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Dettaglio seduta n.148 del 14/09/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.03 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(I lavori iniziano alle ore 10.31 con la trattazione del punto 3)


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 596 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Progetto di impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica a cippato di legno vergine presso il Comune di Roccaforte Mondovì (CN)"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 596.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto ripercorre tutto un iter per la realizzazione di un impianto a cippato in provincia di Cuneo e, in qualche misura, va a toccare i temi che erano stati oggetto di una nostra richiesta presentata in Consiglio regionale attraverso una mozione approvata nel marzo 2011, nella quale s'invitava la Giunta regionale a procedere alla redazione di un regolamento regionale univoco che prevedesse precise linee guida e che inserisse nei vari capitoli le misure standard tali da poter permettere giudizi sui progetti basati su parametri chiari e uguali per tutti, interessando anche i territori direttamente coinvolti nella costruzione e utilizzo di tali impianti.
L'Assessore sicuramente ricorderà che questa primavera, soprattutto a partire dall'azione di alcuni Consiglieri della Lega Nord della Provincia di Torino, si era creato un movimento in tutto il Piemonte mirante a richiedere alla Giunta regionale di definire parametri oggettivi puntuali per affrontare il tema delle biomasse. Da questo punto di vista, nulla è successo: come sovente accade, alle indicazioni del Consiglio non consegue nulla sul piano pratico. Il problema è che sul territorio stanno venendo avanti centrali - mi permetta una piccola osservazione - in merito alle quali il partito di cui lei fa parte presenta ordini del giorno sul territorio e cavalca pesantemente l'impatto che queste centrali hanno sul territorio; però, in carenza d'indicazioni regionali puntuali, finisce che le Province si trovano ad agire senza avere delle linee guida su cui operare.
Ecco, l'interrogazione che noi abbiamo posto è mirante a capire nel merito della questione di cui trattasi se la Giunta regionale non ritenga utile acquisire elementi per verificare la coerenza con le indicazioni che l'ordine del giorno o la mozione approvata in Consiglio aveva dato e se non ritenga utile procedere con la massima urgenza alla predisposizione di linee guida che unifichino e coordinino i comportamenti di tutte le Province.
Il rischio grosso che corriamo in queste vicende è che il tema della propaganda politica dei partiti sul territorio afferma alcune questioni e invece la prassi comportamentale della Regione viaggia su tutt'altre sponde. Vorrei capire dall'Assessore qual è l'orientamento in tal senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione, ho l'opportunità di dare anche notizie sul tema che viene guardato con attenzione da molti colleghi.
Con specifico riferimento al primo elemento d'interrogazione posto dal Consigliere Taricco, si ritiene che la richiesta di una verifica di coerenza dell'impianto in progetto a Roccaforte Mondovì con gli orientamenti forniti dal Consiglio regionale, mediante l'approvazione della mozione del 30 marzo 2011, non sia accoglibile per ragioni riconducibili al rispetto dell'autonomia del procedimento amministrativo avviato in capo all'Amministrazione provinciale di Cuneo. Al riguardo, si ricorda che in Piemonte la competenza al rilascio dell'Autorizzazione Unica alla costruzione ed esercizio degli impianti di produzione elettrica alimentati da fonte rinnovabile è stata delegata alle Province con la legge regionale n. 44/2000.
Con riferimento, invece, al secondo elemento d'interrogazione, si concorda con il Consigliere interrogante sulla necessità di procedere con la massima urgenza nell'emanazione di specifiche linee guida regionali concernenti gli impianti alimentati da biomasse, e si fa presente quanto segue (in realtà, sono gia pronte, le stiamo guardando un po' meglio, le stiamo confrontando con gli altri settori e credo che, se tutto va bene fra qualche giorno potremo iniziare la concertazione con le Associazioni interessate e con i portatori di interessi, come da nostro stile di lavoro).
In attuazione delle Linee Guida Nazionali sulle fonti rinnovabili d'energia, approvate con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 e, specificamente, delle previsioni del punto 17 del provvedimento, concernente la competenza delle Regioni a individuare "aree inidonee" alla localizzazione degli impianti, nei limiti fissati dallo stesso provvedimento (All. III), la Giunta regionale ha inteso procedere con atti amministrativi separati, dedicati alle singole fonti. Al riguardo la Giunta ha inteso dare avvio all'attuazione delle citate Linee Guida nazionali affrontando in primis la spinosa questione legata alla localizzazione degli impianti fotovoltaici a terra, con conseguente approvazione della DGR n. 3-1183 del 14 dicembre 2010, avente ad oggetto l'individuazione delle aree e dei siti non idonei all'installazione di tale fattispecie di impianti.
Successivamente, anche su sprone del Consiglio regionale, la Giunta ha attivato un gruppo di lavoro sugli impianti a biomasse coordinato dal Settore Politiche Energetiche della Direzione Innovazione, Ricerca e Università, con la partecipazione di rappresentanti delle Direzioni regionali Ambiente, Agricoltura, Programmazione strategica, Politiche territoriali ed Edilizia, nonché Opere pubbliche, Difesa del suolo Economia montana e foreste. Tale gruppo di lavoro, già riunitosi in data 27 maggio e 10 giugno u.s., ha il compito di presentare alla Giunta, entro breve tempo, una prima proposta di deliberazione volta a individuare le aree e i siti non idonei alla localizzazione di impianti alimentati a biomasse, nel rispetto dei vincoli territoriali-ambientali, nonché dei tematismi elencati nel citato Allegato III all Linee Guida Nazionali.
Il lavoro in corso appare complesso e articolato anche alla luce delle diverse filiere cui sono generalmente riconducibili gli impianti di produzione energetica alimentati da biomasse (filiera delle biomasse ligneo cellulosiche, filiera dei combustibili liquidi e filiera del biogas), con caratteristiche e problematiche localizzative anche molto diverse tra loro.
Tale proposta, a valle delle consultazioni di rito previste in Conferenza Regione-Autonomie locali, si concretizzerà in una deliberazione della Giunta regionale, cui seguirà l'avvio di una seconda fase, in cui l'obiettivo del gruppo di lavoro interdirezionale, opportunamente corroborato da competenze del Politecnico di Torino e dei Poli d'Innovazione con vocazione energetica presenti sul territorio piemontese consisterà nella definizione dei criteri tecnico-gestionali richiesti per l'ottimale esercizio degli impianti, nonché dei requisiti e indicazioni programmatiche in materia di approvvigionamento dei combustibili.
Come da mia affermazione precedente, comunico al Consigliere che, di fatto, sono pronto e comunque vedremo di accelerare. L'esigenza che viene manifestata dall'interrogante è un'esigenza che sentiamo anche noi: fare in fretta.
Come il Consigliere Taricco ha potuto ascoltare, il gruppo di lavoro si è già riunito più di una volta, per cui è già stato fatto da mesi un lavoro importante. Il nostro auspicio è di arrivare a conclusione non in tempi brevi, ma brevissimi.
La nota scritta è a disposizione.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 525 presentata dai Consiglieri Biolé e Bono, inerente a "Cementificazione inusuale zona dei Rii di Cherasco"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
525.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questa nostra interrogazione intende porre in luce una problematica che si è presentata nella zona di Cherasco.
A partire dall'alluvione storica del 1994, che fu molto disastrosa per il Cuneese e per altri territori piemontesi, si prese la decisione di effettuare la costruzione di opere artificiali su parte di questo territorio oggetto di esondazioni.
Vicino a questa confluenza dei rii nel fiume Stura è presente da tempo una cava di materiale litoide e, al fine di permettere il transito degli automezzi funzionali a queste estrazioni, sono state posizionate delle opere prefabbricate, nella fattispecie blocchi di cemento, non tanto per la resistenza al passaggio dei mezzi (in quanto, storicamente, i mezzi sono sempre passati nel guado senza bisogno di ulteriori infrastrutture) quanto per il mantenimento dell'assetto idrico in caso di eventuale ed ulteriore esondazione.
Le strutture hanno un notevole impatto ambientale e impediscono il normale deflusso delle acque dai rii verso lo Stura. Oltretutto, l'intero sistema idrico naturale, costituito dal fiume Stura e dai rii, ha avuto un'evoluzione che ha portato ad esondazioni - ovviamente piccole esondazioni - contenute naturalmente da questi due piccoli corsi d'acqua.
Col passare del tempo si sono rivelate problematiche relative al passaggio della microflora e della microfauna all'interno delle acque, sia in ingresso verso lo Stura che in uscita verso i rii.
Poiché sappiamo, com'è già stato precisato, che prima della calamità del 1994 i mezzi del cantiere e della cava superavano queste foci solo guardando il corso d'acqua, interroghiamo l'Assessore per sapere se abbia richiesto ed approfondito le argomentazioni rispetto alle problematiche ambientali e che tipo di misure intende adottare, in quanto si sta desertificando la microfauna presente in loco, dato che questi grossi prefabbricati cementizi non consentono il deflusso dal fiume verso i rii.
Il problema potrebbe sembrare di poco conto; in realtà è abbastanza importante nel contesto dell'ecosistema globale della zona.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
La tematica inerente i rii di Cherasco si colloca complessivamente in un quadro di livello locale.
Ai fini dell'attuazione della Direttiva quadro sulle acque (dir.
2000/60/CE) recepita con d.lgs 152/2006, dal 2007 si è iniziata un'attività tecnica che progressivamente ha condotto all'identificazione di corsi d'acqua rilevanti ai fini di una pianificazione di livello regionale e di distretto idrografico, secondo criteri stabiliti a livello nazionale da specifici decreti ministeriali.
Solo i corsi d'acqua identificati sono vincolati al raggiungimento di un obiettivo di qualità ecologica e di un obiettivo di qualità chimica pari al livello di "buono" sulla base di monitoraggi biologici e chimico-fisici mentre gli altri costituiscono un reticolo minore capillare con dimensioni non sufficienti da rientrare nella pianificazione regionale. I corsi d'acqua rilevanti maggiormente rappresentativi delle diverse tipologie ambientali posseggono un sito di campionamento (circa 200 punti a livello regionale) mentre per gli altri lo stato di qualità viene stimato sulla base della similitudine legata alle pressioni e delle caratteristiche territoriali-ambientali.
Il Rio Angetta possiede caratteristiche dimensionali tali da includerlo nel reticolo idrografico minore, pertanto non rientra nella pianificazione regionale.
Il Rio Guidone, invece, rientra tra i corsi d'acqua sottoposti al raggiungimento del "buono" stato ecologico e chimico. Nell'ambito del Piano di Gestione del Distretto idrografico del Fiume Po, che ha fatto propria aggiornando la pianificazione regionale, è stato fissato nel 2015 il raggiungimento del "buono" stato chimico e nel 2012 quello ecologico. Il livello di stato attuale sarà disponibile solo nel 2012, dopo i tre anni di campionamento previsti dalle norme per la classificazione dello stato di qualità.
Essendo corsi d'acqua di modeste dimensioni, i Rii di Cherasco non erano inclusi neppure nel monitoraggio precedente l'applicazione della direttiva europea; esiste, tuttavia, una segnalazione di ARPA-Dipartimento provinciale di Cuneo, risalente al 1999 - che lei cita nella sua interrogazione - che evidenzia la loro qualità ambientale particolarmente elevata, tale da rappresentare condizioni di eccellenza a livello italiano.
La presenza di infrastrutture fisse può indubbiamente determinare alterazioni locali sul tratto interessato e la loro rimozione con il ripristino dei luoghi potrebbe - ma è doveroso l'uso del condizionale ricreare una certa naturalità. Uso il condizionale perché non possiamo non evidenziare che anche la presenza di un guado, sul quale transitano o transiterebbero - o comunque transitavano - mezzi pesanti in corrispondenza della foce dei Rii, non sia privo di impatti, da diversi punti di vista: dal punto di vista della sicurezza degli operatori, della sicurezza idraulica e della tutela ambientale.
Attualmente i Rii e il territorio circostante non sono sottoposti a norme di tutela regionale né ricadono in siti afferenti alla Rete Natura 2000 (SIC o ZPS). Il Comune di Cherasco, con deliberazione del Consiglio n 17/2006 (citata nell'interrogazione stessa), ha ritenuto "condivisibile e meritevole di ulteriori approfondimenti - attraverso la creazione di un tavolo di lavoro rappresentativo del Consiglio Comunale e con l'intervento di Enti, Istituzioni e Associazioni interessate - la proposta di istituzione di una zona di salvaguardia dei Rii delle Rocche e delle rive dei Bastioni in territorio comunale di Cherasco, avanzata dal rappresentante locale del circolo di Legambiente braidese".
presente, quindi, un interesse locale ancora recente alla tutela, che tuttavia non si è ancora concretizzato in azioni effettive.
A tal proposito si segnala che le Norme Tecniche di Attuazione del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Cuneo) all'articolo 2.10 comma 1, dispongono che "I Comuni e le Comunità Montane e Collinari, anche con il concorso della Provincia, possono dar vita ad Aree Naturali Protette di Interesse Locale (ANPIL), in ambiti territoriali che necessitano di azioni di conservazione, di restauro o di ripristino ambientale e che possono essere oggetto di progetti di sviluppo rurale ecocompatibile". Sono quindi presenti gli strumenti affinché, in sede di attuazione del Piano Territoriale della Provincia di Cuneo, il Comune di Cherasco possa proporre la salvaguardia dei territori dei rii.
Per quanto di nostra competenza, sebbene sia chiaro che la nostra competenza è molto marginale, ovviamente noi restiamo a disposizione nel favorire un interesse nel territorio. Credo, comunque, che sia opportuno riprendere un passaggio degli elementi in risposta che le ho letto riferito ad una valutazione attenta, principalmente secondo buon senso, ma sulla base di elementi tecnici e scientifici oggettivi, rispetto ai costi e benefici di un intervento di eventuale modifica dell'attuale situazione.
Come ho già detto, un guado non è necessariamente la soluzione migliore per la tutela del benessere ambientale di un rio.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 629 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Controllo dell'attività estrattiva"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 629.
Con il consenso dell'interrogante, Consigliera Manica, la diamo per illustrata; ha quindi la parola l'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
L'interrogazione pone l'accento sulla necessità di valutare (che peraltro, si può anche condividere ed è stato oggetto di qualche passaggio delle lunghe discussioni che hanno accompagnato l'approvazione della manovra finanziaria regionale) la possibilità di porre in essere controlli sulla corretta attuazione dell'attività estrattiva autorizzata ai sensi della legge regionale 69 del 1978.
In termini generali, si sottolinea come negli ultimi decenni il "controllo delle attività" per effetto del diritto comunitario si sia sempre più spostato verso un effettivo autocontrollo a carico del soggetto autorizzato alla realizzazione dell'intervento o dell'opera attraverso numerosi strumenti, quali il monitoraggio ambientale, la direzione lavori le certificazioni di qualità ISO (a partire dalla ISO9000 di fine anni '90), le certificazioni ISO14000 e le certificazioni EMAS.
In merito anche alla sicurezza del lavoro, la normativa comunitaria non si pone più all'interno di un regime prescrittivo da parte dell'ente pubblico, bensì in un regime di autocontrollo del datore di lavoro, che valuta i rischi sotto la propria responsabilità.
In relazione al Piano delle Attività Estrattive della Provincia di Novara, ricordo all'Aula che, a seguito di tutti i passaggi previsti - e ovviamente, rispettati - il Piano ha già avuto l'approvazione del Consiglio regionale.
Relativamente alla richiesta di modificare la normativa vigente al fine di permettere e mettere in condizione dei Comuni piemontesi di attuare un effettivo controllo sull'attività estrattiva, ponendo in essere strumenti atti ad evitare fenomeni di abusivismo; modificare la disciplina sanzionatoria per l'attività estrattiva condotta in assenza o difformità delle autorizzazioni per renderla più onerosa; istituire un capitolo di bilancio finalizzato al controllo di attività estrattive, si conferma che l'Assessorato sta valutando l'ipotesi di rivedere l'impianto normativo della legge regionale 69/1978 che, anche per ragioni anagrafiche, dovrebbe comunque essere aggiornato, a prescindere da valutazioni di merito.
Anche a seguito dell'evoluzione delle norme in materia ambientale e delle competenze della Regione, delle Province e dei Comuni, potrebbe necessitare di una revisione.
comunque evidente che un eventuale disegno di legge regionale in merito, oltre a porre in essere i presupposti per attuare un'efficace programmazione dell'attività estrattiva (che in Piemonte non è ancora stata attuata, come certamente il Consigliere sa), andrebbe ad intervenire in modo esaustivo sulla disciplina sanzionatoria aggiornando gli importi delle sanzioni, ancora oggi definiti dalla legge n. 69/1978.
In merito ai controlli, si ritiene che un eventuale disegno di legge dovrà attentamente valutare le funzioni dei Comuni e delle Province tenendo presente che una coordinata funzione di controllo dell'attività estrattiva è, di fatto, esercitatile solo in termine di area vasta.
Inoltre, in conformità con quanto espresso nell'interrogazione in merito alla proposta dell'Unione delle Province Italiane, si conferma che nell'ipotesi di un nuovo quadro normativo sull'attività estrattiva, il medesimo non potrà prescindere da una rideterminazione e ridistribuzione delle "tariffe del diritto di escavazione" che, nell'attuale disomogeneo impianto normativo regionale, sono inserite nelle "norme finanziarie regionali" e non, più coerentemente, nel contesto della normativa di settore.
Alla luce di quanto sopra esposto, non si ritiene particolarmente necessaria né opportuna l'istituzione di un capitolo di bilancio finalizzato al controllo delle attività estrattiva. Tale controllo dovrà in ogni modo, essere svolto come ordinaria attività delle amministrazioni locali, alle quali potranno essere destinati, in quota parte, i proventi delle suddette "tariffe del diritto di escavazione", nonché gli introiti derivanti dalle eventuali sanzioni comminate.


