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Dettaglio seduta n.128 del 28/06/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 618 presentata dal Consigliere Placido, inerente a "Situazione occupazionale dei dipendenti torinesi dell'ELPA"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
618, presentata dal Consigliere Placido.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Assessore, si tratta di una delle innumerevoli aziende in crisi - ce n'è oramai un elenco, che penso lei conosca meglio di noi - nella nostra regione, in questo caso nella provincia di Torino.
L'interrogazione riguarda la situazione particolare di una società che lavora per le Poste e svolge alcuni servizi che le poste hanno esternalizzato.
Con i suoi uffici, lei è stata responsabile di avere organizzato un incontro ad uno dei famosi tavoli con i soggetti (sindacati e lavoratori) dell'azienda e la Regione, al quale le Poste (peccato!) non si sono presentate.
C'è un problema che riguarda le Poste che hanno tutta una serie di rapporti e relazioni che vanno oltre il suo Assessorato con la Regione rispetto ai servizi, rispetto agli uffici postali nei grandi e nei piccoli Comuni e allora non si possono avere dei tavoli e degli accordi su alcune questioni e non presentarsi ad un incontro convocato dalla Regione per affrontare un problema di crisi che riguarda 20 lavoratori.
Quindi al primo posto c'è il problema occupazionale di queste persone al secondo posto - mi permetto, c'è anche il Vicepresidente della Giunta c'è un problema che riguarda i rapporti con le Poste, che vanno oltre il problema dei 20 addetti.
Impiego meno dei tre minuti a disposizione perché il problema mi sembra, nella semplicità, drammaticamente chiaro, perché quando si perde il lavoro per una persona è un dramma personale e un dramma familiare. Per questo ho presentato quest'interrogazione a risposta immediata e attendo con attenzione e interesse la sua risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il tema relativo all'interrogazione, stante l'incontro avvenuto il 21 giugno presso gli uffici del mio Assessorato posso illustrare quella che è la situazione occupazionale attuale dei dipendenti dell'ELPA.
Il 21 giugno, così come già informato il Consigliere Placido, noi abbiamo convocato le parti, attraverso le Organizzazioni sindacali dalle quali avevamo saputo della grave situazione dell'azienda ELPA che rischiava di coinvolgere 33 lavoratori a causa della decisione di Poste italiane d'internalizzare l'attività di vuotatura delle casse d'impostazione. In realtà, alla riunione non erano presenti i rappresentanti di Poste italiane poiché hanno inviato una nota in cui ribadivano che "l'azienda non partecipa a confronti con le Organizzazioni sindacali al di fuori degli ambiti organizzativi aziendali e con la presenza di società che non fanno parte del gruppo Poste italiane", così com'è il caso d'ELPA. Nella circolare di ELPA, il signor Elia ha confermato che è stato revocato l'appalto da parte di Poste italiane sul Comune di Torino, mentre non è stato revocato, ma anzi confermato, l'appalto relativo alla Provincia di Torino. Quindi il tema, fortunatamente, è circoscritto a meno lavoratori ma non per questo meno importante, infatti, i lavoratori coinvolti sono 18 (quelli dell'appalto sulla città di Torino).
I lavoratori non possono essere spostati su altri appalti, giacch questi sono gli unici due appalti che l'ELPA ha in Piemonte e pertanto l'azienda, essendo tra l'altro una società di servizi e quindi settore terziario, non è tenuta al pagamento del contributo INPS che permetterebbe ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori sociali; quindi l'altro tema era di non riuscire a dare una ricaduta con gli ordinari strumenti di ammortizzamento del problema occupazionale.
Nel corso di quella riunione, i miei uffici hanno fortemente invitato la proprietà a ragionare sull'opportunità, a questo punto, di ricorrere alla cassa integrazione in deroga che viene erogata direttamente dalla Regione Piemonte e quindi anche l'iter procedurale è molto più snello, per permettere ai lavoratori di avere un maggior tempo per ricercare altre soluzioni occupazionali. Questa chiaramente non è la situazione ottimale ma riteniamo che possa essere uno strumento che la Regione Piemonte è in grado di mettere a disposizione immediatamente su questa situazione.
Tra le altre cose, la cassa in deroga permette ai lavoratori di partecipare mediante i Centri per l'impiego anche ad un'attività non solo di politica attiva, ma anche ad un processo di ricollocazione e pertanto ci permetteva, attraverso il rafforzamento delle competenze, anche di ragionare con l'azienda per trovare comunque una ricaduta in termini occupazionali al di fuori dell'ELPA.
Il titolare dell'azienda ha preso atto della proposta che la Regione Piemonte ha fatto sul tavolo, proposta supportata chiaramente anche dalle Organizzazioni sindacali che ritengono che sia assolutamente una via percorribile e da perseguire, e si è detto disponibile a verificare con i propri consulenti la possibilità di utilizzare la cassa integrazione in deroga.
Proprio in questi giorni, stiamo sollecitando l'ELPA (quindi il titolare) a dare una risposta anche perché sono state a suo tempo inviate le lettere di licenziamento dei 18 lavoratori che hanno decorrenza dal 1 luglio e quindi abbiamo la necessità e dei tempi di natura tecnica per far sì che queste lettere vengano, qualora l'azienda ritenga di poter utilizzare questo strumento in primis, revocate, per permettere di cominciare ad avviare questa procedura.
Noi abbiamo dato la massima disponibilità; questa mattina gli uffici regionali, stante che oggi chiaramente i tempi, essendo il 28 giugno cominciano comunque in qualche modo a essere veramente stretti, stavano verificando con l'Azienda la disponibilità a seguire questo percorso per far sì che in primis si possa dare una ricaduta in termini di sostegno al reddito ai lavoratori e poi avviare il processo di riqualificazione attraverso le politiche attive e quindi di ricollocamento. Questa è la situazione che attualmente vede le Organizzazioni sindacali positive nel perseguire questa strada.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 619 presentata dal Consigliere Lepri, inerente a "Fondazione Piemonte per l'oncologia di Candiolo: zona franca o messa in rete?"


PRESIDENTE

Passiamo alla successiva interrogazione a risposta immediata n. 619 presentata dal Consigliere Lepri.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo inteso avanzare quest'interrogazione urgente, anche se motivi d'urgenza in verità forse non ve n'erano, ma è un modo per avere una risposta in tempi ragionevoli, anche se per certi versi si può trattare anche di urgenza, poiché il silenzio che caratterizza questa situazione lascia presagire decisioni che puntualmente si scoprono solo dai giornali e che prescindono da ogni logica di inserimento di questa struttura per la quale abbiamo votato una legge nella scorsa legislatura in modo assolutamente inspiegabile.
La più evidente incongruenza sta nella delibera famosissima di fine dicembre, quella che in modo eufemistico riordina le Aziende Sanitarie dove tutte le strutture ospedaliere e i singoli ospedali sono citati tutti tranne l'ospedale di Candiolo, per il quale appunto abbiamo fatto addirittura una legge e per la quale struttura la Regione spende tra i 40 e i 50 milioni di euro all'anno e che sorprendentemente non viene collocata in alcuna delle reti cluster che voi così avete ridefinito.
Non si capisce la ragione. A precisa domanda, si rispose: "Ci stiamo pensando". È chiaro che in questa condizione così difficile e drammatica il fatto che vi sia una zona franca, un'isola felice, perché di questo si tratta - felice nel senso che può beneficiare di DRG superiori alla media anche delle stesse Aziende Sanitarie Ospedaliere, con una delibera emanata nel 2009, che riconosce, per ogni prestazione, un di più di corrispettivo unitario (del 13%, se non erro), sorprende.
Anche i rapporti con la Fondazione Piemontese non sono chiari: a tal riguardo, avevamo presentato un ordine del giorno di accompagnamento alla legge in cui venivano indicati, con molta precisione, gli obblighi in capo alla Fondazione Piemontese; obblighi che mi risulta non siamo stati totalmente attesi ed osservati. Per non parlare, poi, degli interventi urbanistici realizzati verso la fine della scorsa legislatura, che avrebbero determinato una straordinaria colata di cemento al di fuori di ogni programmazione regionale di tipo sanitario in materia.
Nonostante le straordinarie interviste del professor Comoglio su La Stampa, che decantano la generosità dei piemontesi, noi di questa vicenda sappiamo poco o nulla. E siccome il professor Comoglio suggerisce, tra l'altro, alle Pubbliche Amministrazioni di essere più generose - come i piemontesi - vorrei rispondere che già lo siamo, nel senso che di questa vicenda non ce ne occupiamo se non per aprire il nostro sempre più magro portafoglio.
Chiederei dunque all'Assessore competente - forse mi risponderà il Vicepresidente Cavallera - di fornire una risposta in merito, in modo particolare rispetto al preciso quesito presentato: l'Istituto di Candiolo la Fondazione Piemontese per l'Oncologia - sarà inserito, come tutti gli ospedali di questo Piemonte, all'interno delle reti di prossima determinazione o resterà un'isola felice, una sorta di zona franca?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
La parola, per la risposta, al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La risposta è abbastanza lapidaria...



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Come spesso succede!



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Come dicevo, la risposta è abbastanza lapidaria, per cui mi auguro che possa essere ritenuta esaustiva.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
La Fondazione del Piemonte per l'Oncologia del Centro di Candiolo è stata individuata quale afferente al Polo oncologico di Torino con DGR n. 21 del 3 giugno 2009 ("Approvazione della bozza di nuova convenzione tra la Regione Piemonte e la Regione Valle d'Aosta, inerente al nuovo assetto organizzativo della Rete oncologica").
L'impostazione dei Poli oncologici, così come definita dalla deliberazione suddetta, non ha subito variazioni con la delibera di Giunta regionale di approvazione del Dipartimento della Rete del luglio 2010.
Infine, la delibera di autorizzazione all'esercizio dell'attività sanitaria in capo alla Fondazione (vedasi DGR n. 1-11696 del 1° luglio 2009) ne ha ribadito "lo stabile inserimento nella Rete Oncologica". Da allora, non sono state formalizzate modifiche di questo status, nell'ambito della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d'Aosta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.
Collega Lepri, non è prevista replica.



PRESIDENTE

LEPRI Stefano (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è prevista replica ad una risposta così indecorosa? L'Ufficio di Presidenza si preoccupi!



PRESIDENTE

Consigliere Lepri, le risposte immediate hanno questa modalità di funzionamento: se lei non si ritiene soddisfatto, com'è legittimo, dispone di altri strumenti per intervenire, come le interrogazioni ordinarie o gli ordini del giorno, persino la discussioni sul collegato alla legge finanziaria, che è una sorta di omnibus, quasi a sembrare gli empori di una volta!


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 620 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Nomina Commissario Sacro Monte di Varallo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 620, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha facoltà di illustrarla.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Questa è una vicenda che grida vendetta, Assessore Casoni, perch rappresenta la dimostrazione di cosa sia capace una certa arroganza del potere.
Di punto in bianco, dall'oggi al domani, lei e la Giunta di cui fa parte avete deciso di sciogliere gli organi dell'Ente di gestione del Sacro Monte di Varallo e di nominare un Commissario. E lo avete fatto con una rapidità impressionante, nonostante noi avessimo addirittura sollecitato alcuni esponenti dell'Amministrazione comunale a non affrontare così la questione di Varallo, segnalando alcune preoccupazioni che nutrivamo circa il modo con il quale era venuta sviluppandosi quella vicenda, soprattutto costringendo alle dimissioni i membri del Consiglio di Amministrazione, ma non soltanto quelli nominati ovviamente dal Comune - lo ha dichiarato il Sindaco Buonanno: "Li ho fatti dimettere io" - ma anche quelli di nomina regionale. Cose dell'altro mondo! Si è deciso, cioè, di far dimettere i Consiglieri nominati dalla Regione o dalla Provincia di Vercelli: siamo alla follia! Siamo al di là del bene e del male, Assessore Casoni, su questa vicenda! Due lettere di dimissioni - le fornirò, se vorrà, una copiosa documentazione, perché la vicenda, per quanto ci riguarda, non termina qui naturalmente - sono state spedite via fax a voi in data 13 giugno, verso le ore 11.30 - abbiamo ricostruito tutto, collega Leardi! - ovvero prima che la Giunta, alle ore 12.30 (quindi mezz'ora dopo), decidesse di approvare la delibera che scioglieva gli organi dell'Ente e nominava il Commissario straordinario.
La prima di queste lettere, inviate via fax il 13 giugno, giorno in cui la Giunta si è riunita, riguarda il Presidente dell'Ente, di nomina comunale; lettera di dimissioni che, peraltro, non è stata neppure protocollata dal Comune di Varallo: singolare, no? L'altra riguarda un Consigliere di Amministrazione nominato dalla Provincia di Vercelli. Stranamente, anche questo fax viene trasmesso alla Regione non dalla Provincia di Vercelli (cui avrebbe dovuto dimettersi naturalmente, il Consigliere, essendo stato nominato dalla Provincia di Vercelli), ma dal Sindaco di Varallo.
Se le cose stanno così - mi concentrò, poi, sull'ultima questione - è evidente, Assessore Casoni, che lì l'imperativo era "fare in fretta e decidere", nonostante la procedura da voi seguita fosse al limite, per le cose che ho ricordato, e nonostante lei non potesse non sapere (avendo avuto un ruolo in questa vicenda) che stiamo discutendo la riforma delle aree protette.
Ma la cosa più grave - ho concluso veramente, Presidente - è che avete nominato la persona sbagliata. Di più, avete fatto una nomina che noi giudichiamo inopportuna.
Il Commissario straordinario che avete nominato è titolare di una società denominata Girovagarte, un'agenzia che si occupa di servizi e di guide per il turismo.
Il nuovo Commissario, trasmettendovi il curriculum il giorno 13 curriculum che lei non ha neppure letto, a mio avviso - ovvero prima che faceste la delibera, ha omesso di ricordare che gestisce un centro di accoglienza all'interno del Sacro Monte di Varallo! Alla sera fa il Commissario e durante il giorno l'imprenditore! Assessore Casoni, revocate quella nomina. La vicenda, comunque, non finisce qui, questo è poco, ma è sicuro.
La vicenda qui non finisce!



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola all'Assessore Casoni per la risposta inviterei i colleghi e la Giunta a rispettare i tempi. Il meccanismo a risposta immediata funziona se stiamo all'interno dei tempi stabiliti.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma siccome gli Assessori rispondono per trenta secondi...



