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Dettaglio seduta n.134 del 12/07/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 11.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento:

PRESIDENTE


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Prima di chiedere se vi sono proposte di modifica, mi permetto di ricordare all'Aula che ieri ho fatto pervenire ai Gruppi una mail con la quale ho comunicato che, a seguito della disponibilità della Giunta regionale, questa mattina, così come ipotizzato nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, in apertura dei lavori si sarebbero trattate le mozioni relativamente alla questione cosiddetta TAV, che dobbiamo completare.
So che ci sono delle proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Le chiederei, se il Consiglio acconsente, di modificare l'o.d.g. e di spostare a giovedì la discussione sulle Commissioni d'inchiesta come primo punto, non potendo essere presente alla discussione odierna.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 439 presentato dai Consiglieri Cursio, Stara e Pentenero, inerente a "La riforma Gelmini ed i gravi riflessi sul futuro della sanità regionale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Chiedo a lei e all'Aula se è possibile iscrivere un ordine del giorno che ho presentato ieri, che è diventato attuale e sul quale mi sono espresso in più occasioni nei lavori in Commissione, che riguarda l'aumento o la possibilità di aumentare il numero delle matricole alla facoltà di medicina (quindi l'accesso).
Ritengo sia un dato d'attualità perché la Gelmini la scorsa settimana ha dichiarato che, anziché iscriversi a Lettere, sarebbe opportuno iscriversi a Medicina. Peccato che a medicina non ci si può iscrivere poiché l'accesso è contingentato.


Argomento: Caccia

Ordine del giorno n. 440 presentato dai Consiglieri Biolé e Bono, inerente a "Indizione e calendarizzazione referendum regionale sulla caccia" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ho testé depositato presso gli Uffici un ordine del giorno che riguarda l'indizione e calendarizzazione del referendum regionale per quanto riguarda il prelievo venatorio. Chiedo semplicemente di inserirlo all'interno dell'o.d.g.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Ordine del giorno n. 217 presentato dai Consiglieri Cerutti, Artesio Reschigna, Buquicchio, Bresso e Cursio, inerente a "Finanziamento LR 30/2008 'Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto'" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche a fronte delle Commissioni congiunte di ieri sul tema amianto chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 217, già presentato mesi fa "Finanziamento legge regionale n. 30/2088 - Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente , la bonifica e lo smaltimento dell'amianto".


Argomento: Contributi alla cultura

Ordine del giorno n. 437 presentato dal Consigliere Stara, inerente a "Aumento della percentuale di risorse finanziarie disponibili per il comparto cultura fino all'assestamento del bilancio 2011" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Avanzo la richiesta di poter iscrivere, anche a fronte del recente dibattito che si è sviluppato attorno al tema della cultura (Conferenza nazionale della cultura), un ordine del giorno che possa prevedere l'aumento dal 25% al 60% della possibilità di utilizzare le risorse disponibili già oggi nel bilancio di previsione.



PRESIDENTE

Non vi sono altre proposte di modifica.
Chiedo l'attenzione in particolare dei signori Presidenti dei Gruppi.
La prima proposta di modifica, la più corposa, è quella del collega Goffi, che chiede al Consiglio di poter trattare i punti all'o.d.g. 6), 7) 8) e 9), relativi all'istituzione delle Commissioni d'indagine e d'inchiesta nella seduta di giovedì 14 luglio quale primo punto.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente al rinvio)



PRESIDENTE

La seconda modifica è iscrivere l'ordine del giorno n. 439, inerente a "La riforma Gelmini ed i gravi riflessi sul futuro della sanità regionale" relativo all'aumento del numero delle matricole alla facoltà di medicina.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Abbiamo poi la richiesta del collega Biolé di iscrivere l'ordine del giorno n. 440 inerente a "Indizione e calendarizzazione referendum regionale sulla caccia" per lo svolgimento di un referendum regionale in materia di caccia.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Vi è ancora l'ordine del giorno n. 217 della Consigliera Cerutti inerente a "Finanziamento LR 30/2008 'Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto'" depositato da tempo.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Infine, vi è l'ordine del giorno n. 437 presentato dal Consigliere Stara, inerente a "Aumento della percentuale di risorse finanziarie disponibili per il comparto cultura fino all'assestamento del bilancio 2011" riguardo la possibilità di utilizzare per la cultura i fondi in misura fino al 60% in luogo del 25% rispetto al bilancio regionale.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Pertanto, le mozioni e gli ordini del giorno che propongono l'istituzione delle Commissioni d'indagine e d'inchiesta sono spostati alla seduta di giovedì 14 luglio e verranno trattate come primo punto, mentre gli ordini del giorno presentati rispettivamente dai Consiglieri Cursio Biolé, Cerutti e Stara sono iscritti alla seduta d'oggi in coda all'o.d.g.
così come dalla convocazione.
L'o.d.g. così modificato è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono approvati i processi verbali delle sedute del 16, 21 e 23 giugno 2011.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Costa Raffaele, Vignale.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Incontro con una delegazione di lavoratori della ditta Loquendo


PRESIDENTE

Ricordo, come già comunicato nel corso della riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 6 luglio scorso, che oggi, alle ore 13, si terrà un incontro con la delegazione dei lavoratori della ditta Loquendo in Sala Morando.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 262 presentato dai Consiglieri Bono e Artesio inerente a "Censura delle richieste di uso della forza militare in Valsusa"; ordine del giorno n. 417 presentato dai Consiglieri Montaruli Boniperti, Botta Franco Maria, Burzi, Bussola, Comba, Cortopassi, Costa Rosa Anna, De Magistris, Gregorio, Leardi, Leo, Marinello, Mastrullo Molinari, Motta Massimiliano, Novero, Pedrale, Tiramani, Toselli e Valle inerente a "TAV, censura delle violenze e solidarietà alle forze dell'ordine" ordine del giorno n. 420 presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti Bresso, Dell'Utri, Gariglio, Laus, Lepri, Manica, Muliere, Negro Pentenero, Ronzani, Taricco e Cursio, inerente a "Apertura del cantiere per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione" ordine del giorno n. 421 presentato dai Consiglieri Bono, Artesio e Buquicchio, inerente a "Dissociazione dall'uso indiscriminato dei lacrimogeni CS da parte delle forze dell'ordine contro i manifestanti alla Maddalena di Chiomonte" ordine del giorno n. 429 presentato dai Consiglieri Goffi, Carossa, Negro e Pedrale "Manifestazione sindaci No TAV in Val Susa" ordine del giorno n. 431 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Sulla Realizzazione della Torino-Lione la politica si sostituisce all'uso della forza" ordine del giorno n. 434 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici, responsabili della militarizzazione delle Forze dell'ordine in Valsusa" ordine del giorno n. 436 presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, De Magistris, Gregorio, Tiramani, Novero, Molinari, Maccanti Angeleri e Sacchetto, inerente a "Solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte nei fatti della Valsusa"


