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Dettaglio seduta n.153 del 27/09/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.44 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 748 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Progetto 'Treno della memoria'"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori trattando l'interrogazione a risposta immediata n.
748, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'urgenza è determinata dal fatto che, se non si prendono decisioni in merito, si corre il rischio che il progetto non possa più avere la stessa qualità che ha avuto in questi anni.
Dopo le notizie apparse sui giornali, vorremmo sapere cosa intende fare la Giunta in merito al progetto "Treno della memoria", curato dall'associazione Terra del Fuoco di Torino, che da diversi anni costituisce uno strumento, non formale, ma importante per l'educazione della cittadinanza e degli studenti delle nostre scuole.
Il progetto coinvolge circa 1.400 studenti ogni anno, 10 regioni italiane, 70 province e molti comuni.
Riguardo a tale progetto, in Piemonte sono coinvolti l'ANPI, l'ANED l'Università degli Studi di Torino, l'Università degli Studi del Salento le Ferrovie dello Stato, il Museo Nazionale di Auschwitz-Birkenau, il Museo Storico della Città di Cracovia e il Dipartimento della Fabbrica di Schindler, il Museo Diffuso della Resistenza, l'Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, la Croce Rossa e molte altre realtà.
Ci preoccupa davvero tanto che la Regione possa immaginare di non permettere più la realizzazione del progetto.
Siamo consapevoli che le risorse economiche mettono in difficoltà la nostra Regione, ma un conto è cercare di ragionare insieme per ridurre le spese, un conto è non dare una risposta precisa e determinata al progetto.
Perché è necessario rispondere ora in merito alle intenzioni della Giunta riguardo al progetto "Treno della memoria"? Perché il progetto non è soltanto un semplice viaggio presso i campi di sterminio, ma prevede una fase di formazione e di accompagnamento dei ragazzi attraverso un treno ripercorrendo insieme il viaggio che i deportati hanno compiuto molti anni fa.
È un progetto che prevede, durante la visita, un momento di confronto che fa sì che i ragazzi che hanno avuto la possibilità di partecipare al progetto possano svolgere, al ritorno, una funzione educativa nei confronti dei loro pari che non hanno partecipato.
Al di là di ogni polemica che in questi giorni abbiamo letto sui giornali, dove si tende a mettere a confronto progetti che hanno valenze diverse, vorremmo conoscere le intenzioni della Giunta in merito a questo progetto e quindi capire quali sono le intenzioni dell'Assessore. Se le intenzioni fossero favorevoli, la pregherei di dare una risposta certa chiara e precisa in poco tempo, in modo che si possa procedere con l'avvio del processo di formazione e conoscenza nei confronti degli studenti che quest'anno parteciperanno al progetto "Treno della memoria".
Ci spiacerebbe davvero constatare che in quest'anno scolastico dal Piemonte non partiranno gli studenti, mentre nelle altre regioni italiane i ragazzi continueranno a partire con lo stesso progetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Coppola, per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Se mi avessero detto che un Consigliere regionale importante, già membro di una Giunta, avrebbe svolto un ragionamento su un viaggio in un campo di concentramento senza citare, in quasi quattro minuti, il Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione della Regione e del Consiglio regionale, sinceramente non ci avrei creduto.
Sono stupito, Presidente, che in quest'aula non si voglia riconoscere il ruolo di quel Comitato e del lavoro svolto in questi trent'anni.
Per quanto riguarda il viaggio del "Treno della memoria" del gennaio 2012, al momento l'Assessorato alla cultura ha stabilito di non assegnare risorse, poiché, in un momento storico come questo, difficile come questo si è preferito intervenire impedendo che un progetto che dura da trent'anni, organizzato dalla Regione, non si realizzasse, perché le Province si sono sottratte al loro impegno.
L'urgenza dell'interrogazione, di fatto, è negata dall'evidenza.
Stiamo ragionando su questo tema dal mese di luglio; siamo arrivati al mese di settembre solo ed esclusivamente perché la Città di Torino, dopo tre rinvii, ha consentito una riunione presso Palazzo Civico, alla presenza anche del rappresentante della Provincia, che non era rappresentante di Giunta, ma del Consiglio, riunione che ho chiesto anch'io di organizzare perché avevo il desiderio di comprendere quale fosse il valore di questa iniziativa per la Città di Torino e la Provincia di Torino.
Ho detto loro che, se l'impegno di quelle due istituzioni, che nelle espressioni verbali è un impegno forte, sarà anche supportato da una presenza ed un sostegno concreto, la Regione certamente non farà mancare la propria compartecipazione.
Anche questo pomeriggio, alle ore 16, è previsto un incontro con il Presidente Cota, il Sindaco Fassino e il Presidente Saitta, sul tema della cultura, per ragionare sulle priorità e le modalità con le quali scegliere le iniziative da sostenere e i supporti e i finanziamenti da riconoscere.
Credo sinceramente che, in un momento difficile come questo, si debba trovare la maggiore sintesi possibile tra le iniziative organizzate dalla nostra Regione e anche quando non sembra facilmente riscontrabile un punto di contatto, credo che invece si debba lavorare in quella direzione.
Sono sicuro che il Presidente del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione possa incontrare, anche su richiesta dell'Assessore l'associazione che organizza il viaggio "Treno della memoria" e vedere se tutti insieme, comprese la Città e la Provincia di Torino possono dare risposte concrete ed individuare una soluzione.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 752 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Risalita meccanizzata a Rivoli"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 752, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto riguarda l'inaugurazione, che si è svolta da poco a Rivoli, della cosiddetta "risalita meccanizzata"; opera che aiuta a portare, tramite un impianto meccanizzato, i visitatori dalla base della collina di Rivoli al Castello di Rivoli.
Tale opera, che doveva avere un costo preventivato di 2,6 milioni di euro, sembra avere qualche difficoltà economica (c'è un contenzioso con la ditta che ha realizzato l'opera).
Il dato, però, non è tanto quello economico, quanto il fatto che, a fronte di un finanziamento da parte del CIPE, pervenuto alla Regione Piemonte, che l'ha dirottato a Rivoli, a Moncalieri e a Venaria all'interno dell'Accordo di Programma Quadro tra lo Stato e la Regione Piemonte per la valorizzazione e realizzazione del circuito delle Residenze Sabaude, i fondi stanziati non sono stati "sufficienti" - lo dico ironicamente tra virgolette - a far sì che l'opera non presentasse barriere architettoniche e fosse fruibile anche dalle persone con handicap motorio.
Infatti, all'inaugurazione di detta risalita, nei giorni scorsi, erano presenti anche alcuni rappresentanti di associazioni di persone con handicap motorio, i quali, come denunciato anche dai cittadini rivolesi e da associazioni presenti sul territorio, non hanno potuto usufruire di tale risalita. Questa viene a perdere una della prerogative fondamentali che erano alla base della sua realizzazione, cioè permettere l'accessibilità la fruibilità a tutti, come tra l'altro recita il Decreto del Presidente della Repubblica n. 503, del 1996, recante le norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e negli spazi e nei servizi pubblici.
D'altra parte, anche la nostra Costituzione stabilisce, all'articolo 3 che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ogni ordine che impediscono la piena realizzazione del cittadino stesso.
Pertanto, le persone con handicap motorio sono state costrette a chiamare un taxi per superare il dislivello della collina presente a Rivoli, ma anche il taxi fornito dal Comune di Torino, purtroppo, Assessore Coppola, non era accessoriato per trasportare la persona con carrozzina.
Innanzitutto, abbiamo avuto difficoltà a reperire i fondi stanziati dalla Regione Piemonte, probabilmente sarà oggetto di un'altra interrogazione, e dal Comune di Rivoli per l'opera; però, in particolare chiediamo se ci sono dei provvedimenti che pensa l'Assessorato di poter mettere in atto per risolvere questo problema, che noi riteniamo increscioso. Parliamo di un'opera che è appena stata realizzata e inaugurata, che dovrebbe essere meccanizzata, quindi permettere a tutti l'accessibilità ad uno dei luoghi di pregio, veramente d'eccellenza, delle Residenze Sabaude, situato nell'hinterland torinese, che, invece, si trova in questa condizione veramente d'impedimento per tutti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola, per la Giunta regionale, all'Assessore Coppola.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Ringrazio il collega per l'interrogazione urgente, perché, in realtà io stesso, che non sono stato invitato a quell'inaugurazione, avevo appreso dai giornali di quest'antipatica vicenda.
Allora, ho chiesto agli Uffici di prevedere quanto prima un incontro con l'Amministrazione comunale di Rivoli, che, di fatto, è la stazione appaltante che ha realizzato quest'intervento. L'appuntamento è stato richiesto alla segretaria del Sindaco; credo che, nell'arco di qualche giorno, potremo avere delle risposte anche dall'Ufficio tecnico che accompagnerà il Sindaco, in merito a quanto riportato dai giornali.
Devo dire la verità. In merito alla documentazione che abbiamo in Assessorato, oggi ho portato lo stralcio di una relazione, che è stata inviata ai nostri Uffici in data 30 giugno 2010, in merito ai lavori realizzati, e la nota inviata dall'architetto Murru, che penso sia il responsabile comunale a capo del progetto, quindi delle verifiche del lavoro svolto, secondo i criteri che, francamente, ritengo imprescindibili in un tale momento storico. Non c'è bisogno di fare riferimento al Presidente della Regione o alla nostra Costituzione; faccio fatica a pensare che nel 2011 si possa inaugurare un'opera per raggiungere il Castello che non sia conforme alle normative.
In realtà, quanto ci è stato comunicato è esattamente quanto segue: "I lavori sono stati ultimati, sono in atto le operazioni di collaudo strutturale, tecnico e amministrativo, non si rilevano ulteriori criticità". Per cui, in realtà, da quanto siamo obbligati a riconoscere attraverso la comunicazione che ci viene rivolta non ci risultavano difficoltà, quali, invece, quelle emerse nell'articolo de La Stampa del 17 settembre - anche il giorno, evidentemente, non era dei migliori.
La ringrazio, perché è facile affrontare un discorso come questo, anche perché né l'interpellante né il rappresentante della Giunta che risponde hanno delle responsabilità.
Le risorse che la Regione ha stanziato sono significative. Nell'arco di quest'Accordo di Programma quadro tra la Città, il Ministero e la Regione ci sono ancora delle risorse a disposizione del Comune; va da sé che è impensabile che questa risalita meccanica non possa essere adoperata da persone diversamente abili o da famiglie con bambini.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 750 presentata dalla Consigliera Motta Angela, inerente a "Contributi regionali alle Fiere internazionali nazionali e regionali del tartufo"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
750, presentata dalla Consigliera Motta Angela, che ha la parola per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
L'urgenza è data dal fatto che le prime fiere inizieranno la prossima settimana, nei primi giorni d'ottobre. Si è svolta una conferenza stampa con quattordici Sindaci piemontesi, che nel loro territorio ospitano fiere regionali, nazionali e internazionali del tartufo, i quali hanno lamentato una mancanza di pianificazione e di comunicazione delle risorse regionali proprio da destinare alle fiere del tartufo.
Quindi, l'interrogazione è volta a comprendere se c'è una decisione della Giunta in tal senso, anche per permettere alle Amministrazioni comunali che organizzano questi eventi, di conoscere l'effettivo stato dei contributi, sia per la programmazione e sia per la realizzazione di queste fiere. Grazie.



PRESIDENTE

La parola, per la Giunta regionale, all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di tutto, essendo una materia di competenza di diversi Assessorati e, quindi, di diverse Direzioni, preciso che la nostra risposta è un po' la sintesi di quanto siamo riusciti a raccogliere successivamente ad un contatto con i rispettivi Assessorati che condividono con l'Assessorato all'economia montana la competenza.
Innanzitutto, ricordo che la legge n. 16/2008, riprendendo il testo della legge n. 10/2002, stabilisce che gli interventi regionali, per quanto riguarda la competenza dell'Assessorato alla montagna, siano finalizzati a spese per studi, ricerche, sperimentazioni, dimostrazioni, divulgazioni ed assistenza tecnica, nonché per la coltivazione nei vivai regionali di piante idonee allo sviluppo della tartuficoltura; contributi alle Province per il pagamento dell'indennità a privati per la conservazione e l'incremento del patrimonio tartufigeno; contributi a favore di Comuni per l'organizzazione e lo svolgimento di fiere, mostre, manifestazioni e convegni riguardanti il tartufo e la tartuficoltura; contributi a favore di Province per l'organizzazione e lo svolgimento di fiere, mostre manifestazioni e convegni riguardanti il tartufo; e contributi a favore dell'associazione o dell'unione di associazioni dei cercatori di tartufi per l'attuazione dei programmi di tutela e valorizzazione dei tartufi del Piemonte.
Per cui, strutturalmente, l'impegno dell'ente era suddiviso su diverse misure, non era e non è mai stato concentrato unicamente per il sostegno alle fiere, così come potrebbe sembrare dall'interrogazione in discussione.
Aggiungo che, a fronte di un gettito di circa 500 mila euro derivante dal versamento dei tesserini dei cercatori autorizzati, la sola Direzione 14 (Economia montana), negli ultimi quattro anni, ha stanziato, nel 2007 968 mila euro, nel 2008, un milione 149 mila euro, nel 2009, 771 mila euro e, nel 2010, 405 mila euro. Questo a prova del fatto che non vi è mai stato, in positivo o in negativo, un rapporto diretto e matematico tra entrate ed uscite; anzi, fino a poco tempo fa, le uscite erano considerevolmente maggiori rispetto alle entrate derivanti dai cosiddetti tesserini.
Inoltre, aggiungo che nell'ultimo anno, nel 2010, il totale degli interventi delle quattro Direzioni competenti (la 14, la 6, la 18 e la 5) ammontava a 938 mila euro e, nell'anno corrente, nonostante una situazione finanziaria che è nota a tutti per essere particolarmente critica, alcune risorse risulta che siano già state destinate alle fiere del tartufo dagli Assessorati al commercio e al turismo.
A tale proposito, se l'Assessorato regionale all'agricoltura comunica che per mancanza di fondi sul bilancio 2011, per quest'anno, non è stato possibile aprire il bando per la concessione di contributi per la promozione agricola e agroalimentare, ai sensi della legge regionale n.
63/1968, segnalo che l'Assessorato al commercio ha provveduto ad assegnare i fondi disponibili, in modo che gli organizzatori avessero il quadro di riferimento per il commercio in tempo utile.
Aggiunge l'Assessorato al commercio che considera possibile che con l'assestamento si possa raddoppiare il finanziamento, che per l'anno scorso era pari a 600 mila euro e per quest'anno è previsto per 343 mila euro.
Circa il presunto taglio del 70%, si segnala - sempre l'Assessorato al commercio - che dove il contributo è stato ridotto sensibilmente ciò è dovuto al bilancio consuntivo dell'anno precedente e al preventivato introito di altre risorse.
Si sottolinea, inoltre, che sul tartufo possono confluire contributi da due, tre, quattro Assessorati (turismo, oltre che commercio, montagna e agricoltura), mentre - questo è un elemento che ritengo tutti debbano tenere in attenta considerazione - la maggior parte delle manifestazioni fieristiche che sul Piemonte promuovono prodotti non meno importanti, non beneficiano di alcun contributo, oltre quello del commercio.
Un elemento che potrà essere utile per rispondere alle preoccupazioni che riteniamo assolutamente legittime, è che non ci sfugge il fatto che il tartufo rappresenti un'eccellenza piemontese e che, in quale tale, quando è possibile sia corretto investire nella sua filiera, ma ai fini di quello che si ritiene necessario prima di tutto, cioè una semplificazione amministrativa che raggruppi le competenze che, come ho segnalato più volte, sono sparse tra Assessorati e Direzioni diverse. L'Assessorato alla montagna, di concerto con le province a vocazione tartufigena, ritiene necessaria la revisione della legislazione e la concentrazione di ogni risorsa in un unico soggetto a controllo regionale e provinciale, per garantire un'equa ripartizione tra i soggetti coinvolti nella promozione del tartufo piemontese.
Aggiungo ancora che all'interno di questa logica sta la possibile strutturazione di un rapporto che possa prevedere un vincolo tra l'entrata rappresentata dal tesserino e l'uscita rappresentata da interventi a promozione del patrimonio tartufigeno.
Su questo punto, intendendo avvalersi anche di quanto previsto dalla legge sulla promozione e sviluppo del sistema fieristico piemontese, che all'articolo 10 prevede che la Giunta regionale possa "promuovere l'associazionismo tra gli operatori del settore e la loro collaborazione al fine di realizzare sinergie in una logica di filiera fieristica" e al comma 4 prevede che "la Giunta regionale possa individuare forme di coordinamento tra diversi Assessorati che, per competenze specifiche, concedono contributi alle manifestazioni fieristiche con l'intento di ottimizzare l'utilizzo delle risorse regionali", segnaliamo che comunque diversi Assessorati interessati hanno già dato la propria disponibilità a lavorare nella direzione di un maggior coordinamento e, di conseguenza, nella costruzione di un sistema che possa autofinanziarsi, permettendoci, quindi di superare le criticità di bilancio che toccano tutti i settori su cui la Regione Piemonte esercita una competenza e anche quelli sui quali credo sia naturale sostenere che si possa non dare una priorità assoluta, nel senso che ogni fiera ha un proprio bilancio e le fiere più importanti godono anche di importanti - scusi il gioco di parole - forme di sponsorizzazione ed interesse.
Riteniamo sia interesse prima di tutto loro, quello di garantirsi un percorso che porti anche loro stessi all'autosufficienza.