Argomento: Problemi energetici - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 617 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Realizzazione di una centrale idroelettrica a Traversella nella zona ad elevata protezione lungo il torrente Chiusella"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 617.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente, anche per aver posticipato l'interrogazione.
Si tratta di un argomento del quale abbiamo discusso a lungo nella passata legislatura. È una questione che riguarda la realizzazione di una centrale elettrica a Traversella, in una zona ad elevata protezione, lungo il torrente Chiusella.
In applicazione della legge regionale n. 5 del 2009 la delibera del Consiglio regionale n. 247 del 24 marzo 2009 ha stabilito, per l'area specifica a tutela del Chiusella, il divieto di realizzare opere di interventi incidenti sia sulla quantità sia sulla qualità delle risorse idriche ricadenti in tale area.
Considerato che non ci sembra che la legge sia stata modificata risulta un po' curioso il fatto che il Comune di Traversella, con una delibera del 9 aprile 2011, abbia espresso parere favorevole alla proposta dell'Azienda Scotta Energia e Automazione finalizzata alla realizzazione e conduzione di un impianto idroelettrico a basso impatto ambientale sul torrente Chiusella.
Quello che vorrei sapere è se la delibera del Consiglio comunale di Traversella sia compatibile con i divieti imposti dalla legge regionale n.
5/2009, nonché dalla DGR n. 257 del 2009. In caso questo non è compatibile se il governo regionale prevede una modifica della legge n. 5 del 2009 tale da consentire la realizzazione del progetto citato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Boeti ha ricordato che questa non è una vicenda recente ma ha una sua storia che vi risparmio. Negli elementi di risposta forniti dagli Uffici, erano presenti, più che altro per mia conoscenza, tutti i passaggi precedenti che il Consigliere conosce meglio di me.
Cercando di fornire una risposta che mi auguro sia puntuale e corretta e risponda alle sue necessità, riprendo la questione ricordando che - mi allaccio alla relazione fatta dagli Uffici tecnici - la concessione di derivazione dell'acqua è un atto attraverso il quale l'Autorità concedente mette temporaneamente a disposizione di un soggetto che ne ha fatto richiesta un bene demaniale che, come il Consigliere sa, non può essere in alcun caso alienato e il Comune sul cui territorio si colloca l'impianto ancorché partecipi al procedimento, non può disporre dell'acqua n subordinare il rilascio della concessione a condizioni che non siano riconosciute legittime dell'Autorità concedente. Questo è il confine all'interno del quale ci si può muovere in questi casi.
Nel caso di specie, trattandosi di un intervento previsto all'interno di un'area ad elevata protezione di cui all'articolo 23 del Piano di Tutela delle acque, l'avvio del procedimento di concessione, così come quello di verifica ed eventuale successiva valutazione di impatto ambientale, è subordinato alla previa valutazione di strategicità dell'intervento che, a norma della misura di area R 3.1.1./18 relativa al torrente Chiusella, è condotta da Regione, Provincia e Comunità montana.
Come si evince dalle premesse, il Piano di Tutela delle acque ha compiuto la scelta di preservare le acque del bacino dell'alto corso del torrente Chiusella da utilizzi che possono incidere sulla quantità e qualità delle risorse idriche e alterare l'integrità naturale della continuità fluviale, escludendo dal divieto le utilizzazioni marginali dell'acqua finalizzate a soddisfare esigenze interne all'area, nonch interventi di valenza strategica riconosciuta d'intesa tra Regione Province e Comunità montana e di prelievi ad uso potabile.
La procedibilità di un'eventuale istanza di derivazione finalizzata a realizzare la centralina oggetto dell'interrogazione che, per inciso, al momento non risulta essere pervenuta alla Provincia di Torino né ai fini della preliminare verifica...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore. Credo che il Consigliere Boeti non riesca a sentire la risposta. Invito i Consiglieri a fare più silenzio.



RAVELLO Roberto Sergio

Al momento non risulta che l'istanza sia stata presentata alla Provincia di Torino né per la verifica di quanto previsto dalla legge n. 40 né per il rilascio della concessione a derivare, dunque è subordinata ad una previa intesa tra Regione, Provincia e Comunità montana sulla strategicità dell'intervento (cosa che non è ancora avvenuta).
Si osserva che, in assenza di tale valutazione, non è possibile avviare né i procedimenti previsti dalla disciplina regionale sulla VIA, né quello connesso per il rilascio concessione di derivazione di acqua pubblica, n il procedimento unico 387/2003.
Quanto sopra premesso, in merito al primo quesito si osserva che la compatibilità del progetto con il PTA non può essere verificata a priori ma potrà scaturire soltanto dalle valutazioni in ordine alla strategicità dell'intervento e, ove questa fosse riconosciuta, dalle successive puntuali valutazioni di merito in ordine all'impatto ambientale delle opere in oggetto.
Quanto alla richiesta rivolta alla Giunta per sapere se, per rendere attuabile la realizzazione della centralina oggetto della deliberazione del Comune di Traversella, intenda modificare l'attuale impostazione della misura di area del PTA relativa alla porzione superiore del torrente Chiusella, si ricorda che la richiamata misura non esclude la possibilità di realizzare centraline idroelettriche nell'area a condizione che più volte sia riconosciuta, ad intesa con gli altri Enti interessati, la strategicità dell'intervento.
Il legislatore regionale ha, infatti, scelto di superare il divieto di compromissione della naturalità delle aree ad elevata protezione a fronte di un interesse strategico che superi il mero beneficio economico che si configura ogni qualvolta viene realizzata una centrale idroelettrica.
Con quanto sopra premesso, si osserva che le informazioni al momento disponibili in merito alla ventilata possibilità di realizzazione di un impianto idroelettrico nell'area non consentono, allo stato attuale, di esprimere alcuna valutazione circa la sua fattibilità.



