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Dettaglio seduta n.136 del 14/07/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Alle ore 14.31 il Vicepresidente Placido comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio a una delegazione del Consiglio regionale della Lombardia


PRESIDENTE

Desidero comunicare che è presente una delegazione di funzionari e di collaboratori dei servizi generali operativi del Consiglio regionale della Lombardia, in visita al Consiglio regionale del Piemonte per vedere il modo organizzativo di operare.
A nome dell'intera Assemblea, desidero dare a queste signore e a questi signori il benvenuto.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Mozione n. 241 presentata dai Consiglieri Artesio, Bresso, Buquicchio Cerutti e Stara, inerente a "Ruolo dei dipartimenti di prevenzione nella tutela della salute nei luoghi di lavoro" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Chiederei all'Aula l'inversione del punto collocato al n. 10) dell'ultima convocazione pervenuta. Trattasi della mozione n. 241, "Ruolo dei dipartimenti di prevenzione nella tutela della salute e nei luoghi di lavoro". Chiederei di anticipare questa mozione eventualmente a seguire rispetto alle altre mozioni. Noi iniziamo il nostro lavoro con la discussione di mozioni e, anche per omogeneità di tipologia degli atti chiederei che questa mozione venga inserita subito dopo.



PRESIDENTE

In realtà, si riferisce al punto 6) all'o.d.g.



ARTESIO Eleonora

Infatti, se fosse al punto 6), come da convocazione cartacea, non avrei nulla da richiedere, ma nella ricerca "supporto alle sedute dell'Aula" è slittata al punto 10).



PRESIDENTE

No, è al punto 6) all'o.d.g.
Richiamo l'attenzione dell'Aula sul fatto che questo, però, comporta una problematica. Com'è noto, avevamo preso impegno ed era stato richiesto di collegare a questa mozione, in una serie di interventi, anche l'ordine del giorno n. 432, "Maternità e tutela posto di lavoro", presentato dai Consiglieri Cursio, Spagnuolo, Gariglio ed altri. Si può?



ARTESIO Eleonora

No.



PRESIDENTE

Va bene.
Colleghi, un attimo di attenzione.
Com'è noto, modificheremo l'o.d.g. della seduta di oggi andando a trattare sostanzialmente le quattro mozioni che propongono l'istituzione di Commissioni speciali e, nella fattispecie, le mozioni n. 403, n. 404, n.
405 e n. 406, che saranno trattate immediatamente dopo le mie comunicazioni.
La Consigliera Artesio chiede, dopo queste quattro mozioni, di trattare la mozione n. 241 "Ruolo dei Dipartimenti di prevenzione nella tutela della salute e nei luoghi di lavoro", presentata dai Consiglieri Artesio, Bresso Buquicchio, Cerutti e Stara.
L'Aula acconsente?



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Riepilogo. La proposta è questa: trattare le mozioni n. 403, n. 404, n.
405 e n. 406, che propongono separatamente a firma di diversi Consiglieri l'istituzione di Commissioni speciali conoscitive d'indagine e d'inchiesta.
Seguirà la trattazione della mozione n. 241, "Ruolo dei dipartimenti di prevenzione nella tutela della salute e nei luoghi di lavoro", presentata dalla Consigliera Artesio ed altri.
L'Aula acconsente?



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. così modificato è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Burzi, Costa Raffaele Cota, Giordano, Sacchetto e Toselli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Primo Caporal Maggiore Roberto Marchini, caduto in Afghanistan il 12 luglio 2011


PRESIDENTE

Colleghi, chiedo un attimo di attenzione e di raccoglimento perch purtroppo, dobbiamo procedere ancora una volta a una commemorazione.
Si svolgono oggi a Roma i funerali di Stato del Primo Caporal Maggiore Roberto Marchini, caduto nell'adempimento del dovere martedì 12 luglio in Afghanistan.
Marchini, nato 28 anni fa a Caprarola nel Viterbese, apparteneva all'VIII Reggimento Genio Guastatori Folgore di Legnago, in Provincia di Verona. L'uccisione è avvenuta a circa tre chilometri a ovest dalla base Lavaredo nel distretto di Bakwa, in provincia di Farah. Il Caporal Maggiore Marchini è stato investito dall'esplosione di un rudimentale ordigno che era stato appena individuato dai militari italiani.
Sale così a 40 il numero dei caduti italiani dall'inizio della missione, nell'intento di portare la stabilità necessaria per costruire un futuro al martoriato Paese asiatico.
Con profonda tristezza, ci uniamo al cordoglio di tutte le istituzioni per questo grave lutto che colpisce l'Esercito italiano, esprimendo ai familiari e ai commilitoni del Primo Caporal Maggiore Roberto Marchini le più sentite condoglianze.
Rinnoviamo ai 4.200 uomini e donne delle Forze Armate italiane in Afghanistan e a quelli presenti in altre aree di crisi la gratitudine per il loro impegno al servizio della pace e della sicurezza internazionale.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto silenzio.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame mozione n. 403 presentata dai Consiglieri Goffi, Mastrullo, Negro Ponso, Biolé e Pedrale, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine conoscitiva su SCR" mozione n. 404 presentata dai Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Cerutti Ponso, Goffi, Biolé e Bono, inerente a "Istituzione di una Commissione Speciale d'Inchiesta su 'Gestione dell'Urbanistica regionale'" mozione n. 405 presentata dai Consiglieri Carossa, Tiramani, Angeleri Gregorio, Marinello, De Magistris e Molinari, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta conoscitiva sugli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli enti collegati e i privati nell'esercizio della gestione della cosa pubblica " mozione n. 406 presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Taricco Gariglio, Ronzani, Boeti, Manica, Placido, Motta Angela, Laus, Muliere Dell'Utri, Buquicchio, Cerutti, Stara e Artesio, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine, ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento, sulla sanità piemontese "


PRESIDENTE

Procediamo così. Dobbiamo trattare, come ho detto in apertura, le mozioni n. 403, n. 404, n. 405 e n. 406.
La Presidenza fa questa proposta. Darei la parola a un firmatario per ogni singola mozione, cominciando dalla n. 403 fino alla n. 406, per l'illustrazione. Poi aprirei il dibattito generale sulle quattro mozioni per concludere con eventuali repliche di uno tra i firmatari di ogni singola mozione, per poi porre in votazione le singoli mozioni. Mi sembra poi ovviamente l'Aula è sovrana e il dibattito metterà ogni Consigliere, e in particolare i Gruppi, in condizione di prendere una propria posizione sull'argomento - che l'intendimento sia di arrivare in ogni modo a votazioni separate delle quattro mozioni.
Ciò premesso, darei la parola a chi la chiede, relativamente alla mozione n. 403, avente ad oggetto "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine conoscitiva su SCR", di cui è primo firmatario il collega Alberto Goffi, che ha facoltà di illustrarla.
Prego, Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziare i colleghi che hanno consentito di spostare ad oggi questa discussione, venendo incontro ad una mia ragione di carattere personale e privato.
Ve ne sono grato e vi ringrazio.
L'illustrazione è già molto chiara nel deposito della mozione.
Non risponde certamente ad intenti giustizialistici; credo che abbia come unico intento, quello di permettere alla politica di riappropriarsi di un suo ruolo, un ruolo di controllo sulla gestione di un ente che gestisce appalti e lavori importanti, e che in questi anni ha utilizzato, per la gestione di queste grandi opere, una società per azioni a carattere integralmente pubblico.
Credo che sia bene ricordare a tutti i Consiglieri regionali che le loro prerogative, in quanto Consiglieri regionali, sono quelle di indirizzo, ma soprattutto di controllo sull'attività amministrativa.
Personalmente non credo che il controllo vada delegato alla Magistratura. La Magistratura ha un controllo importante nella misura in cui viene a conoscenza della notizia di reato. La Magistratura ha la competenza esclusiva di valutare gli oggetti, qualora vi sia la notitia criminis.
Alla politica spetta tutto il resto: alla politica spetta il compito di andare a verificare, là dove non vi siano invece notizie di reato, se la procedura è stata eseguita correttamente, se...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Goffi.
Abbiamo un intenso pomeriggio di lavoro, essendo anche inusuale trattare l'istituzione di Commissioni speciali, quindi chiederei più attenzione, sopratutto per mettere in condizioni il Consigliere Goffi di esercitare il proprio diritto d'intervento.
Prego, continui.



