenza.
Mi pare che il 13 di ottobre stia per essere calendarizzato un incontro tra l'Assessore Porchietto, il Vicepresidente Cavallera, i rappresentanti del Consiglio regionale, le rappresentanze sociali e il Sindaco proprio per tirare un po' le somme di quello che è stato fino ad oggi. Quindi al collega Muliere dico che magari conviene attendere il 13 di ottobre.
Noi partecipiamo, come sempre abbiamo fatto, a tutti gli incontri anche perché da Roma le notizie sono ancora frammentarie. L'incontro del 15 settembre, purtroppo, non è stato assolutamente decisivo - nel bene, voglio dire, perché il 14 l'azienda ha presentato un piano industriale che lo stesso Ministero ha ritenuto un po' claudicante.
C'è stato ancora un incontro ieri tra il Sottosegretario Saglia, che dobbiamo ringraziare perché tra le decine e centinaia di casi di problemi segue la RDB con grande costanza e attenzione, anche su sollecitazione della Regione, e il dirigente Castano proprio con la dirigenza di RDB.
Insomma, è un percorso, un'evoluzione che viene seguita molto dalla parte pubblica. Certamente noi, che abbiamo sentito le parole anche di dirigenti di quell'azienda - mi fa piacere che sia arrivata in Aula l'Assessore Porchietto - o di aziende collegate alla RDB, sappiamo che è una crisi strutturale che non parte da questo momento, pur difficile, di mercato e che, per essere risolta, necessita veramente di un grande impegno e, in particolare, della possibilità che magari un nuovo assetto societario dia speranze a questo insediamento industriale, che è importante per Occimiano, ma è importante - ritengo - un po' per tutta la zona del Casalese, che soffre già veramente di tanti altri problemi, legati soprattutto alla filiera del freddo.



PRESIDENTE

In replica, vuole brevemente spiegare le modifiche, collega Molinari? La parola al Vicepresidente Molinari in qualità di Consigliere.



MOLINARI Riccardo

Presidente, nell'illustrazione dell'ordine del giorno ho già spiegato le modifiche, ma le posso ripetere.



PRESIDENTE

Siccome nel frattempo è arrivata l'Assessore Porchietto, potrebbe sintetizzare le modifiche.



MOLINARI Riccardo

Certamente.
Sostituirei la parte del "considerato che", visto che nella versione originaria si parlava di "voci sulla crisi" che invece sono state confermate, con questo testo: "Nell'incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico del 15 settembre, la RDB ha presentato il piano aziendale che prevede la chiusura dello stabilimento di Occimiano".
Manterrei invariata la parte "ritenuto che l'eventuale smantellamento di uno o più stabilimenti produttivi avrebbe catastrofiche ripercussioni in termini occupazionali".
Cambierei il dispositivo così: "Impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso la dirigenza aziendale a tutela dei dipendenti della RDB e a partecipare ai tavoli presso il Ministero dello Sviluppo Economico".
Questo solo per rispondere non in polemica al collega Ronzani. Non è che in quest'ordine del giorno si fanno solo parole. L'aspetto mediatico è importante ma non è l'unico; quello che può fare la Regione è contenuto all'interno di quest'ordine del giorno. Questo tavolo tecnico permanente di crisi, come ho detto prima, non prevede la partecipazione obbligatoria della Regione e degli Enti locali interessati (quindi Provincia di Alessandria e Comune di Occimiano).
Con quest'ordine del giorno si chiede di vincolare e formalizzare quanto la Regione già sta facendo, cioè di partecipare costantemente a questi tavoli, visto che l'obbligatorietà alla costituzione del tavolo non è prevista. C'è quindi una parte dispositiva che dà un obbligo vincolante alla Regione di partecipazione attiva a quelle che sono le vicende della RDB, partecipazione che però nei fatti già c'è, quindi andiamo semplicemente a formalizzare un impegno già concreto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Tenuto conto che condivido l'impegno chiesto alla Giunta regionale con l'ordine del giorno, vorrei soltanto sintetizzare, anche se è già stato fatto - non soltanto sulla RDB, ma in questo momento stiamo parlando di RDB, quanto sta facendo la Regione, a prescindere dalla partecipazione formale o meno sui tavoli, anche nazionali, con la Direzione del Ministero dello Sviluppo Economico, Area crisi. C'è un sistematico raccordo, quindi comunicazioni, non dico giornalmente ma quasi, in particolare con il dottor Castano, su tutte le tematiche e le problematiche delle aziende in crisi della Regione Piemonte.
chiaro che sulla RDB non c'è soltanto un raccordo con il Ministero ma c'è un raccordo con i Consiglieri della Provincia di Alessandria, che sistematicamente si tengono in contatto con l'Assessorato; così come il Sindaco di Occimiano ci ha chiesto di essere presenti ad un incontro nelle prossime settimane (proprio in queste ore stiamo concordando la data, che chiaramente verrà verificata con i Consiglieri che vorranno parteciparvi).
C'è quindi un'attenzione particolare anche perché, com'è già stato detto, il tavolo ministeriale ha evidenziato alcuni punti oscuri di questa trattativa. Dobbiamo capire anche con l'azienda quali saranno gli impegni che la stessa si assumerà.
Prendo atto dell'ordine del giorno, ma c'erano alcune precisazioni a cui do assolutamente parere favorevole.
Per quanto riguarda i temi non attinenti, credo importante attenersi agli ordini del giorno; eventuali esternazioni o polemiche sarebbe più opportune farle in altre sedi.



PRESIDENTE

Ci sono esigenze di aggiungere delle firme? Pertanto, i Consiglieri Motta e Muliere sono autorizzati dal proponente.
Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno 408 come modificato dal proponente, con parere favorevole della Giunta regionale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 408, il cui testo recita: "Premesso che: la RDB S.p.a., che opera nella progettazione, produzione e installazione di sistemi e strutture prefabbricate per attività industriali, commerciali infrastrutturali, sociali e di logistica e nella produzione di componenti per l'edilizia residenziale e le ristrutturazioni, fondata nel 1908, conta oggi circa 15 stabilimenti produttivi, di cui 1 ad Occimiano in Provincia di Alessandria aperto agli inizi degli anni sessanta e destinato al mercato dell'area nord ovest dell'Italia. L'azienda conta circa 1100 dipendenti dei quali 80 impiegati nello stabilimento alessandrino considerato che: circolano voci sempre più insistenti che vedrebbero l'azienda in difficoltà e con seri problemi di liquidità: pare infatti che diversi fornitori attendano da mesi di essere pagati e che la dirigenza aziendale stia pianificando lo smantellamento di alcuni stabilimenti produttivi il Consiglio regionale del Piemonte ritenuto che: l'eventuale smantellamento di uno o più stabilimenti produttivi avrebbe catastrofiche ripercussioni in termini occupazionali impegna la Giunta regionale a verificare la fondatezza dei succitati rischi, attivandosi presso la dirigenza aziendale a tutela dei dipendenti della RDB.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione n. 455 presentata dai Consiglieri Muliere, Artesio, Boeti Bresso, Buquicchio, Cerutti, Cursio, Laus, Lepri, Manica, Motta Angela Negro, Pentenero, Reschigna, Ronzani, Stara, Taricco, inerente a "Rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto"; ordine del giorno n. 217 presentato dai Consiglieri Cerutti, Artesio, Reschigna, Buquicchio, Bresso e Cursio ed altri; ordine del giorno n. 219 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Fondo per le vittime dell'amianto"; mozione n. 500 presentata dai Consiglieri Botta Marco, Costa Rosa Anna, De Magistris Molinari, Motta Massimiliano, Pedrale, Tentoni, Toselli e Valle, inerente a "Politiche sull'amianto"


PRESIDENTE

Colleghi, il punto 4) all'o.d.g. è articolato, perché comprende quatto atti di indirizzo sul tema amianto che saranno messi in discussione congiuntamente: mozione n. 455 "Rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto" presentata dal Consigliere Muliere, Artesio, Boeti, Bresso, Buquicchio Cerutti, Cursio, Laus, Lepri, Manica, Motta Angela, Negro, Pentenero Reschigna, Ronzani, Stara, Taricco ordine del giorno n. 217 "Finanziamento L.R. 30/2008 'Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto'", presentato dai Consiglieri Cerutti, Artesio, Reschigna Buquicchio, Bresso, Curio, Bono, Biolé, Negro ordine del giorno n. 219 "Fondo per le vittime dell'amianto", presentato dal Consigliere Buquicchio, Ponso, Mozione n. 500 "Politiche sull'amianto" presentata dai Consiglieri Botta M., Tentoni, Motta M., Toselli, Valle Costa Rosa Anna, Pedale, De Magistris, Molinari.
La Presidenza, con il consenso dei firmatari, dichiara assorbite e superate le interrogazioni n. 564 "Centro regionale amianto" presentata dal Consigliere Botta Marco e n. 469 "Piano regionale amianto" presentata dalla Consigliera Artesio.
La Presidenza, se i firmatari sono d'accordo, ritiene attratta dalla discussione l'interrogazione n. 469, "Piano regionale amianto" della Consigliera Artesio e l'interrogazione n. 564, "Centro regionale amianto" presentata dal Consigliere Marco Botta.
Chiederò di illustrare ad ognuno il proprio atto di indirizzo, faremo poi un'unica discussione generale; al termine, procederemo con le votazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere per l'illustrazione della mozione n. 455; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Più volte in quest'Aula abbiamo ampiamente discusso della situazione difficile della nostra regione, in particolar modo di alcune zone, come la situazione drammatica della città di Casale e il dramma che vivono migliaia di famiglie. Non vorrei ritornare su alcuni dati estremamente preoccupanti di una situazione che purtroppo continua ad essere molto pesante.
Ho voluto presentare questa mozione perché l'11 luglio c'è stata un'audizione dell'associazione "Familiari vittime dell'amianto" e delle organizzazioni sindacali di Casale, in cui si è evidenziata una forte preoccupazione. Il processo all'Eternit di Casale continua - ogni giorno abbiamo notizie attraverso mezzi d'informazione - ma speriamo in una sua conclusione a breve. Essendo un processo che avrà ripercussioni anche in altre situazioni a livello mondiale, è estremamente importante l'esito finale.
In quest'incontro, l'associazione "Familiari vittime dell'amianto" e le organizzazioni sindacali hanno chiesto alcuni impegni. Credo sia importante che oggi il Consiglio approvi questa mozione, proprio perché questi impegni vengano effettivamente assunti, non solo dal Consiglio regionale, ma dalla Giunta regionale.
L'11 luglio chiedevano, per esempio, che il Centro Regionale Amianto istituito con legge 30, approvata ad un'unanimità dal Consiglio regionale nell'ultima legislatura, che opera attraverso la convocazione del Comitato strategico, venga riunito.
Nella legge si diceva che il Comitato strategico si doveva riunire almeno cinque volte l'anno. Ci hanno ricordato che dal febbraio 2010 il Comitato strategico non si è più riunito. Non so se dall'11 luglio ad oggi c'è stata la convocazione, ma non mi risulta che sia stato riunito. Ecco perché, attraverso questa mozione, chiediamo alla Giunta di impegnarsi a riunire, nel più breve tempo possibile, il Comitato strategico, quindi di riattivare l'azione, il lavoro del centro regionale per l'amianto.
Credo sia estremamente importante. Un segnale che noi dobbiamo dare dopo che l'Associazione e le organizzazioni sindacali ci hanno chiesto di riunire nel più breve tempo possibile, nuovamente, il Comitato strategico.
Del resto, è un impegno fissato da una legge della Regione Piemonte.
L'altra questione che ci hanno chiesto, l'impegno affinché quello che era stato scritto nell'accordo tra l'ASL di Alessandria e le organizzazioni sindacali venga attuato. L'accordo diceva: "L'ASL di Alessandria s'impegna a sostenere, attraverso un programma di concreto miglioramento, le sperimentazioni cliniche sul mesotelioma, con l'obiettivo di creare un punto di riferimento coordinato per diagnosi, cura, assistenza, anche psicologica, ai malati e alle loro famiglie".
Ecco perché anche su questo punto chiediamo ci sia una concretezza rispetto al Protocollo d'intesa tra l'ASL di Alessandria e le organizzazioni sindacali, altro punto che ci hanno chiesto nell'incontro dell'11 luglio. L'altra questione è relativa alla forte preoccupazione espressa in quell'incontro dalle organizzazioni sindacali e dall'Associazione per quanto riguarda l'opera di bonifica. In particolare modo, per quanto riguarda la bonifica che interessa i privati.
Si è intervenuti in modo decisivo rispetto all'area dove era situata l'Eternit. Oggi quell'azienda, che molti di noi hanno potuto visitare più di una volta, la struttura non esiste più, l'area è stata bonificata, ma la bonifica nel casalese deve continuare, ecco perché si è chiesto un impegno preciso da parte del Governo, perché continui ad essere finanziata l'opera di bonifica, in particolare modo per quanto riguarda i privati. Sappiamo che la questione è molto complessa, non basta affermare la necessità di continuare l'opera di bonifica, ci vogliono risorse, risorse cospicue per continuare l'opera di bonifica.
un impegno che noi dobbiamo chiedere al Governo. Naturalmente anche la Regione Piemonte ha fatto e deve continuare a fare la sua parte. Credo che la mozione sia una sollecitazione in questa direzione, alla Giunta affinché nei confronti del Governo ci sia una sollecitazione continua per far sì che risorse importanti possano essere utilizzate nella città di Casale e nel casalese per continuare l'opera di bonifica.
Ecco perché credo sia importante l'approvazione di questa e delle altre mozioni e ordini del giorno presentati sull'argomento.



PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 217.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Nell'illustrazione di questa proposta al Consiglio, di quest'ordine del giorno, vorrei compendiare sia l'illustrazione, sia l'intervento relativamente alla mozione testé illustrata dal Consigliere Muliere.
Noi ragioniamo, nell'insieme di questi documenti, su due binari che sono non paralleli, ma integrati e che hanno riguardato l'impegno del Consiglio regionale, se bene ricordo, in modo unanime su due livelli complementari.
Il primo. La necessità di assumere, come ha fatto il Consiglio regionale, una responsabilità in capo alle normative nazionali, riguardanti lo smaltimento della presenza d'amianto e fibre d'amianto nei manufatti civili ed industriali. Questo impegno è stato assunto con la legge regionale n. 30, è un impegno che dà attuazione alle disposizioni di legislazione nazionale e comunitaria, ma è anche un impegno cui devono seguire delle coerenze di carattere economico e di carattere organizzativo.
Qual è, infatti, la difficoltà principale nella quale ci si trova nell'applicazione della legge n. 30? Quella di riuscire a sostenere l'impegno delle amministrazioni comunali, con un ristoro adeguato di risorse economiche. Tutti i documenti alla nostra attenzione sottolineano come i censimenti realizzati dimostrino una presenza più diffusa di quanto non siano gli elenchi dei manufatti sottoposti a programmi di rimozione. Il che significa che o non riusciamo a sostenere gli Enti pubblici, oppure non riusciamo a corroborare l'iniziativa dei privati che devono autonomamente procedere all'interno delle loro residenze ma che, evidentemente, lo posso fare in termini di autotutela e di tutela della comunità, quanto più sono sostenuti da risorse pubbliche.
Un primo impegno al quale dovremmo essere tutti richiamati, perch tutti abbiamo condiviso l'intenzione delle legislazioni regionali, è quello di trovare nelle successive previsioni di bilancio la volontà di aumentare le risorse destinate.
Mi spiace ricordare, perché purtroppo appartiene alla mia memoria di amministratore, che quando in sede di discussione di assestamento dell'anno finanziario 2010 ho presentato un emendamento volto ad aumentare il capitolo della legge, non ho trovato la stessa unanimità. Mi auguro quindi, che oggi votando, spero in modo unanime, assumiamo un impegno verso i prossimi esercizi finanziari che saremo chiamati a discutere nelle prossime settimane.
Dicevo due elementi concorrenti. Uno e il tema generale delle bonifiche ambientali, l'altro la gestione delle conseguenze nelle quali le popolazioni dei territori interessati si sono trovate coinvolte, purtroppo perché questo è l'andamento della malattia, e si troveranno coinvolte negli anni avvenire. Vale a dire tutte le popolazioni che sono colpite dalle conseguenze dell'esposizione ad amianto, quindi interessate da affezioni di tipo polmonare, fino alla più grave delle complicazioni che è il mesotelioma pleurico. Come abbiamo sentito nelle testimonianze al processo su Eternit, l'evoluzione della malattia e la manifestazione di lunga durata dopo l'esposizione ci porta a dire che, purtroppo, territori del nostro Piemonte, si trovano in fortissima condizione di rischio.
Avevamo, su questo, trovato anche una convergenza sulle iniziative del Centro Regionale Amianto, al di là delle polemiche che avevano accompagnato la sua istituzione. La convergenza era sostanzialmente in questi termini.
Da un lato una responsabilità di sorveglianza sanitaria, dall'altro un supporto nell'ambito sanitario alle iniziative di prevenzione e quindi l'accompagnamento a tutte le attività di rimozione. Non dimentichiamoci che oggi, dopo le popolazioni esposte, i soggetti più a rischio sono i dipendenti delle imprese che provvedono allo smaltimento dell'amianto. In terzo, la possibilità di cooperare, non di essere portatori esclusivi dell'iniziativa, a quanto viene messo in campo nell'ambito scientifico locale e non solo, per indagare sulle possibili modalità di trattamento clinico di queste situazioni sanitarie.
Quindi, il Centro Regionale Amianto, istituito sotto l'egida di due responsabilità, quella dell'Assessorato alla sanità e quella dell'Assessorato all'ambiente che vi cooperano attraverso l'ASL di Alessandria e attraverso l'ARPA Piemonte, avrebbero dovuto procedere lungo queste direttrici.
Per farlo sarebbe stato ed è necessario non soltanto un livello di conoscenza tecnica, ma anche la concreta messa a disposizione di competenze professionali, il già citato raccordo con l'azienda ospedaliera di Alessandria per la banca dati, ma anche la necessaria assegnazione di tecnici della prevenzione, ma anche la necessaria assegnazione di personale amministrativo per fare funzionare il centro.
Tutti obblighi in capo alla ASL di Alessandria, per i quali l'ASL di Alessandria aveva ricevuto anche un lieve incremento della propria dotazione economica. Ma accanto alla responsabilità gestionale, esiste una responsabilità sociale. Inutile dire che la questione dell'esposizione all'amianto non è un fatto clinico e non è un fatto di tecnica ambientale.
un fatto di grande responsabilità sociale.
Popolazioni traumatizzate quali quelle del Casalese ormai vivono quotidianamente con la percezione del rischio incombente e il senso di impotenza di non riuscire ad uscire da questa condizione di rischio permanente, il che produce evidenti difficoltà di carattere psicologico. Di qui l'iniziativa anche di supporto psicologico non solo alle vittime, ma anche alle modalità di convivenza per le famiglie che sono state coinvolte da situazioni di malattie e di lutto, ma per l'intera popolazione.
Così come l'accordo con le associazioni portatrici della tutela di queste persone, da quelle sindacali che hanno condotto le grandi battaglie per il riconoscimento del danno professionale, a quelle sociali che rappresentano i cittadini del territorio, affinché possano essere condotte in porto altre iniziative, che chiamare diritto è troppo, perché uno avrebbe avuto il diritto alla salute e il diritto al lavoro, e purtroppo si è trovato il danno alla salute e il danno alle condizioni ambientali e al lavoro, chiamiamolo risarcimento - seppure nessun risarcimento può essere adeguato. Vale a dire il riconoscimento del rischio e il riconoscimento dei danni anche per quelle condizioni che non erano impegnate direttamente nell'attività professionale.
Da tanti anni - lo ricorda il Consigliere Buquicchio nel suo documento dura la battaglia affinché siano iscritti all'interno dell'elenco degli esposti non soltanto i lavoratori, ma tutti coloro che ambientalmente sono stati coinvolti e quanto, leggendo e scorrendo gli elenchi delle vittime o delle persone che hanno contratto il mesotelioma scopriamo figli, nipoti che evidentemente mai hanno lavorato negli stabilimenti Eternit o cittadini che non vi hanno transitato, ma sono evidentemente stati residenti nelle prossimità.
Quindi, un'altra grande battaglia di civiltà che avrebbe meritato l'attività del centro regionale.
Infine, la questione relativa alla ricerca. Sono sempre stata molto netta, perché non amo prefigurare in territori così già gravemente colpiti e già così sofferenti aspettative che poi non possono essere confermate.
Quindi, so bene che quando parliamo della ricerca non possiamo nemmeno mettere in campo una speranza ed un'aspettativa che non siano suffragate dai dati della scienza.
Tuttavia, il fatto che il bando dell'Assessorato alla sanità, quello per la ricerca sanitaria finalizzata, contemplasse anche la possibilità di premiare sia protocolli più incisivi sulla sorveglianza sanitaria sia interventi più puntuali legati alle tematiche di prevenzione, in particolare sui lavoratori che agiscono nell'ambito della rimozione, sia possibilità di ricerca sulla modalità di insediamento e di sviluppo della malattia, era un primo piccolo segnale.
Nulla di tutto questo nell'ultimo anno è avvenuto. Quindi, non voglio in questa sede dividere l'unanimità dell'Assemblea per farne valutazioni di carattere politico. Voglio descrivere la situazione di inerzia, perché il Consiglio ritrovi oggi sulla base di tanti documenti che insistono sullo stesso argomento e provengono da forze politiche diverse, l'unità di intenzioni che ci consenta di proseguire nell'interesse delle popolazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Passiamo ora all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 219, avente come oggetto "Fondo per le vittime dell'amianto", presentato dal Consigliere Buquicchio, che ha pertanto facoltà di illustrarlo.