Argomento: Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Interrogazione a risposta immediata n. 746 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Mancato rinnovo di assegni di ricerca e borse di studio per ricercatori biomedici delle Università del Piemonte "


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 746 presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Che la situazione economica e finanziaria sia quella che è lo sappiamo e non vogliamo sicuramente mettere il dito nella piaga, però voglio partire da una premessa.
Il Governo continua ad adottare misure che possono raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013; manovre impostate, di fatto sull'aumento della pressione fiscale, ma circa lo sviluppo e la crescita nulla si dice e nulla si fa.
Partendo da questa premessa, con questa interrogazione voglio richiamare l'attenzione su un settore che ritengo abbia grandi possibilità di sviluppo, quello medico e, di conseguenza o ancora prima, la ricerca legata a questo settore.
In Piemonte possiamo vantare centinaia, per non dire migliaia, di pubblicazioni di livello internazionale, alle quali in passato, molto modestamente, ho partecipato anch'io.
Questa mattina abbiamo discusso delle problematiche relative alla questione della coesione e nel pomeriggio discuteremo sulla deliberazione n. 151, avente ad oggetto "Le linee generali di intervento in materia di ricerca e di innovazione" dove, di fatto, si riprende il discorso degli obiettivi della strategia Europa 2020.
Ascoltando tutte queste premesse ci si aspetterebbe dalla Giunta un atteggiamento di sostegno alla ricerca piemontese. Purtroppo, però, così non è stato; non ci sono avvisaglie di questo tipo. Ci sono enormi problemi relativi all'attivazione degli assegni di ricerca e delle borse di studio dei ricercatori biomedici.
Leggendo l'allegato alla proposta di deliberazione in merito alle linee generali di intervento in materia di ricerca ed innovazione si apprende che la Regione Piemonte investirà, nel triennio 2011-2013, 150 milioni di euro.
Mi auguro che tra questi ci siano anche le risorse necessarie affinch venga garantito il prosieguo delle ricerche in ambito biomedico consentendo alle Università del Piemonte il rinnovo degli assegni e delle borse di studio per tutti i propri ricercatori.
Ritengo che le problematiche relative alla ricerca e all'innovazione non debbano rimanere solo scritte nel libro dei sogni o annunciate nei comizi; devono poter avere un riscontro pratico e concreto nelle politiche e nell'amministrazione di tutti i giorni.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con l'Università

Grazie, Presidente.
Nel corso del periodo 2002-2009 i finanziamenti regionali per la ricerca biomedica - che hanno in parte generato gli assegni di ricerca cui si fa riferimento nell'interrogazione in oggetto - sono stati particolarmente significativi grazie al concorrere di importanti risorse di origine molteplice.
In particolare, i picchi di finanziamento degli anni 2003 e 2004, e la buona tenuta degli anni successivi, sono stati resi possibili da ingenti trasferimenti statali di risorse CIPE e dalla disponibilità finanziaria per la ricerca finalizzata proveniente dall'Assessorato alla sanità. A tali risorse si sono poi aggiunte quelle dei bandi per progetti di ricerca previsti dalla legge regionale 4/2006 sul "Sistema regionale per la ricerca e l'innovazione". Il peso dei trasferimenti statali fu senz'altro fondamentale, pari a 53,9 milioni di euro, mentre le risorse regionali raggiunsero i 47,8 milioni di euro.
Data la contingenza di crisi strutturale che lei ha citato e che oggi ha investito il Paese, aggravata per la Regione Piemonte da una situazione di gravissima eredità di bilancio e di riduzione di finanziamenti statali negli ultimi due anni - come lei ha rilevato - gli stanziamenti per la ricerca biomedica, e in molti altri settori, hanno subito inevitabilmente una forte contrazione.
L'Amministrazione regionale si è però prontamente attivata per riavviare il circolo virtuoso di confluenza di risorse statali e regionali per la ricerca, con l'attivazione, in sintonia con gli Atenei piemontesi di un Protocollo di Intesa tra il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (MIUR) e la Regione Piemonte, firmato il 28 luglio 2011. Secondo tale accordo si intende favorire il rafforzamento della ricerca in settori strategici per lo sviluppo del Piemonte e nell'ambito della ricerca di base.
L'intesa inoltre è volta a sostenere gli Atenei nella fase di riforma potenziandone la competitività, l'offerta formativa, le infrastrutture l'internazionalizzazione e l'informatizzazione. Il Protocollo prevede un investimento complessivo di 90 milioni di euro, di cui 50 da parte della Regione.
Proprio il 19 settembre scorso si è riunito il Comitato regionale di Coordinamento degli Atenei piemontesi che, anche alla presenza del Preside della Facoltà di Medicina, professor Ezio Ghigo, ha ribadito l'intenzione di far rientrare il potenziamento dell'alta formazione e della ricerca nel settore medico tra le finalità dei protocolli attuativi dell'Intesa.
Questa Intesa, infatti, dovrà declinarsi in accordi di programma. È già partito un tavolo tecnico in sintonia con gli Atenei piemontesi proprio a questo fine, quindi è volontà della Regione che gli accordi di programma attuativi del protocollo tengano in giusto conto le necessità espresse dal mondo della ricerca universitaria nel settore biomedico, in accordo con gli Atenei piemontesi.
Il question time, quindi, è quanto mai attuale. Devo dire, e lo ripeto che il tavolo tecnico con gli Atenei e la Regione Piemonte per gli Accordi di Programma che dovranno declinare l'intesa sottoscritta con il Ministero è già partito la scorsa settimana.
A fronte di tali considerazioni, ribadisco quanto quest'Amministrazione voglia continuare ad incentivare, malgrado l'effetto della congiuntura economica negativa, la ricerca e la formazione universitaria quale motore della ripresa economica del Paese.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Interrogazione a risposta immediata n. 753 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Assenza del gonfalone regionale alla Marcia per la Pace di Assisi 2011"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 753 presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Domenica scorsa, come tutti gli anni, si è svolta ad Assisi la Marcia per la Pace e la cooperazione dei popoli. In questo caso l'appuntamento era molto particolare, perché si trattava del cinquantenario rispetto alla prima marcia avvenuta esattamente il 24 settembre 1961.
Il Consiglio e l'Ufficio di Presidenza hanno avuto una rappresentanza ufficiale incarnata dal sottoscritto, che aveva già dato disponibilità per partecipare qualche giorno prima dell'evento.
Purtroppo devo rilevare che, invece, da parte della Giunta, soprattutto da parte del Presidente Cota, non c'è stato il nulla osta per l'invio del gonfalone ufficiale.
Se dicessi che sono stupito di ciò sarebbe una mezza bugia, nel senso che nei giorni precedenti avevamo già sentito dichiarazioni un po' a sproposito di alcuni esponenti del Consiglio regionale rispetto all'opportunità di non inviare il gonfalone. Ognuno si assume le proprie responsabilità delle dichiarazioni che fa, ma la motivazione, purtroppo, a noi è apparsa molto speciosa e poco condivisibile.
In pratica, come tutti gli anni, migliaia di cittadini piemontesi presenti sotto diverse insegne o come singoli cittadini, hanno partecipato ad un evento importante, doppiamente importante, soprattutto per il fatto che rappresentava il cinquantenario di quest'importantissima marcia rimasti "orfani" di quello che dovrebbe essere una simbologia, un gonfalone che appartiene ai cittadini.
In qualche modo, s'intravede una coerenza tra il non invio del gonfalone e alcune politiche di questa Giunta e di questo Presidente di Giunta che fa investimenti non proprio oculati per quanto riguarda l'industria bellica, che nasconde o, comunque, non fa trasparire quello che è un appuntamento molto importante per i cittadini piemontesi della prossima primavera, cioè il referendum sulla caccia. Temi che sembrano diversi tra loro, ma se n'è parlato molto proprio all'evento di Assisi.
Considerato ciò, ci permettiamo sommessamente di dare un consiglio.
Chiaramente l'interrogazione verte sulla motivazione vera che ha spinto a non inviare il gonfalone. Il consiglio è: va bene che da legge regionale l'invio del gonfalone può essere autorizzato solo dal Presidente della Giunta, ma non c'è nessuna legge che dice che il gonfalone appartiene al Presidente della Giunta: il gonfalone appartiene a tutti i piemontesi anche quelli, centinaia e migliaia, che erano presenti ad Assisi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore agli affari istituzionali

La legge regionale n. 15 del 2004 rimette al Presidente della Giunta regionale la decisione dell'utilizzo del gonfalone in eventi e manifestazioni che si svolgono al di fuori del territorio regionale, come nel caso della Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli, che si è svolta lo scorso 25 settembre tra Perugia ed Assisi.
Va precisato innanzitutto che, nel caso di utilizzo del gonfalone in pubbliche manifestazioni, lo stesso è prassi sempre accompagnato da un rappresentante delle istituzioni, non viceversa. La presenza alla marcia per la pace di un Consigliere autorizzato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, pertanto, di per sé non implica automaticamente la presenza del gonfalone.
Il gonfalone regionale, proprio come simbolo ufficiale dell'Ente, ha una funzione di rappresentanza istituzionale e pertanto il suo utilizzo va valutato nel contesto dell'evento cui è invitato ad intervenire. La partecipazione alla manifestazione di Perugia e Assisi è stata peraltro oggetto di polemiche anche tra i rappresentanti del Parlamento regionale caratterizzandosi quindi più per motivi di divisione che di unità di intenti.
Indipendentemente dalle predette considerazioni, la Giunta regionale e personalmente il Presidente della Regione credono nel valore della pace come principio ispiratore della civile convivenza tra i popoli.
Ma il Presidente, nel suo compito di rappresentare tutti i cittadini piemontesi, deve anche considerare il pensiero e l'atteggiamento delle decine di migliaia di persone che, pur ispirate dagli stessi sentimenti di pace e fratellanza, non intendono mescolare le loro idee pacifiste con manifestazioni che purtroppo vengono spesso strumentalizzate per finalità diverse da quelle di opporsi alla guerra e diventano pretesto per inserire all'interno dell'iniziativa comportamenti non in linea con lo spirito dell'evento.
Quest'insieme di considerazioni ha quindi ispirato la decisione di non inviare il gonfalone alla manifestazione, senza per questo esprimere con quest'assenza un giudizio sui valori universali di pace e fratellanza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 744 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Gravi dichiarazioni del Senatore Montani in merito all'Ospedale di Castelli di Verbania"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 744 presentata dal Consigliere Reschigna, che ha la parola per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

La settimana scorsa un esponente politico della Lega Nord del VCO, il Senatore Enrico Montani, ha rilasciato un'intervista ad un settimanale del Verbano-Cusio-Ossola che si chiama Eco Risveglio. In quell'intervista frasi assolutamente virgolettate, ci sono due temi che sono all'oggetto del question time odierno.
Il primo. Il Senatore Enrico Montani, a proposito della richiesta di una certezza sul futuro dell'ospedale di Verbania, ha dichiarato tranquillamente che "il futuro dell'ospedale è garantito perché ci sono una serie di privati disponibili a subentrare nella gestione dell'ospedale di Verbania". Il Senatore ha fatto i nomi: il Gruppo Di Salvo di Novara e l'istituto Auxologico di Piancavallo.
Secondo considerazione. Rispondendo a proposito delle polemiche del Sindaco di Verbania nei confronti della gestione della sanità nel Verbano Cusio Ossola, ha detto che il Sindaco di Verbania, esponente politico del PdL, ce l'ha con il Commissario straordinario dell'ASL 14 perché esponente politico della Lega Nord.
Con una semplice intervista il Senatore Montani ha svelato una cosa a noi arcinota, cioè che i Commissari straordinari nominati alla fine dell'anno scorso sono stati, per la stragrande maggioranza, nominati in base alle appartenenze politiche e non alle competenze. (sia ben chiaro: ho detto stragrande maggioranza, non totalità.
Seconda questione. Il Senatore Montani, secondo me, fa una grande invasione di campo, su un punto. Quest'Amministrazione regionale ha sempre dichiarato che voleva distinguersi rispetto al passato nella separazione dei rapporti tra la politica e la sanità. Mi domando: a che titolo un parlamentare dichiara sui giornali che ci sono dei privati, facendo nomi e cognomi, interessati a rilevare l'ospedale di Verbania? Se ci sono privati di cui ha fatto nomi e cognomi, vuol dire che li ha contattati. Credo non sia compito di un parlamentare fare questo. Può essere compito che concedo certamente all'Assessore regionale, può essere compito che concedo ad un Commissario straordinario, si possono esprimere delle considerazioni rispetto al merito della questione, ma certamente sarebbero gli unici due soggetti che avrebbero titolo ad intervenire sulla materia, ma non un parlamentare.
Un parlamentare non può incontrare soggetti privati, non può accertare con soggetti privati la loro disponibilità a subentrare o ad entrare nella gestione di un ospedale pubblico, perché questa è una confusione pesante nel rapporto tra la politica e la programmazione sanitaria, che m'immagino spetti ancora in capo alla Giunta regionale e non a esponenti politici dei singoli partiti.
Su tutto questo, soprattutto, su quest'ultima parte - devo essere sincero - ho semplicemente chiesto con questo question time l'opinione dell'Assessore regionale alla Sanità in merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Non conosco personalmente e non ho mai incontrato il Senatore Enrico Montani. Le assicuro che non sono assolutamente a conoscenza di specifici contatti con imprese private (quelle citate: il Gruppo De Salvo, Auxologico o altre) per collaborazioni con l'Ospedale di Verbania.
Non ho dubbi sul fatto che molte imprese private possano avere interesse a sviluppare, in forme varie, dei rapporti di collaborazione con Verbania, con l'Ospedale Castelli, riproponendo un modello che ha già avuto successo con Omegna, con l'esperienza che abbiamo fatto con il COQ.
Certamente, l'Ospedale di Verbania potrebbe rappresentare degli interessi per alcune imprese private. Non esisto contatti in corso di questo tipo.
Le assicuro che eventuali iniziative con privati sarebbero comunque di competenza dell'ASL del VCO, ma chiaramente con la condivisione di indicazioni strategiche e con il supporto dell'Assessorato, dal momento che non sarebbero competenza di altri soggetti.
Per quanto riguarda il ruolo dirigente dell'Azienda Sanitaria, si evidenzia che l'Assessorato è interessato unicamente alle competenze degli uomini che gestiscono le Aziende Sanitarie e alla loro professionalità.
Quindi, saranno questi i criteri cui ci atterremo per le scelte di questi uomini.
Nel caso specifico del VCO, posso confermare che siamo pienamente soddisfatti dell'operato del suo commissario, indipendentemente dal fatto che possa appartenere ad un colore politico e indipendentemente dal fatto che abbia legami di parentela con il Sindaco di Domodossola (peraltro di diverso colore politico).



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 754 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Fine settembre l'ambulatorio pediatrico Giovanni bosco ASL TO 2 è ancora chiuso. Riaprirà? Quando?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 754, presentata dal Consigliere Stara, che ha la parola per l'illustrazione.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Chiedo un po' di attenzione anche a colleghi presenti.
Al di là della domanda formale, c'è un elemento sulla funzione del question time. Di fatto questa domanda riprende un question time già formulato alla fine aprile, in cui si chiedevano lumi sulla presunta chiusura del servizio dell'ambulatorio pediatrico Giovanni Bosco. A quelle questioni poste (e non entro nel merito, perché il tempo non ce lo consente) sulla necessità dei servizi, sulle richieste del territorio l'Assessore Ferrero in maniera molto chiara rispondeva - ovviamente, su indicazione del Direttore dell'ASL TO2 - che la chiusura sarebbe stata limitata al periodo estivo.
Tuttavia, spesso questo è un metodo già collaudato; infatti, la chiusura dei mesi estivi o per lavori di ristrutturazione preannuncia, come è accaduto anche in altre circostanze, la chiusura definitiva.
Leggo alcuni passi della risposta dell'ex Assessore Ferrero alla mia interrogazione dell'aprile scorso: "Nel presidio Giovanni Bosco... questi ambulatori non sono stati interessati da nessuna riduzione di orario e saranno sospesi limitatamente al periodo estivo, per consentire le ferie degli specialisti interessati". Poi, riprende anche con una comunicazione rispetto ai servizi di pediatria nel suo complesso, legati al pronto soccorso.
Allora, mi chiedo e lo chiedo anche a lei, Assessore, a cosa serve il question time? Potrei capire se fossero già passati molti mesi, oppure anni, ma il precedente question time è recentissimo ed è proprio legato alla chiusura del periodo estivo.
Oggi, le informazioni in nostro possesso sono che la chiusura temporanea si è trasformata in una chiusura definitiva e che il personale che prestava servizio in quella struttura è stato trasferito presso altri ospedali, tra l'altro, neanche unitariamente, cioè è stato collocato in diverse situazioni.
La mia domanda è relativa all'impegno preso con la risposta dell'ex Assessore Ferrero; cioè quando riapre il servizio di pediatria in oggetto? Io mi riferisco a quell'impegno.
La risposta è legata soprattutto al valore del question time: si pu dire il falso, si può fare una comunicazione errata ad un Consigliere regionale nelle sue funzioni, quando entra nel merito di un argomento? Perché la limitatezza del tempo è così stringente rispetto a quel question time presentato poco tempo fa. Altrimenti, non si riesce a capire il motivo della non riapertura.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Non ero a conoscenza del problema e ho dovuto mandare rapidamente la domanda (che era arrivata) al Direttore Manuguerra che gestisce l'ASL di riferimento.
Prima di dare lettura a ciò che Manuguerra mi ha mandato, vorrei citare almeno due esempi a mia conoscenza che smentiscono un po' quello che sembrava lei volesse sottendere parlando di annunciate chiusure estive che in realtà preannunciavano una chiusura definitiva.
Mi riferisco a Carmagnola, di cui era stata annunciata la chiusura estiva del Punto Nascita, che è stato riaperto (anche un po' pomposamente se vuole) qualche giorno fa. Il Punto Nascita è stato riaperto mantenendo l'impegno di una chiusura estiva. E conosco un altro esempio, abbastanza importante, che quello di Domodossola, dove abbiamo chiuso il Punto Nascita nel periodo estivo che riaprirà alla fine settembre, inizio ottobre.
Quindi, non è vero che eventuali annunciate chiusure estive sono il preannuncio di una chiusura definitiva che non si vuole dichiarare.
Riferendoci all'esempio specifico...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore.
Colleghi, è veramente impossibile ascoltare la risposta. Vi prego di prendere posto e chi vuole parlare può uscire, visto che non bisogna mantenere il numero legale, in modo da permettere la trattazione del question time con serenità.
Scusi, Assessore, continui.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Do lettura della risposta che mi ha mandato il direttore Manuguerra.
Si precisa che il presidio ospedaliero San Giovanni Bosco non è dotato di reparto di pediatria, ma esclusivamente di ambulatori.
Queste attività ambulatoriali proseguono puntualmente, ma in sedi territoriali: l'ambulatorio pediatrico cefalee prosegue presso la Pediatria dell'Ospedale Maria Vittoria, l'ambulatorio di allergologia pediatrica prosegue presso il CPA di Lungo Dora Savona 26, dove sono affiancate da strutture specialistiche appositamente dedicate.
Quanto all'ambulatorio di pediatria generale (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14, e che aveva già registrato una forte diminuzione di accessi) l'evidenza di un'ulteriore riduzione del 60% degli accessi di bambini dal primo di giugno ad oggi non giustifica, per ora, una riapertura del servizio, ritenendosi più opportuno concentrare le risorse nell'ambito delle strutture del Dipartimento Materno Infantile che ha sede al Maria Vittoria e sul territorio dell'ASL TO2.
È necessario infatti sottolineare che le medesime attività cliniche di pediatria generale nella fascia oraria 8.00-14.00 sono svolte anche dai Pediatri di Libera Scelta, che sono presenti sul territorio delle Circoscrizioni 6 e 7 su cui insiste il San Giovanni Bosco, e anche dai Consultori Pediatrici dell'ASL TO2, per i bambini senza permesso di soggiorno, per cui la risposta al bisogno di cure viene erogata costantemente sul territorio.
Per il trattamento delle emergenze-urgenze pediatriche è necessario altresì che siano di riferimento ospedali dotati di letti di degenza pediatria, cioè Punti Nascita e Terapie Intensive Neonatali, con medici di guardia 24 ore su 24, esattamente come l'Ospedale Maria Vittoria nell'ambito dell'ASL TO 2.
Questa è la risposta che mi è stata inviata dal Direttore Manuguerra.
STARA Andrea (fuori microfono) Questa risposta è offensiva!


