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Dettaglio seduta n.133 del 06/07/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 640 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Loquendo in vendita"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
640, presentata dal Consigliere Taricco.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, perché ritengo che l'interrogazione si commenti da sola.
Abbiamo voluto porre l'interrogazione sotto forma di question time quindi a risposta immediata, proprio perché l'accelerazione delle vicende riguardanti la Loquendo richiede un intervento rapido.
I fatti sono esposti in maniera molto dettagliata nel testo dell'interrogazione: questa è un'azienda che rappresenta, in quel di Torino, la storia della ricerca avanzata nel campo del riconoscimento vocale, della verifica e identificazione del parlatore, di tutto ciò che riguarda il presente e il futuro della telefonia, e non solo.
un'azienda controllata da Telecom Italia e rappresenta, nel settore in cui opera, una delle punte più avanzate di ricerca, innovazione e brevettazione di questo tipo di soluzione.
Nelle passate settimane ha incominciato a prendere sempre più corpo la voce - passando il tempo, sempre più percepita come sbocco - di una possibile messa in vendita dell'azienda, con il grave rischio di conseguenze che purtroppo abbiamo già visto verificarsi in molti settori sul nostro territorio e non solo.
Quando le aziende vengono acquisite dalle grandi multinazionali che operano nel loro settore, nell'immediato si potrebbe pensare ad un inserimento in un quadro più vasto, che però porta quasi sempre inevitabilmente, ad un assorbimento del know-how, delle tecnologie, delle reti, che sono le parti interessanti delle aziende, e ad una progressiva dismissione della struttura operativa dell'azienda, in quanto tale.
Questo porterebbe, ovviamente, grossi rischi alla struttura operativa presente a Torino (circa un centinaio di ricercatori operano in quest'azienda, in questo momento): un'effettiva perdita del know-how, della ricerca e dell'innovazione, che è uno degli ambiti in cui la Regione sta investendo maggiormente, perché sono generatori di futuro, se non direttamente, anche attraverso l'indotto e tutto ciò che questo comporta.
In questo senso, ci siamo permessi di presentare l'interrogazione a risposta immediata - concludo velocemente, Presidente - da una parte per sentire dalla Giunta, sulla base delle voci che sono apparse sui giornali quali sono le sue intenzioni in merito, e, dall'altra parte, per stimolare un'assunzione di responsabilità forte da parte della Giunta stessa, perch riteniamo che le questioni in gioco, sia per quel che riguarda i lavoratori sia per il potenziale prospettico d'indotto che ha una simile tipologia aziendale, sono molto importanti per il nostro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto, per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Mi permetto di ringraziare anche il Consigliere Taricco, per lo stimolo dato su questa vicenda.
Come ho già anticipato al collega, in questo momento parliamo realmente d'indiscrezioni, comunque di dati oggettivamente non ancora comprovabili poiché si tratta di una serie di sensazioni, o qualcosa di più, che chi opera all'interno dell'azienda e le rappresentanze sindacali hanno correttamente trasferito alla Giunta regionale.
Come Assessore al lavoro non sono stata ufficialmente coinvolta nelle sensazioni e valutazioni che stanno portando avanti le rappresentanze sindacali, sia a livello territoriale sia interne all'azienda.
Occorre riconoscere che la notizia di una possibile cessione dell'azienda torinese ad una competitor americana - Nuance - sta insistentemente girando, non soltanto a livello territoriale, ma anche nazionale. Stiamo parlando di aziende quotate in borsa, quindi c'è un iter procedurale, che non sto qui a spiegare, ma che conosciamo; capiamo pertanto, quali sono le difficoltà ad avere informazioni più attendibili in funzione del fatto che la quotazione in borsa comporta dei livelli di discrezionalità estremamente elevati.
Nei giorni scorsi, i lavoratori ci hanno segnalato questa situazione e come ho detto, a livello d'Assessorato nulla è stato ufficialmente definito né siamo stati chiamati in causa. Abbiamo cercato di acquisire una serie d'informazioni, anche a fronte del tema dell'Innovation Technology, quindi il tavolo che abbiamo attivato nei mesi scorsi insieme all'Assessore Giordano fa sì che, anche nell'ambito delle relazioni con i Sindacati, ci sia uno scambio d'informazioni quotidiano, per non dire di ora in ora.
Come dicevo, essendo quest'azienda quotata in borsa, è improbabile che prima del 4 agosto, giorno in cui il Consiglio d'Amministrazione si riunirà, si possano avere delle notizie che rappresentino qualcosa in più rispetto alle indiscrezioni.
Sappiamo che, proprio in queste ore, ci sarà una riunione a livello nazionale sulle telecomunicazioni, e il segnale che abbiamo fornito è quello di capire se, al riguardo, si può avere qualche informazione in più.
Detto questo, ritengo di poter rassicurare che, sia io sia il collega Giordano, su questo tema, siamo estremamente attenti.
Un attimo prima che arrivi sul mio tavolo il tema "crisi occupazionale", anticipando quello che potrebbe essere - mi auguro non lo sia, chiaramente - un problema di delocalizzazione rispetto al Piemonte e a Torino, l'attività di Giunta ci sarà e c'è già fin d'ora. Dopo aver sollecitato il Ministero dello Sviluppo Economico, segnalando la nostra preoccupazione, nei giorni prossimi, in particolare la prossima settimana avremo un incontro congiunto con il Ministero del Lavoro e il Ministero dello Sviluppo Economico, riguardo ad altre aziende che versano in crisi ma non parleremo solo di quello. Al primo punto all'o.d.g. porteremo questo tema, perché chiederemo di capire quali saranno le logiche, anche a livello nazionale, che muoveranno le azioni sull'azienda in questione.
In funzione delle misure che anche il collega Giordano ha presentato in questi giorni, riguardanti il Piano di competitività, ma non solo riguardanti anche tutta la tematica della crisi e delle azioni che vogliamo intraprendere in particolare sull'Information Communication Technology (ICT), è intenzione della Giunta cercare, qualora ce ne fosse la necessità lo voglio sottolineare perché ritengo che sia assolutamente prudenziale in questo momento, parlare di un'ipotesi che ci auguriamo non si verifichi perché in questo momento è solo un'ipotesi e faremo di tutto per far sì che non si realizzi - un contatto immediato con i vertici dell'azienda, per capire e definire le logiche, sapendo che il 4 agosto ci sarà la riunione del CdA, che fa sì che, fino a quel momento, le notizie che ci potranno fornire siano notizie di carattere riservato e informale.
Assumiamo, dunque, l'impegno di attivarci, come abbiamo già fatto in queste 48 ore, per capire qual è l'iter procedurale e quali saranno i processi che si avvieranno, per cercare d'intervenire.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 635 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "ASL Biella - Deroga assunzioni"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 635 presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Non so chi risponderà a quest'interrogazione, spero solo che la sua risposta - lo dico con tutto il rispetto necessario - non sia una presa in giro come la volta precedente. Ho già presentato un'interrogazione sull'argomento e mi rispose il Vicepresidente. Considero quella risposta una presa in giro. Spero vivamente che oggi voi cambiate registro.
Voglio essere il più preciso possibile, per quanto riguarda la questione che intendo porre.
L'Assessore Cota - Assessore pro tempore alla sanità - sta bloccando in accordo con la Direzione regionale della sanità, due concorsi di primario d'urologia e di medicina legale, e finora non ha autorizzato la copertura di tre posti da primario: la direzione integrata di prevenzione il servizio d'igiene pubblica e la medicina nucleare.
Naturalmente sto parlando dell'ASL di Biella.
Mi sembra che queste decisioni siano assolutamente incomprensibili e addirittura assurde, per almeno due buone ragioni.
Primo. Voi avete autorizzato la pubblicazione di un bando per il primariato della Direzione integrata di prevenzione all'ASL di Vercelli naturalmente in deroga; e avete autorizzato l'Azienda sanitaria di Vercelli ad espletare il concorso per il primario d'ostetricia-ginecologia presso l'ospedale di Borgosesia, naturalmente in deroga. Tutto questo è giusto non lo contesto assolutamente, ma mi domando se voi usate due pesi e due misure quando affrontate queste questioni.
Quando si affrontano questioni come queste non ci possono essere atteggiamenti diversi a seconda della situazione.
La seconda ragione per la quale il vostro comportamento è assurdo e inaccettabile è perché state realizzando e completando - non solo voi - il nuovo ospedale di Biella. In quell'ospedale, fino a prova contraria, avete previsto che siano localizzate tutte le specialità per le quali oggi mancano i primari.
Mi sembra una cosa fuori dal mondo, perché la logica vorrebbe, essendo io impegnato a realizzare un nuovo ospedale, il cui progetto prevede che quell'ospedale abbia quelle specialità e quei reparti, che voi autorizzaste i concorsi o li sbloccaste, tanto più essendo un nuovo ospedale.
Questo ovviamente è normale, non chiedo la luna nel pozzo, ma se non è così, sono autorizzato a pensare che ci sia un diverso atteggiamento nei confronti d'ogni ASL.
Sono altresì autorizzato a pensare che il disegno sia di ridimensionare il nuovo progetto dell'ospedale di Biella e che si voglia condannare quella sanità al declino, nonostante investimenti che stiamo realizzando come comunità piemontese, in base ad un progetto e ad una politica sanitaria che si evince in larga misura anche nei vostri documenti, che privilegiando il polo di Novara rischia di declassare e impoverire il resto della sanità piemontese, anche in quelle realtà nelle quali la comunità regionale sta impegnando ingenti risorse per realizzare nuove strutture sanitarie che dovrebbero - io credo, non sono un esperto - diventare presidi importanti pur nel quadro di una riorganizzazione della sanità.
Vede, Assessore Maccanti, questa vicenda ci dà anche un po' la misura della distanza che separa le cose che dite da quelle che fate. Questo è il criterio per misurare la bontà di una politica: c'è un divorzio o un matrimonio, tra le cose che dite e quelle che fate? Voi ai biellesi raccontate - lo ha raccontato l'ineffabile Zanon qualche settimana fa e lo ha raccontato il Presidente Cota, che cura alcune rubriche personali sui giornali - che la sanità di quel territorio non sarà penalizzata. Se è così, mi domando per quale ragione da mesi avete bloccato o non autorizzato il concorso per cinque primari in una struttura che volete completare e realizzare.
Se vogliamo che la sanità biellese funzioni a pieno regime, è essenziale sbloccare quella situazione.
Mi auguro che una volta tanto alle parole corrispondano i fatti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Non so se il Consigliere Ronzani riterrà, la risposta che forniremo come Giunta, una presa in giro; certamente sarà una risposta di natura generale, anche perché, per volere del Presidente Cota, ma per indirizzo della Giunta regionale, come lei sa meglio di me per la sua esperienza, gli obiettivi degli amministratori devono essere d'indirizzo, quindi non entrerò nel merito delle nomine di primariati strettamente attinenti n all'ASL cui lei farò riferimento, né tanto meno all'ospedale di Biella.
Darò un'indicazione di carattere generale che però, ne sono certa potrà soddisfare quello che è l'orientamento generale della Giunta rispetto al quesito da lei posto.
Ricorderà che la delibera di Giunta regionale n. 48 - 1984 del 29 aprile 2011, trasmessa con circolare esplicativa regionale n. 14811/DB2000 del 24 maggio 2011, ha posto dei precisi limiti affinché possano essere rispettate le prescrizioni ai fini dei provvedimenti di razionalizzazione programmati dall'Addendum approvato a livello centrale: va da sé che l'obiettivo regionale di contenimento della spesa sanitaria, indispensabile per evitare gravi ripercussioni sul sistema sanitario, e non solo, della nostra Regione, comporta l'adozione di una politica di rigore certamente impegnativa per tutti.
Sulla base di tali premesse, si ricorda che la circolare regionale n.
14311/DB2000 del 24 maggio 2011 sopra richiamata alla pagina 5 - "Tetto di spesa e deroghe" - invita le Aziende "a non attribuire sino alla definizione delle consistenze organiche incarichi di dirigente di struttura complessa" e che tale posizione è stata ulteriormente confermata con la successiva circolare n. 16916/DB2000 del 16 giugno 2011: tutto ciò tenuto anche conto della necessità di dare puntuale applicazione a quanto previsto dall'articolo 12 del "Patto per la salute 2011-2012" e ai suoi provvedimenti adottati in merito alla definizione dei criteri per l'individuazione delle strutture e delle dotazioni dei relativi posti letto nell'ambito della rete ospedaliera.
In ogni caso, essendo prossima l'adozione del provvedimento regionale di definizione del tetto di spesa entro il quale ogni Azienda dovrà contenere il costo della consistenza organica, sarà possibile nel prosieguo valutare la compatibilità con il sistema di nuovi interventi autorizzativi: va comunque anche detto che le Aziende, laddove ne ravvisino la necessità per ovviare alle attuali temporanee difficoltà, possono utilizzare gli strumenti contrattualmente previsti per assicurare una figura di direzione alle strutture complesse attualmente prive del titolare.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 636 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Emergenza cinghiali nel Parco del Ticino: non commissariare il parco ma dotarlo d'adeguati strumenti per intervenire efficacemente"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 636 presentata dalla Consigliera Manica, che ha la parola per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

una vicenda importante che ha avuto un certo rilievo in questi giorni, anche a seguito della presentazione d'interrogazioni e ordini del giorno presso la Provincia di Novara, che a mio avviso vanno in una direzione che non fa chiarezza sul problema.
Ricordo che i parchi sono elemento di competenza regionale, e il Parco del Ticino, in particolare, è uno dei più importanti della nostra regione.
Voglio ricordare che il Parco non ha mai introdotto cinghiali né tanto meno favorito il loro diffondersi. L'area protetta ha piuttosto subito effetti di reintroduzione, sicuramente illegali, a partire dall'anno 2000 effettuata con finalità venatoria.
Il fatto che si tratta di reintroduzione è dimostrato dalla caratteristica degli stessi animali battuti, che sono, infatti, dei porcastri, incroci tra cinghiali e maiali.
Il problema ha incominciato ad interessare i nostri territori verso la fine degli anni '90, mentre prima era pressoché assente.
Il problema, peraltro, è di carattere generale, tanto che sappiamo che la Regione lo ha affrontato con misure straordinarie proprio dal 2000, con il divieto d'allevamento a scopi venatori e l'adozione di piani di contenimento della specie (una discussione sul punto l'abbiamo fatta anche in ordine al collegato alla finanziaria e abbiamo assunto anche delle determinazioni).
Il Parco ha avviato un'attività d'abbattimento fin dal 2000 con proprio personale e con il supporto d'esperti faunistici esterni, ed è stata evidenziata l'estrema difficoltà nella gestione del problema per la conformazione territoriale del Parco stesso.
Il piano d'abbattimento predisposto dal Parco ed approvato dalla Provincia è operativo fino al 2012 ed è approvato dalla Regione Piemonte con la determinazione n. 171 del 2005. La deliberazione della Giunta regionale, "Approvazione delle disposizioni per la gestione e il controllo della popolazione dei cinghiali", è del 7 dicembre. Tale attività operativa è svolta dall'Ente in perfetta aderenza alle direttive regionali e in particolar modo vi è una corretta organizzazione di tutte le attività.
L'entità dei danni è in aumento dal 2010 e, più in generale, ci dobbiamo domandare se sia possibile contenere questo problema e ridurre i danni solo con gli abbattimenti.
A nostro giudizio è necessario che quest'attività sia accompagnata da interventi strutturali, come costruzioni di recinti elettrificati e quant'altro.
Si tratta di attivare una collaborazione con i vari soggetti interessati, in particolare, la Provincia, ma ci vuole un intervento rispetto al Parco anche delle due Regioni interessate (la Regione Piemonte per la sponda piemontese e la Regione Lombardia per la sponda lombarda) altrimenti sarà estremamente difficile fare fronte al problema, nonostante la meritoria azione del Parco e, invece, la scarsa collaborazione e comprensione che la Provincia di Novara ha dimostrato in questo momento.
Si tratta di fare in modo che la Regione ristabilisca, avendo lei la giurisdizione sui parchi, le corrette competenze e i corretti supporti di cui il Parco del Ticino necessita.



PRESIDENTE

A quest'interrogazione risponderanno sia l'Assessore Casoni sia l'Assessore Sacchetto.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Risponderò per la parte che mi riguarda, trattandosi di un'emergenza all'interno dei parchi e avendo la competenza sui parchi. Poi, l'Assessore Sacchetto completerà sulle norme generali che regolano il contenimento della popolazione degli ungulati.
Questo fenomeno si sta registrando in parecchi parchi regionali e in genere sul territorio regionale, tant'è vero che destiniamo risorse al risarcimento dei danni provocati dai cinghiali sia all'interno sia all'esterno dei parchi. È un problema che l'attuale Giunta sta cercando di affrontare con determinazione e chiarezza.
Al proposito, dico che bisogna anche fare in modo che gli strumenti normativi si adeguino. Per esempio, è stata presentata una legge regionale di riforma dei Parchi, che tutti ci auguriamo sia discussa al più presto in Aula per essere approvata. Tale legge prevede che all'interno delle aree protette e a seguito di piani d'abbattimento stilati dai Parchi, i Parchi stessi possono stabilire il numero degli abbattimenti, magari con una gradualità d'interventi, senza però avere difficoltà ad operare.
Vale a dire, operano i guardiaparco; se non bastano i guardiaparco operano i selecontrollori attivati dalle Province; se non bastano i guardiaparco e i selecontrollori, intervengono i cacciatori delle ATC organizzati in squadre guidate dalla direzione del Parco in modo che il problema non si pone più. Se bisogna abbattere 500 cinghiali i Parchi ci avvertono dicono che con il personale riusciranno ad abbatterne non più di 200 e il problema non si risolverà mai.
Inoltre, da un lato, stiamo anche pensando seriamente di fornire, per la protezione delle colture di pregio, una nostra fornitura di materiale per la recinzione, su cui dovremmo trovare ancora un'intesa, però la posa in opera, l'installazione e la manutenzione sarà a carico dei proprietari terrieri.
Secondo i calcoli che abbiamo fatto, questo provvedimento ci permetterà di risparmiare rispetto a quanto paghiamo per il contenimento dei danni causati dai cinghiali, quasi il 50% della somma che la Regione paga a fronte dei risarcimenti dovuti per i danni provocati dagli ungulati.
Quindi, la nostra determinazione su quest'azione è totale. È logico che dobbiamo approvare la legge di riforma dei Parchi e credo che anche l'Assessore Sacchetto si stia impegnando, ma lo dirà poi lui, per fare in modo che il problema degli ungulati sia il più possibile ridotto anche nei territori confinanti con le zone parco, quindi sia all'interno dei parchi sia all'esterno, in modo tale da non spendere tutte le risorse che attualmente stiamo spendendo proprio per risarcire i danni.
Pertanto, auspico che la riforma passi velocemente e faccio in tal senso un appello a tutta l'Aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Non entro nel merito di quella che è la premessa dell'interrogazione che ha presentato la collega Manica, in quanto ha già risposto l'Assessore Casoni, però faccio solo un paio di puntualizzazioni in merito all'oggetto dell'interrogazione, cioè quali siano le azioni che la Giunta intende mettere in atto per sostenere l'azione degli amministratori del Parco del Ticino, cosa che poi si potrebbe generalizzare a tutta la partita legata ai parchi piemontesi e anche alle zone parzialmente o totalmente protette e dichiarate non venabili all'interno della nostra regione.
Quello che avremmo già voluto fare, ma che purtroppo non abbiamo potuto fare, era appunto introdurre alcuni articoli in questo collegato (come poi è avvenuto soltanto in parte), che prevedevano alcune misure migliorative dell'attività stessa di gestione venatoria anche all'interno dell'area parco. Partendo dal concetto che lei ha espresso poc'anzi, cioè il fatto che, evidentemente, in maniera illegale, avvengono alcune immissioni di cinghiali, noi naturalmente riteniamo che questo sia un fattore molto marginale rispetto alla totalità della gestione venatoria all'interno della nostra regione. È chiaro che le immissioni vengono fatte perché alcuni cacciatori che svolgono quest'attività hanno interesse d'avere "materiale" per poterlo andare a cacciare.
L'unico modo di scongiurare o rendere meno appetibili queste azioni è garantire la possibilità che anche altri, come ha ricordato giustamente l'Assessore Casoni, possano dall'esterno venire a fare le battute di contenimento, eliminando quindi questi animali sia all'esterno sia all'interno dei parchi stessi, in modo da scoraggiare sempre di più queste eventuali attività che vengono sanzionate dalle Amministrazioni provinciali, tramite le guardie provinciali stesse, nel momento in cui vengono scoperte. Quindi, la nostra volontà è di procedere su questa partita.Quello che chiediamo al Consiglio è, nel momento in cui si presenteranno e si discuteranno, nelle Commissioni e poi in sede d'Aula queste modifiche a leggi che non vogliono essere un "liberi tutti" o introdurre una specie di Far West all'interno delle aree parco o piuttosto delle altre aree protette del Piemonte, di predisporre gli strumenti normativi che ci permetterebbero di gestire meglio la fauna selvatica all'interno della Regione Piemonte. In tal modo eviteremmo che si creino situazioni che poi assumono un po' il sapore della diatriba politica fra un Parco, una Provincia e quant'altro, mentre noi, come Regione Piemonte abbiamo il dovere e anche il diritto di fare altri ragionamenti molto più alti, atti a garantire la corretta gestione delle aree del nostro territorio.
chiaro che se evitiamo di considerare dei tabù le aree parco, forse facciamo un passo avanti estremamente importante dal punto di vista politico-filosofico e così evitiamo di perderci in discussioni senza riuscire a risolvere nessun problema.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 638 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Posizione del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo dell'ASL Torino 5"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
638, presentata dal Consigliere Ponso.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, l'interrogazione urgente che le rivolgo prende spunto dalle recenti vicende giudiziarie che hanno scosso la sanità piemontese e hanno portato in carcere con l'accusa di corruzione, tra le altre persone, anche il Commissario dell'ASL Torino 5, dottor Vito Plastino.
Nell'ASL Torino 5 sono tuttora operativi sia il Direttore sanitario dottor Massimo Aimone, sia il Direttore amministrativo, il dottor Angelo Pescarmona, che non sono stati toccati dall'inchiesta, ma sono stati nominati direttamente dal Commissario Plastino per rapporto fiduciario e non per concorso o pubblica selezione, come si verifica normalmente per i funzionari dipendenti ASL cui competono responsabilità dirigenziali.
Ovviamente, sia il Direttore sanitario che il Direttore amministrativo hanno condiviso con il Commissario mesi d'attività, programmi, scelte strategiche, decisioni operative, compresa la fornitura con modalità semplificata d'ausili per incontinenti, che, ora, sono oggetto d'indagine giudiziaria.
Mi risulta che, recentemente, questi funzionari hanno tenuto una riunione con le organizzazioni sindacali, già convocate in precedenza dal Commissario dottor Vito Plastino, nella quale è stato presentato ai rappresentanti delle organizzazioni stesse un nuovo piano d'organizzazione aziendale fatto di tagli e accorpamenti, arrivando ad indicarne i tempi d'attuazione.
Egregio Assessore, vista la vicenda giudiziaria sulla quale sono in corso gli accertamenti della Magistratura, le chiedo se non ritenga opportuno - la Giunta regionale - che il Direttore sanitario e il Direttore Amministrativo della ASL TO5, per quanto non formalmente indagati, vengano rimossi o quanto meno sospesi dai propri incarichi, che derivano dal loro rapporto personale fiduciario con il Commissario della stessa Azienda Sanitaria, fino almeno a che la vicenda delle tangenti nella Sanità regionale non venga chiarita. La ringrazio per la risposta.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Maccanti, cui do la parola; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con deliberazione di Giunta regionale n. 4-2159 del 13 giugno 2011 sono state accettate le dimissioni presentate dal Commissario dell'ASL TO5 dottor Vito Plastino, e contestualmente si è provveduto alla nomina del nuovo Commissario nella persona della dottoressa Giovanna Briccarello. In precedenza, il Commissario era stato sospeso dall'incarico con Decreto Presidenziale n. 48 del 31 maggio 2011.
Ricordo che il dottor Plastino era stato nominato con DGR n. 52-1359 del 29 dicembre 2010.
Nel provvedimento, con l'attribuzione delle pubbliche funzioni connesse alle direzione aziendale, veniva attribuita anche la facoltà di nominare un Direttore sanitario e un Direttore amministrativo, così come prevedono il decreto legislativo n. 502/1992 e gli articoli 18 e 19 della legge regionale n. 10/1995.
Analoga previsione, naturalmente, è adesso contenuta nel provvedimento di nomina della dottoressa Briccarello.
I Direttori sanitari e amministrativi vengono nominati sulla base di un contratto conforme allo schema tipo regionale e i relativi incarichi hanno una durata pari a quella del Commissario e comunque non superiore a tre mesi dalla cessazione dell'incarico di quest'ultimo, ovviamente per garantire continuità.
In altri termini, i contratti dei due Direttori sono terminati con il venire meno dell'incarico commissariale che li ha determinati, ma per assicurare la continuità amministrativa dell'Ente possono al più proseguire fino ad un massimo di tre mesi.
Ogni decisione in proposito, ovviamente, è rimessa al nuovo Commissario, nelle cui facoltà rientrano sia la conferma degli incarichi in corso, sia l'attribuzione di nuovi incarichi, a persone diverse, purché in possesso dei requisiti di legge.
Peraltro, aggiungo che, al momento, non risulta adottato alcun provvedimento volto alla sostituzione dei due Direttori.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

PRESIDENTE.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Interrogazione a risposta immediata n. 641 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Utilizzo di lacrimogeni al CS sul suolo piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
641, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, questa è un'interrogazione che mira ad avere un pronunciamento da parte della Giunta, almeno per l'impegno, e presso anche il Ministero dell'Interno, nella figura occupata pro tempore dal Ministro Maroni, appartenente al Partito del Presidente Cota, per cercare di limitare, se non proprio bandire dal suolo piemontese, l'utilizzo di questi lacrimogeni al CS. Si tratta di un composto tossico, il 2 chlorobenzalmalononitrile, il quale è riconosciuto come tale anche da una Convenzione internazionale, che, infatti, ne ha impedito in modo assoluto l'utilizzo durante gli scontri bellici.
Stranamente, però, in Italia, con un Decreto Presidenziale che risale al decennio precedente - il 1994, se non sbaglio - è autorizzato l'utilizzo in eventuali scontri con la popolazione civile. Ovviamente, siamo nell'ambito della legalità per quanto riguarda il Decreto Presidenziale però, noi sottolineiamo l'utilizzo abbondante, forse eccessivo, avvenuto nelle giornate del 27 giugno, nel primo sgombero dei manifestanti presenti alla Maddalena di Chiomonte, e del 3 luglio, nella manifestazione pacifica svoltasi a Chiomonte, con un lancio di oltre 4.000 di questi lacrimogeni.
Tra l'altro, sono lacrimogeni particolari, nel senso che sono un po' come le bombe a grappolo: dopo il lancio si aprono e rilasciano circa una decina di piccoli candelotti, che a loro volta sono dei lacrimogeni. La respirazione massiccia da parte della popolazione presente provoca reazioni varie, a seconda della sensibilità di ognuno, quindi da una semplice lacrimazione, tosse e difficoltà respiratoria si può arrivare ad avere reazioni magari anafilattiche e difficoltà respiratorie gravi.
Gli studi scientifici reperiti in rete, anche nel 2000, affermano la possibilità di danni sia all'esposizione breve che ad un'esposizione prolungata, con addirittura la possibilità di aborti o di effetti letali.
Comunque, le sostanze rilasciate dall'alta temperatura, quando vengono sparati i lacrimogeni, non sono ancora del tutto note, ma sono tante e sicuramente c'è preoccupazione.
Infatti, anche lo United States Army Center for Health Promotion and Preventive Medicine afferma che coloro i quali sono stati esposti al gas anche le Forze dell'Ordine, dovrebbero sottoporsi a immediati controlli medici, anche perché le maschere antigas danno un tempo di protezione di circa 20 minuti massimo.
Essendo tuttora vigente il diritto costituzionale a manifestare liberamente il proprio pensiero, chiediamo alla Giunta, sapendo che è nella difficoltà di non poter emanare un atto avente valenza di norma per impedirne l'utilizzo sul territorio, di mediare e di adoperarsi presso il Ministero dell'Interno per comunque vietare l'utilizzo di questi lacrimogeni, soprattutto essendo stati banditi anche nelle guerre normali pertanto non sembra opportuno utilizzarli durante una manifestazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde l'Assessore Maccanti, cui do la parola.