BUQUICCHIO Andrea

Per l'appunto, come diceva la collega, ci vorrebbe unità d'intenti su questi argomenti.
All'indomani dell'approvazione della legge 30/2088, che recava "Norma per la tutela e risanamento ambientale, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto", autorevoli esponenti dell'allora minoranza, oggi maggioranza in quest'Aula, salutavano positivamente, con sfumature varie, il provvedimento, ritenendolo un passo significativo verso il superamento dell'emergenza ambientale e sanitaria costituita dalla presenza ubiquitaria di ingenti volumi di materiale contenente amianto, quantità insediate e disseminate sul territorio piemontese.
Le obiezioni prevalenti sollevate, allora a parti invertite consistevano nella definizione dell'ammontare dei fondi stanziati dagli esercizi di bilancio.
Le risorse finanziarie erano ritenute dall'allora minoranza insufficienti ad affrontare il problema amianto sul territorio piemontese.
La domanda che mi pongo è: quanto intende investire ora e su quali priorità d'intervento l'attuale governo regionale con la maggioranza che lo sostiene in materia di smaltimento e bonifica dell'amianto? Tale necessità rappresenta per loro, sì o no, una priorità, se non addirittura un'urgenza inderogabile? Se la si ritiene un'emergenza, in particolare per edifici scolastici luoghi di lavoro ed unità abitative nei quali il rischio è amplificato dall'esposizione cronica, l'entità delle risorse deve essere proporzionale agli interventi di emergenza.
Senza un'adeguata copertura finanziaria - nonostante tutti i guai che conosciamo dal punto di vista economico e della crisi che viviamo - nel rigoroso rispetto delle priorità e delle modalità d'intervento, c'è il rischio che le leggi e i dispositivi attuativi in materia d'amianto restino una pura e mera dichiarazione d'intenti, senza reale capacità di produrre effetti che vadano nella direzione del superamento delle vere e reali criticità.
Inoltre occorre incentivare la ricerca sulle patologie correlate all'esposizione, quali il mesotelioma, e i sistemi di smaltimento dei rifiuti, questione annosa per il territorio piemontese che già da decine di anni si trova a fare i conti con la bonifica ambientale, in particolare sul versante del Casalese, area che, tra l'altro, con tutte le colline del Monferrato è stata penalizzata ampiamente oltre che sul piano della salute anche sul piano del valore patrimoniale degli immobili, a vantaggio dei colleghi del Cuneese, del territorio delle Langhe - che, mi permetto di dire, non è che sia più bello del Monferrato.
Questo andrebbe tenuto in considerazione, così come non abbiamo voluto tenere conto della cessione degli immobili ai cari perseguitati dell'Istria.
Ad anni dai primi piani di bonifica permane, variamente distribuito sul territorio del Piemonte, il problema della rimozione dei tetti su edifici pubblici e privati. In più casi si è ancora impegnati e stiamo ancora assistendo all'eliminazione del cosiddetto polverino, utilizzato impropriamente per pavimentare i cortili.
risaputa l'amplificazione del rischio amianto in funzione della sua friabilità e quindi della dimensione corpuscolare delle polveri prodotte. I manufatti contenenti amianto, diffusissimi nell'edilizia pubblica e privata dei decenni scorsi, sono contraddistinti dall'asfaltabilità per invecchiamento.
Ogni anno che si perde per questa bonifica, s'incrementa il rischio per tanti cittadini di ammalarsi di queste patologie correlate all'inalazione di questo maledetto amianto.
Tra le priorità d'intervento, vanno attuati i piani di bonifica per le cave a cielo aperto ed inoltre occorrono maggiori indagini preventive sulla geomorfologia dei siti nella cantieristica delle nuove costruzioni, per individuare bacini sotterranei contenenti il pericoloso minerale.
La parola "amianto" in Piemonte suona come sinonimo di tragedia ambientale e sanitaria per tantissimi lavoratori, tante famiglie e troppi cittadini inermi di fronte a questo problema.
Così come in altri campi attinenti alla salute e alla sicurezza pubblica, è nostro dovere di eletti Amministratori affrontare senza soluzione di continuità il problema, non solo investendo di più e meglio in termini di risorse economiche, ma anche seguendo con scadenza periodica lo stato di avanzamento del progetto globale di bonifica ambientale e sanitaria nel nostro territorio; progetto il cui committente è ciascun cittadino piemontese: ci dobbiamo liberare una volta per tutte di questo maledetto amianto! Un altro aspetto rilevante è quello attinente al risarcimento da esposizione all'amianto, ammesso che si possa parlare di risarcimento quando ci si riferisce al bene primario della salute, che, una volta persa è persa, e non è certo monetizzabile.
Ricordiamo anche, in ambito previdenziale, quanto avvenne per i lavoratori esposti all'amianto all'indomani del varo del maxidecreto del 1 ottobre 2003. Al suo interno fu allora introdotta la riduzione del moltiplicatore dei periodi contributivi da 1.5 a 1.25, assegnando tale coefficiente solo per la definizione dell'importo previdenziale, ma non per il computo del tempo di maturazione del diritto di accesso al trattamento pensionistico. Fu, di fatto, stabilito, per decreto, il primato della stima monetaria della salute dei lavoratori rispetto al computo del tempo a disposizione strettamente correlato al rischio.
Ma vengo ad anni più recenti e all'oggetto dell'ordine del giorno n.
219 da me presentato, di cui dobbiamo discutere e porre in votazione. In ottemperanza alla legge finanziaria 2008 (legge n. 244/2007) è stato istituito il Fondo per vittime dell'amianto, il quale prevede l'erogazione di una maggiorazione alla rendita INAIL per malattie professionali da amianto.
Il punto in questione è che il suddetto Fondo prevede una maggiorazione aggiuntiva diretta o ai superstiti, ma esclude tutti coloro che si sono ammalati o che sono deceduti in seguito ad esposizione ambientale da amianto fuori dagli ambienti di lavoro.
Chiedo pertanto - colleghi, vi prego di approfondire l'argomento - che la Regione Piemonte richieda al più presto al Governo, in particolare al Ministero del lavoro, una modifica della normativa in oggetto al fine di recuperare la ratio unica e principale di questo Fondo, che deve trovare applicazione per tutte le vittime dell'amianto, al di là del contesto ambientale nel quale sono state contratte le specifiche patologie derivanti dall'esposizione da amianto.
Penso che sia una richiesta minima e credo che sia saggio volerla comprendere e votare. Ricordiamoci che la salute - lo sappiamo, perché lo diciamo spesso - è un diritto di tutti e purtroppo è una sola: una volta persa, è persa per sempre. Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame della mozione n. 500 presentata dal Consiglieri Botta Marco e altri, inerente a "Politiche sull'amianto".
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco, per l'illustrazione ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ringrazio anche gli altri colleghi che, con i propri atti hanno riportato l'interesse dell'Aula su questa tematica, che non è assolutamente nuova alle Aule di Consiglio regionale, ma è frutto di un percorso comune che, anche nell'articolato dei dispositivi che abbiamo sentito tracciare da altri colleghi, dimostra una sensibilità molto vicina.
Naturalmente, questi atti nascono in particolare dall'audizione che grazie alla sensibilità della Presidente Spagnuolo, è stata fatta in IV Commissione, unita alla V Commissione, dell'Associazione vittime dell'amianto prima della pausa estiva. Nasce, altresì, da una sensibilità generale verso le problematiche ambientali e sanitarie che la questione amianto ha fatto sorgere un po' in tutto il Piemonte, in virtù, da una parte, della localizzazione nella nostra Regione di importanti cave amiantifere e, dall'altra, di uno degli stabilimenti di produzione dell'amianto - anzi, forse il più importante - localizzato a Casale Monferrato.
Anch'io non vorrò soffermarmi molto sui dati di morte che tutti noi conosciamo e che ormai stanno raggiungendo i picchi più elevati, se si pensa che è causa comune il dire che intorno al 2030-2040 raggiungeremo la massima mortalità dovuta al mesotelioma e alle patologie amiantifere correlate, che comunque hanno fatto già fino ad oggi oltre 2.800 vittime con un'incidenza, per il Piemonte, che è quatto o cinque volte superiore all'incidenza a livello nazionale e con un'incidenza molto forte anche in campo femminile.
Il problema vero è che questa malattia non è strettamente correlata all'azione lavorativa, in quanto, purtroppo, moltissime vittime non hanno avuto mai a che fare direttamente con il lavoro presso gli stabilimenti Eternit o presso le cave amiantifere piemontesi.
da segnalare che negli ultimi tempi la stessa INAIL sta modificando la sua posizione: per il solo fatto che alcuni lavoratori si siano ammalati lavorando in stabilimenti i cui tetti erano fatti d'amianto, l'INAIL richiede ai datori di lavoro il risarcimento dei danni, dando vita ad un'ipotesi che potrebbe essere molto pericolosa. Tenete presente che le coperture d'amianto in Italia sono stimate in circa un miliardo di metri quadri: tante sono legate alle imprese, ma molte anche alle abitazioni private, agli edifici pubblici o alle ATC. Pensate, dunque, quale processo potrebbe mettersi in moto se si accertasse una responsabilità diretta di chi ha la gestione di un immobile in cui si riscontra una morte per mesotelioma non collegata ad un'attività diretta all'amianto, ma soltanto per la sua presenza in un tetto. Pensate a quale dimensione potrebbe avere il fenomeno! Noi, però, dobbiamo partire dai nostri dettati normativi, in particolare dalla legge n. 30 di iniziativa consiliare, votata all'unanimità dal Consiglio regionale, che aveva due filoni principali: quello ambientale, quindi della bonifica, e quello sanitario. È una legge che, a mio avviso, costituisce il perno su cui muovere tutte le politiche legate all'amianto. Naturalmente, non può bastare questa legge per affrontare questo problema in Piemonte; problema che è oramai allargato anche al resto di Italia, dal momento che gli immobili con i tetti in amianto sono presente in tutta Italia e con il passare del tempo e la vetustà di queste strutture - e, quindi, il peggioramento delle condizioni delle coperture d'amianto - il problema diventa davvero nazionale.
Infatti, i vari Governi che si sono succeduti a livello nazionale hanno sempre cercato di dare una risposta a questo problema, in particolare per la zona di Casale Monferrato, tanto che, fino ad oggi, quasi 37 milioni di euro sono stati stanziati per la bonifica dall'amianto.
La Regione Piemonte ha dato il suo contributo, soprattutto nella lotta al polverino, che è una particolare forma d'amianto derivante dalla costruzione dei tubi d'amianto, quelli che sono serviti per la costruzione di tanti acquedotti. Cito il Comune di Casale, che ha speso otto milioni di euro per sostenere la bonifica, che è in fase avanzata, ma, evidentemente mancano ancora risorse.
Il mio appello iniziale è rivolto alla Giunta regionale, ma soprattutto, al Governo nazionale, affinché prosegua quell'opera di finanziamento della bonifica, che è assolutamente indispensabile: se non si aggredisce l'amianto, è chiaro che non si pone neanche un limite alla possibilità dell'insorgenza delle malattie.
Il ruolo nazionale è molto importante dal punto di vista ambientale, ma anche da quello sanitario, perché i finanziamenti che possono arrivare dal Ministero della Salute - in parte sono anche arrivati su progetti precisi devono essere intensificati in relazione all'azione regionale, che si svolge, ormai, da qualche anno, anche attraverso il Centro Regionale Amianto, che è frutto della legge n. 30.
Da parte mia, continuo a dire che il Centro Regionale Amianto deve essere riformato: occorre renderlo un organo più decidente, meno paludato e anche meno ricco di presenze al suo interno, in maniera tale da poter rappresentare veramente quel momento di decisione territoriale, scientifica e ambientale che tutti ci aspettavamo, perché, probabilmente, questo compito non è riuscito a svolgerlo totalmente.
Quindi, in relazione a questo problema, la Regione svolge un ruolo ambientale. Ultimamente, grazie all'attenzione dell'Assessore Ravello, sono state recuperate risorse per dare continuità alla bonifica dell'amianto: infatti, circa 700 mila euro sono stati trovati per non interrompere le bonifiche che si stanno svolgendo a Casale Monferrato. Anche il discorso legato all'informazione è molto importante per la popolazione (un convegno si svolgerà il 14 ottobre), che non può essere obbligata a rimuovere l'amianto: come è avvenuto in questi anni, deve essere aiutata, informata e resa collaborativa nell'eliminazione di questo materiale, che tanto danno ha fatto al nostro territorio. Questo è possibile anche grazie alle attuali formule di cooperazione con il privato, anche attraverso l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti. Insomma, anche solo rispetto a due o tre anni fa, ci sono tante nuove opportunità che la nostra Regione, anche a livello informativo, sta tentando di aiutare a essere conosciute.
Attraverso il dispositivo della mia mozione - è stata firmata da moltissimi Consiglieri: li ringrazio (praticamente tutto il Gruppo del PdL) e ringrazio in particolare il nostro Capogruppo e i nostri Vicecapigruppo che hanno compreso l'importanza di questa materia - chiediamo alla Giunta regionale, che è il nostro interlocutore principe in questo momento, di proseguire nella sua azione di persuasione sul Governo nazionale, presso il Ministero dell'Ambiente e il Ministero della Salute, per ottenere le risorse, che esistono, nel senso che sono state previste per il completamento della bonifica di Casale e della zona del Casalese; di continuare nel finanziamento dei progetti di ricerca relativi al mesotelioma e alle malattie amianto-correlate.
Naturalmente, chiediamo degli impegni direttamente alla Regione, in particolare relativamente al finanziamento della legge n. 30, ma senza ricorrere a questioni urlate o demagogiche. Pur conoscendo le difficoltà di finanziamento e la carenza di risorse con cui dobbiamo confrontarci tutti i giorni, sappiamo che su un tema così importante la sensibilità della Regione non potrà venire meno: già nel bilancio preventivo era prevista una piccola posta a questo scopo e speriamo che, in fase di assestamento questa possa essere aumentata.
In conclusione, ci sentiamo di chiedere alla Regione un interessamento maggiore: so che in questi mesi il Centro Regionale non si è riunito, ma sono state svolte diverse riunioni per verificarne il funzionamento e cercare di migliorarlo.
Oggi, l'impegno da assumere a breve, prima della fine dell'anno riteniamo riguardi una riforma concreta e reale del Centro Regionale Amianto, affinché, dando voce a tutte le realtà che ne fanno parte e ad una pluralità di soggetti che devono essere rappresentati, riesca a diventare quel vero e proprio motore di sviluppo, d'intervento e di iniziativa com'era nello spirito della legge regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Dopo l'Assessore, interverranno i colleghi De Magistris e Artesio.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Sono assolutamente certo che l'Aula si aspetti anche dalla Giunta un parere e qualche elemento di risposta rispetto alle questioni non solo trattate, ma sollevate, rappresentando dei veri e propri quesiti.
Tenterò di mettere ordine ai molti aspetti sollevati, precisando, prima di tutto, che non ritengo possibile individuare elementi capaci di confutare quanto ho sentito da tutti pronunciare fino ad ora.
Come ricordato in qualcuno degli interventi che mi hanno preceduto questa questione tocca non solo la responsabilità ambientale e sanitaria di qualunque ente, ma, prima di tutto, la responsabilità sociale di tutti gli enti, in particolare della Regione. Quindi, la Regione si sente chiamata al rispetto e al riconoscimento di questa responsabilità, per il semplice fatto che, purtroppo, i numeri, non confutabili, descrivono una realtà che potrebbe essere definita come una vera e propria tragedia umanitaria.
Alcuni di questi numeri sono stati ricordati nell'ultimo intervento dal Consigliere Marco Botta, che ringrazio, così come ringrazio gli altri Consiglieri che hanno illustrato altri atti di indirizzo. Però, le azioni che hanno permesso di avviare e concludere un censimento da parte della Regione evidenziano una situazione caratterizzata dalla presenza d'amianto o, meglio, evidenziano una situazione alla quale hanno risposto circa 400 comuni della regione. Da qui l'individuazione di una superficie complessiva di copertura cemento-amianto nel solo Piemonte che supera i cinque milioni di metri quadrati, ai quali - attenzione - si deve aggiungere la realtà a sé dei 48 Comuni del Casalese, i quali, da soli, hanno oltre un milione di metri quadrati di copertura cemento-amianto.
Al di là delle molte vittime, in particolare nella nostra Regione, vi è un'attuale presenza che denota una fortissima criticità, alla quale - non posso che condividere quanto avete detto - va necessariamente data una risposta.
Purtroppo - certamente, non vi sfuggirà - la crisi della finanza pubblica non ha pietà: è assolutamente spietata e guarda con gli stessi occhi le vittime di una tragedia umanitaria e altri appartenenti alla nostra comunità. Però, vi posso ricordare che rispetto agli ultimi stanziamenti operati dalla Giunta regionale sulla legge n. 30, che hanno permesso l'attivazione di un bando con il quale si intendeva sostenere gli Enti pubblici, e in particolare "Interventi per la bonifica degli edifici scolastici", rispondendo a un indirizzo non assunto da questo Assessorato ereditato ma condiviso, secondo il quale sarebbe stato più giusto investire per prevenire i giovani da ogni rischio eventuale dall'entrata in contatto con materiali nocivi, questo ultimo stanziamento ammontava a 2.200.000 euro.
La misura, purtroppo, non ha avuto il successo sperato poich prevedendo una percentuale di cofinanziamento da parte dei proprietari degli edifici per i quali, come dicevo poc'anzi, la crisi della finanza pubblica detta le stesse condizioni che detta alla Regione, questi non hanno potuto partecipare e quindi permettere che il bando fosse sfruttato in tutte le sue potenzialità. Tutto ciò ci sta portando a una revisione di questo bando per allargarne le maglie, che non escludo possa portare successivamente a qualche verifica ulteriore, alla sua apertura anche a soggetti privati.
Poiché sono stati avanzati, di fatto, più di 1.500.000 euro su 2.200.000, è corretto dire che quest'anno sulla legge n. 30 non vi sono disponibilità, o meglio, è corretto dal punto di vista della tecnica di bilancio, ma non è corretto dal punto di vista politico e di una realtà di fatto che ci vede comunque avere un avanzo di una misura che è stata sperimentata in maniera assolutamente trasparente e legittima, ma che evidentemente deve essere corretta.
Colgo lo spirito costruttivo, e dico che lo faccio indipendentemente da una recentemente acquisita, perché non innata, disponibilità all'ascolto e lo faccio perché ritengo che questo sia un tema che debba necessariamente rispondere all'indirizzo che il Consiglio regionale ha condiviso nel momento in cui ha approvato la legge n. 30, cioè quello di rendere il Piemonte, la Regione più critica nel panorama italiano da questo punto di vista, una Regione libera dall'amianto.
Non amo, diversamente dal collega Coppola che siede ogni tanto alla mia sinistra, le traduzioni inglesi, ma rendere il Piemonte una Regione "amianto free" era uno spirito corretto e resta uno spirito condiviso.
Spirito che ci ha spinto ad agire nei confronti del Ministero dell'Ambiente a più riprese, che ha portato il Ministero dell'Ambiente - purtroppo - a darci ripetutamente segnalazioni rispetto alla mancanza di nuove risorse da destinare in particolare al sito di Casale Monferrato, ma che di certo non ci ha scoraggiato. Non ci ha scoraggiato al punto che vi posso anticipare una notizia che abbiamo tenuto sospesa fino a questa mattinata.
Tenevo particolarmente ad essere presente a questo dibattito perch l'ultima delle azioni, diciamo il culmine del quadro d'azioni esercitate nei confronti del Ministero da parte di questa Giunta regionale è rappresentato da una richiesta che sarà formalizzata nelle prossime ore al Ministero dell'Ambiente per ottenere l'autorizzazione ad una modifica della ripartizione delle risorse finanziarie stanziate per il Piemonte all'interno del Programma nazionale di bonifica dei siti d'interesse nazionale, con particolare riferimento al sito d'interesse nazionale di Casale Monferrato.
Perché ho preferito aspettare l'esito di questo dibattito? Perch ritengo che possa non essere sufficiente che il sottoscritto si presenti al Ministero, cosa che peraltro avrei intenzione di fare, portando copia degli atti illustrati fino ad oggi e sui quali questa mattina la Giunta esprime un parere favorevole; atti che saranno certamente approvati. Ritengo possa essere opportuno citare gli stessi atti, quindi dando maggiore forza ad un atto dell'Assessorato e della Direzione all'ambiente nei confronti del Ministero, contenendo il riferimento, il richiamo agli atti approvati spero all'unanimità - dal Consiglio regionale.
Per quanto riguarda l'assestamento, ci sarà certamente concesso di approfondire, in sede di dibattito sullo stesso, la possibilità di intervenire con nuovi stanziamenti sulla legge n. 30, possibilità che non potrà che vedermi favorevole e sulla quale sono il primo a contare sull'appoggio dell'Aula.
Concludendo, ritengo anche doveroso riprendere un passaggio particolare dell'ultimo intervento del Consigliere Botta rispetto ad una struttura (Centro Amianto) che necessita di una sua riorganizzazione. Da questo punto di vista, è giusto che la Giunta comunichi all'Aula che, da parte di questa Direzione, è già stato imboccato questo percorso. Nel mese di luglio si sono tenuti due incontri a distanza di venti giorni l'uno dall'altro per costruire un percorso che portasse alla riorganizzazione e quindi all'ottimizzazione e alla funzionalità delle risorse assegnate su questa partita; percorso che si potrà ragionevolmente avviare a conclusione nel mese d'ottobre, essendo già stata programmata, se non erro, per il 15 ottobre una nuova riunione.
giusto credere nell'utilità di una struttura ma, in una situazione come ho già ricordato - oggettivamente e particolarmente difficile, è forse ancora più giusto cercare di unire le forze, evitare le duplicazioni e concentrarsi in un'unica struttura affinché questa possa rappresentare un unico punto di riferimento e consentire quindi un'economia di scala, ma soprattutto la possibilità di indirizzare in maniera più puntuale, più precisa e più rispondente agli indirizzi del Consiglio e della Giunta regionale la sua attuazione.
Vi ringrazio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere De Magistris; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Provengo da una provincia che ha subito dei gravi danni: il VCO, in particolare Verbania, che ha vissuto il problema dell'amianto in maniera drammatica (ci sono state delle condanne, ci sono stati dei risarcimenti e sono ancora in atto dei ricorsi). Di conseguenza, sono particolarmente sensibile all'argomento, anche se ho ben capito che lo è altrettanto l'Assessore.
Chiedo semplicemente al collega Botta di poter aggiungere la mia firma alla mozione per sottolineare la partecipazione mia e credo del Gruppo a questa problematica.