PRESIDENTE

facoltà della Giunta, che non ha limite. O, meglio, il limite è di cinque minuti, ma non deve per forza usarli tutti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Invece di apprezzare l'Assessore Cavallera che per una volta non solo sta dentro i cinque minuti, ma ci mette molto meno, uno si risente? Non è mica giusto! Battute a parte, prego Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai parchi

Tranquillizzo il Presidente che impiegherò più dei trenta secondi perché la vicenda merita una risposta.
L'Ente di gestione del Sacro Monte di Varallo è stato caratterizzato negli ultimi mesi da una forte conflittualità interna tra organi politici e direzione, tale da portare alla sospensione cautelare dal servizio della direttrice da parte del Presidente (che non era stato nominato da noi).
Anche la stampa locale ha riportato dichiarazioni critiche sulla conduzione dell'ente Riserva rilasciate anche da altri organi stampa e acquisiti agli atti.
Tali contrasti sono sfociati nelle dimissioni di otto consiglieri sui nove che fanno parte del Consiglio direttivo, in particolare. Giuseppe Ragazzi, Adolfo Pascariello, Marco Zaquini, Marco Valle, Bianca Maria Bellezza: hanno inviato le proprie dimissioni e sono state trasmesse e protocollate alla Regione in data 13 giugno n. prot. 10643.
Norberto Julini: dimissioni già trasmesse al Presidente del Consiglio regionale il 28 gennaio e inoltrate alla Direzione Ambiente con la mail sopra citata.
Ugo Perazzi: dimissioni inviate all'Ente Riserva ed al Sindaco del Comune di Varallo in data 13 giugno, inoltrate via fax nella stessa data dal Comune alla Presidenza della Giunta regionale e protocollate dalla Direzione Ambiente nel giorno stesso con prot. n. 10644.
Tali dimissioni portavano il Consiglio ad essere totalmente inesistente, nel senso che otto consiglieri su nove risultavano dimissionari. A fronte dell'impossibilità dell'Ente di svolgere le proprie funzioni anche minime e vitali, la Giunta ritenuto necessario intervenire con il Commissariamento dell'Ente ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale del 22/03/1990 n. 12, dando mandato agli uffici di predisporre immediatamente il provvedimento.
Pertanto è stato individuato il professor Giacomo Gagliardini quale persona in grado di ristabilire un rapporto fiduciario tra la proprietà del bene e la Regione Piemonte. Senza l'intervento tempestivo da parte regionale si sarebbe ulteriormente aggravato e reso insanabile il contrasto creatosi nell'ultimo anno presso il Sacro Monte di Varallo.
In merito al fatto che il Commissario individuato dalla Giunta regionale sia titolare di un'agenzia di servizi e guide per il turismo in Valsesia - verificherò le ulteriori dichiarazioni del Consigliere Ronzani che assicura che è attivo all'interno...



CASONI William, Assessore ai parchi

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai parchi

Erano anche nell'interrogazione. Non avete verificato...



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, per cortesia, vale quello che ho detto per Consigliere Lepri.
Per le interrogazioni a risposta immediata ci sono delle regole precise e rigide. Se si ritiene insoddisfatto, ha tutti gli strumenti che ritiene all'interno del Consiglio e anche da altre parti.



CASONI William, Assessore ai parchi

Non si ritiene, quindi, essere un elemento formale di incompatibilità rispetto alle funzioni che lo stesso assume nell'ente strumentale della Regione. Infatti, il Commissario straordinario - che riveste solo tale ruolo - non riveste un ruolo gestionale che rimane in capo al Direttore, ma si limita a fornire indirizzi politici agli uffici. Un Commissario non ha pieni poteri come un Presidente ordinario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Casoni.
Passiamo all'interrogazione successiva.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 621 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Fondi FAS per il Mellea di Savigliano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 621.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, l'interrogazione urgente che le rivolgo prende spunto da un articolo pubblicato sulle pagine che il quotidiano regionale La Stampa dedica alla provincia di Cuneo.
Da tale articolo emerge che l'amministrazione comunale di Savigliano darà inizio ai lavori di sistemazione del torrente Mellea in attesa che dalla Regione le venga dirottata la quota di fondi FAS destinata a questo intervento (circa tre milioni di euro, dei 750 milioni provenienti dal Governo e assegnati al Piemonte).
Dopo svariate iniziative che avevo preso in Consiglio regionale per le quali avevo ricevuto una risposta interlocutoria, avevo personalmente sollecitato la Senatrice dell'Italia dei Valori, Patrizia Bugnano, affinch presentasse un'interrogazione in Parlamento sulla questione dell'assegnazione dei Fondi FAS. Dalla risposta che la Senatrice ha ricevuto dal Ministro, si è ottenuta la conferma che l'intervento di messa in sicurezza del Mellea è inserito nel programma attuativo regionale FAS 2007-2013 della Regione Piemonte, nell'asse III, linea di azione 3.2.2 sistema fluviale del Po e reti idriche.
Allo stesso tempo, in virtù di una serie di delibere del CIPE e di richieste avanzate dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, si è appreso che alla Regione Piemonte sono stati richiesti una serie di adempimenti che sono considerati la condizione necessaria - la conditio sine qua non - all'adozione dei provvedimenti di messa a disposizione delle risorse, tra cui quelli previsti per l'intervento di messa in sicurezza del torrente Mellea.
Dato che la Senatrice Bugnano ha ricevuto la risposta del Ministro solo in questi giorni, mi pare evidente che ciò contrasti con le aspettative dell'amministrazione comunale di Savigliano, dal momento che le risorse FAS necessarie per gli interventi sul torrente Mellea sono ben lungi dall'essere nella disponibilità della Regione.
Per questo motivo, egregio Assessore, sono a chiederle se la Regione ha proceduto agli adempimenti richiesti dal CIPW e, in caso contrario, con quale tempistiche ritiene di poterlo fare, dal momento che questi adempimenti sono considerati la condizione necessaria all'adozione dei provvedimenti di messa a disposizione delle risorse.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie al Consigliere per l'interrogazione.
Per la risposta, che comprende una parte delle deleghe di mia competenza per quanto riguarda la programmazione strategica, mi sono confrontata anche con l'Assessore Ravello per quanto riguarda, nel particolare, quest'opera.
In riferimento all'interrogazione si precisa la Regione Piemonte per ora ha proceduta agli adempimenti richiesti per l'adozione dei provvedimenti di messa a disposizione delle risorse previste dal FAS per il periodo di programmazione 2007-2013.
La delibera CIPE n. 1/2011, così come correttamente richiamato dal testo dell'interrogante, al punto 10 stabilisce infatti che "nel caso in cui le Regioni comunichino di avvalersi della facoltà... di lasciare inalterato il valore del programma provvedendo alla copertura della differenza con risorse diverse dal FAS, il suddetto Dipartimento provvederà direttamente all'adozione del provvedimento di messa a disposizione delle risorse ai sensi del punto 3.1.3 della delibera CIPE n . 166 del 2007".
Avvalendosi, quindi, di detta facoltà, con delibera della Giunta regionale n. 10-1997 del 9 maggio 2011, che si allega alla copia della risposta all'interrogazione, viene confermato il valore del PAR-FAS 2007 2013 della Regione Piemonte per un miliardo di euro. Questo, citando la DGR sopraindicata, "permetterà di adottare direttamente il provvedimento della messa a disposizione delle risorse, da parte del Ministero dell'Economia ai sensi del punto 3.1.3 della predetta delibera CIPE n. 166/2007".
In particolare, con la delibera della Giunta regionale n. 10-1997 la Regione ha predisposto l'Allineamento del Piano finanziario del Programma Regionale, ripartendolo, per assi e linee di azione: all'interno dell'asse II è individuata la linea d'azione "Sistema fluviale del Po e reti idriche Nodi idraulici", per una copertura finanziaria totale di 33.755.946,00 nell'ambito della linea d'azione "Nodi idraulici" sono previsti per il territorio di Savigliano due interventi, uno sul torrente Mellea e un secondo sul torrente Maira.
La Direzione Opere Pubbliche Difesa del Suolo Economia Montana e Foreste ha presentato alla Direzione Programmazione Strategica anche le schede intervento relative ai due interventi di Savigliano.
L'intero pacchetto dei fondi FAS è inserito, a titolo di cofinanziamento, nell'Accordo di Programma sottoscritto con il Ministero dell'Ambiente per la programmazione dei fondi FAS del Ministero dell'Ambiente stesso.
Gli adempimenti richiesti sono stati, pertanto, finora rispettati. Per rendere attivi i fondi FAS, relativi agli interventi sul torrente Mellea e del torrente Maira, occorre ancora che la Regione Piemonte definisca con i competenti Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente la modifica o integrazione all'accordo di programma di cui sopra.
Questo potrà avvenire solo dopo l'emissione del decreto, con il quale il Ministero dello Sviluppo Economico renderà disponibili le prime risorse per i fondi FAS.
Siamo, dunque, in attesa di quest'ultima comunicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Grazie.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 622 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Mantenimento impegno delle risorse finanziarie stanziate nel bilancio 2011 per il comparto della cultura"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 622, presentata dal Consigliere Stara, che ha facoltà d'illustrarla.



STARA Andrea

Presidente, chiedo un po' di silenzio.



PRESIDENTE

Ha ragione. Colleghi, per cortesia, se dovete parlare d'altro nella fase dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, vi chiedo di accomodarvi fuori.
Prego, Consigliere Stara.



