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Dettaglio seduta n.14 del 29/06/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Giordano, La Rocca e Pedrale.



PRESIDENTE

Siamo convocati per svolgere il dibattito in ordine all'intervento del Presidente della Giunta regionale svoltosi in aula il 22 giugno 2010. Il Presidente Cota sta arrivando, pertanto sospendo la seduta tre minuti per dargli il tempo di scendere.



(La seduta, sospesa alle ore 15.02 riprende alle ore 15.05)



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di prendere posto: il Presidente della Regione è arrivato.


Argomento: Varie

Commemorazione del militare Francesco Saverio Positano, deceduto a causa di un tragico incidente in Afghanistan il 23 giugno 2010


PRESIDENTE

Prima di iniziare i nostri lavori volevo invitare il Consiglio regionale a commemorare il militare perito in Afghanistan.
Lo scorso 23 giugno, alle 19.00 ora locale, un militare italiano in servizio in Afghanistan ha perso la vita a causa di un tragico incidente non dipendente direttamente da un'azione militare.
Il Caporale Maggiore Scelto Francesco Saverio Positano, mentre si trovava tra Herat, capoluogo della regione occidentale sotto controllo italiano, e Schindad, uno degli avamposti più difficili, impegnato in un'azione di ricognizione lungo la via di collegamento, ha perso l'equilibrio ed è caduto dal mezzo blindato denominato "Buffalo" riportando un forte trauma cranico.
Il decesso è sopraggiunto poco dopo alla base americana di Shindad dove il militare era stato prontamente ricoverato.
Il Caporal Maggiore Positano apparteneva, come il Sergente Massimiliano Ramadù e il Caporal Maggiore Luigi Pascazio, periti il 17 maggio scorso a causa dello scoppio di un ordigno, al 32° Reggimento Genio Guastatori della Brigata Alpina Taurinense, di stanza a Torino, ed era in servizio presso la task force "Centre", impegnata in attività di ricognizione.
La missione dei genieri era di controllare i punti della strada più sensibili, dove gli insorti avrebbero potuto nascondere i micidiali ordigni Ied che hanno già fatto diverse vittime sia tra i militari che tra i civili.
Francesco Saverio Positano aveva 29 anni, originario di Foggia, in servizio dal 1998, si era da poco sposato e risiedeva a Pianezza. Questa era la sua terza missione in Afghanistan.
In questa triste circostanza, desidero esprimere, a nome dell'intero Consiglio regionale, i sentimenti di sincero cordoglio e la nostra sentita partecipazione alle Forze Armate, alle moglie Viviana e a tutti i familiari.
Rinnoviamo la piena solidarietà a tutti i militari che ogni giorno continuano a prestare in Afghanistan, e altrove, la loro opera per il mantenimento della pace e della sicurezza.
Prego il Consiglio di osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 30 dei Consiglieri Costa Raffaele, Cortopassi, Cota, Toselli, Valle, Comba, Bono, Cattaneo Carossa, Maccanti, Artesio, Spagnuolo, Muliere, Novero, Mastrullo, Lepri Boeti, Porchietto, Ronzani, Pentenero, Lupi, Gregorio, De Magistris, Costa Rosa Anna, Botta Franco Maria, Montaruli, Bussola, Molinari, Tiramani Marinello, Sacchetto, Biolé e Leardi, inerente a "Aggressione presso il Santuario di Vicoforte di Mondovì"


PRESIDENTE

Prima di procedere, annuncio che è stato presentato un ordine del giorno a prima firma del Consigliere Costa Raffaele e sottoscritto da oltre 30 Consiglieri di tutti i Gruppi consiliari. Tale documento riguarda l'espressione di solidarietà alle Forze dell'ordine coinvolti in un episodio accaduto la notte scorsa, intorno alle ore 4.00, presso il Comune di Mondovì, quando dei Carabinieri intervenuti sul luogo di un furto sono stati feriti.
Per iscrivere l'ordine del giorno al termine dei lavori della seduta ricordo che necessitiamo di 40 voti, quindi procederei alla votazione...



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Scusi, a quale proposito? Le ricordo che siamo in fase di votazione per l'iscrizione dell'ordine del giorno; scusi, Consigliere Toselli.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno è iscritto.
La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Se i colleghi sono d'accordo, visto che sull'ordine del giorno non credo vi saranno interventi, potremmo approvarlo immediatamente, dato che è stato sottoscritto da oltre 30 Consiglieri.



PRESIDENTE

Mi sembra vi sia l'assenso, pertanto pongo in votazione l'ordine del giorno, senza svolgere il dibattito.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 30, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che nella scorsa notte è avvenuto, circa alle ore 04.00, presso il Santuario di Vicoforte Mondovì un grave episodio: due persone, fino ad ora sconosciute, hanno tentato di penetrare nella banca Alpi Marittime.
Avvertiti da una cittadina che si era accorta di strani rumori sono intervenuti i Carabinieri preso atto che gli aggressori si sono dati alla fuga utilizzando una motocicletta che avevano parcheggiato poco distante. Gli stessi hanno per sparato contro le Forze dell'ordine ferendo il carabiniere Alberto Pirovano (sottoposto successivamente ad un positivo intervento in ospedale;) nell'esprimere severa condanna per il grave episodio, esprime solidarietà alle Forze dell'ordine coinvolte nell'episodio".
Il Consiglio approva.
Diamo atto che l'ordine del giorno è approvato all'unanimità del Consiglio regionale.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Dibattito in ordine all'intervento del Presidente della Giunta regionale svolto in aula il 22 giugno 2010


PRESIDENTE

Procediamo ora allo svolgimento del dibattito di cui al punto 2) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Essendo abituato a rispettare le regole e anche le gerarchie intervengo prima del mio Capogruppo perché lui vuole così.
la terza volta che il Presidente Cota interviene in quest'aula, come se fosse Zarathustra - "Così parlò Zarathustra" - senza poi ascoltare la risposta delle persone alle quali le riflessioni sono rivolte. Questo è un curioso modo d'intendere la democrazia, che è scontro, ma anche dialogo e confronto acceso, durante il quale, naturalmente, si può rimanere nelle proprie posizioni, ma dopo aver parlato occorrerebbe saper ascoltare.
Lo ha fatto alla presentazione del programma elettorale, lo ha fatto nelle discussioni del nucleare, lo ha fatto l'altra settimana.
Quello che è curioso è che poi si ritorna comunque in quest'aula per discutere: sarebbe meglio - visto che tutti abbiamo del lavoro da fare fuori di qui - che utilizzassimo una sola seduta, senza dover riprendere il ragionamento in un secondo tempo.
Certamente, dipende dal fatto, Presidente, che lei lavora molto, e noi forse non tanto. Faccio, se mi è consentito, una riflessione personale.
Ho fatto l'Assessore nella mia città e successivamente il Sindaco per nove anni, facendo regolarmente 40 ore la settimana in ospedale; ancora adesso continuo a fare il mio lavoro, anche se in aspettativa. Lo faccio per passione, lo faccio perché mi piace, ma vorrei convincerla che lavoro anch'io, come lavorano tutti qui dentro. In quest'Aula c'è il mondo delle professioni.
Devo dire, sinceramente, che forse quello più politico, inteso nel senso del termine, è lei, che fa politica da vent'anni. Ma dato che la politica, secondo me, è un mestiere faticoso - non è specialistico, ma è faticoso, perché si occupa della vita della gente e di molti problemi credo che lei farebbe bene a chiedere scusa a questo Consiglio regionale della frase con la quale la volta scorsa ha concluso il suo intervento prima di andare via.
Le chiedo anche cosa c'entri il fatto di lavorare più o meno con la questione che riguarda i ricorsi contro le ipotesi - uso questo termine d'irregolarità durante le elezioni regionali: finora nessun magistrato si è pronunciato e quindi non sappiamo se, alla base di quei ricorsi, ci siano motivi fondanti che possano determinare situazioni diverse.
Credo che sarebbe bene che il Presidente di una Regione così importante avesse sempre le parole giuste al momento giusto. Se posso permettermi di fare un'osservazione, io all'Unione Industriale non avrei parlato per mezz'ora della mia questione; anzi, avrei detto agli industriali: "Vi aspettate che vi parli dei ricorsi? Vi deluderò, perché sono qui a parlare dei vostri problemi, e non dei miei".
Capisco che il fatto di appartenere ad un Governo in cui il Presidente del Consiglio negli ultimi quindici anni si è occupato più dei suoi problemi che di quelli degli italiani, in qualche modo, condizioni anche il suo modo di vedere le cose. Ma questo è il ragionamento che, secondo me gli industriali di questa Regione si aspettavano da lei ieri: qual è il suo programma di governo; quali sono le cose che intende fare; quali sono le cose sulle quali intende intervenire prioritariamente.
Credo che questo sia stato, se posso permettermi - lei ha il diritto di fare quello che vuole - un errore strategico. Problemi suoi, e certo anche dei piemontesi, qualora dovesse modificarsi la situazione che in questo momento la vede Presidente della Regione. È un problema suo il fatto che una delle liste a lei collegata abbia partecipato alle elezioni regionali portando a casa 27 mila voti e candidando persone che non sapevano di essere candidate.
Tra queste, come tutti sanno e da quanto i giornali hanno riportato, vi è una signora di novant'anni, nell'ottica del rinnovamento della classe politica, che però non è stata eletta. A me sarebbe proprio piaciuto che questa signora fosse stata eletta, perché della lista del Consigliere Giovine è l'unica che ha il diritto di fare parte di una lista di pensionati. Quindi, a pieno titolo aveva il diritto di essere candidata.
Lei, e non Giovine, un uomo di 32 anni che era candidato con lei, che ha trovato il modo di vivere di politica e anche di sostenere, in questo gran progetto illuminista che lo riguarda, una parte della sua famiglia, perch come tutti sanno - sua sorella lavorava al Gruppo.
un Consigliere anche recidivo. In un mio intervento, in tempi non sospetti, della passata legislatura, avevo detto - quando il Consigliere Giovine si esercitava nel mestiere che conosce meglio, che, oltre a taroccare le liste, è quello dell'ostruzionismo - che, secondo me, un centrosinistra e un centrodestra equilibrati non avrebbero candidato il Consigliere Giovine e nemmeno il Consigliere Lupi in nessuna delle proprie liste.
Sarebbe stato un segnale bello da parte dei maggiori partiti delle coalizioni impedire a chi fa politica di mestiere e approfitta di un candidato spendibile, com'è successo con lei e com'era successo la volta precedente con il Presidente Ghigo, di sedersi in quest'aula e portare a casa un lauto stipendio.
Credo che un partito politico ed anche uno schieramento dovrebbero essere un insieme d'idee, di valori, di progetti, di sogni e d'aspirazioni.
L'unica aspirazione del Consigliere Giovine è di portare a casa un lauto stipendio per se stesso, contribuendo in questo modo anche al mantenimento della sua famiglia.
Lei lo ha voluto nella sua maggioranza e ne ha la responsabilità di fronte ai piemontesi.
Ieri sera il Consigliere Giovine ha anche partecipato alla fiaccolata che avete, secondo me, legittimamente fatto. Quando un partito politico è in grado di coinvolgere migliaia di persone, secondo me fa bene a sostenere le proprie posizioni. Personalmente, non avrei permesso al Consigliere Giovine di partecipare a quella manifestazione.
Presidente, quello che caratterizza i paesi democratici non è tanto il diritto di votare, perché si vota anche nei paesi in cui c'è la dittatura.
Quello che caratterizza i paesi democratici sono le condizioni nelle quali si svolge il voto, le regole che stanno alla base del voto, che devono essere uguali per tutti e rispettare le leggi dello Stato.
Parole che in questo momento, evidentemente, non condividete, e mi dispiace. La Lega Nord ha fatto della legalità una delle sue battaglie: legalità, diritti e anche Costituzione.
Oggi, il Governo al quale lei appartiene vuole modificare l'articolo 41 della Costituzione, perché impedisce alle imprese italiane di esprimere le proprie potenzialità. L'altro giorno, lei è andato nei mercati a dire ai commercianti e agli ambulanti che le loro licenze dureranno 99 anni, nel senso della più ampia possibilità di mercato, quella che il Governo nazionale in questo momento pretende di imporre a tutti gli italiani.
Non me ne voglia, Presidente, se le dico questo, ma lei appartiene al partito dell'"embè", come lo ha definito un uomo straordinario per il quale ho una gran simpatia - è un tifoso del Toro, ma questa non è la caratteristica principale, anche se qualche valore ce l'ha - che è Gramellini, il quale ha scritto che il centrodestra appartiene un po' al partito dell'"embè".
L'ex Ministro Lunardi dice: "A me hanno ristrutturato l'appartamento e non l'ho pagato. Embè? Non si può ricevere un regalo?". Peccato che l'impresa che gli ha fatto quel regalo abbia poi partecipato ai bandi pubblici, li abbia vinti e se li sia aggiudicati, modificando i prezzi in corso d'opera.
Lo stesso ex Ministro Scajola dice: "Qualcuno mi ha pagato un appartamento a Roma al prezzo di una villetta a schiera a Rivoli. Embè? Io come faccio a sapere che c'è qualcuno che mi paga l'appartamento?".
Lei dice: "Una delle liste che facevano parte del mio schieramento erano taroccate. Embè? Io sono stato eletto dai cittadini piemontesi, e quindi ho il diritto di governare".
Noi, Presidente, aspettiamo serenamente il giudizio della Magistratura come siamo abituati a fare. Siamo pronti ad andare al voto, se quel giudizio sarà in questo senso. E siamo pronti e disponibili a fare l'opposizione per cinque anni, come stiamo facendo, se invece il giudizio dovesse confermarla Presidente della Regione.
Può anche darsi che qualcuno di noi non sia rieletto alle prossime elezioni. Questo vale per il centrodestra e vale anche per il centrosinistra. Embè? Per quanto mi riguarda, ritornerò ad essere il dott.
Boeti dell'Azienda Sanitaria di rilievo nazionale d'alta specializzazione CTO-Maria Adelaide.
Quello che farà lei non lo so. Presumo che lei, federalista a Torino e centralista a Roma, tornerà certamente a Roma ad occuparsi del suo partito a livello nazionale.
Una sola cosa le chiedo per concludere nel tempo giusto. Non concluda il dibattito che stiamo facendo e che si mantiene su livelli di rispetto nei suoi confronti e della sua maggioranza come ha fatto le altre volte dicendo: "Ascolterò quello che avete detto e ne terrò conto".
Ci dica quello che pensa. Controbatta a quello che abbiamo detto, ma la smetta di prendere in giro il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Presidente Cota, ritengo che le dichiarazioni che lei ha fatto, nei giorni in cui le notizie dei ricorsi hanno sempre più occupato spazio sui giornali, siano estremamente gravi, soprattutto perché fatte da una persona che, come lei, Presidente Cota, oltre ad essere Presidente di una Regione importante come la nostra, è anche un avvocato e quindi conosce bene le norme del diritto.
Lei ha parlato di golpe giudiziario; di golpe che deriverebbe da un'eventuale accettazione - perché di questo stiamo parlando - da parte del TAR dei ricorsi.
Ecco, Presidente, noi non ci aspettavamo queste parole da lei.
L'abbiamo conosciuta nel ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio regionale, poi come Capogruppo in Parlamento e non pensavamo potessero venire dalla sua bocca delle dichiarazioni così eversive come quelle che lei ha fatto. Secondo noi tali parole configurano un indebito tentativo di fare pressione sui giudici amministrativi di questa regione.
Oltretutto, Presidente, si sa che le dichiarazioni possono scappare sui giornali e spesso i giornalisti interpretano, ma a noi non è piaciuto il modo con cui lei ha chiuso il dibattito la scorsa settimana, anzi il monologo, perché dibattito non c'è stato. Non è la prima volta, Presidente che lei viene qua, parla, dice le sue opinioni (che a noi non piacciono, ma sono legittime) e poi dice: "Va bene, ragazzi, adesso abbiamo finito, vado a lavorare e voi state qui a perdere tempo".
Ecco, Presidente, riteniamo questo richiamare l'applauso della sua maggioranza e questo modo di salutare l'emiciclo profondamente offensivi nei confronti del nostro Parlamento regionale.
Presidente, qui non siamo in Argentina, non siamo a Buenos Aires, non siamo a Plaza de Majo, lei non è Juan Perón. Questo è un Consiglio regionale, lei è il Presidente della Giunta regionale, lei viene qua, dice le cose che vuole - spiacevoli per noi - come lei ritiene e poi ci fa la compiacenza di stare ad ascoltare i nostri interventi, perché questa è l'essenza, anche lessicale, del termine Parlamento. Anche perché, a fronte di una maggioranza che ritenesse di introdurre il richiamo agli applausi e al tumulto in aula come modo per sottolineare la bontà delle proprie posizioni, è chiaro che questo stimolerebbe anche nell'opposizione la capacità di utilizzare gli stessi mezzi per impedire il lavoro in aula, che è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questa Regione.
Seconda osservazione, Presidente Cota. Lei, nel suo intervento, la scorsa settimana ha parlato della "leggina" elettorale approvata nella precedente legislatura. Lei, in fin dei conti ha detto: "Ma che volete questa leggina, che è alla base di alcuni dei ricorsi, l'avete fatta voi nella scorsa legislatura, quando governavate. Ora cambiatela".
Siccome sono osservazioni fatte dal Presidente della Giunta regionale dal capo della maggioranza, noi le valutiamo con molta attenzione. Questa legge, la legge 21 del 2009, Presidente, l'abbiamo approvata pressappoco un anno fa in questi tempi, dopo tre settimane di Consigli regionali che il Presidente del Consiglio regionale dell'epoca aveva convocato mattina pomeriggio, sera e notte, per modificare il Regolamento regionale e dare alla nuova maggioranza - in questo caso alla sua - la possibilità di governare il Consiglio regionale con modalità migliori di quelle che io ed i miei autorevoli predecessori hanno dovuto utilizzare.
Ebbene, lei sa che condizione perché fosse approvato questo Regolamento, da parte di alcuni Gruppi minori, è stata l'approvazione di questa leggina. Questa leggina, partorita dagli Uffici del Consiglio regionale secondo modalità che consentivano alla legge di sostenersi e d'essere inattaccabile, è stata modificata da un emendamento in aula frutto di un'estrema pressione che in aula si è verificata, come condizione per approvare il Regolamento interno.
Noi, quando approvammo quella leggina nel mese di luglio, Presidente Cota, convenimmo, tra tutti i Capigruppo in Ufficio di Presidenza e poi nella Conferenza dei Capigruppo, di modificarla attraverso l'approvazione a settembre di una legge elettorale complessiva che avrebbe dovuto regolare il sistema elettorale.
A questa legge dedicai, infruttuosamente, i mesi di luglio, un pezzo di agosto e tutto settembre, ma la legge non venne approvata.
Non venne approvata perché alcuni Presidenti di Gruppi ricevettero un input dal loro Segretario di partito: in particolare il diniego provenne da lei, Presidente Cota, nel suo ruolo di Segretario nazionale della Lega Nord, e dalla Segreteria regionale del PdL, come ricorda bene il collega Pedrale, che di questa volontà fu in Consiglio il nuncius veritiero onesto, schietto, com'è sua consuetudine.
Voi decideste di non far cambiare la legge elettorale per un motivo sostanziale: perché la base di questa riforma elettorale era sopprimere il listino, cosa che alcuni Segretari di partito non volevano. Ecco perché noi ci siamo trovati con questa leggina che, potenzialmente, potrebbe aver creato quei danni di cui lei parlava. Ora, Presidente, la sua osservazione noi non la lasciamo cadere; noi siamo pronti a presentare - ne parleremo con il Gruppo e con i colleghi - una proposta di legge che cambi la leggina.
Noi non abbiamo difficoltà a raccogliere firme per presentare le liste non abbiamo necessità di andare a creare marchingegni di favore per consentire a gruppi, che non hanno radicamento sociale, di presentare le proprie liste e di partecipare alla competizione elettorale. Su questo quindi, non ci sfiliamo dalla sua proposta, Presidente Cota. Sono certo vista la sua autorevolezza, che lei su questo saprà schierare tutta ripeto: tutta - la sua maggioranza.
L'ultima osservazione, per non sforare nei tempi, Presidente Cota, è che troviamo un po' strano che lei, in tutti gli interventi che ha fatto ormai su tutti i giornali su questa vicenda incresciosa dei ricorsi, non ha mai trovato il modo di dire una parola sulla vicenda delle presunte - dico "presunte" perché il giudizio ancora non c'è stato - falsificazioni delle accettazioni di candidatura da parte di alcune liste a lei collegate.
Presidente Cota, lei non ha detto alcuna parola, anzi mi correggo perché sul Corriere della Sera di oggi c'è una sua dichiarazione che dice tra virgolette: "Solo qui in Piemonte si cavilla sull'accettazione della candidatura da parte di chi ha preso cinque preferenze. Cinque preferenze capisce? Di questo stiamo parlando".
Presidente Cota, non è il problema delle preferenze prese da coloro che pare possano avere commesso irregolarità nella sottoscrizione delle firme ma il problema è che qui - se fossero vere le cose che leggiamo sui giornali - ci sono delle liste "tarocche", delle liste che sono state fatte e accettate alla luce di uno scambio: io ti porto 25 mila preferenze frutto del voto che la gente attribuisce a qualsiasi persona stia dietro un determinato marchio, tu in cambio mi garantisci l'apparentamento e garantisci a me di tornare in quest'aula, grazie ad una lista in cui 18 persone sono persone che non possono competere e dove una persona sola è l'unica che in realtà può competere.
Presidente Cota, nel suo intervento di una settimana fa ha detto: "Ma io sono candidato, se qualcuno fa delle irregolarità non ne posso rispondere".
comodo cavarsela così. Le persone in politica si conoscono; qui abbiamo vissuto insieme cinque anni, conosciamo tutti i pregi e i difetti di ciascuno. Quello che lei può dirci, Presidente Cota, è tutto meno che raccontarci che lei non sapeva che dietro certe operazioni si celava un grave rischio per la regolarità delle elezioni, rischio da me più volte denunciato, come Presidente del Consiglio regionale, e che è stato più volte alla base dei miei tentativi, anche nell'ultimo Consiglio regionale di modificare radicalmente la legge, per evitare che qualcuno potesse come poi sembra essere avvenuto - strumentalizzare l'esito delle elezioni o, comunque, creare inconvenienti che mettessero a repentaglio le elezioni.
Ho usato spesso questa metafora, Presidente Cota, per definire questa situazione: abbiamo due squadre che hanno fatto una partita - siamo nel periodo dei mondiali - e potrebbe essere accaduto - uso il condizionale che una delle due squadre avesse in campo giocatori dopati. Questo è quello che può essere avvenuto. Non lo so, se è avvenuto; rimettiamoci al Giudice sportivo. C'è un giudice - io appartengo ad una piccola squadra che spesso è stata vittima dei Giudici sportivi - vediamo che cosa deciderà e poi ci regoleremo. Sono convinto che la ripetizione delle elezioni non sia un bene per la nostra regione, che ha bisogno di stabilità, di governo, di concretezza. Però, quello che ci colpisce, Presidente Cota, è che lei, che con le sue scelte politiche è la causa di questa situazione di incertezza in cui versa la nostra Regione, oggi non abbia alcuna parola con cui accusare se stesso per le scelte compiute o per chiedere scusa per la situazione di incertezza in cui mette i piemontesi e tutti i Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente Cota, rileggendo le dichiarazioni che ha reso la settimana scorsa in quest'aula, mi era venuta una gran voglia di cominciare questo mio intervento di oggi con una frase che si usa dalle nostre parti - lo dico a tutti - dove il piemontese non si parla, che non è, di per s offensiva, per cui la cito non in termini offensivi nei suoi confronti.
Quel suo "Vi saluto e vado a lavorare" meriterebbe un inizio del mio intervento, sempre secondo quanto si dice simpaticamente nelle nostre terre, del tipo "va a lavurà, barbun". Perché così si risponde ad un'affermazione come quella che lei ha reso. Ma poi mi sono reso conto di altre questioni e devo dirle che in questi giorni e in queste ore in me sono emerse tutta una serie di riflessioni che le proporrò come tali.
La prima: in un Paese normale, signor Presidente, non ci sarebbe stato bisogno di convocare oggi il Consiglio regionale per discutere di questo problema.
In un Paese normale non ci sarebbe stato neanche bisogno che un Gruppo consiliare di opposizione chiedesse al Presidente della Regione Piemonte di venire in aula a rendere conto di alcune sue interviste giornalistiche.
In un Paese normale, signor Presidente, quando uno fa un ricorso, tutti gli altri - parte lesa, parte non lesa, parte interessata, parte non interessata ai contenuti di questo ricorso - attendono con serenità, con fiducia e con rispetto, che la Magistratura si esprima sul merito dello stesso.
In un Paese normale, signor Presidente, quando viene presentato un ricorso alla Magistratura civile o amministrativa nessuno esprime certezze sul suo esito. Ma nessuno si permette neanche di dire, signor Presidente che la presentazione...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