PRESIDENTE

Continuiamo con l'esame delle interrogazioni.
Abbiamo due interrogazioni, rispettivamente la n. 633 presentata dai Consiglieri Taricco, Boeti, Cerutti, Gariglio, Laus, Lepri, Manica Pentenero e Reschigna e la n. 670 presentata dai Consiglieri Gariglio Lepri, Motta Angela, Muliere, Pentenero, Reschigna e Ronzani, alle quali avrebbe dovuto rispondere l'Assessore Porchietto, che momentaneamente ha un impedimento.
Pertanto, risponderà il Vicepresidente della Giunta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 633 presentata dai Consiglieri Taricco, Boeti, Cerutti, Gariglio, Laus, Lepri, Manica Pentenero e Reschigna, inerente a "Loquendo in vendita"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 633.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce in un contesto diverso da quello che sappiamo essere la situazione attuale. Nel senso che si riferiva alle fasi nelle quali ancora era in corso tutta la questione della trattativa tra la proprietà Telecom di Loquendo e gli americani di Nuance che poi hanno acquisito questa azienda.
Al di là della risposta, chiederei al Vicepresidente, se è in condizioni di farlo, qual è la situazione oggi, perché credo sia importante capire com'è il quadro in questo momento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ho una risposta del 9 settembre, quindi ritengo sia aggiornata.
In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, presentata dal Gruppo del PD, primo firmatario Consigliere Taricco, si comunica quanto segue.
La mancanza di riscontri da parte di Telecom sul futuro dell'azienda torinese, ha portato l'Assessore al Lavoro ad esercitare pressioni sul Ministero dello Sviluppo Economico per la convocazione di specifico tavolo di discussione.
Dopo la vendita a Nuance, l'Assessore e le altre istituzioni locali, il 1° settembre di quest'anno hanno incontrato il numero uno della Nuance Europa, Paul Ricci.
Nel corso dell'incontro è stato affermato che per diciotto mesi Nuance è vincolata a mantenere i livelli occupazionali; per tre anni Telecom è obbligata ad acquistare prodotti da Loquendo.
previsto che il marchio non sparisca. Non si prevedono esuberi e teoricamente l'occupazione potrebbe anche crescere. Sottolineo teoricamente.
Ricci ha inoltre affermato che sono noti i timori tra il personale sul futuro dell'azienda, ma ha sottolineato l'importanza che le tecnologie si accompagnino alle competenze delle persone.
L'obiettivo di Nuance è quello di trasformare Torino in un grande provider delle tecnologie per sintesi vocale, con un'attenzione particolare attenzione alla lingua araba e a quelle latino-americane.
A Ricci è stato richiesto un impegno concreto nel valorizzare le indiscusse competenze tecnologiche e professionali di Loquendo, facendo di Torino un centro di eccellenza del gruppo in Europa attraverso la collaborazione con il Politecnico di Torino.
Le Istituzioni hanno dichiarato la possibilità di un sostegno a fronte di un preciso impegno della Società su un percorso che abbia questi presupposti.
L'Assessore Porchietto assicura la massima attenzione nel seguire questa vicenda.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 670 presentata dai Consiglieri Gariglio, Lepri, Motta Angela, Muliere, Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Situazione lavoratori Aviapartner (ex Sagat S.p.A.)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 670.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Vicepresidente Cavallera, il 16 novembre 2009 Aviapartner Italia, una Società subentrata a Sagat S.p.A. nella parte servizi di handling dell'aeroporto di Torino, ha aperto una procedura di mobilità per 24 dipendenti su 88, cioè il 27% del totale, la maggioranza dei quali arrivava da Sagat S.p.A., cioè ex dipendenti di una società tutta pubblica. Aveva motivato questa decisione con la riduzione dei volumi di attività.
A fronte, però, della riduzione di personale alle dipendenze di Aviapartner, i lavoratori che sono stati collocati in cassa integrazione sono stati sostituiti dai lavoratori di una cooperativa.
L'argomento affrontato da questa interrogazione ha una portata più generale, lo dico perché parleremo di simili vicende più volte, anche nella logica delle privatizzazioni incipienti che sono state richieste, anche autorevolmente, dalla Banca d'Italia.
Alcuni lavoratori di Sagat sono passati ad Aviapartner. Aviapartner li mette in cassa integrazione e questi lavoratori vengono sostituiti da lavoratori di una cooperativa.
Dopodiché, nel maggio 2010, l'Assessorato al Lavoro della Regione, in seguito a segnalazioni concernenti l'uso improprio della cassa integrazione in deroga, ha avviato un'indagine istruttoria e contestualmente l'INPS ha sospeso l'erogazione della cassa integrazione.
Noi chiediamo quale sia la situazione attuale riguardo all'applicazione dell'impegno di reintegro dei lavoratori Aviapartner posti in cassa integrazione, nonché riguardo all'erogazione della cassa integrazione guadagni, tenuto conto che questo Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una mozione con cui impegnava la Giunta a operare con tutti i mezzi a propria disposizione al fine del reintegro immediato di questi lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione che ha illustrato il Consigliere Gariglio, si comunica quanto segue.
Il 6 settembre u.s. Aviapartner ha attivato la procedura di mobilità per il licenziamento di 16 lavoratori che sono stati dichiarati strutturalmente eccedenti rispetto alle esigenze aziendali.
Nella lettera indirizzata alla Regione Piemonte e alle organizzazioni sindacali l'azienda richiama l'attenzione sulla crisi recessiva che ha colpito il settore aereo cui si aggiunge anche quella che riguarda più direttamente le società di handling costrette a confrontarsi in un settore sempre più competitivo caratterizzato da continue richieste dei vettori di riduzione dei livelli tariffari, alle quali fa da contrappunto un'estrema rigidità dei costi caratterizzati per circa il 72% dal costo del lavoro.
Nonché da situazioni sempre più diffuse di insolvenze o fallimenti di vettori che sono i clienti di Aviapartner.
Aviapartner ha inoltre evidenziato che in termini operativi nella sede di Torino Caselle, nel primo semestre 2011, rispetto allo stesso periodo del 2008, la riduzione del numero di voli gestiti è stata del 18% (2.969 voli contro 3.602).
Tale riduzione dell'attività riscontrata anche nel biennio 2009/2010 (meno 12%) aveva già determinato l'attivazione della CIG in deroga.
Il ricorso alla CIG in deroga, che a novembre 2009 riguardava 24 lavoratori è proseguito ininterrottamente per 24 mesi.
L'ultima richiesta pervenuta alla Regione Piemonte ha come scadenza novembre 2011. Tale richiesta è stata autorizzata e l'indennità di CIG viene regolarmente corrisposta dall'INPS ai lavoratori.
Il bacino dei 24 lavoratori inizialmente interessati dalla CIG in deroga è stato inserito dalla Regione Piemonte, come previsto dalla normativa vigente, nei progetti di politica attiva destinati ai lavoratori in CIG in deroga da parte del Centro per l'impiego di Ciriè.
L'azienda per sua parte ha promosso iniziative volete alla riqualificazione professionale che hanno portato ad alcune ricollocazioni che, unite alle incentivazioni all'esodo, hanno consentito di ridurre il numero degli esuberi agli attuali 16 dipendenti. Per quanto riguarda tali lavoratori Aviapartner ha dichiarato l'impossibilità di un totale o parziale proficuo riassorbimento poiché la situazione di crisi in cui versa e il cui trend negativo stima che proseguirà ancora per tutto il 2013 non lo consente.
La società pertanto ritiene impossibile adottare soluzioni alternative ai licenziamenti anche in considerazione del fatto che non sono rinvenibili altri strumenti di gestione degli esuberi, compatibili con la struttura aziendale e l'organizzazione del lavoro di Aviapartner in Torino, Caselle.
Per quanto riguarda la parte amministrativa della procedura di mobilità, si ricorda che dal 6 settembre hanno avuto inizio i 45 giorni della fase sindacale della procedura, cui farà seguito, qualora le parti non trovino un accordo, la fase istituzionale di competenza dell'Assessorato al lavoro, che potrà avere una durata complessiva di 30 giorni.
In relazione alla richiesta che le organizzazioni sindacali avevano formulato con lettera del 30 agosto, il Prefetto di Torino ha convocato un incontro per il giorno 19 settembre, cui sono stati invitati, oltre le parti, anche la Direzione Formazione Professionale e Lavoro di Sagat ed Enac.
Pertanto, terremo informati circa lo sviluppo, fermo restando l'impegno consueto dell'Assessore al lavoro su questa vicenda.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.
Le chiedo se può far pervenire la risposta scritta al collega Gariglio visto il brusìo in aula durante la sua risposta.
Dichiaro esaurito il punto relativo alla trattazione delle interrogazioni e interpellanze.



(La seduta ha inizio alle ore 11.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno n. 490 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Molinari Novero, Leardi, Ponso e Placido, inerente a "Solidarietà per Francesco Azzarà" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'Ufficio di Presidenza chiede d'iscrivere, con 40 voti, dell'ordine del giorno n. 490, riguardante la solidarietà per il signor Francesco Azzarà, attivista di Emergency che è stato rapito e rispetto al quale vi è un impegno corale delle istituzioni.
Se non ci sono contrarietà, lo diamo per iscritto. Cercheremo di votarlo nella giornata di oggi.
Grazie.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiamo all'articolo 60 del Regolamento (modalità di presentazione dei congedi) da parte del Consigliere Reschigna


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ho effettuato un accesso per verificare i Consiglieri che risultano in congedo: chiedo a lei e all'Ufficio di Presidenza di accertare il rispetto dell'articolo 60 del Regolamento del Consiglio regionale.
Ritengo che siamo in presenza di una situazione politica molto chiara: sette Consiglieri regionali del PdL hanno fatto sapere, attraverso gli organi di informazione, che non parteciperanno all'odierna seduta del Consiglio regionale, per questioni legate alle problematiche della Giunta e della maggioranza.
Questo è già, di per sé, un fatto politico non secondario, che mi sembra si tenti di occultare - dal nostro punto di vista il fatto politico rimane in tutta la sua evidenza e gravità - attraverso il fatto che i sette Consiglieri regionali sono stati messi in congedo dal Presidente del Gruppo.
Il Regolamento del Consiglio regionale stabilisce che è il Consigliere regionale che chiede al Presidente del Consiglio regionale di essere collocato in congedo; lo stesso Regolamento assegna solo la facoltà al Presidente della Giunta regionale di chiedere il congedo, per quanto riguarda gli Assessori della Giunta.
Alla luce di questo, chiedo a lei, Presidente, di valutare la situazione.
Rimane, in ogni caso, il fatto politico, che non può essere occultato attraverso artifici regolamentari, se questi sono corretti, ma vorrei che l'odierna seduta del Consiglio regionale da noi attesa, vista l'importanza dei problemi, non avvenisse attraverso - ripeto - artifici regolamentari.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Reschigna, poi ovviamente le risponderò.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Mozione n. 455 presentata dal Consigliere Muliere, Artesio, Boeti, Bresso Buquicchio, Cerutti, Cursio, Laus, Lepri, Manica, Motta Angela, Negro Pentenero, Reschigna, Ronzani, Stara e Taricco, inerente a "Rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Chiedo a lei e all'Aula di inserire all'o.d.g. una mozione presentata alla fine di luglio, relativa al rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto. Non ricordo il numero della mozione, ma - ripeto - l'ho depositata alla fine di luglio.
La ringrazio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Mozione n. 491 presentata dai Consiglieri Biolé, Taricco, Negro, Bono e Ponso, inerente a "Trasferimento Alpitour" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento all'o.d.g. della mozione n. 491, riguardante la delocalizzazione della sede del gruppo Alpitour di Cuneo, situazione che si è creata solamente nella giornata di ieri Ho depositato il testo presso gli Uffici.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiamo del Consigliere Placido all'articolo 2 del Regolamento (accesso agli atti da parte dei Consiglieri)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Presidente Cattaneo e Vicepresidente Cavallera, incomincio ad annoiarmi io, che ho posto il problema... pertanto mi scuso con i colleghi, che senz'altro si annoieranno più di me! Torniamo all'annoso problema dell'accesso agli atti: occorre chiarire una volta per tutte che l'accesso agli atti è il principio fondamentale di un Consigliere. Non siamo di fronte alla richiesta di faldoni da spostare si tratta di una semplice risposta burocratica (quale società si occupa nella sanità, di un determinato problema, quindi, ad esempio, non si chiede un importo di denaro, ma solo un'informazione) e non è possibile che dal 19 luglio ad oggi non sia ancora stata data risposta.
La richiesta era stata presentata al Presidente Cota, che allora aveva la delega alla Sanità; l'Assessore Monferino è Assessore da diverse settimane, ed è un Assessore come gli altri.
La volta scorsa sono andato personalmente con un carabiniere presso gli Uffici regionali a reperire il materiale richiesto: la fantasia non mi manca.
Presidente Cattaneo, l'invito, pertanto, ad intervenire, affinché il principio fondamentale dell'accesso agli atti venga garantito, altrimenti vado in Corso Regina Margherita e apro i cassetti! Non c'è l'extraterritorialità nell'Assessorato alla Sanità, chiunque sia l'Assessore!



PRESIDENTE

Grazie, poi ovviamente risponderò anche a lei.