MACCANTI Elena, Assessore alla polizia locale e alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente.
Per rispondere subito in maniera chiara e diretta al quesito posto dall'interrogante dico, come Assessore competente e anche come rappresentante della Giunta regionale, che non c'è l'intenzione di adoperarsi presso il Ministero dell'Interno al fine di vietare l'utilizzo dei lacrimogeni al CS per qualunque manifestazione popolare presente sul territorio piemontese.
Approfitto dell'interrogazione in sede di question time per ribadire la nostra assoluta convinzione del fatto che, fin dall'apertura del cantiere di Chiomonte, le Forze dell'Ordine abbiano saputo assolutamente garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori con grande competenza e professionalità.
Colgo l'occasione per rivolgere un plauso al comportamento degli Agenti di Polizia che, anche domenica scorsa, in Val di Susa hanno saputo far fronte con la stessa competenza e professionalità ad una violenza che va condannata da parte di tutti e con ogni mezzo nella difesa dei principi di legalità e democrazia.
Quindi, al Capo della Polizia, al Prefetto di Torino, al Questore, allo stesso Ministro Maroni va il ringraziamento di tutta la Giunta, per aver gestito in modo esemplare e nel rispetto delle regole la violenza cieca che, peraltro, ha causato quasi 200 feriti proprio tra le Forze dell'Ordine. Ancora una volta porgo, anche da questa sede, la nostra solidarietà agli Agenti feriti, ribadendo la ferma condanna dei responsabili dei gravissimi episodi di violenza.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 637 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Valzer di poltrone all'ASL 2"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
637, presentata dal Consigliere Stara, che ha la parola per l'illustrazione.



STARA Andrea

Grazie.
Proprio in virtù del fatto che, spesso, il Presidente Cota ha sottolineato come nell'ambito della sanità, in sostanza, i criteri adottati fossero le competenze e non le appartenenze politiche, mi sembra che questa vicenda, su cui formalmente l'interrogazione è anche un modo per destare un po' di attenzione sull'argomento, invece, vada in direzione opposta, per cui non la leggo - l'ha già ricevuta - attendo una risposta, anche in forma scritta.
Sicuramente, questa situazione, che è legata alla Direzione sanitaria dell'Ospedale Maria Vittoria, è vissuta dagli operatori come una vicenda di natura politica e non frutto di competenze o di questioni di gestione amministrativa interna. Si può anche rispondere, dal punto di vista formale, che le motivazioni sono tecniche, ma, di fatto, se questa è la percezione complessiva rispetto ad un ospedale, credo che il problema comunque, sia molto rilevante. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Giacché il Consigliere Stara non ha voluto illustrarla, ricordo solo all'Aula che il collega vuole conoscere dalla Giunta regionale il criterio utilizzato dal Commissario straordinario dell'ASL TO2 per trasferire il dottor Mussano alla Direzione sanitaria dell'Ospedale Maria Vittoria, al posto della dottoressa Sensale. È evidente che di questa materia non si occupa la Giunta regionale e quindi, per avere gli elementi che ci consentissero in qualche modo di rispondere a questo question time, abbiamo interpellato il Commissario dell'ASL TO2, dottor Giacomo Manuguerra.
Nella nota indirizzata all'Assessorato, il Commissario ha precisato che il dottor Paolo Mussano ha già retto la Direzione dell'Ospedale Maria Vittoria, per la quale aveva vinto uno specifico concorso nel 1999; nel 2003 il dott. Mussano ha lasciato tale Direzione per ricoprire l'incarico di Direttore Sanitario di Azienda dell'ASL TO3 fino al 2007. In questo periodo la dottoressa Sensale fu trasferita dalla Direzione dell'Ospedale Amedeo di Savoia a quella dell'Ospedale Maria Vittoria; dal 2003 al 2007 la Direzione dell'Amedeo di Savoia venne retta, con incarico provvisorio, dal dottor Michele Morandi. La precedente Direzione dell'ASL TO2, alla fine del periodo di direzione aziendale del dottor Mussano, decise di reintegrarlo presso l'Ospedale Amedeo di Savoia. Pertanto, essendo l'incarico a Direttore sanitario dell'Ospedale Maria Vittoria della dottoressa Maria Teresa Sensale regolarmente scaduto agli inizi di maggio 2011, nel principio della normale turnazione - così ci risponde il dottor Manuguerra si è provveduto a sostituirla con il dottor Paolo Mussano che reggeva l'Ospedale Amedeo di Savoia.
Rispetto a questa ricostruzione la Giunta regionale non ha nulla da aggiungere.



PRESIDENTE

L'interrogante potrà avere la risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 646 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Bando per la fornitura vaccino anti-influenzale"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione a risposta immediata n. 646 presentata dalla Consigliera Artesio.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie. Il quesito è semplice e diretto ed è di attualità perch riguarda una programmazione necessaria per affrontare la prossima stagione invernale e un'iniziativa economica di acquisto vaccini della Società di committenza regionale. Come i colleghi Consiglieri sanno, la vaccinazione anti-influenzale rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza e quindi è determinata annualmente dal Ministero che definisce annualmente - in quanto la composizione dei vaccini, poiché i virus cambiano, cambia annualmente la composizione, la platea beneficiaria - normalmente anziani e soggetti fragili perché portatori di patologie croniche - e precisi tipi di vaccino registrati nel nostro Paese.
Conseguentemente, poi, le Regioni applicano - come in ogni altra misura sanitaria - i Livelli Essenziali di Assistenza e provvedono agli acquisti e alle distribuzioni, che arrivano poi agli utenti interessati attraverso l'attività vaccinale dei medici di Medicina generale.
In dotazione nel nostro Paese, quest'anno come negli anni precedenti esistono quattro tipi di vaccini: un vaccino che possiamo chiamare ordinario e che in termine tecnico è detto"vaccino inattivato" e altri "vaccini potenziati" che normalmente vengono riservati a quel tipo di popolazione per la quale è auspicabile la produzione di un maggior numero di anticorpi a causa di condizioni particolari di esposizione al rischio influenzale. Controversa - ricordo una vecchia discussione nei Gruppi nazionali vaccini, non so se ancora attuale - è l'efficacia dei vaccini potenziati; tuttavia le Regioni ottemperano agli indirizzi della circolare ministeriale. Il quesito è: come mai fino all'anno scorso SCR procedeva con soli due lotti - uno per il vaccino inattivato e un altro comprensivo dei vaccini potenziati - e quest'anno, leggendo il bando di gara - io posso muovermi solo sugli atti organizzativi e ho confrontato il bando e l'affidamento dell'anno scorso di SCR con quello di quest'anno -, rilevo che i lotti, anziché essere due, sono quattro e che nei tre relativi ai vaccini potenziati c'è un aumento di dotazione, come se i fruitori fossero in crescita? Questo è quanto si rileva dalla lettura dei bandi pubblici.
Chiedo alla Giunta di motivare questo cambiamento di comportamento.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Fornirò dei primi elementi di risposta, quelli che ci sono stati forniti nelle pochissime ore che abbiamo avuto a disposizione; dopodich se non fossero sufficienti, mi riservo ovviamente, eventualmente anche in forma scritta, di precisare meglio. La gara è stata bandita da SCR, tenendo conto delle risultanze del lavoro del Gruppo tecnico regionale per le vaccinazioni e degli indirizzi della Direzione regionale Sanità. La scelta di quattro lotti è stata motivata sulla base di risultati epidemiologici pubblicati.
I vaccini in commercio, suddivisi nelle varie tipologie - tradizionali adiuvati e intradermici - sono prodotti con tecniche di preparazione che non consentirebbero una comparabilità economica. Ne consegue che la scelta di organizzare una gara a lotto unico al miglior prezzo escluderebbe in automatico alcuni prodotti che, per il maggior prezzo, non potrebbero competere con il prodotto tradizionale. Oltre a quanto già detto, vi è da segnalare che, se si scegliesse un lotto unico, il possibile ricorso da parte delle ditte eventualmente escluse a priori potrebbe mettere a rischio l'inizio della campagna vaccinale nei tempi stabiliti dalla circolare ministeriale. Ciò farebbe orientare quasi tutte le Regioni italiane a indire gara europea per la fornitura di vaccini anti-influenzali alle Aziende del Servizio nazionale a più lotti, al fine di consentire a tutte le ditte di partecipare e alle ASL di rifornirsi di prodotti diversi nell'ottica della miglior opzione terapeutica.
Per quanto riguarda l'ammontare dei quantitativi di ciascun lotto, si precisa che sulla base dei dati epidemiologici regionali sono stati individuati i quattro lotti cui lei, Consigliera, faceva riferimento: un lotto da 660.000 dosi di vaccino tradizionale tipo split o subunità e tre distinti lotti per vaccino virosomale, vaccino adiuvato con MF59 e vaccino intradermico.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta immediata n. 639 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Consorzio per la sistemazione dell'alveo Torrente Banna-Bendola: un carrozzone di dubbia utilità"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione a risposta immediata n. 639, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione pone all'Assessore e alla Giunta un tema e un esempio che può proprio essere considerato di cattiva amministrazione del territorio, con strascichi che, nelle ultime settimane, investono anche il Presidente del Consorzio che è destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare. Le questioni possono non essere collegate fra loro, però vorrei ricordare che l'attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione Vittorio Bartesaghi, e l'ex Presidente dell'Assemblea dei Sindaci, Nevio Coral, risultano destinatari, appunto, di un'ordinanza di custodia cautelare eseguita nell'ambito dell'operazione "Minotauro", come noi tutti sappiamo.
In questo quadro il Consorzio Banna-Bendola - giusto perché venga registrato - Consorzio per la sistemazione dell'alveo Torrente Banna Bendola, è nato allo scopo di garantire la sicurezza dello stesso ed è costituito dai Comuni di Balangero, Mathi, Grosso, Nole, Cirié, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese, San Francesco al Campo, Leinì, Volpiano e Brandizzo. Faccio una piccola ricostruzione della storia.
Il Consorzio nasce nel 1995, nei mesi successivi all'alluvione del 1994. Giusto per dare alcuni dati, l'80% dei bilanci del Consorzio stesso finanzia il funzionamento dell'Organo e solo il 20% gli obiettivi dell'Organo stesso; il Consorzio si regge su un finanziamento erogato e mai utilizzato di oltre un milione e 550.000 euro.
Nel 1996 viene sviluppato il progetto preliminare, con una serie di canali scolmatori più nove casse di esondazione da Balangero a Volpiano per un totale di 122 ettari; le stime dei costi del progetto del 1996 parlano di 37 miliardi di lire (ancora). La Regione chiede di dimensionare il progetto.
Nel 1998 viene prodotto il progetto definitivo, nel quale rimangono due canali scolmatori nei Comuni di Brandizzo e Balangero. La cassa di esondazione di Balangero prevista nel progetto è di 40 ettari, senza una reale esigenza. Il Comune di Balangero decide ed effettua in autonomia i canali scolmatori senza l'aiuto del Consorzio, così come il Comune di Brandizzo.
Infine, il Consorzio commissiona uno studio al Politecnico di Torino teso a suffragare la necessità di un intervento impattante. A quel punto il Comune di Balangero si affida ad un altro studio, che individua una modalità per definire possibili aree che farebbero da sfogo naturale in caso di piena (ipotesi più ragionevole, anche perché distribuisce gli oneri su più Comuni e non solo su uno).
Mi sembra che ci sia di che riflettere. In questo senso, passo al quesito che rivolgo alla Giunta regionale, per sapere se la Regione non ritenga opportuno e necessario procedere, alla luce delle numerose ombre di questi 17 anni di esistenza del Consorzio Banna-Bendola, ad un suo immediato scioglimento e al ritiro del finanziamento regionale non ancora utilizzato dopo 12 anni, ritenendo opportuno e necessario surrogarne i compiti e affidandoli ai Comuni interessati, in coordinamento con la Regione, al fine di evitare sprechi di risorse della collettività, così come assicurare la salvaguardia del fiume, dell'ambiente e la protezione dei Comuni interessati.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di tutto, collega Cerutti, le leggerei una nota predisposta dagli uffici della Direzione difesa del suolo che va a completare, in parte l'illustrazione pur puntuale che lei ha fatto del quesito.
Il torrente Banna-Bendola in occasione dell'alluvione del novembre 1994 ha generato numerosi dissesti dovuti a fenomeni di esondazione di diversi Comuni interessati dal corso d'acqua. Nel programma regionale dei finanziamenti conseguenti al predetto evento alluvionale furono pertanto inseriti alcuni interventi di sistemazione idraulica del torrente, tra cui la realizzazione delle vasche di espansione nei Comuni di Balangero e Mathi.
Il torrente Banna-Bendola lungo il percorso presenta numerose sezioni critiche non idonee, dal punto di vista idraulico, allo smaltimento delle portate di piena, nonché manufatti di attraversamento che peggiorano ulteriormente il deflusso della corrente. Risulta quindi necessario effettuare adeguati interventi di sistemazione idraulica, già previsti e finanziati a seguito dell'alluvione del 1994, per un importo complessivo di tre miliardi di lire, allo scopo, quantomeno, di ridurre il rischio idraulico.
In particolare, per quanto risulta agli atti di questa Direzione l'allora Direzione difesa del suolo aveva approvato il progetto di costruzione delle casse sul Banna (erano state progettate più casse in derivazione al torrente ed in serie) a seguito della riunione del 24 maggio del 1999 della Conferenza dei servizi istituita per l'esame dei progetti di ricostruzione a seguito degli eventi del 1994. A seguito di una riunione del 19 febbraio 2000, alcuni Sindaci (in particolare Mathi, Balangero e Leinì) e il Presidente dell'Assemblea dei Sindaci del Consorzio Banna Bendola e il Presidente del Consorzio Banna-Bendola, riferivano di problemi economici per far fronte agli espropri delle aree interessate dalle casse e ai recuperi ambientali della zona e richiedevano alla Regione una integrazione di finanziamento di 3 miliardi e 100 milioni di lire, che non ha avuto seguito.
Nell'ottobre del 2000 la zona in esame veniva interessata dal nuovo evento alluvionale. A seguito della richiesta dei Sindaci di Balangero Mathi e del Presidente della Comunità montana Valli di Lanzo, che chiedevano di riesaminare la fattibilità del progetto, nel maggio 2001 si è tenuta una riunione per fare il punto della situazione, anche a seguito di note inviate dal Comitato Difesa Territorio Baita-Fornace Balangero Mathi che esprimevano contrarietà alla realizzazione delle casse, così come progettate. Nella riunione erano stati concordati approfondimenti idraulici e ambientali. Si sono tenute in seguito altre riunioni e si era concordato un ridimensionamento delle casse anche alla luce di ulteriori approfondimenti dal punto di vista idraulico. La Conferenza dei servizi istituita presso la Direzione difesa del suolo nella seduta del 10 marzo 2003 approva il progetto in forma definitiva e tuttavia, come si evince dalle risultanze del verbale, all'interno della Conferenza i diversi soggetti e amministrazioni interessati hanno espresso dubbi e perplessità in merito agli interventi previsti.
Nel 2003 gli abitanti di Mathi e Balangero hanno proposto ricorsi al TAR, che hanno portato a successive ordinanze di sospensione degli atti di approvazione del progetto delle casse e degli atti di occupazione d'urgenza dei fondi.
Ad oggi - questo è, più che tutto, il nodo - gli interventi non risultano realizzati, in quanto non si era ancora pervenuti alla progettazione esecutiva, anche se - si sottolinea - l'obiettivo prioritario da perseguire, pertanto, è quello della mitigazione del rischio di esondazione dei diversi territori comunali interessati dalla dinamica fluviale del corso d'acqua, con la realizzazione di opere che abbiano una soddisfacente compatibilità ambientale. Dal punto di vista della Direzione data la situazione sopradescritta e confermata la necessità di realizzare gli interventi in oggetto, pur senza entrare nel merito dell'opportunità dello scioglimento del Consorzio, si ritiene che il finanziamento debba essere mantenuto e reso disponibile, eventualmente riassegnandolo ad un soggetto super partes, quale potrebbe essere un commissario ad acta, in quanto i Comuni interessati all'interno del Consorzio, non addivenendo ad una soluzione condivisa, hanno, di fatto, determinato all'interno del Consorzio, la condizione di stallo in cui si trova la realizzazione degli interventi.
Dal punto di vista politico, ritengo che la soluzione proposta dagli uffici possa essere condivisibile.
Confesso, Consigliera Cerutti - per questi motivi la ringrazio - che fino al momento della presentazione del suo quesito e ancora di più fino al momento del ricevimento, avvenuto pochi minuti fa, della relazione degli uffici, non ero a conoscenza di questa situazione. Situazione che credo si commenti da sola: è particolarmente imbarazzante - per contenersi con l'uso degli aggettivi - pensare che dal primo momento in cui si è verificato un problema ad oggi sono trascorsi ben 17 anni senza che il problema si sia risolto in maniera strutturale, ponendo le condizioni perché non si ripeta più. Tanto che, pochi anni dopo, nel 2000 per la precisione, si è ripetuto.
Credo che il problema di rapporto tra Amministrazioni interessate possa essere risolto con un'azione di commissariamento ed eventualmente anche di scioglimento del Consorzio; soluzione che, come le ho già detto, non abbiamo ancora avuto tempo di valutare, ma consideri che in tempi brevissimi ci porterà ad una definizione e soprattutto ad una decisione.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 642 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Misure urgenti per la salvaguardia dei vitigni autoctoni del territorio di Chiomonte" (decaduta)


PRESIDENTE

Resterebbe ancora da esaminare l'interrogazione a risposta immediata n.
642 inerente a "Misure urgenti per la salvaguardia dei vitigni autoctoni del territorio di Chiomonte", presentata dal Consigliere Biolé.
Non essendo presente l'interrogante, l'interrogazione in oggetto decade.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.30 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Biolé, Boniperti, Carossa, Costa Raffaele, Cota, Gariglio, Giordano, Leardi, Leo, Motta Massimiliano e Toselli.



PRESIDENTE

Il numero legale è 25.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 101, "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Questa mattina sono stati votati gli articoli 18, 26, 27 e 27 bis.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 122 presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Cerutti, Artesio, Buquicchio.
Il comma 3 dell'articolo 28 del disegno di legge 101 è abrogato.
D'accordo con i proponenti, lo consideriamo illustrato.
Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 122), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 122).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 28, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.35 riprende alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 29 Sull'articolo 29 c'è una serie significativa di emendamenti e subemendamenti.
Emendamento rubricato n. 373) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Quaglia: L'articolo 29 è soppresso.
un emendamento tecnico.
Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore agli affari istituzionali

Grazie, Presidente.
L'articolo è soppresso perché superato; il contenuto dell'articolo è già stato accolto nel recepimento della legge Brunetta.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 373).
Il Consiglio approva.
L'articolo 29 è quindi abrogato.
Gli emendamenti rubricati n. 132), n. 133), n. 118), n. 134), n. 135), n.
136), n. 19), n. 137) e n. 18) sono dichiarati decaduti.
ARTICOLO 29 bis Emendamento rubricato n. 387) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Maccanti e Cavallera: Dopo l'articolo 29 del disegno di legge n. 101/2011 "Disposizioni collegate alla Legge Finanziaria per l'anno 2011" è inserito il seguente: "Art. 29 bis (Modifiche alla legge regionale 25 giugno 2008, n, 18) Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 8 della legge 25 giugno 2008 n. 18 (Interventi a sostegno dell'editoria piemontese e dell'informazione locale) è inserita la seguente: 'd bis) erogazione di contributi a sostegno dei soggetti di cui all'articolo 9 che aderiscono al progetto "Piattaforma dell'informazione giornalistica regionale" con la disponibilità a concedere l'utilizzo di contenuti giornalistici".
Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore agli affari istituzionali

Grazie, Presidente.
Questo emendamento sostanzialmente modifica la legge regionale 25/06/2008 n. 18 ed inserisce dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 8 della citata legge, la seguente frase: 'd bis) erogazione di contributi a sostegno dei soggetti di cui all'articolo 9 che aderiscono al progetto 'Piattaforma dell'informazione giornalistica regionale' con la disponibilità a concedere l'utilizzo di contenuti giornalistici".
Devo fare una breve premessa, perché il progetto "Piattaforma dell'informazione giornalistica regionale" è stato avviato alcuni anni fa nel 2006, dalla Regione Piemonte attraverso il CSI e permette la consultazione di fonti giornalistiche del territorio in modalità digitale in un'unica interfaccia.
Questo ha favorito il lavoro degli uffici stampa di Giunta, Consiglio regionale e CORECOM, per la realizzazione di rassegna stampa, superando inefficienti e dispendiosi processi sui supporti cartacei.
Questa sperimentazione è stata possibile grazie ad una proficua collaborazione con tutti gli editori locali. Per una migliore efficienza del servizio e in considerazione dell'importanza di una maggiore divulgazione dell'informazione, si ritiene però fondamentale sostenere quegli editori che concedono l'utilizzo di contenuti giornalistici nell'ambito del suddetto progetto.
Con questo emendamento che aggiunge uno dei soggetti ai beneficiari dei contributi sull'editoria locale, si può raggiungere questo obiettivo.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento né dichiarazioni di voto pertanto passiamo alla votazione.
Comunico che il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 387).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo 29 bis.
L'emendamento rubricato n. 37 è ritirato dai proponenti.
ARTICOLO 29 ter Subemendamento rubricato n. 289) presentato dal Consigliere Placido: Al comma 1 sostituire la parola "cinque" con la parola "tre".
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione dell'emendamento.