I vostri problemi con la Bresso risolveteveli a casa vostra!



RESCHIGNA Aldo

Nessun problema con la Consigliera Bresso!



(Commenti del Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota)



RESCHIGNA Aldo

Nessuno si permette neanche di dire che la presentazione di un ricorso configura una condizione di questo Paese paragonabile a quella di un "golpe" all'interno di uno Stato latino-americano.
In un Paese normale, signor Presidente, non ci sarebbe stato bisogno che un Presidente della Regione, democraticamente eletto fino a prova contraria, in una condizione di incompatibilità evidente e palese, dicesse per giorni e giorni, anzi per settimane, "aspetto a sciogliere la mia incompatibilità, attendendo sostanzialmente che il TAR si esprima sui ricorsi", inviando una lettera alla Giunta per le elezioni del Consiglio regionale in cui chiede di pazientare, in attesa dello svolgimento dei ricorsi, per poi, improvvisamente, rassegnare le dimissione da Parlamentare e chiedere all'Aula, con una procedura velocissima, di votare immediatamente le dimissioni da Parlamentare, perché si rende conto che una procedura avviata dal Partito Radicale rischia, prima dei ricorsi, di privarlo del ruolo e della responsabilità di Presidente di Regione.
In un Paese normale, signor Presidente, non ci troveremmo, ancora oggi nella condizione in cui un Vicepresidente della Giunta regionale si presenta alla Giunta per le elezioni della Camera per dire sostanzialmente: "Aspettate il 2 luglio, c'è una sentenza che il TAR del Piemonte deve esprimere; in base a quella sentenza deciderò se rimanere Parlamentare o se ricoprire il ruolo di Vicepresidente della Giunta regionale".
In un Paese normale, signor Presidente, quel Vicepresidente della Giunta regionale, dinnanzi alla Giunta per le elezioni della Camera, a fronte della domanda presentata da un suo collega Parlamentare: "E se il TAR non decide, cosa fa?", non avrebbe risposto: "Rimango a fare il Parlamentare", perché nel dubbio, preferisco la certezza.
In un Paese normale, signor Presidente, non saremmo di fronte ad una situazione in cui una Giunta eletta, dopo due mesi, rischia di perdere il proprio Vicepresidente perché il Parlamentare si candida, da candidato viene eletto, da eletto viene nominato Vicepresidente della Giunta regionale e poi si rende conto che, probabilmente, è meglio stare nella "vita romana".
Ma questo è un Paese normale? Credo che ci sia bisogno di tanta normalità all'interno di questo Paese e ci sia bisogno anche di tanta normalità all'interno della comunità piemontese.
Signor Presidente, nelle ultime settimane ho colto in lei una condizione personale particolare: lei è ossessionato da questa vicenda dei ricorsi presentati presso il TAR Piemonte - lo dimostra in ogni circostanza e non riesce a reggere questo tipo di situazione.
Facevano bene a lasciarle la camomilla che le ho portato sul tavolo prima che lei arrivasse!



(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo

Negli ultimi tempi, lei ha assunto degli atteggiamenti che da alcuni vengono letti come elemento di pressione rispetto ai Magistrati del TAR che devono valutare la situazione; da altri commentatori vengono interpretati come un anticipo di una campagna elettorale prossima e futura.
Le dico sinceramente una cosa: noi abbiamo sostanzialmente bisogno peraltro, questa è la richiesta e l'auspicio che formuliamo come Gruppo consiliare del Partito Democratico - che sulla vicenda dei ricorsi si lasci decidere i Magistrati e che ciascuno si impegni a prendere atto e a rispettare qualunque decisione i Magistrati del TAR Piemonte assumeranno nel merito.
Questo è l'atteggiamento che un Paese normale dovrebbe assumere, che le persone di alta responsabilità istituzionale e politica come lei dovrebbero assumere nei confronti di vicende come quelle che stanno capitando in questi giorni.
Rispettare l'esito; avere fiducia sostanziale rispetto a quelle che saranno le determinazioni e le valutazioni del Tribunale Amministrativo Regionale e, nel frattempo, dare modo a quest'Aula, a questo Consiglio regionale, all'attività della sua Amministrazione regionale, di potersi occupare dei problemi della comunità piemontese.
Questo è ciò che - nella normalità, appunto - un Paese normale dovrebbe fare, anche nelle occasioni come quelle che stanno attraversando oggi l'istituzione Piemonte e la comunità piemontese: occuparsi dei problemi dei piemontesi, della comunità piemontese e lasciare che i Magistrati assumano le loro valutazioni rispetto ai ricorsi che sono stati presentati e che peraltro, noi non abbiamo sottoscritto, ma rispetto ai quali riconosciamo il diritto dei presentatori di poterli presentare, e riconosciamo anche il dovere, per ciascuno di noi, di rispettare norme, leggi, procedure e un sistema di valori e di comportamenti che consentano a questo Paese di non essere concepito come un Paese anarchico, ma un Paese che, pur nella confusione e nella difficoltà, ha alcuni riferimenti.
Signor Presidente, in questo suo rivolgersi direttamente alla comunità e ai cittadini piemontesi, nel suo parlare saltando tutto, le istituzioni e le procedure, non vi è nulla di male.
C'è solo un punto di fondo che non va bene nel suo ragionamento e nel modo in cui lei si sta ponendo: è un modo di parlare direttamente alla comunità piemontese che dimostra - o vuole dimostrare, sostanzialmente che il tema delle norme, delle procedure e del rispetto delle leggi è argomento che a lei interessa relativamente.
Quello che il cittadino piemontese ha fatto con le ultime elezioni regionali è stato di eleggerla Presidente della Regione Piemonte, non di consentirle di operare al di fuori di un contesto che non ho deciso lei che non ho deciso io, ma che entrambi siamo tenuti a dover rispettare..
E mi dispiace, perché il fatto che ancora oggi in questa democrazia si viva di furbizie, di astuzia, di raggiri è un tema che non può riguardare solamente chi alle elezioni è risultato sconfitto: questo è un tema che dovrebbe riguardare tutti, maggioranza e opposizione, Presidente della Giunta regionale e non. Su questo, però, caro Signor Presidente della Regione, noi non abbiamo ascoltato nulla da lei. Solamente negli ultimi minuti ha timidamente espresso alcune considerazioni in merito ad un'indagine penale che è stata aperta dalla Procura della Repubblica di Torino.
Un ultimo consiglio: in un Paese normale vittima e carnefice non passeggiano assieme, la sera, nelle piazze di Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Presidente Cota, io mi domando l'utilità di una discussione di questo tipo su un argomento così significativo, a fronte del suo importante discorso della settimana scorsa, dopo una settimana altrettanto importante.
Non si può non considerare tutto ciò che, in una settimana come questa, è capitato, e come, di conseguenza, anche il suo intervento della settimana scorsa forse sarebbe stato diverso - migliore o peggiore, più forte o più debole, non importa, però diverso. Di conseguenza, io continuo a domandarmi il senso di una discussione ad una settimana di distanza, ad una settimana ripeto - così importante. Dal momento che la sua non presenza in Aula sembra una procedura operativa che sta diventando la norma, anche in momenti importanti - ovvero la presentazione del bilancio e la presentazione del programma -, io mi auguro che d'ora in poi, invece proprio in situazioni di grosso impatto per la Regione, in momenti determinanti, ci sia la sua presenza.
La delega all'Assessore Maccanti è più che lecita, è altrettanto normale che lei non ci sia sempre durante i Consigli regionali, perché ci sono mille impegni che giustificano la sua assenza. Però in situazioni eccezionali, com'è stato il suo intervento della settimana scorsa e com'è stata questa settimana che sta modificando fortemente il panorama della Regione, vedo ulteriormente un nonsenso di una discussione a distanza veramente così importante.
Quindi rivolgo un monito: d'ora in poi, a fronte di situazioni gravi e a fronte di sue discussioni, e sue proposizioni importanti, lei ci sia ad ascoltare le risposte; anche perché tutto può essere modificato, tutto pu essere interpretato in maniera differente.
Secondo elemento su cui vorrei porre l'attenzione: la sua chiusura dell'intervento della settimana scorsa. Lavoriamo tutti, chiaramente a livelli diversi, con ritmi operativi diversi. Capisco bene che il Consiglio qualsiasi ambito consiliare - abbia dei tempi burocratici, delle dimensioni farraginose e un dinamismo assolutamente meno rilevante di un qualsiasi ruolo di Giunta, tanto più del suo Presidente. Tuttavia riteniamo fondamentale che il nostro venga considerato come lavoro assolutamente equiparabile, per importanza e per dignità, ad un lavoro operativo di Giunta. C'è una grande differenza, la conosco bene, però l'ambito rappresentativo eletto dal popolo è costituito sia da lei, sia da noi. Di conseguenza è doveroso l'ascolto di ciò che viene detto e di ciò che viene fatto durante ai lavori dell'Assemblea.
Ultimo elemento a cui voglio far riferimento è il tema che ormai caratterizza i media in quest'ultima settimana, per la vita politica della Regione: i famosi ricorsi. Ai Moderati i ricorsi non appassionano: non trovano un particolare riscontro né un particolare senso, a parte il fondamentale senso della legalità che troneggia sovrano al di sopra di qualsiasi istituzione - la nostra, istituzioni superiori, o qualsiasi frangente di operatività pubblica e privata.
Lasciamo quindi che la magistratura faccia il suo corso e se le bocce non sono ancora ferme, anche dopo le elezioni, evidentemente è una prerogativa dell'ambito democratico che è giusto rispettare e ascoltare fino in fondo l'esito. Restiamo quindi serenamente tutti insieme a vedere cosa capita, perché tanto qualsiasi forma di volontà di influenza non penso possa avere, in queste settimane, alcun potere di pressione su un giudizio che deve essere, in ogni caso, sereno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo personalmente che innanzitutto, pur tenendo conto dei giusti ruoli che ogni opposizione deve assumere durante l'attività consiliare debba essere sottolineato il fatto che le reazioni che sono arrivate da parte delle opposizioni al discorso del Presidente Cota - pur considerando questo "gioco" normale delle forze di opposizione - siano state decisamente eccessive. Credo sia doveroso sottolineare invece, proprio in questa sede la carica innovativa dell'intervento del Presidente Roberto Cota nell'ultima seduta del 22 giugno; una carica innovativa che si evince già dall'incipit del suo intervento, quando ha affermato che ribadiva sottoscriveva e assolutamente non sconfessava le dichiarazioni relative ai ricorsi elettorali, in cui detti ricorsi venivano detti vergognosi, privi di ogni consistenza giuridica e degni - absit iniuria verbis nei confronti del popolo sudamericano - di una repubblica sudamericana del passato.
Credo che bisognerebbe ammirare una nuova via alla comunicazione politica, molto più diretta, molto più schietta, molto più capace di essere vicina alla gente e a quello che la gente si aspetta dalla classe politica: cioè una chiarezza di posizione politica e una chiarezza espositiva. In realtà, proprio in questo atteggiamento di comunicazione diretta autentica, senza falsi infingimenti, senza inutili concessioni alla ritualità della vecchia politica, senza i vincoli onnipresenti della metodologia della mediazione ad ogni costo, è possibile ravvisare la modernità politica di un uomo che - ricordiamolo bene - è venuto a fare il Presidente della Regione non per ambizione personale, visto che è noto a tutti che, prima di essere eletto Presidente della Regione Piemonte rivestiva una carica di altissimo livello a Roma, dove era Presidente di un Gruppo parlamentare. Qui veramente si può parlare di spirito di servizio e non di ambizione personale. E da questo punto di vista l'opposizione, a mio modesto avviso, non ha interpretato questa modernità di approccio alla politica, di comunicazione, nel verso giusto, ma l'ha interpretata come fosse un'offesa di lesa maestà alla dignità dell'istituzione Consiglio regionale. Niente di più sbagliato, invece: assolutamente niente di più sbagliato, perché il Presidente Cota ha un profondissimo senso delle istituzioni; si è sempre confrontato con grande rispetto nei confronti di esse e non dimentichiamo che, ancora giovanissimo, è stato Presidente proprio di questa Assemblea legislativa, a significare un profondo attaccamento e un profondo rispetto per questa istituzione.
La realtà è che il Presidente Cota ha un concetto dell'azione politica che probabilmente anticipa di cinque-dieci anni, in termini di modernità operativa, le impostazioni mentali standard della classe politica media piemontese. Allora, probabilmente, una capacità comunicativa così diretta fatica ad essere recepita.
In realtà, non solo per questo motivo, ma sicuramente anche per questo motivo, il Presidente Cota piace alla gente. Sicuramente non solo per questo, ma anche per questo, il Presidente Cota ha vinto le elezioni: proprio per questa sua capacità di rapportarsi in maniera diretta, di essere chiaro, schietto, diretto; di non cercare falsi atteggiamenti di mediazione o di copertura.
Poi c'è il discorso, al di là degli atteggiamenti, sulle valutazioni contenutistiche di quanto ha detto il Presidente Cota. La caratterizzazione e l'aggettivazione usata nei confronti dei ricorsi presentati non è inventata, ma si basa su oggettivi dati di fatto. Faccio, per esempio riferimento al geniale ricorso presentato nei confronti della mia lista.
Cito letteralmente dal ricorso stesso: "In occasione della presentazione della candidatura per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo la formazione politica dei Verdi Verdi ha presentato un contrassegno caratterizzato da elementi quasi identici" - ripeto, quasi identici - "ovvero facilmente confondibili con quello che da quasi vent'anni la federazione dei Verdi ha utilizzato e utilizza regolarmente in tutte le consultazioni elettorali cui ha partecipato".
Negli ultimi tempi ho avuto una certa caduta della vista, per di più come difetto di fabbricazione...