GOFFI Alberto

Grazie.
L'intento non è quello di sovrapposizione con l'attività investigativa e di controllo della Magistratura, che ha un'attività diversa. Là dove vi siano notitiae criminis, quindi notizie di reato, la Magistratura fa il suo corso. Compito della politica è di verificare se tutto ciò che non è al vaglio della Magistratura abbia seguito un corretto iter procedurale.
Questo è il motivo per cui credo che si debba costituire una Commissione d'inchiesta sulla SCR; società che in questi anni ha gestito appalti per oltre un miliardo d'euro. Oggi, seppur in modo incidentale, una parte di questi appalti sono oggetto di vaglio da parte della Magistratura proprio per la presenza di elementi di reato.
Là dove invece non c'è questo controllo, è bene che interveniamo noi esercitando le prerogative proprie dei Consiglieri regionali, che non hanno la prerogativa del controllo.
Non ha quindi nessun fine giustizialistico; non ha nessun fine di sovrapposizione della giusta e legittimità attività della Magistratura, ma ha l'unico fine di ridare moralità e forza al compito della politica dell'alta politica.
Credo che l'intento di tutto il Consiglio regionale sia quello più volte ricordato anche dal Presidente Cota: eliminare e togliere dal circuito della politica le mele marce.
Se non lo fa la politica, quale altro organismo costituzionale potrebbe mai farlo? Non aspettiamo che ci siano le indagini, effettuiamole noi con il senso di responsabilità che ci è proprio e con il senso di responsabilità che personalmente ritengo abbiano i Consiglieri regionali che, autorevolmente, siedono in questo consesso.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'illustrazione della mozione n. 404, presentata dai Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Cerutti, Ponso, Goffi, Biolé e Bono avente ad oggetto "Istituzione di una Commissione Speciale d'Inchiesta su 'Gestione dell'Urbanistica regionale'".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il Procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, ha risposto a domande di alcuni giornalisti dopo l'operazione "Minotauro", dicendo che stupirsi che la mafia sia presente anche al Nord è come stupirsi che l'acqua bagni.
A mio modesto avviso ritengo che, partendo dalle considerazioni che scaturiscono in un momento così delicato di indagini della Magistratura e di alcuni scandali che al momento sono forse classificabili come scandali giornalistici e che attendono il vaglio e la decisione definitiva da parte della Magistratura, oggi sia opportuno che le Istituzioni assumano un importante ruolo di costante monitoraggio della gestione del territorio nell'ambito degli strumenti affidati agli Enti locali, i quali hanno poi come stabilito dallo Statuto, un avallo da parte della Regione. Mi riferisco ai Piani regolatori che, se usati correttamente, rappresentano uno strumento straordinario per disegnare e progettare lo sviluppo di una città.
Proprio perché rappresentano, come altri ambiti, il miele per determinati soggetti malavitosi, richiedono, anche alla luce di quanto è emerso, un approfondito esame da parte nostra, da parte del legislatore.
Quando parliamo di Commissione d'inchiesta non dobbiamo assolutamente assumere una posizione di scetticismo. Non possiamo dire: "Facciamo istituiamo una Commissione d'inchiesta, tanto non serve a nulla". Se così fosse, non le facciamo. Nessuno di noi vuole fare qualcosa di inutile nessuno di noi vuole attribuire agli uffici, che dovranno indubbiamente farsi carico di una mole di lavoro, in questo caso straordinaria (e che mi permetto di ringraziare anticipatamente) nessuno di noi vuole questo e quindi dobbiamo abbandonare questo atteggiamento che non aiuta sicuramente a raggiungere un obiettivo di totale e massima serietà in quello che dev'essere sia l'approccio sia, poi, lo svolgimento.
Le Commissioni d'inchiesta non le abbiamo inventate quest'anno, pochi anni fa, o nel corso delle ultime legislature: chi avesse fatto una ricerca evincerebbe chiaramente che una delle prime Commissioni d'inchiesta risale alla fine dell'800, quando proprio il Governo piemontese cominciò ad occuparsi dei delitti di mafia e nel 1875 istituì una Commissione d'inchiesta come quella di Fianchetti e Sonnino, che molti di voi ricorderanno. Si riuscì, proprio in quella Commissione d'inchiesta, a dimostrare le contiguità criminali con la sfera politica. La Commissione definì la struttura criminale organizzata "industria della violenza", una "classe con interessi propri", una "forza sociale a se stante". Ci sono poi stati nel dopoguerra altri tentativi da parte del Parlamento nazionale, a iniziare dal '48 fino al '61, ma in quei casi la classe politica si chiuse a riccio e, se si rileggono gli atti di quegli interventi, risulta che c'è stato qualcuno che, nel bocciare per esempio la proposta del Senatore Ferruccio Parri, disse che era un'offesa per le istituzioni il fatto di indagare su se stesse.
Finalmente, però, nel '62 l'Assemblea regionale siciliana guidata da Piersanti Mattarella chiese e ottenne che la risposta al problema della criminalità mafiosa fosse normata dal punto di vista istituzionale, con Commissioni d'inchiesta parlamentari che avessero lo scopo di approfondire le contaminazioni, sia nei settori dei dipendenti, dei funzionari e dei dirigenti, sia in quelli degli eletti. Se fate caso, solo nel 1982 con l'articolo 416 bis il legislatore riconobbe il reato di associazione mafiosa, distinguendolo dalla comune delinquenza organizzata.
Noi riteniamo, quindi - e penso che tutti noi qui, in quest'aula, lo riteniamo -, che la moralità non possa esaurirsi in un semplice rispetto delle regole: l'azione morale è quella che punta alla ricerca della verità considerata come valore. E la verità qualche volta è scomoda, però non ci deve far paura: non ci deve assolutamente far paura.
La sola Magistratura non può essere garante della questione morale nella gestione della cosa pubblica: è necessario che anche i responsabili della cosa pubblica se ne facciano carico. Mi piace ricordare una frase di Enrico Berlinguer, che spesso rileggo perché mi riempie il cuore, tratta da un'intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981. Berlinguer scriveva: "La questione morale esiste da tempo ma ormai èssa è diventata la questione politica prima ad essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzione, l'effettiva governabilità del Paese e la tenuta del regime democratico". Quali parole più giuste? Andiamo a vedere un sondaggio recentissimo, fatto su ampia scala, in cui ai cittadini è stato chiesto: "In che cosa consiste, secondo voi, la questione morale?". Pensate che l'83,2% degli intervistati ha detto la corruzione nella politica; il 78,4% l'evasione fiscale; il 72% la criminalità infiltrata nell'economia; il 62% il clientelismo; e così di seguito, per arrivare addirittura all'immoralità sessuale dei politici e degli italiani, considerata dal 25%.
Serve una commissione d'inchiesta, dunque; o più commissioni trattandosi di ambiti diversi, perché su questo voglio sottolineare che è inutile istituire una Commissione d'inchiesta che sia un calderone unico visto e considerato che, come emergerà da questa discussione, gli ambiti possono essere diversi e a volte lo sono completamente.
Allora voglio concludere richiamando l'importanza della corruzione nella Pubblica amministrazione che da sola, senza sommarla all'evasione fiscale e ad altri fatturati come quello delle mafie, è valutata in cento miliardi di euro l'anno. Termino con una frase che può essere simpatica o antipatica, non lo so. Non facciamo come i sacerdoti descritti da Voltaire nella sua opera "Zadig", che istituirono due Commissioni: una per stabilire se fosse lecito mangiare carne di grifone secondo la legge di Zoroastro e in parallelo, una seconda per stabilire l'esistenza o meno dei grifoni.
Concludo, Presidente: sto finendo. Il grifone esiste ed è annidato più di quanto noi non si possa immaginare. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'illustrazione della mozione n. 405, avente ad oggetto "Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta conoscitiva sugli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli Enti collegati e i privati nell'esercizio della gestione della cosa pubblica", presentata dal Consigliere Carossa e dai colleghi Tiramani, Angeleri, Gregorio, Marinello De Magistris e Molinari.
La parola al Consigliere Carossa per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Com'è già stato detto da chi mi ha preceduto, nessuno vuole assolutamente scavalcare la Magistratura che giustamente fa il suo lavoro e lo fa sicuramente anche nel miglior modo possibile. Anche la politica però, deve fare la sua parte e lo deve fare innanzitutto per un motivo: che non vi è da parte nostra alcun timore verso la strada che porta alla chiarezza, alla limpidezza, al fare veramente - come diceva prima il collega Goffi - "piazza pulita" o - come ha detto il Presidente Cota - allo "spazzar via le mele marce". La politica deve fare la sua parte, quindi, e per questo c'è stato anche un invito da parte del Procuratore Caselli, che ha assolutamente ragione: la politica deve fare la sua parte.
E come può farlo? La politica, secondo me, deve fare la sua parte in due maniere diverse: la prima nella componente più specifica dei partiti che già al proprio interno devono fare un lavoro continuo e quotidiano di controllo. Da Presidente del Gruppo della Lega Nord mi permetto di dire senza voler fare i maestri, che il nostro Statuto e le nostre regole già ci portano a questo, automaticamente. Il fatto che i nostri Parlamentari, i nostri Assessori, chiunque a qualsiasi livello sia stato eletto è presente settimanalmente nelle nostre sezioni a confrontarsi con i militanti, con i sostenitori e con i cittadini è già il primo modo per dare una risposta a queste infiltrazioni e a questi fenomeni che noi dobbiamo cercare di contribuire ad eliminare. Quando c'è un confronto continuo e chi è eletto è costantemente sotto gli occhi dei propri militanti, ben difficilmente - non al cento per cento - questo "signore eletto" potrà fare troppo il furbo.
La politica, però, deve anche dare un'altra risposta: quella per cui non solo noi, ma anche altri Gruppi, abbiamo presentato la richiesta di istituzione una Commissione speciale. Non intendo entrare nel merito delle altre richieste - non è certo questo il momento - ma mi limiterò ad illustrare molto brevemente la nostra, che, mi permetto di dire, comprende un po' la "ciccia" - scusatemi il termine - di quello che è la Regione: mi riferisco, cioè, ai soldi che, attraverso la Regione, le committenze o gli enti collegati, passano tra la Regione, i privati, la società, le imprese e quant'altro.
Da qui, la nostra richiesta di istituzione di una Commissione di indagine, che non voglio dire che debba essere riassuntiva delle altre richieste, ma che potrebbe rappresentare, magari, un punto di partenza per stabilire un comune accordo su questo problema e su questo impegno.