STARA Andrea

La regione Piemonte vanta un'ampia offerta culturale in varie discipline artistiche. L'arte e la cultura sono il risultato del lavoro e della conoscenza di uomini e donne che, alla ricchezza dei beni artistici presenti nel territorio, hanno unito quelle delle proprie idee e del proprio spirito.
Una realtà costituita non solo di musei e mostre, ma di tanti soggetti e contesti vivi e vivaci: musicali, teatrali, cinematografici architettonici, artistici.
Credo che l'Assessore abbia sotto mano l'interrogazione, pertanto propongo di andare nel vivo della questione: tagliare la cultura oltre alla soglia minima della sopravvivenza e della decenza significa privare la nostra società di quegli stimoli di progresso e civiltà che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese e della nostra regione.
Oltre a ciò, la ricaduta sul comparto lavorativo diretto e indiretto sarebbe enorme. Un settore composto in Piemonte da decine di migliaia di posti di lavoro altamente specializzati e indubbiamente tra i meno pagati in Europa.
Così la ricaduta sull'indotto economico indiretto, che gravita oggi intorno alla cultura.
La gravità del momento impone una riflessione seria da parte della Regione Piemonte, che argini il declino veloce e inesorabile dell'intero comparto cultura, a partire da una politica di trasparenza delle informazioni e di impegni economici e programmatici immediati che permettano la sopravvivenza dell'esperienza culturale piemontese ovviamente anche di lungo periodo.
Siamo in possesso di dati che sono il frutto di accorpamenti effettuati nel bilancio scorso: nel bilancio del 2010 risultano destinati all'intero comparto, sia in termini di assestamento sia in termini di risorse in spesa corrente, 123 milioni di euro.
Informo i Consiglieri presenti e l'Assessore al bilancio che, da questi 123 milioni destinati al settore cultura, nel 2011 si è passati a 71 milioni di euro, complessivamente, apportando un taglio di oltre 50 milioni di euro.
Molte associazioni aspettano ancora il saldo dei contributi loro assegnati per le attività svolte nel 2009, rendicontate alla Regione nel febbraio 2010.
Considerato, inoltre, che recentemente ci si era impegnati rispetto a quello che si è ottenuto - è un elemento positivo rispetto ai cambiamenti sulla rendicontazione - cioè istituire un tavolo permanente fra Assessorato e associazioni e portare l'anticipo del contributo dal 50% al 70%, oggi il susseguirsi di indiscrezioni rende necessario avere informazioni definitive in vista del bilancio di assestamento, circa il rispetto delle risorse del bilancio di previsione 2011, cioè quei 71 milioni, che possono almeno garantire gli impegni contrattualmente assunti dal mondo delle realtà culturali, delle associazioni e degli enti, in virtù del bilancio di previsione 2011, quindi impegni ridimensionati rispetto all'anno precedente.
Pertanto, anche rispetto ad alcune sollecitazioni che sono avvenute da parte dei soggetti interessati, chiedo all'Assessore se possiamo confermare l'impegno di spesa del bilancio di previsione 2011 o quantomeno partire da un'informazione precisa sulle risorse destinate al comparto cultura nel 2011.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stara.
Invito a rispettare i tempi: tre minuti per gli interroganti e i cinque minuti per la Giunta.
La parola all'Assessore Coppola, per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Ringrazio il Consigliere Stara, perché mi offre l'opportunità d'iniziare un ragionamento che mi auguro completeremo nelle prossime settimane, nella Commissione competente per materia e in Aula, quando arriveremo all'approvazione della manovra d'assestamento del bilancio.
Sono stati forniti alcuni numeri: vorrei poterle dire, collega Stara che lei ha ragione e che nel 2010 i fondi erano 123 milioni di euro. Vorrei dirle: "Ha ragione"; in realtà, non posso farlo, perché nel 2010 gli stanziamenti ammontavano a 72,4 milioni di euro, di cui 17 milioni di provenienza statale.
Pertanto, come può immaginare, il dato definitivo è di poco superiore ai 50 milioni.
Nel 2011, invece, sempre per puntualizzare sulle cifre, non si tratta di avere a bilancio 71,4 milioni di euro, ma di averne più di 90, perché ai 71,4 milioni vanno aggiunti i fondi statali.
Cosa le devo dire? Siamo in attesa di comprendere quale sarà la manovra nazionale, che sta condizionando le tempistiche con le quali arriveremo a presentare, prima in Giunta e poi in Consiglio, il nostro assestamento del bilancio.
Alla domanda che lei direttamente mi pone - se intendo mantenere e confermare i 71 milioni di risorse regionali per i capitoli relativi alla cultura - rispondo: "Certo, intendo chiedere alla Giunta di confermare quella cifra, insieme - come dicevo - alle risorse nazionali che andrebbero complessivamente a toccare i 90,3 milioni di euro".
Avevo ufficialmente proposto d'istituire e mantenere aperto ed operativo un tavolo permanente fra Assessorato e associazioni. Ritengo che questa rimanga una buona idea.
Avevo detto, però, che i soggetti da far sedere intorno a quel tavolo dovevano essere anche gli Assessori delle altre istituzioni politiche del nostro territorio e i rappresentanti delle fondazioni bancarie, perché la lezione che questo territorio e questa comunità hanno imparato è quella di programmare insieme le iniziative da sostenere, i tempi d'erogazione delle risorse e gli eventuali "no" che si devono pronunciare congiuntamente.
Troppe volte ci si riempie la bocca di parole come "sistema culturale" "sistema territoriale culturale", ma poi è quasi esclusivamente la Regione Piemonte che si fa carico delle iniziative.
Pertanto, avere un luogo che sia il luogo alto della trasparenza culturale, il luogo alto dove le decisioni vengono prese e conosciute serve alla politica, serve alle associazioni, serve alle istituzioni culturali e serve al territorio.
Collega Stara, ha ragione anche lei: avevamo ragionato sull'idea di portare l'anticipo del contributo pubblico al 70%. Dico "avevamo ragionato", perché non si è trattato di una decisione assunta, ma di un ragionamento che stava prendendo corpo, sul quale inevitabilmente bisognerà tornare.
Se posso aggiungere una nota d'amarezza personale, sono il primo a rendermi conto di attraversare un momento difficile e non poter dire, al 28 giugno, quale sarà il contributo assegnato alla singola iniziativa o alla singola associazione.
Ritengo, però, che siamo tutti consci della straordinarietà di questo momento e davvero mi auguro che nelle prossime settimane si possa addivenire, dopo la manovra nazionale, all'approvazione dell'assestamento del nostro bilancio.
Va detta ancora una cosa che non ho precisato in principio: la disponibilità del 25% di risorse assegnate è frutto di una decisione che il Consiglio regionale prese nell'approvazione del bilancio di previsione quindi sapevamo che fino al 30 giugno avremmo dovuto gestire questa fase di transizione soltanto con una quota parte delle risorse.
Credo che il ragionamento si debba invece continuare sulla programmazione. Sarebbe una rivoluzione copernicana se, entro i primi tre mesi dell'anno, le principali istituzioni politiche, insieme alle fondazioni bancarie, decidessero quali sono le priorità e quali sono le risorse assegnate per quelle priorità, in modo tale da tornare a fare una programmazione che sia efficace, che sia reale e che, soprattutto, non continui a lasciare la stragrande maggioranza delle realtà culturali del nostro Piemonte in questa triste condizione di attesa.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 626 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Locali ex IRV"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 626 presentata dalla Consigliera Artesio.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è stata formulata in seguito ad una notizia, di cui chiedo la fondatezza, relativa alla possibilità che - immagino soprattutto in vista del periodo estivo - vengano attivate le soluzioni di accoglienza in dimissione protetta nei locali dell'ex IRV del Comune di Torino acquisiti dall'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista Molinette, per fare fronte giustamente ad una situazione che ripetutamente ricordiamo quando ragioniamo di politiche sanitarie, vale a dire la necessità di rendere gli ospedali finalizzati alla gestione delle condizioni in acuzie, ma contemporaneamente l'obbligo, non solo morale ma anche di diritto alla salute, di continuare la presa in carico di quei pazienti che, seppur stabilizzati per l'origine acuta del proprio malessere, hanno ancora bisogno di un periodo di stabilità e di compensazione. Ovviamente parliamo prevalentemente di pazienti portatori di pluripatologie o di pazienti anziani.
Bene quindi è stata l'iniziativa di prevedere l'acquisizione ai fini di dimissioni protette dei locali dell'ex IRV, già iniziata con la precedente Amministrazione e la cui apertura è stata annunciata dall'attuale Commissario dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera, ma corre voce - e chiedo se sia fondato o meno - che contestualmente il polmone che prima veniva utilizzato per analogo fabbisogno, vale a dire un nucleo della RSA di via Farinelli, non verrebbe più destinato a tale funzione di dimissione protetta.
Se così fosse, sarebbe un grave errore, perché non è immaginabile che l'IRV possa compensare da sola le richieste di dimissione protetta che avanzano dalle grandi aziende ospedaliere di Torino sud, primo Molinette e secondo, Mauriziano.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Com'è stato detto, il crescente invecchiamento della popolazione l'aumento favorevole della sopravvivenza dei pazienti affetti da malattie croniche ad alto rischio invalidante e l'indifferibile necessità di ridurre i costi, rendono impellente definire nuovi percorsi di diagnosi e cura che assicurino la presa in carico globale del cittadino una volta esaurito il percorso di acuzie e che comportino oneri economici inferiore rispetto ai modelli tradizionali.
L'Azienda Ospedaliera Molinette ha da diversi anni, tramite la struttura complessa geriatria, promosso un progetto sperimentale di dimissione protetta, creando la struttura semplice "dimissioni protette" ubicata presso la struttura Valletta.
Il presidio socio-sanitario Valletta di via Farinelli è attualmente una residenza integrata socio-sanitaria a gestione diretta dell'ASL TO1, che oltre a nuclei di assistenza residenziale di tipo continuativo (residenza sanitaria assistita e residenza assistenziale flessibile) destinati ad anziani non autosufficienti, prevede l'utilizzo da parte dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista della Città di Torino di numero 46 posti letto destinati a progetti di dimissioni protette di anziani già ricoverati nelle unità operative della stessa azienda.
In data 22 maggio 2009, è stato sottoscritto il protocollo d'intesa fra la Regione Piemonte e il Comune di Torino per la gestione dei percorsi di dimissione protetta, continuità assistenziale e lungo assistenza, presso la struttura IRV-Casa Protetta, che prevede l'apertura di una nuova struttura ed il trasferimento dei posti letto dal Valletta all'IRV.
L'attuale Direzione dell'Azienda Ospedaliera, come già annunciato pubblicamente, ha dato completamento al progetto di trasferimento di detta attività presso i locali dell'ex IRV ristrutturati in questi mesi con la seguente modalità: 22 posti entro il primo agosto, 24 posti entro il mese di settembre. Questo è lo scaglionamento.
In tal modo saranno pertanto disponibili numero 46 posti totali presso l'IRV per dimissione protetta per attività di post-acuzie.
L'esigenza di garantire nella Città di Torino ulteriori percorsi sanitari di cura intermedia a favore di pazienti anziani, pluripatologici in fase di stabilizzazione, consentirà all'Azienda Ospedaliera a partire da oggi di attivare ulteriori 12 posti letto sempre presso l'IRV per dimissione protetta con attività di cure intermedie, ampliando a complessivi 58 posti letto l'offerta assistenziale e consentendo un più efficiente impiego delle risorse umane e finanziarie per tale tipologia di risposta sanitaria alle persone anziane e malate e impropriamente ricoverate presso l'Azienda Ospedaliera.
Per quanto riguarda la destinazione dei 46 posti letto resisi liberi da tale attività sanitaria presso il presidio socio-sanitario Valletta di via Farinelli, già in possesso di un'autorizzazione di funzionamento come RSA per anziani non autosufficienti, l'ASL TO1, in relazione al proprio piano di riconversione dell'offerta ospedaliera aziendale e di ampliamento dei servizi residenziali di tipo territoriale, ne avvierà l'utilizzo per l'ampliamento quali-quantitativo dell'accoglienza in regime residenziale di anziani non autosufficienti ed il conseguente abbattimento della lista d'attesa per tale tipologia di risposta residenziale.


Argomento: Sistema informativo regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 623 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Situazione CSI-Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 623 presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha facoltà d'illustrarla.



CERUTTI Monica

Noi abbiamo presentato questo question time sulla situazione del CSI Piemonte, perché riteniamo che ci siano diverse indicazioni che emergano e che rendono poco chiaro quello che sarà il futuro del consorzio. Quindi, in questo senso innanzitutto creano particolare non sicurezza e insicurezza sul proprio futuro, soprattutto nei lavoratori e anche in quello che è il comparto dell'ICT piemontese che sappiamo essere collegato al CSI-Piemonte.
Sappiamo che il 15 luglio 2011 il Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte ha presentato in blocco le dimissioni per scongiurare il pericolo di illegittimità dei propri atti, in quanto non conforme alle direttive nazionali.
Abbiamo poi - e questo è un dato che abbiamo potuto verificare giovedì scorso - all'ordine dei nostri lavori un ordine del giorno di un Gruppo del Consiglio regionale, che chiede di decidere quale possa essere la strada da percorrere per quanto riguarda il futuro del CSI-Piemonte e, in particolare, indica come una possibilità un nuovo soggetto consortile o società a partecipazione pubblica regionale per quanto riguarda il comparto sanitario.
Vogliamo dirlo qui che c'è un messaggio da parte dal Direttore Generale Stefano De Capitani, il quale, attraverso l'intranet aziendale, dichiara ai dipendenti che tutto sta procedendo nel migliore dei modi possibili affermando che non c'è nulla di nuovo sotto il sole se non l'unica idea di cui si sente parlare da molti anni ormai, proveniente sempre dalle stesse fonti. È quella di staccare dei pezzi - parliamo del cosiddetto spezzatino o sottrarre delle attività per destinarle a non meglio precisati nuovi soggetti, con motivazioni e finalità che, almeno dal punto di vista industriale, non vengono espresse. Quindi, viene derubricato a confronto politico quello che, però, in questo momento, non ha una validità dal punto di vista industriale.
Ad oggi, non sappiamo come si voglia procedere e non sappiamo effettivamente riguardo alla prossima assemblea, di cui, ad oggi, non si conosce la data - almeno a noi non è dato saperlo - cosa potrà avvenire.
Non sappiamo cosa la Regione Piemonte, proprio come ente consorziato principale, potrà effettivamente indicare, se si vorrà procedere sul commissariamento, se ci sarà questa nuova assemblea, quale sarà l'ipotesi.
Crediamo che la Regione debba muoversi e in questo senso si debba coordinare anche con gli altri enti consorziati.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
La Consigliera Cerutti ha presentato un question time che, anche se nella domanda si riferisce ad altra cosa, bene rappresenta quella che è una situazione del CSI che stiamo cercando di affrontare proprio in questi giorni. Però, dividerei i problemi rispetto al CSI: da un lato, c'è un problema di governance e, dall'altro, c'è un problema di strategia, cioè cosa ne faremo e come faremo funzionare questo Consorzio, anche se i due aspetti in alcune situazioni si tangono.
Come ha ricordato la Consigliera Cerutti, il Consiglio d'Amministrazione del Consorzio ha rassegnato le proprie dimissioni il 15 giugno scorso - dimissioni che avranno decorrenza dalla prima Assemblea utile che verrà convocata - senza approvare le modifiche statutarie che dovrebbero ridurre a cinque i componenti del Consiglio d'Amministrazione.
Sulla necessità di ridurre a cinque i componenti del Consiglio d'Amministrazione del CSI c'è stato un lungo approfondimento. Per quanto riguardava la Regione Piemonte, la norma contenuta nel decreto legge n. 78 si applicava in via cosiddetta indiretta, anche se la Regione Piemonte, da subito, nonostante questa norma si applicasse in via indiretta, rispetto ad altre partecipate, ha intrapreso la strada del ridurre comunque a cinque i componenti del Consiglio d'Amministrazione.
La situazione era indubbiamente più delicata per un Consorzio come il CSI, che era costituito da due fondatori come l'Università di Torino e il Politecnico, che all'interno del Consiglio d'Amministrazione doveva vedere la partecipazione anche degli altri consorziati, anche per esercitare il controllo analogo. Quindi, la riduzione da nove componenti a cinque è stato un percorso: ci sono stati degli approfondimenti, la Regione Piemonte, alla fine, ha recepito in toto la norma contenuta nelle previsioni della finanziaria; pertanto, ad oggi, ci troviamo nella situazione di dover ridurre a cinque.
In questa fase stiamo facendo i necessari approfondimenti tecnici per arrivare a ricondurre a cinque il Consiglio d'Amministrazione e per arrivare a dare piena operatività al Consiglio d'Amministrazione nel rispetto della legge, nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale e anche nel rispetto del ruolo della Regione Piemonte, che è un consorziato: ha una quota consortile del 20%, ma, ovviamente, non possiede la maggioranza. Quindi, come ricordava la Consigliera Cerutti, è necessario anche un accordo con gli altri enti consorziati, dal momento che le modifiche statutarie devono essere approvate in Assemblea con i due terzi con una maggioranza assolutamente qualificata, cioè i due terzi dell'Assemblea.
Quindi, in questo momento, stiamo facendo gli approfondimenti per gestire questo percorso nel rispetto della legge e anche nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale e del ruolo anche dei Consiglieri regionali.
Per quanto riguarda, invece, la strategia sul futuro del CSI, credo che avremo modo di confrontarci in questa e in altre sedi. È stato richiesto dal Partito Democratico un Consiglio regionale straordinario sul tema; c'è stata anche una proposta di calendarizzazione, che immagino domani verrà formalizzata nella Conferenza dei Capigruppo: c'era una prima ipotesi prevista per martedì prossimo alle ore 17. Ovviamente, c'è la piena disponibilità della Giunta, dell'Assessore Giordano - la mia è scontata - e dell'Assessore Porchietto ad essere presenti; c'è un ordine del giorno firmato da alcuni Consiglieri del Pdl e quella potrebbe essere l'occasione per discuterne.
Quindi, per quanto riguarda la strategia, credo che il confronto sia aperto e sia anche opportuno svolgerlo nelle sedi deputate.
Invece, per quanto concerne la domanda che è stata posta: la Consigliera Cerutti chiede di sapere se la Regione Piemonte nella prossima assemblea del Consorzio proporrà la decadenza del Direttore Generale.
Il Direttore Generale del CSI, che è, appunto, Stefano De Capitani, è stato assunto dal precedente Consiglio d'Amministrazione e dura in carica per cinque anni. Le dimissioni dell'attuale Consiglio d'Amministrazione non costituiscono presupposto per la decadenza del Direttore Generale, neppure esistono previsioni statutarie in tal senso; anzi, in questa fase, direi che la presenza del Direttore generale può assicurare il funzionamento del Consorzio e la regolare erogazione dei servizi ai consorziati.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.39 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ricordo ai signori Consiglieri che da questo momento, per chi ancora non avesse provveduto, decorrono i 15 minuti per apporre la firma elettronica di inizio seduta. Pertanto, vi invito a firmare ai tablet posizionati alla mia sinistra o alla mia destra.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bussola, Cantore, Costa Raffaele, Cota, Giordano, Goffi, e Motta Massimiliano.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'Anno 2011"