(Il Consigliere Lupi durante l'intervento esibisce il logo elettorale della lista Verdi Verdi)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ma non potrebbe esibire cartelli.



LUPI Maurizio

Scusi Presidente, è una prova, un dato di fatto, fa parte dell'esposizione.
Negli ultimi anni, dicevo, ho avuto una forte caduta della vista; per di più, come difetto di fabbricazione originale, sono anche daltonico. Nei ricorsi presentati mi viene sollevata un'affermazione ridicola e vergognosa relativamente al simbolo dei Verdi Verdi. Ricordo che nel logo dei Verdi Verdi campeggia un enorme orso per metà del simbolo, mentre nel simbolo dei Verdi è presente un sole; nel logo dei Verdi Verdi campeggia una scritta cubitale "Cota" che anche il più imbecille e il più sprovveduto degli elettori non potrebbe fare a meno di vedere. In un ricorso, che alcuni sostengono che avrebbe piena legittimità, si sostiene che il simbolo dei Verdi Verdi, che anche un bambino dell'asilo nido riconoscerebbe come assolutamente diverso da quello dei Verdi, è simile a quello dei Verdi. Un ricorso che, secondo molti, sarebbe degno di rispetto.
vero che viviamo nell'epoca della società complessa, è vero che viviamo nell'epoca del pensiero debole, ma riuscire a sostenere delle assurdità del genere in un ricorso, significa dimostrare la più assoluta delle malefedi! Anche il più imbecille degli elettori riconosce la differenza tra i due simboli. Chi tenta di sostenere il contrario dimostra di essere in assoluta e totale malafede. Tanto per dire qualcosa sulle modalità di azione politica attraverso i ricorsi.
Di più. È stato evocato, e ha fatto molto bene il Presidente Cota a ricordarlo, il motivo del cosiddetto cavallo di Troia. Se, per assurdo venisse accettato dai giudici del TAR una tipologia di ricorso come quella presentata in questa tornata elettorale, cosa scatterebbe? Scatterebbe il meccanismo per cui sarebbe lecito, per qualunque coalizione, fare una strana operazione, cioè inserire volontariamente nella coalizione avversa una lista di appoggio con qualche piccolo errore di presentazione e aspettare l'esito delle elezioni. In caso di esito favorevole, far finta di nulla; nel caso in cui le elezioni dovessero andare male, si tira fuori.
Naturalmente il ricorso non si fa prima, si aspetta l'esito delle elezioni e poi si tira fuori la sorpresa, il jolly: c'è tale irregolarità? Le elezioni sono da rifare.
Attenzione che creiamo un pericolosissimo precedente antidemocratico rispetto all'esito delle elezioni. I ricorsi si presentano immediatamente.
C'è qualcosa da dire sulle liste presentate come ha detto giustamente il Presidente Cota? Si presentano i ricorsi, si presentano le motivazioni per cui si richiede l'esclusione o l'annullamento di determinate liste, si prende una decisione, si vota e il voto rimane quello che è, non viene più messo in dubbio.
Seconda questione. Poniamo anche che, per assurdo - ipotesi fantascientifica - la presentazione di qualche lista messa sotto accusa nei ricorsi venga giudicata dal TAR non regolare. Attenzione, ho sentito delle totali bestialità giuridiche un po' da parte di tutti in questi giorni soprattutto si è dimenticato che la struttura fisica della scheda regionale, pur essendo unica, presenta due aspetti: uno relativo al voto per le liste provinciali e uno per la lista regionale. Quand'anche una lista provinciale dovesse essere esclusa, è chiaro che dovremo andare comunque, anche nell'ipotesi peggiore, a valutare quanti di quei voti assegnati a quella lista esclusa, contengono anche l'espressione di voto per la lista regionale. Quei voti dati come voto anche alla lista regionale, cari amici, non si toccano perché espressi per un determinato presidente e tali restano. Esiste una gerarchia del voto: prima viene il voto per la coalizione per il candidato presidente (voto di primo livello) poi esiste un voto per le liste (voto di secondo livello) e un terzo livello che è il voto di preferenza. Mentre il voto di preferenza indica sempre automaticamente il voto per la lista e il voto per la lista indica sempre automaticamente il voto per il presidente, la cosa non va in senso contrario. In ogni caso, quello che non potrà essere messo in dubbio, è che i voti espressi per il candidato presidente sono incontestabili. Tanto è vero che, opportunamente, durante la campagna elettorale, proprio per evitare possibilità di brogli, più volte il Presidente Cota si era espresso con la volontà di chiedere all'elettorale di votare sia...



PRESIDENTE

Consigliere Lupi, non voglio essere scortese, ma poiché abbiamo dei tempi da rispettare, le chiederei di concludere.



LUPI Maurizio

Io la smetto qui, Presidente! Ricordo, Presidente, che il Presidente del Consiglio dovrebbe tutelare sia i Consiglieri di minoranza sia quelli di maggioranza e che durante l'ultima seduta di Consiglio regionale la Presidente Bresso ha parlato per il seguente minutaggio: 14 minuti e 46 secondi. Grazie!