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 747 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Ospedale di Settimo - Richiesta ai congiunti di sottoscrizione informativa sui limiti di degenza"


PRESIDENTE

Trattiamo l'interrogazione n. 747, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione è urgente per le scadenze che nella lettera sono previste per gli interessati, ma la materia è antica.
In sostanza, la questione è quella che abbiamo dibattuto la settimana scorsa delle persone che versano in una condizione probabile di non autosufficienza e che, a seguito di un evento acuto della loro situazione clinica, si ritrovano ad essere gestite o in riabilitazione o in lungodegenza, quindi in una situazione di post acuzie da cui non è detto possano riacquistare la condizione di autonomia, ma molto probabilmente devono poi prevedere un possibile inserimento in RSA piuttosto che in cure domiciliari in lunga assistenza.
È noto che da sempre le Amministrazioni hanno cercato di regolare le permanenze in post acuzie secondo criteri di appropriatezza ed è altrettanto facilmente intuibile che quest'appropriatezza è legata all'economicità: una degenza in post acuzie ha un costo significativo superiore a quello in RSA, superiore a quello in cure domiciliari superiore evidentemente alla fuoriuscita dalla gestione assistenziale sanitaria laddove la persona recuperi una condizione di buona salute.
Quindi, si cerca sempre di mettere dei limiti in virtù dell'appropriatezza.
Purtroppo può accadere che le persone non recuperino l'autonomia in quel periodo o forse non siano in grado di recuperarla e che la famiglia non abbia alternative rispetto al ricovero in post acuzie e inizia quindi anziché un affidamento del malato verso l'istituzione, la guerra dei malati verso le istituzioni.
L'ospedale che vuole dimettere e il paziente o la famiglia non sono in grado di gestirlo autonomamente. È noto da sentenze del tribunale che ci si può opporre alle dimissioni e così la persona non viene mandata nel vuoto assistenziale. Una delle tattiche adottate dai gestori delle strutture è far sottoscrivere, nell'urgenza del momento del ricovero, quindi con tutta l'ansia che chiunque di noi può immaginare accompagna quella fase, un documento magari analogo ai codicilli delle polizze assicurative nel quale il familiare s'impegna a riconoscere che la degenza massima per il malato è di "x" giorni. Questo è quanto accaduto.
Allora, in questa questione c'è una piccola novità - diciamo le modalità sono vecchie, la modalità è nuova - perché per accreditare questo modo di dare comunicazione, presumendo di tutelarsi rispetto all'opposizione delle dimissioni, si dice che si fa in base alle più recenti disposizioni regionali. La domanda quindi è: poiché è chiamata in ballo la Regione, che dovrebbe sapere benissimo che c'è il diritto alle cure senza soluzione di continuità e senza limiti di durata, che cosa fa la Regione per modificare la modulistica impropriamente adottata da una società cui la Regione è parte tramite le proprie ASL?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
È stato richiesto alla struttura di spiegare quanto risulterebbe dall'interrogante ed è stata trasmessa una risposta in cui si assicura che tale modulistica è stata ritirata. Si riportano i passi salienti della risposta: "Il modulo proposto voleva informare, senza costituire un vincolo, circa il regolamento dell'attività autorizzata. È evidente che l'insorgenza delle problematiche di carattere sanitario e/o socio assistenziali che attendono una soluzione nel proprio territorio ci richiedono un prolungamento della degenza, di cui abbiamo sempre tenuto conto. Si ribadisce, come da regolamento, che ogni dimissione indipendentemente dalla durata, viene concordata con la famiglia e/o con la collaborazione del Coordinamento della continuità assistenziale di riferimento del paziente, onde garantire gli interventi socio-sanitari adeguati. Poiché, come segnalato, il modulo si presta a dubbia interpretazione e non esplicita tutte le fasi del percorso realmente effettuato, è stato immediatamente revocato".


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione a risposta immediata n. 749 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Dirottamento fondi FAS per il risanamento del Comune di Palermo"

Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 745 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Messa in sicurezza torrente Mellea in Savigliano (CN)"


PRESIDENTE

Trattiamo le interrogazioni a risposta immediata n. 749 e n. 745 presentate rispettivamente dal Consigliere Ponso e dal Consigliere Negro che riceveranno una risposta congiunta da parte dell'Assessore competente.
Immagino che i colleghi vogliano entrambi illustrare i loro documenti iniziamo dall'interrogazione del collega Ponso, avente ad oggetto "Dirottamento fondi FAS per il risanamento del Comune di Palermo".
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 749.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, come forse ricorderà, nello scorso giugno avevo presentato un'interrogazione a risposta immediata per sapere se la Regione Piemonte avesse proceduto agli adempimenti richiesti dal CIPE e considerati la condizione necessaria all'adozione dei provvedimenti di messa a disposizione delle risorse previste per l'intervento di messa in sicurezza del torrente Mellea presso Savigliano.
Nella sua risposta mi aveva segnalato che la Regione Piemonte aveva proceduto con gli adempimenti richiesti e, in particolare, richiamando il punto 10) della delibera CIPE che stabilisce che nel caso in cui le Regioni comunichino di avvalersi della facoltà di lasciare inalterato il valore del programma provvedendo alla copertura della differenza con risorse diverse dal FAS, aveva sottolineato che il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica avrebbe provveduto direttamente all'adozione del provvedimento di messa a disposizione delle risorse ai sensi del punto 3.1.3 della delibera CIPE n. 166/2007.
Le rinnovo, quindi, alcune considerazioni. Attraverso la DGR n. 10/97 del 9 maggio 2011, la Regione Piemonte ha confermato il valore del PAR-FAS 2007-2013 per un miliardo di euro, permettendo di adottare direttamente il provvedimento di messa a disposizione delle risorse ai sensi della delibera CIPE.
Con la DGR n. 10/97 del 9 maggio 2011 la Regione ha disposto l'allineamento del piano finanziario del programma regionale, ripartendolo per assi e linee d'azione: all'interno dell'asse II è individuata la linea d'azione "Sistema fluviale del Po e reti idriche-nodi idraulici" per una copertura finanziaria totale di 33.755.946 euro, di cui 4.429.800 euro di fondi regionali di cofinanziamento. Nell'ambito della linea d'azione "Nodi idraulici" sono previsti due interventi per il territorio di Savigliano uno sul Mellea e un secondo sul Maira. Per rendere attivi i fondi FAS occorreva che la Regione definisse con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero dell'Ambiente la modifica o l'integrazione all'accordo di programma, atto che si poteva realizzare solo dopo l'emissione del decreto con il quale il Ministero dello Sviluppo Economico rendeva disponibili le prime risorse per i FAS.
Egregio Assessore, dopo questo riepilogo delle puntate precedenti, se mi consente, torno sul tema dei fondi FAS necessari per gli interventi di messa in sicurezza del torrente Mellea, per sapere se alla luce delle voci che ipotizzano il dirottamento dei fondi FAS dagli interventi precedentemente previsti al risanamento del Comune di Palermo le risorse che erano state assicurate per l'intervento di messa in sicurezza del torrente Mellea sono ancora disponibili oppure no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 745, "Messa in sicurezza torrente Mellea in Savigliano (CN)".



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Più volte in questo Consiglio si è parlato di questo problema e poc'anzi anche il collega Ponso ha presentato un'interrogazione al riguardo.
Nella risposta fornita all'interrogante Onorevole Teresio Delfino in Commissione ambiente e alla Camera dei Deputati il Sottosegretario Elio Vittorio Belcastro ha evidenziato che il programma attuativo regionale del Piemonte è stato recepito dal CIPE ed è attualmente al vaglio dell'Ufficio centrale di bilancio; successivamente verrà trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione. Al termine di tutto questo iter, verranno attivate le procedure per il trasferimento effettivo delle risorse al Piemonte.
Tempo su tempo, mesi su mesi: quanto altro tempo ancora dovrà passare prima di giungere alla soluzione? Ma la comunità di Savigliano, gravemente danneggiata dall'evento calamitoso di più di oltre tre anni fa, non può più aspettare, tant'è che l'Amministrazione comunale ha deciso di attivarsi in proprio, con un primo lotto di lavoro, per evitare la rivolta dei cittadini e delle aziende a rischio.
Mi chiedo se, stante l'urgenza e la gravità della situazione, non si possa trovare copertura per detti lavori all'interno delle risorse proprie della Regione.
Ricordo, in conclusione, che il nodo idraulico del Mellea non può più essere eluso né si può lasciare "a bagno" una comunità che da anni invoca a noi tutti una risposta al grave problema.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Ringrazio i due Consiglieri per le interrogazioni presentate.
La materia (il progetto) è unica; la questione dei fondi l'avevamo già discussa in precedenti interrogazioni, quindi la risposta che gli Uffici hanno predisposto è unica ed è a disposizione dei Consiglieri, se ne vogliono copia.
La materia del FAS 2007-2013 è attualmente regolata dalla delibera CIPE n. 1, dell'11/01/2011, che ha aggiornato l'assegnazione del FAS alle Regioni.
In particolare, ricordo - come già comunicato all'Aula in un'altra interrogazione - che con tale delibera la quota FAS assegnata alla Regione Piemonte è passata da 833.335.800 euro a 750.022.200 euro.
Di conseguenza, la Regione Piemonte ha provveduto ad assumere un suo atto deliberativo (DGR n. 10-1997 del 9 maggio 2011), con cui, tra l'altro ha confermato il valore complessivo del PAR FAS 2007-2013 in un miliardo di euro (valore antecedente alla citata delibera CIPE 1/2011), ovviamente impegnandosi a destinare a tale scopo sue risorse, nel periodo di validità del programma; ha adeguato il quadro finanziario delle azioni, articolato per Assi e Linee di azione, alle nuove risorse FAS disponibili.
Nell'ambito di tale nuova programmazione della Regione Piemonte, assume sempre notevole rilevanze l'Asse Ambientale Asse 2, che prevede la somma di 150.085.946 euro, destinati al "Sistema fluviale del Po e reti idriche".
Si ritiene, pertanto, che l'intervento sul torrente Mellea, oggetto dell'interrogazione, possa trovare realizzazione nell'ambito di tali fondi.
Per quanto attiene alle procedure di assegnazione dei fondi FAS alla Regione Piemonte, si ricorda che il relativo decreto di assegnazione è già stato stilato ed è attualmente in attesa di perfezionamento, tramite la registrazione alla Corte dei Conti.
Nello specifico, all'interno dell'Asse 2 è individuata la linea d'azione "Sistema fluviale del Po e reti idriche - Nodi idraulici", per una copertura finanziaria totale di 33.755.946 euro.
Nell'ambito di questa linea d'azione sono previsti per il territorio di Savigliano due interventi: uno sul torrente Mellea e un secondo sul torrente Maira, per l'importo complessivo di 5.814.711 euro.
Questi interventi sono previsti a completamento di quanto già finanziato e realizzato, o in corso di realizzazione, per la messa in sicurezza dell'abitato di Savigliano dalle esondazioni dei torrenti Maira e Mellea.
In merito al quesito posto nello specifico dall'interrogazione del Consigliere Ponso, l'ipotesi di dirottamento del FAS al risanamento del Comune di Palermo non ha trovato seguito nel testo definitivo della legge 148/2011.
Resta, pertanto, invariato quanto stabilito con la DGR del 9 maggio scorso.
La copia della risposta all'interrogazione è a disposizione dei Consiglieri.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione a risposta immediata n. 751 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Nomina di una/un nuova/o Consulente di fiducia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 751, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione a risposta immediata per soffermarci su una figura che consideriamo importante.
In tempi così complicati dal punto di vista economico, si potrebbe pensare che si tratti di una questione da sottovalutare. Riteniamo, invece opportuno - viste anche le risorse contenute che questo tipo di figura comporta - porre la nostra attenzione, proprio perché crediamo che tutto ciò che è stato costruito nel tempo non debba essere smantellato.
In questo senso, se verremo a conoscenza del fatto che in realtà le nostre sono preoccupazioni infondate, abbiamo comunque il piacere di aver sollecitato la questione.
Abbiamo saputo che, in data 22 settembre 2011, è stata data comunicazione dell'annullamento del calendario degli appuntamenti della Consulente di fiducia - la dottoressa Carla Barile - a seguito della scadenza del contratto stipulato dalla Regione Piemonte.
In conseguenza di ciò, alcuni appuntamenti già fissati sono stati annullati.
Sappiamo anche che esiste la Direttiva della Presidenza del Consiglio a firma dei Ministri Brunetta e Carfagna, relativa alle linee guida sulle modalità di funzionamento dei Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e le discriminazioni.
Tale direttiva prevede la costituzione di un Comitato Unico di Garanzia in ciascuna Amministrazione, pertanto, in questo senso, non vorremmo che la decadenza della Consulente di fiducia (non è stata data notizia rispetto a quando verrà ripristinato il servizio) sia anche conseguente all'applicazione della direttiva Brunetta-Carfagna, che potrebbe veder ridimensionate alcune figure, anche perché - l'Assessore mi correggerà se sbaglio - il Comitato Unico di Garanzia andrebbe a sostituire il Comitato Pari Opportunità.
Vorremmo capire, dunque, in quale direzione si sta muovendo l'Amministrazione regionale, anche perché - ripeto - queste funzioni possono essere considerate secondarie, ma hanno una loro valenza ed importanza all'interno dell'Amministrazione.
Crediamo che un'Amministrazione pubblica debba qualificarsi per l'attenzione a questi temi.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Cercherò di rassicurare la Consigliera.
L'articolo 29 del CCNL del 5/10/2001 e l'articolo 5 del Codice di Condotta per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della Regione Piemonte prevede che sia istituita la figura del Consulente o della Consulente, di fiducia, scelta congiuntamente dall'Amministrazione regionale, dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio e dal Comitato Pari Opportunità regionale, tra persone esterne all'ente provviste di adeguata qualificazione e comprovata esperienza idonea a svolgere l'incarico.
Con determinazione n. 1446 del 14 dicembre 2009 della Direzione Risorse Umane e Patrimonio, è stato predisposto un apposito bando per l'individuazione di un professionista cui affidare l'incarico di Consulente di fiducia, per la trattazione - ricordo ai Consiglieri - dei casi di molestia sessuale e violenza psicologica sul luogo di lavoro, per un periodo di un anno, rinnovabile per 12 mesi mediante procedura comparativa.
Espletate tutte le procedure, con determinazione n. 817 del 4 agosto 2010, il Direttore delle Risorse Umane e Patrimonio ha provveduto all'aggiudicazione definitiva ed al conseguente affidamento dell'incarico di Consulente di fiducia alla dott.sa Carla Barile, per un anno dalla sottoscrizione del contratto e la possibilità di ripetizione del servizio per un massimo di 12 mesi.
L'articolo 21 della legge 4 novembre 2010 n. 183 ha stabilito che le pubbliche amministrazioni costituiscono al proprio interno il "Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni" che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i comitati per le pari opportunità e i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, costituiti in applicazione della contrattazione collettiva, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti relativi al personale delle amministrazioni pubbliche o da altre disposizioni. Tale norma non ha stabilito che il predetto Comitato sostituisca anche altre figure di garanzia, tra le quali si può inquadrare anche la Consulente di Fiducia.
Con determinazione n. 612 dell'8/8/2011, vista la possibilità prevista dal bando di ripetizione del servizio per un massimo di 12 mesi, è stato prorogato per 1 anno l'incarico di consulente di fiducia della Regione Piemonte.
In data 21/9/2011 è pervenuta alla Direzione Risorse Umane e Patrimonio nota della Consulente che comunicava che a causa di gravosi impegni lavorativi di cui era venuta a conoscenza non poteva più ricoprire l'incarico di Consulente di Fiducia. Ragione per cui si provvedeva in data 22 settembre 2011 a comunicare l'annullamento del calendario degli appuntamenti già fissati dalla Consulente di Fiducia, dottoressa Carla Barile.
Sono attualmente in corso le procedure per l'attribuzione dell'incarico ad altra/o Consulente.
Si ricorda infine che la Regione Piemonte ha attivato nel tempo tutti gli organismi finalizzati da norme e contratti alla tutela dei dipendenti in particolari situazioni e che è intenzionata a proseguire in tale direzione, al fine di valorizzare gli specifici apporti di tali figure.
Ringrazio e lascio la risposta a disposizione della Consigliera.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.56 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.57)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno n. 502 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Molinari Placido, Molinari, Novero e Ponso, inerente a "Soppressione terza edizione del TGR" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Informazione

Ordine del giorno n. 503 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Servizio d'informazione regionale, mantenimento dell'edizione serale del TG RAI regionale e sviluppo della testata giornalistica regionale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Propongo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 502, "Soppressione terza edizione del TGR", presentato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Nel contempo, viene attratto l'ordine del giorno n. 503, "Servizio di informazione regionale, mantenimento dell'edizione serale del TG RAI regionale e sviluppo della testata giornalistica regionale", presentato dal Consigliere Buquicchio.


Argomento: Parchi e riserve

Mozione n. 509 presentata dai Consiglieri Reschigna, Taricco, Placido Ronzani, Motta Angela, Boeti, Muliere, Stara, Gariglio, Lepri, Cerutti Manica, Buquicchio, Bresso, Pentenero, Ponso, Artesio e Laus, inerente a "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale la Mandria" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di una mozione, che consegnerò in questo momento, dal titolo "Arbitraria modifica dei perimetri del Parco regionale la Mandria".
La mozione è sottoscritta da una serie di Consiglieri di Gruppi consiliari dell'opposizione e la consegno in questo momento.
Ne chiedo l'iscrizione e chiedo anche che la stessa sia calendarizzata con una certa celerità, perché nella mozione abbiamo scritto - e lo spiegheremo meglio all'interno della discussione in aula - che il fatto avvenuto è di una tale gravità, per cui la mozione si configura come un atto di censura nei confronti dell'Assessore regionale Casoni.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste d'intervento.
Vi sono le richieste di modifica proposte dal Presidente. Poi i Capigruppo sanno che abbiamo anche modificato la trattazione dei punti di oggi. Cominceremo, infatti, con la trattazione di un atto d'indirizzo quello che riguarda l'edilizia scolastica, di cui è primo firmatario il Consigliere Placido.
Inoltre, vi è la richiesta d'iscrizione di un nuovo punto del Presidente Reschigna, che a questo non può che essere messa in coda all'o.d.g. E' prevista una seduta di Consiglio dopodomani e potrà essere iscritta anche in quel caso con 40 voti. Si tratteranno solo ordini del giorno.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 508: "Treno della memoria, mantenimento dei finanziamenti" presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Non ricordo se l'ordine del giorno n. 508 sul Treno della memoria è stato inserito d'ufficio nella Conferenza dei Capigruppo oppure se devo farne formale richiesta in aula.



PRESIDENTE

Era rimasto inteso che lo facciamo giovedì.



BUQUICCHIO Andrea

Quindi, non lo inseriamo oggi?



PRESIDENTE

No, lo facciamo giovedì, perché non abbiamo moltiplicato la convoca di giovedì, ma semplicemente il fatto che il Consiglio di giovedì si terrà in seduta continua dalle ore 10 alle ore 14.
Quindi, giovedì in apertura di seduta lo dovrà ribadire e sarà iscritto.



BUQUICCHIO Andrea

Se lei cortesemente volesse metterlo in coda a quello d'oggi, mi farebbe cosa gradita.



PRESIDENTE

Però, se lo inseriamo oggi - e difficilmente possiamo arrivarci - non lo potrà più richiedere giovedì. Quindi, è meglio che lo faccia giovedì.
Se non vi sono altre richieste di modifica, chiedo se qualcuno si oppone alle modifiche.
Non essendoci ulteriori richieste, l'o.d.g. è approvato così come modificato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 14 settembre 2011.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Costa Raffaele, Cota e Sacchetto.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 20 settembre 2011.