PRESIDENTE

Anch'io volevo chiedere al collega Botta di poter aggiungere la mia firma. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Intervengo nella discussione della mozione n. 500. Credo di avere poi ancora la facoltà di intervenire come replica del Consigliere che ha illustrato la mozione.
Allora, vorrei che le nostre rispettive dichiarazioni in ordine alla necessità di intenti che ho sentito riecheggiare in tutti gli interventi e che ho fatto mie non venissero poi smentite dai contenuti dei nostri documenti e soprattutto dalle implicite volontà che sottendono ad alcuni paragrafi di questi documenti.
Vengo direttamente al punto. La questione - purtroppo - è così cruda nel suo contenuto, quindi la storia tristissima di esposizione a rischio di salute di lavoratori e popolazioni, che noi dobbiamo essere assolutamente diretti. Mi riferisco all'ultimo paragrafo del documento illustrato dal Consigliere Motta. Quando noi abbiamo parlato del Centro Regionale Amianto non abbiamo parlato di una difficoltà di funzionamento del Centro conseguente a una paludata rappresentanza che lì vi converge. A parte che non so se sia paludata la rappresentanza delle Amministrazioni che sono coinvolte, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela delle vittime. Ma noi abbiamo detto cose concretamente dimostrabili, che sono le seguenti. Il Centro, attraverso il suo comitato di coordinamento aveva doverosamente, applicando la legge n. 30, predisposto il proprio piano di attività. Il piano di attività doveva essere esaminato dall'Assessorato e rappresentato alle rispettive Commissioni consiliari.
Il piano di attività non è mai stato assunto dal marzo 2010 dall'Amministrazione regionale e tanto meno portato alla competente Commissione consiliare.
Che responsabilità ha la rappresentanza, eventualmente paludata, nel fatto che un piano di attività che era stato assunto dal comitato di coordinamento non è mai stato dalla Giunta portato in Consiglio? Due. Le figure di riferimento del Centro Regionale Amianto ci hanno segnalato che non viene rispettata la calendarizzazione dei lavori. La calendarizzazione dei lavori, almeno cinque volte l'anno, dipende dalla convocazione dell'Assessore alla sanità.
Che nesso c'è tra il fatto che eventualmente il Comitato sia pletorico e il fatto che l'Assessore non l'abbia mai convocato? Non vedo la relazione sull'eventuale riforma del Centro e il fatto che l'Assessore non abbia attivato l'iniziativa doverosa e prevista dalla legge.
Tre. Il Comitato scientifico, che si avvale di una delle figure di indiscusso rilievo internazionale su queste tematiche, tant'è che rappresenta scientificamente la Regione anche in sede processuale, ha ripetutamente chiesto di incontrare gli Assessori succedutisi per avere indirizzi sull'attività del Comitato scientifico; se non è cambiato qualcosa nell'ultimo mese, non mi risulta che questo sia avvenuto, se non per uno scambio di saluti nel corridoio con la precedente Assessore Ferrero.
Che nesso c'è tra il fatto che il Comitato scientifico non abbia ricevuto indirizzi e la necessità di riformare il Comitato? Se siamo diretti, non scambiamo il problema che qui non si è portato il Piano di attività e solo dopo aver visto il Piano di attività si può decidere se il Centro sia all'altezza o non sia all'altezza. Qui si salta un passaggio; si va ad un altro obiettivo, che non ha a che fare con l'unanimità del Consiglio sui problemi reali della popolazione, che è quello di cambiare la natura del Centro.
Prima si dice che è pletorico, paludato nella rappresentanza e poi si dice, nella conclusione, che bisogna che vi facciano parte tutti i soggetti che intervengono nella materia. Allora, o è troppo vasto, oppure bisogna allargarlo. Ma dato che nessuno è nato oggi nella discussione di questa mattinata del Consiglio, è chiaro che l'intento è ampliarlo alle ripetute e necessarie - secondo il Consigliere Motta - partecipazioni di soggetti privati. È il caso di discuterlo? È il caso di discuterlo! Prima voglio vedere il Piano di attività, poi valuteremo se devono convergere altre energie e altre risorse.
Così come non mi sfugge, in questo caso dalla relazione dell'Assessore Ravello, che l'idea dello snellimento e della centralità decisionale sia la conseguenza diretta di una relazione (che talvolta può anche essere competitiva, ma può anche essere virtuosa) tra la competenza della Sanità e la competenza dell'Ambiente. Magari, ai fini dell'eventuale necessaria valutazione della direzione del Centro ora che ne è vacante il coordinatore.
Allora, poiché nessuno nasce oggi, e poiché vogliamo essere chiari nel sottolineare la volontà di dare strumenti economici ed organizzativi chiedo di stralciare l'ultimo paragrafo, di trasformare la frase "di affrontare la problematica di riformare il Centro". L'ultimo paragrafo rischia di non portare l'unanimità di questo Consiglio a causa di qualche intenzione non chiara che, invece, potrà diventare chiara se discuteremo nelle Commissioni competenti.
Quando mai si è posta la problematica di riformare il Centro? Si è posta la problematica di vederne il Piano di attività. E quindi direi di "proporre il Piano di attività del Centro Regionale Amianto"! Vediamo, poi se è il caso di rendere l'organismo meno pletorico, meno paludato, di farlo partecipare da finanziatori privati per renderlo più agile nella decisione ma dopo che avremo capito che cosa si intendeva fare, perché fino a questo momento, poiché la Giunta non ce lo ha portato dopo 15 mesi in Commissione noi non siamo in grado nemmeno di sapere quali iniziative il Centro dovesse adottare.
Quindi, in principio di quella unanimità chiedo intensamente ai proponenti dell'ordine del giorno di modificare l'ultimo paragrafo per consentirci l'unanimità del voto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi allaccio all'intervento della Consigliera Artesio. Anche il mio Gruppo aveva notato l'unica parte che stonava un po' negli ordini del giorno e nelle mozioni presentate.
Tra l'altro, ricordo che tutte affrontano il tema nell'unico modo in cui si può affrontare, visto che, come ha ribadito l'Assessore Ravello, la questione dell'amianto è una tragedia purtroppo di portata veramente notevole, quasi una tragedia umanitaria (per usare le parole dell'Assessore), che non coinvolge solo i territori che erano sede di cave di estrazione del materiale, quindi Casale e Balangero, ma anche tutti gli edifici in cui è stato utilizzato l'amianto. Purtroppo, sappiamo che nei decenni passati ciò è stato fatto in "dosi" veramente industriali.
Quindi, più che puntare il dito contro il Centro Regionale Amianto (ammetto di non conoscere i rappresentanti che vi lavorano), bisogna fare fronte comune, lo dimostrano forse le due mozioni e i due ordini del giorno (in questo caso) proprio per cercare di avere quelle risorse che servono per continuare nell'azione di rimozione e quindi pulizia degli ambienti a rischio di fusione, dispersione e quindi inalazione delle particelle d'amianto e di asbesto che, come sappiamo, cagionano quelle malattie polmonari che possono evolvere anche nel mesotelioma pleurico, un tumore con una percentuale di letalità altissima (chi conosce la patologia, o per mestiere o perché purtroppo ha avuto un parente malato, sa che è una patologia che ha un'evoluzione molto, molto brutta).
Bisogna darsi da fare (sono contento che l'Assessore Ravello sia presente) e bisogna essere coerenti nel momento in cui venissero approvati questi ordini del giorno (come mi auguro che avvenga, magari all'unanimità) affinché ci sia un seguito a quello che approviamo in Aula.
Se un ordine del giorno viene approvato, dobbiamo poi, come è scritto nell'ordine del giorno della collega Cerutti, stabilire le priorità della legge n. 30/2008. Una delle priorità è proprio quella che riguarda le scuole.
Abbiamo già parlato in Consiglio della sicurezza nelle scuole, della sicurezza statica (erano presenti anche i signori Scafidi): purtroppo molti edifici sono a rischio, alcune scuole crollano letteralmente, nel vero senso della parola, in testa agli alunni, ma in questo caso il killer è magari più silenzioso, quindi ancora più pericoloso - l'amianto, che è ancora presente in quantità massicce nelle scuole piemontesi.
Ovviamente, non si può non rilevare, non voglio dire l'ipocrisia perché in questo caso non voglio fare un dibattito un dibattito partitico o riguardante interessi di parte, ma un minimo d'incoerenza, quando anche il nostro Gruppo, insieme ad altri, nel previsionale di bilancio 2011 aveva fatto notare che il fondo che negli anni precedenti era di quattro milioni d'euro, sul risanamento delle parti che contengono amianto nelle scuole piemontesi, era stato azzerato.
Possiamo dire che c'è la crisi economica internazionale, che il Governo taglia i trasferimenti; ovviamente la BCE fa il proprio mestiere, possiamo discutere su come lo fa, quando c'impone i tagli con le letterine, però su alcune cose non si può derogare. Sulla sicurezza e sulla salute - spero che tutti condividano - non si può derogare.
Come Aula, abbiamo presentato, e magari approveremo, quattro atti d'indirizzo (due ordini del giorno e due mozioni), ma poi occorre dargli un seguito. Ci sarà la discussione sia d'assestamento 2011 sia di previsione 2012, quindi capiremo se a queste risorse si potrà dare un seguito, non tanto con la modifica di un organo come il Centro Regionale Amianto, che immagino possa fare tutto il possibile, ma se non ci sono i fondi o utilizziamo il volontariato o magari chiediamo all'Assessorato all'ambiente di stampare una moneta complementare per sostenere i costi per togliere l'amianto, oppure c'inventiamo anche noi una carta di credito come ha proposto da poco l'Assessore Coppola, per la cultura.
Occorre uscire dal previsionale o dall'assestato, con le cifre impegnate su questo capitolo importantissimo, più importante di altri.
Non voglio essere ripetitivo, noioso o demagogico: sappiamo tutti - lo sanno anche gli Assessori - che ci sono una serie d'opere o di compensazioni alle opere, per far "digerire" quelle grandi opere che sono nettamente secondarie rispetto al tema che stiamo affrontando.
Poiché sui media si parla di percentuali bulgare di persone favorevoli a determinate grandi opere, chiediamo se nelle compensazioni o nel corso della realizzazione di quelle opere le persone non ritengano che ci sia uno spreco o un non corretto impegno, rispetto a tematiche come quella che stiamo affrontando.
Pertanto, dieci milioni d'euro per la compensazione dell'inceneritore del Gerbido (non sarebbe meglio costruire delle piste ciclabili?) e far digerire l'opera ai Comuni interessati - per fare un esempio e non parlare sempre della stessa grand'opera. Non sarebbe meglio investire quattro milioni d'euro, come abbiamo fatto tutti gli anni, fino a quest'anno, per la rimozione dell'amianto dai tetti delle scuole piemontesi? Ho portato alcuni esempi, sperando che con gli esempi posti in aula che non è il luogo migliore per discutere in maniera serena e pacata tra i Gruppi, si arrivi in Commissione, nell'analisi delle poste di bilancio, con delle decisioni concrete.
Qualche voce deve essere secondaria, rispetto alla priorità dell'amianto.
Concludo chiedendo alla collega Cerutti se è possibile firmare il suo ordine del giorno; ne avremmo presentato uno anche noi, ma sarebbe stato identico al suo.
Anche noi valuteremo se votare l'ordine del giorno del collega Botta corretto nell'analisi e nell'introduzione, nei quesiti, se non nell'ultima parte riguardante il Centro Regionale Amianto. Per nostra mancanza, non abbiamo approfondito il tema, quindi non sappiamo - non ci risulta, ma dovremmo indagare meglio - se c'è un problema di Centro Regionale Amianto o se è solo un problema di mancanza di poste.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Voglio esprimere la nostra piena sensibilità, perché il discorso dell'amianto ha recato troppi danni al Piemonte, troppe vittime, in particolare nell'Alessandrino.
In tutto il Piemonte, compresa la Provincia Granda ancora troppi edifici hanno questa copertura, che non dà sicurezza. Capisco il momento difficile, delicato, perché non ci sono fondi, però si parla di sicurezza.
L'altro ieri abbiamo parlato del tema sicurezza alla presenza della mamma e del papà del ragazzo (Vito) che ha finito la propria vita in una scuola: anche questa è sicurezza.
Occorre dare delle priorità, perché troppi edifici, sia rurali sia urbani, hanno ancora questa copertura.
Inizierei in primis dalle scuole, per dare un futuro sereno alle famiglie, agli studenti, perché la salute di tutti è molto importante.
Occorre prendere una decisione: io chiederò di firmare alcune di queste mozioni, rispetto alle quali mi trovo totalmente d'accordo.
Dobbiamo, però, essere chiari, certi, con fermezza, come ha detto poc'anzi chi mi ha preceduto. Anche in momenti difficili, occorre trovare un fondo per affrontare questo problema per il Piemonte. Potremmo effettuare meno interventi su strade o altro: ritengo che il popolo capirebbe che si tratta di una sicurezza primaria per tutti.
Invito la Giunta ad inserire, sul bilancio che si prospetterà, una voce importante al riguardo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Non torno sulle questioni che stiamo trattando, poiché ho illustrato la mia mozione.
Voglio, invece, intervenire su un punto preciso relativo all'intervento della collega Artesio: è importante salvaguardare il voto unanime del Consiglio regionale sulle mozioni.
importante, perché su quest'argomento il Consiglio non si è mai diviso ed ha approvato una legge all'unanimità, com'è stato ricordato più volte, in questo dibattito.
L'ultimo punto della mozione del collega Botta richiede una riflessione, tanto più che l'Assessore all'ambiente ha annunciato che ci sono già stati alcuni incontri, per valutare la necessità di riformare il Centro Regionale Amianto, e il 14 ottobre ci sarà un ulteriore incontro.
Condivido appieno le valutazioni della collega Artesio e non voglio tornarci. Avremmo bisogno di valutare il Piano di attività del Centro Regionale Amianto per decidere e prendere in considerazione - semmai dopo questa discussione - la necessità o meno di rivedere tale Centro.
Chiedo al collega Botta di stralciare quest'ultimo punto, non perché ci sia una chiusura, ma perché vorremmo capire. Di punto in bianco, in un ordine del giorno e in una mozione si dice: rivediamo il Centro Regionale Amianto. Vorremmo capire perché.
Non è sufficiente svolgere una discussione nell'ambito del Consiglio come stiamo facendo con le mozioni.
Chiedo, pertanto, al collega Botta e all'Assessore di riportare questo punto in Commissione prima del 14 ottobre. Invito il Consigliere Comba a convocare una Commissione e porre tale questione all'o.d.g. prima del 14 ottobre, per approfondire e capire meglio le motivazioni che portano a dire che dobbiamo riformare il Centro Regionale Amianto.
Invito a riflettere, affinché ci possa essere - ed è importante che ci sia - un voto unanime su tutte le mozioni e gli ordini del giorno presentati sull'argomento. Chiedo al collega Botta di stralciare quest'ultimo punto, oppure d'inserire nella mozione quello che ha chiesto la collega Artesio: conoscere e discutere il piano di attività del Centro regionale dell'amianto e di convocare entro il 14 ottobre una Commissione per approfondire questa tematica. Prima del 14 ottobre, perché l'Assessore ci ha detto che il 14 ottobre ci sarà un ulteriore...