PRESIDENTE

Non volevo essere scortese, ma siccome il Presidente della Regione era convocato alle 14.30 e poiché non c'era il numero legale per il protrarsi dei lavori della I Commissione, abbiamo iniziato i nostri lavori alle ore 15. Abbiamo iscritto un ordine del giorno che tutti abbiamo firmato e il Presidente della Regione aveva già detto per tempo, e in tempo, che avrebbe lasciato quest'aula alle ore 17. Dopo un minuto e mezzo di sforamento, per questa condizione particolare, mi sono permesso di invitarla a concludere.
Non volevo essere scortese perché non c'erano le condizioni di altri Consigli regionali. Ho sempre permesso, quando qualcuno ha qualcosa da dire, di proseguire e magari sono stato un po' permissivo nei tempi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sicuramente non la metterò in imbarazzo per invitarmi a concludere in tempo sia perché sono solito rispettare i tempi sia perché non ho molte cose da dire in questo momento e a tale proposito.
Voglio solo ricordare - i colleghi presenti alla Conferenza dei Capigruppo potranno testimoniarlo - Presidente Cota, che in quell'occasione ebbi a dire di non voler contestare nel merito il suo discorso, ma mi sentivo offeso, se lei mi consente, per come lei intese chiudere il suo intervento.
Invitai i colleghi a comunicarle che avrei gradito - l'invito, se mi è consentito, lo rinnovo - da parte sua una esplicita manifestazione di scuse. Aggiunsi, anche, che per me l'incidente - che si poteva identificare in una caduta di stile, che è possibile a tutti noi - era chiuso. Vado oltre.
Voglio ricordare a tutti che quando, nella scorsa legislatura, in modo trasversale, si ritenne di dovere mettere mano al Regolamento, ognuno pensando di vincere quelle elezioni e che avrebbe potuto tornare utile alla propria parte, nel ruolo di governo, una semplificazione della normativa e dei regolamenti che regolano la vita consiliare, purtroppo, quest'Aula - lo dissi e lo ripeto - subì quello che non si dovrebbe mai subire in alcun'occasione, nella politica come nella vita: un ricatto. Si approv quando alcuni Gruppi decisero di dare l'avallo in cambio di una rinuncia all'ostruzionismo, quel Regolamento di cui oggi si giova l'attuale maggioranza, che potrà essere e sarà utilizzato, se non modificato, da tutti coloro che governeranno - in maggioranza, ovviamente - questa Regione.
Quindi, si subì un ricatto e si dovette approvare, tranne il voto del sottoscritto e del partito che rappresentavo, e continuo a rappresentare quella famosa leggina, vergognosa. È da lì, Presidente, che sono nati tutti i problemi.
vero quanto diceva prima il Consigliere Gariglio. Fu approvata purtroppo, in presenza di una disfunzione nelle normali procedure, di una distonia e - consentitemi di dirlo - di una degenerazione: nacque un aborto di legge, che occorreva modificare. Se fosse stata modificata e, nel contempo, fosse stata approvata una legge elettorale non si sarebbe verificato quanto è avvenuto.
Quindi, Presidente, il mio non vuole essere un attacco nei suoi confronti, sto facendo quest'intervento in modo costruttivo, anche perch oggi è stata una bella giornata. Il Consiglio ha ritenuto all'unanimità bontà sua - di individuare in una mia istanza di ordine del giorno un'esigenza di interesse generale e non particolare, e lo abbiamo votato.
Quindi, il mio animo risente della gratitudine al Consiglio nella sua interezza e non voglio modificare quel sentimento, anzi voglio dare un contributo, per quanto ne sono capace e per quanto mi è possibile, in termini costruttivi, al fine di poter porre attenzione.
Presidente, non lo so se si dovrà tornare alle urne. Non essendo un giurista o esperto in materie giuridiche non sono in grado di fare alcuna previsione, temo soltanto - ovviamente non ho timore di un ritorno alle urne - il ritorno alle urne con questa legge elettorale, temo il ritorno alle urne con queste norme, compresa la legge n. 21/2009, che regola il problema delle firme.
Abolire l'obbligo di raccolta firme può essere anche una decisione accettabile, perché tutti sappiamo che, purtroppo, nei fatti, anche quello comporta, se non una degenerazione, un difficile controllo, diciamo così: se siamo onesti intellettualmente, questo lo sappiamo e lo dobbiamo ammettere. Quindi, forse, sarebbe opportuno superare quel momento, anche se va salvaguardata la discriminazione nei confronti di forze politiche, come quella del Movimento 5 Stelle, i cosiddetti "grillini". Loro si sono presentati e sono stati premiati dall'elettorato, ma le firme le hanno dovute raccogliere.
Ci sono aspetti che occorre valutare, però, di fatto, ritengo che quella legge fosse un aborto, perché consentiva ad un partito come il mio di non raccogliere le firme, in quanto presente in Parlamento, e avrebbe consentito a me, Capogruppo, di presentare un'altra lista, magari anche nella coalizione contrapposta a quella nella quale ero stato eletto. Questo non lo si può non definire un aborto di legge e su cui tutti dovremmo lavorare in modo non consociativo, perché il consociativismo è altro attiene al sistema che voi della Lega nei primi anni '90 e noi ancora oggi come altri ancora, cerchiamo di combattere con forza. Il consociativismo è una cosa diversa, ma in modo trasversale e responsabile dobbiamo e possiamo individuare quanto c'è da cambiare, affinché, nell'ipotesi in cui si ritorni alle urne, non si ripetano gli stessi errori.
Sempre per onestà intellettuale, il comportamento di ognuno di noi deve essere sempre integerrimo. Non si può vedere la pagliuzza nell'occhio del vicino e non la trave che spesso abbiamo nei nostri e non è bello vedere scagliare le pietre nello stagno, nascondendo poi la mano o, peggio porgersi come totalmente immuni da contaminazioni riguardanti comportamenti non sempre corretti e, invece, accusare l'interlocutore di farlo.
Quindi, con estrema onestà intellettuale ritengo che questo debba essere un impegno trasversale per giungere alle urne, nell'ipotesi in cui questo si verificasse, in modo corretto e scevro da metodi che si prestano nuovamente a tutte quelle défaillance e a tutti quegli handicap che produrrebbero soltanto un danno alla Regione, un danno all'immagine della politica, un danno a quanti, invece, rispetto ad altri si sono comportati in modo serio e corretto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi di tutti i colleghi intervenuti prima e poiché non ero presente nel momento in cui il Presidente Cota ha svolto il suo intervento in aula, sono andata a rileggerlo molte volte, credo quattro volte. Mi sembra che l'intervento svolto in aula dal Presidente Cota, sostanzialmente, tendesse ad esprimere due questioni. Innanzitutto, a rammaricarsi di un fatto molto, molto semplice: dopo il risultato elettorale, visto che ad alcuni che avevano perso, evidentemente, non piaceva, si è cercata una strada, in un momento non idoneo, per cercare di ribaltare questo voto.
Questo è uno dei punti cardine non solo dell'intervento del Presidente Cota, ma della problematica e del nostro modo di porci rispetto a questa questione.
Esistono, come si è detto, delle procedure; esistono delle regole esistono quelle che il Consigliere Reschigna ha richiamato molte volte nel suo intervento, vale a dire che esistono le normalità delle procedure.
Bene, per prima cosa dobbiamo dire che le normalità delle procedure, a nostro avviso, rispetto a questi ricorsi non sono state rispettate, perch questi ricorsi - per carità, legittimi - avrebbero dovuto essere presentati in un tempo diverso.
Nel momento in cui sono stati presentati la sovranità popolare aveva espresso il proprio voto ed è rispetto a questa sovranità popolare che noi ci attestiamo con tutte le forze, con tutte le forme e con tutti gli strumenti di cui noi siamo capaci.
E le forme sono parlare all'opinione pubblica, parlare alla gente, le forme della democratica sono manifestare. Non si comprende perché una manifestazione se fatta da una parte è un supremo atto di democrazia, se è fatta da un'altra è una forma per intimorire, per portare chi deve eventualmente giudicare ad avere o a subire delle forzature.
L'abbiamo detto nella maniera più chiara possibile: questa nostra manifestazione, questo nostro esprimerci in merito a questi ricorsi significa semplicemente volere dire ai piemontesi che noi rispettiamo questa sovranità popolare, perché altrimenti - l'ha detto il collega Lupi nel suo intervento ed è inutile riprenderci uno con l'altro - ci sarebbe un precedente molto grave ed individueremmo una strada che, in qualunque modo potrebbe far sovvertire qualunque elezione.
Ho ascoltato sempre con il massimo del rispetto possibile per quello di cui sono capace. Non sono una novantenne, ma certamente non sono più una giovane signora, ma sono un'anziana signora.
Ringrazio coloro che non sono riusciti a fare la legge che aboliva il listino, altrimenti non sarei in quest'aula; quindi, una ragione di ringraziamento ce l'ho, ma alcune cose le voglio dire, perché ho sentito i vostri interventi, stando nei termini.
Noi, in realtà, vorremmo un Paese normale. Consigliere Reschigna, è la politica di questi ultimi vent'anni, almeno di questi ultimi vent'anni, che ci ha messo davanti ad un Paese che non è normale. E se noi guardiamo anche la composizione di queste Aule, noi ci rendiamo conto che evidentemente nella politica italiana e nella storia del nostro Paese, che ha toccato tutti gli organi e le istituzioni dello Stato, qualcosa di non normale, di cui noi sentiamo ancora pesantemente le conseguenze, è avvenuto, senza aver ancora apportato quelli che potrebbero essere i necessari ed opportuni cambiamenti, a tutti i livelli dell'ordinamento e delle istituzioni.
Noi non siamo un Paese normale, e questo mi sembra di dovere assolutamente dire in riferimento all'intervento del collega, perch altrimenti alcune cose non sarebbero valutate in un modo se vengono fatte da una parte e in un altro modo se vengono fatte da un'altra parte.
Si parla di pressioni rispetto alla Magistratura, che noi non abbiamo avuto mai nessun'intenzione di operare. Ma mi chiedo, molto seriamente e molto serenamente, se forse non sono pressioni anche quelle che vengono operate e che noi leggiamo sui giornali, quando vediamo addirittura che si costituiscono coalizioni alternative, che s'individuano candidati alternativi, che s'individuano alleanze alternative, che s'individuano posizioni che possono essere contrapposte e rispetto alle quali i cittadini, prima ancora di un giudizio che dovrebbe essere sereno potrebbero, in qualche modo, rapportarsi. Anche queste mi sembrano forzature forti e di carattere politico.
Ma voglio ricordare a quest'Aula, proprio perché ho tanti ricordi, una cosa che diceva un vecchio Consigliere democristiano, che si chiamava Adriano Garabello. Per i giovani voglio ricordare che era un possente Consigliere democristiano, che un giorno in quest'aula, rispondendo ad un Consigliere che gli diceva: "Ma lei dice delle cose diverse da quelle che ha sostenuto tutta la vita", disse: "Vede, Consigliere, dove metti il sedere, cambi il parere".
Questa è una frase che rimase un po' storica e senz'altro l'amico Cavallera se lo ricorda, perché era un vecchio democristiano, proprio quelli da fotografia.
"Dove metti il sedere, cambi il parere". Bene, credo che anche oggi mi è venuto in mente quando ho sentito l'intervento di un Consigliere, in particolare, che era così critico, così duro ed anche un po' "impietoso" rispetto ad un Consigliere che testé è entrato in quest'aula e che saluto mi è venuto in mente Adriano Garabello. Infatti mi sono chiesta: da questa parte dell'Aula, qualora questa parte dell'Aula fosse stata vincente, ed eventualmente il Consigliere - e lo devo citare, tanto è arrivato Giovine, anziché essere da questa parte, fosse stato dall'altra durante il corso della campagna elettorale, si sarebbe stati così severi? Si sarebbe stati così impietosi? Si sarebbe andato a ricercare così tanto? Sono sicura di no.
"Dove metti il sedere, cambi il parere". Vede, Presidente Cota, lei è accusato di un atto gravissimo, che è sempre lo stesso che torna da quando lei è Presidente di questa Regione. Lei è accusato di parlare alla gente ma fin qui niente sarebbe. Lei è accusato di farsi capire dalla gente, e in un tempo nel quale straordinariamente è difficile farsi capire, e anzi si usa come gran qualità quella di bucare il video o quella di raggiungere l'attenzione della gente di un mondo così disorientato come il nostro questo è un atto che le viene addebitato.
Credo invece di poter dire una cosa: noi ieri sera, con a capo il Presidente Cota e i rappresentanti dei nostri partiti, abbiamo semplicemente voluto dire ai piemontesi tre cose: che noi rispettiamo la sovranità popolare, che questo voto è stato espresso in maniera chiara e legittima, che siamo tranquilli, che rispettiamo la Magistratura e che non abbiamo nessun timore di nulla, ma che vogliamo che tutto sia assolutamente chiaro e trasparente e che l'azione che è stata fatta è un'azione posticipata e tesa a ribaltare un voto chiarissimo.
Questo è il messaggio che abbiamo voluto dare, un messaggio di chiarezza, un messaggio di serenità, di equilibrio che si è svolto con tutte queste caratteristiche.
Mi consenta mezzo secondo di tempo per un ultimo aneddoto e concludo.
Quanto a Mercedes Bresso, che è una mia coetanea, devo dire al Consigliere Lupi di non arrabbiarsi, perché io ho presieduto per cinque anni (dal '90 al '95). Quando parlava la Consigliera Bresso, che era bravissima, perch Mercedes è una persona certamente in gamba (ci mancherebbe!) e quando arrivava ai 15-16 minuti e io le dicevo: "Scusi, Consigliera, può per cortesia interrompere?", una volta lei mi disse: "Presidente, con le cose importanti che sto dicendo, come si permette di interrompermi?".
Bene, credo che dobbiamo dire a Mercedes Bresso che sono i piemontesi che l'hanno interrotta definitivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, ieri sera alcune migliaia di persone - cinquemila diecimila, ma non è questo il problema, per quanto mi riguarda erano comunque tante - hanno partecipato ad una manifestazione preventiva.
Preventiva. Diversamente non saprei spiegarmi il significato di una manifestazione che avviene in assenza di una sentenza. Credo quindi, ed è la mia opinione, che, indipendentemente dalla volontà di coloro che l'hanno organizzata, cui riconosco la buona fede, quella manifestazione, per il modo in cui si è svolta e per il momento in cui si è svolta, assume oggettivamente il carattere di un'intimidazione - sì, uso questo termine di un condizionamento, di un condizionamento...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Lasciamo continuare il Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

...nell'attività dei Magistrati.
Io, Presidente Cota, non volevo parlare tanto della manifestazione, ma mi sarei augurato - e lo dico con profondo rispetto per il suo ruolo perché la mia formazione mi porta ad avere rispetto per il suo ruolo, anche se è un mio avversario politico - che lei non partecipasse a quella manifestazione. Capite? Perché la coalizione che lo sostiene ha naturalmente il diritto e il dovere di organizzare le manifestazioni, ma il Governatore del Piemonte, che è un Governatore eletto con i voti del centrodestra ma che, nel momento in cui diventa Governatore diventa il Governatore, almeno in questa fase, del Piemonte, avrebbe dovuto - io penso, Presidente Cota - distinguere tra il ruolo istituzionale e l'incarico di capo di partito. Sono due cose diverse. Coloro che mi sostengono possono anche manifestare affinché io rimanga al mio posto, ma io, che sono il Governatore del Piemonte, non prendo parte e non partecipo in prima linea a quella manifestazione. Manifestare per che cosa, colleghi? La collega Spagnuolo non mi ha convinto, da questo punto di vista perché una sentenza non esiste e nessuno di noi sa quale sentenza emetterà il Tribunale amministrativo. Non possiamo neanche accettare il principio e l'idea che il ricorso sia un colpo di Stato, un golpe. Ho sentito usare queste parole. I colleghi anziani sanno cos'è un colpo di Stato. I Governatori dovrebbero misurare le parole quando affrontano questioni come queste. I colpi di Stato sono un'altra cosa. I ricorsi non sono colpi di Stato. È chiaro? Un ricorso non è un golpe; può essere contestato, può non essere accettato, può essere respinto sul piano politico, ma non è un golpe. Lo prevede la legge. Lo prevede la legge.
Consigliere Lupi, l'articolo 83 della legge 570 del 1960, che disciplina i ricorsi elettorali, sa cosa dice? Che i ricorsi vengono presentati dopo la proclamazione degli eletti. Ma io non voglio discutere di questo. Non vi piace la legge? Le forze politiche in Parlamento cambino la legge. Voi avete...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, si rivolga alla Presidenza.



RONZANI Wilmer

Voi avete i numeri per cambiare la legge, se lo volete.
Penso che in questo caso sarebbe buona cosa, però non esistono ricorsi legittimi e ricorsi golpisti in Italia. Non esistono ricorsi legittimi e ricorsi golpisti: golpista quello del Piemonte, legittimo quello in Molise! Legittima - avete detto e penso che lo fosse - l'idea di fare contare tutte le schede in Parlamento. All'indomani delle politiche hanno ricontato tutte le schede e per settimane avete sostenuto che quel voto era illegittimo e non valido. Hanno ricontrollato tutte le schede, una per una.
Questo lo dico, colleghi della maggioranza, perché noi queste cose non le abbiamo fatte in questi giorni, per quanto ci riguarda.
Vi sfido a trovare dichiarazioni di un parlamentare, di un Consigliere regionale, di un dirigente del PD che "sfrucuglia" su questa questione, che entra nel merito, che dice delle cose preventive. No! Per quanto ci riguarda - per quanto ci riguarda - accetteremo la sentenza, quale che sia il contenuto della sentenza. È chiaro? Perché decidono i Magistrati ed io ho rispetto per la sentenza dei Magistrati; posso non condividerla, ma ho rispetto per le sentenze dei Magistrati e non manifesto prima contro le sentenze e neppure manifesto contro un potere dello Stato, perché in un Paese civile non si manifesta contro un altro potere dello Stato.
Io ho quest'idea, vecchia magari, avete ragione, della politica. Ho questa cultura delle Istituzioni, vecchia magari, ma io ce l'ho ancora e penso che debba valere per tutti, anche per chi, soprattutto avendo incarichi politici importanti, governa la nostra Regione.
I ricorsi - noi li aspettiamo - possono avere due esiti.
Primo scenario: vengono respinti. Vuole la mia opinione? Prenderemo atto del fatto che il TAR ha dichiarato che i ricorsi non sono fondati e li respinge. Lei governerà il Piemonte per altri cinque anni e noi faremo l'opposizione come stiamo facendo adesso. Non farò una manifestazione, io contro il fatto che il TAR ha dichiarato quei ricorsi infondati. Vorrei che fosse chiaro. Lo posso annunciare: non farò alcuna manifestazione contro la sentenza del TAR, qualora desse torto ai ricorrenti, non a me che non sono un ricorrente. Non manifesterò - questo è poco ma sicuro - e la sfideremo sul terreno programmatico.
Caro Cota, ho trovato singolare il modo con il quale lei sta gestendo questi giorni, perché non si può - poi ci torneremo sopra perché immagino che farete un emendamento sulla questione - approvare il decreto legislativo n. 59 del 2010, che recepisce la Bolkestein, farci un "mazzo" così in televisione sulla libertà di impresa, sostenere, ovviamente, la necessità di riformare l'articolo 41 nel comma che prevede la possibilità di eliminare i controlli, per scatenare gli spiriti vitali delle imprese, e poi proporre agli ambulanti, per accarezzargli il pelo, una norma che tu Cota, perché sei intelligente, sai per primo che è illegittima, perch ingessa il mercato e confligge con il decreto legislativo. È possibile che se un qualsiasi Sindaco, un qualsiasi cittadino o un qualsiasi disoccupato del Piemonte decida di fare ricorso contro quella norma che eventualmente voi volete proporre, sarete costretti - credo - a modificare la normativa.
Ma questa è la prima ipotesi: il TAR vi dà ragione, Cota governa il Piemonte, noi faremo l'opposizione, la faremo come siamo capaci, cercheremo di dimostrare che le cose che dite in parte non sono fondate, in parte sì e cercheremo di essere più propositivi di quanto non siamo stati finora.
Seconda ipotesi: il TAR dichiara che alcuni ricorsi sono fondati. Non c'è storia. Non c'è storia! In democrazia si torna al voto, perché la sovranità popolare appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione e dalle leggi. Punto. È chiaro? Me lo ricordo, ma lo ricordo a voi: la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalle leggi e dalla Costituzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Giustamente, la collega Spagnuolo, che ha molta esperienza, ci ricordava una certa affermazione: è vero, molte volte capita così.
Tuttavia, anche in politica ci sono i corsi e i ricorsi storici. Lo ricordava poc'anzi anche il collega Ronzani: nel 2000, dopo le elezioni nella Regione Molise, fu il centrodestra a presentare ricorso. In questo caso, in Piemonte, noi non abbiamo aperto la strada: è stata semplicemente ripercorsa una strada già vecchia. In Molise, appunto, vinse il centrosinistra e il centrodestra presentò ricorso. Ma la questione - voglio ricordarlo ai colleghi - non riguardava i candidati: nella sottoscrizione di una o più liste (al momento non ricordo) non era specificato se si trattava di carta di identità o di patente. Per questo motivo, il Molise ritornò alle votazioni! Dopo vinse il centrodestra.
Il principio della legalità, quello che si ricordava prima; la sovranità del popolo che ha richiamato il Presidente Cota in quest'aula.
Si può manifestare come avete fatto voi - è pienamente legittimo dopodiché, appunto, si può cambiare opinione rispetto alla sedia che si occupa.
Dovete quindi rispettare il fatto che siccome è già stato vinto un ricorso in un'altra Regione, per cui gli elettori sono stati richiamati alle urne, anche in Piemonte può capitare una cosa di questo tipo.
Quindi, Presidente, è evidente che se la sovranità è del popolo e se ci sono delle leggi, tali leggi vanno rispettate.
C'era la possibilità di presentare ricorso, condiviso o meno? Adesso la parola è in mano al TAR e dobbiamo aspettare la sua sentenza. Si pu manifestare? Bene, benissimo. Proprio ieri sera c'è stata una manifestazione che ha espresso un'opinione.
Però, Presidente, il fatto che lei sia venuto in quest'aula a fare il discorso che ha fatto la volta scorsa, un discorso non tanto rivolto al Consiglio regionale, ma all'esterno...
vero che ci sono delle personalità politiche che hanno una particolare capacità di parlare ai cittadini e di farsi capire; ma è una capacità che uno o ce l'ha o non ce l'ha.
Vorrei ricordare a Carla Spagnuolo un politico di grand'esperienza, che una volta mi disse: "Per fare politica bisogna avere tre qualità: la prima è sapere che cosa dire - e molte volte in politica in Italia è dura! - la seconda qualità è saperlo dire, la terza qualità è saper ascoltare", ovvero stare zitti quando è il momento. Molte volte nel nostro Paese questo non accade.
Queste tre qualità bisognerebbe sempre averle in testa quando si fa politica.
Lei, Presidente, ha questa capacità, quella di saper parlare direttamente ai cittadini e di farsi capire bene.
Però è il Presidente della Giunta regionale e ha fatto un discorso importante quando si è insediato in quest'aula: ha detto che avrebbe avuto un forte rispetto nei confronti del Consiglio regionale.
Presidente, mi pare che lei avverta insofferenza nei confronti di quest'Aula e di ciò che pensa il Consiglio regionale e i suoi Consiglieri.
Lei - io, insieme ad altri colleghi, ero già in quest'aula - è stato per cinque anni il Presidente del Consiglio e ricordo che quando c'era un atteggiamento irrispettoso da parte della Giunta o del Presidente nei confronti del Consiglio, lei richiamava il Presidente e gli Assessori. Lei è stato Presidente del Consiglio regionale e non può rivolgersi al Consiglio come ha fatto lei.
Si può sbagliare; quante volte ognuno di noi sbaglia nella propria azione politica! Il collega Lupi - mi rivolgo sempre al Presidente del Consiglio - ci ha ricordato che non bisogna avere malafede. Vorrei per ricordare a tutti i Consiglieri, anche a coloro che non erano seduti qui nella scorsa legislatura, che quando il collega Gariglio ricordava in quest'aula siamo stati qua dieci giorni per cambiare il Regolamento nell'interesse dei cittadini piemontesi, abbiamo chiuso quella fase perch avevamo trovato un'intesa che prevedeva che entro il mese di settembre avremmo cambiato la legge elettorale. Tuttavia, tale legge elettorale non è stata cambiata, perché chi aveva imposto i tempi per la discussione di una nuova legge elettorale, a settembre ha cambiato idea e ha detto: "La legge elettorale non si cambia". Altro che buona o malafede! Ci vuole un po' di coerenza, anche quando si dicono le cose. E siccome qui ci sono persone che conoscono un po' la storia recente, non ci ricordi che bisogna agire in buonafede quando la malafede sta da una parte!