PRESIDENTE

Chiedo un po' di attenzione per il prosieguo dell'esame del disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'Anno 2011", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta del 23 giugno 2011 all'articolo 7 ter sono stati illustrati i subemendamenti rubricati n. 109) e 227): l'esame è stato sospeso in assenza dell'Assessore competente.
Successivamente, siamo passati alla trattazione dell'articolo 8 - che oggi concluderemo per poi tornare all'articolo 7 ter - di cui sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 38), 139), 50), 219) e 141).
Nell'ambito del dibattito generale sono intervenuti alcuni Consiglieri.
Poi ci sono state le rinunzie per le dichiarazioni di voto sull'articolo e gli emendamenti, ed è stato posto in votazione il primo emendamento rubricato n. 38: la votazione non è risultata valida per due volte per mancanza del numero legale.
Pertanto, dobbiamo ripartire con una serie di votazioni, relativamente ai cinque emendamenti all'articolo 8, cominciando dall'emendamento rubricato n. 38) a firma dell'Assessore Bonino.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Bonino: Prima del comma 1 dell'articolo 8 sono aggiunti i seguenti commi: La rubrica dell'articolo 8 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422) è sostituita dalla seguente: "Agenzia per la mobilità metropolitana e regionale".
Al comma 1 dell'articolo 8 della l.r. 1/2000, le parole: "consorzio denominato Agenzia per la mobilità metropolitana", sono sostituite dalle parole: "ente pubblico di interesse regionale".
Dopo il comma 1 dell'articolo 8 della l.r. 1/2000 è aggiunto il seguente: "1 bis. L'Ente pubblico di cui a comma 1, istituito e disciplinato dalla presente legge, assume forma di consorzio e la denominazione: "Agenzia per la mobilità metropolitana e regionale".
Al comma 2 dell'articolo 8 della l.r. 1/2000, così come sostituito dall'articolo 2 della legge regionale 19 luglio 2004, n. 17, le parole: "in ambito metropolitano" sono soppresse.
Il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38).
Il Consiglio approva.
L'emendamento rubricato n. 139) è stato ritirato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: All'art. 8 comma 1 vanno eliminate le parole "Le suddette risorse sono erogate dalla Regione direttamente anche alle aziende di trasporto secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 219) presentato dai Consiglieri Taricco, Manica Ronzani, Lepri, Muliere, Gariglio, Reschigna, Motta Angela: Al comma 1 dell'articolo 8 (Modifica alla legge regionale 4 gennaio 2000 n. 1) del DDL n. 101, dopo le parole "Le suddette risorse sono erogate dalla Regione direttamente anche alle aziende di trasporto secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale" sono inserite le seguenti parole ", sentita la Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 219), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Taricco, Gariglio: I commi 2,3 e 4 dell'articolo 8 (Modifica alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1) del disegno di legge n. 101, sono soppressi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 bis Vi chiedo di prestare un po' di attenzione: su questo articolo c'è una serie di emendamenti e subemendamenti di opposizione e di maggioranza che decadono.
La Giunta regionale ha ritirato l'emendamento n. 285), sul quale poggiavano una serie significativa di subemendamenti, cui prima mi riferivo.
In luogo del 285) la Giunta regionale ha presentato due nuovi emendamenti.
Il primo è l'emendamento rubricato n. 367), il secondo n. 368).
stato riferito alla Presidenza che vi è stata un'intesa che questi emendamenti sostituiscono tutto il blocco degli emendamenti, che andrebbe a decadere.
Se è corretto e l'Aula acconsente, procediamo con l'illustrazione dell'emendamento n. 367) e dell'emendamento n. 368).
Se non è corretto e sono stato male informato o se ci sono stati dei cambiamenti, chiedo chi intende intervenire di metterne a conoscenza la Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.40 riprende alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stiamo trattando una legge complessa. Dovevamo togliere una serie significativa di emendamenti. Credo che, indipendentemente se di opposizione o di maggioranza, anche solo per il fatto di averli pensati e scritti, i Consiglieri che sono interessati devono essere messi in condizione di capire che cosa sta avvenendo. Pertanto, richiamo l'attenzione dell'Aula.
Prima di dare la parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione degli emendamenti n. 367) e n. 368), sostitutivi - è scorretto definirli così, ma per praticità li voglio chiamare in questo modo - di tutto il blocco degli emendamenti, comunico che è pervenuta alla Presidenza del Consiglio comunicazione che l'emendamento rubricato n. 6), che poggia sull'articolo 7 ter, a firma dei Consiglieri Pedrale, Tiramani, Carossa Angeleri e Vignale è ritirato.
Emendamento rubricato n. 367) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sacchetto: Art. 7 bis 1. Il comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 70/1996, è sostituito dai seguenti: 2. I cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero possono essere ammessi in misura non superiore al 10 per cento dei cacciatori ammissibili per ogni ATC ed al 5 per cento di quelli ammissibili per ogni CA; le percentuali possono essere modificate, su richiesta dei Comitati di gestione, in accordo con l'Osservatorio regionale, dalla Giunta regionale sentita la Commissione consigliare competente.
2 bis. La Giunta regionale, anche in deroga a quanto previsto ai commi 1 e 2, disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio, anche temporaneo, di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa.
2 ter. La disciplina di cui al comma 2 bis, ad eccezione della caccia al cinghiale, prevede l'obbligo di accompagnamento del cacciatore da parte di personale esperto, incaricato dagli ATC o CA interessati, e che abbia seguito un corso formativo secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale. Il cacciatore accompagnato non è soggetto alle disposizioni di cui all'articolo 37. In deroga a quanto previsto all'articolo 41, la Giunta regionale, con propria deliberazione, sentita la Commissione consiliare competente, fissa i requisiti necessari.
2. Dopo l'articolo 29 della l.r. 70/1996, è inserito il seguente: 29 bis. (Interventi di contenimento straordinari) 1. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, per le esigenze ambientali, di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo, delle produzioni zootecniche ed agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone e cose, definisce annualmente l'elenco delle specie oggetto di controllo straordinario.
2. Le Province, anche su richiesta dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini competenti per territorio dei concessionari di aziende faunistico-venatorie e di aziende agri turistico-venatorie, approvano, previo parere dell'Ispra, piani di contenimento delle specie indicate nell'elenco di cui al comma 1 finalizzati al raggiungimento del livello compatibile con le caratteristiche ambientali, le esigenze di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo e delle produzioni zootecniche ed agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone e cose.
3. Per la realizzazione dei piani di contenimento straordinari le Province autorizzano i cacciatori nominalmente indicati, anche a titolo oneroso, dai comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini competenti per territori.
4. La Provincia informa la Regione sui provvedimenti inerenti ai piani di contenimento straordinari e, al termine dei suddetti interventi, trasmette alla Giunta regionale una relazione concernente i dati relativi alle operazioni svolte ed ai loro risultati.".
3. Il secondo periodo del comma 5 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996, è sostituito dal seguente: Ai sensi dell'articolo 11 quaterdecies, comma 5 della legge 2 dicembre 2005, n. 248, l'esercizio venatorio per la caccia di selezione agli ungulati appartenenti a specie cacciabili può essere autorizzato, per sesso e classi d'età, dal 1° giugno al 15 marzo dell'anno successivo.
4. La lettera a) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r. 70/96 è sostituita dalla seguente: a) cinghiale: dieci capi annuali; ungulati appartenenti a specie cacciabili e mufloni: il prelievo è in base ai piani annuali proposti dagli organismi di gestione degli ATC e dei CA, approvati dalla Giunta regionale;.
5. Il comma 3 dell'articolo 46 della l.r. 70/96 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 368) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sacchetto): Il comma 4 dell'articolo 48 della l.r. 70/1996, è sostituito dal seguente: 4. L'uso del fucile con canna ad anima rigata è consentito per la caccia di selezione agli ungulati nell'ambito dei piani di prelievo selettivo e per il prelievo delle specie cinghiale e volpe. La Giunta, sentita la Commissione consiliare competente, ne regolamenta le limitazioni nell'ambito dei criteri di sicurezza.
La parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione degli emendamenti n.
367) e n. 368).



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia

Grazie, Presidente.
Potrei anche darlo per illustrato, visto che nelle ultime settimane abbiamo fatto una notevole opera di mediazione insieme ai colleghi del Consiglio regionale, che appunto hanno portato a questa sintesi che prevede due emendamenti, il 367) e il 368), che vanno a focalizzare l'attenzione sull'emergenza più importante e più contingente, quella legata ai gravi danni che le specie ungulate procurano all'interno della nostra Regione e in particolar modo, dei danni nei confronti dell'agricoltura e l'incremento degli incidenti stradali.
Quindi, da qui sono nati questi due emendamenti che ho presentato, che vanno ad azzerare tutto il resto presentato sia dalla maggioranza che dall'opposizione.



PRESIDENTE

Bene. Gli emendamenti della Giunta regionale rubricati n. 368) e n.
369) sono stati illustrati. Pertanto mi sembra vi siano le condizioni per immaginare che, con la votazione di questi due emendamenti, decada tutto il blocco subemendativo che poggiava sull'emendamento della Giunta ritirato.
Chiedo se nella fase della discussione generale sugli emendamenti e sull'articolo ci siano richieste di intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Devo dire che noi avevamo visto - e avevamo manifestato anche grossa perplessità - l'impianto degli emendamenti che la Giunta in un primo momento aveva presentato. Per quel che ci riguarda, relativamente all'emendamento n. 367), concordiamo sostanzialmente sui contenuti l'avevamo già detto - anche perché il merito dell'emendamento n. 367) è quello emerso nell'ambito dell'audizione...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere.
Non so cosa succede oggi, però vi chiedo veramente una cortesia, perch ho difficoltà come Presidente a seguire, e immagino l'abbiano anche i Consiglieri.
Credo però che dovremmo dedicare un certo tempo, con un certo impegno e un certo garbo, ad un provvedimento sul quale siamo impegnati da mesi. Mi sembra che oggi potrebbe essere anche la giornata risolutiva o che ci porti quantomeno in fase avanzata, pertanto chiedo maggiore attenzione. Vi ringrazio.
Continui, Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Dicevo che per quel che ci riguarda l'emendamento n. 367) è una risposta a quel che era emerso come necessario pronto intervento per la limitazione dei danni nel corso dell'audizione in Sala Viglione. Da questo punto di vista, conveniamo sui contenuti di questo emendamento, mentre non ci esprimeremo sull'altro emendamento che ci pare non rivestisse quel carattere di urgenza che ci sembrava dovesse stare al centro dell'inserimento, in una norma come il collegato alla finanziaria, di materie che sono in corso di trattazione in un parallelo percorso di legge e che credo in quella sede debbano trovare i necessari approfondimenti per l'approvazione.
Convenendo dunque sull'emendamento n. 367), lo sosterremo; per tutto il resto non ci sentiamo di poter dire altrettanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 367), che - non è mistero per nessuno, basta vedere gli atti consiliari presentati - è una forma di mediazione cui si è dovuti addivenire, porta certamente alcune migliorie significative; ci permettiamo però di dire che non va totalmente incontro neanche a quelle che erano le richieste fatte in sede di audizione. Cito soltanto due modifiche.
In merito all'inserimento dell'ISPRA, il collega Taricco, che ha fatto l'Assessore, sa bene che in realtà l'articolo 29 bis non riguarda quella fattispecie: l'ISPRA è soggetto da consultare correttamente quando si realizzano i calendari venatori ma secondo noi, quando si mettono in campo misure straordinarie - come il comma sugli interventi speciali prevede non è concettualmente corretto richiedere un parere all'ISPRA, perché non si sta trattando una forma di caccia ma una forma di selezione.
Evidentemente, però, vi sono alcuni aspetti positivi che vanno incontro alle richieste che provenivano non tanto e non soltanto dal mondo venatorio, quanto e soprattutto - perché va ricordato - dal mondo agricolo cioè dalle associazioni che, con più determinazione in sede di audizione hanno richiesto un intervento immediato prima dell'approvazione della legge; a farlo sono state proprio le associazioni agricole. Allora certamente alcuni commi dell'articolo - quello relativo al prolungamento del periodo di caccia e all'aumento del numero di capi e quelli che intervengono sulle specie dannose - sono certamente positivi.
Vi è un altro aspetto che però non può essere dimenticato; per carità lo affronteremo nella discussione generale della riforma della legge, ma andava chiaramente incontro ad una richiesta che proveniva dai soggetti che abbiamo audito, e cioè il comma 5 dell'articolo 29: quello che prevedeva la possibilità di piani di abbattimento all'interno dei Parchi ad opera di cacciatori a titolo oneroso.
I piani di abbattimento nei Parchi oggi si attuano e sappiamo bene che sono ampiamente insufficienti. Lo sappiamo perché basta leggere le interrogazioni o gli ordini del giorno che colleghi tanto di maggioranza quando di minoranza hanno presentato: gli animali "intelligentemente" comprendono che alcune aree protette sono aree di rifugio e come tali le utilizzano.
Allora, credo che sia stato un oggettivo errore l'aver disinserito il comma 5 di quella parte della legge, cioè quello che prevedeva i piani di abbattimento all'interno dei Parchi a titolo oneroso ad opera dei cacciatori, che avrebbe avuto due grandi vantaggi: una riduzione delle specie e anche un introito economico positivo, non soltanto per i Parchi ma anche sul versante turistico. Lo dico perché credo che, in un pacchetto che si limitava a misure volte alla riduzione del danno, quella fosse una misura assolutamente indispensabile.
Accogliamo positivamente quest'altra, augurandoci però - e concludo Presidente - vada a buon fine una raccomandazione provenuta soprattutto dai colleghi di opposizione, che più di una volta hanno detto non essere corretta la modifica della legge attraverso il collegato alla finanziaria ma essere corretta la revisione della legge in Commissione. Allora, credo che il nostro compito sia questo, riprendendo però anche l'urgenza che i soggetti auditi ci hanno manifestato: certamente non su tutto l'impianto ma su una parte importante certamente sì. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda gli emendamenti, ha già detto il collega Taricco: sul n. 367) esprimeremo parere favorevole perché è stato oggetto di un lungo confronto tra i Gruppi consiliari; esprimiamo quindi questo parere anche se con dei dubbi. Non sarà certo così per quanto riguarda il n. 368) però vorrei dire al collega Vignale che noi lo abbiamo detto durante queste ripetute sedute del Consiglio sul collegato alla finanziaria: per quanto ci riguarda c'è la piena disponibilità a discutere anche in tempi celeri la modifica della legge 70 in Commissione.
Siamo disponibili a discutere, entrare nel merito e arrivare ad una modifica della legge sull'attività venatoria; per quanto ci riguarda c'era questa disponibilità e la confermiamo nuovamente oggi, come abbiamo fatto in precedenza; da questo punto di vista, quindi, siamo pronti ad iniziare il lavoro in Commissione.
Non condividiamo l'emendamento n. 368) perché non capiamo l'urgenza di permettere l'utilizzo del fucile con canna ad anima rigata. Qui si dice infatti che poi bisognerà elaborare un regolamento per l'utilizzo della canna rigata e sentire la Commissione: non capisco l'urgenza. Siccome noi abbiamo sentito nell'audizione quali erano le urgenze - che sono raccolte nell'emendamento n. 367) - se adesso noi approviamo il n. 368) (cioè l'utilizzo del fucile a canna rigata per l'abbattimento e l'attività di selezione per il cinghiale e la volpe) dobbiamo regolamentarne l'utilizzo e sentire la Commissione.
Dov'è l'urgenza? Qual è la necessità di approvare questo emendamento? Vorrei davvero far riflettere i colleghi: allora, se volete, introduciamo questa questione all'interno della modifica della legge. Non capisco che cosa c'entri con l'urgenza questo emendamento? Piuttosto - mi rivolgo a chi svolge attività venatoria, oltre che all'Assessore competente - sarebbe forse più importante ritornare sulla questione dell'utilizzo delle radio per i cacciatori per quanto riguarda gli interventi sugli ungulati, perch c'è un problema di sicurezza. Quella, semmai, è la questione. Invece, il fucile con la canna rigata sinceramente...