Argomento: Organizzazione scolastica

Ordine del giorno n. 492 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Una scuola per artisti al castello di Rivoli" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile inserire un ordine del giorno che depositer riguardante l'Accademia delle Belle Arti ed un suo eventuale e possibile trasferimento nella sede del Castello di Rivoli, anche in relazione all'articolo che è apparso oggi su La Stampa.
Grazie.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Richiamo all'articolo 60 del Regolamento (modalità di presentazione dei congedi) da parte del Consigliere Reschigna (seguito)


PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, rispondo, nell'ordine, al Consigliere Reschigna. Consigliere Reschigna, in effetti, come lei rileva, l'articolo 60...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, perché quanto messo in evidenza dal Consigliere Reschigna non è del tutto irrilevante, quindi vi richiamo all'attenzione, per gentilezza.
Dicevo: quanto lei rileva sull'articolo 60, ovviamente, è scritto a chiare lettere.
Devo però ricordare che il Capogruppo rappresenta - come lei sa essendo autorevole Capogruppo in quest'Aula - e così è sempre stato inteso i Consiglieri, esprime gli intendimenti dei Consiglieri e li rappresenta alla Presidenza.
Peraltro, sono stato Capogruppo per un'intera legislatura, tra il 2000 e il 2005, e so - ho avuto conferma anche dagli Uffici, in questo momento che nelle otto legislature precedenti (in quarant'anni di vita di questo Consiglio regionale) sia i Presidenti sia i Vicepresidenti di Gruppo si sono riservati questa facoltà.
Quanto lei rileva è comunque degno di nota ed attenzione: quello che le posso assicurare è che la prassi c'è e, ovviamente, oggi andiamo avanti con la prassi.
In una riunione dell'Ufficio di Presidenza o in altra sede potremo sicuramente confrontarci su questo punto.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

notorio, e ne sono perfettamente a conoscenza, che questa è la prassi.
Il sottoscritto non utilizza questa prassi, poiché i Consiglieri del Gruppo che chiedono di essere in congedo firmano il loro congedo.
Il problema, Presidente Cattaneo, non le sfuggirà, è politico: sette Consiglieri regionali del PdL hanno fatto sapere, tramite gli organi di comunicazione, che per questioni politiche non partecipano al Consiglio regionale. A me sembra che competa alla libera facoltà e alla libera scelta del Consigliere regionale, soprattutto di fronte ad un'evidenza di questo tipo, l'utilizzo o meno dello strumento del congedo.
La prassi che assegna questa facoltà al Presidente del Gruppo è una prassi che si utilizza sostanzialmente di fronte a richieste che il singolo Consigliere ha fatto al Presidente del Gruppo di essere collocato in congedo, magari derivante dalla loro impossibilità di presentarlo formalmente all'Ufficio di Presidenza.
A me sembra - e do questa chiave di lettura - che questo sia stato lo strumento utilizzato dal Presidente del Gruppo PdL per non rendere evidente un fatto che peraltro evidente lo è: sette Consiglieri regionali, per protesta, non partecipano alla seduta. Quei sette Consiglieri regionali sono messi in congedo dal Presidente del loro Gruppo.
Questo è assurdo e dal mio punto di vista oserei dire che è una questione che prevarica la libertà dei singoli Consiglieri regionali. La metto su questo piano.
Dopodiché è evidente che dal suo punto di vista non può far altro che darmi una risposta sul piano formale, ma dal nostro punto di vista dico che se questi sono i modi attraverso i quali pensate di risolvere i problemi politici all'interno della maggioranza, così facendo quei problemi politici esploderanno del tutto, credo.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, le ho lasciato - ed era giusto farlo - la parola una seconda volta, perché credo che lei abbia tutto il diritto di rappresentare all'Aula l'aspetto politico di questo fatto.
Le ho dato una risposta tecnica, perché faccio il Presidente del Consiglio regionale e non sicuramente per svilire - tant'è che le ho dato la possibilità di parlare una seconda volta - il punto che lei rileva all'interno di quest'Aula.
Non è nella facoltà del Presidente o di chi presiede l'Aula di fronte ad un documento presentato di non accettare la possibilità di posizionamento in congedo. Quindi, in altre sedi, che saranno le sedi politiche, in questa sede e in altre occasioni sicuramente non le mancheranno le possibilità di rilevare quanto lei ha detto in modo chiaro.
Mi rivolgo ora al Vicepresidente Placido per quanto riguarda la questione dell'accesso agli atti. Come il Vicepresidente Placido sa, su questa questione la Presidenza del Consiglio regionale non ha mai fatto "sconti", quindi ha sempre rappresentato in modo puntuale le esigenze alla Giunta.
Peraltro devo dire che la Giunta regionale è intervenuta alcune volte com'è comprensibile, con dei piccoli ritardi, ma le questioni sono state poi risolte.
Sicuramente mi occuperò oggi stesso della questione e, visto che è presente sia il Vicepresidente della Regione sia l'Assessore per i rapporti con il Consiglio, le darò una risposta nella giornata odierna sul punto in modo più circostanziato.
Propongo all'Aula l'iscrizione dei seguenti atti d'indirizzo: mozione n. 455 presentata dal Consigliere Muliere, Artesio, Boeti, Bresso Buquicchio, Cerutti, Cursio, Laus, Lepri, Manica, Motta Angela, Negro Pentenero, Reschigna, Ronzani, Stara e Taricco, inerente a "Rispetto degli impegni assunti sul tema dell'amianto mozione n. 491 presentata dai Consiglieri Biolé, Taricco, Negro, Bono e Ponso, inerente a "Trasferimento Alpitour" ordine del giorno n. 492 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Una scuola per artisti al castello di Rivoli" ordine del giorno n. 490 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Molinari Novero, Leardi, Ponso e Placido, inerente a "Solidarietà per Francesco Azzarà".
Propongo quindi la modifica dell'o.d.g. in questo senso: i punti 4), 5) 6), 7) e 8) all'o.d.g. vengono spostati in coda al punto 9).
Se l'Aula acconsente, l'o.d.g. è approvato così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Burzi, Comba, Costa Raffaele, Costa Rosa Anna, Cota, Sacchetto, Tentoni, Valle e Vignale.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 19, 20, 21, 26, 27 e 28 luglio 2011.


Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento


PRESIDENTE

In data 2 agosto 2011 la I Commissione, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto: "Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2006, n. 30 'Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli enti locali)'"


Argomento:

d) Non impugnativa del Governo avverso legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 28 luglio 2011 la seguente legge regionale e ne ha deliberato la non l'impugnativa: legge regionale n. 9 del 1 luglio 2011 "Riordino delle funzioni amministrative sanzionatorie".


Argomento:

e) Impugnativa del Governo avverso legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri, in data 8 settembre 2011 ha esaminato la seguente legge regionale e ne ha deliberato l'impugnativa: legge regionale n. 10 dell'11 luglio 2011 "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011", articoli 2, 7, 8, 26.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

f) Modifica assegnazione funzioni componenti della Giunta regionale (nomina Assessore Paolo Monferino)


PRESIDENTE

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 59 del 3 agosto 2011, è stato nominato, a partire dal 4 agosto 2011, Paolo Monferino quale componente della Giunta regionale del Piemonte, attribuendogli le funzioni relative a: "Tutela della salute e sanità, Edilizia sanitaria, A.R.E.S.S."


Argomento:

g) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

h) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 9 agosto 2011 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), n.
8 deliberazioni del 17 maggio 2011.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

i) Nota programmazione lavori (articolo 13 Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

a disposizione presso l'Ufficio Aula l'elenco relativo alla programmazione per il secondo bimestre 25 luglio 2011-25 ottobre 2011.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 12 e 14 luglio 2011.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio all'ingegner Sergio Crescimanno


PRESIDENTE

Prima di iniziare i lavori del Consiglio, così come abbiamo fatto nell'ultima seduta in occasione del pensionamento della dottoressa Garabello, desidero salutare l'ingegner Sergio Crescimanno, Direttore del Consiglio regionale, che da qualche settimana ha assunto il ruolo di Segretario Generale del Consiglio regionale e che oggi con tale ruolo incomincia la sua esperienza in aula. Grazie e auguri.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (Modifica assegnazione funzioni componenti della Giunta regionale - Nomina Assessore Paolo Monferino) (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Sulle comunicazioni volevo fare osservare, ma certamente il Consiglio ne è ben consapevole, che il fatto che l'ingegner Monferino abbia assunto le deleghe per quanto riguarda la sanità, l'edilizia sanitaria ed altro non ha risolto la questione relativa a chi ricopre nella Giunta le deleghe sulle politiche sociali e sulle politiche per la famiglia.
Siamo di fronte, e il Consiglio è ben consapevole di questo, ad una situazione di vacatio per la quale il Presidente non ha ancora ritenuto di affidare ad alcuno le deleghe sulle politiche sociali.
Ieri c'è stata una manifestazione assolutamente spontanea degli operatori sociali che hanno rappresentato tutta la loro incertezza per quanto riguarda il futuro dei servizi sociali e abbiamo preso atto che l'Assessore Maccanti ha fatto un comunicato - rispettabilissimo, quindi non interveniamo sui contenuti - in cui ha spiegato la situazione.
Lo ha fatto in veste di delegata del Presidente a parlare per suo conto? Ce lo domandiamo, perché ad oggi, nonostante la brillante capacità dell'Assessore Maccanti, non ci risulta che lei ricopra questo ruolo, che invece, risulta in capo al Presidente.
Se non altro, vorremmo sapere quando il Presidente intende attribuire tale delega o se prevede di mantenerla a sé ancora per molto tempo, cosa che, evidentemente, noi speriamo che non avvenga, vista la gravissima situazione in cui versa il comparto, a fronte di molte decisioni che devono essere assunte per tutto il settore e, più in generale, per il futuro degli assetti organizzativi; tutte questioni di cui si sta lodevolmente occupando l'Assessore Maccanti, ma senza che ella abbia alcuna delega in proposito.
Vogliamo rappresentare questa situazione perché è molto grave e non possiamo permettere che il Piemonte continui ad essere senza governo in quest'importante comparto.



PRESIDENTE

Lei è intervenuto per chiarimenti su mie comunicazioni, rilevando un aspetto che riguarda il Presidente della Giunta regionale. Pertanto, o verrà brevemente resa una risposta da parte della Giunta, oppure mi far carico di sollecitare la Giunta a farle avere risposta in tal senso, fatte salve sempre le prerogative del Consigliere di chiedere, secondo quanto previsto dal Regolamento, eventuali comunicazioni specifiche.
Ricordo all'Aula che oggi, alle ore 13, in sala A, è convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi per le determinazioni in ordine ai lavori consiliari. Ne confermo dunque la convocazione (magari termineremo qualche minuto prima i lavori del Consiglio).


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Incidente centrale nucleare in Francia"


PRESIDENTE

Prima di procedere alla trattazione dei punti all'o.d.g, così come i Presidenti dei Gruppi sono stati avvertiti questa mattina dagli Uffici, la Giunta regionale ha chiesto di poter intervenire con una breve comunicazione in merito all'incidente nucleare che si è verificato pochi giorni fa in Francia. Cederei quindi la parola all'Assessore Ravello successivamente, se non verrà richiesto il dibattito, ritengo che i Consiglieri potranno intervenire per eventuali chiarimenti con interventi di cinque minuti.
Prego, Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Ringrazio attraverso di lei l'Aula per la disponibilità offerta.
Abbiamo ritenuto opportuno andare incontro ad alcune preoccupazioni diffuse in seguito a quanto accaduto pochi giorni fa a Marcoule, presso un impianto nucleare. Ritenevamo doveroso presentarci di fronte a quest'Assemblea e fornire soprattutto i risultati delle attività svolte dalle strutture competenti della Regione per la verifica...