Nello specifico, chiediamo l'apertura di un'inchiesta conoscitiva su tutti gli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli enti collegati e i privati. Possiamo girarci intorno finché vogliamo, ma su una cosa hanno assolutamente ragione i Magistrati (a tal riguardo apro una breve parentesi): è chiaro che la mafia, la 'ndrangheta, la sacra corona unita sono fenomeni nati nel sud del nostro Paese - credo che nessuno credo possa confutarlo - ma è altrettanto evidente che questi fenomeni, come giustamente ha sostenuto il Procuratore Caselli, vanno dove ci sono i soldi (la "ciccia" di cui parlavo prima). Per cui, mentre prima rimanevano emarginati - concedetemi il termine, per quanto sia errato, ma al momento non mi viene altro - al Sud Italia, perché seguivano magari i soldi di allora, dati dal latifondo, dal lavoro dei braccianti o dei salariati in campagna, adesso l'economia è cambiata e i soldi si sono trasferiti tramite le imprese, soprattutto al nord. E naturalmente, queste associazioni a delinquere vanno dietro ai soldi, come ribadisce il Procuratore Caselli. Pertanto, nascondere la testa sotto la sabbia sostenendo che non sono presenti nel nostro territorio, è cosa assolutamente sbagliata.
Per questi motivi - interverrò ancora successivamente - il mio auspicio è che comunque vada il Consiglio regionale, anche tramite il lavoro dell'Ufficio di Presidenza si riesca a dare una risposta chiara per istituire una o più Commissioni di indagine (non lo so, vedremo nel corso della seduta come si evolverà la discussione) che facciano, nella maniera più concreta, più seria e anche più semplice possibile, sebbene appaia un po' come un controsenso, il lavoro per cui vogliono essere create.
Abbiamo una grande occasione: nel male c'è sempre un fondo di bene. E questo fondo di bene lo potremo ritrovare se riusciremo a fare un buon lavoro nell'ambito della Regione Piemonte. Questo, unito a quanto dicevo prima - un regolare controllo all'interno dei partiti e degli eletti - ci consentirà, forse, di garantire un buon servizio ai cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo, infine, all'illustrazione della mozione n. 406, avente ad oggetto "Istituzione di una Commissione speciale di indagine, ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento, sulla sanità piemontese", presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Taricco, Gariglio, Ronzani, Boeti, Manica Placido, Motta Angela, Laus, Muliere, Dell'Utri, Buquicchio, Cerutti, Stara e Artesio.
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Non utilizzerò i dieci minuti che mi sono concessi, posto che interverrò complessivamente nel corso del dibattito sulle quattro mozioni presentate per fare alcune considerazioni riassuntive.
Perché questa richieste? Perché il Piemonte ha incontrato nuovamente una pagina nera sulla vicenda della sanità. Anche se in questo momento tutto ciò è oggetto di un'autonoma iniziativa da parte della Magistratura rispetto alla quale noi non potremmo né aggiungere né togliere nulla, noi riteniamo che vi siano alcuni temi rispetto ai quali crediamo sia opportuno non lasciare unicamente all'indagine della Magistratura non dico l'accertamento della verità, ma quantomeno l'adeguatezza dei comportamenti e delle procedure in essere.
Nello specifico, mi riferisco ad almeno tre questioni, che citer velocemente: la prima riguarda la coerenza tra gli strumenti di programmazione e la gestione effettiva in materia di sanità. È un tema che si riallaccia alla funzione e al ruolo di controllo da parte del Consiglio regionale, in merito al quale, lo dico per essere chiaro, in questa fase intendiamo anche affrontare la questione dell'adeguatezza dei criteri attraverso cui l'Assessorato regionale alla sanità, in questo momento concede le deroghe rispetto alle applicazioni delle delibere della Giunta regionale in materia di personale.
La questione è già stata oggetto di numerosi interventi da parte del collega Ronzani, ma l'adeguatezza tra gli strumenti di programmazione e l'effettiva gestione in materia di sanità compete il ruolo del Consiglio regionale.
La seconda questione riguarda l'autonomia tra il livello della politica e il livello della responsabilità gestionale in capo ai direttori e ai dirigenti dei diversi settori. Anche su questo tema, che è stato riproposto proprio in queste settimane, riteniamo sia opportuno che il Consiglio regionale svolga un'adeguata funzione d'indagine, perché in questa legislatura abbiamo sentito parlare molto di tener lontana la politica dalla gestione della sanità. Per la verità, con molta onestà e senza eccessivi toni polemici, non ci pare che ciò appartenga, invece all'esperienza concreta di questi mesi. Noi crediamo che spetti invece alla politica andare a verificare fino in fondo.
La terza questione - le sto rappresentando molto sinteticamente, ma ce ne saranno certamente altre che proporremo durante il lavoro della Commissione (così perlomeno auspichiamo) - riguarda la tutela nei confronti degli operatori della sanità rispetto all'assunzione delle responsabilità che riguardano il loro ruolo ricoperto all'interno delle Aziende Sanitarie Locali e della stessa struttura organizzativa dell'Assessorato. È un tema che è emerso durante lo scandalo sulla sanità e che riteniamo sia opportuno approfondire.
Queste sono alcune delle ragioni che ci hanno indotto a presentare tale richiesta.
Le Commissioni d'indagine o d'inchiesta non si configurano - perlomeno non è nostra intenzione proporla - come una "caccia alle streghe", come un tentativo o uno strumento attraverso il quale si vuole scardinare un sistema. S'istituiscono perché in questo momento ravvisiamo l'esigenza che il compito di garantire questo tipo di rapporti (equità di comportamento trasparenza delle decisioni e coerenza delle stesse rispetto agli strumenti di programmazione) non possa essere lasciato ad altri, ma appartiene alla responsabilità politica del Consiglio regionale e alla funzione di controllo che il Consiglio regionale deve sviluppare ed assumere nei confronti dei servizi che sono oggi in capo all'Amministrazione regionale piemontese.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito generale su tutte le mozioni testé illustrate dai proponenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito a tutte e quattro le mozioni, ma, in particolare riguardo alla mozione n. 403, di cui sono il secondo firmatario, relativa alla Commissione d'inchiesta su SCR.
Chiediamo l'istituzione di questa Commissione, perché vogliamo dare maggiore credibilità alla politica, in questo caso alla politica regionale.
Il nostro fine è questo: maggiore trasparenza rispetto a quanto è avvenuto nel campo della sanità, andando anche indietro nel tempo, perch non sono solo stati appaltati 60 milioni d'euro, ma circa un miliardo d'euro, tempo addietro.
Vogliamo che l'opinione pubblica abbia una garanzia e una certezza rispetto a coloro - come il sottoscritto - che siedono in quest'Aula essendo stati eletti dal popolo. Dobbiamo garantire il massimo della trasparenza e della responsabilità nei confronti di coloro che ci hanno dato fiducia.
Guai a noi il giorno in cui non avremo più questa credibilità! Come hanno già detto molti altri e come ha detto anche il Presidente della Giunta, laddove ci sono delle mele marce, occorre toglierle.
questo che noi vogliamo: magari rimarremo in meno, in pochi, ma con più chiarezza e trasparenza.
Stiamo vivendo un momento molto difficile e delicato; non ci sono risorse, non ci sono fondi. I fondi esistenti devono essere investiti con chiarezza e giustizia.
Ecco perché vogliamo queste Commissioni d'inchiesta; se è il caso anziché quattro possiamo proporne meno, ma io suggerirei di votare tutte le mozioni e poi cercare un accordo al nostro interno (in questo caso non esiste maggioranza e opposizione, dobbiamo essere compatti e uniti), semmai istituirne due, concrete, e andare veramente in fondo a queste vicende.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Negro.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, chiedo un po' d'attenzione.
Il Gruppo regionale del Partito Democratico voterà tutte e quattro le mozioni; lo dico all'inizio del mio intervento per la semplice ragione che al di là che alcune delle richieste ci possano più o meno convincere rispetto al risultato finale atteso, in noi prevale un'esigenza, che voglio esplicitare in termini molto chiari.
Riteniamo assolutamente legittimo che qualunque tema sia stato posto da singoli Gruppi o singoli Consiglieri, come necessitante d'approfondimento ed attenzione, debba essere adeguatamente sviluppato all'interno del lavoro delle Commissioni o della Commissione.
In noi prevale il desiderio di dare, innanzitutto alla comunità piemontese, la chiara sensazione che all'interno dell'Aula consiliare non c'è chi vuole coprire qualcosa. Semmai, c'è un'esigenza di verità.
La seconda considerazione che voglio porre è la seguente: in noi è anche molto presente il fatto che nei prossimi mesi il Consiglio regionale dovrà occuparsi di questioni rilevanti per la comunità piemontese: la vita economica, la condizione sociale, la cosiddetta riforma della sanità, il come riuscire a tenere insieme il mantenimento della qualità e di un certo livello dei servizi e delle prestazioni, con le ristrettezze di bilancio.
Questo richiederà inevitabilmente al Consiglio regionale di occuparsi nel merito di tali questioni. Non vorrei, cioè, che i prossimi sei mesi del Consiglio regionale fossero unicamente dedicati ad un'esigenza, altrettanto legittima, d'approfondimento delle questioni oggetto della presentazione delle quattro mozioni.
Ecco perché, senza nulla togliere alla legittima e doverosa richiesta d'approfondimento di tutte le tematiche, esprimiamo una forte richiesta a tutti i colleghi Capigruppo e a tutti i Gruppi consiliari di questa Regione, affinché, dall'approvazione delle mozioni alla fase in cui il Consiglio regionale metterà in piedi l'atto formale d'avvio del lavoro d'indagine, ci siano le condizioni per dare vita ad un'unica Commissione d'inchiesta.
Questo riuscirebbe a tenere insieme e a contemperare una doverosa ricerca della verità e d'approfondimento delle situazioni, con il fatto di continuare ad operare e cercare di lavorare rispetto alle tematiche che ho rappresentato.
Per favorire tutto ciò - lo dico qui, in questa sede - il Gruppo consiliare del Partito Democratico, se si andrà nella direzione della costituzione di un'unica Commissione d'inchiesta, non pone pregiudizialmente la candidatura di un proprio esponente alla Presidenza della Commissione d'indagine - come Gruppo maggioritario dell'opposizione avremmo il diritto di rivendicarla - perché abbiamo di fronte a noi lo scenario che ho rappresentato: l'esigenza di approfondire tutte le questioni e, nello stesso momento, il fatto che l'attività del Consiglio regionale, nei prossimi sei mesi, sia doverosamente impegnata nel merito delle questioni riguardanti la vita economica e sociale del Piemonte.