PLACIDO Roberto

Alla luce delle novità emerse e dell'emendamento presentato dalla maggioranza, che riprende il mio di emendamento, ritiro i subemendamenti.
Considero l'emendamento presentato dai Consiglieri stessi come una mediazione a quanto proponevo con i subemendamenti (devo dire che sulla parte economica mi spingevo oltre), farò una proposta migliorativa rispetto ai miei subemendamenti. In una logica di condivisione e di ricerca e di punto di equilibrio, penso che possano essere condivisi.
Ritiro tutti i subemendamenti e rimane l'emendamento 7) bis, che propone a tre i commissari, invece degli attuali otto. Nella fase del voto verificheremo rispetto alle proposte dell'emendamento presentato dalla maggioranza.
Permettetemi di esprimere la soddisfazione per l'epilogo, che permette alla nostra Regione di uniformarsi alle altre Regioni italiane e di recepire quanto era stato proposto come indicazione dall'AGCOM.
Questa è una delle occasioni dove si può dire che, alla fine, la mia azione, quella del Partito Democratico, è servita per trovare un punto di equilibrio che dia un segnale con la forte riduzione dei compensi e di contenimento dei costi da una parte e di armonizzazione con le altre Regioni italiane dall'altra, riportando in questa fase molto importante il ruolo del CORECOM a quello che deve essere, cioè un'agenzia di controllo e non altro.
Grazie, Presidente; grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Diamo atto che sono stati ritirati tutti i subemendamenti presentati all'emendamento rubricato n. 7bis), che viene mantenuto (compreso il subemendamento rubricato n. 289) Emendamento rubricato n. 7 bis) presentato dal Consigliere Placido.
Dopo l'articolo 29 bis del disegno di legge 101 inserire il seguente articolo: Art. 29 ter (Modifiche alla legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni").
1. Il comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni) è sostituito dal seguente: "1. Il CO.RE.COM., a partire dal primo rinnovo successivo alla scadenza degli organi, è costituito da cinque componenti, scelti tra persone che danno garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale che dal sistema degli interessi di settore nel campo delle telecomunicazioni e che posseggono comprovata competenza ed esperienza nel suddetto settore nei suoi aspetti culturali, giuridici e tecnologici." 2. Al comma 2 dell'articolo 3 della l.r. 1/2001 la parola "cinque" è sostituita dalla parola "tre".
3. Il comma 1 dell'articolo 9 della l.r. 1/2001 è sostituito dal seguente: "1. Al Presidente del CO.RE.COM. è corrisposta un'indennità mensile lorda di funzione per dodici mensilità non superiore a 3.100 euro. Al Vicepresidente del CO.RE.COM. è attribuita un'indennità mensile lorda di funzione per dodici mensilità non superiore a 2.500,00 euro. Ai componenti del CO.RE.COM., è attribuita un'indennità mensile lorda di funzione per dodici mensilità non superiore a 2.200 euro. Dette indennità massime sono incrementate, dal primo gennaio di ogni anno, sulla base dell'indice di variazione dei prezzi al consumo per operai ed impiegati determinato nell'anno precedente, secondo le rilevazioni dell'ISTA. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale con deliberazione fissa l'importo delle indennità da corrispondere.".
Emendamento rubricato n. 386) presentato dai Consiglieri Pedrale, Carossa e Lupi: "Dopo l'articolo del disegno di legge n. 101/2011 "Disposizioni collegate alla Legge Finanziaria per l'anno 2011" è inserito il seguente: Il comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni) è sostituito dal seguente: "1. II CO.RE.COM è costituito da tre componenti, scelti tra persone che diano garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale che dal sistema degli interessi di settore nel campo delle telecomunicazioni e che posseggano comprovata competenza ed esperienza nel suddetto settore nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici." Il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 è sostituito dal seguente: "2.1 componenti del CO.RE.COM sono eletti dal Consiglio regionale, a votazione segreta, con voto limitato a due. In caso di parità risulta eletto il più anziano di età." Il comma 6 dell'articolo 3 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 viene abrogato.
Il comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 è sostituito dal seguente: "1. Ai componenti del . è attribuita un'indennità mensile di funzione per dodici mensilità, con le modalità di seguito indicate: al Presidente un importo del trenta per cento dell'indennità mensile lorda spettante ai consiglieri regionali al Vicepresidente un importo del venti per cento dell'indennità mensile lorda spettante ai consiglieri regionali c) all'altro componente un importo del venti per cento dell'indennità mensile lorda spettante ai consiglieri regionali." Le disposizioni di cui ai precedenti commi entrano in vigore a partire dal primo rinnovo successivo alla scadenza degli organi del CO.RE.COM." La parola al Consigliere Pedrale per l'illustrazione.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Credo che la nostra proposta di maggioranza - firmata, oltre che dal sottoscritto, anche dal Consigliere Carossa e dal Consigliere Lupi - sia un segnale importante che diamo alla comunità piemontese. Nel momento in cui viene richiesto a tutti un sacrificio, una razionalizzazione delle risorse noi, concretamente, stiamo dando una fattiva dimostrazione.
Spesso e volentieri si parla di tagli, di riduzione, di abrogazione di organismi, di riduzione di consigli di amministrazione, ma poi a volte avvengono, altre no.
Abbiamo voluto dare la dimostrazione che l'impegno preso di una maggiore attenzione all'utilizzo delle risorse del Consiglio regionale, pur considerando l'importanza dell'organismo come quello del CORECOM, si poteva attuare. Abbiamo presentato una proposta che addirittura prevede - è un aspetto molto importante, che vorrei fosse considerato e sottolineato - un passaggio, dagli otto attuali membri del Consiglio di Amministrazione, a tre membri, e anche ad una forte riduzione dei compensi.
D'altronde, il CORECOM è un organo di controllo, quindi crediamo che chi vi lavora debba avere determinate professionalità, ma anche una certa vocazione e una certa passione verso questo tipo di attività che riguarda il mondo della comunicazione.
Inoltre, abbiamo voluto mantenere un altro requisito importante, quello della non rieleggibilità consecutiva dei membri del CORECOM, proprio perché, essendo un organo di controllo, è bene che ci sia il più possibile ricambio del personale che lo rappresenta.
Spero che, una volta tanto, questo venga evidenziato, nella giusta misura, dagli organi di informazione. Spesso si evidenziano solo le cose negative della politica, invece credo che oggi possiamo celebrare un momento sicuramente positivo, con il contributo di tutti.
Come ha ricordato anche il Vicepresidente Placido - colgo l'occasione per salutarlo per la sua ritrovata buona condizione di salute - credo che oggi possiamo davvero essere orgogliosi di svolgere il ruolo che rivestiamo come rappresentanti della comunità piemontese.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Mi associo alle parole del Consigliere Pedrale. Voglio solo rimarcare che la Regione Piemonte non poteva rimanere l'unica Regione d'Italia ad avere ancora otto componenti nel CORECOM. Era assolutamente inaccettabile.
Riteniamo che questa proposta vada molto bene, anche nell'ottica dell'efficienza. Riteniamo che un organismo come il CORECOM più sia snello e più sia efficiente. Siamo molto soddisfatti della proposta.
Voglio aggiungere quello che ha già detto il Consigliere Pedrale e ribadire il concetto dei tagli. Dopo un anno e qualche mese di Consiglio regionale noi della Lega Nord riteniamo che, da adesso in avanti, le stesse modalità di taglio e di risparmio debbano essere adottate in altri organismi.
Mi permetto di dire all'Ufficio di Presidenza e al Consiglio in generale che dobbiamo arrivare a fare efficienza, risparmiando. Il mondo è cambiato, non possiamo continuare a viaggiare su livelli di spesa che erano degli anni scorsi e che non sono più accettabili.
Sicuramente noi come Lega Nord andremo a studiare e verificare con i colleghi del PdL e della maggioranza, per andare ad allargare ulteriormente questi risparmi anche in altre situazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Carossa.
aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Conosco la storia riguardante le trattative sul CORECOM.
So che c'è stata una richiesta - definita demagogica da qualcuno - da parte di qualche autorevole esponente del PD; c'è stata una certa resistenza, un tentativo di insistere sul discorso della rieleggibilità.
Adesso, invece, assisto ad una situazione mielosa, dove tutti sono eroi, tutti sono pronti al sacrificio, dicendo: "Mi chiedevi cinque e io riduco a tre; mi chiedevi il 40% e io riduco al 30%".
Non posso che essere estremamente felice e contento di questa soluzione, ma mi auguro - lo dico a gran voce e a microfono - che non sia il solito frutto di accordi trasversali, ma sia la risposta a un sentito anelito di cambiamento.
Se così è - e mi auguro che sia - voglio, chiedo, e - consentitemi di dirlo - pretendo (posso usarla non a sproposito, questa parola, perch quando pretendo qualcosa lo faccio legittimamente e sapendo di poter adottare tutti i sistemi democratici, per ottenere l'obiettivo che voglio) che questo sistema sia adottato d'ora in avanti, comunque e sempre allargando a 360 gradi la sfera d'azione.
Vedremo se così è, se di questo si è trattato o se si è trattato solamente di qualche scaramuccia che si è andata a concludere in una situazione mielosa, che - consentitemi di dire, con tutto il rispetto - mi sembra anche un po' pietosa.
Voterò sicuramente a favore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

I due emendamenti sul CORECOM, sia quello presentato dal collega Pedrale sia quello dell'amico Placido - al quale faccio i complimenti e gli auguri di buona guarigione (ci fa piacere che sia qui; questo ci rafforza anche se la salute viene prima di tutto) - sono un primo passo avanti da parte della Regione Piemonte. Rappresentano un segnale chiaro e legittimo per la popolazione: l'intenzione di ridurre le spese, quindi anche gli amministratori (passando da otto a tre), è una decisione presa sia dalla maggioranza sia dall'opposizione, e la condivido.
un primo passo per dare il buon esempio, affinché ci sia sempre più trasparenza e chiarezza su tutti gli organismi e soprattutto ci sia un risparmio notevole, affinché chi amministra, lo faccia veramente con passione e cuore, sapendo che si sta gestendo denaro pubblico.
Per questo motivo, il mio Gruppo voterà a favore.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, prima di passare alle dichiarazioni di voto permettetemi di esprimere - come Presidente del Consiglio regionale - una soddisfazione.
Ritengo che il Consiglio abbia trovato una mediazione per risolvere un problema che ha comportato un rallentamento del disegno di legge. Peraltro durante la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali del 12 maggio avevamo verificato - e ringrazio i Capigruppo di questo - che il Piemonte era l'unica regione ad avere un CORECOM composto da otto membri.
Per fornire alcune informazioni - e concludo - comunico che con la riduzione del 10% delle indennità dei Consiglieri regionali, che è il punto di riferimento, e con il dimezzamento, e anche più, della percentuale di riferimento del Presidente e dei componenti del CORECOM, passando da otto a tre, avremo un risparmio annuo di circa 450 mila euro, pari a un milione e 800 mila euro, per la parte residuale della legislatura, e a due milioni e 200 mila euro per il quinquennio del nuovo CORECOM.
Infine, come ricorderete, il bando è già stato pubblicato e la scadenza è prevista per il 18 luglio. Non sarà necessario spostare la scadenza n pubblicare un nuovo bando; semplicemente, qualora il disegno di legge sarà approvato, anche su quest'articolo di comunicazione, rispetto ad alcune variazioni contenute nel bando stesso, comparirà un avviso sul BUR di dopodomani.
La parola al Consigliere Burzi, per dichiarazione di voto.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Voglio comunicare all'Aula che non parteciperò al voto del suddetto emendamento, al di là degli incidenti casuali che si stanno succedendo in Aula. Anche gli interventi in discussione di merito, che si sono svolti, mi hanno rafforzato in quest'idea.
Quando il collega Carossa ha iniziato il proprio intervento dicendo: "Non siamo insensibili", ho sperato che si unisse al grido di dolore proveniente da tutte le parti d'Italia, visto che è il 150° anno dell'Unità, ma lui non era insensibile a delle esigenze più vicine rispetto a quelle di cavouriana memoria.
Non partecipo al voto per una ragione molto semplice: considero il CORECOM regionale assolutamente inutile, non da ora, ma da tempo, e le volte che ho provato a dire a qualche collega, sommessamente, che lo ritenevo inutile, non ho mai trovato nessuno che mi abbia detto: "No guarda, hai torto, invece è utilissimo, perché...".
Il massimo che ho sentito dire è stato: "Non si può abolire, perch siamo bloccati da una legge nazionale". Questo è anche vero, per dimentichiamo che siamo un'Assemblea legislativa che dovrebbe avere l'onore e l'onere, in qualche caso, di dare anche degli indirizzi, non necessariamente limitati al nostro territorio.
Non partecipo al voto soprattutto perché quest'Aula, che oggi si compiace, avendo un buco di bilancio, occhio e croce, intorno ai due miliardi di euro (100 o 200 milioni in più), di un significativo risparmio ieri ha svolto una parte iniziale di dibattito abbastanza noioso e del tutto inconcludente, al momento, dove tutti ritenevano normale, che, poich il Ministro Brunetta ha fatto una legge su cui codesta maggioranza pare non abbia avuto niente da dire, quell'organismo fondamentale come il CSI, che per me non è affatto fondamentale - non vorrei che qualcuno lo pensasse essendo uno strumento - dal prossimo Consiglio d'Amministrazione sia pagato 30 euro.
Se è normale questo fatto di ieri, l'emendamento di oggi, con rammarico, non lo voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boniperti per dichiarazione di voto.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Anch'io voterò contro quest'emendamento, perché ritengo che, al di là della riduzione numerica, che può anche essere giusta, il fatto di non poter premiare chi ha lavorato bene, eliminando il secondo mandato, va totalmente contro la natura di chi vuole far andar bene le cose.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boniperti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7) bis.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 386).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso anche al nuovo articolo.
ARTICOLO 29 quater Emendamento rubricato n. 111) presentato dal Presidente Cattaneo e dall'Assessore Quaglia.
Dopo l'articolo 29 del disegno di legge n. 101 è inserito il seguente: Art. 29 quater (Sostituzione dell'art. 5 della legge regionale del 27 dicembre 2010 n. 25 "Legge finanziaria per l'anno 2011) 1. L'articolo 5 della legge regionale del 27 dicembre 2010 n. 25 (Legge finanziaria per l'anno 2011) è sostituito dal seguente: "Art. 5 (Prestazioni straordinarie) 1. Le risorse della Regione Piemonte per la corresponsione dei compensi relativi alle prestazioni di lavoro straordinario sono incrementate, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, per fare fronte, ai sensi dei quanto previsto dall'articolo 14, comma 2 del CCNL 1/4/1999, alle particolari attività ed agli eventi eccezionali connessi: a) alle azioni tecnico-amministrative o di monitoraggio relative alle opere di ricostruzione e messa in sicurezza degli abitati e delle infrastrutture b) agli eventi calamitosi per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza e che richiedano la riparazione dei danni subiti da soggetti privati e imprese e per l'attivazione della sala operativa di protezione civile e per attività ad essa conseguenti c) alle attività relative all'evento Italia 150 d) alle attività di supporto alle sedute dall'Assemblea e degli altri organismi consiliari istituzionalmente costituiti 2. La Giunta regionale e il Consiglio regionale sono autorizzati al pagamento delle ore di straordinario effettuate, ai sensi di quanto previsto dal comma 1, dal personale avente titolo, previa attuazione delle procedure di relazione sindacale vigenti in materia".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Cavallera per l'illustrazione ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda il trattamento delle ore straordinarie per quanto riguarda il superamento dei massimali, esclusivamente circoscritto alle attività legate alla ricostruzione e al monitoraggio (quindi per le emergenze); per i fatti calamitosi, laddove venga dichiarato lo stato di emergenza; alle attività di supporto - questa è la quota di competenza del Consiglio - alle sedute dell'Assemblea; nonché alle attività straordinarie relativamente a quest'anno, legate agli eventi di Italia 150.
L'articolo 30 verrà a sua volta annullato.
Per quanto riguarda la materia più direttamente collegata al cosiddetto recepimento del decreto Brunetta, abbiamo già provveduto con altra legge in questa sede.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo 29 quater.
Emendamento rubricato n. 112) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Quaglia: L'articolo 30 è soppresso.
Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

L'emendamento della Giunta regionale è soppressivo dell'articolo 30 essendo superato dall'emendamento appena approvato dall'Aula.



PRESIDENTE

Ci sono interventi di discussione generale? Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 376), primo firmatario Consigliere Vignale, è ritirato.
Emendamento rubricato n. 377) presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Marco, Boniperti, Toselli, Tentoni, Valle, Burzi.
Dopo l'art. 20 inserire l'Art. 20 bis, legge regionale 70/96 6. la lettera b) del comma 1 dell'articolo 49 della l.r. 70/1996, è abrogata.
Ha chiesto la parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come sollevato da altri colleghi, quest'emendamento consente l'utilizzo, all'interno della normativa regionale, della radio che oggi è vietato, salvo deroghe. Trattandosi di uno strumento di sicurezza, si ritiene opportuno non vietarne l'utilizzo, oppure consentirne l'utilizzo solo con particolare deroga.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 377), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo.
ARTICOLO 31 Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Manica, Reschigna Ronzani, Boeti, Muliere, Motta Angela, Pentenero.
L'articolo 31 (Adempimenti delle ATL) del disegno di legge n. 101 è soppresso La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento soppressivo dell'articolo sulle ATL che aveva presentato chiesto e illustrato l'Assessore Cirio.
Abbiamo avanzato qui una importante discussione in quest'Aula attraverso la quale abbiamo cercato di spiegare come il modello organizzativo unico proposto per la nuova strutturazione delle ATL in applicazione della Legge Bersani, che implica una nuova strutturazione nel rapporto tra pubblico e privato in questi organismi, presentava delle difficoltà rispetto alla realtà piemontese.
La realtà piemontese delle ATL è una realtà variegata e differenziata che implica la possibilità di diverse forme di organizzazione. In alcune realtà la presenza dei privati è molto consistente e strutturata; in altre ha una dimensione e una presenza molto limitata rispetto alla consistenza della struttura dell'ATL stessa.
Pertanto, la possibilità che noi avevamo proposto di diversi modelli organizzativi era, a nostro avviso, più confacente a strutturare queste importanti realtà di accoglienza turistica che sono le Aziende Turistiche Locali sul nostro territorio.
La scelta del modello unico ci sembra creare più problemi di quanti non li risolva, e per questa ragione abbiamo proposto attraverso gli emendamenti varie soluzioni. Soluzioni modificative di vario tipo e attraverso la proposizione di tre ipotesi organizzative diverse, fino agli emendamenti soppressivi dell'articolo, perché di questo, che è un argomento importante, come abbiamo avuto più volte modo di dire, si possa discutere eventualmente in apposito provvedimento.
Questa è la ratio, appunto, dell'emendamento che stiamo esaminando adesso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 31, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Emendamento rubricato n. 371) presentato dall'Assessore Sacchetto: L'articolo 32 è soppresso.
La parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Semplicemente, quest'emendamento va ad abrogare l'articolo 32 in quanto, essendo stato soppresso l'articolo che riguardava queste questioni logicamente l'articolo 32 non ha più ragion d'essere, quindi chiediamo di sopprimerlo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Sacchetto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 371).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32bis L'emendamento n. 383) presentato dalla Giunta regionale è ritirato.
L'emendamento rubricato n. 381) presentato dall'Assessore Bonino è ritirato.
ARTICOLO 33 Emendamento rubricato n. 372) presentato dall'Assessore Sacchetto.
Il comma 2 dell'articolo 33 è soppresso.
La parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Stesso discorso di prima. Essendo, appunto soppresso quell'articolo logicamente, tutto il comma 2 dell'articolo n. 33, che andava a sopprimere alcune parti delle leggi che riguardano i tavoli del settore agricoltura deve essere soppresso, in quanto è stato soppresso a priori l'articolo in questione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 372).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 33, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 bis Emendamento rubricato n. 374) presentato dall'Assessore Quaglia: dopo l'articolo 33 è inserito il seguente: "Art. 33 bis (Dichiarazione d'urgenza) 1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.".
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 374).
Il Consiglio approva.
Proseguiamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo, poi procederemo alla trattazione e alla votazione degli ordini del giorno collegati.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Quanti minuti ho a disposizione?



PRESIDENTE

Sull'intero testo ha cinque minuti.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Dico subito che sul provvedimento relativo al disegno di legge collegato alla legge finanziaria il nostro sarà un voto di astensione.
Detto questo, non posso non esprimere soddisfazione.
Vorrei riassumere il senso della battaglia che il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha condotto sia in Commissione consiliare che in Aula citando i capitoli oggetto del nostro intervento.
Volevate riformare la legge sulla caccia all'interno del disegno di legge sul collegato: questo vi è stato impedito e al suo interno è stata inserita unicamente una norma legata alla fase emergenziale.
Volevate riformare la legge n. 1/2004 non tanto intervenendo sulla non garanzia delle risorse, anno dopo anno, a favore delle politiche sociali ma introducendo surrettiziamente un sistema teso a configurare in anticipo rispetto ad una trattativa e ad una discussione che dovrà avvenire, quelli che saranno i livelli essenziali delle prestazioni sociali in Piemonte.
Volevate, sì, modificare la legge regionale sul CORECOM, riducendo il numero dei partecipanti e dei compensi, ma volevate introdurre la norma sulla rieleggibilità dei componenti il Comitato Regionale per le Comunicazioni: questo vi è stato impedito.
Sostanzialmente, volevate intervenire con provvedimenti riguardanti la viabilità della montagna, l'accessibilità ai rifugi alpini e a località che devono essere protette: questo vi è stato impedito con una discussione di merito.
Nello stesso momento, all'interno del disegno di legge sul collegato invece, noi abbiamo portato altri elementi di sicuro valore e importanza: abbiamo imposto che nel disegno di legge sul collegato fosse inserita la norma che prevede, a partire dal 1° giugno 2012, la fusione di SPT e di IMA, creando un'unica società che deve garantire la promozione turistica e agroalimentare del Piemonte. Così facendo abbiamo dato la sensazione, in termini molto concreti, di cosa vuol dire razionalizzare le partecipazioni ridurre il numero di società d'intervento all'interno della nostra Regione oltre al fatto che durante il dibattito nella Commissione consiliare competente sono state inserite norme importanti che riguardano: il leasing in costruendo, la realizzazione delle opere pubbliche, la garanzia del mantenimento del finanziamento, l'attivazione di controlli sulle concessioni di acque minerali e anche il differimento dell'entrata in vigore del Regolamento relativamente alle aree sismiche.
Sono alcuni elementi molto importanti e molto forti che hanno caratterizzato il senso della battaglia del Partito Democratico in Aula e in Commissione, che è avvenuta alla luce del sole, senza alcuna trattativa riservata. Tutto è avvenuto come noi abbiamo desiderato: attraverso una discussione di merito, con la chiara esposizione dei nostri obiettivi e dei punti fondamentali sui quali volevamo concentrare il lavoro e l'azione del Gruppo consiliare del Partito Democratico su questo provvedimento.
Oggi lo dico per chiarezza: all'inizio di questa seduta abbiamo garantito il numero legale sulle votazioni perché avevamo interesse e non volevamo assolutamente dare la sensazione che il ritardo della discussione su questo provvedimento fosse finalizzato a differire le discussioni e le votazioni in sede di Consiglio regionale sulle mozioni relative alle Commissioni d'inchiesta e su quelle dell'Alta Capacità Torino-Lione; per queste ragioni abbiamo garantito il nostro voto.
Il Consigliere Angeleri questa mattina ha detto che il PD pone le condizioni sul collegato. Certo, il PD ha posto le condizioni sul collegato e con il resoconto che ho svolto molto velocemente e sinteticamente ho voluto rappresentare il significato di queste condizioni: il PD ha conseguito tutti i risultati che si poneva all'interno di questo disegno di legge. Indubbiamente, ha saputo dimostrare coerenza di comportamento, anche perché questa discussione sul collegato ha manifestato fino in fondo la fragilità, l'inconsistenza e la debolezza di questa maggioranza, che non ha saputo darsi una guida coerente e una capacità di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Noi ne siamo particolarmente lieti e soddisfatti; crediamo di dover proseguire rispetto a questo tipo di comportamento, che non è teso all'impedimento dell'assunzione di provvedimenti, bensì alla modifica sostanziale di provvedimenti che consideravamo inadeguati. Voglio dire molto simpaticamente al collega Carossa - che molto spesso usa questa simbologia - che prima o poi bisognava fissare l'asticella e segnare fissandola, il punto oltre il quale non si andava. Bene, quest'asticella ne siamo molto lieti e convinti - l'abbiamo alzata molte volte durante queste settimane, come usano fare quelli che sono anche un po' bravi come atleti e non si accontentano di superare il primo ostacolo: pensano e ritengono che in politica sia corretto - soprattutto quando si ha a cuore gli interessi della comunità piemontese - porsi sempre l'obiettivo di risultati più alti. È quello che abbiamo fatto, è quello che abbiamo conseguito e siamo contenti del nostro lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dico in apertura - perché è tecnica oratoria e dialettica dire quel che si pensa alla fine, per creare suspense - cosa penso di questo provvedimento: lo faccio per dare un segnale di massima trasparenza, che in questo momento per me è essenziale. Dico che noi dell'Italia dei Valori - i tre Consiglieri del Gruppo - non parteciperemo al voto. Perché non parteciperemo al voto? Non perché nel merito non siamo soddisfatti di quello che si è riusciti faticosamente - dopo tante sedute, dopo tante ore ad ottenere su tanti versanti, ad iniziare da quello della caccia; ma perché penso che oggi, prima settimana di luglio del 2011, sia necessario affrontare la discussione con la maggioranza, i cui banchi di Giunta vedo vuoti. E questo, vedete, è emblematico: se parla qualcuno, tutti - anche se hanno la diarrea - si fermano al banco; se parla qualcun altro, si approfitta anche di un recondito desiderio di un goccio d'acqua per andare al bar.
Ve lo dico proprio con il cuore in mano: non sono più disposto ad accettare questi atteggiamenti, che non definisco irriverenti - perché non ho mai amato, né merito o penso di meritare la riverenza - ma irrispettosi perché penso di meritare - e lo pretendo - il rispetto; e il rispetto lo voglio da tutti. È oggi, allora, che approfitto di questi minuti a disposizione per dire che non parteciperemo al voto e spiegare i motivi.
Dico che la maggioranza deve cambiare atteggiamento di interlocuzione nei confronti delle minoranze. Non esiste un unico partito di minoranza, per quanto legittimamente e dignitosamente rappresentato da un Gruppo più numeroso: esistono diverse sensibilità ed ognuna di queste richiede e pretende il rispetto. Il banco vuoto dell'Assessore Maccanti, per quanto amica, mi addolora perché significa che parlare non serve a nulla.
Quanto rientra nelle logiche di confronto e di interlocuzione fra le varie forze politiche e le varie coalizioni, infatti, è un fatto assodato: è un fatto sul quale è inutile sgolarsi e perdere la salute per cercare di modificare un sistema inveterato che attiene a quelle logiche, che sono "sacrosante" e sono da rispettare al di sopra di tutto, anche del rispetto e anche del galateo istituzionale. E io questo non lo accetto più! Desidero che si consideri che non esiste una minoranza unica: esistono diverse forze di minoranza alle quali - a tutte! - va dato il dovuto rispetto.
D'ora in poi - e sapete che quando parlo lo faccio con estrema chiarezza - dimostrerò in tutti i modi democratici che o si raddrizza questo sistema, oppure in Aula non si fa più niente. Questo infatti è un elemento di democrazia elementare, che va assolutamente recuperato e ripristinato. Non me ne frega niente delle logiche inveterate: niente! Ritengo di poter dire a gran voce di essere fuori da quel sistema di logiche. Sono sempre stato fuori e voglio rimanere fuori: costi quel che costi! Mi batterò, quindi, perché il metodo diventi sostanza. Finch qualcuno non alza la voce, non prende il microfono e non rischia di avere un infarto per incazzarsi su questi punti, non succederà mai niente! Ma io "mi incazzo" finché avrò voce!