RAVELLO Roberto Sergio

Entro la metà d'ottobre.



MULIERE Rocchino

Ecco, la metà di ottobre, perché ci sarà un ulteriore incontro per approfondire la questione. Bene, facciamola in Commissione perché credo che sia utile dare ai Consiglieri tutti gli elementi per capire questa problematica.
Rivolgo quest'invito al collega Botta. Credo sia importante che tutta l'Aula voti all'unanimità anche quella mozione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
A questo punto del dibattito non c'è molto da aggiungere, se non rilevare un dato politico: l'attenzione di tutti i Gruppi, sia pure con sfumature diverse, per una questione importante, tra l'altro condivisa in Commissione, nel mese di luglio, in occasione dell'audizione dell'associazione "Familiari vittime amianto", dei rappresentanti sindacali, del Sindaco e del Commissario di Casale Monferrato. In quella sede si era evidenziato come il Piemonte è stato l'ospite di un momento pubblico di grande rilievo, quale il "processo Eternit", processo che ha fatto strada in questo campo. Nell'ambito della stessa audizione è emersa l'esigenza, a livello istituzionale, di riprendere un percorso.
Dalla relazione dell'Assessore Ravello apprendiamo la volontà di proseguire in questa direzione.
In questa direzione credo vadano tutti gli atti.
Nella discussione in Aula abbiamo visto che ci sono valutazioni di carattere diverso sul futuro del Centro regionale dell'amianto, che dovrebbe riprendere la propria attività. Mi unisco a quanto appena detto dal collega Muliere, se da parte della maggioranza c'è la disponibilità a stralciare questo punto per poterlo discutere insieme e poi procedere ad una votazione di tutti gli atti, di maggioranza e di opposizione, in modo che sia testimoniato un impegno di tutte le forze politiche.
Credo che su questo fronte non vi sia, da parte di nessuna formazione la volontà di "metterci il cappello". C'è la volontà di far sì che vi sia da parte della Regione, l'attenzione dovuta, sapendo anche delle difficoltà sulle risorse che l'Assessore Ravello ci ha fatto presente, però con le possibilità da lui stesso rimarcate.
Sarebbe un brutto segnale se quest'Aula si dividesse su questi atti, ma sarebbe un buon segnale se ci fosse un consenso comune e quindi si potesse andare in Commissione a discutere del Centro regionale sull'amianto e su quello che può essere il suo futuro e, dall'altra, ci fosse la possibilità nell'ambito dell'assestamento di bilancio di finanziare la legge n. 30 del 2008 che risulta essere stata azzerata in questo momento, per difficoltà di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Mi sembra che l'unanimità sia stata raggiunta un po' su tutti gli intenti, a parte quest'ultima frase della mia mozione, che dice letteralmente "di affrontare la problematica, di riformare il Centro Regionale Amianto".
Capisco la Consigliera Artesio: ognuno si innamora dei propri figli. Il Centro regionale Amianto è figlio dell'ex Assessore Artesio, ma bisogna viverlo il Centro Regionale Amianto, colleghi, per sapere che è un organismo pletorico, paludato, che ha quasi un'impossibilità costruttiva a muoversi perché ne fanno parte decine e decine di persone, di enti, di istituzioni e di soggetti.
Sono disponibile anche a cancellare quel passaggio, anche perché la mia volontà, spero anche della maggioranza e della Giunta, è di andare in quella direzione. Voglio capire dal Consiglio come giudichiamo un organismo regionale che lavora su una tematica di così grande importanza, che rispetto ad un finanziamento di 500 mila euro sulle questioni legate al mesotelioma del Ministero della Salute, riesce a presentare progetti per 135 mila euro e ricevere una lettera di richiesta di restituzione fondi per la restante parte di denaro.
Quello è un organismo che funziona? O è un organismo che va riformato? Io vi dico che va riformato. Nei fatti ha dimostrato che non funziona.
Duecento, trecento mila euro che noi rispediamo a Roma perché qualcuno non è riuscito a mettere in campo progetti sufficienti, adeguati, giusti su una tematica come quella dell'amianto, è una vergogna cui spero la Giunta regionale si opporrà e cercherà di trovare un agreement con il Ministero della Salute affinché quei fondi rimangano in Piemonte, rimangano al Centro regionale e vengano realizzati progetti.
Questo non è che ci fa dimenticare che il Centro non funziona, al di là delle altissime personalità coinvolte. Se poi queste personalità, non per colpa loro, non riescono a raggiungere gli obiettivi che il Centro si è dato, non riescono neanche a spendere le cifre, le risorse, quelle poche risorse che l'autorità nazionale mette a disposizione del Centro... Cara Consigliera Artesio, come diceva un noto cantante napoletano, "ogni scarrafone è bello a mamma sua", però bisogna farci un ragionamento.
Non voglio certo rompere l'unanimità di quest'Aula su una tematica così importante, però l'invito che rivolgo alla Giunta è di intervenire rapidamente, continuando il lavoro che sta facendo la Giunta da diversi mesi, incontri sia con l'Assessorato all'Ambiente sia con la Sanità per riformare il Centro, per renderlo quello che deve essere: un centro che decide sulle cose, che dà risposte su tematiche così importanti.
Presidente, cancello quelle tre righe finali, e chiedo anche ai cofirmatari di farlo, riaffermando la ferma volontà che il Centro vada riformato.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dei quattro ordini del giorno.
Un minuto di sospensione per modificare le poche righe.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa, alle ore 13.39 riprende alle ore 13.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 455, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che lunedì 11 luglio 2011, a Palazzo Lascaris si è svolta l'audizione da parte delle Commissioni congiunte Sanità e Ambiente, dell'Associazione Famigliare Vittime Amianto, e delle rappresentanze sindacali sui temi ambientali e sanitari inerente all'amianto. All'incontro sono stati invitati anche il Comune di Casale Monferrato e l'ASL di Alessandria durante tale incontro l'Associazione sopra citata ha espresso la preoccupazione avvertita nella zona di Casale Monferrato a causa dell'enorme strate delle vittime dell'amianto tuttora in corso e documentata nel corso del procedimento penale attualmente in svolgimento presso il Tribunale di Torino l'Associazione ha, inoltre, richiamato l'attenzione sulla necessità del rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto da parte dell'ASL di Alessandria e della Regione Piemonte.
Impegna Il Presidente della Giunta regionale, ad attivarsi affinché: vengano rispettati gli impegni assunti nel Protocollo d'Intesa tra l'ASL di Alessandria, l'Unità di Studio e Documentazione sul mesotelioma presso il reparto di oncologia dell'Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato e le Organizzazioni Sindacali di CGIL - CISL - UIL di Casale Monferrato. In tale documento, infatti, 'l'ASL di Alessandria si impegna a sostenere attraverso un programma di concreto miglioramento, le sperimentazioni cliniche sul mesotelioma, con l'obiettivo di creare un punto di riferimento coordinato per diagnosi - cura - assistenza anche psicologica ai malati e alle loro famiglie' il Centro Regionale Amianto venga riattivato, in tempi stretti, attraverso una tempestiva convocazione del Comitato Strategico, che dal febbraio 2010 non si è più riunito, benché il Regolamento del Centro stesso (emanato il 17/07/2009) preveda che tale Comitato debba essere convocato 'almeno cinque volte l'anno', dal momento che, il blocco di tale funzionalità ha comportato la mancata verifica dell'andamento dei progetti di ricerca sui mesotelioma già finanziati con un primo bando pubblico della Regione Piemonte nel 2009 ottenga chiarimenti e risposte concrete in merito alle decisioni assunte dal Governo sul rifinanziamento urgente del Piano di bonifica di interesse nazionale nel territorio del Comune di Casale Monferrato, ai sensi della legge 426/98. In una lettera inviata al Ministero dell'Ambiente lo scorso 14 marzo, l'Associazione esprimeva 'estrema preoccupazione per il mancato rifinanziamento del piano di bonifica".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 217, il cui testo recita: "Premesso che gli articoli 4,5 e 12 della L.R. 30/2009 prevedono la possibilità di destinare, in favore di soggetti pubblici e privati, contributi per le bonifiche da amianto allo scopo di incentivare il raggiungimento degli obiettivi di risanamento ambientale individuati dall'articolo 2 della stessa legge regionale.
Considerato che i quantitativi di manufatti contenenti amianto in Piemonte sono particolarmente urgenti, anche a causa della larga diffusione che è stata conseguenza della presenza degli insediamenti Eternit sul territorio accanto alle note situazioni dei siti inquinati di interesse nazionale di Casale Monferrato e di Balangero, i dati comunicati dai Comuni a seguito delle attività di ricognizione della presenza d'amianto avviate nel 2009 indicano la presenza di superfici in cemento-amianto superiori a 5 milioni di mq; tale numero sottostima significativamente la realtà, in quanto si riferisce a circa il 40% del territorio regionale e si basa, molto spesso su dati forniti su adesione volontaria da parte dei proprietari di immobili con materiali contenenti amianto.
Il Consiglio regionale del Piemonte Evidenzia che Il Piemonte è la regione in cui i tassi di mortalità per mesotelioma sono significativamente più elevati di quelli nazionali.
Sottolineato che: la bonifica del territorio dai manufatti contenenti amianto rappresenta un importante obiettivo sia in termini ambientali che di tutela della salute assumono anche un forte valore simbolico.
Rilevato che: in prima applicazione di quanto disposto dalla L.R. 30/2008, la priorità definita dalla Giunta regionale con deliberazione del 3 giugno 2009 riguarda la bonifica di manufatti contenenti amianto presenti negli edifici scolastici di proprietà comunale e provinciale: il programma operativo al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 di cui alla DGR n. 1380 del 19 gennaio 2011 non prevede la distinzione di risorse economiche da destinare alle finalità previste dalla L.R.
39/2008.
Il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta regionale a: definire, sentita la Commissione consiliare competente, le priorità d'intervento relative alle finalità della L.R. 39/2008 predisporre gli atti necessari affinché nel presente anno finanziario vengano adottate adeguate risorse per garantire il perseguimento delle finalità della L.R. 39/2008" Il Consiglio approva.
Indico la votazione palese sull'ordine del giorno n. 219, il cui testo recita: "Premesso che il legislatore sin dal 1992 (legge 257 del 1992 "norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto") ha previsto misure di sostegno per i lavoratori occupati in imprese che utilizzano ovvero estraggono amianto in ottemperanza alla Finanziaria 2008 (L. 244/2007) è stato istituto un Fondo per le vittime dell'Amianto che prevede l'erogazione di una maggiorazione alla rendita INAIL per malattie professionali da amianto i beneficiari del Fondo sono i lavoratori che hanno contratto patologie asbesto correlate per esposizione all'amianto e alle fibrafiberfrax riconosciute dall'INAIL o gli eventuali eredi considerato che L'istituzione del Fondo si limita a predisporre una maggiorazione "aggiuntiva" alla rendita INAIL (diretta o ai superstiti) per malattie professionali da amianto e che dunque esclude tutti coloro che hanno subito un'esposizione ambientale da amianto e che, a causa di ciò, si sono ammalati e deceduti si impegna Il Presidente della Giunta e gli assessori competenti a pronunciarsi affinché: la regione Piemonte chieda al Governo, ed in particolare al Ministero del Lavoro, una modifica della normativa in oggetto per recuperare lo scopo essenziale dell'istituzione del Fondo che deve valere per tutte le vittime dell'amianto, professionali e non." Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 500, il cui testo recita: "Premesso che: le problematiche ambientali e sanitarie legate all'amianto risultano essere particolarmente forti e sentite in Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia.
Come noto, il Piemonte e, in particolare, la zona di Casale e del Monferrato, soffrono delle conseguenze legate alla presenza, fino al 1990 del più grande stabilimento Eternit italiano: oltre 2800 persone sono scomparse a causa del mesotelioma pleurico o malattie amianto-correlate.
Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce più frequentemente gli uomini e in Italia rappresenta lo 0,4% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,2% di quelli diagnosticati nelle donne. Ciò equivale a dire che si verificano 3,4 casi di mesotelioma ogni 100.000 uomini e 1,1 ogni 100.000 donne. Nelle diverse regioni italiane si osservano enormi differenze nel numero di casi di mesotelioma dal momento che questo tumore è associato soprattutto all'esposizione all'amianto: in provincia di Alessandria, a causa della presenza dello stabilimento Eternit, si parla per esempio di 16 casi su 100.000 per gli uomini e 13 casi su 100.000 per le donne.
Il mesotelioma è raro prima dei 50 anni e presenta un picco massimo attorno ai 70; la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l'aumentare dell'età. Dai dati più recenti sembra che questo tumore nelle donne italiane sia in lieve ma costante aumento: il 5-7% di tutti i tumori del polmone sono ascrivibili alla sola esposizione all'amianto.
Il principale fattore di rischio nel mesotelioma è l'esposizione all'amianto: la maggior parte di questi tumori riguarda infatti persone che sono entrate in contatto con tale sostanza sul posto di lavoro. Regione Piemonte, Enti e Fondazioni si stanno da anni adoperando per cercare di trovare una cura per il mesotelioma, anche con l'istituzione di organismi ad hoc per la ricerca Considerato che: i costi per la bonifica, necessaria e urgente, sono elevatissimi: per il solo casalese si prevedono almeno 100 milioni di euro. Dal 1994 ad oggi il Comune di Casale Monferrato ha speso 8 milioni di euro per le bonifiche di propria competenza, 37 milioni di euro sono arrivati dal Governo Nazionale e dalla Regione Piemonte, ulteriori 6 milioni di euro sono arrivati per la rimozione del polverino, il micidiale scarto della tornitura dei tubi fabbricati con l'amianto.
Impossibile fare un analogo conteggio per i cittadini che, come l'ente pubblico, pur percependo una parte di contributi per la rimozione dell'amianto, devono sborsare denari per materiali sostitutivi e relativa manodopera Tenuto conto che: Negli anni scorsi i meritori piani e finanziamenti da parte del Governo Nazionale hanno consentito di portare avanti un'intensa opera di bonifica nelle zone più colpite da questa catastrofe ambientale e sanitaria Tale processo necessita di continuare e concludersi attivando i necessari finanziamenti di origine statale e le necessarie sinergie La Regione Piemonte ha adottato negli anni scorsi le legge 30/2008 votata all'unanimità dal Consiglio Regionale Tale legge contiene finalità per una politica di bonifica ambientale dall'amianto di tutto il territorio regionale nonché il sostegno alla ricerca, alla sperimentazione, alla diagnosi, alla terapia del mesotelioma e della malattie amianto correlate La Regione Piemonte ha fatto nascere negli anni scorsi il Centro Regionale Amianto Tale Centro è suddiviso in un Comitato Tecnico Scientifico e in un Comitato Strategico, ed è composto da una pluralità di soggetti Il Centro Regionale Amianto, è la cabina di regia per programmare la ricerca e la bonifica, oltre che la diffusione dei migliori protocolli diagnostico-terapeutici-assistenziali per chi è colpito dal mesotelioma e dalle patologie amianto correlate e il riconoscimento degli indennizzi alle vittime Tutto ciò premesso, si chiede alla Giunta regionale Di sollecitare il Governo affinché continui a sostenere economicamente la bonifica dell'amianto, con particolare riguardo al Piemonte e alla zona di Casale Monferrato, proseguendo e incrementando l'attenzione finora dimostrata per questa così importante e delicata problematica Di sollecitare il Governo affinché si impegni nell'ambito della ricerca sanitaria, affiancandosi alle Regioni, Enti locali e Fondazioni, anche private, per rafforzare l'impegno nella ricerca e nello studio del mesotelioma pleurico e delle altre patologie amianto correlate Di assumere come priorità, nella consapevolezza della limitatezza delle risorse disponibili, il finanziamento della legge 30 sull'amianto dando un segnale di continuità all'azione già intrapresa rendendo nel tempo il Piemonte Regione amianto-free Di affrontare la problematica di riformare il Centro Regionale Amianto in modo da renderlo organismo decidente e agile, contenente al suo interno tutti i soggetti che stanno lavorando a questa problematica." Il Consiglio approva.
Con queste votazioni si danno per assorbite l'interpellanza n. 469 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Piano regionale amianto" e l'interpellanza n. 564, presentata dal Consigliere Botta Marco, inerente a "Centro Regionale Amianto".