Noi ci auguriamo che il confronto, che speriamo sia coordinato efficacemente dalla Presidenza del Consiglio regionale, da qui al prossimo passaggio consiliare possa realizzare le condizioni per una soluzione di questo tipo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Reschigna.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La sensibilità che i colleghi del Consiglio e la sottoscritta, avendo sottoscritto alcuni di questi documenti, intendono esprimere in ordine al bisogno di comprensione e trasparenza, attraverso la presentazione di mozioni che richiedono Commissioni d'inchiesta, deve coniugarsi con le prerogative tipiche del ruolo del Consigliere regionale e del ruolo di quest'Assemblea.
Noi non siamo qui per ragionare su eventuali violazioni in termini di costruzione amministrativa o su eventuali infiltrazioni che non saremmo in grado di riconoscere e giudicare e che non potremmo assumere come nostro compito, non essendo noi propaggini dell'attività giudiziaria, a meno che non sia in capo a noi, nell'eventuale analisi che svolgeremo, una doverosa attività di segnalazione.
Ritengo che il ruolo di una Commissione d'inchiesta istituita in seno all'Assemblea legislativa, abbia come obiettivo costruttivo quello di comprendere l'eventuale inappropriatezza delle forme attraverso le quali viene costruita la decisione o viene assunto l'atto amministrativo, sia che si tratti di atti deliberativi sia che si tratti di mandati assegnati ad organizzazioni che abbiamo costituito con partecipazione regionale sia che si tratti di atti assunti per via amministrativa e tecnica. Penso, cioè che un'efficace attività delle nostre Commissioni d'inchiesta abbia bisogno di determinare esattamente il campo d'indagine.
In alcuni di questi documenti, il campo d'indagine è ben definito.
Faccio riferimento al documento che ha come primo firmatario il collega Buquicchio, che indica esplicitamente, parlando della programmazione urbanistica, quali sono gli ambiti territoriali sui quali intende soffermare l'attenzione.
Un altro caso è rappresentato dal documento che ha come primo firmatario il Consigliere Reschigna, che, individuando l'ambito delle politiche sanitarie quale oggetto di indagine, fa esplicito riferimento e correlazione alle questioni che, purtroppo, sono diventate oggetto di indagine della Procura della Repubblica.
Altre indicazioni, concernenti altre Commissioni d'inchiesta, hanno caratteristiche di tipo più generale, che nelle sedute istitutive delle Commissioni stesse dovranno essere definite come perimetri ragionevoli di esplorazione, affinché il nostro lavoro possa giungere concretamente ad un risultato.
Condivido l'indicazione che il Consigliere Reschigna proponeva a quest'Aula, affinché si riesca a costituire un organismo unitario, che potrà articolarsi per rivoli di sottogruppi, di sottocommissioni e di sottoapprofondimenti, che, però, riesca a garantire snellezza nei tempi e nei lavori, senza con ciò inibire l'attività ordinaria e obbligatoria delle molte scadenze che quest'Aula ha di fronte a sé.
La questione alla quale vorrei arrivare - ovviamente, in questo momento, è un auspicio, ma deve anche essere un dovere per qualunque componente di queste future Commissioni - è la seguente: vale a dire rendere utile il lavoro dell'indagine non soltanto per aumentare il patrimonio di conoscenza che i Consiglieri acquisiranno, ma anche per riuscire ad introdurre delle eventuali modificazioni rispetto ai comportamenti ordinari.
Se rileviamo situazioni labili dal punto di vista della certezza della norma, delle situazioni contraddittorie o delle situazioni di sovrapposizione di organismi deputati ad esprimere pareri, cioè situazioni che, essendo contorte sul piano formale, rendono meno intelligibile anche all'esterno la decisione che poi viene assunta, dovrà essere impegno di queste Commissioni invitare l'intero Consiglio a intervenire con quelle modifiche regolamentari o di altra natura che si renderanno necessarie.
Infatti, credo che il principio che tutti hanno voluto richiamare, cioè la distinzione tra un'attività di indagine, che può essere svolta dalla Magistratura, e un'attività di ricognizione, che è svolta dall'Aula, possa avere, ai fini dell'Aula, un esito realmente produttivo: vale a dire procedere ulteriormente nelle linee di semplificazione e di trasparenza che sono due prerogative iniziali affinché ogni decisione possa essere descritta e compresa anche all'esterno di quest'Aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Prima di procedere con il dibattito, mi permetto di porre all'attenzione quanto segue. Siccome il dibattito generale è unico e le mozioni sono già state illustrate, ho sentito parlare, anche negli interventi - in particolare il Consigliere Reschigna, ma non solo - di un'ipotesi - mi permetto di portarmi avanti con il lavoro, essendo anche il Presidente dell'Ufficio di Presidenza che dovrà occuparsi della questione in caso di approvazione di una o più mozioni: due mozioni riguardano la Commissione d'indagine e due mozioni, invece, la Commissione d'inchiesta.
vero che, in caso di approvazione di una o più mozioni, poi, sarà l'atto definitivo ad essere posto all'attenzione dell'Aula e sarà l'Aula nella sua sovranità a decidere, però, volevo fornire un elemento ulteriore al dibattito, se dovesse prevalere un orientamento con più documenti o un unico documento per l'istituzione di un'unica Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie Presidente.
In relazione a quest'argomento abbiamo già discusso e già in parte approfondito le motivazioni che hanno indotto diversi colleghi e diversi Gruppi consiliari alla presentazione di queste mozioni, quindi alla richiesta di costituzione di queste Commissioni d'inchiesta.
Ribadiamo quanto già espresso in altre occasioni: siamo sicuramente favorevoli relativamente all'utilizzo dello strumento della Commissione d'inchiesta, se davvero ha l'obiettivo di approfondire alcune tematiche amministrative, politiche e gestionali interne alla Regione Piemonte, non intendendola come una sovrapposizione ad attività che, invece, sono di competenza della Magistratura.
La trasparenza amministrativa deve essere un obiettivo di qualsiasi amministrazione regionale; lo è senz'altro della nostra amministrazione di centrodestra. Quindi, ben vengano le richieste, provenienti da più parti della costituzione di Commissioni che intendono approfondire anche la storia e, allo stesso tempo, conoscere meglio l'attività di alcuni enti strumenti ed organismi della Regione Piemonte che hanno lavorato in questi anni.
Sarebbe anche positivo - è il nostro auspicio - rilevare eventuali criticità; altresì poter constatare che il lavoro è stato svolto in maniera positiva e concreta.
Tra l'altro, il lavoro delle Commissioni d'inchiesta potrebbe essere propedeutico ad individuare gli ambiti più critici della Pubblica Amministrazione - in questo caso regionale - e, allo stesso tempo, anche gli strumenti operativi e procedurali per far partire davvero quel progetto annunciato dal Presidente Cota in riferimento ad un'agenzia, o ad una sezione, o ad un organismo per il sistema del controllo di gestione interno alla Regione.
Pertanto, intendo delle attività che, da un lato, non creino inutile confusione rispetto a quelle che, invece, devono essere svolte da altre Autorità, quale quella giudiziaria, e, dall'altro, che facciano chiarezza da un punto di vista politico e amministrativo, magari fornendo anche gli strumenti per migliorare il sistema di controllo interno alla Regione Piemonte.
Da questo punto di vista, noi siamo d'accordo in ordine alla costituzione di queste Commissioni d'inchiesta. L'unica mia preoccupazione qualora si proceda in questa direzione, riguarda l'individuazione di un sistema affinché l'attività di queste Commissioni sia davvero efficace e non intralci, ovviamente in maniera involontaria, l'attività delle altre Commissioni, perché, come sapete, il calendario delle Commissioni consiliari è già molto intenso, quindi prevedere quattro Commissioni d'inchiesta contemporanee non è di poco conto.
In una precedente riunione in Conferenza dei Capigruppo avevo ipotizzato la costituzione di una Commissione d'inchiesta unica e, poi, la creazione di sezioni specifiche sulle varie tematiche indicate. Invece, è possibile scegliere altre strade, prevedendone due o quattro, per ricordando di non sottovalutare le difficoltà operative nello svolgere le Commissioni d'inchiesta. Questo è l'unico mio piccolo timore che faccio presente e trasmetto al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza, che dovrà riflettere sull'organizzazione di queste Commissioni d'inchiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anch'io ritengo che una - e non quattro - Commissione d'inchiesta sia sensata, anche perché il Consiglio regionale deve dare un segno al Piemonte in ordine al fatto che ci si sta adoperando per evitare che altre situazioni, quale quelle della sanità, si verifichino nuovamente.
Coloro che, in passato, si sono seduti in quest'aula hanno testimoniato che le Commissioni d'inchiesta di vario tipo non sono mai servite a molto.
possibile che anche questa non porti a granché, tuttavia, quantomeno salva la forma. Poi, ritengo che spetterà al Presidente della Commissione specifica dare luogo anche ad una sostanza.
Quindi, ben venga la costituzione di una Commissione, in tempi rapidi in maniera tale che, fin dall'inizio, si possa esprimere un segnale concreto che dimostri l'interesse del Consiglio ad evitare altre situazioni tipo quelle legate alla sanità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Vi avevo già fatto cenno in un precedente intervento - non ricordo quale argomento toccasse il tema specifico - ma, visto che oggi si svolge il dibattito su questo, mi sembra doveroso prendere la parola; tra l'altro non ne abbiamo parlato in sede di Gruppo, né in maggioranza. Se non mi sono distratto, mi pare sia stata avanzata una richiesta di interruzione dei lavori, che immagino a questo sia propedeutica. Quindi, mi permetto di esprimermi con una certa chiarezza e anche libertà il pensiero.
Come ha detto poco fa il collega Dell'Utri, nelle ultime legislature tutte le Commissioni che in tal senso si sono originate, indipendentemente dalla causa che le ha originate - però il Consiglio le ha approvate - mi pare di poter dire che sono state totalmente inutili, sia quelle chieste da noi sia quelle subite da noi, quando si era in maggioranza. Quindi, si parte già con una convinzione aprioristicamente di ragionevole inutilità.
Siccome ho molta stima del Presidente Reschigna, stima personale come l'avevo anche del precedente Capogruppo del PD, dando per non ipotizzato che lo scopo sia di intasare, ove ce ne fosse bisogno - e non mi sembra che ce ne sia bisogno - i lavori, e francamente, se fossi seduto lì, non ne avvertirei alcun bisogno, e certamente non ne avverto alcun bisogno come Consigliere di maggioranza, ed entrando nel merito - perché c'è un momento in cui bisogna entrare nel merito - su SCR, devo dire che ero tra i firmatari di un emendamento che ne chiedeva l'abolizione.