PRESIDENTE

Collega Buquicchio! La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Voglio innanzitutto ringraziare gli Assessori che in pratica sono sempre stati presenti qui, tra i quali l'Assessore Maccanti, l'Assessore Cavallera, l'Assessore Sacchetto e naturalmente altri, come l'Assessore Ravello, che c'era stamattina. Sono stati presenti quando dovevano essere presenti. Lo sapete meglio di me che non c'è né legge né Regolamento per cui la Giunta debba essere presente in Aula: la Giunta dev'essere presente è ben rappresentata e lo è sempre stata.
Ringrazio soprattutto i colleghi di maggioranza perché abbiamo portato avanti il provvedimento, anche con difficoltà. Non ci ergiamo mai ad essere superiori a qualcuno, a differenza di qualcun altro: noi abbiamo delle difficoltà e, nonostante le difficoltà, abbiamo portato avanti, fino all'approvazione in circa due mesi, questa legge.Riteniamo che sia un provvedimento corretto, che va bene per i cittadini piemontesi.
Sono anche contento che il Capogruppo del Partito Democratico Reschigna sia soddisfatto di quel che è riuscito a conseguire; se l'abbiamo accettato dato che noi siamo maggioranza - l'abbiamo fatto solamente perch ritenevamo che non poteva ledere questo disegno di legge: non poteva arrecargli danno. Altrimenti, cari signori, non l'avremmo accettato. A noi infatti, non importa nulla di andare a concertare in determinati momenti: se abbiamo accettato quelle proposte - lo ripeto e lo sottolineo - è perch ritenevamo che non danneggiassero il provvedimento uscito dalla Giunta e presentato qui a noi della maggioranza. Siamo giunti a quest'approvazione tranquillamente, senza farci aiutare dal cosiddetto maxiemendamento e senza troppe problematiche: lo devo dire, perché questa opposizione non mi è sembrata così eclatante.
Termino perché non devo dire granché d'altro, dato che noi siamo la maggioranza. È chiaro che per fortuna siamo in democrazia, è chiaro che ci vuole un minimo di dialogo, ma i fatti sono questi: l'approvazione del disegno di legge n. 101. Tutto il resto sono parole.
Voglio dire solo una cosa e la dico con simpatia al collega Buquicchio: la colpa non è nostra, la colpa è vostra e magari dell'ex Presidente Bresso. Voi siete nove Gruppi di opposizione e la responsabilità è dell'ex Presidente Bresso perché, se non ci fossero state determinate sue decisioni, magari i Gruppi di opposizione - sempre troppi - avrebbero potuto essere sette. Si è privilegiata la questione finanziaria e si è allora deciso che, nonostante i componenti siano tesserati del Partito Democratico, hanno dovuto costituire altri due Gruppi aggiuntivi. Per noi questa è una difficoltà. Quantomeno lo è per me, perché sono uno di quelli che cerca sempre di parlare con tutti. Ogni tanto, poiché ho dei limiti non riesco a farlo, perché siete troppi. Se non si fossero prese queste decisioni solamente per motivi venali - di soldi! - ovvero se gli iscritti al PD avessero continuato a far parte del Gruppo PD, ci sarebbero stati due Gruppi in meno, e magari non mi sarei dimenticato di parlare col collega Buquicchio.
Signori, ringrazio tutti per quest'approvazione. Spero si possa proseguire in questo modo, col vostro apporto assolutamente valido.
Continuiamo, cara Giunta regionale, ad approvare i disegni di legge che portate. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Quando si riesce ad approvare un provvedimento così importante e complesso, si prova sempre soddisfazione.
Dunque, non possiamo che essere felici di questo epilogo, ovvero dell'approvazione del disegno di legge n. 101, che ha toccato tantissimi settori e ambiti della vita sociale ed economica piemontese.
Talvolta, da parte vostra sono state mosse delle critiche verso questo collegato, asserendo che erano stati inseriti argomenti troppo svariati troppo diversi, poco omogenei l'uno con l'altro. Già in altra occasione avevo risposto che i tempi della società e i tempi della gente oramai sono molto più veloci di quelli della politica. Ben venga, quindi, il collegato alla finanziaria, se riesce a modificare, anche in maniera incisiva, ambiti come quello della caccia, dell'agricoltura o del disalveo dei fiumi, perch per quanto sia uno strumento un pochino complesso e forse lungo nella discussione e nella sua articolazione, alla fine è efficace perch consente, in tempi ragionevoli, di incidere concretamente nella vita dei cittadini piemontesi. Sapete qual è il normale iter di un disegno di legge o di una proposta di legge: sarebbe un percorso molto più lungo. Per cui credo che il collegato alla finanziaria riesca, sia pure in maniera un po' pragmatica, a raccogliere le istanze che vengono dalla gente, quelle di velocizzare le nostre decisioni e di legiferare molto più in fretta; in una sola parola, di decidere rapidamente e con chiarezza. Per far questo abbiamo certo dovuto confrontarci fra noi, ma non l'abbiamo vissuta come una sconfitta. Quindi inviterei anche l'amico Presidente Reschigna ad abbassare certi toni trionfalistici. Noi lo abbiamo fatto perché ritenevamo che questo collegato alla finanziaria fosse importante, e che le linee guida e i principi fondamentali dei provvedimenti presentati dalla Giunta e dai colleghi di maggioranza non venissero sminuiti dalle integrazioni o dalle correzioni che voi avete voluto suggerire. Abbiamo anche deciso di ritirare alcuni provvedimenti, ma non perché non avessimo il coraggio di discuterli o di affrontarli, ma per creare un clima di convivenza civile e politica all'interno del Consiglio. Ne siamo soddisfatti. Siamo anche contenti, soprattutto in questo momento storico, di aver dato dimostrazione, soprattutto come maggioranza, di razionalizzazione della spesa, combattendo gli sprechi e riducendo le "cadreghe", le poltrone (vedasi il caso del CORECOM), segnale che spero che gli organi di stampa e di informazione, una volta tanto, ne diano il giusto risalto all'esterno.
Come ho già detto in un altro intervento, oltre ad evidenziare gli elementi negativi, vorremmo che si evidenziassero anche gli aspetti positivi.
Il Presidente Cattaneo ha quantificato i risparmi di questa modifica al CORECOM, con la riduzione dei compensi dei membri del Consiglio di Amministrazione: non è tantissimo, ma sono comunque risorse utili e proficue che potranno essere utilizzate meglio per la comunità piemontese.
Poi è anche un esempio di sobrietà e di rigore che era necessario dare alla comunità piemontese. Concludo con due riflessioni: innanzitutto, mi dispiace vedere un avversario politico come il collega Buquicchio appassionarsi così tanto e soffrire nei suoi interventi. Mi dispiace umanamente da un punto di vista cristiano - io sono cattolico - perch riconosco il ruolo della persona. Probabilmente, il Presidente di Gruppo Buquicchio ritiene di non avere ricevuto la giusta attenzione da parte di questa Assemblea. Se abbiamo toccato alcune corde delicate del suo animo e del suo umore personalmente me ne scuso e cercherò di rimediare consultandolo sempre, come ha detto il Presidente Carossa, sui provvedimenti più importanti che quest'Aula vorrà affrontare, anche se è un collega dell'opposizione e della minoranza. Sicuramente cercheremo di rimediare a questa incresciosa situazione che, personalmente, mi ha colpito, soprattutto dal punto di vista umano.
Infine, vorrei ringraziare i colleghi dell'UdC che, con grande serietà e rigore, tratti che li contraddistingue, hanno positivamente contribuito all'approvazione del collegato alla finanziaria con delle proposte, con dei suggerimenti, con un contributo di equilibrio e di moderazione che li caratterizza. Colgo l'occasione per ringraziarli per il lavoro che hanno svolto in quest'Aula, in questo lungo e proficuo processo di approvazione del disegno di legge n. 101.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Noi voteremo a favore di questo provvedimento perché, a circa un anno e mezzo di questa Amministrazione, abbiamo apprezzato un cambio di metodo rispetto a quelli che sono stati i lavori di buona parte (almeno) del primo anno, laddove si è più volte assistito ad una contrapposizione di parte molto spesso ideologica, che non ha portato a nulla.
Questo provvedimento è il segno che quando c'è un confronto chiaro e trasparente sui problemi, e si riesce a trovare dei giusti compromessi, si fa il bene della collettività.
Ho apprezzato soprattutto il fatto di non aver ceduto alla tentazione di presentare un maxiemendamento e di chiudere in una seduta un lavoro che invece ha richiesto, purtroppo, due mesi, ma credo che siano stati due mesi ben spesi.
Rimangono certamente alcune perplessità su taluni punti di merito del provvedimento, ma avvertiamo almeno la soddisfazione di aver cambiato metodo e di avere cercato con l'opposizione - e non ho certamente la sindrome del "brutto anatroccolo" che qualcuno dell'opposizione ha - un confronto. Ho apprezzato il fatto di aver mutato questo atteggiamento. Mi auguro che non sia un atteggiamento "spot", ma che si possa anche rivedere nei successivi provvedimenti. È un momento delicato della nostra Regione e credo che un confronto chiaro come c'è stato su questo provvedimento ci possa essere anche nella fase di assestamento, per trovare dei punti di sintesi per il bene della collettività. Per questa ragione, voteremo a favore del provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Il nostro voto sarà favorevole, perché riteniamo che il disegno di legge n. 101 contenga al proprio interno tutta una serie di norme e di azioni che i piemontesi attendevano ormai da parecchio tempo.
Sono soddisfatto del lavoro serrato e del confronto vivo che c'è stato all'interno della maggioranza, ma anche fra maggioranza e opposizione, e l'ultimo intervento del collega Goffi credo che ne sia un'ampia testimonianza.
Credo però che alcune considerazioni aggiuntive debbano essere fatte e credo che forse questa sia l'occasione e il luogo corretto, anche perch qualche ipocrisia - in parte si intendeva nell'intervento del collega Buquicchio - c'è stata in questi giorni ed anche oggi stesso. Niente di grave e di irreparabile. Tutto sommato, credo che nel complesso il provvedimento sia totalmente condivisibile. Forse non alcuni aspetti, non nella modalità con cui si è arrivati, ma nel complesso credo che l'effetto sia assolutamente buono.
Ricordo al collega Pedrale che prima ha invocato da parte della stampa un ampio risalto a questo importantissimo taglio degli emolumenti dei seggi o le "cadreghe", come le chiama lui - del CORECOM.
La stampa l'ha già dato questo grande risalto, come vedete da questo box amplissimo, e siccome normalmente i giornali non ripubblicano due volte di seguito la stessa notizia, direi che la cosa è finita lì.
Ma è un box talmente ampio che esattamente è un quarto di un altro articolo presente nelle due pagine successive, intitolato: "Scontrini fantasma: anche Ghigo finisce nei guai".
Al che, da una parte mi ha preoccupato, poi ho visto che non si parlava del mio amico, onorevole Enzo Ghigo, ma della pasticceria Ghigo. E quest'articolo è comunque la metà di un altro articolo - questo sicuramente più vero nel contenuto, almeno spero per i giornalisti - sempre a firma di Raphael Zanotti (tutti e tre casualmente), dove c'è scritto: "Non c'è pace nella sanità. Monferino: Zanon produce poco", dove si mette in risalto una spaccatura all'interno della Lega sul tema sanità.
Perché ho detto questa cosa? L'ho detta al collega Pedrale, ma la dico a tutti quanti noi. Perché questa è l'attenzione che i media e i giornali danno su uno degli aspetti che il collega Pedrale tanto vantava, cioè il taglio del CORECOM. Ma perché è giusto che sia così, non dobbiamo aspettarci nulla di più di questo tipo di trattamento.
Quindi, o abbiamo il coraggio di fare certe riforme e certe riduzioni della spesa, perché è giusto farlo e non solo perché il momento storico è giusto, ma perché è corretto farlo, siamo tutti d'accordo e credo che il sottoscritto, il collega Cantore e tutti gli altri colleghi siano assolutamente disponibili ad affrontare una situazione del genere, ma se lo facciamo per dare retta a loro, per avere lo spazio nel box, non abbiamo capito niente! Perché questo sarà sempre lo spazio che avremo.
Infine, una considerazione sugli ultimi interventi. Credo di non essere sicuramente nuovo a questo tipo di impostazione, ce l'avevo nella scorsa legislatura e ce l'ho dall'inizio di questa legislatura.
Credo che la maggioranza, oltre che parlarsi all'interno e trovare delle soluzioni condivise, debba aprirsi e confrontarsi soprattutto dal punto di vista legislativo con tutte le opposizioni. Oggi c'è un fatto nuovo politico importante che è nato in Aula; tra l'altro lo sapevamo già perché la fotografia delle elezioni ci dava per lo meno due gruppi elettorali che avevano eletto Consiglieri alle opposizioni in due coalizioni legittimamente distinte. C'era la coalizione guidata da Davide Bono e c'era l'altra coalizione guidata dall'ex Governatrice.
Adesso all'interno di quella coalizione si sono palesate ulteriori corrette distinzioni. Non credo che sia sufficiente rispondere "siete troppi Gruppi, non possiamo ascoltarvi", ma credo che sia interesse per noi, come maggioranza, per il bene piemontese, dare questa risposta.
Anche perché le legittime aspettative dei vari Gruppi dell'opposizione possono trovare spesso accoglimento nell'interesse dei piemontesi. Il collega Goffi con l'UDC oggi vota a favore di questo importante collegato alla finanziaria. Altre volte i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno votato a favore dei provvedimenti della maggioranza.
intelligente, da parte della maggioranza, dare ascolto alle istanze dell'opposizione, non per questioni di tattica politica, ma semplicemente per funzionalità amministrativa, a beneficio esclusivo dei piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi inserisco nel discorso in quanto ha preso una piega anche metodologica interessante più che l'analisi su tutto il collegato alla finanziaria, su cui sinceramente farei personalmente fatica, anche perch vi era dentro un pout-pourri di tutte le materie o quasi tutte le materie che sono oggetto della politica regionale.
Quindi, è stata sicuramente un'analisi di un collegato molto complessa che io e il collega Biolé ci siamo divisi quasi in parti uguali.
Voglio non tanto andare ad analizzare i singoli punti, molti dei quali non hanno trovato la nostra condivisione, nonostante ci sia stata un'opera di mediazione sicuramente maggiore - lo voglio sottolineare - di quella che abbiamo visto in altri disegni di legge.
Anch'io concordo che sicuramente un metodo di lavoro, ma non mi sembra nulla di straordinario, ma un metodo di lavoro normale, che dovrebbe essere quello di coinvolgere le opposizioni tutte, almeno quelle che sono interessate all'analisi dei problemi o per sensibilità o per inclinazioni o per competenze o per disponibilità di tempo, in alcuni articoli è stato fatto.
Possiamo citare sia la mediazione fatta sulla caccia con l'Assessore Sacchetto, posto che non ci ha trovati pienamente soddisfatti, ma siamo all'opposizione e non possiamo pensare di essere totalmente soddisfatti dalle posizioni che vengono comunque prese in un percorso di mediazione.
Su altre questioni, come quelle di oggi, fortunatamente almeno per noi siamo riusciti a fare stralciare qualche emendamento presentato dal collega De Magistris, ma forse è stato frutto di qualche incomprensione o comunque anche problematicità metodologica, perché diventa difficile per tutti riuscire a votare degli emendamenti inseriti all'ultimo momento con neanche una spiegazione di testo o un minimo riferimento alla legge o alle leggi che sono ad incastro.
A volte si vota più per appartenenza che per contenuto e conoscenza dello stesso emendamento. Noi ci siamo sempre impegnati a comprendere le materie e a votare per cognizione di causa, però bisogna anche venirsi incontro, perché un conto è l'analisi degli emendamenti in Commissione, un conto sono gli emendamenti che vengono affrontati in Aula; quindi, risulta veramente difficile per i Consiglieri comprendere e seguire anche nella concitazione del voto dei singoli emendamenti.
Vediamo un collegato alla finanziaria che è diventato uno strumento per fare passare le emergenzialità segnalate anche dalla Giunta. Quindi, è uno strumento ulteriore oltre agli strumenti regolamentari che abbiamo assaggiato nel caso della legge per lo sviluppo del territorio della Val di Susa, e probabilmente si teme che questi nuovi strumenti regolamentari saranno usati anche altre volte. Sto parlando dello strumento del maxiemendamento e del contingentamento dei tempi, ma sicuramente si pu dire che da oggi qualche tentativo di mediazione si possa fare sia con le opposizioni che si sono presentate con la Presidente Bresso sia con i "cattivoni" del Movimento 5 Stelle.
Nonostante questo, una posizione ecumenica va bene, ma non darò un voto favorevole, come hanno fatto i colleghi dell'UdC. Quindi, il voto complessivo che sarebbe stato negativo, in questo caso sarà un voto di astensione, perché dal punto di vista dei contenuti molti degli articoli presentati nel collegato ala finanziaria non ci trovano d'accordo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Dato lo stile fiabesco e un po' metaforico con il quale si sono argomentate le posizioni di voto, la metterei in questo modo. Poiché non ho un'età per trasformarmi in cigno, continuo a restare un brutto anatroccolo.
Da brutto anatroccolo devo continuare a far rilevare che in questa armonia che sembra caratterizzare la conclusione di queste settimane di discussione - rischiamo di far diventare straordinario quello che dovrebbe essere normale.
Francamente - poiché non mi adeguo allo stile per cui la normalità diventa un'eccezione, visto che di frequente si ha la sensazione di violare questa normale relazione politica - osservo che il collegato non sfugge alle tentazioni che diverse maggioranze hanno sempre praticato, di utilizzare gli strumenti delle leggi generali, per farle diventare degli omnibus di leggi particolari, con ciò evitando il confronto con le iniziative legislative degli altri Gruppi e la durata di un dibattito vero.
Che poi si sia sventato il rischio, per la capacità delle opposizioni di costruire un fronte di resistenza, significa solo che siamo stati impegnati alla resistenza, che non avremmo nemmeno voluto conoscere in periodi ordinari di relazioni politiche.
I contenuti sui quali la maggioranza e la Giunta ci hanno fatto intendere di voler procedere con determinazione non possono che essere avversati per la determinazione e per i contenuti. Abbiamo inteso che c'è l'intenzione di rivedere il fondo sociale regionale, che non c'è una determinazione, dal nostro punto di vista, positiva degli organi di governo e dei servizi pubblici locali dedicati alle persone. Questo non mi pare un dato positivo, anche se abbiamo sventato il primo tentativo di arrembaggio su questa materia.
Che poi nella democrazia dell'Aula ci si vanti, come merito, del fatto che non si sia fatto ricorso al maxiemendamento, mi pare francamente una modalità per la quale il mancato ricorso ad uno strumento straordinario che non si sarebbe nemmeno dovuto pensare, è visto come elemento di qualità.
Lo dico in tutta serenità perché il mio Gruppo, nella passata amministrazione, diede segnali di differenza di voto sulla stesura di quel Regolamento, quindi nessuno mi può richiamare su questo a principi di continuità e coerenza.
Non trovo affatto confortante il mancato ricorso ad un braccio di ferro o rapporto muscolare, annoto che, comunque, si è fatto molto lavoro in quest'Aula, quindi la posizione di voto sarà coerente con queste sfumature.
Nel modo di comportarsi del Gruppo della Federazione della Sinistra c'era una gamma di comportamenti di voto: il segno della massima distanza e la non partecipazione al voto. Quando poi l'ho adottata, su un caso specifico, ci sono stati altri colleghi del Consiglio che, invece, ne hanno pubblicamente commentato come se, invece di essere un segno di distanza e di forza, fosse un segno di debolezza.
Poi viene il voto contrario che, evidentemente, accetta di stare nella discussione. Mentre la non partecipazione significa non riconoscere la sede e l'oggetto della discussione. Quindi, in questo caso, mi fermerò ad una presenza.
Riconosco, concorrendo al numero legale, che quest'Aula ha fatto un lavoro che non ritengo buono ma che, tuttavia, vuole vedere attraverso la semplice presenza in Aula, il riconoscimento di un impegno che, a fasi alterne, ha cercato di raggiungere un rapporto decente nei livelli della relazione politica. Dovremmo poter andare oltre la decenza e, quindi, da questo punto di vista, non sono ancora soddisfatta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche noi riteniamo che si sia, comunque, fatto un lavoro in Aula. La considerazione di metodo ci vede molto tiepidi, ma certamente riconosciamo che non viene utilizzato solo per questo tipo di atto e non soltanto in un'Aula come questa.
ormai prassi, anche in altri organismi, inserire in un unico atto gli argomenti fra loro più disparati; rendendo, quindi, anche abbastanza complicato seguire, da parte di chi deve avere la possibilità di comprendere, questioni che fra loro non hanno nessun'attinenza. Chiaramente riconosciamo il fatto che, perlomeno, ci sia stata da parte della maggioranza una disponibilità - in alcune situazioni magari forzata - ad entrare nel merito e a rivedere alcuni questioni. Come la caccia, per cui si è applicata quella che può essere richiamata una riduzione del danno.
Questa mattina, per esempio, con lo stesso tipo di atteggiamento, si è limitata la liberalizzazione del passaggio di mezzi a motore nei sentieri di montagna e, per esempio, sul fronte del sociale, si sono rimandate al futuro quelle che potranno essere delle decisioni.
Sul fronte del CORECOM non ci siamo espressi, ma riteniamo che si sia andati nella direzione auspicata, cioè in una logica di contenimento dei costi della politica. Certamente, una riflessione può venire dal fatto che passiamo da quello che è l'organismo più pletorico in Italia a quello che risulta essere, forse, il più ristretto.
In questo senso abbiamo fatto una scelta che, dal punto di vista della rappresentatività, avrà delle conseguenze.
Noi poniamo una riflessione anche se, come ripeto, non possiamo non essere concordi sul fatto che si vada verso un contenimento dei costi.
Sul fatto che sia difficile giungere ad una definizione complessiva di un testo che contiene tanti argomenti che sono inseriti in modo del tutto disgiunto, anche per quanto riguarda il Gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, in questo momento, c'è semplicemente una non partecipazione al voto, chiaramente non un voto contrario, ma neanche un voto favorevole o un'astensione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Prima di procedere al voto finale, vi preannuncio che ci saranno due esigenze di correzione del testo, come modifica di coordinamento.
Darei la parola ai proponenti dell'ordine del giorno.
Cominciano con l'esame dell'ordine del giorno n. 411, "No all'eliminazione della cooperazione internazionale" presentato dai Consiglieri Reschigna Lepri, Pentenero, Stara, Negro, Buquicchio, Artesio, Bresso, Goffi Placido, Boeti, Cerutti, Gariglio, Muliere, Ronzani, Laus, Cursio, Manica Taricco, Bono, Biolé, Motta Angela La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questo ordine del giorno perché riteniamo che si tratti di una questioni rilevante che pensiamo non possa essere ulteriormente rinviata, soprattutto a fronte dell'appello che molte associazioni hanno rappresentato, ma anche molti Comuni che sono impegnati in progetti di cooperazione internazionale.
Si tratta di un programma, quello che le Giunte Ghigo - voglio sottolinearlo - prima ancora che la Giunta Bresso, avevano avviato, il cui ammontare è all'incirca pari a sei milioni di euro - almeno questa è la cifra impegnata nel 2009.
Quindi trattasi di risorse assolutamente modeste rispetto all'importo complessivo della spesa corrente, degli investimenti della nostra Regione che, come tutti sapete, ammontano ad almeno 12 miliardi.
Sei milioni di euro, che è la cifra massima, impegnata nel 2009, sono lo 0,05% del nostro bilancio che annualmente votiamo, cioè una briciola nel mare della spesa regionale, eppure è una spesa di grande rilievo e di grande importanza.
Dietro a questi programmi vi sono centinaia di volontari, centinaia e migliaia di amministratori locali di ogni colore politico che, di fronte al tema della solidarietà internazionale e della cooperazione internazionale superano, in molti casi, le differenze di partito e s'impegnano unitariamente per attuare questi programmi.
Ci sono Consiglieri di centrodestra, della Lega Nord, che hanno fatto appello anche ai loro amministratori regionali, affinché questa misura sia riconsiderata.
In due anni siamo passati da più di sei milioni di euro - sono le cifre che riguardano l'impegnato del 2009, al netto dei fondi europei - a poco più di un milione di euro, che è la cifra stanziata per il 2011. Un taglio drastico, drammatico, che impedisce non solo di fare programmi a medio breve o lungo periodo, ma che impedisce soprattutto di contare su quelle risorse dell'Unione Europea, di grande rilievo, che - com'è noto - sono concesse solo se sommate ai fondi stanziati dalle Amministrazioni regionali e locali.
Lo stesso dicasi per le tante risorse che i Comuni, i singoli cittadini, le fondazioni e le associazioni cumulano rispetto al finanziamento regionale.
Insomma, il finanziamento regionale ha fatto da volano, in questi anni per fare in modo che quelle risorse venissero moltiplicate.
Di fronte al quasi azzeramento di questi fondi, il rischio molto evidente è che anche le risorse internazionali, quelle locali e quelle associative vengano meno e che si dissolva un patrimonio di grande solidarietà ed esperienze che in questi 10-15 anni sono maturate nella nostra regione, grazie soprattutto al reticolo di esperienze e di solidarietà provenienti dal basso, presenti nelle nostre comunità locali.
Ci sorprende, in modo particolare, il fatto che tale questione sia passata nel disinteresse della Giunta e della maggioranza - mi pare sia stato presentato un ordine del giorno o una mozione da parte dei colleghi del centrodestra che, se coinciderà negli obiettivi con il nostro documento, lo vedremo naturalmente con favore - non solo per la miseria del fondo che dovrebbe essere stanziato, ma anche per le importanti parole che in molte occasioni esponenti della maggioranza, in modo particolare il Presidente, hanno presentato in occasioni pubbliche e anche televisive.
Nel nostro ordine del giorno ricordiamo, ad esempio, rispetto ad un intervento che il Presidente Cota ha fatto in una delle tante trasmissioni televisive cui solitamente partecipa, come di fronte all'ondata migratoria proveniente dai Paesi del Sahel e dell'Africa nord sahariana sia necessario sviluppare un nuovo programma di cooperazione internazionale, una sorta di nuovo Piano Marshall - come lui lo ha definito - che dovrebbe vedere l'Italia e le Regioni in prima fila.
E allora, domandiamo cosa ci sia di più concreto, immediato ed efficace delle centinaia, forse migliaia di piccoli progetti di cooperazione internazionale che vanno a risolvere piccoli e grandi problemi nelle sparute comunità locali presenti nell'Africa subsahariana.
Cosa c'è di meglio di questi programmi, per evitare l'ondata migratoria che abbiamo sotto gli occhi e che non riusciamo a frenare, se non in modo scomposto? Cosa c'è di meglio per evitare i drammi che il Mediterraneo sta registrando: centinaia di morti, di cui non si ha certezza, nel senso che la loro identità purtroppo non è neanche verificabile, se non attraverso questi progetti di cooperazione internazionale? Chiediamo davvero un sussulto a quest'Aula, distratta da tante vicende più o meno importanti: questa è una realtà che riguarda ognuno di noi, la nostra coscienza, la nostra responsabilità. Sono in gioco migliaia di vite umane che possono essere salvate grazie ad un piccolo impegno, che la nostra Regione può confermare.
Ritengo che su questo tema non ci possano essere divisioni e che occorra un grande sentimento di comunanza e condivisione, per fare in modo che quest'esperienza così importante per la nostra regione possa essere confermata.
Ci appelliamo al sentimento, all'attenzione e alla sensibilità di tutto il Consiglio regionale, affinché questa mozione ed anche quella del centrodestra, che sarà presentata o che è già stata presentata, possano congiuntamente essere considerate per riprendere in mano questo tema così importante, in modo da affrontarlo con determinazione. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Lepri, nel suo intervento ha fatto riferimento, due volte ad un documento del centrodestra, ma alla Presidenza non è arrivato nulla.



LEPRI Stefano

Non so se è stato depositato; a me era stato detto che così sarebbe avvenuto.



PRESIDENTE

Non è stata presentata né una mozione né un ordine del giorno.
Il secondo e ultimo ordine del giorno collegato è l'ordine del giorno n.
435, "Regolamento di attuazione del Sistema di Qualità delle produzioni agroalimentari. Necessaria informazione alla Commissione consiliare competente" presentato dai Consiglieri Reschigna, Pentenero, Taricco, Motta Angela, Ronzani, Muliere.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Sarò telegrafico.
Come ho spiegato all'Assessore Sacchetto, quando abbiamo votato non è stato inserito, a causa di un momento di caos in Aula, il "sentita la Commissione", per quel che riguarda i marchi di qualità dei prodotti del sistema di qualità piemontese.
Avevamo convenuto di presentare un ordine del giorno che avrebbe stabilito semplicemente questo, e, molto semplicemente, a questo si riconduce.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo, ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente, l'ordine del giorno della maggioranza è stato presentato probabilmente si è smarrito, però è stato presentato.
Ricordo di aver consegnato fisicamente l'atto al tavolo della Presidenza. L'ho anche corretto, poi, per carità, le sue collaboratrici sono molto più precise di me, però...



PRESIDENTE

Si avvicini un attimo al banco della Presidenza, con il testo originale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.19 riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo fatto delle indagini interne e l'ordine del giorno cui si riferiscono i Consiglieri Lepri e Leo è l'ordine del giorno n. 418 presentato dai Consiglieri Leo, Costa Rosa Anna, Pedrale, Spagnuolo e Toselli, inerente a "Rilancio di una dimensione internazionale e solidale della Regione Piemonte", che non era stato inserito tra i collegati, ma obiettivamente - per un'incomprensione. Per argomento, è comunque dichiarato collegato.
La parola al Consigliere Leo, per l'illustrazione.



LEO Giampiero

Presidente, intanto la ringrazio, perché questo dimostra che le Presidenza, con i suoi due angeli custodi risolve tutto, e questo è un fatto positivo. Dimostra anche che non sono completamente arteriosclerotico, perché mi era venuto il dubbio, sapendo che le sue collaboratrici sono molto più precise di me..., di non aver depositato l'o.d.g., invece lo avevo presentato, e, infatti, è stato "recuperato"...



PRESIDENTE

La Presidenza ringrazia, ma vada all'argomento, perché ha poco tempo.