PRESIDENTE

Proseguiamo con il punto 10) all'o.d.g., che prevede la trattazione degli ordini del giorno n. 262, 417, 420, 421, 429, 431, 434, e 436 relativamente alla cosiddetta TAV.
Eravamo in sede di discussione generale, in quanto, nella seduta dello scorso 6 luglio, erano stati illustrati tutti gli ordini del giorno (otto in totale). Sono poi intervenuti i Consiglieri Boniperti, Artesio Spagnuolo, Buquicchio, Angeleri e Pedrale e sono attualmente iscritti a parlare i Consiglieri Reschigna, Stara, Tiramani, Negro, Leo, Marinello Molinari e Motta.
Mi permetto di far presente all'Aula che abbiamo circa un'ora per la trattazione di questi documenti, quindi invito a rispettare i tempi di intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Su questo dibattito, dividerei la questione della TAV rispetto a quella della triste giornata degli scontri e delle considerazioni che se ne possono trarre.
Sulla giornata, piena solidarietà ai lavoratori e alle forze dell'ordine. Queste ultime hanno gestito con grande responsabilità una situazione complicata e difficile, che poteva avere esiti ben più tragici.
Voterò l'ordine del giorno n. 420 del Partito Democratico perché lo ritengo un documento molto equilibrato, così come ho apprezzato l'intervento del collega Ronzani nel considerare la vicenda nella sua complessità.
Lo dico da persona sulla TAV non ha certo quelle certezze granitiche che ha, ad esempio, sulla necessità di costruire il termovalorizzatore; lo dico da persona che sulla TAV si pone domande e ha i suoi dubbi, molti dubbi.
un tema molto complesso sotto tanti profili: quello dell'opera quello dei rapporti tra le Istituzioni, quello del confronto e della partecipazione dei territori, dove ci sono atti e documenti scientifici che portano elementi a sostegno di una tesi e dell'atra.
Ma oggi parlare di TAV e confrontarsi sulla TAV è diventato impossibile, senza che si sia automaticamente collocati nel bianco o nel nero, negli amici o nei nemici, a seconda di come si pensi. È uno di quei temi dove è difficile anche potersi confrontare in dibattiti pubblici su posizioni differenti, senza che quei dibattiti si trasformino in luoghi di scontro o di contestazione.
un dibattito drogato quello sulla TAV, e qui sta anche la sconfitta della politica. Mi piacerebbe che il dibattito, riprendendo un articolo di La Spina pubblicato su La Stampa, non utilizzasse la TAV come una battaglia dai significati simbolici, per eccitare sentimenti primordiali, per giustificare lotte politiche del tutto estranee alla questione, per innescare polemiche veramente surreali.
Il contatto con la concretezza dei problemi pare ormai perduto, per cui si possono agevolmente evocare cifre assurde, conseguenze impossibili alternative immaginarie e, nello stesso tempo, utilizzare il caso "No TAV" per le cause più disparate, come l'inserimento dei "No TAV" nel ritrovato movimentismo politico della società civile che ha portato alla vittoria di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli; o la TAV come il quinto referendum.
Non confondiamo ancora una volta i piani: si tratta di tornare alla ragione e alla realtà. Si rischia di confondere due piani che devono rimanere ben distinti. Qui non è messa in dubbio la possibilità di esercitare il dissenso alla TAV - e il documento del Partito Democratico è molto chiaro in questo senso - ma è messa in discussione, con la modalità con cui si esercita il dissenso, il ruolo stesso della democrazia. Si mettono in discussione i fondamenti stessi della democrazia, che ha visto in questa vicenda i suoi percorsi, e che vede la totalità dei Paesi europei coinvolti dal percorso della TAV esprimere con convinzione la loro posizione senza queste divisioni.
La decisione sulla TAV è stato un percorso democratico.
Il Segretario del PD Bersani ricorda come il dissenso è legittimo, ma non può impedire che un'opera venga realizzata.
Il tema è diventato quello di come funziona una democrazia. Dopo anni di discussione e di confronto con egli Enti locali, una decisione è stata presa, e l'ha presa la maggioranza delle Istituzioni e delle forze politiche. Adesso è necessario lavorare per migliorarla, se è possibile, ma mi aspetto che tutti si attrezzino per gestire questa situazione con un atteggiamento realistico e propositivo. Qui viene messa in discussione la sovranità dello Stato rispetto alla sovranità del territorio. È certo che bisogna ricercare il più possibile di passare attraverso il consenso delle Amministrazioni locali - qui sta il ruolo della politica - ma si arriva ad un punto in cui è la sovranità dello Stato, nei suoi interessi generali che deve prevalere.
Gli striscioni "No TAV-Giù le mani dalla Valsusa", con scritto sotto "Benvenuti nella libera repubblica della Maddalena", sono esplicativi. Mi verrebbe anche da ricordare che il territorio della Val di Susa oggi non è un territorio ambientalmente integro, e credo ci siano anche molte responsabilità di chi negli anni ha governato quel territorio, con piani di sviluppo urbanistici molto discutibili (ma pensiamo a cosa sarebbe successo a tante opere se, in passato, avessimo avallato la parità della sovranità tra Stato e territorio).
L'incipit dell'ordine del giorno del Partito Democratico è esaustivo nel considerare questo tema: l'avvio dei lavori a Chiomonte, per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, segna un punto di non ritorno nella complessa vicenda dell'esecuzione dell'opera.
Sono anni che si discute. Tutti hanno avuto i Tavoli dove potersi esprimere; Tavoli che, tra l'altro, hanno portato a risultati di cambiamento radicali del progetto. Oggi la TAV passa, per l'87%, in galleria, e si è ottenuto che il progetto fosse vincolato ad un forte piano di sviluppo della Valle, con l'investimento in tal senso del 5% delle risorse complessive.
Questi sono risultati che andrebbero rivendicati anche in Valle.
l'Osservatorio il Tavolo del confronto dove misurarsi, poiché è previsto che il cantiere delle opere vero e proprio parta fra qualche anno. C'è il tempo per una ripresa del dialogo da parte del Governo nazionale con tutte le parti interessate e ad un'assunzione di responsabilità ad ogni livello così come recita l'ordine del giorno: "Che le Amministrazioni comunali dei territori coinvolti, qualora non condividano la realizzazione dell'opera siano comunque disponibili ad un confronto politico e tecnico sulle caratteristiche della infrastruttura e sulle sue modalità di realizzazione".
Credo che la manifestazione dei Sindaci abbia perso la guida del processo "No TAV".
Mi asterrò invece sulla mozione di SEL, perché comunque riconosco e condivido in quella mozione una parte di responsabilità della politica, per non aver pienamente coinvolto gli attori del territorio fin dal suo inizio (come è successo in altri Paesi europei). Voterò invece contro la mozione dell'UDC sulla critica all'uso della fascia tricolore: primo, perché non aiuta alla distensione del clima, anzi, pare più una provocazione; secondo perché sono contrario: la fascia, da parte del Sindaco, può essere usata anche per manifestare il dissenso del proprio territorio.
Qui in Regione è avvenuto questo sulla sanità, e poi quel dissenso istituzionale è pienamente legittimo se rappresenta, ad esempio, una posizione votata ed approvata democraticamente in Consiglio comunale.
Dovremmo andare contro la storia del nostro Paese, ricca di situazioni alte di dissenso espresso in questa modalità.
Tra l'altro, ho avuto notizia - non so se è vera - che la richiesta a tutti i Sindaci di manifestare con la fascia sia stata sollecita all'ultimo anche dalla Questura, che ha condizionato alcuni Sindaci che non avrebbero partecipato. Il tutto per indirizzare positivamente l'andamento del corteo cercando di evitare degli scontri.
Anche con questa mozione si rischia di confondere i piani. È una fase in cui la politica deve avere comportamenti di responsabilità a 360 gradi e all'unanimità. Responsabilità, in questa fase, significa la totale condanna delle manifestazioni violente. Attenzione, non condanna delle violenze come qualche Sindaco ha detto, ma condanna delle manifestazioni esercitate con violenza, e nessuna legittimazione politica per chi usa la violenza come arma di dissenso o parole come "assedio".
Lo abbiamo già visto questo film: facciamo attenzione.
Si pretende, quindi, nessun'ambiguità, nessun ammiccamento nei confronti di chi protesta con la violenza. Chi ha manifestato pacificamente, non solo deve condannare a posteriori senza ambiguità, ma deve creare le precondizioni per tenere lontano i violenti. Ci sono Sindaci che nelle loro dichiarazioni hanno condannato le violenze, dicendo: "Ci sono stati i black block".
Ecco, è quel condannare genericamente le violenze perpetrate in Valle così come quel "ci sono stati i black block", che è profondamente sbagliato, perché tradisce una forte ambiguità.
In questa fase così delicata e pericolosa, però, le forze politiche responsabili isolino quei politici che, soprattutto con ruolo di primo piano e d'alta responsabilità istituzionale, nelle loro posizioni "Sì TAV senza se e senza ma" usano modalità integraliste e verbalmente violente e inaccettabili, che non fanno che alimentare il rischio di un'involuzione dello scontro sempre più radicale e pericolosa, anche perché non è certo pensabile militarizzare per vent'anni un cantiere di questa portata.
per questo che la politica e tutte le Istituzioni coinvolte, in particolare quelle locali, devono riprendere il dialogo nelle sedi previste, per cercare, con senso di responsabilità, di affrontare e trovare soluzioni condivise alle criticità ancora presenti nel progetto preliminare.
Grazie.



PRESIDENTE

Non vedendo il Consigliere Leo, presumo che rinunci ad intervenire.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