L'emendamento, per quanto ci riguarda, è stato ritirato dietro una presa di responsabilità del Presidente della Giunta, quindi ci manca ancora che adesso, da Consigliere di maggioranza, vada a fare le pulci al Presidente della Giunta, che sta lavorando in questa direzione, perché così ci ha detto e non ho motivo di non credergli.
Per quanto riguarda l'urbanistica regionale, materia sommamente inutile come la scorsa legislatura ha ampiamente dimostrato, non vedo alcuna ragione né di Commissioni speciali né particolari. Si lavori in II Commissione, che credo sia tuttora la sede competente, per discutere dei temi che la materia prevede.
Peraltro, mi sia consentito fare una considerazione nei confronti del Vicepresidente della Giunta, nonché Assessore competente, Ugo Cavallera. Se c'è una persona iperdisponibile nei riguardi del dialogo con tutte le parti, ma proprio tutte - e ribadisco tutte - e nessuna esclusa, è proprio lui. Quindi, anche in questo caso, non vedo che il normale dibattito potrebbe essere accresciuto da fatti specifici, che non avverto esserci.
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, idem come sopra e torno a dire che non vorrei che qualcuno in Consiglio pensasse - credo erroneamente che ci mettiamo noi come Consiglieri a sostituirci nel fare quanto è di dovere di alcuni aspetti della funzione pubblica, perché la funzione della vigilanza non ce la stiamo inventando noi oggi in Aula, perché è un pomeriggio estivo. È specificamente codificata nelle attività della struttura burocratica ed è specificamente un dovere che la Giunta, comunque formata e chiunque la occupi, ha in sé. Quindi, le persone che hanno già l'incarico facciano quanto a loro compete.
Non entro neanche nel merito della Commissione sanità, perché avendo vissuto, l'ho già detto ma lo ripeto, un intervento eccellente di marketing elettorale, allora gestito dall'attuale Presidente Saitta - chi non ci crede vada a vederne i fogli - che ha fatto anche un libro intitolato "Tutta la Commissione minuto per minuto" (basta andarlo a leggere), è un errore che da maggioranza ho già subito e francamente non mi allineo a subirne uno nuovo.
Tra l'altro, al momento attuale non ne vedo neanche il merito, ma vedo la necessità che nell'ambito della sanità si lavori e molto, e non che si facciano delle Commissioni di inchiesta.
La sintesi. Diverso è invece pensare, in sede privata, e quindi in sede statutaria - perché lo Statuto della Regione Piemonte è come tutti gli strumenti migliorabile e anche il nostro lo è, ancorché l'abbiamo votato soltanto cinque anni fa - ad una Commissione in qualche modo evolutiva per la sede della Regione, che è una funzione legislativa e non di gestione anche se a molti piacerebbe che fosse solo di gestione e non di legge. Per il dettato legislativo che ci ha fatti nascere impone alla Regione una funzione di coordinamento e di indirizzo, quindi una potestà legislativa e non una potestà specificamente gestionale. Diverso è avere, pensandoci bene, un qualcosa di simmetrico rispetto alla Commissione di controllo, che è presente negli Enti locali e che, per sua natura, come peraltro tutte queste Commissioni, non può che essere gestita da un membro dell'opposizione. Perché ci manca ancora che in una Commissione di controllo, un'Aula decida di farla gestire da un membro di maggioranza.
Per carità, ne ho viste tante, ultimamente queste tante vengono sorpassate ogni giorno da nuove eccellenti sorprese che rendono la vita più celebre, ma in un'Aula legislativa, per quanto mi riguarda, le attività di controllo specificamente inventate non possono che essere presiedute da un membro autorevole o no che sia, ma in ogni caso espressione dei Gruppi di opposizione.
Questo è il mio sommesso pensiero, dopodiché vedremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Premetto che parlo a titolo di discussione generale, in attesa che ci sia una reale presa di posizione su quello che si intenderà fare di queste innumerevoli richieste che dobbiamo anche contestualizzare rispetto al momento che le ha prodotte, vale a dire quel momento in cui, se ci passava di fianco un qualsiasi tipo di argomento, avremmo detto che volevamo una Commissione di indagine anche per la signora delle pulizie che stava pulendo i bagni. Dico questo, perché forse ci siamo fatti prendere dall'emotività di quello che stava accadendo in termini giudiziari.
Specifico più nel dettaglio quella nei confronti di SCR non perché sia contrario - non è segreto che sono stato Consigliere d'Amministrazione di quell'ente, seppur di nomina dell'opposizione - ma credo che, prima di istituire quel tipo di Commissione d'indagine, che potrebbe anche essere letta come una Commissione che cerchi di commissariare un soggetto che con grossa fatica la maggioranza, insieme ad altri ho tentato di rilanciare bisognerebbe acquisire tutti i documenti previsti dalla legge.
Credo che, dal momento della sua istituzione ad oggi, comunque esista una semestrale che è prevista e che la Giunta regionale, sia dall'istituzione ad oggi, avrebbe dovuto produrla alla Commissione competente, oltre che aver definito il piano di attività.
A meno che qualcuno non abbia mai letto quali fossero i poteri attribuiti al Presidente del Consiglio di Amministrazione di SCR il 15/12/2009 con la delibera 11-12835, potrà bensì constatare che aveva qualcosa come - non li sto ad elencare - cinque pagine di poteri e che, di fatto, ha sicuramente superato i poteri di un amministratore delegato, di un Direttore generale di un qualsiasi altro di organo in conduzione di un'azienda.
Quindi, nello specifico mi sta benissimo andare a verificare, fermo restando che prima si sia presa visione dei vari settori e delle gare del piano di attività che SCR ha prodotto, se ci sia qualcosa di cui andare ad indagare. Altrimenti, dobbiamo andare a fare una sorta di "interrogatorio" all'ex Presidente del Consiglio di Amministrazione. Nulla mi spaventa anzi, se verrà costituita, chiederò al mio Gruppo di poter partecipare.
Altra questione è cercare di mettere ordine rispetto alle innumerevoli richieste che, com'è stato precedentemente detto da alcuni colleghi che sono stati seduti su questi banchi prima di me, di creare una Commissione di inchiesta.
Nuovo di questo Consiglio, ho tentato di andare a leggere se ci fosse all'interno dello Statuto e del Regolamento, un qualcosa che mi desse un'indicazione rispetto a qualcosa di importante o di saliente costituendo questa Commissione e affidandole un compito ben specifico.
Per quello che posso ricordare della mia storia, so che nel periodo in cui c'era il centrodestra governato da Ghigo, aveva molta visibilità Saitta, che successivamente è diventato Presidente della Provincia tramite i suoi vari libri bianchi sulla sanità, sulle partecipate e quant'altro, ma non aveva prodotto realmente nulla di particolare e di tangibile per dire che comunque fossero stati commessi dei reati. Poi, ripeto, non vorrei neanche che questo tipo di indagine si sostituisse o si sovrapponesse sia al lavoro che noi siamo chiamati a svolgere sia in alcuni campi, come quello della sanità, dove la giustizia sta facendo le opportune verifiche.
Quindi, sulla parte degli appalti pubblici e sulla parte dell'urbanistica concordo con chi ha detto prima di me che c'è una Commissione (II) che credo entri già nel particolare di determinate questioni, dunque non è il caso di appesantire ulteriormente questo lavoro che poi comunque andrebbe a discapito di quelle che potrebbero essere proposte che arrivano in Regione per essere approvate. Personalmente vedo un dilazionare nel tempo certe autorizzazioni, certe situazioni che potrebbero creare veramente dei problemi non poco importanti all'interno dei vari Comuni.
Il problema della sanità è talmente delicato che giustamente oggi la Presidente della IV Commissione, anche nel parlare di altri argomenti consigliava di tentare di affrontarlo in punta di piedi. Mi associo nel dire che forse è meno opportuno, in questo momento, pensare che le Commissioni d'inchiesta di Consiglieri possano sopperire a quello che fanno altri.
In questo quadro, occorre individuare un qualche soggetto o una qualche Commissione che riesca ad affrontare la situazione. A me era piaciuta l'idea, anche se forse un po' fuori dal coro, dell'Agenzia regionale o comunque di un soggetto di controllo regionale che, in qualche maniera facesse da garante per tutti gli Assessorati sotto il governo del Presidente.
In ogni caso, o si arriva a una sintesi di queste richieste, oppure vedo un qualcosa di molto farraginoso e, soprattutto, che rischia di appesantire il lavoro della struttura e di rallentare le attività oggi in essere che hanno già, per la propria burocrazia e per loro percorsi, dei tempi sufficientemente lunghi. Occorre evitare tutto ciò che porterebbe a una discussione spesso e volentieri non facilmente gestibile e credo che veramente saremmo al paradosso di metterci in un immobilismo tale che provocherebbe delle ripercussioni anche sull'economia del Piemonte.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare.
Prima di sospendere i lavori come richiesto dal Consigliere Pedrale, mi sembra di aver registrato una sorta d'intesa che quest'oggi i lavori possono finire intorno alle ore 18.
I lavori riprenderanno alle ore 16.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.18 riprende alle ore 17.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo l'impegno di terminare i nostri lavori alle ore 18.
Continuiamo con la discussione generale.
Ricordo che sulle mozioni non è prevista la dichiarazione di voto, ma è prevista la replica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Avevamo chiesto una breve sospensione dopo aver rilevato che, a proposito delle Commissioni richieste, alcune sono Commissioni d'inchiesta altre semplicemente Commissioni speciali di indagine conoscitiva.
Per questo motivo, ai sensi dell'articolo 31 dello Statuto del Consiglio regionale, abbiamo constatato che vi sono delle differenze.
L'articolo recita: "Il Consiglio regionale istituisce: a) Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive e in generale di esaminare, per riferire al Consiglio, argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della Regione b) Commissioni di inchiesta su materie di interesse pubblico alle quali i titolari degli uffici della Regione, di enti e aziende da essa dipendenti hanno l'obbligo di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie, senza vincolo di segreto d'ufficio.
2. Il Regolamento stabilisce le modalità di funzionamento delle Commissioni.
3. Le Commissioni di cui alle lettere a) e b) del comma 1 sono presiedute da un Consigliere di minoranza".
Noi ovviamente esprimiamo voto favorevole su tutte le quattro mozioni che richiedono la costituzione delle Commissioni d'inchiesta, però suggeriamo all'Ufficio di Presidenza di valutare come omogeneizzare l'attività di queste Commissioni, perché alcune sono state richieste come conoscitive e altre come commissione d'inchiesta.
Preghiamo l'Ufficio di Presidenza di dirimere questa questione anche di tipo giuridico e poi, come ho detto nel mio precedente intervento, vorremmo capire come organizzare in maniera efficiente i lavori.