Argomento:

c) Impugnativa del Governo avverso legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza in data 23 settembre 2011 ha espresso parere favorevole alla costituzione in giudizio a difesa della legge regionale 11 luglio 2011, n. 10 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011), articoli 2, 7, 8, 26, impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con ricorso in via principale avanti la Corte Costituzionale, per presunta violazione degli articoli 3; 117, comma 1 e 2 lett. s; 120, 1 comma, della Costituzione.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 22 settembre 2011 le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 11 del 26 luglio 2011 "Modifiche alla legge regionale 31 agosto 1993, n. 47 (Determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano e istituzione dell'imposta regionale sulla benzina)" legge regionale n. 12 del 27 luglio 2011 "Modifica alla legge regionale 11 luglio 2011, n. 10 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011)".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del tenente Riccardo Bucci, del caporal maggiore scelto Mario Frasca e del caporal maggiore Massimo Di Legge, caduti in Afghanistan il 23 settembre 2011


PRESIDENTE

Si sono svolti ieri i funerali del tenente Riccardo Bucci, del caporal maggiore scelto Mario Frasca e del caporal maggiore Massimo Di Legge deceduti in un incidente stradale, venerdì 23 settembre, in Afghanistan.
A bordo di un lince, che tante volte ha protetto i nostri soldati dallo scoppio di improvvisati ordigni, i tre militari italiani hanno perso la vita lungo la strada di Herat, non lontano da Camp Arena, la base del contingente nazionale.
Riccardo Bucci, 34 anni, di Milano, apparteneva al Reggimento lagunari Serenissima di Venezia.
Mario Frasca, 32 anni, nato a Foggia, era in servizio presso il Comando delle Forze Operative terrestri di Verona.
Massimo Di Legge, nato 28 anni fa, di Aprilia (Latina), era effettivo al Raggruppamento Logistico Centrale di Roma.
Con profonda tristezza ci uniamo al cordoglio di tutte le Istituzioni per questo grave lutto che colpisce l'Esercito Italiano, esprimendo ai familiari dei militari deceduti le più sentite condoglianze.
Auguriamo, inoltre, una pronta guarigione all'ufficiale, appartenente al 151° Reggimento Fanteria di Sassari, ferito sempre lo scorso venerdì in maniera lieve a una spalla, durante uno scontro con un gruppo di insorti nella zona di Bala Murghab.
Rinnoviamo agli uomini e alle donne delle Forze Armate italiane in Afghanistan e a quelli presenti in altre aree di crisi, la gratitudine per il loro impegno al servizio della pace e per garantire il controllo e la presenza sul territorio.
Chiedo al Consiglio regionale un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

*****


Argomento: Nomine - Sistema informativo regionale

Esame proposta di deliberazione n. 157 "Proposta al Consiglio regionale di nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte" (Testo emendato e divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 131 36704 del 27 settembre 2011)


PRESIDENTE

Differentemente da quanto detto poc'anzi, prima di procedere all'esame della mozione n. 496, avente ad oggetto "Fondi per la sicurezza delle scuole" - peraltro non sono ancora arrivati i genitori di Vito Scafidi, il ragazzo che ha drammaticamente perso la vita in una scuola, che avevano espresso il desiderio di essere presenti alla trattazione del provvedimento proporrei di procedere con l'esame della deliberazione n. 157, relativa alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte, di cui al punto 4) all'o.d.g.
L'Aula ne è già a conoscenza.
Dal momento che vi è un unico emendamento che raccoglie la questione inerente le incompatibilità che erano state rilevate, ritengo che possa essere una trattazione veloce. Qualora verrà approvato l'emendamento, il voto potrà essere esteso alla delibera.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dagli Assessori Maccanti e Giordano: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 in materia di disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati visto l'articolo 1 della legge regionale 31 dicembre 2010, n. 26 (Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013), in base al quale la Regione Piemonte ha aderito volontariamente ai principi di coordinamento della finanza pubblica ed alle regole di riduzione dei costi degli apparati amministrativi ai sensi dell'articolo 6, comma 20, del decreto legge 78/2010, come convertito nella legge 122/2010 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 1-2615 del 20 settembre 2011 (Proposta al Consiglio regionale di nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione del CSI Piemonte) e preso atto delle argomentazioni ivi addotte vista altresì la deliberazione della Giunta regionale n. 18-2634 del 26 settembre 2011 con la quale, in dipendenza dell'individuazione del Responsabile della Direzione regionale DB1300 (Innovazione, ricerca ed università) quale componente del Consiglio di amministrazione di CSI Piemonte, viene assegnata ad interim la titolarità del Settore DB1302 (Sistemi informativi e tecnologie della comunicazione), articolazione della Direzione DB1300, ad una dirigente funzionalmente in servizio presso la Direzione medesima delibera di nominare i Dirigenti regionali dott. Roberto Moriondo dott. Valter Baratta quali componenti del Consiglio di amministrazione del CSI Piemonte, nelle more della nomina dei componenti del predetto Consiglio di amministrazione derivante dalla procedura selettiva avviata dal Consiglio regionale di dare atto che la deliberazione della Giunta regionale di proposta al Consiglio n. 1-2615 del 20 settembre 2011 dichiara l'assenza, in capo ai nominandi, di cause di incompatibilità ai sensi dell'articolo 13 della legge regionale 39/1995 e dello statuto di CSI Piemonte e che in riferimento all'individuazione dei componenti il Consiglio di amministrazione di CSI Piemonte è stata assunta la deliberazione della Giunta regionale n. 18-2634 del 26 settembre 2011 citata in premessa di dare atto che, per l'intera durata della loro permanenza in carica, i nominati non potranno rappresentare la Regione nell'Assemblea del Consorzio di dare infine atto che ai nominati non verrà riconosciuta remunerazione alcuna, in qualsiasi forma".
La parola all'Assessore Maccanti, per l'illustrazione.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
Il provvedimento che si accingiamo ad esaminare e a discutere è una proposta di deliberazione al Consiglio regionale, che prevede la nomina di due dirigenti regionali, nelle persone del dottor Roberto Moriondo Direttore della Direzione ricerca e innovazione, e del dottor Valter Baratta, funzionario della sanità, quali componenti tecnici del CSI, in attesa che il Consiglio regionale possa espletare tutte le formalità per poi arrivare alla nomina dei due componenti del Consiglio di Amministrazione.
L'assemblea del 12 settembre scorso ha, infatti, modificato lo Statuto dell'Ente, aggiornandolo alla legge che prevede la riduzione a cinque dei membri dei Consigli di Amministrazione.
Subito dopo l'aggiornamento dello Statuto, il Consiglio regionale ha provveduto ad emanare i bandi; bandi che sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale di giovedì scorso.
Non appena verrà espletata la formalità e il Consiglio regionale provvederà a nominare i due componenti del Consiglio di Amministrazione del



CSI - trattasi di nomina di competenza del Consiglio regionale - ovviamente

decadrà la nomina di questi due tecnici; nomina che è proposta al Consiglio regionale onde garantire la piena operatività del Consiglio di Amministrazione dell'Ente.



PRESIDENTE

Colleghi, poiché l'Assessore Cirio ha espresso il desiderio di essere presente alla trattazione della mozione n. 496 e dal momento che la programmazione dei lavori è slittata in quanto le 11 interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale, hanno occupato più tempi di quello previsto affronteremo adesso il punto relativo alla proposta di deliberazione n.
157, inerente alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte, e al ritorno dell'Assessore Cirio, che deve partecipare ad un importante incontro fissato per le ore 16.30, procederemo con l'esame della mozione n. 496, relativa a "Fondi per la sicurezza delle scuole" anche per dare modo ai genitori di Vito Scafidi di essere presenti.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Vi ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
I nostri lavori sono aggiornati fra 30 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.33 riprende alle ore 16.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i colleghi di occupare i propri posti, poiché riprendiamo i lavori.
Avevamo interrotto i nostri lavori in quanto era mancato il numero legale sulla votazione dell'emendamento n. 1). Procediamo, dunque, con la ripetizione della votazione.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1).
L'esito della votazione è il seguente: Presenti 40 Consiglieri Votanti 24 Consiglieri Hanno votato SI' 23 Consiglieri Ha votato NO 1 Consigliere Non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio approva Se nessuno è contrario, estendo il voto alla deliberazione, che si considera approvata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sarò molto breve, signor Presidente, ma devo motivare la partecipazione al voto da parte del Gruppo consiliare del Partito Democratico: lo abbiamo fatto perché crediamo che in questo momento sia importante che il CSI abbia un minimo di governance. Ci auguriamo, però, che il tema del CSI non si limiti alla ricostituzione di un Consiglio di Amministrazione provvisorio ma che prosegua (anzi, non ce lo auguriamo, ma lo chiediamo) il confronto tra i soci e all'interno del Consiglio regionale rispetto al ruolo futuro e alla costruzione del nuovo patto per il futuro del Consorzio dei Servizi Informatici.
Abbiamo dato questa partecipazione al voto anche perché siamo preoccupati per un consorzio, che coinvolge migliaia di persone, che, da mesi, è senza alcun tipo di governance, quindi versa in una condizione di totale precarietà.
Abbiamo dato questo voto anche per rispetto al punto che affronteremo dopo questa nostra votazione, per non trasmettere la sensazione, di fronte alla drammaticità di situazioni che ancora questa mattina ci sono state riproposte, di un Consiglio regionale impegnato sulle questioni tattiche che, invece, deve porre grande attenzione al merito dei problemi.
Signor Presidente, abbiamo fatto tutto questo nella consapevolezza che ancora oggi, in questo Consiglio regionale, si è resa evidente, per l'ennesima volta, l'inesistenza di una maggioranza che sostenga la Giunta regionale.
Non è oggi la giornata per fare considerazioni politiche oltre a quelle che sto svolgendo. Questa la esprimo con grande convinzione e nella consapevolezza che arriverà presto un tempo nel quale in questo Consiglio regionale occorrerà verificare con grande attenzione e grande profondità i fondamenti su cui poggiano, oggi, le precarie condizioni di questa Giunta regionale e di questo Presidente della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Carossa, al quale chiedo di esplicitare il motivo del suo intervento.



CAROSSA Mario

Grazie.
Molto brevemente volevo ringraziare parte del Consiglio per la serietà il senso istituzionale e la correttezza che, oggi, ha dimostrato non solo per la questione CSI. Ritengo molto importante la prosecuzione di questa seduta, perché, dopo, è iscritta una mozione - tra l'altro, il primo firmatario è il Consigliere Placido - sulla sicurezza delle scuole, che ritengo debba essere discussa e, spero, votata dal Consiglio.
Ringrazio ancora per la correttezza che avete dimostrato.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo, Consigliere Pedrale, a quale titolo intende intervenire ricordando che non possiamo aprire una discussione.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Presidente, sarò velocissimo: anch'io voglio associarmi nei ringraziamenti per il senso di responsabilità dimostrato da tutto il Consiglio regionale in quest'occasione.
Adesso, per velocizzare e rendere utili i lavori, in attesa dell'Assessore Cirio (che mi pare arrivi alle ore 17.15), proponevo, se si era d'accordo, di procedere i lavori con la nomina (ce n'è solo una) altrimenti proseguiamo pure con l'o.d.g. programmato, era solo per discutere l'importante mozione sull'edilizia scolastica già alle ore 17.15.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Come suggeritomi dal Consigliere Toselli, vorrei comprendere a quale titolo era intervenuto prima il Consigliere Reschigna, visto che, ogni volta che interviene il sottoscritto o altri colleghi della maggioranza lei chiede puntualmente di precisare il titolo. Non sono contrario all'intervento del Consigliere Reschigna, anzi, lo ringrazio per il voto di presenza; è solo per avere uniformità di possibilità per i Consiglieri di intervenire ogni qualvolta lo ritengono giustamente opportuno, tutto qui.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, proseguiamo i lavori con le nomine.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 156: "Fondazione 'Cesare Pavese' (articolo 10 Statuto Fondazione - Consiglio di Amministrazione - designazione di 2 membri" (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 132 - 36713 del 27 settembre 2011)


PRESIDENTE

Si rammenta che occorre prestare attenzione al momento della votazione poiché ci sono casi di più candidati che hanno lo stesso cognome.
Quindi, qualora s'intendesse votare per uno tra i candidati con cognome eguale, occorre scrivere sulla scheda anche il nome del candidato altrimenti il voto è nullo, non potendo essere attribuito ad entrambi i candidati.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Novero.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Invito i componenti il seggio, presieduto dal Vicepresidente Molinari a recarsi in sala A per lo spoglio. Daremo comunicazione dell'esito della votazione in corso di seduta.


Argomento: Parchi e riserve

Esame interrogazione sindacale n. 2, inerente a "Corretta applicazione del d.lgs 81/2008 e corretta gestione amministrativa nell'ambito della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione sindacale n. 2, inerente a "Corretta applicazione del d.lgs 81/2008 e corretta gestione amministrativa nell'ambito della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Invito il Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 110 del Regolamento interno del Consiglio regionale, a prendere atto che è stata data risposta in Commissione.



(L'Assemblea, tacitamente, prende atto)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 138, inerente a "Regolamento dei canoni di locazione, in attuazione dell'articolo 19, comma 2, della legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 138, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ricordo che da parte del Consiglio regionale non è possibile modificare questa proposta di deliberazione, essendo stata licenziata in sede redigente.
Ci sono interventi? Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 138, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
TOSELLI Francesco (fuori microfono) Chiedo cortesemente che venga ripetuta, perché pur essendo qui - mi possono vedere tutti - ho schiacciato ripetutamente negli ultimi quattro secondi, ma non mi ha preso la presenza.



PRESIDENTE

Siamo in un'Aula parlamentare, tutti dovrebbero rimanere seduti al proprio posto. Mi verrebbe da chiederle perché non ha votato prima.
Ripeto la votazione, però è l'ultima volta che ripeto una votazione quando vedo Consiglieri seduti nelle vicinanze del loro posto che poi all'ultimo dicono: "Non siamo riusciti negli ultimi quattro secondi".
Chiaro? Ripetiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 138, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Informazione

Esame ordine del giorno n. 502 presentato dai Consiglieri Cattaneo Molinari, Placido, Molinari, Novero e Ponso, inerente a "Soppressione terza edizione del TGR"; ordine del giorno n. 503 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Servizio di informazione regionale, mantenimento dell'edizione serale del TG RAI regionale e sviluppo della testata giornalistica regionale"


PRESIDENTE

Colleghi, procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 502 dell'Ufficio di Presidenza e il n. 503 del Consigliere Buquicchio sullo stesso tema, testé iscritti all'o.d.g della seduta odierna.
Mi permetto di porre all'attenzione dell'Aula quanto già detto in Conferenza dei Capigruppo. Tra le proprie scelte strategiche, la RAI ha messo in campo la cancellazione dai palinsesti di RAI Tre della terza edizione dei TG RAI regionali, quello delle 23. L'Ufficio di Presidenza così come aveva già fatto in passato, ha approvato un ordine del giorno con cui esprime un giudizio negativo per la scelta, la preoccupazione e l'auspicio che il servizio possa continuare. Corre l'obbligo informare che nel frattempo la RAI ha ripensato a questa scelta, anche se in via temporanea. Tant'è che tale servizio informativo sarebbe stato confermato anche nei prossimi due mesi.
Tuttavia, permanendo la preoccupazione in quest'ambito, poniamo all'attenzione del Consiglio regionale questo ordine del giorno che sostanzialmente, esprime giudizio negativo per la grave decisione assunta la solidarietà ai giornalisti e ai lavoratori impegnati alla RAI l'auspicio di un ripensamento da parte del Consiglio di Amministrazione (che, peraltro, c'è già stato anche grazie alla mobilitazione dei lavoratori e dei giornalisti in tal senso) e un impegno da parte del Presidente del Consiglio affinché si adoperi presso gli Organi di amministrazione della RAI, il Governo e il Parlamento affinché l'Azienda modifichi in via permanente la decisione assunta.
Anche il Consigliere Buquicchio ha presentato un ordine del giorno che ho ritenuto di collegare.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente. Non voglio far perdere ulteriore tempo all'Aula, ma volevo rilevare che avevo già presentato un ordine del giorno sullo stesso argomento. Ordine del giorno che sono disposto a ritirare visto che ne è stato presentato uno analogo dall'Ufficio di Presidenza, che rappresenta tutta l'Aula.
Le chiedo, cortesemente, di valutare i punti che ho presentato nel documento. Veda lei quelli che ritiene di dover inserire. Penso che il primo, che sottolinea il mantenimento temporaneo, sia da inserire, così come anche l'elemento relativo allo sciopero delle firme dei giornalisti e quello relativo allo sciopero di sabato 1 e domenica 2 ottobre.
Valuti lei con l'Ufficio di Presidenza, prima dell'Aula, cosa ritiene di voler inserire del mio documento.



PRESIDENTE

La ringrazio della disponibilità.
Se lei è d'accordo le faccio una proposta. Mi sembra che quello che lei rappresenta riguardo le proteste, che hanno avuto un esito positivo perch il servizio è stato mantenuto per i prossimi mesi, l'impegno dell'USIGRAI e le preoccupazioni per lavoro, sia tutto da accogliere. Tuttavia, le chiedo di coordinarlo nel testo. Approviamo l'ordine del giorno con le sue modifiche, che abbiamo già agli atti, che coordineremo in un testo unico.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente.
Ritiro il mio ordine del giorno e lascio a lei la stesura finale dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Chiedo di sollecitare l'arrivo dell'Assessore Cirio, come avevamo programmato, per discutere la mozione sull'edilizia scolastica.
Naturalmente esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno contro l'abolizione del telegiornale regionale delle ore 23 e, nel contempo continuo a portare la lamentela di moltissimi piemontesi che, anche dopo l'introduzione del digitale, continuano a non vedere il TG regionale del Piemonte, ma quello della Lombardia.
Anche da questo punto di vista chiederei all'Ufficio di Presidenza e al



CORECOM - non so quali altri organismi abbiano voce in capitolo - di

trasmettere, oltre il nostro disappunto, anche questa carenza che continua a persistere.



PRESIDENTE

Questo tema - la ringrazio, Consigliere - è all'attenzione, tant'è che l'abbiamo rappresentato al nuovo consiglio del CORECOM. Il Presidente Geraci mi ha dato ampia garanzia che si sta occupando della questione addirittura prendendo l'impegno che, entro dieci giorni, farà pervenire una proposta quanto meno per una parziale soluzione di questa annosa problematica, che è migliorata negli anni (permane ancora significativamente nelle zone di confine verso la Liguria e, in particolare, verso la Lombardia). Daremo corso anche un'informativa in tal senso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine: ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Per espressione di voto.
Riguardo all'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza sulla soppressione della terza edizione del TG Tre RAI, darò un voto convintamente contrario. In primo luogo perché non lo condivido assolutamente nella sostanza. Il secondo motivo è perché, vista la libertà giornalistica che esiste oggi nel sistema radiotelevisivo giornalistico e mediatico piemontese, credo che se si riduce il TG di un'edizione, i cittadini piemontesi avranno un'informazione più libera.
Mi rendo conto di essere fortemente controcorrente, ma questo è il mio pensiero. Credo di avere ancora la libertà in quest'Aula di potermi esprimere.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, quindi i proponenti, hanno accolto i suggerimenti del Consigliere Buquicchio che riguardano un richiamo preciso alle proteste dei giornalisti, il ruolo di USIGRAI in questa questione e la preoccupazione in relazione allo sciopero indetto dalle sigle sindacali per i giorni di sabato 1 e domenica 2 ottobre.
Come ho detto poc'anzi, l'Ufficio di Presidenza ha l'onere di coordinare il testo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 502, come modificato il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la decisione della RAI di cancellare la terza edizione dei telegiornali regionali a partire già da lunedì 26 settembre 2011 vista l'iniziativa unilaterale dei vertici RAI che si configura come una compressione dell'informazione regionale, che è uno dei capisaldi fondamentali del servizio pubblico radiotelevisivo considerato che tale decisione lede il diritto di informazione dei cittadini e indebolisce il rispetto del pluralismo istituzionale riconosciuto dalla stessa Costituzione nell'art. 114 in seguito alle proteste di utenti, giornalisti, intellettuali rappresentanti di più forze politiche e dell'organizzazione sindacale USIGRAI, la Direzione generale dell'Azienda ha disposto il mantenimento 'temporaneo' della terza edizione del TG regionale l'esecutivo USIGRAI (Unione Sindacale Giornalisti RAI), con l'obiettivo di chiedere un progetto serio per l'informazione regionale ha indetto uno 'sciopero delle firme', norma contrattuale che prevede il diritto del giornalista, in caso di dissenso, di ritirare la firma, la voce e la propria immagine esprime un giudizio negativo per la grave decisione assunta dai vertici RAI di cancellare la terza edizione dei TGR solidarietà ai giornalisti impegnati nella difesa del loro lavoro e della loro professionalità che ha sempre riscosso apprezzamenti e riscontri positivi viva preoccupazione in relazione allo sciopero indetto da alcuni sigle sindacali della RAI di Torino per i giorni di sabato 1 e domenica 2 ottobre durante i quali non sarà garantita la consueta copertura informativa auspica che ci sia un ripensamento da parte del Consiglio di Amministrazione della RAI della scelta intrapresa impegna il Presidente del Consiglio regionale ad adoperarsi presso gli Organi di amministrazione della RAI, il Governo e il Parlamento affinché l'Azienda modifichi la decisione assunta, così da difendere l'informazione regionale e il patrimonio di professionalità ad assumere informazioni sulle strategie aziendali per lo sviluppo e futuro della testata giornalistica regionale della RAI del Piemonte".
Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 156: "Fondazione 'Cesare Pavese' (articolo 10 Statuto Fondazione" - Consiglio di Amministrazione - designazione di 2 membri Proclamo designati, in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Cesare Pavese," i signori Luigi Gatti e Filippo Taricco.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame ordine del giorno n. 496 presentato dai Consiglieri Placido Pentenero, Reschigna, Ronzani, Muliere, Laus, Boeti, Manica, Taricco, Motta Angela e Lepri, inerente a "Fondi per la sicurezza delle scuole"


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ritengo che, avendo fatto 30, se è proprio questione di qualche istante, posso fare anche 31. Intendo, per una sua valutazione, aspettare l'Assessore Cirio, che ritengo sia importante ascolti alcune considerazioni che ho intenzione di fare nella presentazione della mozione.
Grazie, Presidente.