(Commenti del Consigliere Lupi)



MULIERE Rocco

Per quanto riguarda la mia parte politica, noi c'eravamo impegnati a cambiare la legge elettorale: eravamo disponibili allora, così come lo siamo ancora adesso. Dopodiché, discuteremo come cambiarla, ma noi siamo disponibili a farlo, a cominciare dal fatto che bisogna eliminare il listino. O, forse, ma questa è una mia opinione personale - anzi personalissima - bisognerebbe rimettere in piedi un'esperienza che è stata secondo me importante: quella dei collegi uninominale. Ma, come ho detto, è una mia personalissima opinione, che so non essere condivisa. A mio avviso bisognerebbe comunque riflettere un pochino su quell'esperienza.
Infine, stiamo discutendo di una questione che non è più ormai in mano nostra.
In pochi secondi - mi rivolgo soprattutto al Presidente del Consiglio e alla maggioranza - vorrei fare un'ultima considerazione. Quando diciamo al Presidente Cota (ma lo si poteva dire anche rispetto ad altri Presidenti) che bisogna avere considerazione del dibattito del Consiglio regionale vorrei far presente che oggi siamo noi a lamentarci di quest'aspetto, ma guardate che domani potreste esserci voi! Oggi siamo noi a chiedere il rispetto del Consiglio e dell'opinione dei Consiglieri regionali, perché siamo l'opposizione, ma anche voi, che siete maggioranza, un domani potreste far rilevare quest'aspetto.
Il dibattito in Consiglio regionale è un elemento importante della vita democratica, perché questa, appunto, è un'assemblea legislativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Interverrò tenendomi assolutamente al di sotto del tempo concesso perché in materia di presentazione ricorsi, l'unico Gruppo che non ha fatto un "tifo da stadio" è stato il Gruppo dell'UDC.
In settimana abbiamo assistito ad un tifo da stadio e a toni da stadio con tanto di pronostici. La Presidente Bresso ha dichiarato che a metà luglio sicuramente sarebbe stata annullata la Giunta e si sarebbe ritornati a votare, non so sulla base di cosa.
Ho sentito, da altra parte, parlare di "golpe giudiziario". Insomma tutti hanno fatto dei pronostici.
Vorrei solo ricordare in questa sala, in cui si sono sovrapposti partiti e coalizioni con gran confusione, un dato che è su tutti: tutti questi tifi da stadio non ci sono stati al momento di sottoscrivere i ricorsi. Qui l'unico partito che ha sottoscritto il ricorso, assumendosi la responsabilità politica della sottoscrizione, è stato l'UDC: è l'unico partito in Consiglio regionale. Lo dico simpaticamente agli amici del Partito Democratico. Insomma, adesso sento questa gran passione sul ricorso: bèh, non c'è stata al momento della sottoscrizione del ricorso...
Noi il ricorso l'abbiamo fatto non perché bruciati dalla sconfitta elettorale, ma perché c'era a nostro giudizio un mancato rispetto delle regole; il mancato rispetto l'abbiamo delegato alla Magistratura e siamo rispettosi del ruolo della Magistratura e di quello dei piemontesi. Tant'è che non abbiamo parlato, in queste settimane, nonostante tutti qui dentro siano andati sugli organi di stampa e in televisione a discuterne, perch riteniamo che ci sia un piccolo particolare: noi non dobbiamo abdicare il nostro governo alla Magistratura, e neanche condizionarlo.
Lei è stato eletto e non ha nessuna limitazione di sovranità: lei è Presidente a tutti gli effetti, fino a quando non ci sarà una sentenza che annullerà in via definitiva il voto; e se vuole un pronostico, dato che ne abbiamo fatti tanti, non succederà nulla di tutto questo. Perché tutti coloro che parlano probabilmente hanno scarsa cognizione della materia giuridica, perché non si tratta di tempi così immediati, così facili: ci sono delle verifiche, delle procedure da rispettare. Quindi, tutto questo è una grande "fuffa" giornalistica.
Le volevo solo dire questo: noi ci siamo assunti la responsabilità e mi auguro che tutti questi grandi toni da stadio poi ci siano anche dopo quando si è vinto o magari si è perso. Perché poi, quando si è perso il ricorso, magari sarà facile dire: "Ah, ma noi non eravamo d'accordo". Bèh bisogna essere d'accordo prima e dopo, bisogna assumersi le responsabilità prima e dopo.
E non bisogna neanche parlare di precedenti pericolosi, perch tutt'altri precedenti potremmo citare: potremmo citare la legge nazionale che ha riammesso le liste escluse nelle diverse regioni e questo, a mio giudizio, è una grande mancanza di rispetto delle regole; potremmo citarne molti altri. Ma ciò che è un dato è che semplicemente dei cittadini che lavorano - io penso di lavorare come lavora lei: lei lavora molto, io devo lavorare molto di più perché ho fatto un risultato molto peggiore del suo e le persone serie che credono nella politica possono rivolgersi a un tribunale chiedendo il rispetto delle regole; non perché bruciava una sconfitta. Perché se lo si facesse per questo, allora sì che si parlerebbe di persone che la politica non la conoscono.
Per ultimo - so che lei ha un impegno - mi permetta di chiederle una cortesia. Dato che qui non è la prima volta, ma assistiamo in occasione di tutte le competizioni elettorali alla presentazione dei soliti noti, delle solite liste, di "liste fuffa", smettiamola: facciamo un patto trasversale tra tutte le forze politiche perché questo non capiti più. Si figuri che io sono stato due anni fuori dal Consiglio comunale per colpa di una lista che si chiamava "Antonio Buttiglione": quindi figuriamoci se non sono io molto più appassionato a questo tema di quanto non lo sia lei. Però lo prendo con grande serenità, aspettando serenamente un giudizio della Magistratura senza intervenire facendo pronostici, delegittimando sia la classe politica sia la Magistratura. Perché fra qualche mese la vita politica andrà avanti: fra qualche mese lei - sia che sia ancora Presidente, sia che non lo sia più - avrà un ruolo istituzionale importante comunque e si presenterà ad un appuntamento fondamentale, che è l'apertura dell'anno giudiziario. Io vorrei che lei si potesse presentare con l'autorevolezza che ha come persona, come Presidente e come parlamentare e non come qualcuno che ha delegittimato un altro potere.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Presidente Cota che ha gentilmente accettato di stare con noi ancora qualche minuto: lui sa che quando è presente in Consiglio regionale noi siamo contenti e ci dispiace quando invece se ne va, specialmente nel modo con cui se n'è andato la scorsa seduta, dimostrando - e questo è uno dei problemi gravi e seri - uno scarso rispetto delle istituzioni e un'offesa alle stesse. Io la invito, so che è persona intelligente, a chiedere scusa per il comportamento assolutamente non condivisibile (per usare un eufemismo) e grave che ha tenuto l'altra volta.
Allora vado velocemente, proprio per non abusare della sua disponibilità. Mi ha colpito molto la frase della collega Spagnuolo "dove metti il sedere, cambi il parere"; ed è proprio così. Allora voglio tornare indietro al lontano 1993, quando Gipo Farassino urlava: "Ci hanno già fregato nel 1987!" e si riferiva al ricorso al TAR che la Lega Nord - non la bocciofila di Madonna di Campagna - fece, contestando l'esclusione per soli 4.592 voti di Domenico Comino, noto come lo Schwarzenegger della Lega (ne è passato, di tempo), dal ballottaggio fra Castellani e Novelli. La Lega fece ricorso al TAR...



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

un po' diverso!



PRESIDENTE

Scusate! Lasciamo continuare il collega Placido; prego, Consigliere.



PLACIDO Roberto

Guarda, Carossa: a differenza del collega Ronzani, rispetto anche alla manifestazione di ieri sera - legittima -, non mi intimidite. È chiaro? Ci vuole ben altro!



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Sì, sì: non ti voglio intimidire...



PLACIDO Roberto

Allora, quel ricorso al TAR che durò sette mesi fece spendere 212 milioni di vecchie lire e leggo che invece lei, Presidente Cota, dice "Come si fa a far spendere 25 milioni di euro per nuove elezioni?", se mai quello sarà il risultato. Quindi stiamo a seconda del periodo e a seconda del momento con il collega Matteo Brigandì - ce lo ricordiamo in molti: "L'interesse pubblico è che si faccia chiarezza e che il sindaco risulti eletto senza ombre". Voglio ricordare ai colleghi e a chi è presente che il Partito Democratico, non essendo stato danneggiato, non ha fatto alcun ricorso. Quindi, non è che si deve far chiarezza quando riguarda la Lega in Consiglio comunale a Torino e non si deve far chiarezza quando riguarda altri partiti in Consiglio regionale.
Le elezioni del 2001 le hanno già ricordate. Voglio però ricordare e leggere il commento dell'Onorevole Scajola del 1° marzo 2001, secondo il quale "la decisione del TAR sancisce che il Molise è stato governato fin qui illegittimamente dal centrosinistra. Nello stesso modo dovremo vigilare perché le prossime elezioni si svolgano in condizioni di lealtà e trasparenza che, come conferma la sentenza del TAR, spesso in passato sono state violate". Parliamo di sentenza del TAR, la prima che ha riguardato un Consiglio regionale; però pur sempre di elezioni regionali si tratta.
Che dire poi del 2006? L'Onorevole Berlusconi - accorcio, ci sono due belle citazioni ma ne prendo solo una per problemi di tempo: "Confido che i magistrati delle Corti d'Appello e delle Corti Circoscrizionali, ai quali è demandato il delicato controllo delle schede, svolgano il compito in assoluta coscienza e con la necessaria serenità e imparzialità". Certo che pere e mele non sempre sono la stessa cosa, ma qua stiamo parlando sempre di elezioni: non vanno bene quelle del Consiglio comunale del '93, non vanno bene quelle regionali del Molise, non vanno bene quelle politiche del 2006... È che a parti invertite non va mai bene! Ecco perché la frase del collega Garabello, riportata dalla collega Spagnuolo. A lei, Presidente Cota, risparmio le dichiarazioni del nostro Segretario regionale Morgando che ha citato Platone e "Le Leggi": non so se non ci capiscono al mercato ma io non voglio correre il rischio di non essere capito da lei, quindi le risparmio sia Platone che Bobbio, nel "Governo degli uomini o governo della legge?".
Quello che io ritengo grave...



(Commenti del Presidente Cota e applausi in aula)



PLACIDO Roberto

Può darsi: non è una gara. Io, se non altro...



PRESIDENTE

Non si può applaudire.