PRESIDENTE

Come ho detto prima in discussione generale, è evidente che l'atto istitutivo sarà quello votato dal Consiglio regionale.
L'atto sarà predisposto dall'Ufficio di Presidenza e, come ho avuto modo di dire anche nella Conferenza dei Capigruppo, qualora fossero approvate una o più mozioni, deliberemo al più presto. È evidente che valuteremo sia l'intervento del Consigliere Reschigna, ma non l'unico, che auspicava l'istituzione di un numero inferiore di Commissioni, se non addirittura una sola; sia il suo, ossia di cercare di uniformare soprattutto qualora la Commissione fosse una sola, il potere di inchiesta e il potere indagine. Potremmo magari discuterne alla Capigruppo convocata per mercoledì, in modo che possa farmi carico di presentare all'Ufficio di Presidenza un quadro reale e immediato, rispetto alle approvazioni di oggi per formulare una proposta più o meno in linea con le aspettative del Consiglio, al quale ovviamente spetterà, in singolo e per Gruppo l'attività emendativa che eventualmente volesse produrre sulla proposta dell'Ufficio di Presidenza, per poi pervenire alla sovranità del voto finale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Cortesemente, le chiedo che le votazioni avvengano per appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, perché la richiesta può essere formulata anche da un solo Presidente di Gruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel sottolineare che credo sia anomala una proliferazione di Commissioni di indagine o di inchiesta, ancorché l'Ufficio di Presidenza decida una loro armonizzazione, credo - e lo dico ad ausilio dell'Ufficio di Presidenza, ma soprattutto ai sensi del verbale - che sarebbe molto più utile, per i lavori in questo consesso, istituire, con modifica regolamentare, una Commissione di controllo e di indagine, così come già esistente negli Enti locali, che abbia quindi modo di occuparsi di ciò che ritiene più opportuno e che non debba intervenire singolarmente sugli aspetti particolari.
Lo dico perché, rispetto alle mozioni che oggi votiamo, non nascondo che nutro alcune perplessità. Il mio voto sarà favorevole solo per spirito di partito, con uno sforzo non indifferente, ma è assolutamente evidente che vi sono alcune storture, o almeno le ritengo tali.
Intervenire su una tematica quale la sanità, con un'indagine della Magistratura in corso, mi sembra una cosa anomala. Intervenire sull'urbanistica indicando, sull'ordine del giorno, dieci Comuni, e non gli altri mille piemontesi, mi sembra un'assoluta anomalia. Non solo perché si interviene sui dieci, ma perché in qualche modo si mette in evidenza che nell'attività amministrativa di quelle dieci amministrazioni, governate in modo trasversale dal centrodestra o dal centrosinistra, ci possa essere quasi una sorta di cattiva trasparenza.
Ricordo che la Regione Piemonte è quella che approva i Piani regolatori, quindi al suo interno ha capacità di valutazione che attiene ai lavori della II Commissione. I colleghi sanno che le Commissioni hanno certamente attività di indirizzo di approvazione delle leggi, ma possono anche svolgere attività conoscitive, quindi senza istituire una Commissione di indagine o di inchiesta.
Mi sembra anomalo, soprattutto se lo propone una maggioranza, non perché vi siano timori rispetto a quello che le Commissione d'indagine pongono, ma perché mi sembra anomalo che si approvino quattro mozioni che sia nel metodo sia nel merito, non soddisfano rispetto a quella che deve essere un'attività generale di controllo. Se dopodomani il Consiglio dovesse valutare la necessità di approfondire un tema, con questo principio, ogni qual volta ciò avviene, dovremmo istituire o dare mandato all'Ufficio di Presidenza di estendere i compiti dell'eventuale Commissione che si va a creare.
un'anomalia. Ne vediamo tante: una in più o una in meno non fa differenza, però tenevo a precisarlo.



PRESIDENTE

mia intenzione convocare, prima della fine dei nostri lavori, una riunione della Giunta per il Regolamento, che presiedo, anche perché si tratta di dirimere il tema del numero legale nel corso dell'esame delle interrogazioni e delle interpellanze (poi abbiamo sempre la nota "questione aperta").
Le assicuro che, come Presidente della Giunta del Regolamento, ci sarà all'o.d.g. anche una valutazione sulle modalità di istituzione e l'eventuale proposta di istituzione di questo tipo di Commissione, secondo un'esigenza che mi sembra sia stata più volte richiamata nel dibattito.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Qualche proponente intende replicare? La parola al Consigliere Buquicchio per la replica relativa alla mozione n. 404.