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 213 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Costa Raffaele, Cursio, Manica, Motta Angela, Pentenero e Ponso, inerente a "Parto indolore con anestesia epidurale" (ritirato)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 512 "Parto indolore con anestesia epidurale" presentato dai Consiglieri Buquicchio, Motta A., Artesio, Manica, Ponso Spagnolo, Costa Rosa Anna, Pentenero, Montaruli, Pedrale, Gregorio Mastrullo, Toselli, Vale, Comba, Cattaneo, Leo, Pentenero


PRESIDENTE

Procediamo con l'ordine del giorno n. 213, presentato dai Consiglieri Buquicchio, Costa Raffaele, Cursio, Manica, Motta Angela, Pentenero e Ponso avente ad oggetto "Parto indolore con anestesia epidurale", ritirato dai proponenti e sostituito dall'ordine del giorno n. 512 "Parto indolore con anestesia epidurale" presentato dai Consiglieri Buquicchio, Motta A.
Artesio, Manica, Ponso, Spagnolo, Costa Rosa Anna, Pentenero, Montaruli Pedrale, Gregorio, Mastrullo, Toselli, Vale, Comba, Cattaneo, Leo Pentenero Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Poiché avremmo trovato un accordo bipartisan sull'ordine del giorno inerente al parto indolore, rinuncerei ad illustrarlo. Se l'Aula è d'accordo, possiamo procedere direttamente con la votazione.



PRESIDENTE

Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese dell'ordine del giorno n. 512, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il parto con anestesia epidurale è un parto naturale che permette in caso di necessità estrema il parto cesareo utilizzando e potenziando l'anestesia in atto l'analgesia epidurale per il parto vaginale spontaneo può essere praticata alla maggior parte delle partorienti dopo una visita anestesiologica negli ospedali del Piemonte le donne hanno molta difficoltà ad ottenere questo tipo di parto naturale tenuto conto che l'accordo Stato-Regioni del 2010, a questo proposito, ha stabilito che la pratica dell'epidurale non è attuabile negli ospedali nei quali si registrano meno di mille parti all'anno considerato che nei Paesi nordeuropei il parto con anestesia epidurale è procedura automaticamente applicata a meno che venga firmata una richiesta scritta di non autorizzazione il parto con analgesia epidurale è praticato: negli Stati Uniti nel 70% dei casi nel Regno Unito nel 60% dei casi in Francia nel 50% dei casi considerato ancora che nei reparti di ostetricia degli ospedali piemontesi il parto cesareo è in aumento continuo la Regione Lombardia (2004) e le Regioni del Triveneto (2005) hanno legiferato a favore del parto indolore impegna Il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti a pronunciarsi affinch si inserisca con l'indispensabile gradualità negli ospedali del Piemonte (indicati nel sopra citato accordo Stato-Regioni del 2010) il parto indolore con anestesia epidurale si assicuri la formazione di tutti gli operatori sanitari dei reparti interessati adeguando organici e strutture si riconosca l'analgesia per il parto come livello essenziale di assistenza LEA approvato in sede nazionale nel 2008 si implementi una normativa che supporti il parto indolore".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame mozione n. 491 presentata dai Consiglieri Biolé, Bono, Negro, Ponso e Taricco, inerente a "Trasferimento Alpitour"; ordine del giorno n. 498 presentato dai Consiglieri Gregorio, Negro e Toselli, inerente a "Alpitour e patrimonio industriale del Cuneese da tutelare"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno n. 491 e n. 498, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 498.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Faccio una premessa rispetto al testo che è stato pubblicato sul supporto della seduta. In realtà c'è da fare una modifica, perché penso ci sia stato un errore di caricamento.
Il supporto sedute, al fondo... No. Al fondo è corretto. C'è solo una semplice aggiunta dovuta al fatto che, nel frattempo, da quando è stata presentata la mozione ad oggi, la vicenda si è evoluta.
Ho già fatto pervenire agli Uffici le aggiunte: sono tre punti aggiuntivi.
Illustro brevemente la mozione. Noi abbiamo appreso alcuni giorni fa che l'azienda Alpitour, la sede di Cuneo, verrà o, quantomeno nelle intenzioni di chi ne detiene la proprietà, dovrebbe essere spostata a breve, nella fattispecie a metà del prossimo anno, integralmente presso la sede di Torino.
Anzitutto, la mozione sottolinea il modo in cui la comunicazione dello spostamento è stata data sia ai sindacati che ai lavoratori. Ci permettiamo di stigmatizzare questa metodologia, perché in pratica la comunicazione è stata data, come un fulmine a ciel sereno, ai lavoratori convocati all'interno della sede di Cuneo e, nello stesso momento, ai sindacati convocati nella sede di Torino, senza dare la possibilità di interloquire e di confrontarsi rispetto a questa decisione che pare già presa.
A rafforzare questa decisione è stato presentato un contratto d'affitto per i locali torinesi già sottoscritto per più di dieci anni. Per cui non c'è stata la possibilità né per le sigle sindacali, né per i lavoratori stessi di confrontarsi con l'azienda rispetto a questa decisione.
Questa azienda nasce proprio sul territorio cuneese più di 60 anni fa.
Le vicende sono strettamente legate agli aspetti produttivi e all'economia della Provincia Granda.
L'Alpitour, come molti sapranno, perché è un marchio molto conosciuto è stata come modello precursore in diverse innovazioni rispetto al settore turistico.
stata la prima ad inserire all'interno delle proprie offerte la formula all inclusive; è stata la prima ad utilizzare un elaboratore informatico all'interno di un'azienda turistica a fine anni '60.
Ha inaugurato la prassi dei voli charter per le località mediterranee anche come primo esempio all'interno del settore turistico.
Inoltre, si sono ampliate le varie offerte durante gli anni '80 e '90 e, ad un certo punto, per l'adeguamento ad un mercato sempre più competitivo, si è trasformata - ahinoi - in un grande gruppo internazionale (dico questo per le conseguenze che sta dando in termini attuali), grazie alla holding Exor del Gruppo Agnelli, la quale nel 2001 giunge al controllo intero del pacchetto azionario.
C'è stata un'ulteriore fusione con un'altra importantissima azienda del settore, la Franco Rosso, e fine anni '90 è nato il cosiddetto Gruppo Alpitour con sei divisioni operative.
La storia di questa azienda è legata strettamente al territorio cuneese sia da un punto di vista produttivo sia da un punto di vista anche affettivo.
Ricordiamo i collegamenti e il partenariato che c'è stato anche per quanto riguarda la locale e vincente squadra di pallavolo, che è durato parecchi anni. Costituisce una realtà importante in termini di occupazione ma anche di prestigio a livello internazionale.
Dopo queste premesse mi preme sottolineare che la mozione va ad indicare, a spingere e a chiedere alla Giunta regionale di impegnarsi per la costituzione o all'interno di tavoli già costituiti di concertazione con l'azienda che possano portare eventualmente ad una soluzione alternativa rispetto allo spostamento di 300 lavoratori, con la chiusura della sede cuneese, con le problematiche legate anche alle caratteristiche di questi lavoratori. Sappiamo infatti che molti di loro sono part-time; ci sono alcuni casi anche di lavoratori diversamente abili e sicuramente il fatto di procedere a spostamenti quotidiani dal Cuneese verso Torino, per queste categorie di lavoratori comporterebbe una criticità piuttosto accentuata.
Per di più credo che questa problematica possa riguardare non solamente i colleghi che rappresentano in questo consesso il territorio cuneese perché se all'apparenza questa operazione potrebbe sembrare un travaso di posti di lavoro dal cuneese al torinese, in realtà si tratta del primo step per rendere il comparto più snello dal punto di vista dei posti di lavoro e quindi più appetibile e per una vendita eventuale, che è facilmente prevedibile, ad un'altra multinazionale.
Pertanto, ritengo davvero la problematica condivisibile da un punto di vista politico, quindi senza importanti suddivisione all'interno dei vari gruppi consiliari, perché riguarda tutti. Ed è condivisibile anche da un punto di vista territoriale per i colleghi che invece non sono rappresentanza del territorio cuneese, perché paventando questa vendita, di sicuro ci sarà anche una perdita di questi posti di lavoro.
Ribadisco che non si tratta di uno spostamento fine a se stesso, ma rientra in una strategia di cessione dell'intero comparto.
Chiedo il parere della Giunta regionale, ritenendo che sia importante dare un segnale e comunque impegnarsi in questo dialogo, in questa volontà di trovare una soluzione alternativa con l'azienda, visto anche che, sia a livello comunale sia a livello provinciale, i rappresentanti politici ed amministrativi si sono già pronunciati contro questo spostamento e quindi a favore del mantenimento sul territorio di una realtà così importante.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere che dovrà illustrare l'ordine del giorno n. 498, inviterei i colleghi a prendere posto nei loro banchi perché c'è un rumore che è stato definito "allucinante".
Credo che quando un Consigliere presenta un proprio atto d'indirizzo abbia il diritto di essere ascoltato o quanto meno deve essere posto nelle condizioni minime di poter espletare l'intervento.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 498.
La parola al Consigliere Gregorio per l'illustrazione.