PLACIDO Roberto

Non c'è problema: non mi innervosisce né lei, né la claque. Non c'è pericolo, assolutamente. Spetta al Presidente Cattaneo, che lo sta facendo in maniera assolutamente ineccepibile, far rispettare le regole. Quindi non c'è problema.
Vede, Presidente Cota, le regalerò una copia della Costituzione. Perch quando cita che "la sovranità appartiene al popolo" - lo ha detto, se ricordo bene, il collega Ronzani, poi deve leggere fino in fondo: "che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Qui emerge il problema: nel rispetto delle regole e delle leggi. Capisco che le può far venire l'orticaria, sempre andando a citazioni, il rispetto delle leggi e delle regole e questa necessità di affidarsi al popolo. Le voglio ricordare cosa disse il 29 maggio 2000; lo disse lei, non cito altri, o altre sedi o altre istituzioni.
La scorsa settimana lei ha chiuso il suo intervento dicendo "vado a lavorare". Non voglio seguire le voci di corridoio secondo cui la sinistra ha paura di andare a votare, i Consiglieri regionali sono intimiditi: siamo pronti da ieri, non da domani, se mai fosse. Non so se lei sia pronto e se lei sarà il candidato del centrodestra, semmai si andasse a votare, viste certe cose che si dicono. Ma quelle sono le cose che si dicono. Non voglio andare dietro alle correnti della Lega - che abbiamo scoperto esserci, così almeno tutti sono uguali - a cosa farà Zaia, a cosa farà Brancher, a cosa magari andrà a fare lei. Ma vengo a cosa ha detto lei, così non ci sono dubbi ed equivoci. Il 29 maggio 2000 dichiara: "Il Consiglio regionale è luogo dove siedono i Consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione, il Presidente ha dei doveri di garanzia nei confronti di tutti perch l'Assemblea è la massima espressione del popolo piemontese". L'ha detto lei.
Lei ha mancato di rispetto all'Istituzione andando via dicendo che andava a lavorare, come se qui si perdesse tempo. Ha mancato di rispetto ai piemontesi. Ecco perché termino il mio intervento così come ho iniziato: lei deve chiedere scusa per un comportamento assolutamente inqualificabile.
Si può dire quello che si vuole, le opinioni sono le più diverse possibili quello che non si può è pensare di piegare le regole alle proprie opinioni di avere fastidio delle regole e di pensare, a seconda di dove si ha il sedere, una cosa diversa.
Aspetto che lei chieda scusa, Presidente Cota.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Regione, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Vi ringrazio, colleghi.
A scanso di equivoci, vi dico che userò un altro termine. Non intendevo minimamente offendervi quando ho detto "vado a lavorare" alla fine del mio intervento. L'ho annunciato prima, così non ci sono problemi. Ho anche detto l'orario, adesso userò un sinonimo: ho un impegno. Sostanzialmente è un sinonimo. Quando uscirò da qui avrò una serie di altre cose da fare, ho degli impegni. Non intendevo, di certo, mancarvi di rispetto. Se voi preferite, vi dico che ho un impegno e vi ringrazio del fatto che i lavori siano stati organizzati in modo tale da consentire di fare il mio lavoro.
Ho sentito il dibattito e ci sono due modalità per rispondere. Potrei fare finta di niente, allora dire due cosette e buon giorno e buona sera.
Oppure, l'altro modo, più corretto, è dire, a fronte anche di argomentazioni che ho sentito, quello che penso. Ovviamente dirò quello che penso, perché non sono nato ieri e non sto qui a farmi fare la lezioncina.
Dico quello che penso e rispondo ad alcune argomentazioni che sono state sviluppate, diciamo così, in aula.
Caro ex Presidente del Consiglio regionale, Consigliere Gariglio, caro Consigliere Reschigna, caro Consigliere Ronzani, caro Consigliere Muliere caro Consigliere Placido, caro Consigliere Goffi - tutti Consiglieri simpatici che godono della mia assoluta stima personale - l'ipocrisia è meglio lasciarla fuori dall'Aula. Soprattutto l'ipocrisia non è una categoria che, a mio avviso, deve appartenere ad un corretto modo di fare politica.
Perché parlo di ipocrisia? Si parla di liste elettorali, di legge elettorale - ho sentito dire che su questa legge elettorale qualcuno, come ho letto sui giornali, vuole addirittura sollevare un'eccezione di incostituzionalità - ma parlo impropriamente di legge elettorale, perch questa legge, che, come è meglio dire, regolamenta la presentazione delle liste, l'avete fatta voi, non l'ho fatta io. Io facevo un altro lavoro l'avete fatta voi. Adesso voi mi dite che questa legge l'avete fatta voi ma già con l'intenzione di volerla cambiare. Non lo so, ne prendo atto.
Sostengo che sarebbe auspicabile un cambiamento, ma questa legge l'avete fatta voi mentre eravate in maggioranza e il Consigliere Gariglio, in quella maggioranza, era Presidente del Consiglio regionale.
Ho sentito parlare di sottoscrizioni. Doppia morale. La doppia morale vuol dire ipocrisia. Un vostro Capogruppo, della vostra maggioranza, ha sottoscritto un'altra lista che faceva parte della coalizione delle liste di Rabellino, in relazione alle quali è stata riscontrata una serie di irregolarità preventivamente, non successivamente, tali per cui quelle liste non sono state ammesse dal Tribunale, quindi non hanno partecipato alle elezioni. Ripeto, un Capogruppo della vostra maggioranza. Per cortesia, cerchiamo di assumere un atteggiamento lineare e corretto quando ci parliamo guardandoci negli occhi perché voi non siete nati ieri, io non sono nato ieri e non vengo qua a farmi fare una lezioncina spicciola.
Caro Consigliere Reschigna, lei parla di anticipazione del giudizio: se la prenda con l'ex Presidente della Regione. Io ho reagito, ed è normale che un Presidente della Regione reagisca quando si sente dire che il TAR pronuncerà la sentenza il 15 luglio - non so perché il 15 luglio evidentemente sa delle cose che io non so, non ho idea - e che i suoi ricorsi saranno accolti certamente. Ricorsi che prima aveva presentato e che poi, dopo aver ottenuto il posticino in Europa, ribadisco politicamente, ha detto che avrebbe ritirato. Rivolga, prima di tutto queste sue critiche, all'interno della sua compagine.
Ho sentito parlare di Paese normale. Un Paese normale è un Paese dove prima di tutto si accetta il risultato delle elezioni. Anche qui, non è che facendo confusione si prende in giro la gente. Magari un tempo, oggi non succede più perché la gente è molto più attenta, la gente si informa. Io svolgo, come Presidente della Regione, su questo ma, soprattutto, su altre cose che sono più importanti per i piemontesi, un lavoro di informazione e di spiegazione, perché non mi va che la gente sia presa in giro. Un conto sono i ricorsi presentati contro il risultato delle elezioni, cioè un ricorso che si fa per dire che i voti sono stati conteggiati erroneamente.
Questo è un ricorso elettorale, è un ricorso che si fa ed è un ricorso che politicamente, può avere una sua logica. Io sto facendo un discorso politico.
Anche su questo tipo di ricorsi faccio un'osservazione: in un Paese normale, comunque, quando c'è una proclamazione, nell'interesse generale del Paese o di un'istituzione, si accettano i rapporti maggioranza opposizione. Così è successo, per esempio, negli Stati Uniti quando Al Gore, dopo che è stato proclamato Bush, ha riconosciuto, per esigenze superiori, il risultato delle elezioni. Non pretendo da voi lo stesso, per carità! Posso ritenere accettabile politicamente che si dica di volere il riconteggio dei voti, che si voglia fare un ricorso perché ci sono stati dei voti che si sono espressi in un modo e, invece, poi, sono stati riscontrati in un altro.
Con questi ricorsi, oggi, non abbiamo a che fare con questa fattispecie, ma con un'altra, cioè abbiamo a che fare con un voto che è stato regolarmente espresso dai piemontesi. Vorrei anche ricordarvi come è stato espresso questo voto dai piemontesi: voi lo sapete che l'ex Presidente della Regione è stata sconfitta proprio con un voto chiaro, che è indicativo, cioè il risultato dei voti di lista era in un modo, mentre il risultato dei voti dati al solo Presidente era in un altro, perché i piemontesi hanno scelto proprio - è stato l'unico caso - scientemente di cambiare il Presidente della Regione. Stiamo parlando di questo, le cose dobbiamo dirle nella loro chiarezza e nell'assoluta linearità.
Quando si parla di "sovranità che appartiene al popolo, che la esercita nei limiti della Costituzione e nelle forme stabilite dalla Costituzione e dalle leggi" vorrei ricordare che tutte le leggi sono finalizzate all'espressione del voto, che è l'obiettivo di tutto il procedimento elettorale. Il fatto mi sembra evidente, infatti le liste elettorali non le ammette la politica, ma i tribunali. Questo è stato tanto più chiarito in quanto si è provveduto ad adottare anche un decreto legge prima delle elezioni, i cui effetti sono stati salvati da una legge, che chiarisce che le liste le valutano i tribunali prima delle elezioni; poi, se qualcuno ha qualcosa da ridire, evidentemente, lo fa subito, come abbiamo fatto noi e come ho fatto io - questa è la dimostrazione dell'assoluta buonafede prima delle elezioni. In quel caso hanno giudicato i giudici e hanno stabilito che alcune liste dovevano essere ammesse, mentre altre non lo dovevano essere.
Una volta terminata questa fase, c'è il voto, che è sacro e sovrano. Il ragionamento che sto facendo è alla base di qualunque tipo di democrazia.
Allora, non raccontiamo storie, i piemontesi sanno bene di cosa sto parlando. Vedete, "la sovranità appartiene al popolo": non è che non appartiene più al popolo se il risultato delle elezioni non vi va bene.
Questo assunto non lo condivido e lo trovo profondamente antidemocratico ritengo sia da parte vostra assolutamente sbagliato e irresponsabile politicamente inseguire questi fantasmi, perché questo modo di fare politica si rivelerà per voi un boomerang.
Sappiate che la manifestazione di ieri non era contro i giudici e non era contro una sentenza, anzi, noi abbiamo assoluta fiducia nei giudici e proviamo anche, se volete, un po' di solidarietà per la situazione nella quale voi li avete posti con questo atteggiamento veramente assurdo. La manifestazione di ieri è stata organizzata dalle forze della Lega e del PdL e vi ho partecipato anche io, per difendere questo principio, cioè quello per il quale, una volta fatte le elezioni, finalmente, si governi e si possano affrontare i problemi dei piemontesi.
Mi chiedo se vi siete messi nei panni dei piemontesi oppure vi mettete soltanto nei vostri panni, cioè nei panni di chi, con un artifizio, spera di ribaltare un risultato elettorale chiaro, magari di chi pensa che la Presidenza della Regione sia un gioco di società che si fa in determinati salotti e salottini, dove ci vanno sempre sei-sette persone, pensando di poter mettere in campo, o per la Presidenza della Regione o per il Sindaco una investitura che avviene negli ambienti radical chic? Voi pensate questo, continuate a pensarlo, perché questo porterà ad un aumento della distanza tra voi, il vostro modo di fare politica - e io la penso diversamente da voi - e la gente comune.
L'avete capito che tutti chiedono che si possa governare e affrontare i problemi della gente? Lo chiedono tutti, lo chiedono gli industriali, gli artigiani, i commercianti e i lavoratori, che, invece di queste beghe hanno bisogno si parli di come affrontare i problemi del lavoro, di come si possa sviluppare il piano lavoro che questa Giunta ha messo in campo. Lo chiedono i cittadini, che vogliono servizi sanitari più efficienti e dicono: "Fate qualcosa, riformate questa sanità, tagliate gli sprechi perché sappiamo che sono a rischio i nostri servizi, se voi non tagliate gli sprechi".
Questi sono i problemi concreti, è sbagliato pensare di far pagare presunte irregolarità - e, se ci sono, chi le ha fatte ne risponderà - ai cittadini, dopo che hanno espresso liberamente il loro voto! È sbagliato magari pensate di fare un conto unico: 25 milioni delle elezioni, più 25 milioni della parcella Fuksas, in tutto facciamo 50 milioni, però non è questo il modo...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



(Scampanellìo del Presidente)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Vorrei terminare, sto parlando. Grazie.
Non è questo il modo.
Invece, mi aspetterei, lo dico senza polemica, un atteggiamento diverso. Per esempio, mi aspetterei un lavoro costruttivo sui problemi concreti, questi grandi dimenticati, non da me, perché io, guardate...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Presidente Cota...



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

No, scusi, io sono stato zitto quando lei parlava...



PRESIDENTE

Scusi, Presidente Cota.
Il Presidente della Regione ha ascoltato gli interventi, pregherei di lasciarlo terminare.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Mi aspetterei un atteggiamento costruttivo sui problemi concreti.
Allora, perché non ci date dei suggerimenti sul piano lavoro, come hanno fatto tutti, come hanno fatto le associazioni di categoria...



(Commenti fuori microfono)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Suggerimenti che sono stati accolti e che hanno portato alla sottoscrizione di un piano condiviso da tutti? Perché non ci date dei suggerimenti su come affrontare i problemi della sanità, cosa che noi stiamo facendo, cioè non fate politica? Voi non fate più politica. Scusate se ve lo dico, ma non vi occupate più dei problemi della gente, ricorrete a questi mezzucci, sotterfugi e tentativi di pugnalate. Questo è un modo di fare politica che non condivido e ve lo dico apertamente, guardandovi in faccia.
(Commenti del Consigliere Reschigna)



(Scampanellìo del Presidente)



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Non lo condivido e ho un'idea diversa della politica e un modo diverso di intendere le cose. Quindi, spero veramente e vivamente che ci possa essere con voi, Consiglieri di minoranza, un atteggiamento costruttivo.
Sono ansioso di discutere con voi su quelli che sono i problemi reali della gente.



PRESIDENTE

Grazie.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche noi con te!



PRESIDENTE

Scusate, il Presidente ha ascoltato, mi sembra che, correttamente, non si sia sottratto a critiche e quant'altro proveniente dal Consiglio.
Comunque, è prassi nei lavori d'Aula anche ascoltare in maniera attenta.
La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di parlare anche se, dopo l'intervento del Presidente Cota forse, risulta inutile il mio, però ritengo che in una giornata come questa la Lega debba fare sentire la sua voce.
Mi pare che da questo dibattito non sia scaturito niente di nuovo, a parte l'interessante considerazione calcistica del collega Gariglio.
Peccato che, in caso di giocatori dopati, si squalifica il giocatore, caro Consigliere Gariglio, e non si annulla la partita! Qui, addirittura, si vuole ritirare lo scudetto, questa è la differenza sostanziale.
Partirei da una frase del Consigliere Reschigna, che ha recentemente diramato un comunicato sintetizzato dal titolo: "Cota è scappato".
L'iperattivo Consigliere Reschigna non lascia passare giorno senza rilasciare alla stampa dichiarazioni contro la Giunta Cota, al punto da suscitare più di un commento sarcastico nella nostra terra. Vedete, la provincia è piccola e la gente mormora, come si dice, e un giornalista locale, proprio qualche giorno addietro, mi ha chiesto se questo Consigliere Reschigna è lo stesso Aldo, scuro e taciturno, degli ultimi cinque anni di Governo Bresso.
A parte le divagazioni sulla ritrovata verve del Presidente del Gruppo del PD, finalmente libero di sprigionare le sue energie e le sue indubbie capacità, ritorno su quella frase: "Cota è scappato, Cota si è sottratto al dibattito", quasi come se il Presidente Cota avesse timore di sostenere un dibattito in questo Consiglio.
Con tutto il rispetto per questa assise e la deferenza per chi come me siede per la prima volta a questi banchi deve riservare, con l'umiltà dell'ultimo arrivato e con la piena conoscenza dei meccanismi della politica che impongono che i galloni vadano riconquistati sul campo in ogni nuova avventura ed esperienza, con quest'atteggiamento concedetemi però una considerazione. Forse qui qualcuno si prende troppo sul serio. Roberto Cota non mi pare proprio un timido giovanotto impaurito da Palazzo Lascaris.
Credo che su questo possiate convenire.
Credo che le sue capacità e la sua esperienza siano sufficienti per reggere l'urto dei veementi interventi di questa seppur qualificata opposizione.
Il Presidente Reschigna aveva chiesto conto di un'intervista di Cota apparsa sulla stampa e Cota ha ritagliato una mattinata per venire a riferire in Consiglio riguardo alla sua posizione, proprio per il rispetto che si ha nei confronti del Consiglio.
Sia chiara una cosa, caro collega Gariglio: la posizione di Cota non è isolata, ma è la posizione che perfettamente fa sintesi del sentire comune di tutta la maggioranza. In altre parole, Cota non è un re nudo, Cota non è solo. A differenza di altri illustri esponenti, magari Presidenti uscenti Cota non è solo ed è qui in Piemonte, a Torino. Qualcuno ha preferito volare in Europa, e oggi non c'è invece.
Cota è il nostro Presidente, è sostenuto e rispettato, è stimato da tutto il centrodestra piemontese e credo che la manifestazione di ieri sera abbia detto molto in questo senso.
A parte alcuni simpatici e divertenti articoli apparsi oggi, uno fra tutti quello di la Repubblica, che parla di una fantomatica signora, che chiede dopo aver preso la fiaccola: "Ma chi sono questi?". E alla risposta: "È il Presidente Cota che manifesta per la democrazia", ribatte: "Non lo conosco".
Questa è l'informazione che alcuni hanno voluto fare, un simpatico e realistico quadro di ciò che è accaduto ieri sera.
A parte queste uscite, credo che invece tutti abbiano capito qual è la questione in gioco, qual è l'oggetto del contendere, quali sono le posizioni e quanto sia profondo il disagio dei piemontesi di fronte a ci che sta accadendo.
Cota non scappa - ci mancherebbe! - e l'ha dimostrato oggi e lo dimostra sempre, come penso lo dimostri la sua storia, fatta di impegno, di dedizione, di lavoro, di onestà, di trasparenza, di capacità e potrei continuare. La sua storia è fatta di responsabilità assunte, di problemi affrontati e risolti, di attività politica condotta a viso aperto, senza sotterfugi, senza colpi bassi. Cota, come tutti noi, è semplicemente "contrariato".
E veniamo quindi ad un altro punto, cioè ad una frase che ha scatenato le ire della sinistra, con un'annunciata occupazione simbolica dei banchi della Giunta, poi divenuta una gita nell'area di fronte ai banchi della Giunta, occupazione ad oltranza terminata per l'ora di pranzo. Il Consigliere Taricco che grida: "Questa è una vergogna!". Il Presidente Reschigna che diventa paonazzo e che ha messo in apprensione chi, come il sottoscritto, gli vuole bene e lo stima.
Cota chiude il suo intervento con questa frase: "Adesso vado a lavorare e vi saluto". Dove sta lo scandalo? Qualcuno si è sentito toccato da questa frase? Perché? Il fatto che abbia detto "Vado a lavorare", è stato forse inteso come "Io lavoro e voi no!". Noi questo aspetto non l'abbiamo colto questa chiave di lettura non l'abbiamo data, perché sappiamo quanto sia importante il nostro ruolo e quanto sia fondamentale il nostro operato a sostegno di una Giunta che sta lavorando, che sta lavorando bene e che sta lavorando tanto.
Se qualcuno si è sentito toccato, forse è perché questa convinzione non ce l'ha, questa consapevolezza non gli appartiene. La mia è naturalmente un'ipotesi, sia chiaro, ma non mi spiego altrimenti le grida e le proteste scomposte e la protesta un po' goffa.
Quindi, concludo ribadendo un concetto contenuto nell'intervento di Cota, un passaggio che parte dallo sfortunato e beffardo manifesto del PD: "Piemontesi, non pirla!".
L'ha già detto Roberto: noi non siamo pirla, ma stiamo capendo benissimo quello che sta accadendo, e credo che più passano i giorni più lo stiano capendo anche i piemontesi, a partire dagli industriali, che ieri hanno lanciato un segnale forte. Anche in questo caso si è gridato allo scandalo, perché tutto si può fare, tranne che dichiararsi a favore del voto dei piemontesi. Noi lo facciamo con forza, con la schiena diritta, con la testa alta. Lo facciamo, dicendo che i piemontesi hanno scelto, hanno voluto il cambiamento e si aspettano risposte, gli industriali come i tanti operai con i quali stiamo parlando in queste settimane, che sanno quanto sia importante l'attuazione immediata del piano lavoro presentata dal Presidente Cota, dall'Assessore Giordano e dalla Giunta.
E se qualcuno ha sbagliato, venga punito, come è giusto che sia; si squalifichi l'eventuale giocatore dopato. Noi però siamo per rispettare non solo il Consiglio ma, cosa ancora più importante, per rispettare il Piemonte e il suo voto libero. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei, perché non posso avere come interlocutore il Presidente della Giunta regionale. E rivolgendomi a lei, le rivolgo una preghiera: per favore, ci abitui con lentezza al nuovo cambiamento di stile in aula, perché il passare dallo stile paludato, politicamente conformista che caratterizzava l'esercizio della democrazia rappresentativa in passato a quello esplicito e diretto che caratterizza invece la comunicazione del nostro Presidente verso l'Aula, ha bisogno di un po' di tempo perché i Consiglieri metabolizzino.
Ad esempio, per parte mia, c'è bisogno di tempo per accettare che un Presidente della Giunta regionale mentre interviene il Consigliere Gariglio, a bassa voce, ma sufficiente perché io lo senta dal mio posto dica "che c.... dici?". O viceversa, che agitandosi sugli interventi del Consigliere Reschigna, si rivolga al resto della Giunta, dicendo: "Preparatevi!" o ammicchi all'orologio, facendo segno di andarsene e alzi il pollice verso tutti gli interventi della sua maggioranza.
Io, abituata ad essere richiamata dal Presidente Gariglio per avere ammiccato durante un interessante intervento dell'attuale Assessore Cirio sulla mensa dell'ospedale, sono stata richiamata, perché non dovevo avere atteggiamenti del volto in qualche modo offensivi verso il collega che interveniva. Io ho bisogno di un po' di tempo per accettare questo nuovo stile non paludato.
un limite personale, ma comprendete! La sovranità popolare, che ha incoronato il Presidente Cota, ha anche compiuto il piccolo errore veniale di consentire ancora una rappresentanza alle altre forze politiche, anche a quelle che hanno un solo eletto, anche se questo eletto è tardo e non riesce a cogliere i nuovi stili, le battute e i proverbi.
Non riesco a capire tanto il fatto che si cambi parere a seconda di dove si poggiano le terga, forse perché le mie non le ho mai spostate colei o colui che le hanno spostate nel tempo, riescono ad entrare più immediatamente in sintonia a questo riferimento.
Quindi, con tutta la rigidità mentale e formale, dalla quale cercher velocemente di emanciparmi, per adattarmi allo stile di quest'Aula, faccio solo un ragionamento ed una richiesta.
Il ragionamento è questo: ero preoccupata, come credo e non solo i rappresentanti politici, ma molti rappresentanti della società civile come si dice oggi - del fatto che soprattutto chi viene eletto debba avere a cuore la democrazia e che la democrazia sia un percorso che non si misura nel risultato finale, ma si misura nel corso di tutto il processo.
Allora ho trovato di grande interesse una riflessione che vorrei condividere con chi è superstite di questa giornata di Consiglio. Ve la leggo. "Nel nostro Paese, chi distingue la cattiva democrazia dalla buona incappa solitamente in un interdetto: se critichi la democrazia è perch non sei democratico, non lo sei abbastanza, non accetti il responso delle urne, vuoi delegittimare chi ha vinto le elezioni, vorresti che le cose andassero altrimenti da come le vedi tu, che la maggioranza seguisse le tue e non le sue idee. Tu dici e pensi questo e quello, ma la maggioranza fa tutt'altro. Non te ne dai pace, e invece di adeguarti in nome del popolo ti ostini in nome di non si sa quale principio o diritto, anzi in nome della tua presunzione, a non riconoscere di avere torto". Estrapolato dal contesto si penserebbe un commento sulla questione dei ricorsi. No, è l'introduzione della Lectio Magistralis del professor Zagrebelsky che spiega come la democrazia, per essere reale, deve essere tale in tutto il suo percorso. E ancora: "Per potere vivere e rafforzarsi una democrazia ha bisogno della massima estensione del rapporto di fiducia reciproca tra i cittadini e quindi di bandire quanto più è possibile la strategia della simulazione e dell'inganno (il che vuol dire anche ridurre, quanto più possibile, lo spazio del segreto)", Norberto Bobbio.
Lontanissimi, nel tempo e nelle preoccupazioni, dai ricorsi, ma attualissimi rispetto a chi ritiene che per poter esser legittimamente impegnati sul terreno della democrazia, si voglia approfondire se questa è stata perseguita in tutto il processo e non solo nel suo esito finale, del quale, se fosse ottenuto senza la trasparenza e l'onestà del processo, si eserciterebbe un arbitrio, ritenendo di governare in nome del popolo quando il popolo, nel corso di tutto il percorso, non ha potuto compiere scelte in piena armonia con la sostanza della democrazia.
colpa voler approfondire? Per quanto mi riguarda non lo è; ed è questa la ragione per la quale ci siamo associati, nel nostro piccolo, come Federazione della Sinistra, al ricorso presentato.
La seconda questione è contemporanea. Non è una questione di filosofia che non sarei in grado di sollevare, difatti ho dovuto rivolgermi a citazioni per tracciare argomenti di natura generale, ma è una questione di sostanza attuale delle scelte di questa Giunta.
Durante tutta la vicenda di commento da parte del Presidente, ho sentito parlare di golpe, di problemi di ordine pubblico, di gente che vuole bene, ma non ho mai sentito una parola di preoccupazione o di condanna rispetto alla presunzione che nella propria coalizione possano essere state perpetrate delle irregolarità. Tutto questo da un Presidente della Giunta che, annunciando il proprio programma, ha dichiarato di voler perseguire, come un condottiero infallibile, ma soprattutto senza alcun tipo di timore, qualunque operazione di qualunque furbetto; tant'è che si fonda l'Assessorato anti furbetti e per far agire tale l'Assessorato ci si avvale della consulenza dei Magistrati.
Vorrei solo sapere questo: i furbetti che sono vicini, o potrebbero essere vicini al Presidente, al punto da avergli consentito l'elezione sono interessati dalle pratiche dall'Assessore anti furbetti? I Magistrati che coopereranno con l'Assessore anti furbetti sanno di farlo con un Presidente che ai furbetti di prossimità non è interessato? Questa è una delle questioni di lavoro quotidiano che vorremmo controllare e approfondire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Personalmente credo che ogni Presidente abbia il proprio stile e la propria caratteristica. Non ho ancora doti speciali per vedere la mimica del Presidente Cota, perché ho il privilegio di vederne le spalle e anch'io, come tutti loro, ho gli occhi sotto la fronte. Valuterò con l'Ufficio di Presidenza se mettere uno specchio, così almeno potrò vedere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo in questo dibattito perché ritengo che quest'Aula non debba, in nessun modo, sostituirsi ad altre Aule e ad altre competenze, dato che ho sentito alcuni colleghi entrare nel merito e nelle valutazioni di carattere non solo politico.
Siamo un'Aula legislativa, facciamo politica, quindi rimarrei all'interno di questo ambito.
Intervengo anche perché il Presidente della Giunta si è già espresso e ha risposto ai numerosi interventi, citando un aspetto fondamentale che non fa parte dell'operato del movimento della Lega e di questa maggioranza: l'ipocrisia.
Dico questo perché ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi, in particolare la collega Spagnuolo, quando ha raccontato alcuni aneddoti.
C'è un aneddoto che è di qualche ora fa: ero in Consiglio comunale a Torino e mi pare che un certo Capogruppo Giorgis, che fa parte dello stesso partito cui appartengono alcuni di voi, ha dato una certa risposta alla richiesta che ho fatto in sede di Capigruppo. Che cosa ho chiesto? Essendoci una delibera molto importante per la maggioranza - le unioni di fatto, le unioni civili - ho detto che avremmo voluto partecipare alla discussione anche noi dell'opposizione (ricordo che in Comune siamo opposizione) per dare il nostro contributo come Consiglieri che non la pensano in quel modo. Pensate che sia legittimo richiederlo? Il Consigliere Giorgis, Capogruppo dello stesso partito, mi ha risposto: "Consigliere Angeleri, lei chiede di posticipare una delibera così importante per partecipare ad una manifestazione anti-istituzionale indetta da voi? Dovreste sostanzialmente vergognarvi". Questo è stato il commento del Capogruppo Giorgis. Questo è il rispetto che voi avete delle altre forze politiche.
Mi sembra che l'intervento del Consigliere Boeti, che ha iniziato il dibattito, andasse in un'altra direzione e mi pare che siate dello stesso partito.