LEO Giampiero

L'argomento è semplicissimo: l'ha illustrato il Consigliere Lepri.
una tematica cara a tutti noi, specie coloro, come la collega Costa e il sottoscritto, che hanno lavorato nel volontariato.
una raccomandazione, un'indicazione...



(Commenti dell'Assessore Maccanti)



PRESIDENTE

Consigliere Leo, scusi se la interrompo: non voglio farle pressione, ma sono le 17.21 e avevamo fatto un'intesa alla riunione dei Capigruppo.
Prego.



LEO Giampiero

Interloquivo con la deliziosa Assessore Maccanti.
Ho finito l'illustrazione.



PRESIDENTE

Rispetto allo stanziamento presente nel dispositivo, ho visto che nella sua copia è sbarrato.



LEO Giampiero

Sì, non diamo indicazioni di stanziamento.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Leo ha come oggetto "Rilancio di una dimensione internazionale e solidale della Regione Piemonte".
Scusate, colleghi, perché quando facciamo le cose in fretta rischiamo parlo per me, e me ne scuso - di sbagliare! Alla quarta pagina (è un ordine del giorno molto articolato, di cinque pagine), c'è l'impegno a ripristinare le dotazioni complessive per i contributi a favore dei soggetti impegnati nella cooperazione: un milione e mezzo, sul capitolo 182678; due milioni sul capitolo 182624; un milione su un altro capitolo e 500 mila su un altro capitolo.
Tutta questa parte è tolta?



LEO Giampiero

Presidente, è una raccomandazione politica e una sensibilità.



PRESIDENTE

Il resto rimane così come depositato? Bene.
I tre ordini del giorno sono stati illustrati.
Se non ci sono interventi, chiedo cortesemente l'attenzione della Giunta per esprimere un parere.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.23 riprende alle ore 17.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che gli ordini del giorno n. 418 e n. 411 verranno trattato in altra seduta.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Proponiamo di iscrivere questi due ordini del giorno all'o.d.g. del Consiglio, per una discussione sulle questioni collegate, che non sono solo di tipo finanziario. Tra l'altro, dal punto di vista finanziario non vi è una "collegabilità" diretta al collegato alla finanziaria, perché quando avevamo discusso della finanziaria si erano affrontate le questioni finanziarie e poi si è detto che il resto lo si sarebbe visto nel collegato.
Gli ordini del giorno, quindi, in prima battuta erano finalizzati a richiamare degli stanziamenti, ovviamente non accoglibili in questa sede per ragioni tecniche, non per ragioni di sostanza. Eventualmente verranno discussi con l'assestamento, sede corretta dal punto di vista finanziario.
Se poi l'argomento viene ritenuto così importante da approfondire senza rinvii, sono sovrani i Capigruppo e la Presidenza a stabilire un punto all'o.d.g. in una prossima seduta di Consiglio ove discuterne (ricordo che da qui a fine luglio ne sono previste diverse).
Per adesso chiediamo ai proponenti di aderire a questa nostra sollecitazione per discuterne in modo adeguato e meditato, anche in rapporto alla complessità degli ordini del giorno che richiamano tutta una serie di questioni, soprattutto quello presentato dal collega Leo, su cui dobbiamo avere anche le presenze adeguate da parte nostra e il necessario coordinamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Se queste questioni di approfondimento sono fondate, e non c'è motivo di dubitarne, trattandosi di un tema che merita un approfondimento, spero che almeno l'Aula ne condivida l'urgenza, visto che molti programmi non sono ancora partiti perché in attesa di finanziamenti.
Chiederei all'Ufficio di Presidenza e al Presidente, se la Giunta e la maggioranza sono d'accordo, di poterlo iscrivere quanto prima, se è possibile il prossimo Consiglio, o comunque nelle prossime sedute.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Mi associo alla proposta del collega Lepri, credo anche a nome dei colleghi Leo e Costa Rosa Anna, che hanno steso e rivisto il nostro ordine del giorno.
Si tratta di una materia che si sviluppa giorno per giorno. Il 17 luglio, per esempio, è convocata dalla Giunta la Consulta sull'emigrazione.
Mi sembra che in quell'ambito ci siano argomenti che riguardano questo tema.
Termino, Vicepresidente Cavallera, con una nota che non coinvolge i miei carissimi amici Costa e Leo: se nel collegato abbiamo compreso la caccia, a mio avviso potevamo inserire questo tema. Questa, come sapete, è una visione assolutamente personale. Io amo gli animali sopra ogni cosa, ma penso che almeno un po' di analogia tra uomini e altre creature viventi possa essere fatta. Ma questa è una battuta mia personale! Pregherei il Presidente di voler calendarizzare il quando, perché ci sono iniziative della Giunta in itinere che attengono a queste nostre questioni importanti, umanitarie e di carattere sociale, che riguardano il nostro ordine del giorno.
Ringrazio sempre il collega Leo per averlo steso e la collega Rosa Anna Costa per aver collaborato. Sono intervenuta io per il piacere di questa piccola polemica.
Grazie.



PRESIDENTE

Due considerazioni.
Primo, ringrazio i proponenti di entrambi gli ordini del giorno per la disponibilità.
La Presidenza, Consigliera Spagnuolo, li aveva ritenuti collegati.
Condivido che siano un po' "tirati", come spesso facciamo, però sicuramente erano entrambi collegabili, anche perché questo disegno di legge di oltre 30 articoli, obiettivamente, ha spaziato su parecchi ambiti.
Ricordo a tutti che abbiamo fissato la pausa estiva a partire dal 1 agosto, quindi i nostri lavori, salvo modificazioni dell'ultimo momento termineranno il 29 luglio. La terza settimana sono previste tre giornate di sedute e l'ultima settimana quattro giornate di Consiglio regionale, perch dovevamo trattare l'assestamento, che invece credo verrà trattato dopo la pausa estiva.
Potrebbe essere una modalità dedicare una di quelle sedute - o anche solo una parte - a questa tematica, magari anche con la presenza dell'Assessore competente.
Me ne ricordo e chiedo ai colleghi Capigruppo e ai proponenti di ricordarmelo a loro volta. Credo che prima della pausa sicuramente avremo modo, come Consiglio regionale, di confrontarci e di dare un indirizzo insieme all'Assessore competente, alla Giunta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ringrazio per il brillante e piacevole intervento della collega Spagnuolo, che era l'unica che poteva farlo alla pari, per capacità, con il Vicepresidente Cavallera.
Grazie, Presidente, e faremo in modo di pubblicizzare che c'è stata attenzione del Consiglio regionale su una tematica importante con questa.



PRESIDENTE

L'unico ordine del giorno collegato che rimane è quello presentato dal collega Taricco.
Non essendoci richieste di interventi, lo pongo in votazione, con il parere favorevole della Giunta regionale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 435, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Regione promuove la produzione, la commercializzazione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari destinati all'alimentazione umana, aventi caratteristiche qualitativamente superiori rispetto alle norme di commercializzazione o ai requisiti minimi stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale vigente per perseguire tali finalità, è istituito il "Sistema di qualità delle produzioni agroalimentari" la Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 27 dello Statuto e nel rispetto dell'articolo 22 del regolamento (CE) n. 1974/2006 della Commissione approva il regolamento di attuazione del Sistema ritenendo opportuno che . la competente Commissione del Consiglio regionale sia prontamente informata sui contenuti del regolamento di attuazione del Sistema di qualità delle produzioni agroalimentari, anche al fine di un approfondimento ed un confronto in merito impegna la Giunta regionale . non appena predisposto il regolamento di attuazione del Sistema di qualità delle produzioni agro alimentari e prima della sua approvazione da parte della Giunta stessa, ad informare la competente Commissione consiliare, per un approfondimento ed un confronto sui suoi contenuti." Il Consiglio approva.
Prima di procedere al voto finale, dobbiamo procedere a due modifiche di coordinamento tecnico.
Richiamo quindi l'attenzione, in particolare, da parte della Giunta e del relatore.
All'articolo 4 bis, comma 2, il comma 2 viene riscritto, per coordinamento così: "1) I proventi derivanti dalla irrogazione delle sanzioni Amministrative di cui al comma 2 dell'articolo 18 ter, sono introitati nello stato di previsione dell'entrata nell'ambito dell'UPB DB0902, unità utilizzata per la copertura finanziaria degli oneri scritti nell'ambito della UPB DB11061 per la realizzazione degli interventi necessari all'attuazione delle misure di emergenza, di cui al comma 1 dell'articolo 18 ter".
La riscrittura tecnica, modificata per coordinamento dell'articolo 6 bis, comma 4, risulta così: "4) Ad eventuale spesa stimata in 1 milione di euro a partire dall'esercizio finanziario 2011, iscritte nell'ambito dell'UPB DB11001 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011, si provvede con le risorse della medesima unità che presenta la necessaria copertura finanziaria.
4 b) Per il biennio 2012/2013 agli oneri, di cui al comma 4, per ciascun anno, in termini di competenza si provvede con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001 n. 7, ordinamento contabile della Regione Piemonte, dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003 n. 2 e legge finanziaria per l'anno 2003".
Possiamo pertanto procedere al voto finale del disegno di legge n. 101, per appello nominale mediante dispositivo elettronico.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

****


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Carossa


PRESIDENTE

Dobbiamo procedere, così come ha deciso la Conferenza dei Capigruppo nell'ordine, dapprima alla presentazione di otto atti di indirizzo riguardo la questione TAV, alla discussione e alla votazione degli stessi.
Successivamente, passeremo alla trattazione e alla votazione delle quattro mozioni che propongono l'istituzione di Commissioni di indagine o di inchiesta.
Gli ordini del giorno che dobbiamo trattare sono i seguenti: n. 262 417, 420, 421, 429, 431, un ordine del giorno non ancora rubricato, il settimo che è stato presentato poco fa, inerente a "Solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte nei fatti di Valsusa", primo firmatario Consigliere Carossa. E infine, un ultimo ordine del giorno inerente a "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici responsabili della militarizzazione delle forze dell'ordine in Valsusa", presentato dai colleghi Bono e Biolé.
Procederei così...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Aspetti un attimo e le do la parola.
Procederei così, che è ciò che avevamo deciso alla Conferenza dei Capigruppo: un'illustrazione da parte di un Consigliere firmatario degli otto ordini del giorno, una discussione, se ci dovesse essere e un'integrazione di interventi e poi la votazione degli stessi.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non voglio far perdere tempo all'Assemblea, però, prima di iniziare il dibattito, voglio che si rifletta anche alla luce dell'articolo n. 71 del nostro Regolamento in merito all'ordine del giorno presentato dal signor Davide Bono.
Invito veramente il Presidente e i Consiglieri a riflettere su questo ordine del giorno. Poi, possiamo discutere tutto, ma... Non rispondo poi del resto. Lo dico già subito, Presidente.
Leggiamo l'oggetto: "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici responsabili della militarizzazione delle forze dell'ordine in Val Susa". Dopo quello che è successo, secondo me, in un'Assemblea non deve essere accettata la discussione di un ordine del giorno del genere. È un vergogna. E termino lì.
Quindi, invito l'Ufficio di Presidenza a riflettere.



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, il "signor Bono", come lei, il sottoscritto e 57 colleghi, è un Consigliere regionale, e questo è il primo aspetto.
La seconda questione è sull'articolo n. 71. Consigliere Carossa anzitutto la Presidenza ha ritenuto di ammettere questo ordine del giorno perché è un ordine del giorno che comunque parla degli argomenti per cui siamo convocati quest'oggi. Perché parla della "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici responsabili della militarizzazione delle forze dell'ordine in Valsusa". Poi, si potrà anche non condividere ma è collegabile.
Se lei richiama l'articolo n. 71, deve fare la proposta di non trattare, quindi una questione pregiudiziale di non trattare questo ordine del giorno; la esplica, poi può intervenire un Consigliere contrario alla sua proposta e la poniamo in votazione.
Però l'articolo n. 71 non è nella disponibilità del Presidente, ma del Consiglio. Anzi, può intervenire un Consigliere per Gruppo.
Consigliere Carossa, lei pone la proposta di non discutere questo ordine del giorno quale questione pregiudiziale?



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Il Presidente del Gruppo Lega Nord, collega Carossa, ex articolo 71 comma 1 del Regolamento, pone una questione pregiudiziale e chiede che il Consiglio si esprima riguardo alla sua proposta di non procedere alla trattazione dell'ordine del giorno n. 434, inerente a "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici, responsabili della militarizzazione delle Forze dell'Ordine in Valsusa", a firma dei Consiglieri Bono e Biolé.
C'è un intervento contrario?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

A favore è il proponente.
Può intervenire un Consigliere per Gruppo.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intervengo per le ragioni identiche, nella sostanza, espresse dal Consigliere Carossa, ma le motivazioni sono esattamente opposte.
Questa è un'Assemblea legislativa e credo che, qui, tutti - proprio tutti - debbano avere il diritto di esprimere nella "massimissima" libertà le proprie opinioni, comprese quelle che totalmente rigetto del Consigliere Bono.
Quindi, credo vi sia la necessità di discuterlo, poi mi auguro che venga totalmente respinto, ma questo è diverso.



PRESIDENTE

Questo è anche il mio parere, infatti l'ho ritenuto collegabile. Per ripeto - l'articolo 71 non è nella disponibilità del Presidente, ma dell'Assemblea; pertanto, se il Consigliere Carossa, legittimamente, ha posto la questione, devo porla ai voti.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Ritiro la questione pregiudiziale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Carossa ha ritirato la questione pregiudiziale; pertanto verranno illustrati, discussi e votati gli otto ordini del giorno. La ringrazio.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 262 presentato dai Consiglieri Bono e Artesio inerente a "Censura delle richieste di uso della forza militare in Valsusa"; ordine del giorno n. 417 presentato dai Consiglieri Montaruli Boniperti, Botta Franco Maria, Burzi, Bussola, Comba, Cortopassi, Costa Rosa Anna, De Magistris, Gregorio, Leardi, Leo, Marinello, Mastrullo Molinari, Motta Massimiliano, Novero, Pedrale, Tiramani, Toselli e Valle inerente a "TAV, censura delle violenze e solidarietà alle forze dell'ordine"; ordine del giorno n. 420 presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti, Bresso, Dell'Utri, Gariglio, Laus, Lepri, Manica Muliere, Negro, Pentenero, Ronzani, Taricco e Cursio, inerente a "Apertura del cantiere per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione" ordine del giorno n. 421 presentato dai Consiglieri Bono, Artesio e Buquicchio, inerente a "Dissociazione dall'uso indiscriminato dei lacrimogeni CS da parte delle forze dell'ordine contro i manifestanti alla Maddalena di Chiomonte" ordine del giorno n. 429 presentato dai Consiglieri Goffi, Carossa, Negro e Pedrale "Manifestazione sindaci No TAV in Val Susa" ordine del giorno n. 431 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Sulla Realizzazione della Torino-Lione la politica si sostituisce all'uso della forza" ordine del giorno n. 434 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici, responsabili della militarizzazione delle Forze dell'ordine in Valsusa" ordine del giorno n. 436 presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, De Magistris, Gregorio, Tiramani, Novero, Molinari, Maccanti Angeleri e Sacchetto, inerente a "Solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte nei fatti della Valsusa"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli ordini del giorno relativi alla questione TAV, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Iniziamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 262, avente ad oggetto "Censura delle richieste di uso della forza militare in Valsusa" presentato dai Consiglieri Bono e Artesio.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono contento che la questione pregiudiziale sia stata rimossa. Non ho voluto intervenire, ovviamente, per non aumentare le tensioni già presenti che sicuramente si ripresenteranno successivamente; naturalmente, ritengo ci sia il diritto alla libertà d'espressione e alla libertà di parola.
Riconosco nel Consigliere Burzi, almeno, l'onestà intellettuale di ammettere che questa libertà di parola e d'espressione c'è ancora sia nel Paese, anche se sotto una pioggia di lacrimogeni, sia, a maggior ragione in una sede legislativa come l'Aula istituzionale più alta della Regione Piemonte, quale quella in cui siedo.
Inizio a illustrare il primo dei tre ordini del giorno che il mio Gruppo ha presentato. Questo documento risale a tre mesi fa, al mese di aprile: ovviamente era un ordine del giorno preventivo, nel senso che prevedevamo, facendo un po' le Cassandre, che in Val di Susa si sarebbe potuto arrivare a qualcosa di non piacevole, questo perché siamo degli scienziati, perché abbiamo sentito attraverso i media - per fortuna non abbiamo altri canali di comunicazione - da alcuni, che bisogna chiamare con i nomi corretti - quindi non posso usare il termine "signore", devo dire "Onorevoli", "Parlamentari", in questo caso - e mi ricordo principalmente un parlamentare del Partito Democratico...



(Commenti del Consigliere Carossa)



BONO Davide

Presidente...
Poi, il collega Carossa potrà fare il suo show come ha fatto presso la sede del Consiglio Comunale di Torino.



PRESIDENTE

Il Presidente Carossa non fa show, per favore! L'ha chiamata "signor Bono", abbiamo chiarito...



BONO Davide

No, mi arriva...



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Capisco il momento di tensione: abbiamo lavorato, non siamo proprio sempre abituati, però abbiamo una serie di questioni da affrontare, dobbiamo cercare di procedere gli uni nel rispetto degli altri.
Quindi, interveniamo anche aspramente, però non provochiamo, altrimenti perdiamo tempo.
Prego, prosegua.



BONO Davide

Ho pieno rispetto di tutti, gradirei che questo avvenisse anche nei miei confronti.
Le parole dell'Onorevole del Partito Democratico Esposito, che ha richiesto più volte e con forza la militarizzazione della Valle rappresentano un comportamento veramente irresponsabile, che non si dovrebbe registrare da parte di un parlamentare, che costituisce la massima rappresentanza del nostro Paese: in maniera scriteriata chiede la militarizzazione di una Valle, cioè di andare con l'Esercito, come se fossimo in Afghanistan - tra l'altro, potremmo anche discutere delle missioni di pace italiane - contro cittadini che manifestano.
Visto che, per quanto a mia conoscenza, ad oggi, non sono state emesse leggi fasciste o fascistissime che riducano la libertà di espressione e la libertà di manifestazione, mi risulta che queste dichiarazioni da parte di un Parlamentare siano quanto meno da censurare.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore!



BONO Davide

Ovviamente, a ruota, sono seguite le dichiarazioni di alcuni autorevoli esponenti del Popolo della Libertà.
Ricordo sicuramente Ghiglia, che, chiaramente, non voleva essere da meno dell'onorevole Esposito, che è sempre bravo a rasserenare gli animi ad allentare le situazioni tese. Quindi, in un senso bipartisan, c'è stato questo pronunciamento per la militarizzazione della Valle.
Per fortuna, non decidono loro delle sorti del Paese, almeno in quella piccola fetta che riguarda loro, ma all'interno dei rispettivi partiti magari, rappresentano - mi auguro, soprattutto all'interno del Partito Democratico - una minoranza e la militarizzazione vera, intendo con l'Esercito, non c'è stata - o meglio: non c'è ancora stata - anche se di militarizzazione formale si dovrebbe parlare.
Noi ricordiamo che, già nel 2005, in quel di Venaus, ci sono stati diversi feriti e contusi tra i cittadini che ivi manifestavano e anche nel gennaio 2010 una donna è detta violentemente manganellata dalle Forze dell'Ordine, cui è seguito il ricovero per commozione celebrale, frattura del setto nasale e lesione agli organi interni.
Sicuramente, negli anni si stanno ripetendo fenomeni di "militarizzazione", tra virgolette, non con l'Esercito, ma formalmente e nei fatti è una militarizzazione nel vero senso delle parole.
Anche per quanto riguarda gli ultimi accadimenti, sia del 27 giugno che del 3 luglio, abbiamo assistito, nei fatti, ad un'ennesima prova di forza da parte di una politica che non è capace a dialogare con i cittadini forse non è capace a fare il suo mestiere, quello per cui è profumatamente pagata e manda le Forze dell'Ordine in tenuta antisommossa come unica forma di dialogo con i cittadini.
In questo caso, il 27 giugno abbiamo visto arrivare 2.000 agenti delle Forze dell'Ordine (Polizia, Carabinieri, Forestale e quant'altro) a sgomberare non solo le aree sito di cantiere, rispetto alle quali uno pu anche esse d'accordo, ma anche le aree della Comunità montana e un'area che era stata regolarmente affittata - attraverso il pagamento - dal Comune di Chiomonte al movimento No TAV.
Quindi, in quel caso, il ruolo anche del sottoscritto con alcuni Amministratori della Valle era stato volto a concordare con le Forze dell'Ordine un'area di sgombero, per far sì che la massa di cittadini presenti - un migliaio di persone - non dovessero nella fuga, magari cadere e farsi male. Pertanto, si era tentato di concordare uno spazio comune per fare defluire lentamente tutti i cittadini.
Questo non è stato possibile: innanzitutto, è arrivata una ruspa, che si è fatta strada con un carico di lacrimogeni al CS - ne sono stati lanciati più di 2.000 - e vi assicuro, per chi ha esperienze di scontri con le Forze dell'Ordine - come, ad esempio, il Consigliere Motta, ma anche altri Consiglieri - che non si era mai visto un tale dispiegamento nell'uso di lacrimogeni, neanche, per dire - adesso ho fatto una battuta - allo stadio, dove si lanciano tre o quattro lacrimogeni.
Duemila lacrimogeni rappresentano la volontà reale di soffocare i manifestanti e non tanto la protesta. Infatti, questi lacrimogeni al CS come ho detto precedentemente nell'interrogazione a cui l'Assessore Maccanti ha risposto in maniera molto brillante, probabilmente, impediscono alle persone di respirare, perché, dopo un po', aggrediscono le vie respiratorie, manca il fiato, lacrimano gli occhi e c'è un senso anche di stordimento, non si capisce più dove andare. L'altro giorno, un ragazzo per tentare di avere sollievo dai lacrimogeni che stava respirando si è ingurgitato un tubetto di acqua ossigenata ed è al momento ricoverato al pronto soccorso con un versamento epatico. Sono situazioni sicuramente molto, molto preoccupanti e molto gravi.
Per quanto riguarda il primo ordine del giorno, su cui mi avvio alla conclusione, affermo solo che qualunque richiesta di militarizzazione della Valle da parte di parlamentari, Consiglieri regionali, Consiglieri provinciali e Consiglieri comunali dovrebbe essere valutata attentamente all'interno dei singoli partiti, che non possono accettare una tale presa di posizione, perché si può volere a tutti i costi un'opera - poi potremo discutere del perché la si vuole a tutti i costi - ma non si può pretendere che venga esercitata la violenza a priori sul territorio.
Quindi, mi auguro che le Amministrazioni che devono garantire il bene comune e la regolare espressione di un civile dissenso relativamente comunque, all'opposizione ad opere eventualmente imposte sul territorio in questo caso il Consiglio regionale, ovviamente parlo per il Consiglio regionale - si dissocino e censurino le parole del parlamentare Esposito e di coloro i quali gli sono andati dietro con dichiarazioni sulla stampa, in quanto assolutamente fuori luogo, avulse dalla pratica di buona amministrazione e di etica politica e - queste sì - gratuitamente violente.
Ovviamente ex ante, prima di tutti i fatti di adesso - poi, insomma ora diventa un po' difficile chiedere questo - il documento chiede che la Giunta regionale assicuri ai territori interessati dalla progettazione della nuova linea Torino-Lione, compreso l'inizio del cantiere esplorativo e quindi del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, che, in ogni sede e in ogni tavolo a cui sarà presente, la Giunta si porrà comunque a difesa dell'incolumità dei cittadini, sia favorevoli che contrari alla TAV.
Questo, quindi, è un principio di precauzione nel cui solco un'Amministrazione pubblica, dei rappresentati politici e una Giunta si devono assolutamente porre, non dicendo, come ha risposto l'Assessore Maccanti - se mi si permette - che no, che va bene così, che è corretto l'uso che è stato fatto dei lacrimogeni, anche sparati ad altezza uomo (ma su questo torneremo successivamente), che è stato corretto il Prefetto a non fare l'ordinanza prefettizia di sgombero ai Sindaci della Val di Susa corretto il Ministro Maroni e che sono stati corretti tutti: mi sembra una visione della cosa un po' riduttiva, semplicistica e partigiana.
Serve un minimo di obiettività e serve quindi prendere le distanze da chi, a gran voce, reclama la violenza e la militarizzazione. Anche queste frasi, infatti, mandate a più riprese sui giornali, sugli organi di stampa e sulle televisioni, esacerbano il conflitto e le tensioni e magari creano anche per le forze dell'ordine, situazioni che non si vorrebbe mai si creassero.



PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno n. 417, avente ad oggetto "TAV, censura delle violenze e solidarietà alle Forze dell'Ordine", la cui prima firmataria è la Consigliera Montaruli, che ha la parola per l'illustrazione.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato è sicuramente superato da determinati eventi che si sono verificati in Val di Susa successivamente alla nostra presentazione; eventi che avrebbero potuto essere inseriti in premessa e che, soltanto per questioni cronologiche, non abbiamo potuto inserire ma che vanno non a svilire ma a rafforzare quest'ordine del giorno, che non è soltanto un atto dovuto ma che ci serve anche a dire determinate cose necessarie su quanto sta avvenendo oggi in Val di Susa.
Non si tratta più della distinzione tra chi è a favore o contro la Torino-Lione, perché il dibattito è stato sicuramente ampiamente sviluppato e si potrà certamente sviluppare ulteriormente; il confronto è avvenuto in tutte le sedi in maniera direi anche soddisfacente, producendo dei passi in avanti: anche l'apertura del cantiere, a mio modo di vedere, va in questo senso. Il confronto c'è stato e in ultimo la Giunta regionale ha addirittura stanziato dei fondi per una massiccia campagna di informazione proprio in Val di Susa. La ricerca del dialogo da parte delle forze pro TAV sicuramente c'è, c'è stata e continuerà ad esserci: non ci sottrarremo, tra l'altro, sia come forza politica sia come istituzioni che sostengono questo progetto, dal confrontarci con chi esprime, anche legittimamente, un dissenso.
Quanto sta avvenendo in Val Susa, però, non è più l'espressione di un dissenso, se pur legittimo: è ormai una cassa di risonanza per esprimere una valvola di sfogo, di violenza e di aggressione nei confronti delle Istituzioni e delle Forze dell'Ordine che sono lì a rappresentarle.
Infatti, vedete, non esistono la "libera Repubblica della Maddalena", né i suoi interessi: esistono "la Maddalena", la Val di Susa, il Piemonte e l'interesse del Piemonte e dell'Italia. La distinzione bisogna farla vedete, perché negli ultimi periodi - lo dimostra anche l'intervento di chi mi ha di poco preceduta - c'è un po' di confusione tra chi sono gli aggrediti e chi sono gli aggressori.
Allora, non credo possano essere degli aggrediti delle persone che - a volto coperto, con armi improprie e tra i boschi - cercano di avvicinarsi e uso le parole proprio degli esponenti No TAV - "assediare" un cantiere legittimamente voluto dalle istituzioni stesse, per impedirne l'apertura.
Lo dico anche perché la confusione c'è nel momento in cui determinati esponenti - che non sono più esponenti della società civile ma sono ormai esponenti politici, dal momento che sono riferimento di Partiti, a loro volta politici, che si presentano alle elezioni - chiamano "eroi" determinate persone che sicuramente eroi non sono. Nell'olimpo degli eroi infatti, non ci possono essere le persone che aggrediscono le forze dell'ordine; non è il loro posto l'olimpo degli eroi: queste persone non possono essere innalzate negli altari e il loro posto è uno e uno solo cioè le fredde celle delle fredde galere.
Detto con molta onestà, quindi, io credo che quanto sta avvenendo in Val Susa sia ascrivibile ad un clima di intimidazione che si sta cercando di fomentare non solo in Val Susa, ma anche al di fuori della Val Susa. Lo dimostrano gli attacchi, anche violenti, ad esponenti politici - tra cui anche l'esponente del Partito Democratico Esposito (ma anche altri) - e gli attacchi alle sedi di partiti politici che si sono schierati - alcuni da sempre, altri tardivamente - a favore di quest'opera. In questo quadro pertanto, si giustifica il fatto che proprio nell'impegno che il Consiglio regionale vorrà prendere attraverso quest'ordine del giorno ci sia la solidarietà non solo agli uomini in divisa ma a tutti coloro che sono stati oggetto di queste violenze.
Il clima è un clima di intimidazione che ci preoccupa molto perché non riguarda più, appunto, la necessità di realizzare o meno la Torino-Lione: ormai tutto sembra diventare pretestuoso e credo che le forze responsabili che siedono in questo Consiglio, o che hanno responsabilità in altri organi legislativi o amministrativi, debbano apertamente schierarsi e ripetere e declinare in modo esatto quali sono gli aggrediti e quali gli aggressori.
Con quest'ordine del giorno, quindi, vogliamo dare la nostra solidarietà a tutti gli aggrediti, sapendo bene chi sono, rispettivamente, gli aggrediti e gli aggressori. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo all'ordine del giorno n. 420 "Apertura del Cantiere per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino- Lione" presentato dai Consiglieri Reschigna , Boeti, Bresso, Cursio, Dell'Utri Gariglio, Laus, Lepri, Manica,Muliere, Negro, Pentenero, Ronzani, Taricco Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Noi giudichiamo con preoccupazione e severità i fatti accaduti in Val di Susa e vorremmo questa sera, prima di tutto, esprimere solidarietà alle forze dell'ordine. Vedete, qui c'è un punto dirimente nella discussione che facciamo quest'oggi; perché, per quanto ci riguarda, non è in discussione il diritto di chiunque - cittadini, forze politiche, Associazioni Amministrazioni locali - di criticare il progetto in corso di realizzazione: TAV, Alta Velocità, chiamatelo come volete; non è in discussione questo. In un Paese civile e democratico le popolazioni, i cittadini, gli Amministratori hanno diritto di protestare contro un progetto che non condividono. Ma c'è un punto, uno spartiacque: nessuno pu giustificare episodi e fenomeni di violenza. Questo è il punto; questa è la distinzione; questo è il discrimine in un Paese democratico.
Se infatti non facciamo questa distinzione e mettiamo tutti sullo stesso piano, commettiamo un errore gravissimo ed imperdonabile per un Paese democratico. E noi non consentiamo che si compia questo errore.
Per questa ragione, la nostra condanna è fermissima nei confronti della violenza. Non ci possono essere tolleranze né indulgenze! Altra cosa è protestare contro un progetto che non si condivide: ma se da quello si passa alla violenza, voi capite che si attraversa un terreno è minato. Questo Paese, in passato, ha vissuto tragedie determinate dal fatto che non si è stati pronti a condannare e a denunciare la violenza.
Non ho mai partecipato alle manifestazioni con la maschera antigas. Mi spiace dirlo, ma non l'ho mai fatto. Eppure, ho partecipato a tantissime manifestazioni nella mia lunga vita politica e nelle mie esperienze giovanili. Ho protestato contro tante cose che non ho condiviso, ma io la maschera antigas non ce l'avevo nella borsa, tanto per essere chiari. Va bene? Perché non si va ad una manifestazione con le fionde e i bulloni! Se si vuole protestare ed affermare un diritto, che è quello di contrastare un progetto, lo si fa con gli strumenti propri della democrazia. E la forza della democrazia e di chi protesta è proprio questa: mettere in campo idee progetti, proposte e anche una forte mobilitazione contro le cose che non si condividono. Ma alla base vi è sempre quel discrimine che nessuno può, a mio avviso, superare.
Caro Consigliere Bono - la chiamo Consigliere - avrei voluto sentire da lei una dissociazione nei confronti dei violenti della Val di Susa. Perch noi, in questa sede - ma questo è il mio pensiero - possiamo avere opinioni diverse su quel progetto e le abbiamo manifestate. Io non contesto il fatto che il suo movimento possa contestare radicalmente quel progetto, sulla base di ragioni che io, naturalmente, non condivido...



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Che non conosco non lo so, ma che certamente non condivido.
Quello che invece non capisco è perché questa Assemblea su un punto non si trovi d'accordo: quello della condanna alla violenza. Questo è il limite oltre il quale non possiamo accettare che si vada, cari colleghi della maggioranza e dell'opposizione. È un crinale terribile quando lo si imbocca! Mi sarei dunque atteso - lo dico molto francamente - che qui il Movimento 5 Stelle almeno ripetesse quello che ha detto Beppe Grillo quando ha dovuto, il giorno dopo, precisare quantomeno che non considerava "eroi" quei delinquenti - posso chiamarli così? - o black block, insomma quei signori che usavano le fionde contro i poliziotti.
Io difendo il diritto delle persone di manifestare, perché in questo Paese c'è gente che ha perso la vita per darci un pezzo di carta che si chiama "Costituzione" che consente a chiunque di manifestare! Ma guai a noi se indulgiamo nei confronti della violenza! Il modo migliore per isolare i violenti è di non transigere, di non essere indulgenti, ma anche quello di tener aperto il confronto con chi invece, legittimamente, si batte per cambiare quel progetto. Occorre distinguere tra chi organizza la violenza e i cittadini che, invece, in maniera legittima, per ragioni che magari possiamo non condividere, sono preoccupati di come quel progetto possa avere conseguenze negative su quella valle e su quella comunità.
Occorre tenere aperto il confronto: ma posso affermare che un confronto non è mai venuto meno? Quel progetto è cambiato radicalmente rispetto alla versione originaria. È merito dell'Osservatorio aver lavorato perché quel progetto venisse cambiato. E badate che sono pronto a sostenere, senza difficoltà, che quella mobilitazione ha costretto molti a riconsiderare le opinioni che avevano. Se il progetto è stato cambiato in positivo, lo considero anche merito di quella mobilitazione democratica, non della violenza. Penso che il confronto sia lo strumento con il quale, semmai favorire miglioramenti e modifiche in positivo.
Qui, però, c'è una responsabilità che chiama in causa il Governo: se vogliamo isolare ancora di più i violenti, dobbiamo non soltanto chiedere a tutti un'assunzione di responsabilità forte e chiara, ma fare tutto il possibile perché quella separazione tra le popolazioni che criticano i violenti diventi netta. Sono preoccupato del fatto che potrebbero ridursi le risorse destinate alla compensazione in Val di Susa. Sono preoccupato di quella norma nel decreto sullo sviluppo che riduce dal 4% al 2% le risorse destinate alla compensazione, perché non c'è dubbio che quella cosa sia sbagliata. E dentro quel progetto che prevede l'Alta Velocità ci sta anche quella roba lì! E se vogliamo contribuire a rendere più evidente la distinzione tra chi, come noi, condivide quel progetto, ma vuole anche interloquire con quel pezzo di società che è preoccupata ed isolare i violenti, questa cosa al Governo dobbiamo chiederla, anzi pretenderla.
Questa è la nostra opinione.
Caro Presidente, noi non scherziamo su tali questioni. Sono in gioco questi valori e la bussola, per quanto ci riguarda, è ben ferma: no alla violenza; critiche alla violenza; confronto con le popolazioni e impegno in tutte le sedi affinché il progetto venga realizzato e gli impegni vengano mantenuti. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.18 riprende alle ore 18.19)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 421, inerente a "Dissociazione dall'uso indiscriminato dei lacrimogeni CS da parte delle Forze dell'Ordine contro i manifestanti alla Maddalena di Chiomonte" presentato dai Consiglieri Bono, Biolé, Artesio e Buquicchio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno ricalca, a brevi linee, l'interrogazione che era stata posta precedentemente all'Assessore Maccanti, sull'uso indiscriminato dei lacrimogeni al CS. Poiché ho già ricevuto una risposta piuttosto sintetica, sia pure chiara e cristallina, da parte dell'Assessore Maccanti, cercherò di impiegare il tempo a mia disposizione per rispondere alle considerazioni che sono state fatte da chi mi ha preceduto.
Sono discorsi che stiamo facendo da tanto tempo: in questi ultimi giorni si sente spesso ripetere, quasi come un mantra, frasi come: "Ah, i violenti! Isoliamo i violenti! I violenti della Val di Susa che impediscono di fare l'opera richiesta dalla maggioranza!".
A questa semplificazione brutale noi non ci stiamo, ovviamente. So che è molto facile criticare, contestare o "sparare giudizi" seduti su una poltrona o dalle manifestazioni cui alcuni hanno partecipato in prima fila magari aprendo i cortei per farsi fotografare dai giornalisti. È molto facile, in questo modo, vivere la politica.
Innanzitutto, rispondendo al Consigliere che mi ha preceduto, vorrei dire che noi avevamo le maschere antigas, sia io che il Consigliere Biolé.
Se volete vi mostro...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate colleghi! Seguirà il dibattito, che immagino sarà partecipato. Ascoltiamo l'illustrazione.
Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Vi mostro anche una fotografia di quanto eravamo belli, così potete guardare...



(Il Consigliere Bono espone all'Aula una fotografia)



PRESIDENTE

Per favore, non esponga cartelli! Sa che non si può, Presidente Bono!



BONO Davide

Non è un cartello, ma una fotografia.



PRESIDENTE

Presidente Bono! Invito i Consiglieri Questori ad intervenire.



BONO Davide

L'ho tolta, l'ho tolta!



PRESIDENTE

Presidente Bono, le devo chiedere - mi spiace farlo perché sembra quasi che ce l'abbia con lei, e non è così - di collaborare, almeno nella fase d'illustrazione, perché credo che già il dibattito sarà piuttosto partecipato e vivace. Grazie.



BONO Davide

un'immagine che serve a rappresentare l'utilizzo delle maschere.
Ovviamente, ricordo al collega Marinello, che diceva giustamente che uno non se la porta dietro, che avendo respirato quei gas - e auguro che nessuno di voi respiri mai - la domenica precedente, che sono fastidiosi visto che sono urticanti e soffocanti e non permettono di respirare, una persona normodotata pensa di dotarsi di un ausilio antigas, prevedendo che le Forze dell'Ordine così solerti invitate dal Ministro Maroni (altrettanto solerte) ad usare questi strumenti che nel 1993 sono stati banditi da una convenzione internazionale per l'utilizzo in guerra, ma autorizzati per sedare gli scontri civili, per evitare di respirarli. È semplicissimo, non è che si pensa chissà cosa.
Da lì parte tutta la strumentalizzazione, la ricostruzione dietrologica, strumentale ad una certa parte politica che stranamente è sempre d'accordo sull'utilizzo dei soldi per grandi opere inutili nella presenza dei cosiddetti black block, che non si sa esattamente cosa siano.
Probabilmente sono persone che si vestono di nero, quindi fate attenzione che se andate con un completo nero potreste essere scambiati per un black block, soprattutto se vi mettete anche un baschetto o un elmetto bianco come abbiamo messo noi, per evitare di ricevere lacrimogeni sparati ad altezza uomo dalle forze dell'ordine, sempre quelle Forze dell'Ordine richiamate solertemente dall'Assessore Maccanti.
Ho parlato come amministratore con le forze dell'ordine e la Digos dicendo che probabilmente la stanchezza dopo tutto questo lancio di 2.000 lacrimogeni, ha fatto sì che il fucile un po' si abbassasse e venisse sparato ad altezza uomo, colpendo le persone in faccia e sul corpo, ma sono cose che succedono in Afghanistan, non in Italia.
Eppure in Italia succedono, infatti questi gas lacrimogeni - come chiedeva la Consigliera Spagnuolo - sono composti da chlorobenzylidene malononitrile. È un gas lacrimogeno urticante e soffocante che è stato vietato da una convenzione internazionale, perché è tossico; quindi, fa male agli esseri umani come fa male a qualunque altro essere vivente.
Ovviamente respirarlo non è questa gran cosa positiva per i manifestanti.
Per questo motivo ho manifestato le mie preoccupazioni all'Assessore Maccanti e ho richiesto un impegno presso il Ministero dell'Interno di evitare l'utilizzo di questi lacrimogeni. Ovviamente non è stato concesso quest'impegno, perché non è stato considerato importante.
Sicuramente penso che i cittadini che manifestano non possano essere ricevuti con dei lacrimogeni tossico-nocivi sparati ad altezza uomo. Voi invece vi rendere responsabili di questo: le accogliete e definite violente le persone che manifestano da vent'anni un parere diverso, un parere a cui anche la Lega Nord era favorevole, quando diceva: "Padroni a casa nostra!".
Si è un po' cambiati quando si è entrati all'interno dei palazzi e si è deciso che l'opera invece va fatta, quindi sono stati fatti grandi comunicati e gran solidarietà a tutte le scelte, che sappiamo benissimo essere scelte lobbistiche, che pretendono che queste grandi opere si facciano per potersi spartire la torta dei soldi che ci sono dietro alle opere. Ma non dico niente di nuovo e non penso di scandalizzare nessun partito nato sullo scandalo di tangentopoli se dico che le grandi opere sono il metodo con cui i partiti si foraggiano, si foraggiano le loro burocrazie, si foraggiano le lobby che li seguono - quindi, da una parte le cooperative rosse e dall'altra le grandi multinazionali, come Impresilo ecc.
Ovviamente questo è un dato riconosciuto da tutti, quindi non facciamo ipocrisia, soprattutto quando si dice: "Isoliamo i violenti e stiamo solo con quelli con cui si può parlare". Non facciamo ipocrisia, perché voi, con i rappresentanti dei partiti che siedono in Parlamento, non volete parlare con i cittadini, non volete ascoltare delle ragionevoli lamentazioni, non volete ascoltare quelle che sono preoccupazioni e non avete mai preso in considerazione l'opzione "zero". Perché, come per le centrali nucleari, si sarebbe andati avanti e lo voleva la destra come lo voleva la sinistra. C'è voluto un referendum per dire "no" alle centrali nucleari, ma probabilmente tra qualche anno - ovviamente il referendum ha una scadenza - si potrà provare a riproporle.
Per le grandi spese siete tutti d'accordo e non c'è nulla che possa farvi cambiare idea.
Quindi, l'Osservatorio Tecnico di Virano ha fallito e non si raccontino bugie, perché l'Osservatorio di Virano doveva servire ad avere il consenso delle popolazioni interessate. L'Europa chiede il consenso delle popolazioni interessate per l'inizio dei lavori. Questo non c'è, non c'era ieri, non c'è oggi e non ci sarà domani.
Al corteo da Exilles a Chiomonte c'erano 23 sindaci e tantissimi amministratori che hanno manifestato il "No" all'opera. Tra l'altro, molti sindaci del Partito Democratico.
Quindi, assolutamente l'Osservatorio Tecnico di Virano ha fallito e noi chiediamo fortemente le dimissioni dell'architetto Virano, perché non si può pensare di continuare a stipendiare una figura che porta avanti con metodi poco democratici, quali quelli che abbiamo visto, cioè di non convocare a Roma i Sindaci dissenzienti, e che anche lui appare sui giornali a rilasciare dichiarazioni che non fanno altro che aumentare la tensione.
Ricordo ancora che questi lacrimogeni sono molto nocivi, possono danneggiare il cuore, il fegato oltre che i polmoni, possono provare l'aborto e possono provocare reazioni respiratorie e shock anafilattici.
Quindi, qualora vi siano queste conseguenze al prossimo eventuali lancio, non in Val di Susa, ma da altre parti - perché sicuramente saranno utilizzati altrove - vi renderete tutti responsabili, come state già facendo oggi, di quelle che sono le conseguenze derivanti dall'uso indiscriminato di questo materiale offensivo.
In quest'ordine del giorno chiedevo al Consiglio regionale di dissociarsi dai metodi poco trasparenti e poco rispettosi perseguiti nei confronti degli amministratori della Comunità montana, che non era stata avvisata, di dissociarsi dall'uso smodato ed indiscriminato dei lacrimogeni e di censurare il lancio anche contro gli amministratori che aspettavano le Forze dell'Ordine per trattare sul piazzale della Maddalena di Chiomonte a mani alzate. Sono stati sparati anche dentro la tenda dove c'erano i medici e gli infermieri che curavano le persone e le tende dei manifestanti sono state tagliate e sono state imbrattate con gli escrementi delle Forze dell'Ordine.
Non so se questo lo consideriate violenza, sicuramente avrete la vostra visione che è dettata da visioni probabilmente economiche più che politiche, ma il dato e la realtà dei fatti di come si sono svolte è questo.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 429 "Manifestazione sindaci No-TAV in Val di Susa"presentato dai Consiglieri: Goffi, Carossa Negro, Pedrale Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno, dopo aver sentito le relazioni su temi quali la violenza, il numero dei feriti che queste manifestazioni hanno trascinato purtroppo negli ospedali, potrebbe anche apparire un tema marginale, ma credo che non sia un tema marginale.
Chi vive le Istituzioni, ha rispetto delle Istituzioni e considera le Istituzioni non la proprietà privata, ma le Istituzioni sono, fino a prova contraria, una proprietà collettiva, cioè di tutti, credo che vedere quelle manifestazioni in cui 23 Sindaci sfilavano con la sciarpa tricolore in una manifestazione che, dopo pochi minuti, si sarebbe tramutata in una guerriglia, abbiano sicuramente lasciato molto perplesso chi ha questo concetto dell'istituzione come una proprietà collettiva e non una proprietà privata.
Chiedo a tutti coloro che vivono con un sentimento di rispetto - noi in Consiglio regionale abbiamo addirittura fatto una lezione del Cerimoniale che è una delle discipline principi di coloro che siedono nelle Istituzioni, cioè conoscere esattamente i simboli della democrazia e il rispetto che si deve tenere nel consesso collettivo. C'è una vera e propria disciplina, quella del Cerimoniale, che ormai può apparire cosa del passato, ma credo sia opportuno che tutti la richiamino per l'importanza che assume.
Quando vedo un Sindaco con la fascia tricolore per me rappresenta un'autorità, quando passa il gonfalone di un Comune per me quella è la storia di quel Comune e i morti che quel Comune porta anche nella sua bandiera. Quando vedo un'Istituzione militare che indossa la divisa, per me quella è l'Istituzione che devo rispettare.
Se iniziamo a "sbragare", scusate il termine, a non rispettare più i simboli della democrazia e i simboli della Costituzione, rischiamo molto di più di quelle manifestazioni che abbiamo visto e che sono andate in onda non solo sulle televisioni italiane, ma hanno fatto il giro d'Europa.
Non ci sono strumenti per impedire che i Sindaci vadano alla prossima manifestazione con il simbolo della Costituzione italiana, cioè la fascia con il simbolo dell'Unità d'Italia, dei centocinquant'anni dell'Unità d'Italia, senza il rispetto di quelle circolari molto chiare e diramate da Ministri, tutti, se andate a vedere, di colore politici diversi, ma tutti legati dal minimo comune denominatore del rispetto delle Istituzioni, che dicono che s'indossa la fascia tricolore quando è garantito il decoro istituzionale.
Non ho visto, in quella manifestazione, il rispetto e il decoro delle Istituzioni, ma ho visto una guerriglia. Vorrei che tutti, indistintamente prendessimo una posizione. Un volta sono stato richiamato, giustamente, dal Prefetto di Torino perché in un'occasione istituzionale misi la fascia tricolore al contrario (ho visto che la stessa gaffe l'ha fatta anche il Sindaco Fassino, quindi la gaffe è attenuata). Mi chiedo se sia normale che 23 Sindaci abbiano partecipato a quella manifestazione che si è trasformata in guerriglia, e nessuno ha alzato la benché minima censura nei confronti di quei 23 Sindaci. Se abbiamo un minimo di attenzione al rispetto delle istituzioni, dobbiamo non far passare in cavalleria un episodio di questo tipo. Altrimenti, da domani mattina, considereremo tutti la fascia tricolore un semplice ornamento che si potrà indossare alle feste private oppure a manifestazioni di partito che nulla hanno a che vedere con le istituzioni.
Se questo è il monito che oggi lasciamo inascoltato, sappiate che andiamo a finire in una china che ci trascinerà nel mancato rispetto delle Istituzioni della politica e del lavoro che svolgiamo.
Chiedo veramente, indipendentemente dall'appartenenza partitica di ciascuno, di essere rigorosi sui simboli: il gonfalone e la fascia tricolore sono i simboli che garantiscono la democraticità, che garantiscono la rappresentatività e che il decoro delle Istituzioni.
Dimenticarsi quello, vuol dire dimenticare che esiste una Costituzione esistono delle leggi ed esiste il rispetto.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 431 della Consigliera Cerutti, avente ad oggetto "Sulla Realizzazione della Torino-Lione la politica si sostituisca all'uso della forza".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo sentito l'esigenza di presentare quest''ordine del giorno, che adesso vede anche la firma del Consigliere Buquicchio, perché riteniamo che la discussione sulla TAV abbia preso una piega sbagliata, fuori dall'Aula e, devo dire, anche all'interno dell'Aula questa sera.
Crediamo che la politica abbia abdicato le proprie responsabilità lasciando che una parte dei manifestanti si fronteggiasse con le Forze dell'Ordine. Il quadro che stiamo dando di quello che è successo domenica francamente, non risulta essere veritiero rispetto quello che è effettivamente accaduto. Ciò non ci esime - su questo rassicuro il Consigliere Ronzani - dal condannare gli episodi di violenza.
veramente poco attinente a quello che è capitato sapere che, in realtà, almeno 50 mila persone, probabilmente di più, hanno manifestato pacificamente con in testa i Sindaci dei paesi interessati. Credo che invece questo sia un valore. In questo senso crediamo che tutto ciò che è stato detto il giorno stesso e nei giorni successivi, poiché è stata data enfasi soltanto alla parte violenta, non sia effettivamente corrispondente al vero.
Tra l'altro, faccio un inciso di carattere personale. Vi erano molti bambini e io stessa sono andata con mia figlia e non avevo né la maschera antigas né pietre dentro la borsa, o qualcos'altro. Quello non era il manifestante tipo che manifestava domenica in Val di Susa. Questo ci tengo a dirlo, perché diventa anche l'alibi per chi, invece, vuole effettivamente dare un'altra verità. Sono contenta di sentire, negli interventi che mi hanno preceduto, che si legittima il dissenso perché sembrerebbe quasi che ormai non si possa manifestare il proprio dissenso.
Noi rivendichiamo, come Sinistra Ecologia e Libertà, l'aver partecipato alla manifestazione di domenica. Pensiamo che in questo momento, anche per quello che è capitato domenica, sia necessario, sul tema della TAV, andare al di là di posizioni preconcette, ed aprire un supplemento di discussione.
Non perché si cede a pericolosi estremisti o alle forze politiche che adottano sempre la logica del no, ma perché, effettivamente, qualcosa è capitato in questo periodo, qualcosa è capitato già in precedenza.
Nell'ordine del giorno ci rifacciamo anche alla questione referendum.
Ci sono cittadini che hanno votato, hanno dato un'indicazione allo Stato italiano, e hanno dato un'indicazione di rivedere alcune questioni che fino a poco tempo fa, risultavano essere degli assiomi, come la questione del privato, come il fatto che si possa parlare di beni pubblici, per esempio anche rivedendo la questione del nucleare che, se solo andiamo a qualche mese fa, vedeva la maggioranza di queste forze su altre posizioni.
In questo senso, noi rivendichiamo una coerenza che ci ha visto da subito non chiuderci nell'angolo del No TAV, cercare di praticare quella che possiamo chiamare una terra di mezzo, che certamente è più complessa più complessa anche da spiegare. Pensiamo che la politica non possa essere una semplificazione manichea della realtà. Noi non siamo contrari, in modo ideologico, all'Alta Velocità, ma siamo contrari al progetto così come si sta manifestando e pensiamo che, proprio per l'esito referendario, sia necessario avere la possibilità di condividere con le popolazioni locali un'opera.
Un'opera che, in questo momento, sta suscitando un dibattito anche all'interno di altre forze politiche, anche all'interno dello stesso Partito Democratico. Non voglio guardare in casa di altri, ma vediamo che ci sono manifestazioni diverse da parte di esponenti del Partito Democratico. Al di là del Governatore Burlando, che potrebbe avere quelle posizioni perché Presidente di una Regione che potrebbe essere concorrente c'è anche chi, all'interno del Partito Democratico, chiede, per esempio, un referendum. Alcuni amministratori che venivano citati prima sono del Partito Democratico. Quegli stessi amministratori che chiedono un confronto pubblico pacifico (ne sono stati citati 23, quindi non credo sia un numero così irrilevante), che, per esempio, hanno adottato come strumento legale una sospensiva al TAR sull'appalto alla CMC considerando che probabilmente, ci sono questioni su cui andare ad approfondire e hanno chiesto più volte di essere sentiti dall'Osservatorio. Questa mitica partecipazione-ascolto da parte dell'Osservatorio non risulta, finora essere così chiara.
Dall'altra - e questo viene riportato oggi, ma ne avevamo conoscenza è stato fatto un sondaggio sul popolo delle primarie, il popolo del centrosinistra, che sul tema della TAV si spacca a metà. Pertanto, non c'è quell'enfasi che viene dichiarata su quest'opera, quell'adesione incondizionata a quest'opera.
Tra l'altro, lo stesso Presidente della Regione oggi dice che la TAV la vogliono tutti, che non c'è alternativa (la vogliono tutte le Istituzioni però probabilmente 23 Sindaci così non la pensano); la vogliono i piemontesi e la vuole l'intero sistema Paese.
Inoltre, se si vuole sostenere che questo è un interesse particolare della valle e non un interesse generale, si può leggere una dichiarazione di Dario Balotta, Presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni nei Trasporti, il quale afferma che in Svizzera, rispetto alla TAV e al nuovo tunnel da 58 chilometri, sono stati i cittadini ad esprimersi, con referendum, approvando anche il Piano di finanziamento dei 14 miliardi necessari. Conclude dicendo che in Italia si vuole fare a debito un'opera inutile, perché i treni merci non viaggiano in Alta Velocità in nessun Paese al mondo, che prosciugherà le casse dello Stato senza chiedere il consenso dei cittadini.
Probabilmente questa non sarà l'opinione in assoluto da prendere in considerazione, ma è un'opinione da tenere presente; probabilmente, quel supplemento d'approfondimento che chiediamo è un approfondimento necessario. Ricordiamo, infatti, che la maggioranza di centrosinistra l'anno scorso ha perso le elezione regionali; forse non solo a causa della TAV, ma anche per questo, quindi sarebbe meglio che il centrosinistra operasse un ragionamento ulteriore.
Nel nostro ordine del giorno condanniamo, da una parte, qualsiasi episodio di violenza, ma, nello stesso tempo, ricordiamo che il Sindaco Chiamparino - uno dei più accesi sostenitori della TAV - si è espresso sui giornali dicendo che un'opera di questa natura e durata non può essere realizzata con un dispiegamento permanente così massiccio di agenti.
Pertanto, occorre che la politica cerchi di assumere il proprio ruolo.
Come ho detto, condanniamo ogni forma di violenza e chiediamo che la Giunta regionale si faccia promotrice della convocazione di un tavolo politico, che riprenda la discussione sull'opera e sull'opportunità della sua realizzazione. Chiediamo che la Regione chieda al Governo nazionale un serio Piano trasportistico nazionale - che non esiste - dove il tema della TAV si vada ad inserire come problematica nazionale.
Ricordiamo che a livello locale, e non solo perché si vuole riprendere l'ipotesi del fare, una delle questioni più importanti è come affrontare il nodo di Torino, la questione del passaggio merci, che finora passano a Porta Susa e sicuramente non in condizioni di sicurezza.
Inoltre, consideriamo importante, rispetto alle risorse, la questione del trasporto dei pendolari, sulla quale occorre stabilire delle priorità all'interno dell'agenda politica.
Nell'ordine del giorno chiediamo che l'approfondimento ulteriore porti alla verifica dell'effettivo utilizzo della linea ferroviaria, che potrebbe essere rinnovata - oggi è usata soltanto al 30% - e s'impedisca la cantierizzazione della Val di Susa per i prossimi vent'anni, evitando oggi, interventi inutili ai fini progettuali.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 436 presentato dai Consiglieri Carossa, Angeleri, De Magistris, Gregorio, Maccanti, Marinello Molinari, Novero, Sacchetto, Tiramani, inerente a "Solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte nei fatti della Valsusa".
La parola al Consigliere Carossa, per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente, cercherò d'essere veloce.
Non voglio parlare e non parlerò - ci sarà modo di farlo più avanti delle contraddizioni che ritengo ci siano nella sinistra, perché non è il momento né il giorno.
Sono d'accordo sul fatto che qualsiasi protesta verso un progetto sia legittima (vorrei ben vedere!). Il dissenso verso un progetto è uno dei pilastri della democrazia, però voglio anche ricordare - poi entrerò nel merito del nostro ordine del giorno, come è già stato fatto correttamente che questo progetto è stato discusso - ci sono migliaia di ore di discussione ed incontri con Amministratori, tecnici e quant'altro - da parte dell'Osservatorio. L'architetto Virano ha svolto un lavoro encomiabile e soprattutto - com'è stato detto correttamente - questo progetto è totalmente modificato rispetto all'origine, circa sette-otto anni fa.
Pertanto, seppure la protesta sia legittima, si è trasformata ormai in una protesta di stampo assolutamente ideologico e non sul progetto.
Questo lo trovo un po' meno giusto, ma sempre assolutamente legittimo.
Voglio entrare nel merito dell'ordine del giorno: dopo i fatti incresciosi che sono avvenuti domenica, il Gruppo della Lega Nord, e spero tutto il Consiglio regionale, esprime la propria solidarietà alle Forze dell'Ordine, che hanno operato in maniera ottima, vista la situazione in cui si sono trovate. C'era gente organizzata che forse cercava un altro G8 sicuramente cercava un altro morto. C'era gente organizzata che voleva che ci scappasse il morto, quindi le Forze dell'Ordine, rischiando sulla propria pelle, hanno lavorato in maniera encomiabile.
Non dimentichiamo che ci sono circa 200 feriti tra gli agenti, che hanno volutamente cercato di non andare allo scontro e alle cariche volutamente, per evitare situazioni peggiori.
Voglio, poi, ricordare e dare la nostra solidarietà ai lavoratori; non dimentichiamo che uno degli operai che lavorano nel cantiere è stato colpito.
Voglio anche toccare un punto che non tutti affrontano, ma occorre farlo.
Occorre parlare non solo della violenza fisica che c'è stata assolutamente da condannare, non c'è se e non c'è ma - ma anche della violenza psicologica verso questi lavoratori, che hanno la sola colpa di voler e dover lavorare, a differenza di tanti, troppi delinquenti. Devono lavorare per poter mantenere le proprie famiglie e si ritrovano, troppe volte, in una situazione d'isolamento, di attacco psicologico, anche da parte dei cittadini dei paesi in cui vivono.
Questa è una violenza da denunciare, perché non è assolutamente accettabile! Mi ha fatto molta impressione un'intervista ad uno di questi lavoratori, che vive da anni in un paese della Val di Susa, il quale ha dichiarato di essere isolato, non da tutti, fortunatamente, ma da tanti suoi concittadini.
Non voglio fare paragoni e accostamenti che non sono opportuni, per questo mi ricorda tanto l'isolamento di chi era contro la mafia in certi paesi del Sud. Lo ricordiamo tutti quel tipo d'isolamento, che ammazzava prima dei proiettili o della lupara.
Attenzione! Occorre riflettere su questa violenza, perché è una violenza fatta solamente a dei lavoratori agenti che, ripeto, hanno solo la colpa di dover lavorare. Penso che in queste occasioni non bisogna tanto parlare, anche se è doveroso fare un accenno ad un progetto di per sé.
Ripeto, ci saranno altre occasioni.
Termino ricordando l'assoluta solidarietà alle Forze dell'Ordine. Prima ho voluto tirare fuori alcune foto di poliziotti gravemente feriti.
L'assoluta solidarietà a quel lavoratore ferito mentre era nel cantiere, e la solidarietà a tutti quei lavoratori che sono minacciati psicologicamente nei loro paesi dove vivono.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 434, avente ad oggetto "Condanna dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici, responsabili della militarizzazione delle Forze dell'Ordine in Val Susa", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé.
Consigliere Bono, nel frattempo ho letto con attenzione quest'ordine del giorno. Siccome è un ordine del giorno un po', come dire, lo dico qua all'onor del mondo, per cui il Presidente si è presa la responsabilità di averlo ammesso alla discussione... Non è che gliel'ho concesso, l'ho fatto con convinzione, questo è evidente. Chi aveva proposto una questione pregiudiziale l'ha ritirata, ma la inviterei, mi scusi se mi permetto - è irrituale - a illustrarlo in modo consono a quest'Aula, come sono certo vorrà fare condividendo questa mia raccomandazione, di cui mi scuso anticipatamente.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La ringrazio anche delle raccomandazioni, ma ovviamente all'interno ci sono tutti i dati inoppugnabili che sfido chiunque dei presenti a smentire quindi siamo pronti a qualunque risposta nel merito dei dati.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo. Nel documento si dice: "La legge elettorale come modificata da Calderoli, è una legge incostituzionale, che viola il principio dell'elezione diretta dei rappresentanti politici nazionali generando un Parlamento di nominati abusivo".
Le ricordo che il Presidente della Repubblica l'ha firmata e che nessuno ha sollevato un'eccezione di costituzionalità.