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia (fuori microfono)

più sicuro!



MULIERE Rocco

Possiamo discuterne. Francamente, non ne sono convinto, ma possiamo discuterne, Assessore.
Non capisco, però, cosa c'entri con l'urgenza, visto che dobbiamo regolamentarne l'utilizzo e sentire la Commissione competente.
Forse dell'emendamento n. 368) se ne può fare a meno, perché non risponde all'esigenza dell'urgenza. Assolutamente! Noi siamo contrari anche per questa ragione. Se vogliamo rispondere all'esigenza di garantire la sicurezza, forse, Assessore, avrebbe dovuto ascoltare le associazioni venatorie che le hanno posto la questione dell'utilizzo delle radio.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia (fuori microfono)

Ma le radio siete voi che non le volevate, cosa dice!



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia (fuori microfono)

MULIERE Rocco (fuori microfono)



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia (fuori microfono)

Presidente, ho posto delle questioni. Non voglio che l'Assessore mi risponda così!



(Commenti dell'Assessore Sacchetto)



MULIERE Rocco

Se pongo delle questioni, mi risponda ufficialmente; non facciamo discussioni da bar!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'iter che ha seguito l'emendamento in questione - e più in generale l'argomento del prelievo venatorio - all'interno del collegato alla finanziaria ha raggiunto, quantomeno, un punto finale. Ne prendiamo atto.
Il Gruppo consiliare che rappresento ha espresso, fin da subito, la propria contrarietà all'inserimento di quella che, inizialmente, era una piccola legge all'interno del collegato alla legge finanziaria, così come hanno fatto altri Gruppi di opposizione.
Vi è stata, comunque, una volontà di confronto e ci riteniamo piuttosto soddisfatti della modalità adottata. Alcune istanze - devo dire poche sollevate nei nostri emendamenti sono state in qualche modo recepite in questi articoli finali, di cui l'Assessore Sacchetto ne è il primo firmatario.
Dopo un lungo periodo in cui i partiti di maggioranza non accoglievano quello che poteva essere il massaggio lanciato dalle associazioni e da tutti gli auditi, secondo il quale sarebbe stato più opportuno discutere dell'argomento venatorio nel suo complesso nella competente Commissione con la trattazione delle relative proposte di legge (ben quattro) che in questo momento sono in giacenza presso la IV Commissione, mi fa piacere rilevare che in questo momento vi sia quasi una presa di coscienza di quella era la volontà degli auditi.
In merito all'emendamento rubricato n. 367) abbiamo riscontrato una confusione nella stesura tra quella che è la caccia e i contenimenti straordinari; si tende, cioè, a fare un sunto non così organico.
Continuiamo a ribadire, quindi, che forse la cosa migliore sarebbe quella di cancellare tutto e discuterne all'interno delle Commissioni.
Rimangono dei punti piuttosto importanti che non riteniamo opportuno avallare; mi riferisco, ad esempio, all'importazione di cacciatori esterni (rispetto al territorio) ed esteri (rispetto al territorio nazionale).
Ricordo che vi è un importantissimo documento sottoscritto da decine di migliaia di piemontesi: si tratta si una proposta referendaria che finalmente, dopo un iter di più di vent'anni, dovrà per forza essere calendarizzata nella prossima primavera - auspicabilmente - e su questo si basa la proposta di legge di cui siamo firmatari.
Ribadiamo la nostra disponibilità al confronto stretto affinché si giunga ad una conclusione nel più breve tempo possibile in Commissione.
Crediamo, invece, di non dover neanche prendere in considerazione l'emendamento rubricato n. 368), perché va esattamente nella direzione contraria rispetto a quello che dovrebbe essere il principio di sicurezza di questa attività.
Dunque, il Movimento 5 Stelle, nonostante riscontri una flebile disponibilità e l'accoglimento molto parziale di alcune istanze sollevate nei nostri emendamenti, non ritiene di votare a favore di entrambi gli emendamenti. Esprimiamo quindi parere contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Alla fine, dopo un lungo lavoro con il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Italia dei Valori e l'Assessore, si è riusciti a giungere ad una quadra. In effetti, sin dall'inizio noi avevamo espresso insieme ad altri, la nostra contrarietà ad affrontare l'argomento in questo ambito.
Mi fa piacere rilevare che dall'altra parte alcuni di coloro che sostenevano una delle leggi completamente diversa in termini di approccio filosofico rispetto alla nostra, quella che reca come firmatario il Gruppo di Italia dei Valori e il Movimento 5 Stelle, oggi riconosca l'importanza di una discussione in Commissione.
Noi lo ribadivamo già da due mesi ed è il motivo per cui si è ritardata la trattazione del disegno di legge n. 101.
Comunque una mediazione possibile con l'Assessore è stata fatta e sebbene, a nostro modesto avviso, non sia sufficiente per assecondare appieno le nostre richieste, capiamo che quando due filosofie si confrontano e, magari, si scontrano, è necessaria una mediazione. Del resto, in democrazia valgono i numeri e siamo sicuri che qualora si accetti e si giunga al referendum richiesto da molto tempo dalla popolazione piemontese (perché a questo punto si giungerà inevitabilmente), quei numeri parleranno. Sono certo che quei numeri rimetteranno in discussione quello che si sta facendo.
Riprendendo il discorso sull'anima rigata del fucile che l'amico Muliere prima aveva sollevato, si rilevo che, effettivamente, sotto un profilo squisitamente di sicurezza, noi lo riteniamo - lo diciamo a gran voce, affinché rimanga a verbale - estremamente pericoloso. Tale modalità era nata per l'utilizzo in zona montana, dove di solito la selvaggina non scappa a valle ma a monte. Quindi è ovvio che il colpo si perde e si esaurisce nel terreno della montagna, che sale. Utilizzarlo in pianura con un raggio lungo d'azione che, a volte, potrebbe superare i tre chilometri lo ritengo estremamente pericoloso.
Vivo in una zona di caccia del Monferrato e spesso arrivano nel mio cortile i pallini dei fucili dei cacciatori: immagino se arrivasse in testa un pallottola di quel calibro: qualcuno potrebbe essere contento, ma io no.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Voglio ringraziare tutti i Consiglieri, maggioranza e minoranza, ma in particolare l'Assessore Sacchetto, per aver contribuito a modificare gli emendamenti, tra cui l'emendamento 367).
L'emendamento n. 367) è stato inserito in comune accordo per le urgenze. Le urgenze legate agli ungulati, ai cinghiali che creano non solo danno agricolo ma, un altro aspetto da non sottovalutare - che ho già sottolineato in Commissione - gli incidenti stradali che tali animali provocano su tutte le strade del Piemonte. Per questo sono favorevole all'emendamento.
Sono favorevole anche all'emendamento n. 368), sull'uso del fucile a canna rigata. Chi vi parla è un cacciatore, ho già avuto modo di adoperare la canna rigata, e in questo caso viene solamente usato dalle guardie per tenere sotto controllo la specie dei nocivi, in questo caso della volpe che è un animale nocivo.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere chiede di intervenire sulla discussione generale? Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 367).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 368).
Il Consiglio approva.
Ribadisco che, con il ritiro dell'emendamento n. 285) della Giunta tutto il blocco dei subemendamenti è stato dichiarato decaduto dall'Ufficio di Presidenza.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7 bis, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 ter Come ricorderete, l'articolo 7 ter, in prima versione, è stato completamente ritirato per un accordo.
Perché riemerge un articolo 7 ter? Perché nel frattempo è stato presentato da parte della Giunta regionale a firma dell'Assessore Cirio, l'emendamento n. 374), sul quale, com' è stato comunicato alla Presidenza, vi è ampia condivisione da parte dell'Aula.
Emendamento rubricato n. 374) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cirio: "all'articolo 2, viene aggiunto il seguente comma 4: nell'ambito delle fiere del tartufo riconosciute dalla Regione Piemonte e limitatamente al periodo di durata delle stesse, al fine di poter permettere un effettivo controllo sulle attività di vendita del prodotto fresco e di garantirne la tracciabilità a tutela dei consumatori, le amministrazioni comunali possono regolamentare con appositi criteri e limitazioni la vendita del prodotto fresco su tutto il territorio comunale" Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Ho presentato un emendamento sul tartufo perché invade competenze del turismo, dell'agricoltura e della montagna.
Si tratta di un emendamento che dà la facoltà ai Sindaci del Piemonte che ospitano nei loro comuni fiere - esiste un albo delle fiere ufficiale del tartufo della Regione Piemonte - di limitare e regolamentare la vendita del tartufo su aree pubbliche durante i periodi della fiera.
Le fiere del tartufo, in tutto il Piemonte, hanno stand dedicati in cui si controlla il prodotto, si fanno le verifiche e le promozioni. Tutto funziona se contestualmente i Sindaci possono ordinare che, al di fuori di quegli spazi, non si venda il tartufo, altrimenti non riescono più a controllarlo.
Tale norma, concordata con gli uffici del commercio, dà la facoltà ai Sindaci che lo vogliono di regolamentare, come vogliono, la vendita del tartufo su aree pubbliche durante il periodo delle fiere del tartufo.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Siamo favorevoli all'emendamento, anche perché risponde ad una precisa esigenza creatasi a seguito di contestazioni a regolamenti comunali. I Comuni si sono visti invalidare il divieto perché non poggiavano su nessuna legge. Mettiamo in condizione i Comuni di poter meglio governare la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Sono pienamente favorevole a quanto proposto dall'Assessore Cirio perché è una garanzia, una serietà e una trasparenza che vogliamo dare ai nostri territori, salvaguardando il tartufo bianco di un determinato territorio e non di un altro.
Così facendo, ci sarà più controllo e più serietà: ben venga la tracciabilità e la salvaguardia di questo prodotto.
Il nostro voto sarà favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Semplicemente per affermare che l'emendamento dell'Assessore Cirio mi trova d'accordo.
Una regolamentazione nell'ambito delle fiere del tartufo penso sia cosa buona e saggia, quindi avrà il nostro voto favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 374).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 142) presentato da Consiglieri Cattaneo Reschigna, de Magistris: Prima del comma 1 dell'art. 9 sono inseriti i seguenti commi: 01. Il comma 9 dell'articolo 8 della legge regionale 17 gennaio 2088, n. 2 (Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni agli enti locali) è sostituito dal seguente: "9. Ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera K), la Regione, d'intesa con il gestore del servizio pubblico di linea, individua le aree e le strutture da destinare all'esercizio del servizio pubblico di linea e le affida in concessione al gestore, previo versamento al comune o alla gestione associata di un canone determinato dalla Regione in relazione alla natura pubblica del servizio prestato ed agli oneri affidati. Compete al gestore ogni intervento necessario al mantenimento in efficienza dei beni concessi.
E' vietata ogni forma di subconcessione." 02. Il Comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 17 gennaio 2008, n. 2 (Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni agli enti locali) è sostituito dal seguente: "1. Il soggetto richiedente l'occupazione di un bene del demanio idrico della navigazione interna versa il canone previsto e fornisce al comune o alla gestione associata le idonee garanzie della corretta occupazione del bene demaniale".
03. Il comma 2 dell'articolo 9 della legge regionale 17 gennaio 2088, n. 2 (Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni agli enti locali) è sostituito dal seguente: "2. Le garanzie di cui al comma 1 sono definite dal comune o dalla gestione associata e riportare sui provvedimenti di cui all'articolo 8 , comma 2 lettere a) e b), in relazione alla tipologia della concessione, alla trasformazione dei luoghi e alla durata temporale dell'occupazione richiesta." Dopo il comma 1 è inserito il seguente comma 2: 2. Dopo il comma 2 septies dell'articolo 28 della legge regionale 17 gennaio 2008, n. 2 (Disposizioni in materia di navigazione interna, demanio idrico della navigazione interna e conferimento di funzioni agli enti locali) è sostituito dal seguente: "2 octies. Sino alla scadenza delle concessioni dei beni del demanio idrico della navigazione interna rilasciate dalle autorità demaniali competenti tutti i depositi cauzionali versati conservano la loro efficacia a garanzia della corretta occupazione del bene demaniale." Emendamento rubricato n. 51) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: All'art. 9 comma 1 vanno sostituite le parole "può concorrere alla spesa" con le parole "si fa carico del controllo e si riserva il benestare finale".
Emendamento rubricato n. 218) presentato dai Consiglieri Taricco, Manica Lepri, Ronzani, Pentenero, Muliere, Gariglio, Reschigna, Motta Angela: Al comma 1 dell'articolo 9 (Modifiche alla legge regionale 17 gennaio 2008 n. 2) del disegno di legge n. 101, le parole "può concorrere alla spesa" sono sostituite dalle seguenti "concorre alla spesa almeno per l'80 per cento".
Iniziamo con l'emendamento n. 142).
Al primo comma viene riscritto il comma della legge n. 2 del 2008 parificando la situazione delle concessioni pubbliche rispetto a quelle private.
I commi 2, 3 e 4 sono tre commi necessari per risolvere l'annoso problema della cosiddetta cauzione per le concessioni dei posti sugli scivoli e i posti barca in acqua.
Il comma 2 viene descritto in modo che il soggetto che richiede l'occupazione di un bene del demanio idrico, della navigazione interna quindi lo scivolo o il posto in porto, versi il canone previsto - e questo è già previsto dalla legge, con le tabelle di tariffa - e fornisca al Comune o alla gestione associata - com'è noto, questa gestione è stata trasferita ai Comuni da parte della Regione - idonee garanzie. Quindi, non si parla più di cauzione, ma di idonee garanzie.
Il problema della cauzione consiste nel fatto che la cauzione era pari al canone del primo anno e rimaneva indisponibile sia per l'ente, che doveva versarla su un conto apposito non potendo usufruirne, essendo le cauzioni sottoposte a potenziale restituzione, sia per il privato, che utilizzava dei propri soldi per costituire una garanzia reale, che rimanevano infruttiferi e bloccati.
Il comma 3 riguarda la questione relativa alla trasformazione dei luoghi e alla durata temporale dell'occupazione richiesta, quindi viene confermata come nell'articolo originario.
L'ultimo comma risolve il problema delle concessioni in essere, nel senso che le cauzioni delle concessioni in essere che sono state versate nel frattempo, saranno restituite all'atto della scadenza. La concessione dura sei anni, poi l'eventuale rinnovo o la nuova concessione sarà fatta con la nuova tipologia, quindi con le garanzie idonee e reali che il Comune competente o la gestione associata andrà autonomamente ad individuare.
Passiamo ora all'emendamento rubricato n. 51).
I Consiglieri Bono e Biolé lo danno per illustrato.
Relativamente all'emendamento rubricato n. 218), la parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Siamo favorevoli all'articolo che è stato presentato.
Consideriamo positivo sostenere che la Regione può concorrere alle spese di garanzia della sicurezza nella navigazione sui laghi e, con quest'emendamento, abbiamo immaginato che l'intervento della Regione copra l'80%.
Aggiungo un'altra riflessione: abbiamo già avuto modo di esporre una questione in sede di Commissione, alla presenza dell'Assessore Bonino, che però non vedo in aula. Sarebbe veramente opportuno, Presidente, che la discussione sui singoli articoli del collegato fosse organizzata in modo che gli Assessori competenti per materia possano essere presenti in aula.
Qual è il punto che voglio ribadire all'interno di questa discussione? Da alcuni anni a questa parte, emulando anche un atteggiamento assunto dalla Regione Lombardia sulla stessa materia, la Regione Piemonte concorre con propri contributi, alla presenza della Guardia Costiera sul Lago Maggiore.