(La seduta, sospesa alle ore 17.19 riprende alle ore 17.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 496, avente ad oggetto "Fondi per la sicurezza delle scuole", presentato dai Consiglieri Placido Pentenero, Reschigna, Ronzani, Muliere, Laus, Boeti, Manica, Taricco, Motta Angela e Lepri, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
È un tema da trattare con attenzione e delicatezza per l'importanza che ha in assoluto e per quanto ha voluto dire e vuol dire, in particolare nella nostra Città e nella nostra Provincia, intendo quella di Torino.
La sicurezza negli edifici scolastici ha visto un lavoro assolutamente straordinario dopo la tragedia che c'è stata a Rivoli; un lavoro notevole dei Comuni, della Provincia e della Regione per redigere un elenco preciso delle scuole che necessitano di interventi. Tuttavia, abbiamo assistito ad alcune cose che sono di difficile comprensione: c'è stata una prima tranche di finanziamenti di 30 milioni di euro, che riguardava 90 edifici in tutta la regione. A questi iniziali 90 ne vengono aggiunti 13 e poi tolti altri 6; alla fine, da 90 diventano 83, per un totale di 28.950.000 euro. Ne sono stati aggiunti 6, che non erano stati indicati dalla Regione; non si capisce come mai a Biella si stanziano 120 mila euro per una scuola che è chiusa da tre anni. Al Convitto Umberto I di Torino si danno 2 milioni di euro che non erano stati richiesti. Allo stesso Liceo Darwin di Rivoli, che ne chiede 1.100.000, se ne assegnano 3.
Arriviamo all'elenco. Il Provveditorato e il Ministero chiedono la documentazione a Roma e ora siamo nella situazione in cui queste risorse se non sia avvia la procedura entro la fine dell'anno, si rischia vadano perse.
Poi, arriviamo ad una seconda fase, datata settembre 2010. Nel frattempo il lavoro di preparazione continua seriamente: è frequente che in Piemonte si facciano le cose seriamente tra i Comuni, le Province e la Regione.
Arriva un secondo elenco. Su 700 milioni di euro, che dovrebbero essere distribuiti a livello nazionale, al Piemonte dovrebbero toccare nuovamente 30 milioni di euro; peccato che la Conferenza Stato-Regioni decida di assegnare questi soldi al Sud. E siamo a luglio scorso.
Nel settembre scorso l'Assessore Porchietto protestava in Conferenza Stato-Regioni per questa decisione.
Tra l'altro, tutti sanno che sono a Torino da 44 anni, che le mie origini sono meridionali, non c'è nessun intento polemico e lo voglio sottolineare: il mio intervento non vuole essere assolutamente polemico perché la sicurezza è un problema che riguarda tutti; non riguarda solo una Provincia, non riguarda solo un Comune, non riguarda solo un Partito, non riguarda solo un Assessore.
Alla fine, le due Commissioni parlamentari (VI e VII) trovano 11 milioni e mezzo di euro, ma non seguono assolutamente l'elenco che la Regione, i Comuni e le Province hanno preparato; decidono - evidentemente a mio avviso - in base alla provenienza territoriale dei parlamentari al loro interno, di assegnare le risorse in modo molto singolare che, cari colleghi, mi permetto di segnalare, perché c'è veramente da riflettere.
Intanto ad oggi ha risposto il 97% dei Comuni e delle Province. È stato caricato l'80% dei dati, quindi ci può essere qualche piccola inesattezza ma il ragionamento è assolutamente attendibile. In tutte le Province piemontesi le prime dieci scuole in graduatoria per necessità di interventi (con 140, 80, 117, 178 punti a Torino) non sono destinatarie di nessuna risorsa tra quelle distribuite dalle due Commissioni parlamentari. Nel VCO ce ne sono due su 10; a Vercelli zero su 10; a Novara uno su 10, più un generico stanziamento di 550 mila euro per interventi di messa in sicurezza di varie scuole superiori di cui non si capisce la natura. Eppure a Novara c'è un elenco di scuole che necessitano di interventi.
A Cuneo uno su 10; a Biella uno su 10; ad Asti uno su 10; ad Alessandria tre su 10; a Torino - record - zero su 30.
Quindi, in tutte le Province, chi poco, chi tanto, le scuole che necessitano di interventi sono state assolutamente escluse.
Poi, abbiamo, fra la prima e la seconda tranche, tre scuole di Giaveno (Provincia di Torino); due di Borgomanero; due di Varallo, tre di Asti senza nessun criterio. E quando dico senza nessun criterio voi tutti sapete, colleghi, cosa intendo dire.
È possibile che su 11 milioni e mezzo, 2.200.000 vadano ad Asti? Non c'è né un criterio di popolazione, né un criterio di numero di edifici, n un criterio di necessità di intervento. Non si capisce con quale criterio se non quello dei parlamentari presenti nelle due Commissioni.
Non è assolutamente possibile, per quello che intendiamo noi distribuire le risorse sulla sicurezza in questo modo. A maggior ragione in una Regione dove c'è stata una tragedia che ha sensibilizzato ancora di più l'attenzione, che ha visto un lavoro straordinario dei Comuni, delle Province e della stessa Regione. Non si possono dare 300.000 euro a una scuola che è chiusa da tre anni! Non si possono dare 900 mila euro a un liceo che ha tre sedi e non si capisce a quale delle tre sedi vengano assegnati. Di questo chiedo conto all'Assessore! Su questo saremo puntuali, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché è un lavoro che evidentemente non termina oggi pomeriggio, nel chiederle di intervenire pesantemente sul Governo, perché rischiamo di perdere i primi 30 milioni se entro la fine dell'anno non vengono indicate le scuole e non tornano indietro i progetti già inviati. La nostra richiesta è che gli 11 milioni e mezzo non vengano distribuiti in base alla presenza di pur autorevoli parlamentari della Repubblica nelle due Commissioni in una giornata d'estate, ma vengano distribuiti in base alle graduatorie che i Comuni, le Province e la Regione hanno realizzato, perch non può accadere che vengano dati i soldi alla scuola primaria di Meana di Susa, che ha cinque punti, e non venga dato niente agli Istituti Luigi Casale e Guarini di Torino, che di punti ne hanno 178.
Se ci fossero i soldi, noi li dovremmo dare a tutti, ma se ce ne sono di meno, se ci sono difficoltà, sempre ma a maggior ragione su un tema come questo, bisogna rigorosamente e scrupolosamente rispettare le graduatorie che non un Consigliere regionale o un Assessore ma gli uffici, gli Enti locali e chi è preposto hanno realizzato.
Noi non possiamo permettere che vengano date risorse sulla sicurezza non a chi ne ha necessità, bensì a discrezione - non si capisce ma almeno si sa - dei parlamentari che sono presenti o meno.
È un atto dovuto nell'interesse degli studenti, degli alunni e dei ragazzini. Concludo, per stare nel tempo concesso: ho messo l'informazione sui nuovi mezzi di comunicazione che abbiamo, su Facebook, basta andare a vedere. E i commenti di una mamma che scrive sono: "Il liceo di mia figlia una struttura costruita anni fa per essere provvisoria, oggi accoglie le aule dei nuovi e dei vecchi iscritti. Una cartina copre un buco nel muro gli arbusti che crescono nelle crepe dovute alle dilatazioni termiche e agli assestamenti anche all'interno sono stati estirpati dai ragazzi.
Chissà se gli impianti sono a norma?".
E sto parlando del liceo Cattaneo di Torino che non è fra quelli che hanno ricevuto i soldi, e non so ancora a che punto della graduatoria si colloca, in attesa di poterlo conoscere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Soltanto per aggiungere alcuni elementi all'esposizione che è stata fatta dal Vicepresidente Placido, che peraltro ringrazio, come tutti coloro i quali parteciperanno e sosterranno questo documento, perché questo documento è pienamente in linea con quella che è stata l'azione che ha condotto il Governo della Regione e che sicuramente troverà in questo documento ulteriore elemento di forza per far valere le nostre ragioni.
Vorrei porre alcuni elementi di chiarezza al collega Placido altrimenti rischiamo di non essere chiari.
Dopo i dolorosi fatti tragici che hanno toccato il Piemonte, il Governo ha stanziato mille milioni di euro per intervenire con meccanismi immediati per garantire la sicurezza degli edifici scolastici.
Il ragionamento era proprio che questi momenti di dolore non venissero pagati per nulla, ma quanto meno servissero per evitare altri momenti di dolore.
Quindi, questo stanziamento era finalizzato a stabilire su quali scuole intervenire, ossia intervenire sulle scuole d'Italia che avessero avuto maggiori necessità.
Dopo che furono stanziate queste risorse, avvenne il terremoto dell'Aquila, per cui si decise che 300 dei mille milioni fossero immediatamente destinati all'Aquila e stralciati dai mille milioni complessivi. Ne sono avanzati 700; di questi 700 milioni, la prima tranche (370 milioni circa) è stata definita dal Ministero sulla base delle indicazioni date dall'Assessorato regionale all'istruzione, dal lavoro che la mia collega Pentenero aveva fatto prima e da quello che io ho proseguito, sulla base di requisiti tecnici oggettivi scrupolosissimi.
Tant'è che le assegnazioni per circa 30 milioni di euro che abbiamo avuto sulla prima tranche hanno rispettato quelle che erano le indicazioni che l'Assessorato ha dato, cioè i soldi sono andati laddove servivano.
C'era da distribuire la seconda tranche. Essendo questi dei fondi che arrivavano dalla Comunità Europea con destinazione per il Sud, le Regioni del Sud hanno impugnato il provvedimento in sede di Conferenza Stato Regioni, chiedendo che venisse mantenuta la destinazione per cui erano stati investiti.Quello stanziamento, cioè l'ultimo che è ancora da attribuire, andrà alle Regioni del Sud.
Il Governo ha individuato un residuo di circa 100 milioni di euro in una finanziaria del 2009, che ha messo sul tavolo per distribuirli tra tutte le Regioni d'Italia, come seconda ed ultima tranche degli interventi di messa in sicurezza.
La prassi avrebbe dovuto essere la stessa di prima, perché la Regione aveva fatto un lavoro attentissimo e quindi il Governo avrebbe dovuto dire: "Cara Regione, dammi gli elenchi e i numeri e io te li do sulla base dei tuoi punteggi".
Questo non è avvenuto, perché non è stato il Governo ad assegnarli così come ha fatto per la prima tranche, ma è stato il Parlamento ad indirizzarli. Il termine "assegnarli" non è corretto, perché li assegnerà il Governo se rispetterà l'indicazione del Parlamento. È stato il Parlamento ad indirizzarli con due Commissioni che si sono riunite e hanno fatto la lista della spesa.
È bene ricordare quindi che non è un atto del Governo Berlusconi, ma del Parlamento italiano, è un atto d'indirizzo della Commissione, che ha come primo firmatario Gioacchino Alfano (PdL), secondo firmatario Baretta Pierpaolo (PD), poi c'è Lega Nord Padania, Futuro e Libertà, Unione di Centro, Movimento autonomia per il Sud e quant'altro. Gli unici - giusto per ricordarlo - che si sono opposti a questo meccanismo di indirizzo delle risorse sono stati i parlamentari dell'Italia dei Valori, perché - ho il resoconto stenografico della riunione - hanno segnalato nel corso della riunione che mancavano i requisiti tecnici oggettivi per assegnare queste risorse, atto che dovrebbe fare il Governo.
Altri parlamentari di tutti i partiti sono intervenuti chi a favore chi contro, ma i firmatari rimangono costoro, i quali hanno firmato e votato all'unanimità questo provvedimento, che indica risorse con la risoluzione cui doveva attenersi il Governo.
Questo avvenne il 2 agosto. Noi venimmo a sapere di questa decisione dopo che le Commissioni si erano riunite; non appena abbiamo ottenuto le carte abbiamo incrociato i dati ed era lampante quello che ha detto il Vicepresidente Placido, che condivido lettera per lettera e parola per parola. Tant'è che nella seduta del 7 settembre, la prima seduta al rientro dalla pausa estiva della Commissione che raduna le Regioni insieme al Governo per definire le questioni dell'istruzione, la mia collega Assessore Porchietto, presente in Commissione perché si trattava della questione della formazione, ha sollevato formalmente la questione, denunciando il fatto che non era accettabile che questi soldi fossero stati distribuiti con questi meccanismi.
Successivamente a questo, ho sentito il Sottosegretario Mantovani, che rappresentava il Governo in quella seduta, il quale mi ha confermato che quello è un atto d'indirizzo del Parlamento e che quest'atto di indirizzo doveva venire in Conferenza Stato-Regioni prima di diventare un atto effettivo del Governo.
A quel punto, la questione è diventata di dominio pubblico. Io mi sono già attivato con il mio collega Rossoni della Regione Lombardia, che per noi è un po' il capofila in sede di Commissione. La volontà delle Regioni d'Italia - non di tutta Italia, ma di molte Regioni - è quella di bloccare questo provvedimento in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Sapete che noi non abbiamo il potere di bloccarlo realmente, ma ho intenzione di fare una cosa molto semplice: in quella sede notificherò al Governo italiano e al Ministero l'elenco delle priorità così come definito dai sopralluoghi tecnici effettuati dalla nostra Regione. Lo notificher dicendo: "Questo è l'elenco delle priorità per garantire la sicurezza dei nostri figli. Se voi disattendete quest'elenco, vi assumete le relative responsabilità". Non è assolutamente pensabile, parlando di sicurezza degli edifici scolastici, che non si segua la logica della necessità dell'intervento, ma se ne seguano altre.
È evidente che - qualcuno la chiamava legge "mancia" - con questo meccanismo il Parlamento potesse indirizzare le risorse. È una cosa che non va tanto bene fare, su tante cose magari può essere più accettabile, ma sulla sicurezza degli edifici scolastici no. I soldi devono andare dove servono e non dove vanno le sensibilità dei parlamentari, di tutti i partiti, che hanno votato e che hanno indirizzato in un certo modo gli interventi.
Pertanto, pensiamo di avere ancora la forza di far valere questo principio con il Governo e credo anche che la mozione di oggi possa aiutarci ulteriormente a far valere queste indicazioni.
Ci tenevo però a sottolineare quello che è stato il meccanismo e a chiedere a tutti i colleghi Consiglieri molta attenzione nella divulgazione di questi dati. Molti di voi hanno chiesto all'Assessorato di dare il resoconto dell'indagine che stiamo facendo sulla sicurezza degli edifici scolastici: per carità, i Consiglieri hanno il diritto di conoscerla a fondo e nel dettaglio; vi pregherei soltanto molta cautela, perché si tratta di dati sensibili, ma molto sensibili. Voi capite, infatti, che se si pubblica che una scuola è la più insicura del Piemonte, domani mattina se fossi il padre di quei bambini, non so se li manderei ancora. A volte invece, bisogna guardare nel dettaglio, perché abbiamo fatto una verifica che non è meramente strutturale, ma che attiene e guarda ad altri aspetti della sicurezza degli edifici scolastici.
In ultimo, anche alla luce di quanto si leggeva su Facebook, ci tengo a precisare che il Piemonte, oggi, si attesta al terzo posto in Italia per la sicurezza degli edifici scolastici (questi sono i dati riferiti al passato). Emerge, dunque, una situazione difficile, ma che non rappresenta comunque, un disastro complessivo sulla questione scolastica in Piemonte.
Ciò non toglie che l'8% degli edifici necessitano di interventi urgenti e prioritari rispetto agli altri, e su questi i soldi li dobbiamo evidentemente, stanziare adesso; dobbiamo garantire le risorse.
Vi ringrazio ulteriormente e notificheremo in sede di Conferenza Stato Regioni questo elenco di priorità. Come ripeto, ho trovato diversi alleati nelle Regioni d'Italia che hanno la stessa nostra sensibilità.
La seconda precisazione che intendo fare (peraltro, è la prima nell'esposizione del collega Placido) è che i fondi del CIPE non sono a rischio - lo voglio dire e ribadire, ho ulteriori garanzie da parte del Governo - perché sono fondi che dovevano essere dati su convenzione. Noi abbiamo avuto 83 interventi finanziati in Piemonte e abbiamo già 81 convenzioni esistenti (ovviamente, parliamo di convenzioni fra l'Ente locale, proprietario dell'immobile, e il Ministero).
Laddove l'inadempienza nel non rispetto dei termini è dovuta a responsabilità dell'Ente locale, ci potrà essere un rischio specifico. Ma visto che qui non è l'Ente locale ma è il Ministero che tarda nell'omologa dei progetti, non ci sono rischi: abbiamo ricevuto ulteriori garanzie e conferme in tal senso, per quanto concerne la prima tranche.
Sulla seconda vi aggiornerò passo a passo; anzi, vi chiederò magari un sostegno perché è un malvezzo quello che è stato fatto; tuttavia, poiché si tratta di sicurezza, non è accettabile né opportuno in alcun modo. A maggior ragione, se si tratta di sicurezza negli edifici scolastici diventa un comportamento inaccettabile che non possiamo in assoluto ammettere supinamente.
Voi capite, infatti, che se domani mattina si verifica un episodio nella scuola di un certo paese e noi eravamo intervenuti in quella vicina perché lì c'era un Parlamentare di un qualsiasi partito che aveva la sensibilità di indicarla, andremo poi a spiegarlo a quella scuola o ai genitori dei ragazzi che frequentano quella scuola. Non è un comportamento accettabile e chiedo davvero il sostegno a tutto il Consiglio regionale.
Ringrazio tutti, in particolare il Consigliere Placido, per questa iniziativa che è quanto mai opportuna.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Non vi sono dubbi che la mozione presentata dal collega Placido tocchi un tema estremamente importante: la tragedia del diciassettenne Vito Scafidi al Liceo Darwin di Rivoli è stata, purtroppo, l'occasione per riportare alla ribalta delle cronache nazionali la problematica legata all'insicurezza degli edifici scolastici.
Mi consenta, in apertura, di salutare i familiari di Vito, rinnovando ed esprimendo loro la vicinanza personale e del Gruppo Lega Nord.
È una considerazione amara, ma spesso, in questo strano Paese, si deve aspettare la tragedia per affrontare di petto un problema. Questo problema e, nello specifico, questo tema - non può dividere: è lampante che le carenze strutturali, la mancanza dei certificati richiesti dalla legge, la fatiscenza di alcune strutture, non possono essere ricondotte al malgoverno di questa o di quella parte politica, ma, eventualmente, alla trascuratezza delle singole Amministrazioni interessate, che in determinate occasioni potevano fare ma non hanno fatto, potevano intervenire ma hanno scelto altre priorità.
Allo stesso modo, la volontà di risolvere questioni spinose, di ammodernare i nostri edifici scolastiche, di sanare situazioni critiche non può che essere un'ambizione di tutti. Se qualcuno in passato non ha fatto - e non è un riferimento politico nei confronti di alcuno soprattutto non è una critica nei confronti di passate Amministrazioni regionali, perché non è questo il luogo più consono per tenere discorsi di questo tipo - è doveroso pensare e concordare strategie di azioni comuni e condivise. Perché a prescindere da quanto accaduto in passato e dalla situazione attuale, ora è arrivato il momento di "fare": vale per la scuola come per le altre strutture pubbliche che necessitano di sicurezza. La sicurezza e la conservazione del patrimonio immobiliare pubblico deve essere una priorità per tutti.
Nel momento in cui le varie Amministrazioni redigono i loro piani triennali per gli investimenti, crediamo sia doveroso che prima si operi sull'esistente: la sistemazione di un controsoffitto difettoso o la realizzazione di una scala antincendio viene prima di qualsiasi altra cosa.
Questa è la politica del buonsenso, non è una scelta di parte o una maggiore sensibilità di qualcuno rispetto a qualcuno altro.
Va altresì riconosciuto che il Piemonte - lo ricordava l'Assessore Cirio - secondo i dati emersi dalla fotografia commissionata dalla Regione al Politecnico di Torino (dati non ancora completi), non è sicuramente una di quelle Regioni messe peggio (si citava un terzo posto in classifica) e va sottolineato che dal 2008 ad oggi molte Amministrazioni locali si sono mosse in modo efficace, acquisendo certificati mancanti, adeguando impianti e attuando serie manutenzioni. La situazione nazionale, per contro oggettivamente difficile, direi che è drammatica.
Questo è lo stato dell'edilizia scolastica: 110.761 scuole, dislocate in circa 42.000 edifici, presentano gravissime carenze strutturali tali da rendere gli edifici vulnerabili in caso di incidenti causati da calamità naturali o altro, quali crolli, eccetera. Circa il 40% dell'edilizia scolastica è esposta ad elevato rischio sismico, e il 7% ad elevato rischio idrogeologico. Solo per gli interventi più urgenti sarebbero subito necessari 13 miliardi. Questo è un dato che emerge da una stima della Protezione Civile in seguito al terremoto in Abruzzo.
Capiamo tutti che si tratta di un quadro fortemente critico e questo dato riguarda, tra l'altro, un solo aspetto della sicurezza.