(Brusìo in aula)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Per quanto sembri non essere un problema d'assoluta gravità, sarebbe bene, comunque, seguirlo con attenzione, vista anche la vicinanza della nostra città e della nostra Regione.
Prego, Assessore.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Come dicevo, a seguito delle notizie provenienti dalla Francia circa un esplosione avvenuta in un forno fusorio in un impianto adibito al trattamento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività nel sito nucleare di Marcoule, del sud della Francia, l'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale del Piemonte ha seguito con particolare attenzione l'evolversi della situazione attraverso i propri sistemi di monitoraggio della radioattività ambientale.
Innanzitutto - questo è l'elemento che ci permette di poter vivere nella massima tranquillità - è opportuno precisare che le caratteristiche dell'impianto portano a considerare l'incidente di tipo convenzionale e non di tipo nucleare, quindi con possibile dispersioni ambientali di radioattività a seguito della presenza nel sito di materiale radioattivo.
Comunque sia, per verificare l'eventuale arrivo sul territorio regionale di una nube radioattiva conseguente all'incidente, sono stati raccolti e analizzati dati provenienti dai seguenti sistemi di monitoraggio, la maggior parte dei quali sono attivi con carattere ordinario (a questi si sono poi aggiunte alcune azioni straordinarie richieste proprio dall'Assessorato, per cercare di raccogliere il maggior numero di dati).
Tra questi vi è la rete di allarme di ARPA Piemonte, che è dotata di 29 stazioni di misura distribuite su tutto il territorio regionale, che monitorano costantemente e in tempo reale i livelli di radiazioni gamma comunque a prescindere da qualunque evento possa verificarsi vicino o lontano da qui; misura di elevata sensibilità del particolato atmosferico che, per l'occasione, è stata opportunamente intensificata per aumentare i livelli di sensibilità; radiosondaggi atmosferici tramite rilevatori installati su palloni sonda. L'evoluzione dell'evento è stata inoltre valutata anche in relazione alle condizioni meteorologiche, in particolare alla circolazione dei venti, con il supporto del dipartimento tematico dei sistemi previsionali, di cui forniremo delle specifiche tra breve. Al momento, tutte le misure effettuate non hanno evidenziato anomalie radiometriche, confermando le dichiarazioni delle autorità francesi che hanno segnalato l'assenza di conseguenze radiologiche all'esterno dell'impianto coinvolto nell'incidente.
I dati sulla radioattività dell'aria rilevati dalla rete di monitoraggio delle 29 stazioni di ARPA Piemonte nelle giornate dall'11 al 12 settembre 2011 sono risultate all'interno della normale variabilità del fondo naturale presente in Piemonte.
In particolare, essi, essendo compresi nella naturale variabilità del fondo ambientale naturale, sono dovuti alla normale presenza di elementi radioattivi nella crosta terrestre (uranio, torio, potassio e raggi cosmici provenienti dallo spazio). In sostanza, i risultati riferiti ai giorni 11 e 12 settembre evidenziano valori che non si discostano minimamente dai valori riscontrati nelle giornate precedenti.
In ultimo, per quanto concerne i radiosondaggi atmosferici nella notte tra il 12 e 13 settembre, è stato effettuato un radiosondaggio di radioattività attraverso il sistema autosonde installato presso l'aeroporto di Cuneo Levaldigi rilevando i profili di dose gamma e beta fino a una quota di 32 chilometri, per mezzo di un rilevatore collocato in un pallone sonda. Tali profili di radioattività non hanno rilevato livelli anomali rispetto al normale fondo naturale in tutti i livelli della troposfera.
Come accennato, vi forniamo qualche specifica rispetto alle condizioni meteorologiche e i dati anemologici.
I venti nelle zone dell'incidente nella giornata dell'evento risultavano da nord a sud; da nord a tutte le quote (a 1.500, a 3.000 e a 5.500 metri) di intensità intorno ai 10/12 metri/secondo, tendenti a ruotare verso est a latitudini più basse sul Mediterraneo. Qualsiasi eventuale rilascio sarebbe stato deviato verso il mare, in particolare verso il canale di Sardegna e le sue coste occidentali (ovviamente qualora vi fosse stato).
Nella giornata del 12 settembre i venti hanno continuato ad essere da nord nella zona dell'incidente, scorrendo sempre da nord sul Mediterraneo per poi ruotare verso ovest sulle coste africane. Qualunque rilascio si sarebbe quindi orientato verso le coste meridionali della Sardegna.
Nel giorno martedì 13 settembre i venti sono stati più intensi, fino a 18 metri/secondo e oggi dovrebbero indebolirsi pur conservando analoga traiettoria. Dal punto di vista dei venti, si può quindi escludere a qualunque quota un trasporto di qualunque materiale verso la nostra Regione.
In conclusione, le azioni di monitoraggio messe in atto per mezzo delle reti gestite da ARPA Piemonte non hanno indicato alcuna traccia di anomalia radiometrica in atmosferica, confermando la versione delle autorità francesi riguardo l'assenza di rilasci di radioattività all'esterno dei sito di Marcoule. Elementi rassicuranti emergono anche dalle valutazioni relative alla circolazione atmosferica.
Nonostante ciò, sono state impartite indicazioni ad ARPA affinch venisse assicurata particolare attenzione anche nei prossimi giorni verso i sistemi di monitoraggio, al fine di poter escludere in modo definitivo l'ipotesi di una contaminazione radioattiva nel nostro territorio.
I risultati dei monitoraggi e lo stesso rapporto che l'ARPA ha predisposto per fornire le necessarie informazioni alla Giunta regionale verranno pubblicati giornalmente con appositi bollettini sul sito di ARPA Piemonte.
Chiaramente, qualora vi fossero novità di particolare rilievo, tali da giustificare l'attenzione dell'Assemblea, queste saranno tempestivamente comunicate, così com'è avvenuto in questo caso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ravello.
Se non vi sono richieste d'intervento per ulteriori chiarimenti, diamo per esaurita la parte riguardante l'informativa della Giunta regionale sull'incidente avvenuto nell'impianto nucleare nei pressi di Avignone.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 123, inerente a "Alienazione degli alloggi di edilizia sociale riservati ai profughi"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 123, inerente a "Alienazione degli alloggi di edilizia sociale riservati ai profughi", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che non sono stati presentati emendamenti relativamente al provvedimento in oggetto, che consta di sei articoli.
Relatore è il Consigliere Carossa, che ha pertanto facoltà di intervenire.