da più Consigli che si porta avanti questo discorso immenso sulla TAV, che è un'opera estremamente importante. Noi da sempre e da subito abbiamo registrato questa lungimiranza dell'Italia e del Piemonte verso l'Europa.
Si è costituito l'Osservatorio, nell'Osservatorio si è discusso e il progetto è stato cambiato: significa che si sono incontrati tutti i territori e si è parlato con loro. Non è vero, come qualcuno dice, che non si sono sentiti il popolo e il territorio. Dopo tanti anni - se non erro circa venti - che si sta discutendo di questo problema, finalmente partono i lavori. A volte siamo tutti bravi a criticare e anche quest'argomento si presta: per una volta che il Governo attuale è riuscito ad ottenere dei soldi pubblici dall'Unione Europea per fare un'opera importante, non capisco perché la si debba contestare e si debbano mettere i bastoni tra le ruote per non poter andare avanti.
Manifestare - come diceva il collega Ronzani l'altro giorno - è giusto: la protesta è anche giusta; ma la violenza è da condannare, non è mai giusta. Troppi disordini, troppa gente non interessata direttamente che arriva da Paesi diversi. Gli istigatori - a mio avviso - vanno condannati e subito. Abbiamo assistito anche a gente addirittura pagata - gente comune venuta da fuori o semi-politici - per andare a creare caos su quest'argomento e impedire che i lavori vadano avanti.
Due settimane fa La Stampa ospitava un pezzo di quel papà di Bologna che diceva: "Non capisco perché mia figlia si sia messa in testa di partire da Bologna per andare lì a fare certe cose. Io non le ho insegnato questi valori, non le ho insegnato a provocare questi disordini, eppure lei è lì".
Allora, questa è gente che va lì - che arriva con le fionde, con i bastoni con le pietre o con le spranghe - non da pacifista, ma per creare disordine.
A proposito del discorso dei Sindaci, non condivido quel che ha detto prima il collega Stara. Per me, infatti, un Sindaco può anche manifestare però quando s'indossa la fascia tricolore si rappresenta l'Italia e la Costituzione: la fascia tricolore significa l'Italia unita, compatta e non disordinata e divisa come la si vuole qui. Faccio un appello ai Sindaci: usate la fascia quando è opportuno, ma non per creare disordini.
Come Gruppo UdC da sempre sosteniamo questo discorso, questi principi e questa realizzazione che per noi è estremamente importante. Mai come oggi con tanta disoccupazione - si ha la necessità e la voglia di creare dei posti di lavoro per darli a della gente. Quest'opera riattiva tutta la Vallata e tutto il Piemonte e per questo noi siamo favorevoli. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Non credo che quel che è successo l'altra domenica in Val di Susa e quel che sta succedendo in questi giorni possa essere considerato una vittoria per nessuno. Non può essere una vittoria una situazione nella quale si verificano 400 feriti, tra cui 200 poliziotti che sono lì per fare quel che lo Stato chiede loro di fare: difendere un cantiere legale che lo Stato desidera realizzare.
Non può essere una vittoria il fatto che la Val di Susa si stia trasformando in una sorta di Bosnia in cui, all'interno della stessa comunità locale, non ci si rivolge la parola se l'opinione sull'opera è diversa, così come capita ogni giorno.
Non può essere considerata una vittoria il fatto che il Sindaco di un Comune che è favorevole all'opera, e che ha vinto le elezioni comunali sulla base di un progetto favorevole all'opera, debba avere sul suo territorio la preoccupazione di dirlo. Ma soprattutto, non solo non pu essere considerato una vittoria, ma deve essere visto come una sconfitta per lo Stato e per tutta la comunità civile il fatto che gli operai si debbano recare sul cantiere scortati.
Credo che questo sia inammissibile in un Paese civile e sia inammissibile per coloro che pensano che la libertà e la democrazia sono virtù alle quali nessuno può derogare.
Credo non possa essere considerata una vittoria il fatto che le famiglie che decidono di partecipare ad una manifestazione di dissenso debbano essere coinvolte in una sorta di Vietnam locale, insopportabile e improponibile. Non è una vittoria quella che si è consumata l'altra domenica in Val di Susa, ma una delle pagine più cupe della storia recente della Valle.
Ho partecipato in questi anni a molte manifestazioni in quel territorio, Presidente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Boeti.
Chiederei che i vari capannelli e le varie telefonate cessassero. Credo che dobbiamo mettere in condizione i colleghi di poter svolgere il proprio intervento con il diritto di essere ascoltati o quantomeno di non essere distratti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Dicevo che ho partecipato a molte manifestazioni in Valle. Quand'ero Sindaco di Rivoli consideravo la mia città non l'ultimo comune della periferia urbana di Torino, ma il primo Comune della Val di Susa.
Ho partecipato alle manifestazioni a difesa degli ospedali e del diritto alla salute dei cittadini di quel territorio; ho partecipato a manifestazioni e a cortei per difendere i posti di lavoro; ho commemorato in ogni angolo della Valle i caduti partigiani: dall'eccidio di Sant'Antonino, alla battaglia di Balmafol, a mille altre situazioni e occasioni nelle quali il ruolo che i partigiani hanno svolto in quel territorio durante la guerra di Liberazione sia stato indispensabile.
Ho portato con me mia moglie, ogni volta, anche alle manifestazioni contro la TAV: le mie perplessità rispetto all'opera erano e sono note da tempo. Mia moglie è valsusina e mi ha sempre accompagnato volentieri. Erano occasioni per difendere un'idea, un progetto di sviluppo sostenibile, un momento per parlare con i cittadini e con gli amministratori. Non ho mai portato con me maschere antigas perché non pensavo di dovermi difendere da nessuno. Pensavo allora, e continuo a pensare adesso, che un Sindaco, un Consigliere regionale o provinciale non possano fare la guerra alle Istituzioni. Lo dico anche per i miei amici Sindaci della Valle: quando s'indossa la fascia si rappresenta lo Stato e quindi in quella manifestazione e in quell'occasione non ci può essere niente contro lo Stato.
Ma la domanda che faccio a questo Consiglio regionale distratto, che purtroppo si riaccenderà probabilmente in occasione dei prossimi scontri, è una, e la rivolgo ai miei amici Sindaci: vi chiedo qual è oggi la strategia; che cosa pensano di fare; se pensano di continuare ad organizzare manifestazioni, all'interno e all'esterno delle quali ci possono essere soggetti, provenienti da tutta Italia e anche dal resto dell'Europa, il cui obiettivo è quello provocare disordini. Ritengo che questo non possa essere. Lo chiedo anche allo Stato: qual è la strategia? Lo Stato, cioè, pensa di continuare a difendere quel cantiere con centinaia di soldati? Credo sia indispensabile, in questo momento, bloccare le manifestazioni, almeno quelle organizzate dai Sindaci; naturalmente i cittadini hanno il diritto di fare quel che ritengono opportuno fare. Credo però che nello stesso tempo il Governo debba istituire il tavolo politico nel quale devono essere convocati tutti i Sindaci interessati all'opera, e non, come succede frequentemente, solo i Sindaci della Val Sangone, che con l'opera non c'entrano nulla, e non quelli della Val di Susa che, invece all'opera sono interessati.
Credo, Presidente, che uno Stato sia autorevole quando difende le sue scelte, come ha fatto in Val di Susa. Ma lo è ancora di più quando mostra disponibilità al dialogo e al confronto. Vi saranno ancora molte cose da dire nei prossimi anni e credo che si possa ancora discutere del progetto.
Sono contento che il Governo abbia deciso di eliminare il tratto che attraversa la Valle: abbiamo detto in mille occasioni che la linea storica era in grado di sopportare il traffico merci. Poi, per fortuna, per una questione economica ribadita dallo stesso Ministro Tremonti, quell'idea e quel progetto hanno assunto valore.
Credo che si debba discutere anche del tratto che interesserà la collina morenica e il Comune di Rivoli: so che c'è un progetto di LTF che prevede il mantenimento delle merci, nella bassa Valle, soltanto sulla linea storica; chiederò al mio partito di verificare se quel progetto esiste davvero e se c'è la possibilità di lavorare insieme in quella direzione.
Credo che anche il collegamento con l'Interporto di Orbassano, che prevede 700 milioni di euro per la costruzione del nuovo interporto e l'abbattimento di quello vecchio, per il quale sono già stati spesi centinaia di milioni di euro, debba essere rivisto.
In questo momento, viste le difficoltà economiche che ci sono e con un Paese che fa fatica, da un punto di vista economico, a stare assieme l'idea di una TAV sostenibile, che preveda un impegno nel collegamento internazionale con la Francia, deve essere portata avanti anche dal mio partito.
Ritengo che sia anche necessario smetterla con le violenze verbali.
Quando Grillo è venuto in Val di Susa e ha parlato di "eroi", credo che non si riferisse a coloro che in quel momento stavano attaccando la polizia; ma come fanno tutti gli artisti e i comici, credo che intendesse acquisirsi in qualche modo, la benevolenza delle persone che lo circondavano riferendosi ai cittadini che gli stavano intorno. Non lo considero, per meno grave: se un uomo è consapevole che le sue parole saranno, in qualche modo, ascoltate e assumeranno un certo valore, in quell'occasione, mentre cioè erano in corso gli scontri, non avrebbe dovuto discutere di black block e non avrebbe dovuto raccontare nemmeno di suo nonno, che faceva pure il black block. Avrebbe dovuto intervenire, semmai, per chiedere che gli animi si calmassero e che le violenze che in quel momento stavano devastando quel pezzo di Val di Susa finissero immediatamente.
Naturalmente, è difficile chiederlo ad un uomo che ha usato la violenza verbale almeno fino a questo momento; speriamo che le cose cambino, perch chi fa politica ha un solo grande obiettivo: quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini. E la qualità della vita dei cittadini la si migliora nel momento in cui si ha la possibilità di governare e di applicare le proprie idee e i propri progetti.