(Commenti del Consigliere Boeti)



ANGELERI Antonello

andata così. È di qualche ora fa, Consigliere Boeti, e mi rivolgo anche a Davide Gariglio, che è stato Presidente del Consiglio regionale fino a qualche mese fa.
Caro Davide - posso permettermi, dopo tanti anni - ieri, sempre ieri (ma lo voglio dire perché altrimenti non si capisce perché parliamo di ipocrisia in quest'aula e voglio essere chiaro) lo stesso partito che viene a spiegarci che dobbiamo essere coerenti e rispettosi del sistema democratico e cita la Costituzione - Consiglieri Ronzani - più volte in quest'aula, lo stesso partito, alle 18 di ieri porta una delibera in Consiglio comunale direttamente in aula senza passare in Commissione, in base all'articolo 93. Ragazzi, sapete di cosa si tratta? Che dal 1° agosto al 30 settembre - 60 giorni! - in piazza Castello, la piazza aulica di Torino, ci sarà la festa del PD con le bandiere rosse che la manterranno viva! Allora chi viene a spiegarmi in quest'aula che non siamo in Argentina che non siano a Buenos Aires, che non siamo in Plaza de Mayo? Infatti siamo a Torino. Siamo a Torino, e un Assessore della vostra Giunta di qualche anno fa, Tessore, ha difeso piazza Castello, perché la delibera quadro di quello stesso Assessore chiedeva il non utilizzo delle piazze principali per evitare conseguenze costose per la collettività, argomentando che manifestazioni di massa in piazze di questa importanza sono evidentemente rischiose per i monumenti stessi.
In 50 minuti di Consiglio comunale, senza passare in nessuna Commissione, questa delibera è passata ed è stata completamente cancellata la storia delle delibere quadro precedenti.
Questa, Consigliere Gariglio, è la democrazia e questo è il rispetto che si ha, da parte vostra, nel capoluogo di questa Regione? Abbiate pazienza, questo è un episodio di ieri, che ho raccontato così scusate la foga - per spiegare che forse, prima di alzarsi e venire a dare a noi lezioni di democrazia e di rispetto... Quel rispetto e quella democrazia che abbiamo chiesto con la manifestazione di ieri, nel rispetto pieno della Magistratura. Abbiamo manifestato come fate voi molte volte.
Non abbiamo assolutamente voluto richiedere, con la nostra manifestazione di modificare alcunché, solo far comprendere ai piemontesi che noi vogliamo il rispetto della democrazia anche in questa nostra Regione.
Concludo, Presidente, ringraziando per il tempo che mi è stato accordato e ricordando al Consigliere Goffi un particolare. Io appartengo al movimento della Lega e sono stato un Consigliere regionale dell'UDC. Lei non mi rivolgo ovviamente a lei - viene a parlarmi di rispetto delle regole? Vorrei che facesse mente locale e spiegasse a qualcuno del suo partito a lei vicino - e non vado oltre - che parlare di rispetto delle regole e venire ad insegnarle qua dentro, mi sembrerebbe un tantino ardito.
E non vado oltre.



PRESIDENTE

Non risultano più richieste di intervento (peraltro, molti colleghi l'hanno ritirata), per cui dichiarato concluso il dibattito relativo alle comunicazioni del Presidente della Giunta, Roberto Cota.
Riprendiamo, quindi, l'ordine dei lavori così come deciso nella seduta antimeridiana.


Argomento: Federalismo

Esame ordine del giorno n. 22 dei Consiglieri Porchietto, De Magistris Montaruli, Mastrullo, Marinello, Carossa, Angeleri, Valle, Tentoni Cortopassi, Gregorio, Botta Franco Maria e Leardi, inerente a "Regionalizzazione Patto di stabilità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 22, avente ad oggetto "Regionalizzazione Patto di stabilità", presentato dai Consiglieri Porchietto, De Magistris, Montaruli, Mastrullo, Marinello, Carossa Angeleri, Valle, Tentoni, Cortopassi, Gregorio, Botta Franco Maria e Leardi, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Cercherò di essere breve e sintetica, come i nuovi riti prevedono, che mi vedono assolutamente in linea col Presidente Cota.
Sul tema del patto di stabilità interno della Regione Piemonte riconosco la grande capacità che ha avuto, nella legislatura precedente, la Giunta dell'allora Presidente Bresso, di essere la prima Regione italiana a dare attuazione all'articolo 77 ter, comma 11, della legge n. 133 del 2008.
Si è avviato un processo di regionalizzazione che oggi ci vede assolutamente attenti - ringrazio l'Assessore Quaglia per l'attenzione che ha immediatamente posto all'ordine del giorno che le abbiamo presentato sul fatto che si voglia e si condivida l'impegno della Giunta ad intraprendere una serie di misure che abbiamo riportato in quest'ordine del giorno.
Sappiamo che già la Regione Lombardia ha avviato una serie di procedure al fine di regionalizzare addirittura i criteri nazionali. Sappiamo che ci sono state tutta una serie di attente valutazioni a livello nazionale su questo processo che la Regione Lombardia ha iniziato a porre in atto...



(Brusìo in aula)



PORCHIETTO Claudia

PORCHIETTO Claudia



PORCHIETTO Claudia

Presidente, richiamavamo all'attenzione e - giustamente - alla correttezza delle regole d'Aula.
Chiederei, per cortesia, di fare altrettanto.



PRESIDENTE

Chiederei ai Consiglieri di sedersi o di lasciare l'Aula per consentire lo svolgimento dei lavori. Grazie.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Come dicevo, la Regione Lombardia ha già avviato un processo di regionalizzazione dei criteri; processo che in questo momento, a livello nazionale, è oggetto di dibattito e di attente valutazioni da parte del Ministero.
Così com'è notizia degli ultimi giorni - lo abbiamo visto su tutti i giornali - che i Presidenti delle varie Regioni hanno evidenziato, come oggi, in funzione di quella che è la manovra finanziaria prospettata l'attualizzazione della regionalizzazione del patto di stabilità è un passaggio assolutamente importante, da valutare attentamente. È per questo che, come dicevo prima, ho ringraziato l'Assessore Quaglia perch immediatamente, insieme ai suoi uffici, ha vagliato la condivisione dell'ordine del giorno.
Noi sappiamo che il Patto di stabilità attualmente, com'è stato riformulato in sede di manovra correttiva da parte del Governo nazionale potrebbe portare moltissimi dei nostri Comuni a non rispettare i vincoli di stabilità. Contestualmente, come dicevo precedentemente, lo scopo di regionalizzare il patto di stabilità interno è duplice, perché ci potrebbe permettere di utilizzare appieno gli stretti margini finanziari e di manovra che sono concessi dal patto, soprattutto a favore degli investimenti, e ci permetterebbe di sostenere gli Enti in difficoltà limitando tra l'altro il rischio di incorrere in pesanti sanzioni che sappiamo esservi all'interno dell'eventuale sforamento dal patto di stabilità.
chiaro che con la regionalizzazione del patto di stabilità noi permetteremmo alla Regione di diventare una "stanza di compensazione" di quello che è oggi il patto di stabilità applicato dagli Enti locali. Siamo in un momento di forte crisi e sappiamo quali sono i problemi, perché lo hanno manifestato anche molti dei nostri Comuni. La nostra Giunta è stata particolarmente attenta e gli Assessori hanno già vagliato e incontrato parecchi dei Comuni che hanno fatto richiesta di analizzare attentamente le posizioni singole e nel complesso.
Sappiamo che ingessare eccessivamente il bilancio degli Enti locali tra l'altro, rischia di paralizzare non solo i Comuni, ma anche le Province, soprattutto in un momento in cui le politiche di investimento invece necessitano di una forte azione e di essere volano per il rilancio dell'economia, in particolare per quella piemontese.
Con l'ordine del giorno, la maggioranza impegna il Presidente della Giunta regionale, in primis, ad intraprendere delle misure di superamento progressivo del patto di stabilità così come oggi è contenuto nella manovra correttiva, attraverso una trattativa in sede di Conferenza unificata, che abbia, comunque, alcune finalità: la prima è quella che si valuti che a patto vigente la spesa storica venga rimodulata in base alla spesa mediata dell'ultimo quinquennio. Questa è una richiesta che è stata fatta in più sedi e da più soggetti, perché ci permetterebbe di calmierare quella che è l'azione, in questo momento stringente, del patto di stabilità; ma soprattutto, ci permetterebbe di attualizzare in qualche modo la spesa storica e di valutare la possibilità - sappiamo che questo è un tema delicato, è per questo che con la Giunta sarà importante valutare quale sarà il processo di condivisione con altri soggetti regionali di questo passaggio - di offrire agli Enti virtuosi, così come tra l'altro riportava sotto altri passaggi il Presidente Cota in alcune interviste rilasciate nei giorni scorse, riconducendosi chiaramente in quel frangente alle Regioni la possibilità per un eventuale sforamento triennale del patto di stabilità; questo, naturalmente, legato a politiche attive di investimento.
Chiediamo inoltre alla Giunta di domandare in sede di Conferenza Stato Regioni di alzare la percentuale dei residui passivi di spese per investimenti, che possono essere portate a detrazione sul patto di stabilità, visto che nell'attuale manovra correttiva si sta ragionando - ma sappiamo che c'é ancora una fase di ridefinizione - una percentuale che passerebbe dal 4% allo 0.78%.
Infine - non ultimo e non meno importante - modificare a livello regionale i famosi parametri che sono previsti dall'articolo 7 della legge n. 33/2009, che sono ripresi dall'articolo 4.4 sexies della legge n. 42 che dovrebbero essere rimodulati in favore delle caratteristiche del territorio.
Questo sicuramente permetterebbe, in questo caso alla Regione Piemonte di dare il via a quella fase di rimodulazione del patto di stabilità che in questo momento i nostri Comuni stanno richiedendo e che permetterebbero come stavamo dicendo prima, di dare una forte azione propulsiva ad una serie di investimenti e quindi all'economia di territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito.
Non risultano richieste di intervento; presumo, quindi, che la Presidente Porchietto non avverta l'esigenza di replica.
Non vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Prima di porre in votazione l'ordine del giorno in oggetto, volevo rimettere all'attenzione dell'Aula il seguente aspetto: oggi, alle ore 13 avevamo assunto un impegno in occasione dell'incontro con le forze sindacali e con i delegati dei lavoratori delle cooperative di pulizia delle scuole, di discutere e possibilmente approvare l'ordine del giorno n.
8 presentato dalla Consigliera Cerutti, e firmato dai colleghi Artesio Buquicchio, Dell'Utri, Pentenero, Ronzani ed altri, sul quale mi sembra che, con l'intervento anche dell'Assessore Cirio, vi fosse una convergenza da parte della maggioranza.
Nel frattempo - mi smentisca, se dico una cosa errata - il Consigliere Buquicchio a nome dell'Italia dei Valori ha chiesto di rimandare ad altra seduta l'ordine del giorno n. 17; quindi, proprio per dare una programmazione ai lavori, ritengo che si possa votare questo ordine del giorno, discutere poi l'ordine del giorno n. 8 relativo all'impegno, come dicevo prima, preso con i lavoratori delle cooperative delle scuole, e concludere poi i lavori della giornata con la discussione e la votazione della mozione n. 19 "Richiesta di proroga della deroga del regime degli aiuti di Stato", presentata dai Consiglieri Reschigna ed altri.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 22, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che con legge regionale 1 giugno 2010, n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2010) si è provveduto alla regionalizzazione del Patto di Stabilità rilevato che così come avvenuto già nella Regione Lombardia la possibilità di regionalizzare anche i criteri consentirebbe di liberare un numero di risorse superiori da rendere disponibili per i bilanci degli enti locali considerato che il Patto di Stabilità, così come è stato riformulato in sede di manovra correttiva dal Governo nazionale, rischia di portare oltre il 70% dei comuni a non rispettare i vincoli di stabilità tenuto conto che il progressivo affermarsi del federalismo fiscale deve procedere anche attraverso una più equa distribuzione del Patto di Stabilità, in base a criteri di merito ritenuto che ingessare eccessivamente il bilancio degli enti locali rischia di paralizzare i comuni e le province in quelle politiche di investimento che fungono da primo volano per il rilancio dell'economia in un momento di forte crisi quale quello attuale impegna il Presidente della Giunta regionale ad intraprendere misure di superamento progressivo del Patto di Stabilità così come definito attualmente nella manovra correttiva attraverso una trattativa in sede di Conferenza Unificata finalizzata a: richiedere che a patto vigente la spesa storica venga rimodulata in base alla spesa mediata dell'ultimo quinquennio e non in base a quella annuale valutare la possibilità di offrire agli enti virtuosi la possibilità per un eventuale sforamento triennale del Patto di Stabilità per politiche attive d'investimento a domandare in sede della Conferenza Stato e Regioni di alzare la percentuale dei residui passivi di spese per investimenti che possono essere portati a detrazione sul Patto di Stabilità nella misura prevista nella passata legge Finanziaria 2009 (nell'attuale Manovra correttiva, art.
14.11 decreto 78/2010, la percentuale passa dal 4% allo 0,78%) a modificare a livello regionale i parametri previsti dall'articolo 7 quater della legge 33/2009 e ripresi dall'articolo 4.4 sexies della legge 42/2010 rimodulandoli in favore delle caratteristiche del territorio.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Propongo di sospendere la seduta per 30 minuti, ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, accogliendo il suo invito, poiché non vi è un obbligo automatico di sospensione del Consiglio, propongo che il Consiglio voti l'ordine del giorno sulle scuole e che poi la seduta venga sospesa.