CAROSSA Mario, relatore

Grazie, Presidente.
Sarò assolutamente breve, essendo stata predisposta dagli Uffici una relazione, come al solito, assolutamente puntuale e corretta, che ritengo i Consiglieri tutti abbiano a loro mani.
Voglio solo aggiungere due elementi e ringraziare sia il Presidente Cota che il Vicepresidente Cavallera, entrambi i quali si sono, fin da subito, impegnati proprio per riuscire a portare avanti questa vicenda, che tutti conosciamo da circa sessant'anni, affinché addivenire ad un'approvazione del provvedimento - che da parte mia auspico - in quest'Aula che consenta la sua risoluzione.
importante intervenire rispetto a questo problema e ritengo ci sia una condivisione assolutamente bipartisan. Noi abbiamo un debito verso dei nostri connazionali che sono stati decisamente meno fortunati di noi, i quali - voglio ricordarlo molto brevemente - circa sessant'anni fa sono stati cacciati via e hanno dovuto abbandonare tutto quanto, le loro case e i loro beni. Una volta arrivati qui, sono dovuti andare in campi in cui sicuramente hanno sofferto: era il dopoguerra e tutti quanti tribolavano però loro ancora di più.
Dopodiché, sono stati assegnati degli alloggi di edilizia popolare, è stata emanata una legge - che ormai risale a tanti anni fa - in cui veniva riconosciuta, a livello dello Stato, il fatto che questi alloggi dovessero diventare di loro proprietà e, poi, purtroppo, non si è mai fatto nulla.
Naturalmente, non entro in polemica, perché non è né il momento né il caso assolutamente di dar vita a qualsiasi tipo di polemica: purtroppo, questo è uno dei tanti casi in cui si approvano le leggi che, poi, non vengono attuate.
Sono assolutamente contento che siamo riusciti tutti quanti insieme a portare a termine quest'iter legislativo, che, in definitiva, dopo anni diciamo parzialmente - penso che tutti concordino con quest'affermazione paga un debito che noi tutti avevamo verso i profughi dalmati e istriani.
Infatti, consentire che diventino proprietari dei loro alloggi è un debito che viene pagato dalla società verso dei fratelli che sono stati sicuramente meno fortunati di noi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
Passiamo ora al dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge appena illustrato dal collega Carossa ci porta indietro di parecchi anni, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Purtroppo, la conclusione delle operazioni belliche, oltre alla liberazione dalla dittatura nazifascista, produsse anche molti effetti indesiderati, uno dei quali è sicuramente l'esodo della popolazione italiana residente in Istria e Dalmazia. Si stima che furono circa 300 mila i profughi provenienti da queste zone costretti a lasciare le proprie terre, le proprie case e tutti i beni per la sola colpa d'essere italiani.
Quindi, intere famiglie fuggirono dal regime criminale del Maresciallo Tito tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50 e scamparono miracolosamente alle foibe, quelle cavità carsiche in cui migliaia di italiani vennero trucidati con l'accusa, spesso infondata, di essere conniventi del regime fascista. Questa è l'ennesima pagina triste e sanguinosa del ventesimo secolo. Per fortuna, è stata riscoperta di recente dalle massime Autorità dello Stato, dopo un prolungatissimo silenzio, ed è culminata con l'istituzione, nel 2004, della Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe. Una barbaria basata su un disegno annessionistico slavo, che assunse i sinistri connotati di una pulizia etnica, così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è pronunciato al riguardo.
Molti esuli istriani e dalmati trovarono ospitalità a Torino, ma anche in tutto il Piemonte, oltre alla città di Torino, nei cosiddetti campi profughi. Alcuni di loro riuscirono ad ottenere una casa e un tetto per dare un futuro alle proprie famiglie; altri, invece, ebbero meno fortuna.
La Città di Torino rispose positivamente all'arrivo di questi fratelli italiani provenienti da terre lontane, una sorta di prova generale - in proporzioni minori, si capisce! - dei fenomeni che si registreranno qualche anno più tardi con l'immigrazione dall'Italia meridionale. La presenza della comunità istriana e dalmata è ancora oggi testimoniata in alcuni luoghi della nostra città. Penso, ad esempio, ai quartieri Lucento e Vallette, dove nella cosiddetta zona istriana risiedono moltissimi esuli.
Inoltre, in via Pirano, da qualche anno, è stata installata una lapide in onore dei martiri delle foibe, purtroppo recentemente vandalizzata. Gli istriani e i dalmati trovarono ospitalità anche nel popolare quartiere Falchera, a Santa Rita e in diversi capoluoghi di provincia della nostra regione. Inoltre, la testimonianza dell'esodo è scritta in modo indelebile nella toponomastica cittadina: via Parenzo, via Pirano, via Pola, via Spalato, luoghi che per molto tempo hanno contribuito a mantenere viva la memoria tra gli esuli, tra i loro figli e, oggi, tra i loro nipoti. È un altro triste capitolo della nostra storia che trova tracce evidenti anche in Piemonte.
Purtroppo, un altro triste capitolo riguarda i cosiddetti rimpatriati libici, migliaia di italiani che trovarono nell'ex colonia terreno fertile per le proprie attività commerciali e industriali. Gran parte di loro purtroppo, venne espulsa dalla nazione nordafricana con l'avvento della sciagurata dittatura del Colonnello Gheddafi - che speriamo presto possa soccombere.
Anche in questo caso si può parlare di un vero e proprio esodo, visto che gli italiani residenti in Libia nel 1936 erano stimati in circa 122 mila unità, mentre qualche decennio dopo, negli anni '80, rimasero appena in 1.500. Quasi tutti lasciarono volontariamente il paese per evitare le violenze del leader libico, altri ancora vennero espulsi direttamente dalle Autorità di Tripoli. Buona parte dei rimpatriati venne dirottata nei campi profughi di Torino insieme agli esuli dalmati e istriani, fratelli italiani con storie così diverse, ma accomunati dallo stesso triste destino e dalla voglia di ricominciare da zero; persone rimaste senza nulla per colpa delle politiche imperiali del regime fascista, prima, e delle dittature che seguirono dopo.
Entrando nel merito del provvedimento proposto dalla maggioranza e dalla Giunta, non si può non essere d'accordo con una misura che intende ristabilire una sostanziale equità di trattamento tra i profughi concedendo dunque la cessione delle abitazioni cosiddette popolari a prezzo di favore. Un intervento che, peraltro, è stato già puntualmente segnalato dal Difensore Civico regionale, che ha messo in luce i ritardi perduranti addirittura dal 1952.
Il Difensore Civico ha inoltre evidenziato come non sia tollerabile il troppo tempo trascorso senza che le Amministrazioni interessate abbiano dato corso agli adempimenti conseguenti a richieste e comunque ad aspettative degli interessati, molto risalenti nel tempo. È evidente dunque, che le condizioni dei profughi, dal 1952 ad oggi, sono cambiate: chi era considerato tale oltre mezzo secolo fa, nel 2011 potrebbe ragionevolmente aver conquistato, a costo di enormi sacrifici, un tenore di vita migliore per sé, per i propri figli e oggi per i nipoti. Quindi in molti casi sono venute meno le condizioni che portarono il Governo italiano alla stesura della legge in oggetto. Solo all'apparenza potrebbe sembrare un disegno di legge anacronistico. Infatti, non va dimenticato che viviamo in uno Stato che è o dovrebbe essere uno Stato di diritto, ovvero in cui la legge e il suo rispetto dovrebbero venire, prima di tutto, da tutti.
Inoltre, concedere l'attuazione di un legittimo diritto, seppur accordato a distanza di mezzo secolo, rappresenterebbe un modo per lenire le ferite procurate ai nostri fratelli italiani, peraltro proprio in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, un modo concreto per celebrare con i fatti questa ricorrenza e testimoniare, con azioni efficaci, il più autentico spirito di solidarietà nazionale. Per questi motivi, esprimo il parere favorevole a questo disegno di legge, chiaramente illustrato dal collega Mario Carossa, con la speranza che un analogo sentimento di solidarietà e di umana vicinanza sia riservato dal suo movimento, così come da quanti possono esprimere scetticismi, anche ai tanti profughi del terzo millennio, i quali - diciamocelo pure - versano nelle medesime condizioni, se non peggiori, dei nostri concittadini italiani provenienti dall'Istria, dalla Dalmazia e dalla Libia. Assessore nei corridoi le ho posto un quesito, che lei penso abbia fugato: le chiedo cortesemente se può meglio specificarlo nella replica, in quanto non tenevo presente il requisito essenziale per poter accedere a quel tipo di beneficio e quindi mi ponevo il problema del reddito. Ma lei, con due parole, mi ha fugato il dubbio. Se volesse spiegarlo meglio, le sarei grato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Davvero con estremo piacere, ho constatato che in quest'Aula non solo le forze che storicamente hanno sostenuto la causa dei profughi istriani dei profughi che hanno dovuto abbandonare terre italiane che, per le vicende della Seconda Guerra Mondiale, purtroppo sono state considerate territorio di altre nazioni, ma anche forze distanti dal centrodestra su quest'argomento condividono la necessità di un opportuno e giusto riconoscimento a questa categoria (se vogliamo utilizzare un termine un po' asettico) di persone.
Si tratta di una parte di popolo italiano che ha avuto vicissitudini e sofferenze pesanti. Non tutte le città accolsero con spirito di solidarietà i profughi istriani; altre città italiane (mi ricordo sicuramente il caso di Bologna) non accolsero bene questa parte di popolo italiano quando arrivò su carri bestiame addirittura dall'Istria e, con la forza della disperazione, cercava un rifugio, un tetto dove poter continuare a vivere.
Di conseguenza, questo provvedimento che il Piemonte dà, che quest'Aula dà mi pare un giusto e forse anche un po' tardivo riconoscimento a questa causa e pertanto è anche un modo tangibile, come forse è già stato detto di celebrare concretamente, con un atto legislativo ufficiale che incide davvero sulla carne, sugli spiriti, sui cuori della gente, il 150 anniversario dell'Unità d'Italia. Un atto davvero concreto e che va dunque nello spirito dell'unità nazionale.
Esistono parti di popolo italiano un po' dimenticate, un po' trascurate, come i profughi che hanno dovuto abbandonare il suolo libico: anche questa è una parte di popolo italiano che ha subito ingiustizie, che è stata espropriata dei propri beni, nei confronti della quale - colgo l'occasione - auspico ci sia la giusta attenzione. Pertanto, come Popolo della Libertà, esprimiamo soddisfazione per l'iter del disegno di legge ed anticipiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Voglio intervenire perché questo tema mi sta particolarmente a cuore.
Dodici anni fa circa iniziavo la mia militanza politica in una scuola e si parlava proprio di pozze, di foibe. Intervenivo in un dibattito scolastico e la persona che mi stava di fronte, che interloquiva con me disse che le foibe erano un luogo dove erano "scivolate" delle persone.
All'epoca mi sembrò una frase aberrante: anche adesso, se me la ripetessero, penserei esattamente la stessa cosa. Credo però che in dodici anni molte cose siano cambiate e il fatto che oggi noi si vada ad approvare un testo di legge di questo tipo ne è la tangibile dimostrazione.
Probabilmente, in epoche passate, sarebbe stato impensabile arrivare all'approvazione unanime di un disegno di legge così fatto e per questo è un orgoglio oggi ritrovarmi Consigliera regionale e poter partecipare a tale procedimento.
Certo molte cose ancora devono essere fatte, ancora tante pagine nei libri di scuola devono essere riscritte e riscritte nel modo giusto, dando un omaggio alla verità, ma è anche certo che lo spirito con il quale arriviamo all'approvazione di questo provvedimento di legge è un passo in avanti per chi, da ambo le parti, ha cercato innanzitutto di non guardare quello che era un pezzo di storia italiana, ed è un orgoglio per me sentire anche le parole dell'opposizione da questo punto di vista, perché arrivare veramente all'approvazione pressoché unanime sarebbe un gesto per quest'Aula di grande onore.
Per questo ringrazio non soltanto i presentatori, ma anche tutti coloro che parteciperanno a questa votazione e mi rammarico che alcuni siano assenti proprio in questo momento che, direi, è praticamente storico anche per una parte di chi ha fatto di questo tema una battaglia, perché in momenti simili le divisioni di partito o certe posizioni più partitiche che politiche non dovrebbero assolutamente incidere.
Grazie mille.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Un breve intervento per esprimere soddisfazione su un disegno di legge di questo tipo che, nel mio caso specifico, ha un valore ancora più importante, avendo una nonna istriana. Possiamo quindi capire il sacrificio e la passione che, in quegli anni, molte persone hanno dovuto subire trasferendosi all'improvviso, dal giorno alla notte, in un'altra parte dell'Italia, spesso con una destinazione sconosciuta e spesso abbandonando tutto quello che si aveva.
Molti, anche i miei parenti, avevano case e abitazioni che hanno perso.
Alcuni, nel corso degli anni, sono riusciti a recuperare parti di queste altri no. Riuscire a ridare, seppur con sessant'anni di ritardo, dignità e un parziale risarcimento a queste persone, credo sia molto importante soprattutto perché hanno lasciato una parte della loro vita, della loro storia e della loro cultura in Istria, dove ritornano, ma devono essere risarciti.
Questo è un modo, magari di minima portata e non in grado di compensare i sacrifici fatti, che va ad evidenziare una buona volontà che personalmente apprezzo molto volentieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Anche noi vediamo con estremo favore l'adozione di questo provvedimento. Oggettivamente è una questione su cui da sempre c'è stato un impegno unanime e ampio delle forze politiche. Il Parlamento nazionale come sappiamo, è intervenuto due volte con provvedimenti legislativi: il primo nel 1952, per far fronte all'emergenza; il secondo nel 1993, per dare stabilizzazione alle questioni giuridiche. Il provvedimento del 1993, come spesso succede in Italia, ha risolto alcuni problemi ma ne ha aperti altri e non si è riusciti a definire compiutamente la materia. Nel 2001 ci sono altri provvedimenti legislativi che non hanno risolto definitivamente la questione, ma hanno fatto fare un passo in avanti.
Finalmente, con questo provvedimento legislativo, nella nostra Regione riusciremo a consentire che l'operazione di acquisizione di questi immobili possa completarsi. Penso sia un fatto importante ed è importante anche l'anno in cui ricorre: il 150° dell'Unità Italia. Le popolazioni che ne potranno beneficiare, il più delle volte eredi delle persone che originariamente sono state vittime di questa conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, che le ha costrette, a causa di una pulizia etnica, ad abbandonare il loro territorio e a rifugiarsi in condizioni disumane nel resto dell'Italia, finalmente avranno, con questo provvedimento, qui in Piemonte, il riconoscimento di un loro diritto.
Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato: in rappresentanza della Giunta regionale il Vicepresidente Cavallera, che in Commissione si è anche tecnicamente prestato per trovare delle soluzioni. Ritengo importante e significativo che a volte la politica, senza tanti clamori, possa faticosamente raggiungere dei risultati. Sono convinto che, per una volta questo Consiglio possa dare un bel segnale, approvando, spero in modo unanime, un provvedimento che pone la parola "fine" ad una questione annosa, lunga e che ha dato sofferenza; una questione ancora vissuta con grande orgoglio patriottico da questa comunità. Questa comunità risiede prevalentemente in una circoscrizione di Torino, ma penso a quanto orgoglio la porti a rivendicare la sua storia, il suo passato, la verità storica.
Ecco, questo è un riconoscimento che penso sarà apprezzato da queste persone, ma che possa anche servire a far crescere un po' di fiducia nelle Istituzioni, che è un qualcosa di cui, di questi tempi, abbiamo disperatamente bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Dopo tanti anni e diverse riunioni in Commissione, finalmente si arriva ad assegnare questo dovuto riconoscimento a questi profughi che giustamente meritano questo ed altro: sono fuggiti ed hanno lottato per la libertà.
Questo disegno di legge presentato dalla Giunta regionale verrà votato a favore dal Gruppo UdC. Vorremmo che fosse un primo esempio che dobbiamo dare noi, cercando di unire e non dividere. Quanto è bello sentir dire, da una parte e dall'altra, che siamo favorevoli. Quando le cose sono belle sagge e trasparenti, si trova l'unione e la trasparenza per unire, andare incontro, dire grazie e dare il merito a chi effettivamente se lo merita.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Intervengo per fare chiarezza sulla questione che stiamo discutendo perché non è un tema che si pone oggi per la prima volta. Oggi, con il provvedimento che approviamo, definiamo una questione controversa, non sul piano politico (perché su questo non ci sono opinioni differenti), ma perché la legislazione che noi abbiamo modificato ha aperto controversie sul piano interpretativo. Con la legge di oggi non risolviamo un contenzioso politico, che è stato risolto da anni, ma risolviamo un problema normativo che aveva determinato disagio e questioni.
Questo è l'oggetto del contendere, collega Carossa. Questo è l'oggetto del contendere! Con la legge che stiamo approvando, quindi, diamo certezza normativa a tutti coloro che si trovano nella condizione di profughi perché la legislazione in vigore aveva aperto problemi. La legge del '93 ad esempio, che affrontava la questione dell'assegnazione dell'alloggio ai profughi, lasciava aperta una questione che non è stata risolta, una discussione sul fatto se dovessero beneficiare degli alloggi soltanto i profughi che stavano negli alloggi espressamente costruiti per loro, o se questo diritto di aver la possibilità di acquistare proprietà o l'abitazione andasse riconosciuto a tutti i profughi, indipendentemente dal fatto che essi abitassero o meno in alloggi espressamente costruiti per loro.
Questo era l'oggetto del contendere e noi oggi, con questo provvedimento, diamo una risposta alla questione.
Ad onor del vero, devo altresì riconoscere che il legislatore, cioè il Parlamento, ha risolto la questione interpretativa nel 2001 - nel 2001 con la legge finanziaria (governava Prodi, tanto per essere chiari, quindi non c'è problema, non c'è questione politica sul punto). Oggi, con la legge regionale esercitiamo una competenza che è nostra, ed esercitandola risolviamo in via definitiva questa questione. Si tratta, comunque, di una questione di natura interpretativa, perché per anni si è determinato questo doppio binario, questa ingiustizia tra profughi che abitavano in alloggi espressamente costruiti per loro e hanno avuto la possibilità di riscattarli (se ho inteso correttamente), e profughi che invece avevano vissuto la medesima tragedia, ma non abitando in alloggi espressamente costruiti per loro, non avevano questo diritto.
Si tratta di questo! Punto. Si tratta di questo e noi, naturalmente non possiamo che essere d'accordo (infatti in Commissione abbiamo votato a favore). Il provvedimento che stiamo esaminando chiude una partita, ma non la chiude sul piano storico e politico (quello è definitivo). Il Parlamento, con la legge del '93 - quindi vent'anni fa - mise mano a questa questione (allora, nel '93, non adesso) ma, come capita spesso in questo Paese, quella legge, che dava risposta a quel problema, ha messo in luce problemi interpretativi. Punto. Questo è il tema di oggi.
Con il presente provvedimento, consentiremo come giusto che sia, a tutti coloro che hanno quella qualifica di profughi e hanno vissuto quella tragedia terribile sul piano umano e sul piano politico, di accedere, come altri avevano già fatto, alla possibilità di acquistare l'alloggio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Condivido l'intervento testé portato in quest'Aula dal Consigliere Ronzani. Ciò di cui stiamo ragionando oggi è una puntualizzazione normativa che permette una corretta interpretazione delle norme che, in qualche misura, vanno nella direzione di, seppur tardivamente, seppur parzialmente seppur con oggettivi limiti, risarcire chi era stato maggiormente colpito dalle vicende storiche connesse alla Seconda Guerra Mondiale.
Ho sentito l'intervento della Consigliera Montaruli. Lo spirito e la polemica ci stanno, ma per correttezza cito un passaggio della memoria presentata in relazione alla norma dall'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia del Piemonte. Quest'Associazione, nel presentare una memoria su questa legge, ha affermato che quella guerra, voluta dal Fascismo, è stata persa dall'Italia ed è stata pagata da quei profughi. Non bisogna dimenticare che i danni che l'Italia fu condannata a rifondere furono pagati, per oltre il 50%, compensandoli con i beni che gli italiani avevano in luoghi divenuti, dopo la fine della guerra, territorio iugoslavo. Quelle popolazioni pagarono, lasciando i loro beni al di là della cortina, gran parte quei debiti di guerra. L'Italia, giustamente mise in atto un percorso per offrire almeno delle condizioni minime di risarcimento.
In molti casi gli alloggi di cui trattasi non sono sicuramente di lusso. Credo che il minimo che oggi possiamo fare, per rispetto a quelle persone, agli eredi e a quelle famiglie, sia completare un iter.
Immaginare che nel 2011 completiamo un iter che affronta questioni che si generarono nell'immediato dopoguerra si commenta da solo: questa è la velocità di questo Paese nel dare risposte concrete! Dobbiamo fare lo sforzo di non cavalcare queste questioni partendo dal presupposto che la storia ne racconta ben altre.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente, per motivi simili a quelli della Consigliera Montaruli. Fin da ragazzino ho abitato e sono cresciuto - ancora adesso ne frequento il mercato - nel quartiere dove risiede buona parte della comunità istriana e dove si trova anche la sede della loro Associazione.
Voglio ricordare, ma in parte è già stato richiamato, che questo provvedimento pone fine ad un problema annoso, che ci trascinavamo da anni con posizioni e indicazioni diverse da parte di chi aveva la responsabilità di come si potesse o meno chiudere la vicenda della tragedia dell'esodo istriano. Voglio sottolineare, ma in questo caso conta il risultato, che si chiude un impegno che lo Stato italiano ha da tempo con gli italiani di origine istriana. Un impegno che per decenni è stato disatteso; non per qualche anno, ma per decenni. Non tanto quello di concedere loro una casa perché le "casermette" bisogna ricordarsele! Chi è di Torino lo sa bene.
Guardo la Consigliera Spagnuolo, che conosce bene quella storia e ne sa bene anche il seguito, essendosi occupata anche di interloquire con la comunità istriana, in un vicino passato.
Come spesso accade nel nostro Paese, esisteva la legge, ma non era applicata. Una legge del Governo - presieduto dal Presidente Prodi, lo voglio dire per amore della verità - per l'intervento dell'allora Ministro Fassino, che pose fine alla questione, riconoscendo l'impegno dello Stato italiano di dare una casa ai profughi.
La maggior parte della problematica fu risolta allora, ma rimase uno strascico con interpretazioni diverse tra Uffici regionali e ATC relativamente alla possibilità o meno di chiudere tutta la vicenda. Questa legge - commentavo prima con l'Assessore Cavallera che se ne occupò dai banchi dell'opposizione la scorsa legislatura - ha il pregio di mettere la parola fine non tanto a quello che è stato, dove la parola fine non ci sarà mai se non la necessità di mantenere il ricordo, ma a quell'impegno che lo Stato italiano prese con le popolazioni che decisero di abbandonare l'Istria e la Dalmazia. Ecco perché i colleghi del Gruppo PD che mi hanno preceduto hanno anticipato quello che sarà il nostro voto al provvedimento.
Si tratta di un provvedimento condiviso. Votandolo, rendiamo il migliore servizio che si possa fare, cioè passare dalle parola ai fatti e approvare una legge che chiude una pagina decennale del nostro Paese, degli italiani di origine istriana che, dopo l'esodo, furono distribuiti purtroppo, spesso anche le famiglie in tutta Italia.
Diamo un contributo e un segnale per risolvere quella che è stata una grande tragedia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, per non smentire uno stile che ritengo doveroso per l'esercizio del ruolo istituzionale secondo il quale i provvedimenti singolarmente giusti - e questo singolarmente lo è - debbano sempre, nella comprensione e nell'intenzione dei Consiglieri regionali, essere inquadrati in un tema generale e farci comprendere un quadro più complessivo e le responsabilità che da questo quadro più complessivo derivano.
Mi spiego. Anch'io voterò questa proposta di legge per le molte ragioni che sono state ricordate, per quella fondamentale che la maggioranza nonostante l'enfasi retorica utilizzata nel discuterlo, non avrebbe da sola i numeri per votarlo, quindi non si devono prestare i fianchi a nessun tipo di speculazione.
Tuttavia voglio anche sottolineare, in quest'occasione, una questione che soprattutto coloro che sono stati più vivamente toccati dalle condizioni di difficoltà sociale ed economica, oltre che civile come la questione dei profughi di cui stiamo parlando, potrebbero comprendere almeno quanto i Consiglieri regionali.
La questione è la seguente. Noi stiamo procedendo con atti singolarmente giusti e in applicazione di una legge nazionale, la 560, ad un procedimento progressivo di alienazione del patrimonio pubblico di edilizia sociale. Questo è un dato che è definito in termini generali da una legge, che poi applichiamo in maniera specifica a tutela e risarcimento di alcuni condizioni particolari e io non contesto le scelte di tutela e di risarcimento, infatti la voterò.
Voglio soltanto sottolineare all'attenzione del Consiglio regionale che poi abbiamo contesti, occasioni, momenti in cui insieme ragioniamo su una difficoltà oggettiva e acuta che è quella dell'impossibilità dell'edilizia sociale di continuare a corrispondere alla finalità principe per la quale era stata definita, vale a dire offrire una condizione abitativa economicamente sostenibile a ceti sociali che negli anni Sessanta erano i ceti sociali emergenti, cioè quelli reclutati per sostenere il cambiamento dell'attività produttiva dei territori, e che oggi progressivamente a seguito della riduzione degli investimenti in nuove abitazioni di edilizia sociale e a seguito anche di procedimenti di diversificazione dell'uso diversi dal patrimonio, diversi dalla finalità abitativa, o viceversa di alienazioni, non consentono più di offrire una risposta adeguata ad una domanda che è in crescita.
Con ciò, producendo un effetto che poi paradossalmente inseguiamo tentando di tamponare e compensare con interventi di carattere sociale secondo il quale gli inserimenti progressivi che si realizzano vanno in direzione di soddisfare la domanda di casa da parte delle condizione di maggiore emarginazione concentrando così nei quartieri di edilizia residenziale pubblica una situazione di difficile coabitazione e convivenza.
Questo quadro di carattere generale dobbiamo averlo presente sempre altrimenti la politica è schizofrenica: quando ragiona di giuste attività di risarcimento e assegnazione di diritti come quella che facciamo oggi non pensa al tema delle alienazioni; quando si occupa dell'emergenza abitativa misura il livello insoddisfacente del patrimonio abitativo pubblico e pare allargare le braccia impotente di fronte ad una domanda alla quale non riesce più a dare risposta.
Quindi, anche in questo caso, votando a favore per consentire che l'Aula riesca a raggiungere il numero legale e approvare questo provvedimento così condiviso, voglio però sottolineare a tutti un tema secondo il quale la progressiva riduzione del patrimonio pubblico di edilizia sociale sta rendendo evidente a tutti noi l'impossibilità do corrispondere ai nuovi bisogni abitativi acuiti dalla forte crisi sociale ed economica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Non posso esimermi dall'intervenire perché se Torino vanta una presenza o vantava una presenza di profughi molto importante, certo la seconda provincia del Piemonte, come presenza di profughi istriano-dalmati è proprio la provincia di Alessandria con i grandi concentramenti di Alessandria e di Tortona, dove a tutt'oggi esistono villaggi intitolati proprio a questi profughi.
Niente da dire sulla legge. Mi sembra che la condivisione sia importante: diamo un significato di concretezza alla nostra azione, perch quando si parla di case, quindi si parla di focolare, quando si parla quindi di tutto ciò che è legato al concetto di casa, dare un senso di concretezza e una risposta precisa è sempre ben visto.
Ma noi dobbiamo, come maggioranza e come Giunta, essere orgogliosi di essere quella maggioranza e quella Giunta che risolve in maniera definitiva questo problema. Perché non basta rivendicare al Governo Prodi nel 2001 il fatto di avere impostato in norma finanziaria, essersene poi dimenticati per alcuni anni, anche anni di governo del centrosinistra per minimizzare...