BUQUICCHIO Andrea

Ringrazio lei, Presidente, e ringrazio tutti i Consiglieri che si stanno interessando del problema, magari con posizioni più sfumate o diverse.
ovvio - come dice il collega Pedrale, che ringrazio per il tentativo di sintesi che è riuscito a fare e perché apprezzo il termine che utilizza che occorre operare una "omogeneizzazione" nell'ambito di queste Commissioni. Se da una parte questo comporta una semplificazione necessaria anche per una questione pratica che attiene allo svolgimento dei lavori e quindi al lavoro che, oltre ai Commissari, spetterà inevitabilmente agli Uffici - non dobbiamo però, partendo da questa esigenza di semplificazione andare oltre pensando o immaginando, come mi sono permesso di dire prima nell'intervento di presentazione della mozione, di dover fare di tutta l'erba un fascio: di fare quindi uno "Zibaldone", un calderone unico da cui poi, nella sostanza, emerga un'inefficacia dovuta alla dispersione eccessiva di documenti da controllare o di azioni da perseguire.
Sono quindi d'accordo con quanto ha detto il Presidente del Gruppo di maggioranza relativa, nell'ambito della maggioranza: semplifichiamo pure il quadro, separando però gli ambiti. È ovvio, infatti, che in queste quattro mozioni ci sono argomenti che probabilmente possono essere più facilmente assemblabili e altri che sono proprio un'altra cosa.
Ben venga quindi l'intervento da parte dell'Ufficio di Presidenza che come ha annunciato, vorrà anche sentire un parere preventivo da parte dei Capigruppo, nell'ambito della loro Conferenza.
Auspico che da parte di tutti i Consiglieri ci sia la volontà di votare tutte e quattro le mozioni, demandando poi all'Ufficio di Presidenza, come abbiamo detto, una semplificazione per l'impianto e l'assetto dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi comunicano che nessuno vuole replicare in ordine alle mozioni n.
403, 405 e 406.
Il Consigliere Carossa aveva chiesto l'appello nominale per tutte e quattro le votazioni. Incominciamo a votare le mozioni: chiedo di prendere posto perché dobbiamo procedere a votazioni ripetute.
Do atto che il numero legale è 28.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 403, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che ai sensi della legge regionale n. 19 del 6 agosto 2007 è stata costituita SCR - Piemonte S.p.A.
società di committenza della Regione Piemonte, i cui membri del Consiglio di Amministrazione sono nominati, ai sensi dell'art.
2449 c.c. dalla Giunta Regionale i compiti di tale società, secondo quanto stabilito dall'art. 4 lettere a) b) e c) dello Statuto costitutivo sono: redazione di documenti preliminari alla progettazione e studi di fattibilità delle opere di interesse nonch le fasi di progettazione e direzione dei lavori, acquisto di forniture e servizi mediante sistemi dinamici d'acquisizione, aggiudicazione di appalti pubblici (ai sensi del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture Emerge da notizie giornalistiche un coinvolgimento della sopracitata società di committenza regionale SCR in vicende giudiziarie impegna il Presidente della Giunta a presentare proposta di costituzione di una Commissione speciale d'indagine con compiti di indagine conoscitiva, ai sensi dell'art. 43 del Regolamento interno del Consiglio regionale del Piemonte, al fine di accertare la regolarità di tutte le gare d'appalto finora bandite dalla SCR" L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 46 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 404, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che tra i compiti principali assegnati all'Ente regionale figura l'espressione di pareri vincolanti per la stesura dei Piani regolatori delle municipalità presenti nella Regione Piemonte considerato che emerge da notizie giornalistiche e dalle cronache giudiziarie un pressante interesse della malavita organizzata sulle attività edilizie in svariati comuni della Regione Piemonte s'impegna ad attivarsi ai fini della costituzione di una Commissione speciale d'inchiesta su "Gestione dell'urbanistica regionale", ai sensi dell'art. 33 del vigente Statuto regionale, nonché dell'articolo 43 del Regolamento Consiliare Tale Commissione speciale d'inchiesta sarà finalizzata ad assumere gli atti regionali preparatori, compresa la corrispondenza relativa, per l'espressione dei pareri di competenza nelle varie fasi dell'iter, relativi ai piani regolatori dal 1 gennaio 2008 ad oggi dei Comuni di: Moncalieri Nichelino Chivasso Rivarolo Canavese San Mauro Torinese Orbassano Cuorgnè Leinì Ivrea Ciriè" L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 405, il cui testo recita: "II Consiglio regionale valutato che le inchieste messe in atto dalla magistratura hanno creato la forte preoccupazione che vi possano essere infiltrazioni della malavita organizzata nella gestione della cosa pubblica anche relativamente all'approvazione degli strumenti urbanistici e ai relativi interessi che possono derivare da tali approvazioni rilevato che per la sua naturale espressione di Ente che legifera e gestisce un territorio, la Regione Piemonte e le sue società controllate hanno in essere numerosissimi contratti con i privati necessari ad espletare il proprio ruolo di amministratore della cosa pubblica considerato che l'inchiesta della magistratura in ambito sanitario ha generato preoccupazione per una corretta gestione in tale ambito della funzione pubblica considerato che tra le strutture chiave nella gestione dei rapporti economici con i privati vi è SCR -Piemonte S.p.A., società di committenza della Regione Piemonte costituita ai sensi della legge regionale n. 19 del 6 agosto 2007, i cui membri di Consiglio di Amministrazione sono nominati, ai sensi dell'art.
2449 cc, dalla Giunta regionale, mentre i compiti di tale società, secondo quanto stabilito dall'art. 4 lettere a, b e c dello Statuto costitutivo sono: redazione di documenti preliminari alla progettazione e studi di fattibilità delle opere di interesse nonché le fasi di progettazione e direzione dei lavori, acquisto di forniture e servizi mediante sistemi dinamici di acquisizione, aggiudicazione di appalti pubblici (ai sensi del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) ribadita la completa e totale fiducia nelle inchieste e nel lavoro che la Magistratura sta portando avanti ribadito inoltre che è quanto mai necessario porre dei termini di chiarezza, trasparenza e pulizia nella gestione della pubblica amministrazione regionale si impegna a costituire una Commissione speciale di inchiesta conoscitiva sugli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli enti collegati e i privati nell'esercizio della gestione della cosa pubblica, ai sensi dell'Art. 31 dello Statuto regionale vigente" L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 Consiglieri hanno votato SÌ 47 Consiglieri Il Consiglio approva.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 406, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in questi giorni sono emerse notizie preoccupanti relative alla trasparenza e alla correttezza della gestione della sanità piemontese, che hanno portato all'arresto dell'Assessore alla Sanità Caterina Ferrero, del suo collaboratore Piero Gambarino, del Commissario dell'ASL T05 e all'iscrizione nel registro degli indagati del Commissario dell'ASL T04 i fatti oggetto di indagine sembrano far emergere un rapporto inquietante tra mondo politico e imprenditori, oltre a chiamare in causa responsabilità funzionariali considerato che quanto in premessa avviene in una fase delicata della sanità piemontese, in una situazione in cui la Giunta propone ristrutturazioni anche radicali del sistema sanitario regionale appare quindi imprescindibile, accanto al percorso di accertamento delle responsabilità penali, comprendere appieno in che misura il sistema di condizionamenti e di deviazioni dalle finalità istituzionali che sembrerebbe emergere dalle indagini della magistratura influenzi la programmazione e la gestione della sanità piemontese impegna il Consiglio Regionale alla istituzione di una Commissione speciale, ai sensi dell'art. 43 del Regolamento, cui sia affidata un'indagine conoscitiva su fatti concernenti la sanità piemontese, al fine di accertare l'eventuale presenza di condizionamenti legati a vari interessi, comunque diversi dalla tutela della salute del cittadino".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Esame mozione n. 241 presentata dai Consiglieri Artesio, Bresso Buquicchio, Cerutti e Stara, inerente a "Ruolo dei dipartimenti di prevenzione nella tutela della salute nei luoghi di lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione della mozione n. 241.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La proposta di mozione che viene sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale ha una doppia origine.
La prima riguarda la particolare condizione nel tessuto produttivo della nostra Regione, che ci ha reso, nel tempo, elementi di anticipazione dei cambiamenti nell'organizzazione del lavoro (penso, in modo particolare nella produzione meccanica e metalmeccanica) e, dall'altro lato, la particolare capacità che ha avuto il sistema pubblico (soprattutto il sistema pubblico della prevenzione) di accompagnare i cambiamenti organizzativi in contesto lavorativo attraverso una specifica formazione dei propri operatori - in modo particolare dei Servizi SPRESAL assecondando la capacità tecnico-professionale di questi operatori dei servizi pubblici, con la necessità di renderli il più possibile adeguati ai cambiamenti in essere nel mondo del lavoro.
Purtroppo, contestualmente, la nostra Regione è stata nel tempo particolarmente esposta alle tematiche sulla prevenzione e sicurezza nel luoghi del lavoro. Cadrà tra due giorni, ad esempio, la ricorrenza del Molino Cordero. E voglio ricordare come la nostra Regione si è costituita Parte Civile in numerosi processi riguardanti l'omissione delle misure di sicurezza negli ambienti di lavoro, in ultimo la vicenda Eternit.
Di cosa vuole occuparsi questa mozione? Si vuole occupare di come in questa fase contemporanea si stanno evolvendo le condizioni di lavoro in alcuni ambienti.
I più recenti accordi sottoscritti dalle parti datoriali e sindacali (tutte o soltanto alcune) introducono un significativo cambiamento nell'organizzazione della produzione nella filiera automobilistica. In modo particolare viene introdotto, con il recente accordo siglato dal Gruppo FIAT, un cambiamento nelle modalità di calcolo dei tempi e dei ritmi di produzione che prima venivano calcolate secondo un sistema definito OCRA e ora, in base all'introduzione di una nuova metodica già in atto in altre condizioni europee, verranno calcolati secondo il metodo Ergo-UAS.
Cosa significa passare da queste due scale di valutazione? Significa ad esempio, che vengono calcolati in modo differenziato i carichi in capo alla parte superiore del corpo, in modo particolare agli arti, per quanto riguarda lo spostamento dei pesi o i tempi/velocità nei quali devono essere compiute determinate operazioni. La qual cosa, congiunta ad una modifica dei tempi di produzione, che, in modo particolare, interviene sulla costruzione nell'arco della giornata degli intervalli di pausa e di riposo e anche nell'introduzione in altri contratti di lavoro del lavoro notturno.
Ovviamente, tutto il sistema è presidiato non soltanto da accordi tra le parti, ma da specifici ruoli degli attori che la legislazione ha assegnato a monitorare e a vigilare sulla salute dei lavoratori. I primi attori sono i cosiddetti medici competenti, vale a dire quei medici che agendo nel contesto produttivo, devono occuparsi dell'analisi dello stato di rischio del settore produttivo e anche, in maniera periodica o su richiesta del lavoratore, valutarne l'idoneità alla mansione. Così come le successive legislazioni che sono intervenute in campo di prevenzione e sicurezza nell'ambiente di lavoro (in ultimo il decreto legislativo n. 81) hanno messo in capo ai servizi di vigilanza (quindi ai nostri Dipartimenti di Prevenzione) una specifica responsabilità di vigilanza non soltanto in termini sanzionatori, ma anche in termini di informazione e formazione nell'ambiente di lavoro, nonché di essere messi nelle condizioni di acquisire nel primo trimestre di ogni anno dai medici competente le analisi sullo stato di salute dei lavoratori.
Questa mozione cosa si propone? Si propone di aggiornare le funzioni tradizionali delle nostre strutture di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPRESAL), in modo particolare su quei contesti lavorativi in cui sono in corso dei cambiamenti organizzativi, i cui cambiamenti organizzativi non sono ancora misurabili né misurati perch siamo in una condizione di prima introduzione, e proprio perché siamo in una situazione di prima introduzione occorrerebbe un particolare monitoraggio.
Quindi noi chiediamo che ai Servizi SPRESAL venga assegnata la competenza di monitorare queste attività produttive, individuandone almeno una nell'ambito della propria attività aziendale (è molto facile sulla provincia di Torino, dove questi servizi sono stati accorpati, e lo è ancora di più nella città di Torino) e possano così, di concerto con i medici competente, mettere in atto una funzione veramente preventiva che non intervenga a distanza di anni a misurare le conseguenze sullo stato di salute dei lavoratori di una nuova modalità di organizzazione del lavoro ma possa accompagnarla mentre si svolge e, conseguentemente, prevenire dei rischi successivi.
Ricordo a tutta l'Assemblea legislativa che se la responsabilità sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è in capo agli attori dell'ambiente produttivo, le conseguenze sulla salute saranno poi in capo a tutto il sistema sociale, e quindi io credo possa essere di interesse rafforzare il momento di prevenzione piuttosto che ritrovarci, tra qualche anno, a misurare conseguenze che tutti insieme non abbiamo saputo leggere e quindi, non abbiamo saputo evitare.



PRESIDENTE

La mozione n. 241 è stata illustrata. Dichiaro aperto il dibattito generale. Ricordo che non esiste la possibilità per i Gruppi di esprimere dichiarazioni di voto su mozioni e ordini del giorno.
Non essendovi richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
L'Assessore vuole intervenire?



MACCANTI Elena, Assessore alla promozione della sicurezza e polizia locale

Mi rimetto all'Aula.



PRESIDENTE

L'Assessore si rimette all'Aula.
Collega Artesio, intende replicare?



ARTESIO Eleonora

No, rinuncio alla replica.