GREGORIO Federico

Grazie, Presidente.
I contenuti in merito alla problematica dell'Alpitour, azienda cuneese li ha esposti il collega Biolé che mi ha preceduto.
Noi riteniamo che il nostro ordine del giorno vada anche a riprendere l'incontro che si è svolto in provincia di Cuneo, martedì 27 settembre scorso, al quale hanno aderito, su iniziativa della Presidente Gianna Gancia, i vertici aziendali e le parti sociali e lavorative dell'azienda Alpitour Cuneo, anche alla luce del fatto che la Giunta regionale ha ulteriormente puntato i riflettori sulla questione.
Per quanto ci riguarda, pur consapevoli che qualsiasi azione della Giunta o del Consiglio con la più nobile dell'intenzione, non possa essere più di tanto risolutiva della drammatica situazione dei 300 lavoratori dell'Alpitour di Cuneo.
Pertanto, ci asterremmo sulla mozione presentata dal Consigliere precedente e voteremo a favore del nostro documento.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sui due atti di indirizzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
So che è inusuale, ma le chiederei un paio di minuti di sospensione prima di procedere alla votazione.



PRESIDENTE

Andrei avanti con la discussione e prima di passare alla votazione comunicatemi se avete ancora necessità di alcuni minuti di sospensione o meno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Soltanto per esprimere ovviamente la piena condivisione delle parole già utilizzate dai colleghi relativamente a questa vicenda, che rischia di segnare pesantemente non soltanto le questioni occupazionali del territorio cuneese, ma soprattutto la vita di tanti lavoratori che, in alcuni casi complice il fatto della non facilissima accessibilità dei trasporti rischia di essere pesantemente penalizzata da uno spostamento, che in così poco tempo rischia di travolgere le loro vite e le loro abitudini. Nei giorni scorsi, su alcuni organi di stampa cuneesi sono state pubblicate alcune storie personali, anche di soggetti portatori di handicap o di problemi molto gravi, che, con questo spostamento, rischierebbero di perdere il proprio lavoro.
Credo che ogni sforzo che la Regione, in particolare l'Assessorato competente, metterà in campo nella direzione di attivare tutti gli strumenti per trovare una soluzione a questa vicenda, rappresenti un investimento di tempo e di energie ben speso. Perché, al di là della storia che caratterizza questa azienda e il legame con il territorio, credo che le vicende umane delle persone coinvolte richiedano questo tipo di attenzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Con l'annuncio del trasferimento del tour operator Alpitour dalla sede storica di Cuneo al capoluogo regionale siamo di fronte a quella che pu essere rubricata come scelta aziendale nell'ambito di una strategia globale, che solo la proprietà dell'Alpitour, la Exor, la finanziaria di casa Agnelli, può conoscere ovviamente nel dettaglio.
Volevo evidenziare che dietro alle strategie aziendali abbiamo la vicenda umana di 300 famiglie che si vedranno costrette a rivoluzionare la loro vita perché uno dei componenti sarà obbligato a diventare pendolare tra Cuneo, dove vive, e Torino, dove andrà a lavorare.
Molti dipendenti, soprattutto donne, avevano scelto il part-time per potere restare maggiormente vicine ai figli e per poterli aiutare nelle loro crescita. Ora, tutto questo, ovviamente, viene spazzato via da strategie aziendali che subdolamente non parlano di licenziamenti, ma di localizzazione e di centralizzazione dell'attività della sede unica di Torino. Così facendo, i 300 dipendenti Alpitour raggiungeranno gli altri 300 che già lavorano al Lingotto e che rappresentano la prima ondata di dipendenti, quella del 2005, che vennero forzatamente trasferiti. Allora a nulla valsero gli scioperi, gli ordini del giorno, i consigli comunali aperti e quant'altro. La proprietà restò ferma nella sua decisione, che fu il preludio di un disimpegno della realtà cuneese.
Quanto si vanificò nel 2005, unito al fatto che la Exor è FIAT - e abbiamo ben presente lo stillicidio di notizie che danno continuamente la casa automobilistica torinese prossima ad essere localizzata altrove - non mi lasciano ben sperare che questa nostra iniziativa politica rappresentata da un ordine del giorno (anzi da due, perché si è aggiunto quello del Consigliere Gregorio, che mi auguro venga approvato all'unanimità) vada a buon fine.
Voglio ricordare un aspetto che la fredda logica finanziaria non considera, e cioè il fatto che per decenni Alpitour ha significato "Cuneo nel mondo". Il tour operator è nato a Cuneo, dove iniziò la sua attività come Agenzia Alpi. Le capacità manageriali della famiglia Isoardi la fecero crescere, espandere e conoscere nel mondo. Poi ci fu la vendita e per la storia di Alpitour si aprirono nuovi capitoli, ma con la costante presenza nella città in cui nacque. La decisione della proprietà, che ricordiamo da alcuni anni è entrata nell'ordine di idee di cedere questo ramo d'azienda non solo costringerà a notevoli sacrifici le 300 famiglie, ma priverà la città di un'azienda che a Cuneo ha significato moltissimo, con gravi ripercussioni occupazionali ed economiche.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, collega Ponso.
Stiamo parlando di un'azienda che ha messo in discussione 300 posti di lavoro in un momento di crisi enorme per il Piemonte: chi non fosse interessato all'argomento... mi fermo qui, non vorrei andare oltre.
Credo che il collega Ponso, come chi lo ha preceduto e chi lo seguirà abbia il diritto di essere ascoltato.
Richiedo, almeno, le condizioni minime accettabili per fare un intervento.
Prego, collega Ponso.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Servirà ricordare alla Exor che stiamo vivendo un difficilissimo momento della storia, non solo del nostro Paese, e che siamo in preda ad una grave crisi economico-finanziaria? Servirà ricordare alla Exor che le famiglie italiane sono le più colpite da questa crisi, dal momento che saranno proprio loro quelle a cui verranno chiesti i maggiori sacrifici sottoforma di tagli dei servizi e aumento dei costi? Servirà ricordare alla Exor che la sua decisione - sacrosanta, dal punto di vista delle strategie aziendali - aggiungerà difficoltà alle difficoltà che le famiglie dei suoi dipendenti dovranno affrontare nel futuro? Certo, contrapporre i sentimenti alle fredde logiche aziendali è molto difficile - lo capisco - ma credo che i dipendenti Alpitour si siano conquistati sul campo del lavoro il diritto ad essere tutelati, dovendosi anche a loro e al loro impegno quotidiano la crescita che questo tour operator ha realizzato pure in momenti economicamente e politicamente molto complessi.
Con gli ordini del giorno odierni si chiede l'apertura di un tavolo di confronto con le parti interessate, affinché si possa ancora intervenire sul destino di Alpitour. Serve l'impegno di tutti e, soprattutto, non servono polemiche artificiose, come quella - permetto di dire - aperta dall'Assessore regionale Cirio, che ha cercato di addossare la colpa della decisione di trasferire l'attività dell'Alpitour a Torino al Sindaco di Cuneo, sottolineando, dal suo punto di vista, ovviamente, che lo spostamento nel capoluogo regionale significa la perdita del ruolo guida di capoluogo provinciale di Cuneo.
Ritengo che si debbano mettere da parte le polemiche, ma l'impegno di tutti è importante. È per questo motivo che chiedo, anche se esistono due ordini del giorno, la possibilità di votarli unanimemente, con una fiducia verso i lavoratori che in questo momento sono molto preoccupati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente, come dichiarazione di voto, per annunciare il voto favorevole ad entrambe le mozioni.
Sono lieto di constatare che quest'Aula è sempre molto attenta quando si parla di famiglie, di posti di lavori e di situazioni che riguardano direttamente la pelle dei nostri cittadini piemontesi.
Ringrazio altresì - e concludo - i colleghi che hanno portato all'attenzione dell'Aula questa problematica importantissima, che riguarda una Provincia (ma non solo, evidentemente), nella fattispecie i colleghi Biolé, Bono, Negro, Ponso, Gregorio e il collega Toselli. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Se non ho seguito male, mi è sembrato di comprendere che alcuni Consiglieri auspicherebbero l'unificazione di due atti di indirizzo. Il Consigliere Carossa, nella fattispecie, aveva chiesto qualche minuto per un approfondimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Rinnovo la richiesta di sospensione per un paio di minuti.



PRESIDENTE

Giusto per informare i colleghi su quanto avverrà da qui alle ore 14.30, comunico che fra qualche minuto porremo in votazione quest'ordine del giorno e concluderemo i nostri lavori con la trattazione dell'ultimo punto iscritto all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n. 499 "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna, Placido, Boeti, Artesio Gariglio, Buquicchio, Dell'Utri, Laus, Muliere, Ronzani, Stara, Pentenero Motta Angela e Manica.
Vi ricordo che la comunicazione dell'Assessore Casoni, d'intesa con il Presidente Reschigna che l'aveva richiesta, avverrà nella giornata di mercoledì, come primo punto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Mi scusi, intervengo solo per chiedere un chiarimento, perché stante l'o.d.g. a mie mani, il punto successivo si riferiva all'ordine del giorno n. 492, inerente a "Una scuola per artisti al castello di Rivoli" presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, mentre, se ho ben capito, portiamo in discussione e votazione l'ordine del giorno n. 499.



PRESIDENTE

In merito all'ordine del giorno n. 492, il proponente ne chiede la trattazione in presenza dell'Assessore competente Coppola, che al momento è assente.
Consigliere Carossa, lei mi ha chiesto una sospensione, mentre il collega Toselli mi ha testé comunicato che è tutto a posto. Se vi metteste d'accordo e cercaste di unificare la vostra posizione sarebbe più semplice.
Possiamo procedere?