BONO Davide

stata sollevata, ma non è ancora stata data una risposta.
Ovviamente, è un'interpretazione da parte dell'estensore dell'ordine del giorno.
Comunque, andiamo avanti.
Presidente, la ringrazio, anche se i suoi interventi sono, come ha detto lei, un po' irrituali, ma se vuole dibattiamo, poi, in privata sede successivamente...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore, continui.



BONO Davide

Gentili colleghi, non tiriamo in mezzo le Forze dell'Ordine, perché con questo ordine del giorno voglio che le responsabilità siano ascritte a coloro cui devono essere date.
Quindi, questo florilegio di solidarietà alle Forze dell'Ordine a me suona un po' sospetto soprattutto se consideriamo la storia di alcune delle forze politiche e dei rappresentanti di queste forze all'interno delle Istituzioni. Non tiriamo in mezzo le Forze dell'Ordine con solidarietà, non solidarietà, eccetera.
Hanno svolto un mandato. Un mandato che è stato dato dal Governo quindi, in questo caso, dal Ministero degli Interni. Certo, qualcuno di loro ha sparato i lacrimogeni ad altezza uomo. Qualcuno ha lanciato (ci sono i video) dei lacrimogeni, delle bottiglie di birra, delle pietre dal viadotto. Qualcuno ha preso un ragazzo di Bologna e l'ha - sembra, perch non penso si sia fatto male da solo - e l'hanno...



(Commenti del Consigliere Tiramani)



BONO Davide

Consigliere Tiramani, è un'opera internazionale che serve per togliere dall'isolamento il Piemonte, quindi è ovvio che possono venire da tutta l'Italia...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Prego, continui.



BONO Davide

imbarazzante questa...



PRESIDENTE

Per favore! Chiedo scusa.
Tanto inizierà il dibattito presto e tutti potranno portare un contributo costruttivo alla discussione.



BONO Davide

Infatti.
Alcuni di questi hanno massacrato un ragazzo nonostante fosse già a terra. Certo, questo è successo, però non mi sento di condannare le Forze dell'Ordine. Perché? Perché, ovviamente, hanno eseguito un mandato, un mandato che tra l'altro è stato pompato mediaticamente. Come dire? L'ambiente è stato saturato da illazioni e paure. Il clima è stato fomentato ed esasperato dalla politica, come ho detto nel mio ordine del giorno da molti dei media in cui sono state fatte dichiarazioni al limite del ridicolo, dell'assurdo parlando di Brigate Rosse e di black block, che arriverebbero da chissà dove, dall'Europa. Stranamente, i black block riescono sempre a superare tutta l'intelligence dei Paesi, ad arrivare nei paese dove c'è la manifestazione, a non venire fermati, a fare quello che vogliono per poi andarsene via. Non vengono mai né fermati, né identificati. Probabilmente le nostre Forze dell'Ordine sono carenti perché da Roma non arrivano abbastanza fondi per gestire l'archivio di queste persone pluripregiudicate, che sono schedate e che comunque riescono a superare tutte le barriere e tutti i controlli che vengono fatte dalle solerti forze dell'ordine.
Poi - io dico - un paragone addirittura (addirittura!) con la situazione della Sicilia e con la mafia! Sono sconvolto. Se queste sono le parole di un autorevole rappresentante istituzionale per "detendere" la situazione! Sinceramente, dare dei mafiosi ai valsusini che si oppongono all'opera, che studiano i dati, che fanno comitati e riunioni da vent'anni sacrificando...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



BONO Davide

Presidente, sono dieci minuti.



PRESIDENTE

Chiedo scusa.
Prego.



BONO Davide

La vedo particolarmente solerte, Presidente.



PRESIDENTE

No. Se posso.
Quando la Conferenza dei Capigruppo ha detto che difficilmente avremmo trattato le Commissioni d'inchiesta, mi sono sentito molto solo.



BONO Davide

Concludo fra un paio di minuti.
Dicevo, appunto, Consigliere Carossa, dare dei mafiosi ai valsusini persone che lavorano, persone che la sera sacrificano il loro tempo per incontrarsi, fare riunioni, studiare i dati, studiare i documenti e fare ricorsi al TAR è un qualcosa d'assurdo.
Ed è ancora più assurdo se andiamo a vedere le autorizzazioni della Giunta, come è il caso delle ditte che devono fare la recinzione del cantiere, una delle quali - lo sapete benissimo - è l'ITALCOGE S.p.A.
L'ITALGOGE, come ho già detto nell'interrogazione, dal 1974 è attenzionata dalle Procure di mezza Italia: dalle Procure del Piemonte, dal nucleo investigativo antimafia, dalla DDA, eccetera. Perché? Perché sono sembra - ci sono state anche delle sentenze a carico di uno della famiglia dei Lazzaro, degli emigrati, o meglio confinati, calabresi 'ndranghetisti.
Ora è ovvio che dallo zio al nipote non si può, per proprietà transitiva, pensare che tutta la famiglia è 'ndranghetista, ma sicuramente dovevamo proprio scegliere questa azienda e La Martina S.r.l. che erano fallite, che non stavano pagando i dipendenti, che hanno lasciato delle opere dei sovrappassi sulla linea ferroviaria a metà? Quindi respingiamo con forza qualunque possibile illazione, che è veramente assurda, di contiguità, o di atteggiamenti mafiosi da parte dei valsusini e li rimandiamo al mittente.
Dico e rispondo che, sinceramente, sentire, come ho detto prima, questi discorsi sulla solidarietà, organizzazioni eversive, paracriminali da un partito come la Lega Nord, che è un partito incostituzionale, perché nel suo statuto dice che vuole la secessione come finalità, quindi state violando la Costituzione! State violando la Costituzione perch all'articolo quinto, dice che la "Repubblica è una e indivisibile".
Quindi noi non dovremmo neanche stare a parlare con voi che rappresentate un partito incostituzionale. Un partito incostituzionale!



(Commenti in aula)



BONO Davide

Quindi quando toglierete dal vostro statuto la secessione, e parlerete di federalismo, come adesso state parlando con un'azione cosmetica potremmo discuterne.
E poi da Maroni, che è stato indagato nel 1996, condannato in primo grado e in secondo grado a quattro mesi e venti giorni, perché era a capo delle guardine nazionali padane che era un'organizzazione considerata paracriminale e eversiva... Non se ne vada Tiramani, perché questa è la storia e la deve imparare, non si può sentire dire che lì c'erano organizzazioni paracriminali! Perché anche se ci fossero state - ma non c'erano - sentirle dire da chi ha una trave nel suo occhio dieci volte tanto, forse, è un po' fuori luogo! Ma tant'è, questi sono i Ministri che ci ritroviamo in Italia.
Quindi, quando vogliamo parlare di dialogo, di discussione con la politica è con queste persone che ci dobbiamo confrontare, con un Parlamento abusivo di nominati...



(Commenti in aula)



BONO Davide

Con una legge che ha fatto Calderoli, con una legge che riteniamo fortemente anticostituzionale, perché la possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti parlamentari non c'è più e che le forze presenti in Parlamento vuole cambiare solo a parole. Quindi stiamo parlando del nulla! Prima di parlare veramente di democrazia, di tutela e solidarietà alle Forze dell'Ordine, rispettate la legge voi per primi, ponetevi voi nella legalità. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
aperta la discussione generale. Comunico che, al momento, sono iscritti a parlare dodici Consiglieri: il primo è il collega Boniperti.
La parola al Consigliere Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Grazie, Presidente.
Intanto, vorrei ringraziare i colleghi della minoranza che con la capacità e l'intelligenza che conosciamo hanno redatto un ordine del giorno, dimostrando che la gente per bene vuole stare con le gente per bene; penso sia la prima cosa per tutte le persone oneste e per bene, che ci tengono a rappresentare nel migliore modo possibile i propri cittadini e i propri elettori, i giornali parlano in modo chiaro.
Non riesco a capire con quale coraggio il collega Bono venga a dire certe fesserie. Ci vuole veramente un bel coraggio: non l'ho mai visto venire a Novara a protestare quando noi, per il bene comune, lasciavamo fare i cantieri dell'Alta Velocità, che passavano in mezzo alla città! Tutti ci hanno fatto capire che quest'opera era impellente e fondamentale.
Nel momento in cui siamo adesso è indispensabile per lo Stato italiano indispensabile per il Piemonte, indispensabile per la nostra gente, per i posti di lavoro, per l'economia che deve riprendere, anche per il turismo! Tutti siamo transitati sull'Alta Velocità con il Freccia Rossa, conosciamo il significato in termini di tempo e di economia e cosa sarà quando saremo collegati, da un lato, a Lisbona e, dall'altro, a Kiev.
Non è concepibile - grazie ad alcuni rappresentanti che siedono qui: cito il collega Bono - assistere a fatti così vergognosi, ad esempio, ad infilarsi la maschera! Collega Bono, quando lei non era neanche nato noi eravamo in piazza San Babila e non abbiamo mai messo la maschera, nonostante le sprangate nei nostri confronti, avevamo il coraggio delle nostre idee! Avevamo il coraggio di andare avanti a faccia pulita, sa perché? Eravamo gente onesta non ci mischiavamo con quella gente con cui si è mischiato lei, perché il giornale parla chiaro. Da distante, alla televisione, vedevo che spruzzavano la vernice rossa con questi...



PRESIDENTE

Collega Motta Massimiliano, per favore, può tornare al suo posto?



BONIPERTI Roberto

Contro la gente, i nostri poliziotti, le persone delle Forze dell'Ordine...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Boniperti.
Colleghi Bono e Motta Massimiliano! Questore! Collega Motta Massimiliano e collega Bono, scusate, non è corretto che mentre interviene un altro collega voi vi mettiate a fare la vostra discussione! Anzi, se lei, collega Motta Massimiliano, per cortesia, la invito - può fare quello che ritiene - tornasse al suo posto, potrebbe essere utile. La ringrazio.
Prosegua, collega Boniperti.



BONIPERTI Roberto

Con gli estintori buttavano addosso a quei "tapinacci" delle Forze dell'Ordine, che per mille euro erano lì a prendersi le botte e a rischiare la loro pelle per difendere gli interessi di tutti! Quella che gente è? Ma tu eri mischiato in mezzo a quella gente? Ma non ti vergogni! Chiedo la censura nei confronti di un collega che si comporta in questa maniera! Bisogna chiedere la censura. Non si può, qui, venire sbeffeggiati e presi in giro, perdendo tempo, quando si comportato così fuori, con la maschera antigas! Presidente, lei deve tutelare la dignità di questo Consiglio scherziamo!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Collega Boniperti, prego.