I dati parziali del Piemonte, che ha 3.129 edifici scolastici evidenziano un motivo di apprensione, e cioè l'anzianità delle strutture scolastiche. Gli edifici realizzati prima del 1900 sono il 7%, tra il 1900 e il 1940 il 16%, tra il 1940 e 1974 il 24%, tra il 1974 e il 1990 il 50%.
Ciò significa, sostanzialmente, che dal 1990 ad oggi l'edilizia scolastica si è bloccata in termini di nuove realizzazioni. Vi è, tuttavia, un altro dato da evidenziare: negli ultimi cinque anni, più del 25% degli edifici scolastici non è stato sottoposto a manutenzioni straordinarie.
Vi fornisco altri dati: il certificato di agibilità statica è presente nel 60% delle scuole; quello di agilità igienico-sanitaria nell'89%, di scale e sicurezza nel 74%; poi, per fortuna, ci sono anche dati positivi: porte antipanico nel 99%, prove di evacuazione nel 100% delle scuole censite, impianti elettrici a norma nel 98%.
Fatta questa doverosa premessa - che dipinge sì una situazione migliore rispetto alla situazione generale nazionale, ma stiamo comunque parlando di sicurezza e quindi anche quelle situazioni, poche o tante che siano, vanno sanate - vengo alla mozione.
Collega Placido, non si può non essere d'accordo su un argomento come quello proposto, ma crediamo che si potrebbe articolare meglio, dando conto di quanto questa Giunta ha già fatto. Perché, altrimenti, potrebbero esserci sensibilità diverse o la sensazione, da parte di qualcuno, che si voglia strumentalizzare (e sono sicuro che non c'è questo spirito nei firmatari).
La notizia principale sulla quale ruota la mozione è di quelle che hanno lasciato anche noi sorpresi: una risoluzione di quella portata adottata dalle Commissioni parlamentari senza la doverosa consultazione degli Enti locali e, soprattutto, senza tenere conto dei livelli di criticità non può che sorprendere (per non dire altro). O, meglio, una cosa si può dire: quando le cose vengono decise a Roma, calate dall'alto, senza il dovuto confronto, non possono che andare male. Qui si potrebbe aprire un altro discorso molto ampio, ma non è la sede idonea per commentare il tipo di operazione fatta, che non è la prima e, purtroppo, non sarà nemmeno l'ultima. Ma questo è stato fatto nelle Commissioni, e da lì si deve partire.
Imputare responsabilità al Piemonte o ad altre Regioni possiamo concordare tutti che un atto simile è paradossale o sbagliato.
Bisogna dare atto all'Assessore Cirio, come ha ricordato, che il Piemonte è stato il primo a sollevare la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni. Non può che essere quella la sede dove sollevare questa situazione e dove far sentire forte la propria voce. Di più: il contatto con il Sottosegretario Mantovani e il tentativo di mettere in atto un'azione sinergica con la Regione Lombardia, allo scopo di dare maggiore forza ad un'istanza di revisione di quella situazione, credo siano gli obiettivi che auspicavano anche i firmatari.
Concludendo, di fronte ad una mozione sulla quale non si può che concordare rispetto alla filosofia di fondo, sottolineo che vi è già un'azione tangibile che risponde almeno a due dei tre punti dell'impegno previsto dalla stessa e dividersi su temi così delicati sarebbe un cattivo segnale.
In qualità anche di Presidente della VI Commissione, credo si potrebbe dare ancora più forza a questa mozione evitando un voto magari non unanime che potrebbe sottolineare un segnale negativo.
Per cui, propongo al primo firmatario di modificare il deliberato riconoscendo al primo comma dello stesso quanto la Giunta ha già avviato in termini di azioni concrete nei confronti del Governo.
Con lo spirito di chi vuole fare in modo che questa assise si esprima in maniera unitaria su una tematica dove le divisioni sono assolutamente da scongiurare, a nome della maggioranza (c'è stato un confronto con gli amici del PdL), chiederei di modificare il primo impegno proposto alla Giunta nel modo seguente: al posto di "intervenire presso gli organi governativi" inserire "a proseguire con forza l'intervento già avviato nei confronti degli organi governativi".
È una piccolissima modifica su una mozione che nel suo complesso va bene, se non altro dà atto del lavoro che, comunque, l'Assessore Cirio e la Giunta hanno portato avanti in una situazione paradossale, che tutti avremmo potuto e voluto evitare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Marinello.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Colleghi, la parte tecnica l'ha esposta bene il primo firmatario della mozione, l'Assessore nella replica ha dato altri l'elemento e anche i dati che sono stati forniti dal Presidente della Commissione sono più che esaustivi.
Qui non stiamo discutendo - e non possiamo certamente dividerci - sulla necessità, sull'opportunità e sulla doverosità di interventi di questo genere. Però, abbiate pazienza, qui si apre un problema non tecnico, ma politico, molto serio: non possiamo sottacere la gravissima responsabilità.
Non parlo del Governo, ma - guardo a casa nostra - di tutti i parlamentari di destra, di sinistra e di centro, che in quelle Commissioni e durante quei lavori hanno ignorato completamente una prerogativa del territorio quella di dare un indirizzo e di fornire dei dati, frutto di studi seri e approfonditi su questo argomento! Vogliamo sottacere perché abbiamo qualche amico che siede lì al Senato o alla Camera? Io non ho amici che siedono alla Camera o al Senato: quando sbagliano per me sono tutti uguali.
Una mozione di censura nei loro confronti dovrebbe partire da questa Assemblea legislativa! Solo così faremmo un servizio reale! Devono smetterla di recarsi in Commissione senza approfondire gli argomenti! Altresì, devono smetterla di fare una cosa ancora più grave, deprecabile e censurabile, cioè comportarsi da parlamentari come se dovessero curare gli interessi di bottega, che non attengono neanche più ai collegi! Speriamo che la riforma elettorale metta fine a questo porcellum, perché il parlamentare fa riferimento ad un territorio ben più vasto e con quale etica si interessa della scuola di quel comunello o di quell'altro? Almeno, una volta, quando era eletto nel suo collegio, la parvenza e il pudore erano salvati. Oggi, non può e non deve permettersi di andare a creare turbativa in ambito di indirizzo politico! Quindi, una seria censura nei confronti dei nostri parlamentari, di destra, di sinistra e di centro, andrebbe fatta, perché è veramente vergognoso quello che è stato fatto! Ben fa, ben dice e ben auspica, gli rivolgo l'augurio di riuscire ad adottare tutti i mezzi possibili ed immaginabili. In questo caso, avrà sicuramente il conforto, l'aiuto e l'ausilio, auspico, di tutto il Consiglio, ma sicuramente della forza che rappresento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Raramente succede di dovere condividere gran parte degli interventi anche dei colleghi dell'opposizione: questo è uno dei casi rari, che sicuramente constatiamo.
Al di là dall'esprimere un saluto doveroso e la solidarietà ai familiari che sono qui presenti, credo che sia da parte del Presidente della Commissione, del collega Placido e dell'Assessore Cirio sia già stato fatto un grosso sforzo di grande onestà politica e intellettuale nel descrivere quanto è avvenuto.
Credo anch'io che, magari, questa mozione non sarà miracolistica, per sicuramente - soprattutto se sarà votata all'unanimità, come mi auguro potrà essere uno strumento che darà forza alla Regione Piemonte e ad altre Regioni italiane - non tutte, a quanto pare - in sede di Conferenza Stato Regioni, affinché vengano seguiti dei criteri tecnici oggettivi. Così da assegnare priorità di finanziamento a quei plessi scolastici che sono davvero in pericolo, che necessitano davvero di interventi strutturali edilizi, e non a casaccio, a seconda della sensibilità - apprezzo l'Assessore Cirio per avere utilizzato questo eufemismo - e della presenza di determinati parlamentari in un paio di Commissioni del nostro Parlamento nazionale.
Potrei anch'io dilungarmi. Non lo faccio, però condivido quanto test espresso dal collega Buquicchio relativamente alla grande rappresentatività e al legame territoriale di questi parlamentari, che sono nominati e nemmeno eletti. Quindi, è ancora più amaro constatare che determinate risorse siano state indirizzate da parlamentari che non sono neanche particolarmente legati al territorio, quindi al consenso della popolazione.
Davvero condivido l'iniziativa da parte dell'Assessore, in accordo anche con la Regione Lombardia e altre Regioni, per reintrodurre un percorso tecnico oggettivo, dove veramente i soldi siano assegnati a chi ha necessità.
Come forse è già stato detto, dal verificarsi di una disgrazia così dolorosa occorre cogliere lo stimolo per migliorare le situazioni e porre in essere, davvero, degli interventi in termini di sicurezza, che garantiscano l'incolumità delle nostre generazioni durante l'attività scolastica.
Concludo con una riflessione di fondo. Le risorse sono sempre poche se non sbaglio, sono stati stanziati mille milioni di euro - e l'Italia è anche un paese sfortunato, purtroppo ci sono eventi alluvionali e terremoti. Con il terremoto in Abruzzo sono stati sottratti 300 milioni di euro da questa partita, quindi la disponibilità si è ridotta. Però, si deve avere l'onestà tutti insieme e il coraggio di fare delle scelte.
Se le priorità in Italia e in questa Regione sono la sanità l'assistenza, la sicurezza dei nostri ragazzi e dei nostri studenti nelle scuole, allora, davvero, tutti insieme indirizziamo le risorse verso questi settori e facciamo onestamente dei sacrifici su altri settori che, magari sono meno strategici e meno importanti; potremmo anche immaginare meno sagre o mostre culturali, che, a volte, non sappiamo nemmeno se davvero hanno ricadute culturali sul territorio. Sono proprio in questi momenti dove le risorse sono poche, che tutti insieme, senza demagogia e senza facili qualunquismi, dovremmo fare delle scelte di priorità, anche nell'indirizzare determinati investimenti.
Mi associo agli interventi dei colleghi e sostengo l'azione dell'Assessore Cirio che tra l'altro, in maniera molto puntuale e precisa ha ricostruito il percorso di questa dinamica politico-amministrativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Sono stati tanti gli interventi e tutti positivi, sia da una parte che dall'altra, quindi a questo punto non ci sono più parole, perché simili disgrazie, in particolare la perdita di una persona - permettetemi di salutare il papà e la mamma di Vito, ragazzo giovane con un futuro davanti un avvenire drammaticamente interrotto di punto in bianco - non devono assolutamente più capitare.
Ho firmato anch'io la mozione presentata dal collega Placido. La ritengo ottima e giusta; come condivido l'intervento dell'Assessore Cirio.
In primis, dobbiamo cercare tutti insieme di trovare questi fondi anche facendo, come ha detto il collega Buquicchio, una voce grossa di fronte ai nostri parlamentari, affinché si dia prestigio e priorità a questi interventi. Attualmente abbiamo 761 scuole in Piemonte da vigilare da controllare e da esaminare. Siamo quasi nel 2012, non possiamo più accettare che, di punto in bianco, crollino mura e soffitti. Sono cose assurde che assolutamente non devono verificarsi più.
Questo sarà un voto forte, un voto convinto, e mi fa piacere che già il 2 agosto, al Parlamento nazionale, quasi tutti i componenti dei partiti compreso il mio, Unione di Centro - abbiano votato a favore questa iniziativa, perché ritengo abbia la massima priorità.
Solamente un papà di famiglia, come il sottoscritto, o un nonno pu capire il dolore della perdita di una vita umana così giovane.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Avevo un forte margine di incertezza nell'intervenire, perché la sottoscritta era Assessore allo Stato Civile quando avvenne la tragedia dello Statuto a Torino - e non devo aggiungere altre parole - e successivamente, per un periodo per mia fortuna brevissimo negli anni '80 fui anche Assessore all'edilizia scolastica della città di Torino, per cui non ho nulla da aggiungere alle osservazioni fatte.
Ci fu allora questa tragedia, una delle pagine più dolorose. Come amministratori non è necessario essere padri o nonni per comprendere il dramma di una tragedia legata alla mancanza assoluta di sicurezza. Questa tragedia determinò - è paradossale dirlo in questo dibattito, ma lo voglio dire anche alle carissime persone che sono alle mie spalle in questo momento e che questa mattina ho avuto la possibilità, grazie all'invito rivolto, di salutare e di omaggiare - una pesantissima e fortissima attenzione in allora negli Enti locali (parlo degli anni '80) e una fortissima sensibilità che portò ad interventi nei cinema e nelle scuole proprio per la tematica della sicurezza.
Forse questa è una delle ragioni, lo diceva prima l'Assessore Cirio per cui il Piemonte - parlo di Regione, parlo di Istituzione, parlo di Comuni, parlo di Istituzione dei Comuni, non faccio questioni di parte non è così indietro nella scala che l'OCSE ci ha presentato.
Questo è uno dei campi espliciti nei quali la guardia non va mai abbassata. È molto probabile, anzi certo, che se una tragedia del genere è avvenuta, la guardia da qualche parte è stata abbassata, sotto il profilo dell'azione operativa delle Regioni e degli Enti locali.
Questo documento, quindi, è assolutamente opportuno e sacrosanto.
Vorrei però richiamare un punto, perché sono stata sconcertata dalla relazione - giusta e puntuale - dell'Assessore Cirio su come sono andate le cose a Roma. A questo punto, Presidente Cattaneo, mi chiedo dov'è finito quel principio della Costituzione che vede i Parlamentari eletti senza vincolo di mandato. Non è possibile, come con parole diverse diceva il collega Buquicchio, che una persona decide, perché si trova in quel momento in quella conferenza, che non devono essere esaminati dati oggettivi ma che le risorse vanno date a seconda delle simpatie, delle opportunità, delle amicizie o di ciò che ci viene in mente prima.
Il Consigliere Buquicchio parlava di una censura: decidano coloro che hanno redatto questo documento, però ritengo che un richiamo al principio che i Parlamentari devono agire senza vincolo di mandato - come peraltro è per noi, Consiglieri regionali - vada fatto. Se una cosa capita nella provincia di Cuneo piuttosto che ad Asti piuttosto che a Torino, come Consigliere regionale intervengo e la faccio mia.
Proprio per tenere alta quella vigilanza che è indispensabile riproporre, sulla quale è indispensabile ritornare sempre, perché poi ci sono le distrazioni, le negligenze, la mancanza di fondi ed anche la disgrazia che arriva al di là delle tue previsioni (personalmente, come Assessore per un breve periodo, ho vissuto molto bene anche questo aspetto), credo che debba essere inserita una sorta di censura che richiami al compito dei Parlamentari di muoversi senza vincolo di mandato, così come prevede la Costituzione. Non possiamo essere una Regione dimenticata perch in quel momento non avevamo - permettetemi di dire sommessamente (non sono chi c'era e nemmeno mi interessa saperlo) - "l'amico".
Questa cosa non esiste; è un'ulteriore pesantezza nei confronti delle vittime e dei familiari delle vittime e quindi, secondo quello che decider di fare, voterò senz'altro come il mio Gruppo voterà questo tipo di ordine del giorno che deve ricostituire un vulnus che c'è stato e rilanciare l'attenzione sul tema, perché si tende a dimenticare le tragedie.
Paradossalmente, le tragedie si tende a dimenticare. Pertanto, la spinta di coloro che le hanno vissute direttamente è fondamentale, affinché la memoria si traduca in azione e, in questo caso, la memoria si traduca in un'azione per le scuole, per i ragazzi ed anche in un monito rispetto a chi deve guardare alle priorità di governo e non alle priorità del proprio interesse personale o politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Considerazioni condivisibili sul tema ne siano già state fatte tante quindi sarò breve.
Credo sia un dato positivo l'aver colto nella discussione che si sta sviluppando sulla vicenda un'unitarietà complessiva di intenti da parte di tutta l'Aula. Credo sia un presupposto fondamentale se vogliamo creare le condizioni affinché l'Assessore possa tentare, in accordo con le altre Regioni che spero sosterranno questa posizione, di ridiscutere e chiedere al Governo di ridiscutere la decisione assunta.
Ho guardato i dato i dati relativi alla provincia nella quale opero: sono un insulso al buon senso. Degli 11 milioni di euro necessari per la provincia di Cuneo, che ha il maggior numero di situazioni che, in base alle rilevazioni fatte dalla Regione, avrebbero dovuto vedere un'attenzione particolare, ne sono stati allocati 800 mila, peraltro tutti fuori delle segnalazioni che ha rilevato la Regione.
Quando ho visto questi dati per la prima volta, sono sobbalzato dalla sedia. Credo che ci sia un limite anche alla lettura e alle scelte che ignorano completamente quello che dovrebbe essere un senso delle istituzioni. Tante volte abbiamo ragionato e ci siamo sentiti ricordare che il principio di sussidiarietà e di allocazione delle scelte presso gli Enti che hanno la responsabilità dovrebbe essere un principio ispiratore della nostra azione, ma quando si vedono queste cose ci si chiede di che cosa stiamo parlando e qual è l'approccio. Credo sia doveroso, prima di tutto per un grande rispetto per le situazioni di reale complessità che devono essere prioritariamente affrontate. Non possiamo rischiare di subire altre tragedie per renderci conto che i percorsi fatti non sono quelli corretti e poi perché emerge la necessità di ripristinare un senso e una logica di rispetto istituzionale nei percorsi che dobbiamo intraprendere.
Credo veramente che questo renda assolutamente necessario un voto, come mi pare di aver colto, che sia l'orientamento dell'Aula, di grande responsabilità e di grande forza di quest'Aula; mettere in atto tutti i comportamenti e le scelte possibili per ripristinare quel principio di rispetto delle Istituzioni che deve sovrintendere anche al comportamento del Parlamento italiano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Non che sia inutile ripetere tante volte l'importanza di queste vicende e parlare del dramma che queste famiglie hanno vissuto. Famiglie che dobbiamo ringraziare perché tengono desta e alta l'attenzione. Non lo ripeto, perché lo condivido totalmente.
È stato ampiamente sottolineato - ha ragione la Consigliera Spagnuolo che le tragedie si tendono a dimenticare; per cui è sempre opportuno pensare a quello che è avvenuto, a quello che la storia ci ha insegnato, in questo caso dolorosamente, per intervenire.
Condivido anche le valutazioni politiche, più che legittime, e le considerazioni emerse su come ci si è regolati, dopodiché si potrebbe aprire un dibattito se il collegio uninominale garantisse o meno una politica più obiettiva, perché secondo me sarebbe ancora peggio. Ma questo è un dibattito di altro argomento.
È vero, meglio sarebbe se ci fosse una diversa coscienza civile e morale non solo della politica, ma almeno di tutta la classe dirigente del Paese: dagli imprenditori, agli appaltatori, a chi realizza scuole a chi fa i lavori a risparmio, ecc.
Il discorso che faceva il Consigliere Marinello ha un grande senso: più vicino si decide al controllo dei cittadini, più stringente è la responsabilità. Più si decide vicino, più si sa che le decisioni possono essere verificate concretamente dagli occhi dei cittadini.
Vorrei altresì testimoniare come piccolo atto positivo, condividendo gli interventi dei colleghi sia sull'urgenza della questione sia sul richiamo politico al Parlamento, che sulla vicenda la Regione Piemonte ha sempre fatto il possibile. Sono felice che fra i Consiglieri sieda la Consigliera Costa, che con l'architetto Casale, quando ero Assessore all'istruzione, è stata la funzionaria che più si è battuta negli anni precedenti su questo tema, e lo stesso impegno l'ha profuso l'Assessore Pentenero. Sono sicuro che anche con l'Assessore Cirio, Assessore attento e dinamico, ci sia questa attenzione.
Vorrei ricordare che, a suo tempo, la Regione Piemonte è sempre stata la prima nelle graduatorie, la prima nei punteggi nazionali, magari insufficiente di fronte alle necessità, ma rispetto ai dati, ai parametri che ci avevano dato, si è sempre distinta. Abbiamo sempre lavorato coscientemente, mai saltato un coordinamento nazionale sull'istruzione, mai un tavolo con il Ministero. Grazie ai politici, -ogni tanto bisogna dirlo! ma anche a grandi dirigenti come l'architetto Casale, la Regione Piemonte ha sempre ottenuto il massimo di quello che si poteva ottenere rispetto ai bandi e alle opportunità statali. A maggior ragione oggi non possiamo che dolerci per quanto è avvenuto.
Infine, chiedo di sottoscrivere l'emendamento presentato dal Consigliere Marinello, che condividiamo, e di apporre la firma, insieme agli altri Consiglieri, alla mozione del caro amico e collega - non posso dire compagno - Roberto Placido.