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Non essendoci le condizioni per la stesura di un unico atto d'indirizzo, andrà in votazione per prima la mozione n. 491, presentata dai Consiglieri Biolé, Bono, Negro, Ponso e Gregorio.
Tale mozione, per iniziativa del proponente, è stata modificata nella parte immediatamente precedente al dispositivo, quindi alle parole "Il Consiglio regionale".
Sono state aggiunte dal proponente le seguenti parole: "Il trasferimento a Torino non rappresenta solamente un disagio per i lavoratori coinvolti, ma è sintomo di una volontà di cessione dell'azienda e quindi sarebbe miope giudicarlo esclusivamente come travaso di posti di lavoro.
Le Amministrazioni comunali e provinciali di Cuneo hanno preso una posizione nettamente contraria al trasferimento dei 300 lavoratori auspicando una possibilità di confronto con l'azienda, che possa portare ad una soluzione alternativa rispetto a quella prospettata.
opportuno che in un momento in cui molte sono le problematiche delle aziende piemontesi, si faccia di tutto in senso trasversale, come schieramenti e come appartenenza territoriale, per evitare che un intero comparto produttivo florido possa perdere la propria collocazione, sia fisica che di mercato, in quanto le vite, la storia, l'affettività, il nome e il prestigio di un'azienda come Alpitour, non hanno colore politico". Il testo prosegue, quindi, con "Il Consiglio regionale" e con il dispositivo che resta intonso, come depositato, a vostre mani per via elettronica.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 491, il cui testo recita: "Premesso che a partire dalla sua costituzione nel 1947 ,le vicende e lo sviluppo dell'azienda Alpitour (allora: "Alpi" ) sono legati territorialmente economicamente e affettivamente alla Granda ed al suo capoluogo.
Nei successivi decenni l'azienda si distingue per essere stata precorritrice nel proprio campo per diversi aspetti legati all'organizzazione dei trasporti in occasione di importanti eventi, varando per prima tra l'altro la formula "all inclusive".
A fine anni 60 l'Alpitour conquista il primato del primo utilizzo di un elaboratore informatico in un'azienda turistica con conseguente efficientamento organizzativo.
Negli anni settanta la stessa inaugura la prassi dei voli charter per le località mediterranee, con la possibilità di raggiungere molti luoghi senza scali intermedi e con contenimento di costi e tempi.
Negli anni ottanta amplia progressivamente la propria offerta e pubblica prima azienda turistica in assoluto, un catalogo interamente dedicato all'Italia. Le sedi si moltiplicano nel Bel Paese e all'estero.
Nell'ultimo decennio del secolo scorso, per adeguarsi al mercato sempre più competitivo, si trasforma in un grande gruppo internazionale grazie anche alla holding Exor del gruppo Agnelli, la quale dal 2001 giunge al controllo dell'intero pacchetto azionario.
Parallelamente avviene la fusione con Franco Rosso alla fine degli anni 90 sancendo la nascita di Gruppo Alpitour, un Gruppo con sei divisioni operative.
Nella sua lunga storia l'Alpitour ha segnato in modo positivo il territorio cuneese dal punto di vista produttivo-occupazionale sia diretto che indiretto attraverso la creazione di un cospicuo indotto, del prestigio internazionale, dell'investimento in altri importanti settori, primo tra tutti lo sport.
Visto che: come un fulmine a ciel sereno i lavoratori apprendevano il 13 settembre 2011 presso la propria sede a San Rocco Castagnaretta della volontà, ormai apparentemente definitiva, della chiusura della storica sede di Cuneo, la quale occupa più di trecento addetti nei vari settori.
Contemporaneamente le rappresentanze sindacali, convocate presso la sede dell'Unione Industriale di Torino per una riunione con ordine del giorno non palese della stessa decisione.
Contestualmente si è appreso che il Gruppo ha provveduto alla locazione di uno stabile in Torino sito in via Lugaro, per il trasferimento dei lavoratori cuneesi, con un contratto pluriennale fino al 2025.
Considerato che: l'Alpitour costituisce per il territorio e l'economia cuneese una delle realtà più importanti in termini di occupazione, innovazione e prestigio a livello internazionale.
Non è stata osservata alcuna prassi in termini di informazione e contrattazione nei confronti dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, avendo convocato un incontro al fine di una mera comunicazione di decisioni già prese.
L'eventuale intero trasferimento dell'attività della sede cuneese sul capoluogo piemontese rappresenta un non trascurabile allarme per il futuro dell'azienda e la continuità occupazionale.
Il trasferimento coatto dell'intera sede rappresenterebbe per molti lavoratori, tra i quali numerose sono le donne con figli, un radicale cambiamento di prospettiva lavorativa difficilmente sostenibile, e conciliabile con la gestione familiare.
di vitale importanza il mantenimento dell'attuale sede cuneese per una serie di motivazioni legate all'indotto, al prestigio del territorio, alla salvaguardia di una storia decennale, nata proprio sul territorio cuneese.
Il trasferimento a Torino non rappresenta solamente un disagio per i lavoratori coinvolti, ma è sintomo di una volontà di cessione dell'azienda e quindi sarebbe miope giudicarlo esclusivamente come travaso di posti di lavoro.
Le Amministrazioni comunali e provinciali di Cuneo hanno preso una posizione nettamente contraria al trasferimento dei 300 lavoratori auspicando una possibilità di confronto con l'azienda, che possa portare ad una soluzione alternativa rispetto a quella prospettata.
opportuno che in un momento in cui molte sono le problematiche delle aziende piemontesi, si faccia di tutto in senso trasversale, come schieramenti e come appartenenza territoriale, per evitare che un intero comparto produttivo florido possa perdere la propria collocazione, sia fisica che di mercato, in quanto le vite, la storia, l'affettività, il nome e il prestigio di un'azienda come Alpitour, non hanno colore politico.
Il Consiglio regionale impegna la giunta regionale a richiedere un tavolo di concertazione, anche con tutte le rappresentanze sindacali, rispetto alla decisione assunta dall'azienda in merito al trasferimento dell'intera maestranza cuneese, in modo da poter verificare la possibilità di elaborare un'alternativa che mantenga l'attuale assetto logistico e tuteli i lavoratori della sede cuneese ed il territorio rispetto ad una defezione che comporterebbe conseguenze dirette e indirette gravi e persistenti".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 498, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che l'azienda Alpitour Spa rappresenta un patrimonio aziendale della nostra regione e a tutti gli effetti un patrimonio storico e industriale della provincia di Cuneo, dove è nata la storica sede dell'azienda nel 1947 e da dove si sono irradiate le grandi innovazioni che tale realtà industriale ha introdotto nel campo turistico sino ai giorni nostri (è stata la prima azienda a introdurre elaborazioni informatiche dell'organizzazione, la prima azienda a creare pacchetti "ali inclusive" e di razionalizzazione dei trasporti dei clienti, la prima azienda a creare un catalogo interamente dedicato all'Italia) e che l'Alpitour nel tempo si è attestata come azienda di riferimento a livello nazionale e internazionale nel suo settore, riuscendo a crescere aumentando il numero di sedi in tutta la nostra regione e in tutto il Paese diventando Gruppo Alpitour dopo la fusione con un'altra grande azienda di viaggi, la Franco Rosso, a fine anni '90 ed entrando nella holding Exor considerato che tale colosso aziendale ha sempre avuto radici occupazionali e imprenditoriali nella provincia di Cuneo, contribuendo in modo attivo e importante allo sviluppo del territorio cuneese con investimenti anche in altri settori come lo sport e la cultura, aumentando di riflesso il prestigio internazionale della Granda e che a settembre sarebbe stata manifestata l'intenzione apparentemente definitiva da parte dell'azienda Alpitour di chiudere la storica sede di Cuneo, nella quale sono occupati più di trecento addetti, a favore di una nuova sede localizzata a Torino e ancora che la Provincia di Cuneo ha attivato, su impulso della Presidente Gianna Gancia, un tavolo tecnico su questa intenzione di trasferimento della sede al quale sono state invitate le rappresentanze sindacali e i vertici aziendali della Alpitour Spa, incontro che si terrà in data 27 settembre impegna il Consiglio Regionale a dare mandato alla Giunta di approfondire le intenzioni dell'azienda Alpitour nell'ottica di tutelare i lavoratori del Cuneese e tutto il patrimonio indotto che tale realtà industriale a caratura internazionale rappresenta per il territorio della provincia di Cuneo, anche partecipando all'incontro concordato dalla Provincia di Cuneo per il 27 settembre 2011.
A riportare al Consiglio i risultati degli eventuali incontri con i vertici dell'Azienda Alpitour".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 499 presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna Placido, Boeti, Artesio, Gariglio, Buquicchio, Dell'Utri, Laus, Muliere Ronzani, Stara, Pentenero, Motta Angela e Manica, inerente a "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 499, avente ad oggetto "Intervenire con urgenza per evitare la soppressione dei tirocini" presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna, Placido, Boeti, Artesio Gariglio, Buquicchio, Dell'Utri, Laus, Muliere, Ronzani, Stara, Pentenero Motta Angela e Manica.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno in esame credo abbia l'attenzione e il sostegno della Giunta e speriamo di tutto il Consiglio, perché riguarda una materia su cui riteniamo vi sia una larga convergenza.
In sostanza, il Governo ha approvato un decreto legge, convertito il 14 settembre, che limita il campo di applicazione dei tirocini formativi e di orientamento, in modo particolare il riferimento alle persone cosiddette svantaggiate.
Ai sensi della nuova legge n. 148, convertita il 14 settembre, solo alcune tipologie delle persone in difficoltà possono fruire dell'attivazione dei tirocini, in modo particolare si tratta di persone disabili, invalidi fisici, psichici e sensoriali, soggetti a trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti e condannati ammessi a misure alternative di detenzione. Queste figure possono partecipare e beneficiare di tirocini di formazione e orientamento, mentre altre tipologie di persone, che finora hanno beneficiato di queste misure, che possono essere considerati lavoratori sicuramente svantaggiati, quali minori in difficoltà, persone che hanno scontato le pene detentive, donne in difficoltà, ragazze madri o minori in condizioni di svantaggio, non possono più beneficiare dell'attivazione di tirocini, in precisa applicazione di questo dispositivo di legge.
Una successiva circolare ministeriale ha precisato che le tipologie testé ricordate, che sarebbero escluse, in realtà, non lo sono, cioè occorre una normativa regionale che meglio precisi la fattispecie dei tirocini cosiddetti d'inserimento-reinserimento, così da poter prevedere l'applicazione dei tirocini anche per queste tipologie di persone.
Per cui, in sostanza, l'ordine del giorno prevede che si attivi la Giunta - ci risulta sia già impegnata in proposito - affinché addivenire ad una normazione che consenta anche un chiaro riconoscimento dei tirocini cosiddetti di inserimento-reinserimento, così che entro questa fattispecie possano rientrare anche tirocini che riguardano persone che, diversamente verrebbero escluse dal dispositivo di legge n. 148 del 14 settembre 2011.
una misura attesa da molte realtà, in modo particolare del privato sociale, che sono impegnate in queste forme di tirocinio. In molti casi, si tratta di tirocini finanziati anche da privati, oltre che da soggetti del mondo no profit, quindi è un'attenzione importante e attesa perché, nel frattempo, si sono fermati non pochi programmi di tirocinio rivolti a persone in grave difficoltà.
Al contempo, impegniamo la Giunta affinché - probabilmente in sede di Conferenza Stato-Regioni o con le formule che vorrà individuare - si adoperi per far sì che il Parlamento possa meglio precisare la questione in modo che le competenze statali e regionali si integrino perfettamente senza ulteriori dubbi, in riferimento alla materia più complessiva dei tirocini formativi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il collega Lepri ha illustrato l'ordine del giorno n. 499. Chiedo se qualcuno intende intervenire.
Non essendoci richieste d'intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Come già indicato nella relazione presentata dal Consigliere Lepri, la Regione Piemonte si è già attivata in merito, in sede di IX Commissione sin dal primo momento, cioè sin da quando è stato approvato l'articolo 11.
La circolare esplicativa intervenuta successivamente è, comunque, già frutto di un lavoro, anche se necessita ancora di qualche correttivo dal punto di vista degli interventi e delle spiegazioni che la circolare ha riportato.
In realtà, in queste ore, la Regione Piemonte sta predisponendo una circolare, che sarà inviata domani mattina alle Province, per fornire già una prima illustrazione dell'interpretazione data dalla Regione Piemonte sia all'articolo 11 che, chiaramente, alla circolare successiva, anche perché per noi è fondamentale riuscire a perimetrare chiaramente il campo di applicazione dell'articolo 11.
Siccome nell'analisi condotta sia la legge n. 34 che la legge n. 148 fanno riferimento alla stessa tipologia di tirocini, vale a dire quelli formativi e di orientamento, a fronte di una circolare che non ha ancora ben delimitato e chiarito l'ambito applicativo, nelle prossime ore interverremo con una prima circolare esplicativa alle Province.
Detto questo, sul tavolo della IX Commissione c'è comunque un dibattito aperto tra le Regioni e il Ministero del lavoro, per fare sì che ci possa essere ancora un ulteriore intervento in ambito esplicativo o anche, come mi auguro, di natura maggiormente normativa. Questo avverrà sicuramente nelle prossime settimane, quindi la Giunta della Regione Piemonte su quest'ordine del giorno non può che essere favorevole.



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione dell'ordine del giorno n. 499, di cui è primo firmatario il Consigliere Lepri, su cui la Giunta regionale ha appena espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 499, il cui testo recita: "II Consiglio regionale premesso che secondo quanto previsto dall'articolo 11 del D.L 138/2011, conservato immutato dopo il passaggio di conversione presso il Senato, 'Fatta eccezione per i disabili, gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti e i condannati ammessi a misure alternative di detenzione, i tirocini formativi e di orientamento non curriculari non possono avere una durata superiore a sei mesi, proroghe comprese, e possono essere promossi unicamente a favore di neodiplomati o neo-laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento del relativo titolo di studio' la dizione sopra riportata può portare ad escludere dalla possibilità di inserimento in tirocinio persone in situazioni problematiche quali lavoratori di età avanzata espulsi dal ciclo produttivo, donne con carichi familiari, minori a rischio, vittime della tratta, ex detenuti al momento della cessazione della pena e altre persone in simili situazioni di problematicità a seguito del D.L. 138/2011, si ha notizia dell'interruzione di programmi di reinserimento lavorativo basati su tirocini da parte di numerosi enti pubblici e privati la circolare n. 24 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 12 settembre 2011, nel ricordare la potestà regionale in materia e il ruolo di mera definizione della normativa quadro e dei livelli essenziali in capo allo Stato, introduce la distinzione tra i 'tirocini formativi e di orientamento' rispetto ai quali si applica quanto disposto dall'art. 11 del DL 138/2011 e i 'tirocini di reinserimento/inserimento al lavoro' (nonch dei tirocini inseriti entro percorsi formali di istruzione e formazione) per i quali permane il rimando alla normativa regionale, in ci comprendendo la facoltà di allargare la pletora di destinatari alle categorie più deboli del mercato del lavoro quali disoccupati e inoccupati considerato che pur nell'apprezzabilità delle intenzioni, quali l'evitare lo sfruttamento di lavoratori per i quali i tirocini si pongono come strumento di estrema precarizzazione e di indebito vantaggi economico per le imprese, la attuale formulazione del DL 138/2011 rischia di determinare un arresto di importanti e positive azioni di reinserimento i tirocini vengono utilizzati come strumento per il reinserimento nel mondo del lavoro a favore di persone che rischiano di rimanervi escluse e/o che necessitano di periodi di avvicinamento o riavvicinamento al contesto produttivo nell'attuale congiuntura economica e occupazionale perdere uno strumento importante per favorire la transizione verso il mondo del lavoro sembra essere particolarmente penalizzante, in particolar modo per le Regioni come il Piemonte, che si sono dimostrate più sensibili alla crisi economica le eccezioni poste dall'art. 11 del D.L. 138/2011 ('disabili, gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti e i condannati ammessi a misure alternative di detenzione') ben testimoniano come anche il Governo, al di là dell'infelice formulazione del testo, intendesse preservare il tirocinio come strumento per il reinserimento occupazionale di persone in condizione di debolezza sul mercato del lavoro sulla base di quanto indicato dalla circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 12/9/2011, il superamento dei limiti posti all'art. 11 del DL 138/2011 prevede una specifica disciplina ad oggi non già contenuta né all'articolo 38 della LR 34/2008, né nella DGR 100-12934 del 21/12/2009 impegna la Giunta regionale del Piemonte ad introdurre, secondo quanto specificato nella circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 12/9/2011, una disciplina dei tirocini di inserimento/reinserimento, così da consentirne l'utilizzo per favorire l'occupazione delle persone in condizione di debolezza o esclusione dal mercato del lavoro ad agire presso il Governo al fine di ottenere una modifica di quanto previsto dall'art. 11 del DL 138/2011, tesa a chiarire in modo definitivo la questione, evitando le possibili incertezze generate dall'attuale testo".
Il Consiglio approva.
Ricordo che, alle ore 15.30, in Sala dei Morando, è convocata la Commissione II congiuntamente con la Commissione III, per l'audizione del curatore fallimentare di Arenaways S.p.A., in merito alle problematiche che hanno coinvolto la società ferroviaria e le azioni che si intendono attuare.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 14.25)



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