PRESIDENTE

Grazie. Cambiamo allora argomento. La seduta non verrà sospesa, dunque ma sarà aggiornata e poi vediamo cosa deciderà domani la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 8 dei Consiglieri Cerutti, Pentenero, Ronzani Buquicchio, Artesio, Stara, Dell'Utri, Spagnuolo, Pedrale, Lupi Cortopassi, Cosa Rosa Anna, Placido, Mastrullo, Comba, Bussola, Montaruli Motta Massimiliano, Crossa, Biolé, Lepri e Novero, inerente a "Personale di pulizia e sorveglianza delle cooperative ed imprese in appalto nelle scuole pubbliche"


PRESIDENTE

Do quindi la parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 8, di cui al punto 11) all'o.d.g.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente. Sarò molto rapida in quanto il tema è conosciuto da tutti i Consiglieri. Abbiamo avuto quest'incontro alle 13, alla presenza degli Assessori Cirio e Maccanti, e abbiamo avuto modo di condividere un atto e un impegno rispetto ad un tema importante che vede la specificità del Piemonte su questa questione, che è una specificità molto importante che riguarda il posto di lavoro di numerose persone, nonché la qualità per quanto riguarda il servizio offerto nelle scuole.
Rispetto a questo doppio aspetto crediamo che sia importante un pronunciamento unanime di maggioranza e opposizione su questo atto che chiede, appunto, di intervenire nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri proprio per rivedere questa decurtazione della spesa del 25% e contemporaneamente ad istituire, nell'immediato, un tavolo di crisi che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, sociali e di rappresentanza, con il compito di monitorare e trovare soluzione al problema.
Questa l'impegnativa dell'ordine del giorno, sul quale abbiamo avuto anche adesioni da parte della maggioranza e chiaramente saremo ben soddisfatti se altri consiglieri della maggioranza vorranno apporre la loro firma al documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente per chiedere di apporre la firma all'ordine del giorno di cui noi condividiamo assolutamente sia l'oggetto sia l'impegnativa. È un problema cui dobbiamo far fronte e che dobbiamo cercare di risolvere. La Giunta l'ha condiviso e quindi ritengo che sia assolutamente importante la condivisione da parte di tutto il Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Costa; ne ha facoltà.



COSTA Rosa Anna

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Cerutti. Credo che sia opportuno anche da parte nostra sottoscrivere l'ordine del giorno, sulla base anche delle indicazioni e del lavoro che la nostra Giunta sta predisponendo, in particolare gli Assessori Cirio e Maccanti che ringrazio per il loro lavoro. È un iter già intrapreso, per cui credo che sia opportuna la sottoscrizione anche da parte nostra, visto che la prima firmataria, la Consigliera Cerutti, ce lo consente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per ribadire la soddisfazione di fronte al fatto che tutti i Gruppi di quest'Aula si stanno assumendo le proprie responsabilità nei confronti di un tema che sta doppiamente tormentando e mettendo in difficoltà il sistema scolastico e il sistema della cooperazione sociale piemontese.
L'esperienza che ha avuto il Piemonte nei confronti dell'utilizzo della cooperazione sociale all'interno delle scuole è sicuramente un'esperienza importante, che vale la pena salvaguardare. Mi permetto soltanto di evidenziare - e questo la Giunta precedente lo aveva fatto a più voci - che il Governo non risparmia assolutamente nulla, perché le fasce più deboli di popolazione, nel momento in cui si trovassero senza un inserimento lavorativo, passerebbero immediatamente a carico di qualche altro Ministero, ad esempio del Fondo sociale o degli ammortizzatori sociali.
Questa affermazione è stata fatta in più occasioni, ma fino ad oggi non ha sortito alcun effetto. Ci auguriamo, così com'è stato ricordato negli interventi precedenti, che...
Io mi rendo conto che l'Aula sia stanca, però se riusciamo ad evitare il brusìo ancora due minuti probabilmente...



PRESIDENTE

Chiedo scusa: la Consigliera Pentenero ha diritto di essere ascoltata.
L'argomento è importante perché tutti sono d'accordo; invito i Consiglieri per favore, a sedersi al proprio posto e la collega Pentenero a continuare: prego.



PENTENERO Giovanna

Dicevo che pregherei la Giunta di evidenziare al Ministero e al Governo che comunque questo tipo di operazione non comporta nessun tipo di risparmio, poiché le risorse che risparmierebbe il Ministero dell'Istruzione sono risorse che il Ministero del Lavoro oppure quello del Welfare dovrebbe in qualche modo erogare a favore delle persone più deboli che appartengono alla cooperazione sociale.
L'aspetto che non siamo di fronte a un risparmio, ma di fronte ad una situazione che metterebbe in grave difficoltà, compromettendone anche il progetto di vita, queste persone, è già stato evidenziato in più occasioni così come, anche, il tavolo di crisi, che era stato istituito precedentemente e che vedeva il coinvolgimento di tre assessorati e che credo sia importante ripristinare in questa direzione. Non abbiamo sortito alcun effetto.
Ci auguriamo, così come oggi più volte è stato testimoniato all'interno di quest'Aula, che l'affinità di questa nuova Giunta possa finalmente sortire qualche effetto e far comprendere ai ministeri competenti quale sia la peculiarità del Piemonte e quale l'importanza per le scuole dell'avere un servizio adeguato, ma soprattutto l'importanza di riuscire a garantire un progetto di vita, davvero, a quelle persone che hanno potenzialità residue e che, grazie alla cooperazione sociale, possono immaginare di avere un progetto di vita all'interno del mondo del lavoro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Per ringraziare la Consigliera Cerutti nell'aver proposto l'ordine del giorno.
Il Movimento Cinque Stelle sottoscriverà e voterà a favore del documento.



PRESIDENTE

Consigliera Cerutti, mi sembra che lei acconsenta la firma a tutti i Consiglieri che lo desiderano?



CERUTTI Monica

Presidente, l'avevo già detto nel mio intervento: l'atto è aperto alla sottoscrizione di tutti i Consiglieri che desiderano farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La Consigliera Pentenero ha ripercorso il lavoro che già la VI Commissione fece nella precedente legislatura e il tentativo che non produsse alcun effetto nella precedente Giunta.
In qualche modo, l'opposizione ci chiede di fare quello che non è riuscita a fare, e ce ne facciamo carico cercando di ottenere risultati migliori. Così come avevamo avanzato una richiesta di mappatura, che crediamo sia necessario fare.
Nei servizi che vengono erogati all'interno delle istituzioni scolastiche da parte delle cooperative sociali, abbiamo delle situazioni assolutamente differenti. Lo dico all'Assessore, in termini generali alla Giunta. Vi sono alcune scuole in cui, pur essendovi una dotazione di personale ATA rilevante, vi è la cooperativa sociale e quindi, a tutti gli effetti, vi è una sorta di doppia spesa. Da una parte il pagamento dello stipendio del personale che dovrebbe garantire un servizio di sorveglianza e pulizia e, dall'altra, un appalto alla cooperativa sociale.
Vi sono altre realtà, invece, che, magari, utilizzano solo il personale ATA in numero molto ridotto e che, magari, necessiterebbero di un intervento di un soggetto terzo. Vi è poi una terza realtà in cui la presenza è corretta.
La ripartizione delle spese non avviene in modo qualitativo continuiamo ad avere quelli che vengono definiti appalti storici, cioè appalti che negli anni sono stati costruiti da parte delle singole realtà indipendentemente dall'istituzione che intendeva utilizzare queste cooperative, al di là del personale in organico.
Credo che se riuscissimo a fare una valutazione nel merito verosimilmente, riusciremmo a rispondere in modo migliore alle problematiche. Va poi detto una cosa in termini generali, che non vale solo per la cooperazione sociale all'interno delle scuole, ma in termini generali.
Anche all'interno di questi servizi, un servizio può essere razionalizzato. Ricordo che la nostra regione, nel Nord Italia, è una di quelle che ha il maggior numero di inserimenti di personale ATA, in particolare modo negli ultimi anni.
vero che gli ultimi due provvedimenti del Ministro Tremonti hanno fortemente ridotto i trasferimenti, quindi anche il personale, ma questo deve essere parametrato ad un'esigenza reale. Se non vi fosse una reale esigenza, vi sono modalità di supporto a quelle che sono fasce di persone in difficoltà che non necessariamente deve essere quella di garantire un servizio, laddove questo servizio non è necessario. Nelle tante divagazioni fatte, potremmo anche fare valutazioni rispetto alla congruità della cooperazione sociale, cioè delle persone che operano all'interno delle stesse, e ci renderemo conto, per chiunque le conosca e non sia ipocrita che in moltissimi casi i soggetti che svolgono le mansioni delle cooperative sociali non hanno assolutamente i requisiti che vengono anche richiamati all'interno dell'ordine del giorno, ma ci sono una serie di vantaggi che fare cooperazione sociale, anche da un punto di vista fiscale anche garantito da questa Regione, dà rispetto ad essere un'impresa normale o una cooperativa di tipo A. Questo è un ragionamento che ci porterebbe lontano.
Credo che andrebbe fatta una verifica sulla reale congruità dell'utilità dei servizi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Soltanto per esprimere il parere favorevole della Giunta e per ringraziare la Consigliera Cerutti per aver presentato l'ordine del giorno e tutte le altre forze politiche rappresentanti all'interno dell'Aula per averlo sottoscritto.
Ho apprezzato la sensibilità del Consigliere Reschigna, che ci ha permesso di avere uno strumento in più che per noi è utile. Nell'incontro di martedì scorso a Roma con il Ministro Gelmini abbiamo depositato insieme al direttore Albert, una richiesta affinché venisse stralciata la posizione del Piemonte da questa circolare.
Quest'ordine del giorno, che si aggiunge alla posizione assunta dalla Giunta, dà forza a questa iniziativa e ci fa ben sperare, se non per avere uno stralcio completo di tutto il pacchetto 25%, almeno di una quota perch noi, come annunciato nella presentazione del progetto straordinario sull'occupazione, siamo disponibili ad intervenire con risorse anche regionali per attenuare gli effetti negativi di questa situazione.
Riconosco tutte le motivazioni e faccio nostre, come Giunta, tutte le valutazioni e riflessioni espresse dai Consiglieri.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito.
Non essendovi Consiglieri che intendono intervenire per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 8, il cui testo recita: "Considerato che: il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, con nota protocollo n. 9537, nel 2009, ha prescritto che la 'spesa per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie di cui alla direttiva del Ministero n. 68/05 (c.d. ex appalti storici) deve essere prevista nella misura massima del 75% del corrispettivo pattuito nel contratto in essere. A questo proposito si ricorda che ai sensi dell'articolo 11 del R.D. 2440/1923, qualora nel corso di esecuzione del contratto occorra una diminuzione della prestazione, l'appaltatore è obbligato ad assoggettarsi nella misura massima del 20%. Oltre della percentuale, l'appaltatore, laddove non si avvalga della risoluzione del contratto, è obbligato ad assoggettarsi all'ulteriore riduzione. Pertanto a fronte dell'ottimizzazione del servizio, la spesa per tale voce va ridotta del 25% rispetto a quella dell'anno in corso'.
Tale riduzione ha comportato una riduzione di orario e di salario fino al ricorso alla Cassa Integrazione in deroga per evitare licenziamenti.
Nella Regione Piemonte sono a rischio più di 1000 posti di lavoro e che gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti appartengono a categorie svantaggiate (legge 381, over cinquantenni, donne sole con figli) che avrebbero una non facile ricollocazione sul mercato del lavoro.
L'esperienza dell'utilizzo delle cooperative sociali per la gestione dei servizi di pulizia e sorveglianza nasce nella nostra Regione nel 1995.
In questi 15 anni oltre ad aver garantito un servizio di qualità nelle scuole le cooperative sociali hanno permesso nei confronti dei soggetti svantaggiati (legge 381) ed alle fasce deboli una reale integrazione abbattendo i costi derivanti dai sostegni economici delle politiche sociali.
Da mesi le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali di tipo b sostenuti dai sindacati sono in stato di agitazione e il 7 giugno è stato proclamato lo sciopero nazionale da CGIL CISL UIL Commercio degli 'appalti storici' Il Consiglio regionale Sostenendo le lavoratrici, i lavoratori e le organizzazioni sindacali nelle loro rivendicazioni Impegna il Presidente della Giunta regionale Ad intervenire nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca affinch vengano ripristinate per il prossimo anno scolastico le risorse economiche previste prima dell'emanazione della circolare prot. 9537/2009 e lo stralcio per la Regione Piemonte dell'applicazione della suddetta circolare come già avvenuto nel passato scongiurando la possibilità che il nostro territorio regionale perda ulteriori posti di lavoro ed aumenti i costi relativi alle politiche sociali.
Ad istituire nell'immediato un tavolo di crisi che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, sociali e di rappresentanza con il compito di monitorare e trovare soluzione al problema".
Il Consiglio approva.
Prima di sospendere i nostri lavori, ricordo che la Conferenza dei Capigruppo domani è anticipata alle ore 13.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 18.01)



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