PRESIDENTE

Consigliere Leo, gli ordini del giorno non sono emendabili. Sono correggibili da parte del proponente. Alla fine, prima di porlo in votazione, chiederò al Vicepresidente Placido, se accetterà, ma mi sembra che ci sia già una risposta positiva quanto richiesto, e vedremo il punto posto all'attenzione dell'Assemblea da parte della Consigliera Spagnuolo su un richiamo all'azione dei parlamentari.
Una volta assunte tutte le eventuali correzioni potrà, con l'autorizzazione del primo firmatario Placido, sottoscrivere l'intero ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questa mattina i Presidenti dei Gruppi consiliari hanno condiviso la necessità di inserire subito all'o.d.g. la mozione che il Consigliere Placido aveva predisposto. Evidentemente, anticipando la disponibilità a trovare un consenso unanime dell'Aula a sostenere gli impegni di quella mozione.
Oggi il dibattito ha voluto sottolineare nelle parole di ciascun Consigliere e di ciascun Gruppo le ragioni di questa adesione unanime. Mi associo con due osservazioni. A me sembra che, nella questione generale dell'edilizia scolastica e della sicurezza dell'edilizia scolastica abbiamo due livelli di responsabilità.
Uno è contingente dell'oggi sul quale dibattiamo, cioè la necessità che il Consiglio regionale possa accompagnare l'operato dell'Assessore all'istruzione nell'avere certezze in ordine all'impiego delle risorse della prima tranche, nell'avere una ricognizione in tempo reale del fatto che le scuole ammesse al finanziamento possano, attraverso la stipula delle convenzioni, ricevere gli interventi di cui sono stati destinatari nella graduatoria delle opere necessarie.
La seconda necessità, che è stata qui condivisa, è quella di sostenere in seno al coordinamento delle Regioni, la posizione del Piemonte e delle altre Regioni che richiedono venga seguita razionalità nella distribuzione dei fondi della seconda tranche e, quindi, il criterio della precedenza dovuta all'urgenza, vale a dire alla valutazione di carattere tecnico delle condizioni che richiedono prima di altri interventi di messa in sicurezza seguendo quella graduatoria reale e attendibile cui l'Assessore e tutti i colleghi facevano riferimento. Questo è l'impegno dell'oggi.
Avevamo un impegno del passato e mi auguro che avremo un impegno del futuro.
Lo riassumo in questi termini. La nostra Nazione ha sicuramente le legislazioni più avanzate e consapevoli di cui noi abbiamo bisogno per riuscire a mantenere nel tempo le condizioni di qualità ambientale che sono necessarie per la nostra vita.
Non è una carenza di legislazione quella di cui difetta lo Stato italiano, quasi mai, quasi su nessun ambito. Ciò di cui difetta lo Stato italiano è la continuità e la coerenza tra le legislazioni che è riuscito ad elaborare e il sostegno organizzativo ed economico perché quelle leggi possano tradursi, sempre senza interruzione, in fatti concreti. Quindi, non possiamo che sentirci coinvolti in una necessità di osservanza del rispetto delle leggi attraverso gli adeguati stanziamenti.
Voglio ricordare, come ha fatto già la collega Spagnuolo, che molte delle nostre legislazioni sono state adottate con molta lungimiranza, ma anche in condizioni di emergenza. Ad esempio, tutta la certificazione relativa alla prevenzione incendi negli edifici pubblici e, in particolare nelle scuole, è stato adottata esattamente dopo la tragedia del cinema Statuto. Allora non esistevano nemmeno protocolli d'intervento tra le autorità di vigilanza, i gestori, i proprietari degli edifici e la responsabilità di coloro che dovevano condurre quegli edifici, vale a dire le autonomie scolastiche.
Ricordando bene quella fase, per aver condiviso come Assessore all'istruzione nell'Amministrazione comunale di Torino e, successivamente come professionista del settore scolastico, mi sento di poter dire che è ancora più forte la responsabilità di aver certamente dato un fortissimo impulso in quella fase, ma poi di aver in qualche modo relegato nella normalità e nella banalità le fasi successive.
Non è un caso se siamo la terza Regione in ordine ad interventi attivati, ma purtroppo non sono stati sufficienti. E siamo qui a dire che non è stato sufficiente.
Che cosa ci fa dire che abbiamo una responsabilità collettiva e adesso dobbiamo continuare ad assumerla per il futuro? Un dato banale, che non è di parte: il fatto che, di fronte all'emergenza, si siano dovuti utilizzare i fondi FAS, che sono fondi che hanno altri tipi di finalità, ci dice tutto rispetto a quanto insufficienti fossero stati gli stanziamenti esattamente per i temi dell'edilizia scolastica e della rispettiva messa in sicurezza.
Questa è la questione.
Questo dato ha sicuramente delle responsabilità collocate in capo alle scelte governative e non ho difficoltà in questo clima, in cui vogliamo arrivare ad un risultato, a non approfondire ulteriormente; certamente ha qualche responsabilità nelle reciproche sordità. Perché quando discutiamo le leggi finanziarie le conseguenze di queste leggi sulle risorse degli Enti locali e le conseguenze della povertà degli Enti locali nei confronti di tutta l'organizzazione dei servizi, dovremmo poi ritrovare la responsabilità che questa sera abbiamo voluto tutti condividere. Cioè non dirci che queste sono critiche di parte politica, ma dirci che queste nelle scelte autonome che vengono fatte in finanziaria, sono invece indirizzi, finalità e destinazioni che dobbiamo conservare.
Quindi, in qualche modo vorrei dire che nel recente passato la tensione legislativa e l'impegno economico che si è avuto sulla sicurezza - ora parliamo degli edifici scolastici - non sono stati sostenuti con la necessaria continuità. Dobbiamo ritrovare le ragioni di continuare a mantenere o rinnovare gli investimenti in quella direzione.
L'impegno che il Consiglio regionale dovrà condividere per il futuro è esattamente questo: non vivere il tema della sicurezza in modo ciclico.
Riuscire a viverlo in maniera continuativa, conseguendo quindi una disponibilità delle Istituzioni alla programmazione, così come rivendichiamo oggi, la fondatezza della programmazione. Conserviamo la visione dei programmi pluriennali da adottare negli investimenti in questa direzione, facendo in modo che questo tema non venga liquidato come uno dei capitoli delle leggi finanziarie, ma venga invece individuato anche in futuro come una di quelle condizioni sulle quali, in modo unanime assumiamo una precisa responsabilità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo che la delicatezza e la peculiarità del tema che oggi abbiamo affrontato meriti ancora qualche considerazione.
Quando fu approvata la norma nella finanziaria del 2009 in Conferenza unificata fu stigmatizzato il comportamento delle Camere. Perché fu stigmatizzato? Per un semplice motivo: perché esiste una legge del nostro Paese (la n. 23) che definisce che le risorse debbano essere assegnate alle Regioni, le quali hanno la competenza della programmazione.
Questo tipo di stigmatizzazione o di valutazione non fu assolutamente presa in considerazione dall'allora e attuale Ministro Gelmini e neanche dal Sottosegretario Mantovani, al quale facemmo notare che l'attribuzione delle risorse alle Commissioni V e VII della Camera non rispettava una legge del nostro Stato. Non è successo nulla. Anzi, è successo quello che noi oggi possiamo vedere attraverso questo elenco.
Vorrei ricordare inoltre che le Commissioni V e VII, nel momento in cui hanno deciso di attribuire risorse, lo hanno fatto indicando una serie di criteri che attengono alla sicurezza, alla popolosità di un territorio alle zone sismiche del nostro Paese, al livello di pericolosità degli edifici scolastici.
Ma su quale base? Sulla base dell'anagrafe dell'edilizia scolastica che è cosa diversa rispetto all'elenco che è stato inviato dalla nostra Regione.
La nostra Regione è stata la prima a completare l'anagrafe dell'edilizia scolastica, quindi ogni edificio ha una sua scheda. Ma nemmeno questo è stato tenuto in considerazione dalle Commissioni V e VII.
È stato ribadito negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto come alcune nostre zone, alcune nostre province, alcuni territori del Piemonte abbiano avuto un'inspiegabile assegnazione di risorse bench l'anagrafe dell'edilizia scolastica non contemplasse certe scuole come bisognose di intervento.
Allora, non possiamo che constatare che l'azione dei nostri parlamentari è stata un'azione deplorevole, ma soprattutto tengo ancora a sottolineare che, nel frattempo, da quando la norma è stata approvata in finanziaria, le due Camere hanno anche approvato provvedimenti che parlano di federalismo, che parlano di decentramento, che parlano di programmazione attraverso le Regioni. Nel frattempo, l'accordo della Conferenza unificata dopo i tragici fatti che hanno colpito la nostra Regione davvero in modo tragico, prevedeva un lavoro importante da parte dei Comuni, da parte delle Province, da parte delle Regioni e da parte dei Servizi decentrati delle opere pubbliche.
Alcune micro-equipe hanno visitato 3.600 scuole e le hanno valutate una per una. Non tutte le Regioni hanno fatto un lavoro così approfondito alcune Regioni si sono basate su autocertificazioni senza alcuna verifica sul posto, così come è stato fatto in Piemonte.
Questo lavoro è stato svolto grazie al lavoro dei funzionari della nostra Regione, dei Comuni, delle Province e anche al Provveditorato delle opere pubbliche, che seppur con un numero ridotto di persone, ha lavorato in modo assiduo ed attento alle esigenze delle nostre scuole.
Perché questo elenco è prioritario rispetto a quello dell'anagrafe dell'edilizia scolastica, di cui parlavo un momento fa? Perché questo elenco tiene in considerazione altre valutazioni dei rischi delle nostre scuole; tiene in considerazione altri elementi che sono quelli che hanno generato la tragicità all'interno della nostra Regione e all'interno del Liceo Darwin di Rivoli.
Questi costituiscono davvero un elemento di grande pericolosità e quindi l'attenzione che era necessario dare a questo elenco che le Regioni e la nostra in modo particolare, hanno realizzato con grande cura, era davvero fondamentale.
Ciò nonostante, al di là che siano state approvate delle leggi che parlano di federalismo o al di là del fatto che ci fosse un accordo in Conferenza unificata, che definiva un accordo tra Stato ed Enti locali, è stato completamente disatteso.
Non c'è stato nessuno scrupolo di coscienza ad immaginare che quanto era stato approvato nella finanziaria del 2009 fosse un provvedimento che non poteva più trovare risposta all'interno delle due Commissioni. Non c'è stato nessun pudore e oggi troviamo un elenco che, com'è già stato sottolineato, finanzia scuole che sicuramente avranno bisogno di qualche intervento, perché tutti gli edifici della nostra Regione hanno la necessità di avere un intervento, ma ci sono scuole che hanno una priorità e ci sono territori che, a fronte dei tagli che oggi il nostro Governo ha fatto nei confronti degli Enti locali, non riescono più ad intervenire.
Quindi, ci troviamo in una situazione che è veramente di emergenza.
Forse il buon senso doveva prevalere e il senso di rispetto del lavoro che è stato fatto dalle istituzioni del nostro territorio. Questo non è prevalso e oggi assistiamo ad una situazione vergognosa, per la quale non c'è nessuna rispondenza tra quello che è un elenco con delle priorità indicate e quella che è l'azione delle Camere del nostro Parlamento.
Dopo una prima risoluzione a novembre 2010 - perché già nel 2010 era stata fatta una prima risoluzione da parte della Commissione con un primo elenco di scuole - c'è stata una seconda risoluzione il 2 agosto 2011.
Invito il nostro Assessore ad una maggiore attenzione e un maggiore impegno all'interno della Conferenza unificata. Credo che ci siano anche gli estremi perché il provvedimento possa essere impugnato, in quanto non è rispettoso di una legge dello Stato, che è la legge n. 23.
Su questo usiamo tutta l'attenzione, ma usiamo anche tutto il rispetto necessario su un tema così delicato e su un tema per il quale i nostri territori oggi hanno lavorato con grande serietà e con grande attenzione ma che non hanno trovato risposta in quelli che sono i provvedimenti che il nostro Stato e il nostro Governo doveva fare.
Un'ulteriore supplica all'Assessore.
C'è la seconda tranche del Fondo CIPE che è stata assegnata ai nostri territori, sulla base dei primi rilevamenti e sulle prime emergenze che abbiamo identificato. Oggi ci sono Comuni che, malgrado le convenzioni, si trovano a dover anticipare i soldi, perché dai fondi CIPE non arriva nulla.
Alla IX Commissione delle Regioni chiedo che si faccia in fretta un provvedimento, una qualche azione nei confronti del Governo, perché queste risorse arrivino agli Enti locali. Diversamente, oltre ad una situazione di grande difficoltà all'interno della quale si trovano i Comuni e le Province nell'esercizio delle loro funzioni, sul delicato tema dell'edilizia scolastica ci troveremo di fronte ad un'ulteriore impossibilità di andare avanti rispetto ai lavori che sono stati già definiti e già programmati.
Fornisco un ulteriore suggerimento. Se il Parlamento non intende attuare quelli che sono i principi del decentramento o anche solo i provvedimenti approvati all'interno dei decreti sul federalismo, teniamo a mente che il Governo precedente, cioè il Governo Prodi - e credo che quando le azioni sono positive debbano essere tenute in considerazione - fece un protocollo con le Regioni, per il quale il 30% delle risorse veniva messo dal Ministero, il 30% doveva essere messo dalle Regioni e il 30% doveva essere messo dagli Enti locali.
Questo è stato un provvedimento che ha permesso di sistemare all'interno del nostro Paese un numero incredibile di scuole.
Credo che quando i provvedimenti sono buoni, sono provvedimenti che devono essere tenuti in considerazione da tutti i Governi e non immaginare che, ogni volta che c'è un cambio di Governo, si debba distruggere tutto quello che è stato fatto dai Governi precedenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Valle; ne ha facoltà.



VALLE Rosanna

Condividendo buona parte degli interventi precedenti e facendo la premessa che la sicurezza degli edifici scolastici è prioritaria, parlo con la sensibilità di chi ha fatto l'Assessore all'edilizia scolastica fino ad un anno e mezzo in Provincia di Asti, che ha collaborato con l'Assessore Pentenero a suo tempo a stilare l'elenco delle priorità. Capisco che ci si stupisca di un finanziamento di oltre due milioni di euro su Asti, che peraltro è suddiviso sul Liceo classico, sull'istituto Sella e sul Liceo scientifico, che erano nell'elenco di priorità.
Faccio solo la precisazione che solo nel Liceo classico di Asti a fine anno scolastico 2009-2010 un sopralluogo dello SPRESAL ha richiesto dei lavori per oltre due milioni di euro: sostituzione di tutti gli infissi sostituzione di tutti i vetri, sostituzione dell'impianto elettrico.
La Provincia di Asti non aveva questi fondi, non li ha tuttora, per cui lo SPRESAL, che aveva concesso 180 giorni per l'adeguamento, ha trasferito tutta la documentazione alla Procura della Repubblica.
Questa era solo una precisazione sugli istituti scolastici di Asti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anche noi oggi abbiamo accolto con piacere l'invito del collega Placido per questo confronto con chi sulla propria pelle ha subito l'incidente di cui si è parlato in Aula più volte.
Sicuramente apprezziamo il fatto che ci sia una volontà di condivisione per quanto riguarda l'indirizzo rispetto alla Giunta, ma la critica che viene fatta a questi rappresentanti a livello nazionale, che poco tengono conto di quelle che sono le indicazioni territoriali. Gli estremi sono già stati riportati nella discussione, quindi non li ripeto - è assolutamente condivisa.
Quindi, per ridurre al minimo l'intervento mi sta a cuore inserire solo due elementi aggiuntivi rispetto a questa discussione.
Il primo è il fatto che se pensate al rapporto che c'è tra l'istituzione nazionale con le istituzioni regionali o locali che si occupano e hanno la competenza di redigere degli studi e di dare delle indicazioni per quanto riguarda la spesa delle già pochissime risorse in questo settore, ma anche negli altri, è lo stesso che c'è tra le istituzioni locali (parliamo di Regione, ma possiamo parlare anche di altre istituzioni) e i cittadini stessi.
Il più delle volte tutto quello che viene come istanza territoriale viene un po' dimenticato nelle logiche delle aule parlamentari e delle Commissioni, e nelle logiche a volte anche solo di appartenenza territoriale, pur essendo che il sistema attuale di rappresentanza non è così strettamente correlato tra parlamentare e territorio rappresentato.
Quindi, credo che sia importante interrogarci su questo tipo di diversità e di dicotomia tra istituzione e popolazione.
Secondo elemento è il fatto che il più delle volte si parla di grandi investimenti, si disquisisce su quelle che possono essere delle enormi cantierizzazioni, le cosiddette grandi opere, e ci si dimentica di quelle che non in senso spregiativo, ma in senso di vicinanza proprio con il territorio, sono le piccole opere, come la messa in sicurezza, ad esempio degli istituti scolastici, di cui si discute oggi, ma anche l'efficientamento dei piccoli edifici o degli edifici pubblici dal punto di vista energetico, e tante altre.
Questa è un'altra osservazione che ci permettiamo di offrire alla vostra attenzione.
Per quanto riguarda il documento in oggetto, sarà chiaramente votato anche dal nostro Gruppo. Speriamo che questo tipo di indicazioni, che pacatamente avanziamo in una discussione che non ha visto l'inserimento di questi elementi e che quindi suggeriamo come aggiuntivi, possa essere utile a tutti i colleghi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo molto rapidamente, ai fini della dichiarazione di voto, per sostenere il tema in questione.
Faccio mie molte delle considerazioni svolte precedentemente dai colleghi; in particolare quelle del collega Leo, che su questi temi è per me un punto di riferimento importantissimo; condivido interamente l'intervento del collega Marinello e alcune delle rilevantissime considerazioni e proposte avanzate dalla collega Spagnuolo.
Infine, rivolgo ovviamente un ringraziamento al collega Roberto Placido per aver posto all'attenzione dell'Aula quest'importantissimo tema.
Peraltro - eviterò, in tal modo, un successivo intervento, sperando che serva a concludere completamente la chiama della giornata, esaurendo l'esame degli ultimi due punti all'o.d.g. - lo firmerei anche, col permesso del primo firmatario, qualora lo stesso mi concedesse l'onore di farlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro concluso il dibattito generale.
La Giunta intende intervenire?