difficile chiederlo a Grillo, che ha fatto della violenza verbale la ragione del suo movimento e della sua azione politica. Ma speriamo che in qualche modo possa cambiare.
La Val di Susa è stata la valle del lavoro: dal Dinamitificio Nobel al Cotonificio Vallesusa, alle Ferriere, alle Acciaierie Assa, all'industria metallurgica piemontese.
Oggi, a Torino, il PIL pro capite è di 28.000 euro; in Val di Susa è di 15.000. Ci sono comunque circa 5.600 piccole e medie imprese che hanno bisogno di un tessuto sociale tranquillo e civile per poter continuare a lavorare e per espletare la loro azione economica sul territorio. Mi auguro, naturalmente, che la Valle non si trasformi, così come qualcuno vorrebbe, in un territorio di lotta o di conquista, ma che possa riacquistare quella serenità e quella civiltà che l'hanno sempre caratterizzata negli anni.
Termino con due considerazioni che riguardano i Sindaci che appartengono al mio partito, perché c'è un dibattito in questo momento rispetto alla loro presenza nel Partito Democratico.
In questo momento, quei Sindaci sono in sintonia coi cittadini e hanno il diritto - io credo - di esprimere il loro dissenso. Ma ci sono due condizioni che non sono consentite agli iscritti al Partito Democratico (noi facciamo parte di un gran progetto collettivo, non rappresentiamo pochi cittadini), che determinerebbero la loro espulsione: la prima è se si fa la guerra allo Stato. Questo non è compatibile con nessun iscritto al Partito Democratico. La seconda è se non garantiscono nei loro Comuni, a coloro che sono favorevoli alla TAV, la possibilità di esprimerlo senza subire condizionamenti di sorta da parte di nessuno. Queste sono le condizioni che determinano l'appartenenza al Partito Democratico.
Finisco ancora con una riflessione rispetto alla coalizione: credo che SEL e tutti gli altri partiti (compreso Italia dei Valori) che nutrono perplessità sull'opera debbano avere la possibilità di esprimerle.
Vi ricordo che abbiamo governato il Paese per due volte e che per due volte la coalizione di centrosinistra è caduta su un progetto specifico: rammento quando il primo Governo Prodi è caduto sulla questione relativa alle 35 ore, perché Rifondazione non condivideva il fatto che non fossero approvate (Jospin le aveva applicate in Francia e non è neppure andato al ballottaggio!).
Ci sono molte altre questioni vitali per la vita dell'Italia che c'impongono di stare assieme, nell'interesse dei cittadini di questo Paese.
Si tratta di un treno, di un maledettissimo treno. Ci sono molte altre ragioni che dovrebbero indurci a lavorare assieme per l'interesse di un Paese che, anche grazie a questi 15 anni di Governo Berlusconi, in questo momento è sull'orlo della bancarotta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente. La prego di fermarmi fra i tre e i cinque minuti così almeno lasciamo tempo alla votazione degli ordini del giorno che sono stati presentati, che credo siano abbastanza esplicativi.
Ho chiesto ugualmente di intervenire, nonostante fossi tentato di non farlo, per poter almeno esprimere un paio di considerazioni relativamente al dibattito che c'è stato e rispetto a coloro che si ergono "amici" dei black block e di tutte quelle persone che manifestano non pacificamente magari non accanto ai propri figli e ai Sindaci, come prevedrebbe una normale contestazione civile, perché comunque le contrapposizioni è giusto che ci siano, visto che non siamo in uno stato di dittatura.
Non credo di avere altro da rispondere rispetto a quello che si è visto in televisione e sui giornali a seguito di quelle giornate, che hanno visto i black block agire in quella maniera, con una concezione molto militare.
Non credo che si vada alle manifestazioni con mortai costruiti artigianalmente e in loco, e non credo nemmeno che si riesca a trovare in giro materiale come bottiglie piene di acido da lanciare contro i militari.
Non ritengo proprio che quello sia un modo civile di manifestare.
Una volta c'erano le piazze per potersi confrontare e, come aveva anticipato il mio collega Boniperti, da una parte noi eravamo sempre a viso scoperto, mentre dall'altra è chiaro che c'erano i nonni del Consigliere Bono che si coprivano già allora con i fazzoletti e i caschi, per paura di essere ripresi dai telegiornali. Noi, fortunatamente, visto e considerato che poi ci venivano a prendere a casa (spesso il Consigliere Bono mi assicura che verrà a trovarmi a casa per un tè), sono certo che non avevamo né allora, né oggi - difficoltà a mostrare il nostro viso quando si manifesta.
Poi - qua la chiudo, perché non voglio fare ulteriore polemica - visto che mi ha dato occasione di trovarmi di nuovo davanti ad un Giudice per quelli che possono essere stati gli insulti e le aggressioni che lui ritiene siano state perpetrate all'interno di questo Consiglio, porter anche tutti i messaggi simpatici dei suoi amici che su Facebook si susseguono (da Perugia a Messina, verrà su mezza Italia a tenerci compagnia).
Ritengo, però, che i piani siano sicuramente due. Intanto questo tipo di comportamento già sta creando i suoi frutti negativi, perché molti - lo abbiamo letto anche nell'ambito dei giornali - si stanno dissociando da quell'atteggiamento che viene pontificato da un soggetto che fa di mestiere il comico e che ha, come staff, due direttori di teatro che fanno strategia politica (basta leggere uno degli articoli che sono comparsi in questi giorni: "Ma da Napoli al Piemonte la base si ribella contro Grillo e il suo Guru"). Ritengo che gente di buonsenso ci sia anche nel movimento che si affianca a questa protesta ed auspico sia la parte maggioritaria e preponderante.
Come hanno giustamente anticipato alcuni Consiglieri, occorre separare due concetti: il diritto di manifestare e l'informazione.
A mio avviso, in questo momento non c'è un'informazione corretta, a parte quella fornita dall'Assessore, dalla Giunta e da tutti coloro che hanno parlato in quest'ambito: non credo sia passato il giusto messaggio.
Per questo motivo, invito - è un invito aperto a tutti - a richiedere una seduta di Commissione tematica, per affrontare il percorso di quest'opera, perché, ad esempio, nei carotaggi non c'è stato alcun riscontro, relativamente alla presenza di amianto.
La galleria che sarà costruita - e mi avvio davvero alla conclusione è di carattere geognostico; poi sarà di servizio, di sicurezza. È presente una tecnologia che permetterà di fermarsi in qualsiasi momento, per verificare se esiste qualche pericolo per la popolazione, poiché le tecniche utilizzate nell'ambito della cantierizzazione sono le più moderne che si potevano mettere in campo.
Occorre, dunque, fare un po' di chiarezza sull'opera, nelle sedi opportune.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Sull'argomento il mio Gruppo ha presentato due ordini del giorno: sono due questioni differenti, ma, in realtà, molto collegate.
Il primo documento è stato presentato in tempi non recentissimi e più volte, a causa di un ostacolo dettato da uno dei Gruppi di maggioranza, non è stato inserito all'interno dell'o.d.g. delle sedute precedenti, anche se il tema era molto attuale.
Eravamo, in quel momento, nella fase precedente alla presa della Maddalena di Chiomonte, da parte dei 2.000 agenti delle Forze dell'Ordine.
Eravamo nella fase in cui - come hanno ricordato alcuni colleghi ancora oggi - diversi esponenti, anche di spicco, di alcuni partiti, auspicavano e in questo momento molti reiterano tale richiesta - la militarizzazione totale di un territorio importante, da un punto di vista ambientale storico e artistico, come quello della Maddalena di Chiomonte.
Spiace che alcuni interventi che ho sentito oggi abbiano spostato la discussione su questioni personali e marginali, rispetto al tema principale.
Ripeto: la nostra istanza di censura rispetto alla richiesta di militarizzazione è tuttora valida, dopo i fatti verificatisi il 27 giugno con l'arrivo di un ingente numero d agenti e una poco comprensibile violenza perpetrata ai danni di chi - amministratori, cittadini, contadini operatori in vari settori - su questo territorio c'è stato.
La responsabilità del lancio di sostanze piuttosto pericolose (si parla di 2.000 candelotti di gas cosiddetto "CS", dai nomi dei due inventori; non sono sostanze utilizzabili negli scontri bellici, però sono sostanze utilizzabili su civili, per lo più inermi) non è da addebitare agli agenti che hanno effettuato quelle operazioni, ma a coloro che possono essere definiti "i mandanti politici".
Non c'è mai stata - mi spiace contraddire parecchi colleghi - in questi vent'anni (se qualcuno ha voglia, può andare a leggere le cronache, la storia, gli articoli del passato), la volontà di effettuare un vero confronto. Non c'è mai stata la possibilità di un'apertura a tavoli veramente esecutivi e decisionali, con la presenza di quello che era ed è tuttora un movimento trasversale, che considera l'opera inutile e piuttosto dannosa, non solo per la Valle di Susa, ma per tutto il Piemonte e per l'intera economia italiana.
Alcuni colleghi hanno parlato di questioni sollevate in modo violento dal punto di vista verbale. Chiaramente sono opinioni personali sicuramente è difficile accettare accuse di violenza verbale, nei confronti di chi può avere un certo modo di esprimersi (magari sopra le righe, magari dettato dal proprio mestiere), da parte di chi, in quest'Aula, ha utilizzato violenze fisiche.
Per tornare al tema principale, rimaniamo fermamente convinti che sia stata usata una forzatura. Siamo in possesso di dati, aggiornati giornalmente, dai quali si apprende che il territorio è stato distrutto anche da un punto di vista culturale e storico, perché - come sappiamo esiste sul posto un sito archeologico, o meglio esisteva prima del 27 giugno: vedremo cosa ne resterà in questi giorni e nel futuro.
Ci sono testimonianze di devastazione totale del sito all'aperto; ci sono testimonianze certe dell'utilizzo di un museo - un importante presidio culturale - come caserma, e questo spiace davvero molto.
Ci sono anche state delle reazioni da parte di Amministratori locali che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che lasciare i propri incarichi, proprio per queste ragioni.