RESCHIGNA Aldo

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo

L'Assessore Bonino potrebbe anche essere presente!



PRESIDENTE

Ascoltando il Consigliere Reschigna, ho richiamato l'attenzione del Vicepresidente della Giunta; l'Assessore Bonino ha lasciato l'aula, poich aveva un impegno, ma ha fatto in modo che il Vicepresidente fosse nelle condizioni di trattare quest'articolo e questi emendamenti.
Prego.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, così come nella precedente seduta abbiamo avuto la disponibilità a non seguire pedissequamente l'articolato, ma a consentire di incominciare gli articoli relativi al trasporto pubblico locale, poich era presente l'Assessore Bonino e non c'era l'Assessore regionale alla caccia, potremmo fare così anche oggi.
Se l'Assessore Bonino, in coda alle votazioni sulle norme relative al trasporto pubblico locale, avesse chiesto di anticipare la discussione di quest'articolo, non ci sarebbe stata nessuna difficoltà e nessun problema da parte nostra.
Ribadisco, ora, un concetto: la Regione da alcuni anni, non è una scelta...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Comba, per favore. Grazie.
Continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Ribadisco questo concetto: da alcuni anni, quindi non è una scelta nata con quest'Amministrazione regionale, per essere chiari, la Regione concorre alla presenza della Guardia Costiera sul lago Maggiore.
L'intervento economico è rilevante. La presenza della Guardia Costiera sul Lago Maggiore è una presenza limitata, nel senso che svolge alcune funzioni e alcuni compiti. Per assurdo - e lei lo sa, perché arriva dal Lago Maggiore - sul Lago Maggiore ci sarebbe la presenza dei motoscafi dell'Arma dei Carabinieri, che non funzionano, perché non hanno il carburante per funzionare, la presenza dei motoscafi della Polizia di Stato, che raramente escono, e la presenza della Guardia di Finanza, che svolge una funzione soprattutto sul confine.
Pertanto, così com'è stato fatto in modo intelligente sul Lago d'Orta dove è stato fatto un accordo con l'Arma dei Carabinieri in base al quale viene garantito un modesto contributo all'Arma dei Carabinieri in cambio della tutela di quel servizio, l'Amministrazione regionale potrebbe concorrere più adeguatamente e con meno impegno economico di quanto faccia attualmente, a sostenere Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Corpo dei Vigili del Fuoco negli interventi di sicurezza e di soccorso sul Lago Maggiore a favore delle persone, piuttosto che tirare fuori - a me risulta qualche centinaia di migliaia di euro per pagare la Guardia Costiera che viene durante l'estate a fare questo tipo di servizio.
Credo che con un decimo, se non un quinto delle risorse economiche che attualmente la Regione mette a disposizione per questo servizio, il servizio verrebbe svolto in misura assolutamente appropriata, senza grandi oneri economici e soprattutto dando valore e importanza a delle presenze che sul lago ci sono tutti gli anni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Chiedo scusa per la non competenza sui trasporti, però con l'Assessore Bonino ci eravamo confrontati circa gli emendamenti.
Ho seguito con attenzione l'intervento del Presidente Reschigna e devo dire che, per quanto riguarda l'argomento che lui ha sollevato, credo che ci sia attenzione da parte della Giunta sull'uso e sulla possibilità di lavorare in accordo con le forze dell'ordine e razionalizzare i contributi su questo.
Mi pare che gli emendamenti su cui la Giunta è chiamata a dare il parere non riguardano questo nello specifico. Pertanto, il parere della Giunta è negativo sugli emendamenti, ma mi riservo con la collega Bonino di predisporre e poi fare un approfondimento in Commissione per quanto riguarda invece la possibilità di lavorare su dei protocolli.
C'è invece parere favorevole rispetto all'emendamento rubricato n.
142). Sull'emendamento n. 51) il parere è negativo, così pure sull'emendamento n. 218).



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

L'Assessore Quaglia però non ha risposto alla questione che ha posto il collega Reschigna, che mi sembra chiarissima.
Sulle questioni invece sulle quali è possibile essere d'accordo, siamo d'accordo.
L'emendamento dice che la Regione concorre nella misura massima dell'80%. Siamo d'accordo? Sì.
Questo non è detto nell'emendamento, ma può essere oggetto di un impegno da parte della Giunta. Ha ragione il mio Capogruppo Reschigna a sostenere che quelle risorse andrebbero più utilmente impiegate per consentire, se ho inteso bene, a Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di fare attività di vigilanza sul lago e garantire la sicurezza. Se è sì, e non vedo perché dobbiamo spendere soldi per prendere da Genova la Guardia Costiera perché venga sul Lago Maggiore, la Giunta accetti questa sollecitazione e si ponga nell'ottica di vedere in che modo noi quelle che stabiliamo vadano investite nella misura massimo dell'80%, possano essere più utilmente impiegate per finanziare quei Carabinieri, quella Polizia e quella Guardia di Finanza che il centrodestra, che agita il tema della sicurezza per 24 ore al giorno, non finanzia perché non hanno i soldi per la benzina per girare con i motoscafi. Di questo stiamo parlando Consigliere Pedrale.
Voi ci fate i concioni sulla sicurezza tutto il giorno, anche gli amici della Lega, poi scopriamo che sul Lago Maggiore la Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza non possono viaggiare, perché manca la benzina.
Capite qual è la contraddizione, il divorzio tra parole e fatti.
In ogni caso, adesso non voglio fare una polemica di carattere generale, però se vi diciamo che il contributo regionale va più utilmente impiegato per fare quelle cose, Assessore Quaglia, allora dica, per cortesia, che lei recepisce il nostro emendamento; recepisca l'emendamento e si impegni a valutare in che misura l'80% delle risorse che noi stanziamo vengono impiegate non già per finanziare i servizi della Guarda Costiera ma per finanziare l'attività che svolgono sul Lago Maggiore Polizia Finanza e Carabinieri.



PRESIDENTE

L'Assessore Quaglia ha chiesto di intervenire per un chiarimento; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Mi spiace, perché forse non sono stata chiara. Rispetto a quello che ha detto il Presidente Reschigna e che ha ribadito anche il Consigliere Ronzani, ho detto che credo che in Commissione si possa fare un approfondimento per capire come mettere in atto i protocolli cui faceva riferimento il Presidente Reschigna.
Ricordo a tutti, visto che a Verbania ho avuto l'incontro con l'Amministrazione, che mi pare che il protocollo con la Guardia Costiera non è neanche partito in capo a questa Amministrazione.
Quindi, rispetto a quello, c'è la massima disponibilità della Giunta a praticare con le forze dell'ordine del territorio le soluzioni che il Presidente Reschigna prima ha sottolineato, ma che non sono contenute in questo emendamento.