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Interverrò successivamente per esprimere il parere sulle modifiche proposte dal collega Placido.



PRESIDENTE

Al momento, risulta depositata una sola modifica, che è quella relativa all'impegno alla Giunta regionale a proseguire con forza l'intervento già avviato nei confronti degli organi governativi, proposta dal Consigliere Marinello.
Vicepresidente Placido, intende intervenire in replica? Ne ha facoltà in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Impiegherò pochi secondi.
Raccogliendo anche l'invito di molti colleghi, pervenuto sia nel corso degli interventi ma anche nelle parole espresse fra i banchi, ci sono due modifiche che mi sembrano condivise e che mi accingo ad illustrare.
La prima prevede di inserire, dopo le parole "Il Consiglio regionale" le seguenti parole: "censura con forza le modalità con le quali le Commissioni parlamentari V e VII hanno proceduto all'assegnazione delle risorse".
Inoltre, "impegna la Giunta regionale a proseguire con forza l'azione intrapresa presso gli organi governativi", seguito dal testo come da mozione originaria.
Queste sono le due modifiche che mi sembrano ampiamente condivise.
Terminerei con una considerazione aggiuntiva, che non mi trova concorde con l'Assessore. Giudico positivo il fatto che si arrivi ad un voto che mi auguro sia unanime, perché un tema come questo non è l'occasione per dividerci. Su una cosa, però, non convengo con l'Assessore: penso che di questo se ne debba dare informazione, perché le istituzioni, i cittadini e le persone in generale devono sapere quali sono le scuole che hanno maggiori necessità d'intervento, sia pure nella consapevolezza che abbiamo una situazione non drammatica.
Si deve sapere che vi sono scuole che necessitano di interventi prima di altre: così i Sindaci, i Consiglieri regionali, gli Assessori, i cittadini e i dirigenti possono dire a noi, ai Parlamentari e a chiunque: "Guardate che quella scuola viene prima di quell'altra; anche se non è la scuola dove sono andato io, non importa".
È solo su questo - non importa, non è una grave differenza - che non concordo con l'Assessore: penso che noi si debba fornire ogni informazione.
Grazie, Presidente, e grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Collega Placido, mi fa pervenire per iscritto le modifiche da lei proposte?



PLACIDO Roberto

Certo.



PRESIDENTE

La mozione, per iniziativa del proponente, che ha riassunto i suggerimenti avanzati da alcuni colleghi, è così modificata.
Prima dell'impegno per la Giunta, vengono inserite le parole: "Il Consiglio regionale censura con forza le modalità con le quali le Commissioni parlamentari V e VII hanno proceduto all'assegnazione delle risorse". Laddove recita "impegna la Giunta regionale", le parole "ad intervenire" sono sostituite con le parole: "a proseguire con forza l'azione intrapresa presso gli organi governativi".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Intervengo, innanzitutto, per esprimere il parere favorevole sulle modifiche proposte.
In secondo luogo, ci tenevo a fare una precisazione perché non vorrei che sorgessero fraintendimenti: non è che quel lavoro rimarrà chiuso in un cassetto. Il lavoro con le priorità è notificato alle Prefetture di tutto il Piemonte ed è di competenza dei Sindaci e dei proprietari degli immobili, che ce l'hanno ben chiaro sul loro tavolo. Non è un lavoro nascosto. Tuttavia, trattandosi di lavoro sensibile, credo che vada trattato come i dati sensibili, tutto qua. Anche perché su 3.200 verbali ne abbiamo ricevuti solamente 2.900, quindi ne mancano ancora circa 300 che devono integrare definitivamente quest'elenco. Questo è il motivo per cui si raccomandava la cautela.
Infine, colgo l'occasione per ringraziare i colleghi Consiglieri per tutte le parole espresse in aula e per salutare i genitori di Vito Scafidi che ho avuto modo di conoscere e che sono qua presenti. Voglio ringraziare la mamma e il papà di Vito per aver trovato la forza di intraprendere una battaglia a livello nazionale per la sicurezza nelle scuole di cui beneficeranno tanti bambini, ma anche tanti genitori. Il fatto che arrivi da voi, che avete sofferto così tanto, credo che vi renda davvero un grande onore e credo che così facendo, facciamo in modo che questo dolore non vada sprecato ma serva per un qualcosa di grande. Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta regionale ha espresso parere favorevole sull'intero provvedimento d'indirizzo, nonché sulle modifiche.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 496, così come modificata dal proponente, il cui testo recita: "Oggetto: fondi per la sicurezza delle scuole Considerata la situazione degli edifici scolastici italiani, che necessitano di notevoli interventi per la loro messa in sicurezza atteso, tra l'altro, come soprattutto in Piemonte il problema della sicurezza sia quanto mai sentito, anche in virtù delle ultime tragedie occorse appreso che la Regione Piemonte ha individuato un primo elenco di 82 scuole che presentano criticità e che potrebbero essere finanziate, ma che i 30 milioni di euro destinati in una prima tranche dal Governo andranno persi se i relativi bandi non verranno attivati entro la fine di dicembre 2011 rilevato che il 2 agosto scorso la V e la VII Commissione della Camera dei Deputati in seduta congiunta hanno discusso, concluso ed approvato la risoluzione numero 8-00143, che ripartisce una seconda tranche di risorse per interventi in materia di edilizia scolastica, di cui 11 milioni e 500 mila Euro per il Piemonte stabilito che la risoluzione camerale del 2 agosto scorso di cui sopra ha attribuito fondi a determinati istituti scolastici, indipendentemente dalla gravità delle loro singole situazioni e dalle indicazioni della Regione Piemonte considerato infine che la Regione Piemonte e gli Enti Locali hanno praticamente completato l'elenco contenente le graduatorie degli edifici scolastici che necessitano di interventi, in base a vari indici di criticità Il Consiglio regionale censura con forza le modalità con le quali le Commissioni parlamentari V e VII hanno proceduto all'assegnazione delle risorse impegna la Giunta regionale a proseguire con forza l'azione intrapresa presso gli organi governativi affinché le risorse vengano distribuite in base alle graduatorie fornite dalla Regione Piemonte ad attuare ogni azione utile a far tornare in capo alla Regione Piemonte ed agli altri Enti piemontesi la titolarità della progettualità stessa rispettando le graduatorie a portare a conoscenza di tutti i soggetti interessati le graduatorie degli edifici scolastici con il relativo punteggio".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 462 presentata dai Consiglieri Negro, Biolé, Gregorio Ponso e Taricco, inerente a "Ripristino della piena ed immediata funzionalità del Reparto di radioterapia di Cuneo"


PRESIDENTE

Prima di terminare i nostri lavori, se l'Aula acconsente, all'odierno o.d.g. avevamo assunto più volte un impegno, in sede di Conferenza dei Capigruppo, con il Consigliere Negro, in merito ad una mozione che riguarda una tematica rilevantissima della provincia di Cuneo.
Pertanto, procediamo con l'esame della mozione n. 462, avente ad oggetto "Ripristino della piena ed immediata funzionalità del Reparto di radioterapia di Cuneo", presentata dai Consiglieri Negro, Biolé, Gregorio Ponso e Taricco, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti voi per l'attesa di qualche minuto.
Grazie per la premura dedicata a questo problema.
Insieme agli amici e colleghi firmatari, che ci tengo ad elencare Consiglieri Gregorio, Taricco, Ponso, Toselli e Biolé, ho presentato questa mozione perché la situazione del Reparto di radiologia dell'ASO di Cuneo è veramente delicata e precaria.
La questione è già stata discussa in quest'Aula attraverso due interrogazioni a risposta immediata che, però, non hanno sortito l'effetto sperato.
Riassumo brevemente. Il Reparto di radioterapia di Cuneo, che dispone di due acceleratori lineari, cosiddetti LINAC, per una popolazione di oltre 580 mila abitanti, supera ampiamente i parametri stabiliti circa la presenza di un'apparecchiatura per numero di abitanti, vale a dire un LINAC ogni 178 mila abitanti. Tutte le altre province piemontesi stanno ben al di sotto di questo standard. Questo, dunque, è il primo grande problema: una distribuzione totalmente disomogenea, a scapito della provincia di Cuneo.
Il secondo più compromettente e grave problema è dato dalla vetustà di una delle due apparecchiature LINAC, che è datata 1993, quindi tecnologicamente non paragonabile a quelle della nuova generazione.
Se si tiene conto che questi macchinari funzionano bene quando riescono a modulare con grande precisione le irradiazioni sulla parte colpita da tumore, lasciando inalterati i tessuti non compromessi, si capisce il grave handicap in cui è costretta la radioterapia di Cuneo.
Negli anni 2008-2009 sono state stanziate le somme per l'acquisto di un nuovo acceleratore lineare, a favore dell'ASO di Cuneo, per un ammontare di 2 milioni e 500 mila euro, oltre 500 mila euro dall'ARESS per il sistema di gestione informatica e altri 600 mila euro per la costruzione di un nuovo bunker in cui posizionare il nuovo macchinario e non sospendere le sedute.
Per una serie di questioni interne all'Assessorato alla sanità, ad oggi, non risultano disponibili le risorse finanziarie già stanziate.
Ritengo sia dovere della politica e di noi tutti sollecitare la Giunta e il Presidente, cui oggi competono le deleghe, per addivenire ad un rapido chiarimento, sbloccando al più presto quest'incresciosa situazione, che rischia spesso di pregiudicare la funzionalità del reparto e le cure dei pazienti, che ricordo sono malati di tumore, con tutte le conseguenze che una tale condizione genera. Voglio ricordare le frequenti interruzioni del servizio e la manutenzione dell'apparecchiatura.
Non credo serva aggiungere altro per chiedere, con determinazione l'immediata soluzione del problema acquisito dall'apparecchiatura LINAC per l'ASO di Cuneo.
Recentemente, ho appreso che l'Assessore Monferino si è attivato dimostrando grande attenzione al problema da noi sollevato con questa mozione: lo ringraziamo, ma certamente lo ringraziano gli operatori dell'ASO di Cuneo e specialmente tutti i cittadini della Granda auspicano di venire presto a conoscenza dell'avvio delle procedure di gara. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Negro.
La parola all'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Il tema è noto, lo conosciamo bene, ne abbiamo anche accennato in IV Commissione, c'era stato sollecitato dall'Azienda Sanitaria di Cuneo.
Questo terzo acceleratore, che era già stato avviato qualche tempo fa è stato fermato perché, inizialmente, doveva sostituire uno dei due acceleratori. Poi, l'Azienda Sanitaria, invece, aveva pensato di aggiungere un terzo bunker e l'acceleratore alle due macchine esistenti.
Questo ha creato un po' di scompenso nei processi, così mi è stato raccontato. Comunque, il problema è risolto, perché siamo tutti d'accordo di aggiungere questo terzo acceleratore, che, poi, saranno due, perch probabilmente, uno dei due più vecchi sarà sostituito.
Per facilitare la situazione, nel bilancio 2012 abbiamo inserito, quale priorità tra gli investimenti, quest'acceleratore. Quindi, qualunque cosa succeda quando si procederà alla revisione degli investimenti per il 2011 avendo quest'intervento una priorità alta, sarà certamente tra gli investimenti che saranno presi in considerazione.
Per agevolare l'Azienda Sanitaria e accelerare la gara, stiamo inviando una lettera formale all'Azienda Sanitaria dicendo che abbiamo inserito in bilancio le risorse necessarie per l'acquisto dell'acceleratore, in modo che loro possano avviare subito il bando di gara, quindi risparmiare tempo perché, ovviamente, occorrerà un po' di tempo tra l'emissione del bando e la consegna effettiva del macchinario.
Quindi, le pratiche sono in corso per dare una risposta. In ogni caso non credo che l'acceleratore arriverà prima di circa dieci mesi, dal momento in cui verrà aggiudicata la gara, perché questi, più o meno, sono i tempi di consegna, installazione e avvio della macchina.
Comunque, c'è una priorità di intervento prevista nel bilancio 2012. Se ricordate, in sede di Consiglio regionale, qualche giorno fa, il Presidente si era anche lui dichiarato estremamente favorevole all'intervento sappiamo che è una priorità per il territorio.



PRESIDENTE

Chiedo se qualcuno vuole intervenire.
Consigliere Negro, l'Assessore le ha risposto in senso positivo.



NEGRO Giovanni

Dichiaro di essere soddisfatto rispetto alla risposta, che accolgo benevolmente.
Chiedo se è possibile avere una risposta scritta. Grazie.



PRESIDENTE

Una risposta scritta a verbale.



NEGRO Giovanni

Il verbale. Grazie.



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

Della seduta, va bene.



PRESIDENTE

Infatti, c'è una risposta scritta a verbale, nel senso che faremo pervenire in forma scritta il verbale di quanto è stato detto.
Sostanzialmente, la Giunta regionale - Assessore Monferino e Assessore Maccanti - ha espresso parere favorevole, pertanto procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 462, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la radioterapia viene effettuata con apparecchiature che erogano radiazioni ionizzanti con fasci collimati focalizzati sul tumore e che la media italiana di distribuzione territoriale degli acceleratori lineari (LINAC) è di uno per ogni 178 mila abitanti che sul territorio piemontese si evidenzia una disomogeneità che penalizza fortemente la Provincia di Cuneo, risultando così distribuita: Provincia di Torino - 1 LINAC/135 mila abitanti; Novara/Vercelli/Biella/VCO - 1 LINAC/163 mila abitanti; Asti/Alessandria 1 LINAC/165 mila abitanti; Aosta 1 LINAC/127 mila abitanti; Provincia di Cuneo 1 LINAC/ 294 mila abitanti che per ogni Centro di radioterapia sono necessari due acceleratori funzionanti che dei due acceleratori lineari in dotazione al Reparto di radioterapia dell'ASO di Cuneo uno è datato 1993 e non è in grado di modulare l'irradiazione come le moderne apparecchiature rendendo complesso e particolarmente delicato il lavoro degli operatori e che, per vetustà, ha bisogno di continue manutenzioni con conseguente interruzione del servizio che, stante la precarietà della situazione, progressivamente dal 2008 al 2009 sono stati stanziati dall'Assessorato regionale competente 2.500.000 euro per 'Sostituzione LINAC (del 1993) ed informatizzazione' cui si sono aggiunti 500 mila euro ARESS per il sistema di gestione informatica e 600 mila euro per la predisposizione di un terzo bunker per la radioterapia che in data 22 dicembre 2010 l'ASO di Cuneo con Delibera Aziendale n. 1129 ha dato il via alla gara d'appalto per l'acquisto del nuovo Acceleratore lineare più le opere connesse (nuovo bunker con locali accessori e sistema di gestione informatica) che a seguito di numerose segnalazioni di disfunzione e di interruzioni temporanee del servizio con sospensione delle sedute di radioterapia, in data 31.03.2011 veniva presentata interrogazione a risposta immediata n.
487, trasmessa alla Giunta regionale il 4 aprile 2011, discussa in aula il 5 aprile 2011, finalizzata alla richiesta riguardante la distribuzione territoriale di acceleratori lineari LINAC per la radioterapia facendo specifico riferimento alla precarietà della situazione citata nei capoversi sovrastanti che con nota dell'Assessorato Tutela della Salute e Sanità prot. n.
1378/UdiC del 04.04.2011 a firma dell'Assessore Caterina Ferrero, letta in aula dal Vicepresidente Ugo Cavallera in data 05.04.2011, testualmente veniva riferito che '.2 nuovi acceleratori sono in fase di acquisizione (uno a Cuneo ed uno a Verbania).' che, trascorsi oltre tre mesi durante i quali la situazione del Reparto di radioterapia dell'ASO di Cuneo si è ulteriormente compromessa per continuative interruzioni di servizio a grave danno dell'utenza e degli operatori impotenti, in data 5 luglio veniva presentata una nuova Interrogazione a risposta immediata per '..essere informati sulla reale tempistica riguardante l'acquisizione del nuovo acceleratore lineare' che in data 12 luglio 2011 veniva data risposta all'interrogazione succitata con nota anonima letta in aula dal vice-Presidente Ugo Cavallera in cui testualmente veniva dichiarato che '.La Direzione Sanità, con nota del 6 dicembre 2010, ha comunicato il congelamento di tutti i finanziamenti assegnati con la DGR n.49-8994 del 16 giugno 2008 per i quali non era ancora stata richiesta, da parte dell'Azienda Sanitaria, l'autorizzazione all'appaltabilità dell'intervento.', demandando pertanto la sostituzione dell'acceleratore lineare al programma di finanziamento 2012 tenuto conto del nuovo corso della Sanità regionale delineata con la Deliberazione della Giunta regionale del 30 dicembre 2010 che tra l'altro ha comportato la nomina di un nuovo Commissario per l'ASO di Cuneo e perci totalmente estraneo ad eventuali 'incertezze' del passato delle continue lamentele che giungono dai cittadini per l'impossibilità di aver garantita una continuità nei trattamenti anti-tumorali e dalle Associazioni che predispongono volontariamente il trasporto dei malati costretti alle volte a tornare a casa senza aver potuto sottoporsi alla terapia, oltre che della precarietà nella programmazione cui sono costretti gli operatori medici e paramedici considerato che l'installazione dell'apparecchiatura LINAC comprensiva delle opere accessorie e del bunker di contenimento comporta un tempo prolungato per circa 6-8 mesi che la citata apparecchiatura LINAC datata 1993 è stata disdettata a far data da ora ad un anno impegna la Giunta regionale a risolvere definitivamente ed in tempi stretti la grave situazione creatasi nel Reparto di radioterapia dell'ASO di Cuneo a sbloccare, qualora risultassero effettivamente congelati, i finanziamenti già definiti con la D.G.R. n.49-8994 del 16 giugno 2008 e D.G.R. n.77-13017 del 30.12.2009 in subordine a reperire le risorse corrispondenti al ripristino della piena ed immediata funzionalità del Reparto di radioterapia di Cuneo".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 19.07)



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