In più, c'è la questione legata alle conseguenze sulla flora e sulla fauna della zona. Sappiamo, da testimonianze dirette, che purtroppo le sostanze lanciate il 27 giugno e la domenica successiva contro cittadini inermi, hanno avuto pesantissime ripercussioni sull'equilibrio e l'ecosistema della zona. Vedremo, a breve, le conseguenze e cercheremo di valutarle; ognuno di noi deve tenere conto di questo.
Chiudo dicendo che, in realtà, sia l'informazione piuttosto distorta da parte dei vari media, soprattutto cartacei, sia quello che è un senso comune, dettato da chi parla non a ragion veduta, senza avere comunque vissuto quelle esperienze, che non ha verificato direttamente le testimonianze dal luogo.
In conclusione, i lavori in questo fantomatico cantiere per la parte del tunnel esplorativo, in realtà, non sono ancora iniziati. Non è vero che i lavori sono iniziati, semplicemente assistiamo ad una precantierizzazione, in assenza di documenti di esproprio del territorio direttamente interessato all'eventuale inizio di scavi.
Semplicemente abbiamo una valle alpina importante, molto bella, già in parte intaccata dalle opere che l'attraversano, che, negli anni passati hanno costituito problematiche, con al suo interno una specie di zona militarizzata (zona franca), in cui nemmeno i proprietari dei territori interessati possono entrare. Qui si è verificata una vergognosa distruzione degli oggetti e delle proprietà, anche private, all'interno dell'area da parte, chiaramente, di ignoti, così come viene detto.
Se si dovesse mantenere una situazione del genere, prevedendo un tempo di cinque anni - probabilmente, sarà più lungo - per i lavori della galleria geognostica, avremo una spesa, calcolata in modo piuttosto preciso, di 800 milioni di euro solo per pagare la sorveglianza, in questo caso non militare, da parte delle Forze dell'Ordine, rispetto a questa zona.
Questi sono i dati e, come già proposto l'altra volta, invito nuovamente tutti i colleghi a visitare la zona: in questo caso, sarà un po' meno apprezzabile da un punto di vista ambientale, paesaggistico e umano rispetto ai precedenti inviti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Vista l'ora sarò brevissimo e mi limiterò a concentrarmi su due punti: il principio di legalità, in primis, e le modalità di attuazione dell'opera, in secundis.
Per quanto riguarda il principio di legalità, riteniamo legittimo ogni orientamento rispetto a quest'opera. Ovviamente, come Partito Democratico siamo favorevoli alla realizzazione del Corridoio 5 attraverso la nostra regione e il collegamento con Torino. Quindi, abbiamo espresso una posizione univoca, netta e chiara.
Riteniamo altresì legittimo che parti della nostra comunità regionale esprimano un orientamento di dissenso in senso critico o critiche sull'opera. Però, un punto su cui, assolutamente, non si può transigere è il rispetto del principio di legalità e la condanna delle violenze.
Ora, la scorsa domenica mi trovavo in Val di Susa, seppure non in prossimità dei cantieri. Ritengo molto grave quanto verificatosi e non si può accettare che vengano poste sullo stesso piano le due parti che sono state costrette a darsi battaglia: da una parte, c'era un piccolo gruppo seppure estremamente aggressivo, che ha dato vita a violenze incontrollate la maggior parte dei partecipanti al corteo ha manifestato pacificamente dall'altra, c'erano le Forze dell'Ordine, che eseguivano gli orientamenti e le decisioni delle Istituzioni assunte in sede democratica. Quindi, non c'erano due parti che stavano sullo stesso piano: da una parte, c'erano gli autori delle violenze; dall'altra, c'erano lo Stato e le Istituzioni pubbliche che, attraverso le loro Forze dell'Ordine, garantivano l'attuazione di queste decisioni.
Ecco il motivo per cui ritengo che l'orientamento dei Sindaci debba essere più prudente quando si dà vita a manifestazioni che, nell'esprimere un dissenso, che considero legittimo, aprono la porta all'uso di strumentalizzazione da parte di una fascia di violenti che sono interessati a militarizzare la Valle e a screditare le Istituzioni pubbliche.
molto grave in questo Paese la presenza di leader di questa protesta che, come ieri o l'altro ieri, sui giornali dichiarano che le Forze dell'Ordine che presidiano quel cantiere si comportano come truppe di occupazione nazifasciste. Altresì, è molto grave che i Sindaci delle Valli si riuniscano per riunioni a fianco di leader della protesta che dichiarano che le Forze dell'Ordine inviate lì dallo Stato sono truppe di occupazione nazifasciste. Su questo non si può transigere e un orientamento un po' più fermo degli Amministratori di quella zona potrebbe essere maggiormente utile a distinguere il dissenso, che è legittimo, dalla violenza che utilizza il dissenso, lo distorce e ne abusa per finalità politiche molto più ampie.
Per quanto riguarda il secondo punto, che attiene meno agli ordini del giorno, ma è più rilevante per le nostre responsabilità dirette, mi rivolgo specialmente all'Assessore ai trasporti e alle infrastrutture, che è presente in aula. Assessore, in questa situazione occorre che metta buonsenso chi ce l'ha, penso alle Istituzioni sovraordinate, allo Stato, su cui noi possiamo agire, alla Regione e alla Provincia. Si deve fare di tutto per cercare di recuperare al senso dell'istituzione e della democrazia gli Amministratori delle Valli, che non hanno più voluto partecipare ai tavoli istituzionali. Devono essere coinvolti fino all'ultimo, perché le Istituzioni pubbliche devono chiedere a tutti coloro che sono investiti di responsabilità istituzionale di partecipare; poi, se qualcuno si pone fuori dai sistemi di democrazia lo fa a proprio titolo, ma noi questo sforzo lo dobbiamo perseguire.
Inoltre, Assessore, si deve perseguire una riflessione più attenta al nostro interno sul nuovo fasaggio, in riferimento a quanto verificatosi in queste ultime settimane, perché senza colpo ferire è cambiato tutto il cronoprogramma dell'opera. Avevamo giustificato l'opera anche dicendo agli Amministratori e alla gente della Valle che la stessa avrebbe avuto tempi certi e avrebbe portato certe realizzazioni, poi, senza che questa Istituzione sia mai stata coinvolta - non so se lo Stato ha coinvolto il Parlamento o il Governo nazionale - abbiamo cambiato le carte in tavola: questo rende più difficile essere credibili quando ci battiamo per quest'opera.
Assessore, per quanto riguarda le compensazioni, noi siamo credibili se il discorso avviato dalla Provincia - chiaramente, deve essere portata avanti un'intesa con la Regione e con lo Stato - viene attuato; altrimenti se c'è anche solo la percezione che raccontiamo "balle", noi diventiamo meno credibili, le Istituzioni diventano meno credibili e lo Stato diventa meno credibile nel portare avanti il progetto.
Assessore, un ultimo punto concerne gli interventi strutturali per migliorare il trasporto pubblico e locale ferroviario per i pendolari della Val di Susa con la realizzazione del trasporto ferroviario-metropolitano.
necessario, tenendo presente il lavoro da lei svolto anche di miglioramento dei rapporti con Trenitalia, non solo dare l'idea, ma la percezione fisica che le cose cambiano, che i treni ci sono, che il servizio migliora e che lo offriamo in tempi brevi, altrimenti, anche qui, rischiamo di trasmettere alla nostra comunità l'immagine che noi lanciamo solo promesse, promesse da parte di Istituzioni che rischiano di non essere credibili.
Quindi, per rendere credibile l'opera e per favorire una distensione degli animi serve passare attraverso gesti concreti, che significa discutere qui le modalità di cantierizzazione. Ieri un importante Sindaco dell'Area Metropolitana di Torino è intervenuto sui giornali e oggi ci sono gli articoli nei quali si legge che un Sindaco, che è sempre stato "Sì TAV", dice: "No, con questo fasaggio nuovo riflettiamoci meglio". È un problema vero, non è da sottovalutare, se ogni distinguo viene demonizzato.
Ci sono problemi seri e chi vuole l'opera, secondo me, deve avere anche la capacità di mettere i piedi nel piatto, andare a vedere le carte e lavorare affinché l'opera venga progettata e realizzata secondo una modalità rispetto alla quale gli Enti locali e le comunità di questa regione siano assolutamente partecipi ed esprimano condivisione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire, per la Giunta regionale, l'Assessore Bonino ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti e alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Ho seguito con attenzione gli interventi che hanno animato il dibattito. Se mi consentite, vado per titoli, perché raccolgo molto volentieri le sollecitazioni del Consigliere Motta e del Consigliere Gariglio in ordine alla convocazione di una Commissione che ci consenta di analizzare in maniera dettagliata alcuni punti che sono certamente di interesse, che è utile che anche i Consiglieri regionali abbiano l'opportunità di approfondire alla presenza di tecnici che possono dare le spiegazioni più approfondite.
Mi riferisco, in particolare, alle questioni relative ai nuovi metodi di cantierizzazione e alla garanzia rispetto alla messa in sicurezza del trasporto del materiale di risulta dei cantieri, dello smarino, che è un tema al quale abbiamo cercato di dare ampia rilevanza anche dal punto di vista della comunicazione con un piano della comunicazione certificata come l'abbiamo definito - che è partito da una decina di giorni e che ci ha consentito di portare sul territorio interessato dall'avvio dei lavori della galleria geognostica di Chiomonte la documentazione che ci permette di trasferire ai residenti il senso di un lavoro molto importante che è stato fatto nel contesto di una normativa - vorrei ricordarlo a tutti - che è tra le più severe al mondo per quanto riguarda i percorsi relativi alle valutazioni di impatto ambientale nella realizzazione delle nuove opere infrastrutturali.
Quindi, il contesto nel quale in cui ci troviamo a vivere e il contesto nel quale si trovano gli abitanti della Val di Susa è un contesto altamente garantito dal punto di vista della tutela della salute pubblica e della tutela dell'ambiente. Questo è il primo punto all'ordine del giorno.
Per rimanere sul tema sollecitato dagli ordini del giorno, oggi non stiamo valutando la reazione di una popolazione privata dei diritti fondamentali e che quindi reagisce con violenza di fronte alla minaccia di vedersi privare del diritto alla salute o delle norme elementari che possono garantire di vivere in sicurezza qualunque percorso deciso dalle istituzioni. Non è questo lo scenario.