(Commenti dei Consiglieri Reschigna e Ronzani)



BOTTA Marco

Sì, anche di centrosinistra.



(Commenti dei Consiglieri Reschigna e Ronzani)



BOTTA Marco

No. Noi governiamo da uno. Questo non vi esime e non ha portato voi "prodiani" convinti, dal 2005 al 2010 a fare qualcosa per risolvere questo problema. Che invece questa maggioranza ha affrontato e, grazie al contributo della Giunta, sta risolvendo.
Non è che la rivendicazione della Legge Prodi vi metta la coscienza a posto. La coscienza non è totalmente a posto, perché potevate pensarci nel 2005, quando avete assunto il governo di questa Regione, evidentemente le vostre priorità erano altre, ma perché? Perché poi un è emerso un substrato di "ma sì, però", che anche dagli interventi di oggi è venuto fuori.
Collega Taricco, non è che richiamando la questione della guerra ci si possa lavarsi la coscienza, perché se lei non è d'accordo con noi che in quelle lande, in occasione della prima invasione titina e poi alla fine della guerra è avvenuto un genocidio, una pulizia etnica nei confronti degli italiani da parte dell'esercito comunista iugoslavo, aiutato da molti partigiani italiani, lei la sua coscienza mica se l'è ancora lavata tutta! Se noi non ammettiamo che questo è successo, che su questo noi dobbiamo dare delle risposte e che su questo la storia ha dato delle risposte, ma qualcuno tenta sempre di minimizzare, di dire "sì, però", "sì, però c'era l'imperialismo", "sì, però era colpa di qualcun altro", "sì, però è una conseguenza", non facciamo un buon servizio alla storia e alla verità.
Allora, qui bisogna essere netti. Bisogna essere finalmente chiari tutti e sono sicuro che i colleghi, da questo punto di vista, lo saranno anche in futuro, e dire che con questo provvedimento facciamo un atto di giustizia. Lo fa una maggioranza di centrodestra, lo fa un governo di centrodestra e questa è una cosa positiva per l'intero Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Mi associo ai tanti colleghi che sono intervenuti, per rivolgere un grande apprezzamento per l'approvazione di questo disegno di legge. Faccio solo due rapidissime considerazioni, in parte già ascoltate, ma che voglio ribadire. La prima è che, lo dico un po' ironicamente, se la vera giustizia, quella completa si avrà solo nella prossima vita, quell'eterna non per questo non dobbiamo gioire quando in questo mondo vi è un anticipo di giustizia. Anche perché c'è mancato poco che questa vicenda diventasse eterna.
Il collega Placido ha ricordato quei colleghi e quelle colleghe, come la collega Spagnuolo, che già da tempo, nel Comune di Torino, hanno prestato attenzione e sensibilità a queste vicende. Atto di giustizia dunque, lungamente atteso. Che suona parziale risarcimento di popolazioni che (sono vere le due cose, colleghi Taricco e Botta) anzitutto hanno pagato un prezzo altissimo a causa di una guerra scellerata e - anche questo dobbiamo dirlo - hanno pagato un prezzo altrettanto alto anche a causa di un clima ideologico che per lungo tempo ha portato a considerare queste persone non delle vittime, ma quasi dei corresponsabili, con un singolare rovesciamento delle parti rispetto alla realtà storica.
Quindi, il fatto che queste popolazioni, queste persone o i loro eredi che hanno ricevuto molto meno di quello che hanno perso, oggi ricevano un parziale indennizzo è comunque un bel segno.
Concludo dicendo che siccome in questi tempi si vedono tante cose tristi come segni del mondo contemporaneo, dal crollo dell'etica, della morale, della solidarietà, perlomeno il fatto che oggi si voti tutti insieme questo documento è un segno che, con la caduta di alcuni steccati ideologici, si sono perse, tante idealità - oggi siamo in un clima di basso livello sul piano degli ideali - però se non altro possiamo considerare come elemento positivo il fatto che oggi, a differenza che in passato quando provvedimenti come questi sarebbero stati ben più contrastati, vi sia un'unanimità di consensi.
Quindi, mi complimento con il relatore Carossa, con la Giunta e con tutto il Consiglio che si appresta a votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Mi trovo nell'imbarazzante situazione di dover ricordare al Consigliere Leo che forse è un po' troppo ottimista quando pensa che la guerra fredda sia finita e che siamo in quel clima di pacificazione che egli auspicava.
Purtroppo, da quanto si legge sui media nazionali e da quanto si evince dal dibattito politico nazionale, mi pare che questa contrapposizione continui tutt'oggi, nel 2011.
Cercherò d'essere sintetico, anche perché probabilmente sono l'ultimo oratore che parla in discussione generale.
Il mio voto sarà ovviamente favorevole all'intero provvedimento.
Sono molto soddisfatto che si sia arrivati alla definizione di questo disegno di legge: Nonostante sia stato licenziato a maggioranza in Commissione, rammento un lavoro costruttivo quasi bipartisan, che mi pare sia chiaro, in tutta la sua evidenza, anche nelle dichiarazioni iniziali che sono state fatte dai colleghi dell'opposizione.
Ringrazio, pertanto, la Giunta e questa maggioranza per aver portato finalmente a compimento un percorso che, come giustamente ha ricordato il collega Ronzani, è iniziato nel 2000/2001, con il Governo Prodi.
Finalmente riusciamo a dare una parola di certezza a quei profughi che hanno già tanto sofferto nella loro vita.
Riprendo, per sottolinearne la forza e perché li condivido, gli interventi dei due oratori che mi hanno preceduto: il collega Marco Botta e la collega Artesio. Essi partono da posizioni politiche molto distanti quasi antitetiche, ma questo non significa che non possano fare affermazioni condivisibili dalla totalità dei Consiglieri.
Quanto ha affermato Marco Botta, se ho ben capito (mi spiace di averne perso l'intervento), è stato anche ripreso dal collega Taricco: c'è una memoria ancora un po' opaca, ancora da svelare, che non viene riconosciuta nella storia ufficiale; se ne parla quasi a mezza voce, un po' di soppiatto, in libri pseudoclandestini, che vengono puntualmente criticati e questo è un fatto che ritengo debba essere superato.
Non è più accettabile che, dopo tutti questi anni, vengano nascoste delle verità ormai evidenti a tutti (verità storiche, soprattutto), e ritengo che rispetto a quanto ha detto il collega Botta, pur senza la polemicità che ha giustamente - dal suo punto di vista - voluto evidenziare, anche questo Consiglio regionale debba fare, in futuro qualche passo di comunicazione e di rivelazione di quella che fu la realtà storica di quelle terre.
L'ultimo aspetto che voglio riprendere riguarda il sociale. L'ha detto la collega Artesio nel suo linguaggio estremamente forbito e ricco di subordinate, però sostanzialmente il concetto è questo: c'è un problema d'edilizia sociale sempre più pressante, calzante, nella nostra società, a Torino, ma anche nel resto del Piemonte.
ovvio che la sua preoccupazione sia il fatto che noi alieniamo degli alloggi, ma occorre anche immaginare quali sono le nuove povertà che avanzano e cercare di trovare soluzioni e risposte.
Condivido assolutamente l'impostazione data. Condivido anche l'idea che ci debba essere un'inquadratura generale e non schizofrenica degli impianti dei provvedimenti in tema d'edilizia sociale, quindi di risposta alle nuove povertà. Questo non toglie che il provvedimento in oggetto, il disegno di legge n. 123 per l'alienazione degli alloggi d'edilizia sociale riservati ai profughi sia assolutamente condivisibile, quindi degno della nostra approvazione.
Grazie, Presidente e colleghi.