PRESIDENTE

Alla luce di quest'intervento, posso ritenere ritirato l'emendamento n.
218), visto che c'è la disponibilità da parte della Giunta di approfondirlo in Commissione? No, il proponente chiede di mantenerlo.
Passiamo quindi alla votazione degli emendamenti presentati all'articolo 9.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale l'Assessore Quaglia, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale l'Assessore Quaglia, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 218), sul quale l'Assessore Quaglia, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 bis Emendamento rubricato n. 143) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Bonino: dopo l'articolo 9 del disegno di legge n. 101 è inserito il seguente: Art. 9 bis (Modifiche all'articolo 5 della legge regionale 23 febbraio 1995 n. 24 "Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada") La lettera f) del comma 3 dell'articolo 5 della l.r. 24/1995, come sostituito dall'articolo 1 della legge regionale 3 giugno 1997 n. 27, è sostituita dalla seguente: "f) un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale;".
Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie.
L'emendamento riguarda la composizione della Commissione consultiva provinciale, ripristina nella proposizione quanto già originariamente era stabilito dalla legge regionale. Il testo vigente, attualmente, recita alla lettera f): "Un rappresentante per ognuna delle organizzazioni sindacali il cui numero di iscritti sia pari o superiore al 10% del totale degli iscritti a tutte le organizzazioni sindacali di categoria presenti nella provincia".
Nella formulazione presentata dall'emendamento la lettera f) è sostituita dalla seguente, che recita: "Un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale".
L'emendamento è giustificato dall'opportunità di contemplare la presenza di rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Questo è un emendamento a firma dell'Assessore Bonino, per cui ripropongo una questione: rinviamo la discussione di questo emendamento.
Francamente, non ci vuol molto ad immaginare che, oggi, avremmo discusso una serie di emendamenti che riguardavano il sistema dei trasporti e le competenze dell'Assessore Bonino. Mi sembra sbagliato che lei sistematicamente, quando affrontiamo tali questioni, se possibile, debba non essere presente in aula! L'Assessore Bonino avrebbe illustrato e motivato l'emendamento diversamente dall'Assessore Quaglia, la quale, giustamente, lo illustra sulla base del fatto che ha avuto dall'Assessore competente una serie di chiarimenti e delucidazioni, però, francamente...
L'Assessore Bonino venga qui a spiegarci perché presenta questo emendamento, che tocca, se ho inteso bene, la composizione di un Comitato una piccola parte - ma ci saranno delle ragioni per le quali questa cosa viene proposta! Abbia la pazienza, la bontà e il rispetto nei confronti dell'Aula necessari per spiegare per quale ragione presenta questo emendamento. Noi lo valuteremo e, a questo punto, eventualmente, lo voteremo. Voteremo contro, ma avremo contezza delle ragioni per le quali viene presentato.
Venga qui l'Assessore Bonino, altrimenti lo accantoniamo e lo affrontiamo quando lei troverà il tempo per venire in questo Consiglio.
Ricordo che nella precedente legislatura il principio era il seguente: quando discutevamo in merito alla legge finanziaria e al collegato gli Assessori competenti garantivano la presenza in Aula, perché, se non l'avessero garantita, l'allora minoranza - oggi maggioranza - avrebbe impedito la discussione della legge finanziaria e del collegato. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Accantoniamo l'esame dell'articolo 9 bis: lo tratteremo tra circa un'ora.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Manica, Taricco Pentenero, Motta Angela, Reschigna, Ronzani, Boeti, Gariglio, Muliere: L'articolo 10 del DDL n. 101 è sostituito dal seguente: Art. 10 (Modifiche alla legge regionale 22 ottobre 1996, n. 75) All'articolo 3, comma 3, della legge regionale 22 ottobre 1996, n. 75 (Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte) le parole "ha di norma validità triennale, viene approvato entro il 30 novembre dell'anno che precede quello di inizio della sua validità e può essere aggiornato nel corso del triennio" sono sostituite dalle seguenti: "ha di norma validità quinquennale, viene approvato entro il 30 novembre dell'anno che precede quello di inizio della sua validità e può essere aggiornato nel corso del quinquennio".
L'articolo 11 della l.r. n. 75/1996 è sostituito dal seguente: "Art. 11 (Costituzione e riconoscimento) Le Agenzie di accoglienza e promozione turistica locale (ATL) sono costituite su iniziativa delle Province, in accordo con la Regione e con il concorso delle Camere di commercio.
Possono inoltre partecipare alle ATL di cui al comma 1 gli enti locali, le associazioni turistiche pro loco, altri enti pubblici interessati, le associazioni di categoria del settore turistico, gli enti e le associazioni interessate al turismo, nonché le organizzazioni degli operatori turistici i consorzi di imprenditori turistici e gli operatori economici interessati al turismo.
Le ATL sono costituite, come soggetti di diritto privato senza fini di lucro, nelle forme giuridiche previste dal codice civile.
Lo Statuto delle ATL deve prevedere ed assicurare la presenza maggioritaria di soggetti pubblici.
Per ciascun ambito territoriale turisticamente rilevante individuato ai sensi dell'articolo 12 non può essere costituita più di un'ATL. Più ambiti possono fare riferimento ad una stessa ATL.
Le ATL che rispettano i requisiti di cui ai commi precedenti sono riconosciute dalla Regione con provvedimento della Giunta regionale. La richiesta di riconoscimento deve essere presentata dai soggetti interessati alla Giunta regionale che, entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta adotta il relativo provvedimento.
Le Province svolgono attività di vigilanza sull'operato delle ATL e sulla permanenza dei requisiti necessari al riconoscimento di cui al comma 6 e segnalano alla Giunta regionale le inadempienze e l'eventuale perdita dei requisiti.
La Regione esercita nei confronti delle ATL poteri di diffida, sospensione o revoca del riconoscimento.".
3. L'articolo 14 della l.r. n. 75/1996 è sostituito dal seguente: "Art. 14 (Contributi per l'organizzazione turistica) La Regione determina, su base quinquennale, le risorse che intende impiegare per la realizzazione del programma di cui all'articolo 3.
L'attribuzione delle risorse di cui al comma 1 è effettuata a seguito di procedura ad evidenza pubblica tramite la quale è selezionato il soggetto che ha presentato l'offerta economicamente più vantaggiosa per la realizzazione del programma di cui all'articolo 3, avendo come base di asta le risorse stabilite dalla Regione.
Salvo il caso di cui al comma 9, deve essere organizzata la procedura ad evidenza pubblica di cui al comma 2 per ciascun ambito territoriale individuato ai sensi dell'articolo 12, secondo le competenze delle attuali ATL.
Alla procedura ad evidenza pubblica di cui al comma 2, possono partecipare anche le ATL di cui all'articolo 11.
Qualora, a seguito della procedura ad evidenza pubblica, risulti vincitore un soggetto diverso dalla ATL competente per l'ambito territoriale di riferimento, il soggetto vincitore deve assumere il personale della ATL secondo modalità che devono essere stabilite nel bando. Il bando pu inoltre, attribuire al soggetto vincitore la facoltà o l'obbligo di acquistare una parte o tutti i beni mobili ed immobili necessari per lo svolgimento dell'attività, ad un prezzo stabilito nel bando stesso.
I soggetti vincitori della procedura ad evidenza pubblica di cui al comma 2 possono presentare alla Regione progetti speciali per la realizzazione delle azioni di cui all'articolo 15 bis o per altre iniziative connesse allo sviluppo del turismo non già comprese nel programma di cui all'articolo 3.
La Regione valuta la rilevanza e la sostenibilità dei progetti di cui al comma 6 e, qualora decida di sostenerli, ne mette a gara la realizzazione.
Al termine del quinquennio di validità del programma di cui all'articolo 3 la Regione svolge una nuova procedura ad evidenza pubblica al fine di individuare il soggetto attuatore del nuovo programma quinquennale cui attribuire le risorse.
Alle ATL che hanno tra i propri consorziati esclusivamente le Province, la Regione, le Camere di commercio, gli enti locali, le associazioni turistiche pro loco e gli altri enti pubblici interessati, nonché le associazioni di categoria del settore turistico, gli enti e le associazioni interessate al turismo, purché non svolgano attività d'impresa e perseguano fini analoghi a quelli di cui all'articolo 10, la Regione, senza attivare procedure ad evidenza pubblica, concede annualmente contributi diretti ad agevolare l'assolvimento dei loro compiti istitutivi, nonché a realizzare i progetti speciali di cui al comma 6, secondo gli indirizzi ed i criteri previsti dal programma di cui all'articolo 3.".
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Questo è un argomento di particolare importanza, uno di quelli su cui fino a questo momento, abbiamo accentrato particolarmente la discussione in ordine a questo collegato. Uno era il tema della caccia, altri erano temi che riguardavano l'agricoltura, il terzo tema importante era questo del turismo, su cui, tra l'altro, noi avevamo presentato un'obiezione di carattere generale con la quale dicevamo che argomenti di questa portata non potessero essere infilati in un provvedimento finanziario con queste caratteristiche, ma richiedessero soluzioni ad hoc attraverso provvedimenti ad hoc.
La questione dell'adeguamento della normativa alla legislazione, che porta il nome dell'allora Ministro Bersani, per quanto riguarda strutture e società in cui vi sia la presenza del pubblico e anche del privato, ha visto una lunga discussione all'interno di questo Consiglio regionale e ampie consultazioni con le strutture delle ATL piemontesi.
Dopo lunghe e sofferte discussioni durate diverse mesi, con la consultazione di numerosi esperti anche dal punto di vista giuridico amministrativo, siamo tutti concordemente giunti alla conclusione che il sistema delle ATL piemontesi è variegato, con caratteristiche diverse. Ve ne sono alcune in cui la presenza dei privati è significativa e, da questo punto di vista, vuole essere in alcune forme incrementata. Ve ne sono altre che hanno una presenza meno significativa. Vi sono realtà, come quella di Torino, che hanno situazioni diverse rispetto a quelle del resto del Piemonte.
In sostanza, è una realtà variegata rispetto alla quale, a nostro avviso, per l'individuazione di una soluzione compiuta, sia ai problemi del proprio funzionamento, della promozione del sistema turistico, ma anche e soprattutto del compito centrale delle ATL, cioè l'accoglienza - la promozione è compito delle Regione, cui tutti in sinergia devono concorrere con un lavoro coordinato - sono preferibili diverse ipotesi di soluzione.
Innanzitutto, una soluzione che, dove vi è una prevalenza del pubblico e una presenza limitata di privati, consenta un ruolo di carattere pubblico di queste strutture; oppure altre soluzioni, fino alla Public-Private Partnership, che consente un'ulteriore modulazione del rapporto tra pubblico e privato. Tre sono le soluzioni possibili, che modulino questa presenza e questa rappresentanza, che possono essere scelte dalle singole Aziende Turistiche Locali, in modo adeguato alle loro caratteristiche di accoglienza turistica.
Perché una è la storia dell'ATL turismo Torino e provincia; altre quelle, ad esempio, delle ATL in un'altra zona di pregio turistico significativa del Piemonte, che è quella del distretto dei laghi; altra, in altre realtà assolutamente emergenti dal punto di vista turistico, che riguardano, ad esempio, la Provincia di Cuneo ed altre realtà.
Questa soluzione, in un confronto con le ATL, in un consulto anche con tecnici qualificati, sembra essere quella più utile nella realtà piemontese per risolvere il problema.
Da questo dal punto di vista non esistono soluzioni ottimali in s esistono le soluzioni migliori nelle condizioni date che permettono alle strutture di lavorare meglio. È con questo spirito che noi abbiamo presentato questo emendamento che a nostro avviso è molto più adeguato ad affrontare l'attuale realtà del Piemonte che noi vogliamo sia dal punto di vista turistico come le è stata fino ad oggi una realtà sempre in crescita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei brevissimamente riprendere i contenuti dell'intervento della collega Manica. Qual è il punto fondamentale su cui stiamo cercando di insistere? Due.
Uno. Lo dico perché una materia del genere forse avrebbe meritato un esame e una valutazione a se stante rispetto al collegato, ma posso immaginare quella risposta dell'Assessore Cirio. Questo è già avvenuto nel corso degli anni e quindi finisco qui questo tipo di considerazione.
L'altra invece, dal nostro punto di vista, è più convincente: abbiamo in Piemonte un modello unico di organizzazione dei servizi di accoglienza turistica sui territori? No.
No, perché ciascuna realtà, all'interno di quanto era previsto dalla legge regionale ha cercato di immaginare la costruzione di questa sua presenza in termini di originalità. Ci sono delle ATL nella nostra Regione che hanno al loro interno una grande componente di privati. Ci sono delle ATL che invece non hanno presenza di privati. Questo è il punto di partenza della nostra riflessione. Non siamo in presenza di un modello unico.
così necessario dal nostro punto di vista che ci sia un modello unico in Piemonte? Noi diciamo di no. Perché crediamo che non stia tanto, anche su questo tema, il modello a determinare la svolta. E diciamo di no, anche perché non leggiamo nella diversità dei numerosi sistemi territoriali piemontesi in materia di turismo un limite così rilevante.
Qual è il senso allora della nostra proposta emendativa? Quella che la legge cerchi sì di adeguare la legislazione regionale piemontese sulla materia a quanto è avvenuto nel corso degli anni sul piano della legislazione nazionale, perché non possiamo sottrarci a questo tipo di obbligo. Però, facendo questa operazione, la legge non individua un modello unico, cioè non individua un unico modello di organizzazione dell'accoglienza offerta ai turisti sui territori, perché questa è una violenza rispetto a quello che è avvenuto nel corso di questi anni.
Allora il nostro intervento emendativo ha sostanzialmente questo obiettivo: rendere praticabile nella legislazione piemontese più modelli per consentire a ciascuno di potersi costruire il vestito che ritiene più confacente rispetto alla propria realtà territoriale, che è diversa da territorio a territorio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Unicamente, per rafforzare le ragioni che hanno già illustrato nei loro interventi i Consiglieri Manica e Reschigna.
Noi non abbiamo riserve sul fatto che si debba andare ad una revisione della normativa; questo per noi è assolutamente pacifico. Quindi il tema non è se mettere mano o no a una riforma delle normative che hanno sin qui regolato le ATL: non è questo l'oggetto del contendere.
Ci sono però, rispetto alla proposta della Giunta, delle alternative.
La Giunta immagina un unico modello e noi pensiamo sia sbagliato "impiccarci" a un unico modello, prevedendo che tutte le aziende della nostra Regione che hanno storie, specificità ed esperienze diverse debbano uniformarsi a quel modello, e immaginiamo invece, fissati alcuni criteri e requisiti di fondo, soluzioni e modelli che possono meglio adattarsi alle singole realtà territoriali.
Questo, secondo me, Assessore Cirio, è un punto di forza di un ragionamento che dovrebbe riguardare le ATL. Perché rispetto all'idea di dire: "Signori, questo è un modello che immagina la Regione e lo fa in conformità di quanto stabilito anche dalla legislazione nazionale.
Uniformatevi". Noi siamo in grado oggi, seppur mantenendo una coerenza di carattere complessivo di prevedere la possibilità che nei territori le ATL possono scegliere tra modelli diversi, laddove la scelta del modello è quella che tiene conto di più delle varie specificità territoriali e delle esperienze di quelle aziende di promozione turistica hanno sin qui maturato.
Quindi crediamo sia utile aprire intorno all'emendamento illustrato dalla Consigliera Manica un proficuo confronto con lei. Perché non credo che questo possa essere rifiutato a priori. Siccome non è in discussione l'esigenza di andare ad una revisione della normativa, ma semmai il problema è di fare in modo che il Piemonte possa ritagliarsi nei singoli territori il modello che meglio risponde alle esigenze di promozione di quelle singole realtà territoriali, questo è un punto di forza della legislazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io credo che la proposta che noi abbiamo fatto e quanto abbiamo richiesto negli interventi presentati risponda ad una logica di buonsenso.
Noi non siano contrari a che vi siano la maggioranza delle ATL che abbiano scelto e individuato un proprio modello organizzativo.
Crediamo che proprio in quella logica di garantire la possibilità a ciascuno soggetto territoriale di scegliere il vestito che meglio si attaglia alla moralità operativa con la quale vuole muoversi che sarebbe necessario che questa norma prevedesse la possibilità di un ampio ventaglio di possibilità in modo che ciascuna realtà territoriale possa darsi la veste organizzativa o l'assetto societario, il modello organizzativo che più risponde alla modalità operativa con cui intende procedere.
Con questo non vogliamo assolutamente (tra virgolette) che la nostra proposta venga o possa essere letta come la volontà di diversamente orientare percorsi o procedure che vengono ritenute ottimali da parte della Regione Piemonte. Crediamo però che sia necessario lasciare a ciascun soggetto la possibilità di scegliere il modello con cui organizzarsi.
Crediamo anche che in una volontà come quella che tante volte è stata manifestata di usare le norme per vestire quelle che sono le esigenze locali del territorio dovrebbe essere buona prassi che così fosse e non chiedere invece ai territori di adeguarsi a quello che con le norme abbiamo deciso che sia.
Quindi chiariremmo che in questo senso ci fosse la disponibilità ad accogliere questo nostro suggerimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Porrei anche una questione di metodo perché penso che sarebbe opportuno, lo dico davvero sinceramente, Assessore, che questa materia venisse affrontata non nel collegato, perché per quanto ho potuto constatare c'è particolare interesse da parte delle province, da parte delle ATL che sono presenti sul nostro territorio e diciamo c'è una sorta di imbarazzo nel vedere modificare la legge all'interno del collegato quando sarebbe opportuna una discussione di tipo diverso; lo dico al di là del merito della questione.
Penso che sarebbe opportuno dibattere di questa questione non all'interno della discussione sul collegato, ma riportandola in Commissione e arrivando, se si ritiene, ad una modifica della legge che regola l'attività delle ATL.
C'è poi una questione di metodo, che è stata richiamata dai colleghi e che io assolutamente condivido, perché penso che sarebbe sbagliato legare le ATL oggi presenti sul nostro territorio ad un unico modello che viene indicato oggi dal l'Assessore, quando effettivamente l'esperienza di questi anni ci dice che ogni situazione particolare ha creato organizzazioni di tipo diverso, anche se all'interno di un quadro più generale che è quello della nostra legge regionale. Ritornerei quindi, oltre che sulle questioni di merito, anche su una questione di metodo perché penso che questa sia anche un po' la richiesta avanzata - o almeno che a me è stata avanzata dall'ATL del mio territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. Anch'io penso che questo sia un emendamento di merito, che dovrebbe servire ad affrontare con l'Assessore Cirio la questione di come si organizzano i servizi turistici territorio per territorio.
Nella passata legislatura ho avuto per esempio la sensazione - magari anche l'Assessore Cirio ha potuto verificarlo - che l'accorpamento delle ATL in provincia di Torino abbia di fatto determinato una sorta di spopolamento turistico di un territorio; mi riferisco, per esempio, al territorio della Val di Susa. Durante le Olimpiadi l'ATL Montagne Doc aveva prodotto un buon lavoro e quelle valli, il turismo e l'offerta turistica di quel territorio erano su tutti i siti del mondo; ci è parso poi che invece con l'accorpamento delle ATL, quel territorio abbia in qualche modo perso la centralità: è inevitabile che questo si verifichi quando territorio rappresenta soltanto "un pezzo" per chi si occupa della promozione territoriale. È per questo che non siamo d'accordo con l'ipotesi di un unico modello e di un unico organismo che si occupi dell'organizzazione dell'offerta turistica sul territorio piemontese.
Non so se è questo il caso: non l'abbiamo capito prima e non lo capiamo nemmeno adesso. Io vorrei chiedere all'Assessore Cirio se è lui che si occupa dell'organizzazione, oppure se è l'Assessore alla Cultura, di questo ormai fantomatico circuito delle Residenze reali, del quale si discute ormai da molti anni senza che effettivamente sia stato mosso un solo passo.
L'impressione che abbiamo è che l'Assessore Cirio sia molto presente - lo dico con tutto il rispetto e la simpatia che ho per lui - per quanto riguarda le questioni che riguardano le residenze (non "reali") e i castelli del territorio cuneese e un po' meno per quel che riguarda il circuito delle Residenze reali della provincia di Torino.
Assessore, se in questa legislatura la maggioranza riuscisse a portare a casa questo progetto, si potrebbe trattare di una cosa importante che si realizza. Ormai però, dopo un anno e mezzo di legislatura, comincio ad avere qualche dubbio anche per questo quinquennio sul fatto che questo percorso si realizzerà.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Come è già stato ricordato dai colleghi negli interventi che mi hanno preceduto, vorrei soltanto sottolineare che l'introduzione - o meglio l'omologazione ad esso - di un modello, peraltro già utilizzato all'interno di una delle nostre otto province, può essere un modo che va ad ingessare l'attività delle nostre ATL. Concedere maggiori flessibilità e l'opportunità che ogni territorio - in base alle proprie esperienze, al proprio percorso - possa individuare soluzioni nel rispetto della legge e delle regole che saranno definite e approntate è un elemento di maggior ricchezza e di maggior valorizzazione, che oltretutto permetterebbe davvero ai territori di esprimere al meglio le opportunità e le possibilità che sono in grado di mettere in gioco e in atto.
C'è un secondo aspetto, già sottolineato più volte, che riguarda il fatto che noi non possiamo affrontare una questione che attiene al tema più complessivo della promozione di un territorio - promozione che in questi anni ha visto attivare molti progetti che hanno dato risultati positivi all'interno del contesto complessivo della nostra regione - immaginando una frammentazione e soprattutto una discussione parziale che non tenga in considerazione tutte le possibilità e le opportunità che un Ente come la Regione può mettere in campo.
L'invito è di ripensare a quanto è stato presentato nel collegato attraverso l'emendamento presentato dalla collega Manica, che sicuramente permette di dare - com'è già stato ricordato - maggiore flessibilità e consente ai singoli territori di esprimere meglio le singole opportunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Premetto che ritengo ingiustificata l'affermazione che ha fatto il mio collega Boeti circa la presenza non omogenea sul territorio dell'Assessore Cirio, perché potrebbe significare una qualche propensione dell'Assessore Cirio per il territorio in cui abita e in cui ha avuto interessi politici.
Noi sappiamo che l'Assessore è di ampie vedute e ritengo che, se questa attenzione particolare verso le Langhe, il Monferrato e il Roero vi è stata, è da addebitare unicamente alla ricchezza dei prodotti che quella terra offre, in particolare il tartufo di cui l'Assessore è stato un magnanimo dispensatore: ne ho beneficiato in passato e quindi posso testimoniarlo.
Dopodiché, Assessore Cirio, anche se noi apprezziamo molto la capacità di propagandare il territorio e di valorizzarlo tipica di quelle terre anzi, l'abbiamo sperimentata e per certi versi riteniamo sia di stimolo al resto della regione - ribadiamo tutti quanti che un modello uniforme rischia di essere un modello che non si adatta adeguatamente alle esigenze diverse del territorio. Vede, tutti quanti noi, qui, e in particolare la Giunta regionale, predichiamo il federalismo e federalismo significa adattare, dare la possibilità a chi governa i vari territori di trovare di volta in volta la soluzione migliore alle proprie istanze.
Noi chiediamo, al di là di intenti ostruzionistici, che la Giunta regionale si faccia carico, nel tentativo di riscrivere una norma attraverso un meccanismo improprio - perché non sarebbe questa la sede, ma tant'è: ormai ci siamo - di cercare di dare la possibilità a tutti gli Enti e a tutti i territori di darsi il vestito più idoneo per valorizzare meglio le proprie forme. Capisce, Assessore, che se qui ad ogni Consigliere viene calato lo stesso vestito ad uno sta stretto, a me sta largo, ad un altro sta corto: non può funzionare. Noi chiediamo in altri termini, Assessore che lei consenta che ogni territorio possa avere la sovranità di dare a se stesso il vestito migliore per rispondere alle proprie esigenze.
un invito anche al Presidente pro tempore dell'Assemblea di far sì che quest'Aula sia rispettosa, nei propri atti, di un sistema federale. Non impegnatevi, non diventate voi gli alfieri di un neo centralismo regionale ma diamo la possibilità alle varie comunità di vestirsi come meglio ritengono. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Il comma 1 dell'articolo 10 è abrogato In accordo con il proponente, l'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 273) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cirio: Articolo 10 comma 1 All'art. 11 (Modalità di gestione dell'attività) come proposto in modifica dall'articolo 10, comma 1 del ddl 101: al comma 6 le parole: ... "al Consorzio" sono sostituite dalle parole "alle ATL", le prore "dello stesso" sono sostituite dalle parole "delle stesse".
Articolo 10 comma 2 Dopo il comma 2 dell'articolo 10 è aggiunto il seguente comma: "3. Al fine di agevolare il regolare funzionamento e la continuità operativa delle ATL nella fase di adeguamento delle medesime alle disposizioni della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata, anche in carenza dei programmi di cui all'articolo 3 della l.r. 75/96 e dello schema di atto di affidamento delle attività di cui al comma 1, ad erogare alle ATL il contributo per le attività ordinarie di funzionamento, sulla base di criteri approvati dalla Giunta medesima." La parola all'Assessore Cirio per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Apprezzo le riflessioni che sono state fatte, però vi dico di essere un po' incuriosito da un fatto: noi oggi presentiamo questo emendamento accompagnato da una lettera di tutte le ATL del Piemonte che chiedono questa soluzione che la Giunta oggi propone (che non si configura come la "soluzione dell'Assessore Cirio"). Per chi parlava di metodo, sono cinque anni che nel collegato alla finanziaria modifichiamo la legge n. 75/96 sulle ATL e ogni anno lo facciamo (per quanto fossi in minoranza, abbiamo sempre votato emendamenti concordati in tal senso) con delle "norme ponte" che autorizzano la Regione a concedere ugualmente i contributi in attesa che ci si adeguasse ad un qualcosa che ogni anno cambiava.
Lo stesso Consigliere Reschigna lo ha riconosciuto: sono cinque anni che modifichiamo in questo modo la legge, quindi il criterio è quello che purtroppo, si è sempre adottato; anch'io non lo ritengo un metodo straordinario, ma è imposto dall'urgenza di consentire alle ATL del Piemonte di lavorare.
L'aspetto che più mi incuriosisce è che le ATL ci chiedono questa modifica. Tutte le province ce lo chiedono, compresa Torino e Alessandria.
Quando mi sono insediato abbiamo fatto una riflessione con le ATL del Piemonte e abbiamo rilevato un problema, che non riguarda la forma giuridica. Noi non caliamo alcun vestito a nessuno! Se esaminate l'emendamento che abbiamo presentato, si evince che rimane la legge n.
75/96, per cui ciascuno crea l'ATL che crede (consorzio, società o quant'altro), così com'è sempre stato. L'unica cosa che chiediamo è che gli Statuti delle ATL prevedano, al proprio interno, che le stesse non possono svolgere determinati tipi d'attività. Perché questo? Il problema nasce dall'erogazione dei soldi da parte della Regione alle ATL del Piemonte.
Oggi la Regione Piemonte concede i contributi alle ATL del Piemonte senza una gara, cosa che, invece, voi ci chiedete di fare col vostro emendamento.
Col vostro emendamento, infatti, noi dovremmo bandire una gara, ad esempio per il cicloturismo nella Provincia di Biella, e agire in questo modo: mettere a bando l'accoglienza, il cicloturismo, l'ufficio turistico e quant'altro. Alla gara potrà partecipare l'ATL di Biella, ma anche Alpitour, ad esempio. Se vince Alpitour, ovviamente i soldi alla ATL di Biella non verranno più erogati, per cui chiuderà; Alpitour gestirà il servizio. Questo è quanto prevede l'articolo 14 del vostro emendamento.
Ipotesi che, peraltro, abbiamo anche preso in considerazione. Ma qui il problema nasce dal fatto che nelle ATL, proprio perché libere di fare come vogliono, si integrano pubblici e privati insieme. E concedendo soldi regionali senza gara, ma con contributi, si correva il rischio di violare la concorrenza, vista la presenza dei privati.
Si poteva dunque operare in due modi. Il primo fa sì che questi soldi non vengano più concessi come contributo, ma attraverso un bando - è la vostra proposta - ipotesi che è stata valutata, approfondita, discussa e bocciata dal sistema delle ATL. Perché si configurerebbe come l'appalto dei rifiuti, nel senso che chi vince deve prendere il personale (non so se avete letto i contenuti della proposta). La Regione Piemonte, in pratica per fare accoglienza turistica, promozione, ciclo turismo in una Provincia dovrebbe mettere a bando i contributi: se dovesse vincere un privato, l'ATL territoriale chiude e il privato deve assumere il personale dell'ATL territoriale, diventando il soggetto gestore del turismo su quel territorio. Voi capite che...