BONIPERTI Roberto

Esprimo la mia solidarietà alle persone che onestamente e pacificamente hanno manifestato, perché quella era democrazia, e non, invece, a coloro che hanno aggredito un cantiere, che spruzzavano e buttavano pietre, sassi bottiglie contenenti di tutto, compresa l'ammoniaca, contro gente che faceva il suo dovere! Questa penso sia la base della democrazia, la base del vivere civile poi ognuno può protestare; però, relativamente ad un'opera simile, che attraversa tutta l'Italia, possibile che si mettano in un gruppo, il quale deve essere aiutato a fare del male alla collettività! Voglio riprendere anche le parole della collega Cerutti: va bene la politica, ma sapete quanti anni sono che si parla di quest'opera, quanti progetti sono stati fatti? Ci hanno lavorato sopra tutti, siamo arrivati al punto in cui, in un tale momento, rischiamo di perdere anche i finanziamenti dell'Unione Europea, facendo la figura dei barboni proprio perché dobbiamo continuare a parlare, parlare e parlare.
Forse, se si fosse riusciti a decidere qualche anno fa, avremmo risparmiato tanti soldi e, probabilmente, l'opera sarebbe già stata realizzata: questo è il dato di fatto.
Voglio terminare, per non sottrarre tempo agli altri colleghi che giustamente, devono esprimere la loro opinione, rappresentando proprio con il cuore la solidarietà a quelle persone che sono state tirate in mezzo in una figuraccia simile, cioè tutti i cittadini che, democraticamente, con i bambini, con le loro famiglie, sono andati a sfilare per dimostrare comunque, una contrarietà, perché in una democrazia questa deve essere tutelata.
Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e agli operai invece, vorrei tirare un po' le orecchie a quei Sindaci che hanno usato la fascia tricolore per lasciare creare un caos simile. Mi auguro che questo Consiglio regionale, che più volte ha dibattuto ferocemente su posizioni diverse, formuli una sintesi di democrazia e di civiltà, di cui oggi abbiamo tanto bisogno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sono cofirmataria dell'ordine del giorno n. 262 contro la militarizzazione della Valle anche perché ricalcava un analogo ordine del giorno che avevo presentato a questo Consiglio - che questo Consiglio prontamente, aveva bocciato - così come sono cofirmataria dell'ordine del giorno n. 421 contro l'uso dei lacrimogeni.
Non sono intervenuta nell'illustrazione per lasciare tempo ai colleghi di illustrare i propri documenti, quindi nella discussione generale cercherò di trattare il quadro complessivo delle questioni che qui sono state poste.
Comincio con un'affermazione puntuale, perché credo non si debba mai consentire l'ammissione di una verità parziale o la mistificazione di un dato di realtà. Non è vero che si sia realizzato un procedimento istituzionale o sociale di confronto sulla realizzazione della TAV! Non si è mai discusso con i territori, con i Sindaci, con le popolazioni se fare l'opera, si è sempre stati chiamati a discutere come fare l'opera! Questo deve essere un punto di partenza fondamentale e non si pu consentire di sostenere che siano stati avviati un dialogo e un confronto.
Il dialogo non ha mai preso in considerazione l'opzione "zero" e mai sono state prese in considerazione le obiezioni di merito tecnico amministrative, urbanistiche, sociali e sanitarie che i sostenitori dell'opzione "zero" proponevano.
Quindi, partiamo da questo dato di verità e proviamo a confutare - da parte di coloro che, invece, vogliono sostenere l'opera, tutti quelli che ho sentito, non certo io - le argomentazioni che qui sono state portate.
Noi stiamo parlando di un'opera che riguarderà - anzi, che riguardava perché adesso l'opzione originaria interviene sui primi 28 chilometri degli 81 - 70 chilometri di tunnel, 20 anni di lavoro, 17 miliardi di euro di costi.
Veniamo, allora, al primo quesito: è vero o non è vero che la progettazione che si era avviata negli anni novanta era fondata sull'analisi di flussi di traffico tendenzialmente ed inesorabilmente crescenti, e che, invece, quei flussi di traffico sono stati negli anni successivi significativamente ridotti e, pertanto, la previsione della necessità di un ulteriore corridoio ad Alta Velocità lascia assolutamente irrisolto il fatto che i livelli di percorrenza infrastrutturale odierni sono sfruttati solo al 30%? Qualcuno confuti questa dichiarazione: nessuno - semplicemente perch non si vuole prendere in considerazione l'opzione "zero" - l'ha mai confutata.
vero o non è vero che tutte le valutazioni di impatto ambientale che sono state realizzate, sono state fatte sui singoli segmenti del tracciato senza mai pervenire ad una valutazione unitaria e sintetica di compatibilità ambientale, proprio perché questa avrebbe significativamente messo in discussione la compatibilità dell'opera? vero o non è vero che si sono fatte, dal punto di vista della legalità, così tanto richiamata, delle procedure di affidamento, sostenendo una sostanziale equivalenza tra la realizzazione dell'opera a Chiomonte e la variante tecnica di Venaus solo ai fini di non ricorrere ad una successiva gara europea, quando questa equivalenza non è nella modalità operativa e non è nel contenuto finanziario? vero o non è vero che le opere che si andranno a realizzare, se rischiano di far perdere il contributo dell'Unione Europea di quasi 700 milioni, significativamente impegnano per i futuri anni a venire lo Stato italiano a sostenere un costo che è più della metà dell'attuale manovra finanziaria? vero o non è vero che non si sono volute tenere in considerazione le condizioni di tutela della salute della popolazione della Valle, rispetto alla quale non solo la realizzazione dell'opera, ma anche il trasporto dei materiali inerti, può esporre ad un significativo problema di sicurezza ambientale e di salute personale, visto che i materiali che dovranno essere trasportati sono equivalenti alla quantità di zucchero esportata dal Brasile e alla quantità di riso prodotta in Thailandia in un anno? Ma perché questa istituzione, se è così convinta della bontà dell'opera, non ha mai voluto ascoltare il personale sanitario della Comunità montana che aveva redatto uno studio, e ha ignorato significativamente ogni mia richiesta per questa audizione? Tutte le ferree certezze dei sostenitori dell'opera non hanno coraggio né capacità di misurarsi con le argomentazioni di chi propone l'opzione "zero". Ed è per questa ignoranza sistematica, che è decisamente un atteggiamento violento, non in termini fisici ma in termini culturali e politici, di emarginare i portatori di un'opinione o di una visione, che siamo nelle condizioni in cui ci troviamo, quando si viene a dire: "La politica ha abdicato" o "Non si è trovata la mediazione politica".
Credo che le persone - Istituzioni, associazioni e singole - che hanno dato vita alla manifestazione di domenica scorsa abbiano espresso un principio di partecipazione politica. Hanno voluto dire, con la loro presenza e con la loro testimonianza, che non possono essere ignorate non solo le loro ragioni, ma le fondate argomentazioni, e che bene abbiano fatto le istituzioni locali di quei territori, che sono anch'esse Stato, ad essere presenti con la loro volontà di rappresentare il loro territorio e la loro pretesa democratica di essere ascoltati, affinché le loro ragioni venissero considerate.
Anch'io ero a quella manifestazione domenica; ero vicina agli altri rappresentanti delle Istituzioni, compresi i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che non portavano la maschera ma che sfilavano insieme a noi perché, evidentemente, in quel movimento si sono scelti modi e forme diverse di partecipazione. Ed è stato proprio perché in quella manifestazione c'erano i Sindaci, le forze organizzate e i cittadini che nessun tipo di provocazione nel corso della manifestazione è stata possibile.
Trovo veramente offensivo che qualcuno - e faccio riferimento, dopo le dichiarazioni dell'Onorevole Esposito, a quelle del Presidente dell'Osservatorio, Mario Virano - abbia ritenuto di dire che i responsabili organizzativi di quella manifestazione abbiano schierato davanti i bambini in qualche modo per dare una copertura a operazioni di violenza o di infiltrazione successive. Quella grave frase è tanto simile a quella pronunciata durante le vicende di Genova, quando qualcuno di tutt'altra cultura politica diceva che davanti c'erano i disabili e le suore mentre dietro si praticavano le violenze. Ebbene, dopo il processo di Genova forse ci si è vergognati di quelle affermazioni.
Mi auguro che non si debba arrivare a quegli estremi perché qualcuno si vergogni oggi di aver prodotto un'equivalenza tra le manifestazioni delle famiglie ed alcuni episodi che si sono realizzati e che non hanno bisogno delle nostre distinzioni.
Guardate che c'è oggi un articolo in cui la Digos afferma che gli autori della violenza nulla hanno a che vedere col movimento No TAV. Non solo nulla hanno a che vedere con le istituzioni, ma nulla hanno a che vedere col movimento No TAV. Dunque, chi vuole qui fare lo scavalco della stesse attività investigative ed esprimere solidarietà, sappia che c'è già chi ha saputo fare delle distinzioni.
E vengo, in modo conclusivo, ad una questione che riguarda la politica.
Perché non è vero che la politica ha abdicato: alcune politiche hanno abdicato al proprio ruolo. Personalmente, oltre che a partecipare alle manifestazioni, ho avuto occasione, per molte volte, di partecipare a dibattiti televisivi e incontri pubblici e sentirmi dire: "Ma cosa volete solidarizzare col movimento No TAV! Non avete nemmeno avuto un mandato di rappresentanza. Siete una forza politica che sulla questione della TAV ha pagato anche il prezzo delle proprie sconfitte elettorali e della propria riduzione di rappresentanze".
Ebbene, noi sappiamo qual è il nostro percorso politico, ma siamo lì non per acquistare benemerenze, ma perché è giusto. E arrivo anche a pensare che, forse, a qualcuno interessa che non ci sia la politica, e che si pensi più agevolmente di fare i conti con chi non vuole configurarsi come politica o come rappresentanza organizzata e istituzionale, perché in fondo si vuole relegare il movimento No TAV come un "movimento antipolitico". Invece, c'era la politica della democrazia, domenica.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Spagnuolo, mi permetto di comunicare che al momento (vedo, però, che mancano anche dei Gruppi) risultano ancora iscritti undici colleghi. Calcolando, quindi, circa due ore per il dibattito, mezz'ora per le repliche e qualche minuto per le operazioni di voto, allo stato attuale - se tutti loro, come il Regolamento gli riserva, dovessero parlare per dieci minuti - arriveremmo sicuramente intorno alle ore 22.20-22.30. Mi permetto di comunicarlo affinché ciascuno faccia le proprie considerazioni.
Credo - nel frattempo può essere spunto di riflessione - che se riuscissimo a concludere i nostri lavori poco dopo le ore 20.00 è un conto ma se dovessero aumentare gli iscritti, immagino che dovremmo riaggiornare la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Saper di dover intervenire per un tempo strettissimo su un argomento del genere, è un pochino imbarazzante, per cui mi limiterò ad un solo aspetto, che ruberà pochi minuti, e che non riguarda tanto la questione della TAV, che invece necessiterebbe di maggiori approfondimenti, per quanto siano già stati fatti tanti interventi e sono già state dette tante cose.
Ho molto apprezzato alcuni interventi. Devo dire che ho molto apprezzato per esempio per una parte l'intervento del Consigliere Goffi nel quale mi riconosco, che si collega un po' all'unica osservazione che io voglio fare a lei, Presidente, e all'Aula.
Da un lato sono persona che da molti anni segue la politica l'evoluzione della politica in Italia e sono sempre molto interessata ai nuovi movimenti che si formano, per cui sono stata molto interessata - nel senso di attenta - alle nuove formazioni, all'evoluzione che ha avuto ad esempio la Lega Nord nel nostro Paese, che è nata come movimento e che oggi è una forza che governa la Regione Piemonte.
Non ho pregiudizio, nel senso che penso che debba essere data voce parola e possibilità di intervenire laddove deve essere espressa un'opinione, un pensiero, una modalità di rapportarsi ad un'istituzione.
Quindi, personalmente sono sempre orientata ad essere disponibile affinché le proprie idee possano essere rappresentate. Mi ispiro a quella grande corrente di pensiero che dice: "Voglio potere essere contrario alla tua opinione, ma perché tu la possa esprimere sono disponibile a dare la mia vita". Ho sempre considerato questo, nelle Istituzioni e nella cultura internazionale, un principio cui rifarmi.
Devo però dire che ero quindi molto attenta alla formazione e sono molto attenta alla formazione del Movimento dei cosiddetti "grillini", cioè del Movimento 5 Stelle e sono ancora attenta adesso, moltissimo.
Però non posso non osservare una sorta di involuzione estremista un po' aprioristica, perché non posso non vedere che lo stesso ispiratore del movimento (Beppe Grillo) in qualche modo prende le distanze da un certo modo di esporsi e di esprimersi nella politica di movimento sul territorio.
Questo è un dato di fatto e credo che su questo dato di fatto e politico, gli stessi esponenti del Movimento 5 Stelle, in qualche modo dovrebbero ragionare, perché una cosa è mettere il sale nella politica, una cosa è mettere la satira, la critica, anche estrema, un'altra cosa è sfiorare una sorta di vilipendio istituzionale.
Io, che sono sempre d'accordo che le proprie opinioni possano essere espresse, ho prima anticipato al Presidente Cattaneo che avevo qualche perplessità su alcuni passaggi di uno dei due ordini del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle, perché quando accettiamo che in un documento discusso in un Consiglio regionale si possa parlare in più punti di Parlamento abusivo, credo che siamo veramente un po' al limite, e che forse avremmo dovuto su questo punto poterci esprimere sulla questione pregiudiziale che è stata posta, ma poi ritirata.
Qualora questa questione pregiudiziale non fosse stata ritirata, avrei avuto il piacere e l'onore di difendere il Parlamento italiano, così come esso è voluto oggi e vissuto nella pienezza della sua sovranità, perch viene sempre il momento che queste istituzioni le dobbiamo pur difendere.
Cioè viene sempre il momento nel quale la fotografia delle Forze dell'Ordine insanguinate ha un senso? Viene sempre il momento nel quale un Consigliere regionale vada ad una manifestazione e dice: "Io mi metto la maschera, perché mi devo proteggere dai gas tossici".
Chi vi parla ha partecipato a centinaia di manifestazioni, a cominciare dagli anni '60, come altri anche prima, ad ogni forma di manifestazione ma a viso aperto, sfiorando il pericolo che la democrazia e l'esercizio della democrazia avrebbe comportato su di me e su ognuno di loro. Perché questo è il punto: queste Istituzioni le dobbiamo difendere.
Concludo, perché non voglio prendere troppo tempo. Credo che il vero problema che abbiamo davanti probabilmente sia non soltanto quello del confronto, e questo nostro Paese ha vissuto opere di impatto ambientale che sono state presentate ed approvate prima ancora di essere mandate. Gli scandali sono un'altra cosa e non dico che questi scandali non ci siano stati, ma è indubbio che queste opere sono state comunque oggetto di confronto al massimo grado. E spero di potere dire che non ci sia un equivoco nell'equivoco, cioè che non dobbiamo un giorno trovarci e dire: "Abbiamo passato tutte queste cose, ma le risorse per fare, in realtà, ci sono o non ci sono?".
Credo che quello sarà il momento più drammatico di tutta questa vicenda, che oggi è drammatica per il modo in cui si vuole interpretare la presenza in modo più o meno democratico.
Quando si usano spranghe, bastoni, maschere a gas e quant'altro evidentemente si ha un concetto di democrazia diverso da quello di chi vi parla.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ritengo che avere dedicato un intero pomeriggio o quasi a discutere di un aspetto relativo al TAV, cioè quello delle ipotesi di violenza che hanno sortito le ribellioni istituzionali più forti, ad iniziare dal Presidente della Repubblica e poi in giù, sia un errore.
Ma ammettendo anche che non lo sia, non desidero parlare di cose che non conosco, in quanto non ho partecipato personalmente a quella manifestazione e non desidero mettere in dubbio le testimonianze di alcuni colleghi qui presenti, che hanno relazionato prima di me.
Buquicchio, se tu non metti in dubbio le loro affermazioni, vuoi forse mettere in dubbio le dichiarazioni di altri? Perché no? Perché non dovrei mettere in dubbio la vera faccia del problema? Occorre coraggio per farlo; voi sapete che il coraggio non mi manca, ma non desidero perdere più di altri 30 secondi sull'argomento.
La violenza è da condannare, da qualsiasi parte provenga: è un fatto ovvio, per me scontato culturalmente e non m'interessa dilungarmi ulteriormente su questo versante. M'interessa, invece - collega Spagnuolo tu sei un'interlocutrice attenta ed intelligente e mi piace interloquire con te - evidenziare che ci sono altri problemi.
Il problema nasce vent'anni fa, sulla scorta di dati inesistenti, di ipotesi, sulla scorta di filosofie ambientaliste di un certo tipo, che ritenevano che l'inquinamento ambientale fosse da risolversi esclusivamente riversando il traffico dalle autostrade alla linea ferrata, il tutto condito da un interesse di parte, attribuibile alla Confindustria, da un lato, e agli imprenditori, dall'altro, con una politica spesso indolente pigra a documentarsi.
Quando si parla di politica, ognuno fa appello alle proprie conoscenze culturali, alle proprie capacità oratorie, alla propria dialettica; quando si parla di questioni tecniche è bene fare appello, non a quello che noi riusciamo ad attingere dalla bisaccia delle nostre conoscenze culturali, ma a dati di studiosi, di economisti, di coloro che sanno fare simulazioni e proiezioni.
Pertanto, sulla scorta di tutto ciò, in questo, come in altri casi estremamente delicati, ho cercato di documentarmi.
Quando leggo: "Gli attuali collegamenti stradali e ferroviari del versante nord-occidentale delle Alpi sono ormai prossimi alla saturazione" rispondo: "Scusate, non è vero!". Quando leggo: "La realizzazione dell'infrastruttura costituirebbe una condizione imprescindibile" - lo diciamo come luogo comune, anche nelle trasmissioni televisive - "per la crescita economica del nostro Paese, in particolare del nord-ovest" rispondo: "Non è vero!". Quando leggo: "In assenza della Torino-Lione si avrebbero intollerabili ricadute sotto il profilo ambientale", dico: "Non è vero!", e lo dimostro con dei dati; dati che non vengono certo dalla mia scrivania o dal mio computer, ma da istituti universitari di primaria importanza.
I trafori stradali del Monte Bianco e del Fréjus sono utilizzati, oggi intorno al 35% della capacità disponibile. Quando è stato chiuso il traforo del Monte Bianco, quello del Fréjus è stato ampiamente soddisfacente: non si è creato alcun intasamento.
Questo, per quanto riguarda il traffico autostradale.
Per quanto riguarda il traffico ferroviario, le merci trasportate su ferrovia hanno raggiunto, oltre 12 anni fa, un massimo di dieci milioni di tonnellate. Da lì, è iniziato un trend in discesa, pertanto - in base ad una simulazione, cui bisogna dare credito - occorreranno 65 anni per raggiungere una saturazione.
Ci sono studiosi, poi, che sottolineano l'importanza delle infrastrutture nel determinare la crescita di un distretto industriale di una regione e di un Paese. Altri economisti, invece, sostengono che questo non è vero: si prenda ad esempio il Nord-Est dell'Italia, che, in assenza di grandi infrastrutture, ha avuto uno sviluppo economico sicuramente superiore.
Se vogliamo andare a vedere all'estero, possiamo confrontare la Francia e la Germania con l'Irlanda e il Regno Unito: l'Irlanda e il Regno Unito hanno, in termini di Alta Velocità, zero, rispetto alla Francia e alla Germania, eppure hanno avuto, oltre ad un reddito pro capite, anche uno sviluppo sicuramente superiore.
Ma allora, scusate, di cosa stiamo parlando? La politica, di cosa sta parlando? Sta andando dietro ad un assioma, ad un diktat: abbiamo trasformato tutto in un confronto ideologico. È come i tifosi che tifano per una squadra o per l'altra: a seconda di come si muovono i giocatori in campo, applaudiamo oppure fischiamo.
mai possibile parlare di un'opera del genere con una predisposizione un atteggiamento di questo tipo? Un personaggio estremamente autorevole del centrosinistra ha dichiarato: "Dobbiamo valutare le alleanze per capire quali alleati sono degni del nostro progetto riformista". Posso sentirmi dire un'affermazione del genere, senza legittimamente, non dico ribellarmi, ma replicare replicare con dei dati e non con la filosofia? Pertanto, se di fronte a dei dubbi di carattere tecnico, non ideologico, una forza politica dice che abbiamo sbagliato tutto, quella forza politica, che io rappresento, ha anche la responsabilità di fare un passo avanti e dire: "Sappiate che io la penso così, sappiate che le cose che vi ho detto in pochi minuti le potrei dire nell'ambito di un convegno ancora per due o tre ore, perché ne ho a bizzeffe di cose da documentarvi e dirvi". Invece, vi dico: "Se vogliamo metterla sul piano dei numeri e sul piano della democrazia, intesa numericamente, ci sarà qualcuno che si assumerà la responsabilità di procedere, di andare avanti".
Oltretutto, oggi stiamo parlando di un tunnel esplorativo. A casa mia esplorazione significa diagnostica. Allora, io - come chirurgo - non dico: "Ti taglio una gamba", senza aver fatto un'accurata diagnosi; attivo un sistema diagnostico e, quando avrò la risposta, potrò esprimere una valutazione.
Possiamo essere tutti d'accordo oggi nel sostenere che non si va avanti a prescindere, ma che si va avanti con il cantiere, che ha la finalità di un tunnel esplorativo, e poi, continuando contemporaneamente un confronto e un dialogo con le popolazioni e i dissidenti e avanzando sempre argomentazioni, non ideologiche, ma tecniche, decidiamo.
Questa mi sembra la soluzione più saggia e non dire, a prescindere da quello che sarà l'esito del tunnel diagnostico: "Noi sappiamo di essere 'Sì TAV' e 'Sì TAV' rimaniamo", oppure, dall'altra parte: "Siamo 'No TAV' e 'No TAV' rimarremo".
Se assumiamo questo tipo di responsabilità, sicuramente ci sarà una riconciliazione e una seria valutazione di ciò che conviene e ciò che invece, non conviene.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Comunico che, essendo lievitato il numero degli iscritti, ci saranno ancora tre interventi.
I nostri lavori saranno aggiornati, intorno alle ore 20-20.10, ad altra seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Venticinque anni per iniziare un'opera (parliamo del tunnel esplorativo, non dell'inizio dell'opera) mi sembra un tempo record in negativo che deve far riflettere un po' tutti noi.
Deve far riflettere, non lo faccio io, l'hanno fatto prima di me proprio in questi giorni, alcuni esponenti del mondo giornalistico personaggi che non hanno bisogno di presentazione, che hanno messo in dubbio anche il nostro sistema di democrazia.
Era il 9 aprile del 1987. Qui sedevano i Consiglieri della IV Legislatura, quando si parlò per la prima volta di TAV. Quindi quasi 25 anni fa.
Da allora, in quest'Aula, successivamente, sempre nella IV Legislatura e poi fino ai giorni nostri, ci sono state decine e decine di dibattiti e di assemblee pubbliche senza considerare e contare quelle cui personalmente ho partecipato, per esempio, al Comune di Torino. Senza considerare le migliaia di incontri fatti successivamente quando è stato creato l'Osservatorio, di cui parlava il collega Ronzani, condotto dal commissario Virano, che ha fatto un'opera che confesso, non sarei riuscito, e sono già uno particolarmente paziente, a compiere.
Quindi un'opera di cesello, di rapporti continui con le Amministrazioni e con tutti gli attori verificando però alla base quella che era l'opera.
Tant'è che se uno guarda il primo progetto della TAV e guarda l'ultima estensione, sembrano due progetti diversi. Sembra che si parli di due cose completamente diverse. Sicuramente testimonianza forse di una superficialità in termini di valutazione sul primo progetto rispetto poi al lavoro fatto successivamente.
Per chiudere, poi, anche con il lavoro fatto in questo Consiglio regionale da una stragrande maggioranza del Consiglio quando abbiamo varato qualche mese fa la legge sulle grandi opere, anche qui, confrontata con ovviamente il commissario Virano con tutte quelle realtà che potevano aiutare ad essere attento al territorio e alle possibili e indispensabili opere di compensazione.
Processo democratico? Forse, troppo.
Mi assumo le responsabilità nel dire queste cose, perché 25 anni per iniziare un'opera (stiamo parlando del tunnel esplorativo) ho l'impressione che siano veramente troppi.
Capisco, perché (faccio proprio una digressione veloce) alcuni imprenditori, molti, la maggior parte ormai, escono da questo Paese e vanno a investire all'estero. Lo comprendo molto bene. Perché in un Paese civile non è pensabile e non è possibile per costruire una struttura in una città aspettare magari decenni per poterlo fare.
incivile, questo non è da paese civile. No! Per rispondere anche a qualcuno che ha parlato in quest'Aula e ci ha spiegato dell'autorità in senso negativo con cui abbiamo lavorato, questa condanna da parte di qualcuno dei mandanti politici e dei sobillatori mediatici (quei giornalisti di cui parlavo prima) che se parlano bene del capo va tutto bene, se parlano male non va bene. È proprio - come dire - su questo che vorrei sottolineare anche il mio intervento.
Perché il collega Bono nel suo intervento, ad un certo punto, parla di falsità, cioè di un'opera costruita per danneggiare mediaticamente una parte di cittadini, di rappresentanti ovviamente di una parte politica che avrebbero comunque fatto altre cose da quelle raccontate.
Ma allora anche le dichiarazioni di Grillo, poi smentite, erano false? Erano false le dichiarazioni o erano false le smentite? Bisogna essere anche conseguenti rispetto alle cose che si dicono. E poi, abbiate pazienza, da che pulpito arriva la predica! Vengono a spiegarci che - dove si sorride, peraltro in alcuni incontri - il noto comico genovese svolge previo pagamento anticipato, in tutte le realtà italiane, spettacoli.
Poi, uno gira con il SUV, va in giro con lo yacht e si fa pagare in anticipo fior di quattrini. Bisognerebbe anche essere un minimo conseguenti rispetto ad una predica. Predicare bene e poi razzolare male è molto facile, ma si diventa a mio avviso anche poco credibili nel fare un'opera di questo genere.
Consiglio a tutti i colleghi che frequentano la montagna, d'ora in avanti, di andare tutti con la maschera antigas, quando andremo a fare le gite in montagna con la famiglia, perché non si sa mai. Abbiamo visto, ce le ha fatte vere il collega Bono, delle foto in cui uno fa la classica passeggiata in montagna con la maschera antigas. Magari, se la solleva dal viso mentre cammina, perché è affaticato, ma questo è il nuovo look e sarà probabilmente la nuova moda del futuro, in particolare nella Val di Susa.
Allora, penso che anzitutto si debba dare una grande solidarietà alle Forze dell'Ordine che hanno cercato in tutti i modi per garantire un servizio di civiltà e di libertà in quella Valle. Quella libertà che in qualche modo è stata sottolineata proprio dai 25 anni di discussione sulla TAV. Una solidarietà noi la dobbiamo anche a quei lavoratori che hanno subito ingiustamente un attacco vile da parte di persone che posso ritenere assolutamente delinquenti comuni, al livello di molti altri.
Allora, penso che dobbiamo anzitutto dire una cosa: rispettare, essere chiari e indirizzare il nostro modo di essere rispettando anzitutto le regole.
Il dialogo c'è stato. Il dialogo è stato, come torno a ripetere, lungo e mi auguro anche produttivo.
Un dialogo che è servito a far comprendere, io penso al 99% degli italiani, quanto sia importante dal punto di vista strategico quest'opera.
Un'opera senza la quale il nostro Paese avrebbe seri problemi. Lo dico al di là delle dichiarazioni di coloro che sono direttamente interessati e dicono, per esempio, che la TAV porterà l'1% del PIL di questa Regione in più rispetto al passato.
Lo dico proprio strategicamente anche per il Corridoio 24, che incrocerà proprio nella zona di Novara e creerà sicuramente delle grandi possibilità di lavoro. Ed è a questo che dobbiamo guardare con attenzione.
Noi siamo qui per garantire il futuro dei nostri figli e il futuro di questa regione, non siamo qui per raccontare e difendere, come dire, dei delinquenti che ho sentito in quest'Aula.
Voglio fare solo l'ultimo accenno, Presidente Cattaneo, lo faccio proprio a lei. Vede, in questo ordine del giorno presentato dai colleghi Bono e Biolé si parla di un Parlamento abusivo - termino - e di mandanti politici, come il Ministro Maroni, Ministro dell'Interno pregiudicato.
Penso occorra un po' più di rispetto in quest'Aula per tutti quanti: mi sono riferito al Consigliere Bono nei termini di Consigliere e di collega perché è stato eletto democraticamente come il sottoscritto e come tutti in quest'Aula. Se vogliamo riportare un livello un po' più alto in quest'Aula credo si debba iniziare da quel rispetto che noi chiediamo a tutti i cittadini nei confronti non solo delle Istituzioni, ma delle scelte democratiche, ormai, passate, come si vuol dire, in giudicato, perché il 99% degli italiani ha deciso. Ritengo che in questa direzione si debba andare difendendo queste scelte, ma soprattutto la democrazia, perché la violenza non può passare.



PRESIDENTE

Siamo arrivati all'ultimo intervento.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ascoltare alcuni interventi, oggi come in altre occasioni, induce ad una riflessione spontanea: è ovvio il motivo per cui l'Italia ha ancora tanti problemi, tanti arretramenti di modernizzazione e di riforma del proprio sistema economico-sociale.
Dopo 25 anni, siamo ancora qui, stiamo facendo un tunnel esplorativo che non rappresenta nemmeno l'inizio di un'opera; invece, da altre parti l'opera è in stato avanzato, addirittura in alcune zone è stata conclusa.
Allora, mi domando quale differenza ci sia tra noi italiani-piemontesi e i francesi, che soltanto a pochi chilometri di qui vivono nelle stesse zone di montagna, dove, invece, l'Alta Velocità procede, è in fase avanzata e dove non è stata sollevata alcuna particolare contestazione od ostilità.
Sono degli extraterrestri questi amici francesi che abitano a pochi chilometri da noi? Non credo, anzi, addirittura, ci sono origini comuni e relazioni anche di parentela tra la comunità presente in Val di Susa e quella che vive sul lato francese. Semplicemente, in Francia, per loro fortuna, non c'è più - o in maniera più limitata rispetto all'Italia un'ideologia antimoderna, che, purtroppo, ancora risente del marxismo e del leninismo. Alla fine, gratta gratta, si ritorna su questi principi e su queste ideologie antimoderne, perché moderno vuol dire capitalista, quindi si deve essere contro tutto ciò che può favorire un miglioramento della società attraverso le infrastrutture e la modernizzazione del sistema economico-sociale.
Credo che di confronto ce ne sia stato tantissimo. Sono qui soltanto dal 2000, ma è da quell'anno che si svolgono riunioni, tavoli tecnici approfondimenti, incontri, riflessioni e studi. È stato fatto di tutto e di più. Ancora più incredibile è che, spesso, si giustifica l'ostilità a questa infrastruttura per la salvaguardia dell'ambiente, quando è noto che servirà a spostare il traffico dalla gomma alla rotaia, quindi a ridurre significativamente l'inquinamento atmosferico; non lo comprendo se non pensando che dietro a tutto ciò c'è un retropensiero, un pregiudizio ideologico.
Forse - è l'unica critica che muovo rispetto alla gestione portata avanti in questi anni sulle compensazioni - quella parte sana dell'opinione pubblica che è contraria a questa infrastruttura è stata travisata - ed in parte lo è ancora - dal fatto di non vedere ricadute positive e dirette sul territorio, o anche a livello oserei dire quasi personale, di questa infrastruttura. Soltanto adesso è stata intrapresa una politica per le compensazioni del territorio, che, a mio avviso, devono essere mantenute nel modo più mirato possibile, nei confronti di quelle comunità, di quelle famiglie e di quei cittadini che vivono in quelle zone.
Tutto ciò, però, signori, non può assolutamente giustificare quanto è avvenuto in queste settimane. Non c'è alcuna giustificazione per quella battaglia selvaggia che è stata scatenata nei giorni scorsi su quei territori. Non si va alle manifestazioni con le fionde, con le maschere antigas, con i caschi o con rudimentali lanciafiamme, perché mi è sembrato davvero che, in questi giorni, qualcuno cercasse il morto. È solo grazie alla professionalità, al sacrificio e all'abnegazione delle Forze dell'Ordine che questo non si è verificato. Hanno preferito subire sassaiole, attacchi violenti, contenere l'assalto che c'è stato in difesa del cantiere e non contrattaccare, perché, se vi fossero stati scontri fisici e contatti diretti, probabilmente, ci sarebbe davvero scappato il morto. Forse era quello che qualcuno voleva, affinché si ripetessero liturgie e situazioni che abbiamo vissuto in altri luoghi soltanto dieci anni fa - vedi in quel di Genova.
Qui, addirittura, viene messo in dubbio l'uso dei lacrimogeni da parte delle Forze dell'Ordine, ma cosa dovevano fare? Dovevano lasciarsi massacrare? Abbiamo visto - è un bollettino di guerra - quanti feriti tra le Forze dell'Ordine sono stati ricoverati nelle strutture ospedaliere del Piemonte.
Cosa dovevano fare? Dovevano lasciare che i lavoratori e gli operai del cantiere fossero aggrediti e coperti dalle sassaiole lanciate da questi pacifici dimostranti? Credo che le Forze dell'Ordine abbiano fatto nient'altro che il loro dovere, con grande abnegazione e con grande sacrificio; però, occorre anche mettersi nei panni di questi lavoratori, che sono anche lavoratori dell'ordine democratico di questo Paese, perché una situazione di questo tipo non può essere tollerata oltremisura.
Altrettanto, mi ha inquietato la paura nel parlare e nel mostrare i propri volti alle telecamere da parte di alcuni lavoratori di questi cantieri. Se siamo arrivati al punto in cui le persone aggredite hanno il terrore di farsi riconoscere, veramente, stiamo scivolando su un piano molto, molto pericoloso, che mi ricorda i tempi cupi degli anni del terrorismo, quando la gente aveva paura di farsi intervistare e di mostrare il proprio volto.
Attenzione, forse c'è ancora la possibilità di controllare la situazione, ma basta con le ambiguità, isoliamo davvero le frange estremiste: anche all'interno del movimento No TAV ci sia uno sforzo chiaro di distinguere la propria azione legittima di protesta - anche se dal nostro punto di vista, ormai, è difficile da comprendere - rispetto a chi invece, viene lì soltanto per attaccare le Forze dell'Ordine, per scatenare le propria rabbia e il proprio odio.
Quindi, chiedo che mai più ci siano ambiguità e mai più voglio ascoltare alcune frasi che, purtroppo, ho sentito per televisione da parte di alcuni esponenti, dove non si capiva bene qual è la loro esatta posizione, sembrava di sentire certe posizioni terziste di vent'anni fa: "Né con il terrorismo, né con lo Stato".
Allora, fermiamo questa spirale di violenza che, purtroppo, è stata scatenata in questi giorni e che sembrerebbe ancora doversi accendere. Per fare questo occorre un atto di responsabilità da parte del movimento No TAV, da parte anche delle forze politiche che lo sostengono, ma anche di questi simpatici signori Sindaci che sfilano con la fascia tricolore e criticano fortemente lo Stato, la Repubblica italiana. Addirittura era nata una Repubblica autonoma da quelle parti, poi però si sfila con la fascia tricolore per non farsi toccare dalla forze dell'ordine, per potere avanzare e magari consentire a dei violenti che ci sono alle spalle di procedere.
No, signori! Ci vuole molto più di senso di responsabilità quando si manifesta con la fascia tricolore addosso e giustamente gli amici dell'UdC ho sottoscritto il loro ordine del giorno - hanno evidenziato un uso troppo disinvolto della fascia tricolore, per la quale si dovrebbe avere molto più rispetto. Non si può manifestare con la fascia tricolore in manifestazioni che poi si sa che quasi sicuramente sfoceranno in atti violenti.
Concludo dicendo che siamo veramente in una fase molto delicata.
davvero l'ultima occasione per ricondurre tutta questa situazione ad un dibattito che ormai riteniamo del tutto antistorico e forse superfluo, ma che si può ancora fare, quindi aprire un confronto con il movimento No TAV con le comunità locali. Si può ragionare ad esempio sul discorso delle compensazioni, ma bisogna che assolutamente la violenza sia bandita e che i violenti siano isolati definitivamente da parte di tutti.



PRESIDENTE

Comunico che nella seduta in cui continueremo la discussione generale sugli otto or dini del giorno saranno iscritti a parlare i Consiglieri Reschigna, Stara Tiramani, Negro, Leo, Marinello, Molinari e Motta Massimiliano.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.04)



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