PRESIDENTE

Non essendoci più interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia

Grazie, Presidente.
Prima di tutto, rivolgo un ringraziamento a tutti i Consiglieri che hanno lavorato in Commissione e a coloro che sono intervenuti in Aula oltre che al relatore che ha aperto i lavori questa mattina.
In passato avevo già ricoperto l'incarico d'Assessore all'edilizia residenziale e ritenevo che le questioni fossero già risolte con le norme emanate a suo tempo. Purtroppo, dopo anni, ci si è accorti che la nostra Repubblica, che ovviamente ha tante virtualità, indubbiamente ha anche quella non scritta di essere basata sui cavilli, per cui non sempre si dà applicazione completa a norme che già di per sé erano chiaramente indicative. È stato giustamente ricordato che il Parlamento è tornato sulla materia e noi oggi stiamo compiendo un'operazione d'equità, perch riconosciamo a tutti coloro che sono profughi italiani, assegnatari di edilizia residenziale pubblica, un diritto che doveva già essere riconosciuto senza limiti, in precedenza.
Voglio rassicurare anche il collega Buquicchio, perché non si tratta di ammettere all'acquisto della casa i profughi in quanto tali: devono essere profughi assegnatari degli alloggi di cui all'articolo 1, quindi devono rientrare nella casistica dell'edilizia residenziale pubblica, con tutti i limiti di reddito anche per la permanenza nell'edilizia residenziale pubblica.
Pertanto, si fanno le comparazioni in modo da applicare i prezzi che già furono applicati per coloro che acquisirono alloggi in case complessivamente realizzate per i profughi. Nel caso particolare, ci si rivolge a coloro che avevano l'alloggio come profughi, ma all'interno della riserva ordinaria del 15% che era stata prevista in tutti gli alloggi di edilizia pubblica, a favore dei profughi.
Il provvedimento è stato centellinato in Commissione e valutato; a mio avviso porta delle conclusioni che saranno senz'altro apprezzate da coloro che esaminano documenti di questo tipo.
I requisiti sono tassativi; ovviamente si estendono anche ai conviventi, in caso di decesso del profugo, però sempre aventi la residenza nell'alloggio di cui si tratta, pertanto ci si rivolge ad un ceto sociale che appartiene alla categoria dei profughi, ma che permane tuttora all'interno dell'edilizia residenziale pubblica, dopo una serie di anni.
Questo - ritengo - la dice lunga e tranquillizza anche coloro che avevano espresso qualche perplessità.
un provvedimento che considero da approvare con convinzione; un provvedimento che era stato preannunciato nelle consultazioni in Commissione, quando avevamo ricevuto le rappresentanze di questa categoria.
Avevo partecipato anche alla manifestazione annuale della Giornata del Ricordo e tutti coloro che rappresentavano l'istituzione regionale comunale e provinciale, anche in quella sede si erano augurati che, tra le altre cose, potesse andare in porto questo disegno di legge.
Oggi abbiamo la possibilità, come Giunta Cota, di completare con il voto del Consiglio questo provvedimento ed ovviamente, insieme al ringraziamento a tutti i Gruppi che si sono espressi, non possiamo che esprimere la soddisfazione di fare andare in porto un provvedimento che fa giustizia, che riconosce ed agisce sotto il profilo dell'equità e che senza dubbio, chiuderà una vicenda che forse poteva essere chiusa prima.



PRESIDENTE

Procediamo ad esaminare i sei articoli della legge.
Sugli articoli non sono stati depositati emendamenti, pertanto non ci sarà la discussione generale sui singoli articoli, ma sarà facoltà di un Consigliere per Gruppo di intervenire in sede di dichiarazione di voto.
Ricordando che il numero legale è 26, passiamo alla votazione degli articoli.
ARTICOLO 1 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo di legge, i Gruppi che intendono esercitare la dichiarazione di voto, lo possono fare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Aula. Prima ho parlato da unico relatore, quindi ho voluto assolutamente intervenire in maniera pacata. Non che adesso voglia intervenire in maniera non pacata, ma dato che ho sentito tante cose volevo fornire alcune precisazioni.
Perché se è vero che, come ho detto e come ha detto l'Assessore Cavallera, era già stato legiferato in Parlamento e chiariti i dubbi nella relazione è tutto riportato - è altrettanto vero che dal 2002 non è stato fatto niente. Ed è altrettanto vero che una fortissima, anzi fondamentale, opposizione alla risoluzione di questo problema, con motivi anche legittimi - non entro nel merito, c'erano questioni di lana caprina è venuta principalmente dalla ex Presidente Bresso, ma soprattutto dal Presidente dell'ATC, Ardito - bisogna dirle queste cose! - che si era sempre rifiutato di portare avanti la risoluzione di questo problema adducendo motivi sicuramente legittimi da parte sua. Mi fa piacere che adesso l'intera l'Aula consiliare voti a favore di questo disegno di legge.
Vorrei però ricordare anche le tappe storiche, perché altrimenti non renderemmo un giusto servizio ai nostri concittadini.
Sono anche particolarmente soddisfatto perché, come ho accennato prima questo è avvenuto anche grazie al volere del Presidente Cota, che, fin da subito, mi ha richiesto, quale Capogruppo della Lega in Consiglio regionale, di portare avanti, naturalmente appoggiandomi all'Assessore Cavallera (e vorrei ben vedere!), questa proposta di legge. Ci tengo a precisare quest'aspetto anche perché certe responsabilità vengono sempre dall'alto, sia nel bene sia nel male. Difatti, non ne faccio tanto una colpa ai Consiglieri che erano già presenti in quest'aula nella precedente legislatura e che allora erano maggioranza. Ma, come allora, se è partito dall'alto il non voler risolvere il problema, questa volta è partito dall'alto il volerlo risolvere. Difatti il problema si è risolto.
Ringrazio ancora tutti e ringrazio nuovamente l'Assessore Cavallera che ha quella pazienza e quella capacità di mediare e di risolvere i problemi che gli ammiro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Noi voteremo il disegno di legge in oggetto per le ragioni che sono state esposte negli interventi di molti colleghi del Gruppo.
Vorrei anche precisare, però, che il disegno di legge che votiamo quest'oggi è diverso da quello originario presentato dalla Giunta regionale; il che significa, sostanzialmente, che l'attività svolta all'interno della Commissione ha consentito di modificarne alcune parti quelle parti per cui non si è provveduto per anni a dare attuazione alla legge nazionale su un intervento fortemente agevolato di alienazione degli immobili.
Noi siamo abituati ad una valutazione dei comportamenti del Gruppo che tengono conto del merito dei provvedimenti. Abbiamo ritenuto questo provvedimento utile ed importante perché consentiva di completare "l'anello mancante" di una volontà che il legislatore nazionale a più riprese aveva espresso su questo tema. Consideriamo dunque positivo il fatto che la Giunta e il Consiglio regionale abbiano assunto questo tipo di determinazione e volontà.
Vorrei anche dire, però, che fossi nei panni e nei ruoli dei componenti della maggioranza di questo Consiglio farei molta fatica a suonare le trombe oggi, perché questo provvedimento - lo dico affinché sia ben chiaro passa con il voto indispensabile delle opposizioni, perché oggi non avevate neanche i numeri per licenziarlo.
Oggi questo disegno di legge con voti della maggioranza non sarebbe stato assolutamente licenziato! Questa è l'ennesima dimostrazione che con le furberie si cerca di coprire i problemi! È l'ennesima dimostrazione del livello di autosufficienza o di capacità di rispondere ai veri problemi del Piemonte che questa maggioranza, questa Giunta regionale e - lo dico apertamente - questo Presidente della Giunta regionale non sono in grado di offrire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Non posso che ribadire il voto favorevole. Non voglio più ritornare sulle motivazioni, sicuramente alte e nobili, che hanno concorso all'approvazione di questo disegno di legge. È giusto riconoscere che questo disegno di legge è arrivato in Aula grazie anche al contributo fattivo dell'opposizione e quindi. È doveroso riconoscerlo quando l'opposizione svolge un ruolo di stimolo e di proposta che la Giunta regionale e la maggioranza hanno in parte recepito e accolto. Credo che oggi nessuno debba suonare le trombe, ma tutti insieme dobbiamo essere felici di riuscire ad approvare questo importante documento che riguarda una parte del popolo italiano che noi ospitiamo, che abbiamo ospitato e che ormai fa parte a pieno titolo della comunità piemontese.
Mi ha fatto anche piacere vedere che Gruppi politici molto distanti da noi, che probabilmente qualche anno fa o qualche decennio fa non avrebbero mai votato questo provvedimento, oggi lo voteranno. Speriamo che sia davvero un segnale e un buon viatico che su certe contrapposizioni ideologiche sia stata posta la parola "fine".
Ribadisco, dunque, il nostro voto a favore e ringrazio per la collaborazione anche le forze di opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Noi, naturalmente, esprimeremo un voto favorevole, perché - ne siamo convinti - riteniamo che sia un disegno di legge assolutamente giusto.
Facciamo anche rilevare che il voto dell'opposizione quest'oggi è assolutamente necessario affinché questo disegno di legge possa tramutarsi in legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Noi vogliamo esprimere il nostro parere favorevole a questa legge, per cui ringrazio la Giunta per averla presentata. Mi fa piacere che tutta l'opposizione abbia votato a favore. Ci teniamo a rimarcarlo perché è la dimostrazione che insieme si vince, uniti si ottiene (altrimenti non otterremmo nulla, o perlomeno non tutto).



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

Non tutti i provvedimenti si possono votare, ma in questo caso ritengo sia giusto essere favorevoli a questa legge.
Noi voteremo "sì". Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 490 presentato dai Consiglieri Cattaneo Molinari, Novero, Leardi, Ponso e Placido, inerente a "Solidarietà per Francesco Azzarà"


PRESIDENTE

Prima di interrompere i nostri lavori, se l'Aula acconsente procederei alla trattazione dell'ordine del giorno n. 490, iscritto questa mattina all'o.d.g., che esprime solidarietà a Francesco Azzarà, il collaboratore presso l'ospedale di Nyala, in Darfur, che è stato rapito.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

un ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza, sollecitato altresì da una lettera pervenuta all'Ufficio di Presidente da parte della Consigliera Cerutti, che chiedeva la cortesia, siccome sarà assente nel pomeriggio, di votarlo questa mattina.
Credo che su un ordine del giorno di questo tipo si possa procedere direttamente al voto. Vi ringrazio.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 490, il cui testo recita: "Vista la drammatica vicenda di Francesco Azzarà, collaboratore presso l'ospedale di Emergency a Nyala in Darfur (Sudan) sequestrato il 14 agosto 2011 considerata la proposta di Emergency, concordata con la famiglia, di coinvolgere i Comuni, le Province e le Regioni in una catena di solidarietà ritenendo che la Regione Piemonte debba porre attenzione, unitamente alle altre istituzionali locali e nazionali, alle persone che si prodigano, con grande spirito di sacrificio, per aiutare le popolazioni che lottano contro le carestie e le malattie il Consiglio regionale del Piemonte esprime vicinanza e sostegno a Francesco Azzarà e alla sua famiglia solidarietà agli uomini e alle donne di Emergency che operano con dedizione a favore dei più deboli in terre lontane colpite da eventi drammatici condanna fermamente il vile gesto e ogni atto di tale natura da qualunque parte provenga auspica che siano poste in atto tutte le iniziative utili a una tempestiva liberazione di Francesco Azzarà".
Il Consiglio approva.
I Presidenti dei Gruppi sono invitati in Sala A per la Conferenza dei Capigruppo. Vi ricordo che la seduta è convocata alle ore 15 per la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ex articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Alle ore 15.30 il Consiglio è convocato in sessione straordinaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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