Noi stiamo ragionando in un contesto in cui si esprime un'opinione rispetto alla realizzazione e all'utilità di un'opera oppure rispetto all'inutilità della stessa. Nessuno può pretendere di avere la verità in tasca, il percorso democratico ci conduce nella direzione di assegnare un forte valore al prevalere della maggioranza rispetto alla minoranza quando si tratta di assumere delle decisioni, ma non stiamo discutendo della reazione di una popolazione minacciata nei suoi diritti fondamentali.
Vorrei che ponessimo solo un attimo l'attenzione su questo punto. Noi stiamo assistendo a manifestanti che lanciano le pietre contro gli operai e le forze dell'ordine non per difendere un diritto basilare né la tutela della propria salute né la difesa dell'ambiente né la difesa della libertà personale, perché nessuno di questi diritti è stato mai messo in discussione né minacciato dall'ipotesi di realizzazione della linea ad alta capacità Torino Lione.
Se la manifestazione di un'opinione contraria rispetto ad un qualunque tema, che può riguardare la realizzazione dell'infrastruttura piuttosto che una norma di carattere finanziario o qualunque altro tipo di provvedimento assunto dalle istituzioni, può giustificare un comportamento di questo genere, noi dobbiamo fare un passo indietro e dire che ci arrendiamo di fronte al fatto che accettiamo l'esercizio della violenza come metodo di confronto su qualunque tema. Credo che sia inaccettabile.
Oggi se il Consiglio regionale e la Giunta sono chiamate ad esprimersi rispetto al tema della legalità, si esprimono anche facendo una valutazione molto attenta rispetto all'operato della Regione Piemonte che in tutti questi anni, insieme alle altre istituzioni, è stata garante, presente e consapevole della tutela dei diritti degli abitanti della Val di Susa.
Quindi, con coscienza di causa possiamo dire che non sono minacciati questi diritti, che le garanzie ci sono tutte e abbiamo lavorato anche per intervenire rispetto ad alcune sollecitazioni che ci sono state date dal territorio.
Le ricordava prima il collega Gariglio. L'idea di collegare, attraverso un potenziamento del trasporto ferroviario metropolitano in maniera più veloce e più diretta, i territori interessati al capoluogo della nostra Regione, è stata la prima azione su cui si è concentrata la Giunta regionale e sulla quale abbiamo portato a casa dei risultati concreti, che i valsusini possono già vedere. Infatti - lo ricordo ancora una volta dall'orario invernale il cadenzamento semiorario, vale a dire ogni mezz'ora un treno da Bussoleno fino a Torino, sarà una realtà. E mi permetto di dire, come tutti voi potete immaginare, che questo è un orario tipico della ferrovia metropolitana. Non stiamo più parlando di questioni ipotizzate.
Le risorse sono state messe dalla Regione Piemonte per garantire questo tipo di servizio: 30 milioni di euro di treni nuovi sono destinati a questo cadenzamento, nove stazioni, un milione di euro investiti per il rifacimento delle stazioni della linea Torino Bardonecchia. Sono tutti fatti concreti, i cantieri verranno inaugurati nel mese di luglio, agosto e settembre nelle tre stazioni che saranno oggetto di intervento.
Credo che questi siano degli aspetti concreti e positivi che abbiamo portato sul territorio, a dimostrazione del fatto che non sono soltanto delle ipotesi quelle contenute negli accordi per gli interventi di prima fase, ma sono questioni veramente operative.
In Commissione, se la potremo organizzare velocemente, sarà anche utile affrontare il tema del fasaggio, sul quale non mi dilungo. Ricordo soltanto qual è il contesto nel quale ci stiamo muovendo, che è un contesto di crisi generalizzata, che ovviamente ci obbliga a fare delle previsioni che siano compatibili con le risorse immediatamente disponibili.
Lo dico ancora una volta: la TAV è l'intervento che si sceglie nella convinzione di dovere scommettere sulla ripresa. Stiamo scommettendo sulla ripresa dell'economia, sulla ripresa dell'Europa, sulla ripresa del trasporto merci, e credo che anche l'ipotesi del fasaggio, che oggi sposiamo, accettiamo e consideriamo positiva anche per il territorio, ci consenta di mantenere ferma questa scommessa importante che facciamo per il Piemonte e per l'Italia tutta.
Per quanto riguarda il coinvolgimento degli amministratori delle valli onestamente più di così non è possibile. Abbiamo tentato di coinvolgerli nell'Osservatorio e per anni si sono rifiutati di partecipare. Alcuni continuano a rifiutare il dialogo; abbiamo tentato di coinvolgerli nella definizione dei percorsi della legge cantiere sviluppo territorio ed è successo altrettanto. Sono sempre convocati, le richieste di un atteggiamento costruttivo anche in ordine alla ridefinizione del piano degli interventi di compensazione sono tutti appelli che cadono nel vuoto.
Purtroppo c'è una fetta di amministratori che è ormai schiava di un atteggiamento mentale che impedisce il dialogo corretto fra istituzioni.
Nel prendere atto di questa realtà, ovviamente la Regione Piemonte, come da nostro dovere istituzionale, non intende arretrare rispetto al tentativo che ogni giorno reiteriamo di coinvolgere nuovamente soggetti istituzionali (sindaci, Assessori e amministratori) che abbiano deciso, anche a seguito dei fatti gravissimi che si sono verificati in Val di Susa, di prendere le distanze e di scegliere una modalità diversa, compatibile con il rispetto delle istituzioni e delle leggi per manifestare il proprio dissenso. E ovviamente noi, da questo punto di vista, non possiamo che rispettare il loro orientamento.
Concludo, dicendo che sul fasaggio diremo meglio, ma non dimentichiamoci di sottolineare - come ho avuto occasione di dire al sindaco di Settimo - che in ogni caso l'intervento realizzato attraverso il fasaggio ci consente di portare a casa un risultato importantissimo dal punto di vista del potenziamento del trasporto merci; subito, senza dovere attendere il completamento definitivo dell'opera.
In ogni caso, stiamo scegliendo una soluzione al ribasso o inutile dal punto di vista operativo; stiamo comunque scegliendo una soluzione che ci consente nel giro di poco tempo di portare a casa risultati importanti anche per il nostro territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento. Ricordo che il numero legale è 29.
L'ordine del giorno n. 262 è stato modificato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 262, il cui testo recita: "Premesso che: l'uso della forza è già stato praticato in Valle di Susa in svariate occasioni, tra le quali ricordiamo il dicembre 2005 in quel di Venaus con diversi feriti e contusi tra ignari cittadini, per lo più donne ed anziani che stavano dormendo in un campeggio improvvisato a difesa di terreni privati destinati all'inizio del cantiere della discenderia oppure il gennaio 2010 a Traduerivi (Susa) dove una donna ha subito svariate lesioni traumatiche anche gravi (commozione cerebrale, frattura del setto nasale lesione ad un'ovaia) in seguito ad un immotivato attacco da parte delle forze dell'ordine dopo il 2005 si è deciso a livello centrale di seguire un iter più democratico e partecipativo, con la costituzione di un Osservatorio Tecnico, che con alterne fortune ha coinvolto le amministrazioni locali con prevalenza di quelle favorevoli all'opera l'Europa concederà il finanziamento di circa 700 milioni di euro solo se vi sarà il consenso delle popolazioni interessate dall'opera la Regione Piemonte ha presentato ed il Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge che va nel solco, seppur tardivo, della ricerca di una maggiore partecipazione delle amministrazioni locali e dei cittadini interessati dalla cantierizzazione dell'opera il parlamentare del PD Esposito ha dichiarato a più riprese che serve la militarizzazione della valle per l'inizio dei lavori; Posto che le dichiarazioni del parlamentare piemontese Esposito del PD che proponeva 'una militarizzazione della valle' sono gratuitamente erronee, sia in assoluto che nella contingenza attuale le amministrazioni devono garantire il bene comune e la regolare espressione di un civile dissenso e di un'opposizione sana e costruttiva e favorire gli spazi per un incontro e un confronto tra opposte visioni ed interessi II Consiglio regionale si dissocia e censura le parole del parlamentare piemontese Esposito in quanto assolutamente fuori luogo, avulse dalle pratiche di buona amministrazione e di etica politica e gratuitamente violente chiede che la Giunta Regionale assicuri ai territori interessati dalla progettazione della nuova linea Torino-Lyon la certezza che in ogni sede e ad ogni tavolo a cui sarà istituzionalmente presente si porrà per la difesa e l'incolumità dei cittadini favorevoli o contrari al TAV e si opporrà ad ogni eventuale tentativo di militarizzazione della Valle".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 417, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il 24 Giugno 2011, con una lettera inviata al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altiero Matteoli, la Commissione Europea ha sollecitato l'Italia ad aprire il cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino - Lione nel termine fissato per il 30 giugno 2011 se l'Italia non ottemperasse agli impegni assunti, rischierebbe di perdere una parte sostanziale dei finanziamenti dell'Unione Europea, che ammontano ad oltre 600 milioni di euro la linea ferroviaria Torino - Lione rappresenta un'opera di estrema importanza per il Piemonte, per l'Italia e l'Europa tutta considerato che in data 27 giugno 2011, sono avvenute manifestazioni violente contro le Forze dell'Ordine che sono state aggredite, da parte di coloro che si proclamano contrari alla realizzazione della linea Torino - Lione, che hanno occupato il Comune di Chiomonte nello scontro, molti Agenti delle Forze dell'Ordine presenti sul posto per garantire il regolare svolgimento dell'apertura del cantiere hanno riportato lesioni personali e l'ordine pubblico è stato gravemente compromesso che numerose manifestazioni di violenza e tentativi di intimidazione si sono verificate contestualmente a Torino e in altre Città d'Italia contro sedi Istituzionali e di Partito considerato, inoltre, che: già in data 24 maggio 2011, in occasione di un primo tentativo di apertura del cantiere, gli operai addetti alla costruzione della linea ferroviaria sono stati aggrediti da esponenti NO-TAV e sono stati costretti ad abbandonare il cantiere nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi i tentativi di dialogo delle Istituzioni nei confronti dei diversi soggetti interessati dall'opera, osteggiati da quella parte di dissidenti che da sempre li hanno rifiutati e che hanno dato vita agli attuali disordini esprime solidarietà nei confronti delle Forze dell'Ordine coinvolte negli scontri e di tutti coloro che sono vittime delle violenze e delle intimidazioni da parte degli esponenti estremisti del movimento NO-TAV." Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 420, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'avvio dei lavori a Chiomonte per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, assicurato dall'intervento delle forze dell'ordine, segna un "punto di non ritorno" nella complessa vicenda dell'esecuzione dell'opera ritenuto che, oggi, più che mai, sia necessario e non procrastinabile: pervenire ad una ripresa del dialogo da parte del Governo nazionale tra tutte le parti interessate e ad un'assunzione di responsabilità ad ogni livello che le Amministrazioni comunali dei territori coinvolti, qualora non condividano la realizzazione dell'opera, siano comunque disponibili ad un confronto politico e tecnico sulle caratteristiche dell'infrastruttura e sulle sue modalità di realizzazione che la Regione Piemonte ed il Governo nazionale, per le rispettive competenze, rispettino gli impegni assunti in sede istituzionale sulle risorse per le compensazioni da garantire ai comuni della Valsusa che il movimento "No Tav" isoli le minoranze fanatiche che, nei recenti disordini di Chiomonte, hanno dimostrato, con tutta evidenza, di non essere interessate al dialogo, ma solo allo scontro che l'opera sia realizzata con costi allineati a quelli europei, evitando il rischio di intrecci collusivi e di infiltrazioni malavitose auspicato che su tali basi sia, dunque, possibile valutare, con il giusto rilievo, le novità emerse in merito ai tempi ed ai modi di realizzazione della Tav e trovare adeguate e condivise soluzioni alle criticità tuttora presenti nel progetto preliminare esprime pieno sostegno alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione all'operato delle Forze dell'ordine che, con determinazione e senso di responsabilità, hanno reso possibile l'apertura del cantiere ai lavoratori delle imprese impegnate nell'esecuzione dell'opera condanna gli episodi di violenza, verificatisi nella giornata di ieri, tesi a paralizzare l'avvio dei lavori per la realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte impegna il Presidente e la Giunta regionale a valutare urgentemente, in sede consiliare, le ultime condivisibili novità emerse in merito ai tempi ed ai modi di realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione ed a trovare adeguate e condivise soluzioni alle criticità tuttora presenti nel progetto preliminare ad attivarsi con urgenza nei confronti del Governo nazionale affinché non vi siano riduzioni delle previste compensazioni a favore della Valsusa." Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 421, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale posto che: in data 27 giugno 2011 all'alba 2000 uomini delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa si sono presentate alla base della stradina interpoderale della Maddalena di Chiomonte con una ruspa e sull'autostrada chiudendone il traffico, con ruspe e autobotti con idranti, mostrando agli amministratori un'ordinanza prefettizio di sgombero non solo dei terreni destinati ai cantieri ma anche del piazzale davanti all'azienda vitivinicola di proprietà della Comunità Montana e del terreno prospiciente regolarmente affittato al Comune di Chiomonte tale ordinanza non è stata notificata preventivamente né alla Comunità Montana né al Sindaco di Chiomonte rendendo impossibile qualora ciò fosse stato politicamente scelto dai manifestanti, uno sgombero spontaneo e pacifico sono stati utilizzati oltre 2000 lacrimogeni al CS (2 clorobenzalmalononitrile) contro i manifestanti, anche quelli che, inermi cercavano rifugio nei boschi sopra il piazzale della Comunità Montana contro gli amministratori che a mani alzate aspettavano le Forze dell'Ordine nel piazzale stesso nonché contro la tenda del presidio medico che ospitava personale sanitario benché classificata come un'arma non letale per il controllo delle rivolte sono stati dimostrati alcuni effetti potenzialmente tossici. Oltre a danneggiare pericolosamente i polmoni, il CS può nuocere gravemente al cuore e al fegato il 28 settembre 2000 il Dr. Uwe Heinrich ha pubblicato uno studio commissionato da John C. Danforth per investigare sui possibili effetti di un'esposizione al gas CS. Il Dr Heinrich ha concluso se non si utilizzano maschere antigas e si è in un luogo chiuso "c'è una significativa possibilità che l'esposizione al gas CS possa contribuire o causare effetti letali" molti studi hanno associato l'esposizione al CS con gli aborti spontanei quando il CS viene metabolizzato, inoltre, è possibile riscontrare del cianuro all'interno dei tessuti umani secondo lo United States Army Center for Health Promotion and Preventive Medicine, il CS rilascia "fumi molto tossici" quando viene scaldato e decomposto, e in particolari concentrazioni è un pericolo immediato per la salute. Coloro i quali sono stati esposti al gas CS dovrebbero sottoporsi immediatamente a controlli medici preoccupato dai rischi per la salute dei cittadini che esercitano il diritto costituzionale a manifestare liberamente il proprio pensiero si dissocia dai metodi poco trasparenti e poco rispettosi perseguiti nei confronti degli amministratori della Comunità Montana Valsusa e Valsangone e del sindaco di Chiomonte dall'uso smodato ed indiscriminato dei lacrimogeni CS da parte delle Forze dell'Ordine contro i manifestanti alla Maddalena di Chiomonte censura il lancio di detti lacrimogeni contro gli amministratori che a mani alzate attendevano l'arrivo delle Forze dell'Ordine per trattare lo sgombero del piazzale chiede che non vengano più lanciati lacrimogeni CS in dette modalità nei confronti di cittadini piemontesi che manifestano liberamente il proprio pensiero".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 429, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in data 3 luglio scorso si è tenuta in Val di Susa l'imponente manifestazione anti-TAV, organizzata con tre differenti cortei in partenza da Exilles, Giaglione e Chiomonte contro i cantieri della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione (cantiere dell'area Maddalena di Chiomonte) la citata protesta è nata con intenti pacifici e ha visto partecipi almeno 23 sindaci della Val di Susa, con la fascia tricolore delle celebrazioni Ufficiali, a capo di un corteo che contava un gran numero di famiglie con bambini, circa 50 mila persone al corteo degli amministratori locali e dei civili dimostranti si sono unite frange movimentiste estremiste, come ad esempio le violente rappresentanze dei "black block" considerato che i sindaci indossando in occasione della citata manifestazione la fascia tricolore, che identifica, ai sensi della Circolare 4 novembre 1998, n.
5/98 del Ministero dell'Interno e dell'art. 4 della legge 15 maggio 1997 n. 127, la loro funzione istituzionale, hanno fatto un uso improprio della fascia medesima, poiché l'uso della stessa in una manifestazione, i cui connotati sono solo apparentemente di natura pacifica, ma in realtà sono la causa scatenante di un assembramento violento, non assolve ad un fine istituzionale in merito alle modalità di utilizzo della fascia tricolore, il 4 novembre 1998, l'allora Ministro dell'Interno Rosa Russo Iervolino emanava una circolare, pubblicata poi sulla Gazzetta Ufficiale n. 270 del 18 novembre 1998, indirizzata a tutti i Prefetti e ai rappresentanti delle autonomie all'interno della quale si invitavano i sindaci a fare "un uso corretto e conveniente della fascia tricolore", nella consapevolezza "della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica" considerato inoltre che sebbene la disciplina dell'uso della fascia non sia dettata compiutamente dalle norme, è comunque rinvenibile in talune disposizioni di legge e di carattere amministrativo emanate negli anni e riguardanti per lo più aspetti settoriali del problema, da cui si evince che il sindaco in quanto tale può utilizzare la fascia tricolore, anzi deve utilizzarla nell'adempimento delle proprie funzioni istituzionali, tutte le volte in cui la propria veste di partecipazione alle manifestazioni pubbliche venga interpretata come appunto espletamento del proprio ruolo ed assuma Ufficialità; diversamente, nell'ipotesi di partecipazione a titolo privato o comunque non Ufficiale, si dubita fortemente non solo della opportunità ma anche della legittimità dell'utilizzo di tale simbolo distintivo impegna il Presidente e la Giunta regionale a esortare il Prefetto di Torino a censurare il comportamento tenuto dai sindaci dei comuni valsusini e ad adottare opportuni provvedimenti quando i sindaci non rispettino le finalità proprie della "fascia tricolore", che non rappresenta solo un semplice ornamento, ma va ad individuare un simbolo dotato di specifici significati, e per tali ragioni non avulso da un uso mirato e legittimo".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 431, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nel nostro Paese i trasporti si stanno rivelando tra le più evidenti espressioni di conflitto ambiente/territorio/popolazione. Rispecchiano un modello di sviluppo caratterizzato da fenomeni contradditori e controversi tra i quali lo sfruttamento delle risorse naturali, un alto livello di consumo del territorio, e la mancanza di un percorso democratico lineare frutto della riproposizione della legge obiettivo. E non ultimo un effettivo sottoutilizzo della forza lavoro disponibile sotto l'aspetto qualitativo e quantitativo. La storia del progetto Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione ne è un esempio emblematico e un caso su cui riflettere per comprendere gran parte delle problematiche che ruotano attorno al sistema trasportistico e alle reali necessità l'attuale crisi economica è anche il risultato di un modello di sviluppo basato sul consumo illimitato di territorio e di energie, entro cui la Torino-Lione è stata concepita. L'ipotesi del Governo di ridimensionare il progetto iniziale in questa fase dimostra che è necessario una ridefinizione delle strategie infrastrutturali nel loro complesso l'esito stesso della straordinaria partecipazione referendaria esprime una richiesta di cambiamento del modello di sviluppo e nella gestione dei beni comuni, con un conseguente cambio di rotta rispetto alla retorica delle grandi opere e la necessità imprescindibile di coinvolgimento della comunità interessata al cambiamento.