PRESIDENTE

Orbene, procediamo con la votazione del documento.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 241, il cui testo recita: "Premesso che: le disposizioni contrattuali intervengono, anche attraverso l'istituto degli accordi aziendali sull'adozione di modelli organizzativi e conseguentemente sulla scansione dei tempi di lavoro, con un ricorso sensibile al lavoro notturno, e sulle caratteristiche delle funzioni assegnate agli addetti, con l'obiettivo di crescita della produttività.
Queste disposizioni non possono prescindere dal rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza sul lavoro e dalla responsabilità di ogni attore pubblico e privato nell'ambito della prevenzione primaria.
Né si può ignorare che a seguito dell'innalzamento dell'età pensionistica il mondo del lavoro sia caratterizzato dalla presenza di lavoratori in età matura e di lavoratori parzialmente inidonei. Il più recente caso di modifica dell'organizzazione del lavoro riguarda l'accordo del 23 dicembre 2010 intercorso tra Fiat Group Automobiles S.p.A. e Fim, Uilm, Fismic, Ugl Metalmeccanici e Associazione Capi e Quadri Fiat.
Il modello introdotto è il sistema Ergo-UAS del quale si dichiara tra le parti contraenti la valenza di prevenzione in quanto strumento idoneo a definire il rischio in fase preliminare e a orientare la corretta assegnazione del personale con idoneità specifiche.
Il sistema interviene su una serie di elementi insiti nella postazione lavorativa (posture, forze, movimentazione carichi, frequenza arti superiori), anche al fine di ottenere un incremento della velocità di esecuzione.
Al medico competente spettano il rilascio del giudizio sull'idoneità specifica del lavoratore alla postazione ed altri compiti di valutazione previsti per questa figura clinico professionale.
Data l'innovazione dei procedimenti e data la responsabilità determinata dalle legislazioni di settore alle ASL e alle Regioni in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro (Piano nazionale della prevenzione 2005/2007, DPCM 17 dicembre 2007 relativo al patto per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, D.lgs 9 aprile 2008 n. 81 e successive modifiche, Piano Sanitario Nazionale 2011/2013 del 18 novembre 2010 paragrafo 2.3 ), pare opportuno proporre una funzione attiva degli Enti Pubblici deputati alla tutela della salute.
Il ruolo delineato per questi ultimi non esautora e non si sovrappone ai compiti specifici attribuiti al medico competente, bensì si esercita in ambito di macro sistema e di sorveglianza.
Assunto che: il giudizio di idoneità/inidoneità è regolato dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" (Testo coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106) con i seguenti articoli: "Articolo 41 - Sorveglianza sanitaria 1. La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente: nei casi previsti dalla normativa vigente, dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva di cui all'articolo 6 qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi.
2. La sorveglianza sanitaria comprende: a) visita medica preventiva intesa a constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica b) visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in una volta l'anno. Tale periodicità può assumere cadenza diversa, stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio. L'organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente c) visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell'attività lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica d) visita medica in occasione del cambio della mansione onde verificare l'idoneità alla mansione specifica e) visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente e-bis) visita medica preventiva in fase preassuntiva e-ter) visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l'idoneità alla mansione.
2-bis. (omissis) 3. (omissis) 4. Le visite mediche di cui al comma 2, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente (omissis) 4-bis. (omissis) 5. Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e di rischio di cui all'articolo 25, comma 1, lettera c), secondo i requisiti minimi contenuti nell'Allegato 3A e predisposta su formato cartaceo o informatizzato, secondo quanto previsto dall'articolo 53.
6. Il medico competente, sulla base delle risultanze delle visite mediche di cui al comma 2, esprime uno dei seguenti giudizi relativi alla mansione specifica: a) idoneità b) idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni c) inidoneità temporanea d) inidoneità permanente.
6-bis. Nei casi di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma 6 il medico competente esprime il proprio giudizio per iscritto dando copia del giudizio medesimo al lavoratore e al datore di lavoro.
7. Nel caso di espressione del giudizio d'inidoneità temporanea vanno precisati i limiti temporali di validità.
8. (comma abrogato) 9. Avverso i giudizi del medico competente, ivi compresi quelli formulati in fase preassuntiva, è ammesso ricorso, entro trenta giorni dalla data di comunicazione del giudizio medesimo, all'organo di vigilanza territorialmente competente che dispone, dopo eventuali ulteriori accertamenti, la conferma, la modifica o la revoca del giudizio stesso." "Articolo 42 - Provvedimenti in caso di inidoneità alla mansione specifica 1. Il datore di lavoro, anche in considerazione di quanto disposto dalla legge 12 marzo 1999, n. 68, in relazione ai giudizi di cui all'articolo 41 comma 6, attua le misure indicate dal medico competente e qualora le stesse prevedano un'inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni equivalenti o, in difetto, a mansioni inferiori garantendo il trattamento corrispondente alle mansioni di provenienza." Relativamente ai dati di salute dei lavoratori nel loro insieme, il D.Lgs.
81 ha stabilito un obbligo importante, anche se attualmente sospeso in attesa di un decreto che ridefinisca modalità e specifico contenuto per adempiere: "Articolo 40 - Rapporti del medico competente con il Servizio sanitario nazionale 1. Entro il primo trimestre dell'anno successivo all'anno di riferimento il medico competente trasmette, esclusivamente per via telematica, ai servizi competenti per territorio le informazioni, elaborate evidenziando le differenze di genere, relative ai dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, sottoposti a sorveglianza sanitaria secondo il modello in allegato 3B.
2. (omissis) 2-bis. (omissis)" "Allegato III B Informazioni relative ai dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria Contenuti minimi Dati identificativi dell'azienda Dati identificativi del Medico competente Rischi cui sono esposti i lavoratori Protocolli sanitari adottati Infortuni denunciati Malattie professionali segnalate Tipologia dei giudizi di idoneità".
Considerato che: per quanto riguarda l'orario di lavoro e il lavoro notturno, il Decreto Legislativo 66/2003 -"Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro" prevede: CAPO IV - Lavoro notturno "Art. 11 - Limitazioni al lavoro notturno 1. L'inidoneità al lavoro notturno può essere accertata attraverso le competenti strutture sanitarie pubbliche.
2. I contratti collettivi stabiliscono i requisiti dei lavoratori che possono essere esclusi dall'obbligo di effettuare lavoro notturno. È in ogni caso vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6 dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. Non sono inoltre obbligati a prestare lavoro notturno: a) la lavoratrice madre di un figlio di età minore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni." "Art. 14 - Tutela in caso di prestazioni di lavoro notturno 1. La valutazione dello stato di salute dei lavoratori notturni deve avvenire a cura e a spese del datore di lavoro, o per il tramite delle competenti strutture sanitarie pubbliche di cui all'articolo 11 o per il tramite del medico competente di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni attraverso controlli preventivi e periodici, almeno ogni due anni, volti a verificare l'assenza di controindicazioni al lavoro notturno a cui sono adibiti i lavoratori stessi.
2. Durante il lavoro notturno il datore di lavoro garantisce, previa informativa alle rappresentanze sindacali di cui all'articolo 12, un livello di servizi o di mezzi di prevenzione o di protezione adeguato ed equivalente a quello previsto per il turno diurno.
3. Il datore di lavoro, previa consultazione con le rappresentanze sindacali di cui all'articolo 12, dispone, ai sensi degli articoli 40 e seguenti del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, per i lavoratori notturni che effettuano le lavorazioni che comportano rischi particolari di cui all'elenco definito dall'articolo 13, comma 3 appropriate misure di protezione personale e collettiva.
4. I contratti collettivi di lavoro possono prevedere modalità e specifiche misure di prevenzione relativamente alle prestazioni di lavoro notturno di particolari categorie di lavoratori, quali quelle individuate con riferimento alla legge 5 giugno 1990, n. 135, e alla legge 26 giugno 1990 n. 162." "Art. 15 - Trasferimento al lavoro diurno 1. Qualora sopraggiungano condizioni di salute che comportino l'inidoneità alla prestazione di lavoro notturno, accertata dal medico competente o dalle strutture sanitarie pubbliche, il lavoratore verrà assegnato al lavoro diurno, in altre mansioni equivalenti, se esistenti e disponibili.
2 . La contrattazione collettiva definisce le modalità di applicazione delle disposizioni di cui al comma precedente e individua le soluzioni nel caso in cui l'assegnazione prevista dal comma citato non risulti applicabile." Il Consiglio Regionale impegna la Giunta: in relazione agli ambiti produttivi in cui si applicano significativi cambiamenti organizzativi sulle modalità lavorative e sui tempi delle stesse, ad esempio turni e pause, ad assegnare ai dipartimenti per la prevenzione e specificamente agli SPRESAL i seguenti compiti: strutturare una ricognizione sulle realtà produttive interessate da tali innovazioni attraverso l'individuazione di almeno una unità/anno quale oggetto dell'osservazione (per la provincia di Torino la più recente modifica organizzativa riguarda la sede di Mirafiori del Fiat Group Automobiles S.p.A.) ai fini di un monitoraggio delle condizioni di salute e dell'andamento delle eventuali inidoneità, i Dipartimenti per la Prevenzione dovranno acquisire dalle strutture di prevenzione e protezione aziendali e dai medici competenti i dati aggregati sanitari (es. fotografia attuale dello stato di salute dei lavoratori: numero degli infortuni e percentuali di assenteismo per gravità e frequenza, numero di invalidi e di inidonei e loro caratteristiche) e di valutazione dei rischi dei lavoratori (in termini di previsione), a fronte della nuova organizzazione del lavoro, con specifica osservazione anche delle condizioni di genere. Potranno, altresì prevedere ulteriori forme di sorveglianza fondate sull'evidenza ai fini di integrare in logica preventiva l'ordinaria sorveglianza sanitaria e/o la richiesta del lavoratore, quali, ad esempio, concertare con i medici competenti e i medici di medicina generale programmi di monitoraggio e screening dedicati ai lavoratori delle unità produttive interessate".
Il Consiglio non approva.
La trattazione del testo unificato delle proposte di legge n. 105 e n. 68 "Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Modifiche della legge regionale del 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)", con i relativi emendamenti e ordini del giorno collegati, richiederebbe un certo lasso di tempo, e siccome mi sembrava ci fosse l'intesa di terminare i nostri lavori alle ore 18, penso sia meglio rinviarlo ad altra seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.50)



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