rilevato che il movimento No-tav si batte da oltre 20 anni per la difesa del territorio della Valsusa da un'opera ad alto impatto ambientale.
a maggioranza dei partecipanti di domenica 3 luglio in Valsusa ha manifestato pacificamente.
l'utilizzo massiccio di forze dell'ordine in Valsusa rappresenta la sconfitta della politica che scarica le proprie responsabilità sui manifestanti e sugli agenti di polizia, invece di mantenere aperto un confronto con chi ritiene di dover discutere sull'opportunità dell'opera.
gli stessi sostenitori più convinti della TAV considerano che "un'opera di questa natura e di questa durata non possa essere realizzata con un dispiegamento permanente così massiccio di agenti" condanna ogni forma di violenza, sottolineando che le forme di dissenso, anche dopo la manifestazione del 3 luglio, non possono essere confuse con gli atti vandalici e l'uso della violenza, che finiscono di delegittimare lo stesso movimento No-Tav chiede che la Giunta regionale si faccia promotrice della convocazione di un tavolo politico che riprenda la discussione sull'opera e sull'opportunità della sua realizzazione, e riconsegni alla politica e alle istituzioni i ruoli di difensori dell'interesse pubblico generale chiede che finalmente venga elaborato un serio piano trasportistico nazionale che colga le reali priorità verso cui indirizzare gli investimenti, assumendo la "questione TAV" come problematica nazionale. In particolare, deve essere affrontato il nodo di Torino con la realizzazione della cintura ferroviaria per le merci e con un'efficiente mobilità per i treni passeggeri, con particolare attenzione al trasporto dei pendolari.
ribadisce la necessità di ripensare il progetto dal nodo torinese, vero elemento di novità che rappresenterebbe la volontà di rispondere ai due fondamentali punti espressi dalle istituzioni della valle: verificare l'effettivo utilizzo della linea ferroviaria rinnovata ed impedire la cantierizzazione della Valle di Susa per i prossimi vent'anni, evitando oggi interventi inutili ai fini progettuali".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 436, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale osservato che nei pressi del cantiere per la realizzazione della TAV alla Maddalena di Chiomonte, nella giornata di domenica 3 luglio, una minoranza estremista dei manifestanti ha condotto un violentissimo assalto al cantiere aperto la settimana scorsa constatato che gli attacchi hanno causato ferite anche gravi a numerosi agenti delle forze dell'ordine, con aggressioni personali e lanci di oggetti contundenti; inoltre anche un operaio è stato ferito con un masso considerato che una parte cospicua dei violenti sono riconducibili all'area dell'antagonismo organizzato e dei centri sociali, realtà tristemente note e presenti sul territorio della nostra Regione esprime innanzitutto solidarietà agli agenti delle forze dell'ordine coinvolti negli scontri, totale vicinanza agli operai aggrediti fisicamente e psicologicamente dai manifestanti durante gli scontri da buona parte dei No Tav presenti sul territorio valsusino in maniera continuativa, affermando la presa di distanza da qualsiasi forma di violenza, squalificante delle ragioni della protesta, e sottolineando la necessità di proseguire con tempismo e senza incidenti i lavori programmati"..
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 434, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Lega Nord è un partito incostituzionale perché nel suo Statuto prevede la secessione del nord Italia, violando quindi l'art. 5 della Costituzione che dice che "la Repubblica è una ed indivisibile" il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, oggetto delle indagini sulla Guardia Nazionale Padana, sospettata di essere un'organizzazione paramilitare tesa ad attentare all'unità dello Stato (reato previsto dagli art. 241 e 283 del Codice penale) è stato condannato in via definitiva a 4 mesi e 20 giorni, per oltraggio e resistenza a pubblico Ufficiale (in particolare ha morsicato la caviglia di un poliziotto). Per la Suprema Corte «la resistenza» di Maroni e degli altri leghisti «non risultava motivata da valori etici, mentre la provocazione era esclusa dal fatto che non si era in presenza di un comportamento oggettivamente ingiusto ad opera dei pubblici Ufficiali». In modo particolare gli atti compiuti da Maroni sono stati ritenuti «inspiegabili episodi di resistenza attiva (...) e proprio per questo del tutto ingiustificabili lo stesso Ministro Maroni è stato anche imputato a Verona come ex capo delle camicie verdi, insieme al altri 44 leghisti, con le accuse di attentato paramilitare fuorilegge. Ma i primi due reati sono stati ampiamente ridimensionati dalla Legge 24 febbraio 2006, n. 85, varata dal centrodestra allo scadere della legislatura. Restava in piedi solo il terzo, ma anche da questo Maroni ottiene il non luogo a procedere nel dicembre 2009, e comunque il divieto di associazioni di carattere militare previsto dal Decreto Legislativo 14 febbraio 1948, n. 43 è stato poi abrogato dal Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (art. 2268, c. 1 punto 297) - Il Ministro alle Infrastrutture, Matteoli, nel febbraio 2005 quando era ministro dell'Ambiente, è stato indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto d'Ufficio in relazione all'inchiesta sul "mostro di Procchio", un complesso in costruzione a Marciana nell'isola d'Elba, in merito alla quale Matteoli, in una telefonata col prefetto di Livorno aveva chiesto informazioni sulla notizia di una possibile indagine a suo carico per abusi edilizi, indagine al tempo ancora ignota al prefetto che dunque si allertò. L'indagine si inseriva in una più vasta inchiesta che coinvolgeva, tra gli altri, un giudice e due prefetti, accusati di corruzione. Rinviato a giudizio il 4 maggio 2006, dopo la prima udienza in ottobre, il 17 maggio 2007, la Camera bloccò il processo (394 voti favorevoli, 2 contrari e 32 astenuti), sollevando un conflitto di attribuzione tra poteri dello stato alla Consulta contro il Tribunale di Livorno che, non considerando la telefonata del Matteoli al prefetto di Livorno riconducibile alle sue funzioni ministeriali, aveva proceduto senza richiedere l'autorizzazione a procedere alla Camera. Nel luglio 2009 la Corte Costituzionale ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio espressa dal Tribunale di Livorno per favoreggiamento in relazione alla vicenda del complesso dell'isola d'Elba e dava ragione alla Camera dei deputati che aveva sollevato il conflitto di attribuzione, sostenendo che avrebbe dovuto essere il Tribunale dei Ministri a giudicare il ministro previa autorizzazione a procedere da parte della Camera. Nel 2009, la giunta della Camera nega l'autorizzazione a procedere per Matteoli la Legge elettorale -come modificata da Calderoli è una legge incostituzionale che viola il principio dell'elezione diretta dei rappresentanti politici nazionali, generando un Parlamento di nominati abusivo posto che il sito della Maddalena di Chiomonte è semplicemente un fortino militarizzato e non un cantiere operativo l'ennesima proroga dell'Europa per concedere i finanziamenti di 672 milioni di euro all'inizio dei lavori entro il 30 giugno è stata nuovamente superata sottolineando che: le Forze dell'Ordine vengono mandate da un Parlamento abusivo ad affrontare in tenuta antisommossa dei cittadini inermi le Forze dell'Ordine poco preparate ed informate (prova ne sia il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo) vengono sobillate dai media e dalla propaganda lobbistico-politica ad affrontare pericolosi e violenti cittadini organizzati (che si è rivelato essere un falso strumentale) i poliziotti hanno lanciato dosi massicce di gas lacrimogeni al CS, tossico nocivo, su cittadini inermi ribadendo che il movimento No Tav si oppone ad un'opera inutile dal punto di vista tecnico, devastante dal punto di vista economico ed ambientale, vieppiù in un periodo di grande crisi economica, offrendo un servizio a tutta l'Italia condanna i mandanti politici in Parlamento, in Regione Piemonte, in Provincia di Torino e nei Comune di Torino, responsabili della mancanza di dialogo protrattasi per anni, delle stime errate alfa base di un'analisi costi benefici dell'opera fallace ed in ultimo deità pesante militarizzazione della Valsusa da parte delle Forze dell'Ordine la rilettura strumentalmente violenta da parte di diversi media della situazione presente in Valsusa atta ad aumentare la tensione, adducendo a loro una parte delle responsabilità dei contusi e feriti del 3 luglio solidarizza con la parte sana delle Forze dell'Ordine, mandate da un Parlamento di abusivi e da un Ministro dell'Interno pregiudicato, ad affrontare cittadini inermi, portatori della sovranità popolare, che difendono il territorio e io spreco di miliardi di euro dei contribuenti".
Il Consiglio non approva.
Ricordo che adesso, nella Sala Morando, si svolgerà il preannunciato incontro con le lavoratrici e i lavoratori della ditta Loquendo. Alle ore 14.30 ci sarà la seduta per la trattazione del sindacato ispettivo ex articolo 100.
Alle ore 15 inizierà la seduta ordinaria. Ricordo ancora che questa mattina abbiamo modificato l'o.d.g. e quindi s'incomin cerà la trattazione dei disegni di legge della Giunta regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.10)



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