(Commenti in aula)



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Non è così? L'articolo 14 ("Contributi per l'organizzazione turistica") recita: "La Regione determina, su base quinquennale, le risorse che intende impiegare per la realizzazione del programma di cui all'articolo 3.
L'attribuzione delle risorse di cui al comma 1 è effettuata a seguito di una procedura ad evidenza pubblica tramite la quale è selezionato il soggetto che ha presentato l'offerta economicamente più vantaggiosa per la realizzazione del programma di cui all'articolo 3", cioè per fare turismo sui territori.
Noi abbiamo valutato quest'ipotesi, ma tutte le ATL ci hanno risposto che non andava bene, perché non era possibile accettare una modifica di quel tipo, che prevedeva di mettere a bando i contributi per il turismo sul territorio. Abbiamo dunque chiesto una consulenza al professor Barosio: quali sono le condizioni minime per lasciare tutto così com'è, affinché le ATL continuano a fare come vogliono, dandosi la veste sociale che credono? Il consulente ci ha risposto che le condizione minime prevedono che le ATL nel proprio Statuto, si impegnino a non svolgere attività commerciali - lo si evince nel nostro emendamento - che non possono violare la concorrenza con altri soggetti. Ho comunicato tale proposta in assemblea con ATL e l'hanno votata tutti. Sono tutti favorevoli. Solo Torino solleva un dubbio: storicamente nella ATL di Torino non vi sono tanti privati, ma ha una storia e una tradizione più di carattere pubblico. In queste settimane abbiamo affrontato la problematica anche con Turismo Torino e con la facente funzioni del Direttore, la dottoressa Gaspardone, trovando una soluzione che soddisfa anche l'ATL di Turismo Torino. Da qui, l'emendamento che proponiamo, che non dice che questo è buono e giusto e l'altro è sbagliato. È semplicemente l'ipotesi più condivisibile e condivisa, perch non fa cambiare niente a nessuno. Nessuna ATL ha un vestito calato dall'alto...



PRESIDENTE

Assessore, mi scusi, ma siamo già al doppio del tempo che le è concesso per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Chiedo scusa, ma la materia è piuttosto complessa.
Vi fornirò comunque la lettera - me la stanno portando. É il mondo delle ATL del Piemonte a chiederci di adottare questo tipo di modifica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: Il comma 2, art. 10 è abrogato I firmatari rinunciano all'illustrazione.
Gli emendamenti che poggiano sull'articolo 10 sono stati tutti illustrati dai proponenti.
Chiedo, pertanto, se vi sono richieste di intervento in merito al dibattito generale sugli emendamenti e sull'intero articolo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Vorrei evitare che questa diventasse una discussione tra sordi. Questa è una soluzione unica, che prevede un modello unico. Peraltro, rientra nell'autonomia della Giunta la facoltà di poterla presentare, decidere e attivare, e fare una riunione con le ATL, che la Giunta tra l'altro finanzia, per cui è difficile che firmino lettere diverse che non siano di consenso nel momento in cui devono prendere dei finanziamenti. Queste cose le sanno tutti, in tutto l'universo, per cui è inutile raccontare altre storie.
Detto questo, la Giunta gode di piena autonomia nel scegliere un modello. Io, però, parlo se l'Assessore mi ascolta, se no mi fermo qui.



(Commenti in aula)



MANICA Giuliana

Pertanto, riteniamo che sia assolutamente ovvio che la Giunta possa scegliere la propria strada. La Giunta sceglie questa e costruisce, nei modi in cui ritiene, i consensi più o meno forzati con le ATL (saranno fatti loro!). È un percorso che la Giunta ha scelto.
Detto questo, noi continuiamo a pensare che la realtà sia diversificata e che ci possano essere soluzioni differenti.
Nelle soluzioni presentate sono possibili diverse ipotesi: quella del bando è solo una di quelle - estrema, peraltro - che in alcune situazioni talune ATL possono scegliere.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo (fuori microfono)

Non è vero!



MANICA Giuliana

inutile che l'Assessore si agiti, tanto ha una maggioranza pronta a votare. Ha convocato le riunioni che doveva fare e ha fatto i suoi accertamenti.
Qui non stiamo parlando del Vangelo o del Corano; non è che una soluzione sia giusta e l'altra no. Stiamo parlando di una cosa pratica, che riguarda il sistema di accoglienza: scendiamo dalle nuvole e mettiamo i piedi per terra! Stiamo parlando di una soluzione pratica.
Noi riteniamo che, dal punto vista della proposta, sia meglio mantenere ipotesi diverse. L'Assessore ritiene, invece, di andare in questa direzione e propone questo emendamento al Consiglio, chiedendo alla sua maggioranza di votarlo. Non sta succedendo nulla di straordinario né di sconvolgente.
Io starei lì calmo, seduto e tranquillo.
Noi continuiamo a ritenere che questa proposta rispondesse maggiormente anche alle esigenze di commercializzazione che molte ATL avvertivano. Ecco perché abbiamo presentato l'emendamento e manteniamo un elemento di riserva sul fatto che si scelga una soluzione unica. Non succede niente di sconvolgente. Certo è che se fossimo riusciti a discutere di piano strategico del turismo e di tutte le altre proposte di legge presentate già nella scorsa legislatura, non saremmo, per l'ennesima volta, a parlarne in finanziaria.
Visto che per una legislatura non si è riusciti a farlo, ci ritroviamo qui.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ci sono richieste di intervento sugli emendamenti e sull'articolo 10 per dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'intervento dell'Assessore Cirio non ha per nulla fugato i nostri dubbi e le nostre perplessità, ragion per cui noi non voteremo n l'emendamento né l'articolo.
Nei giorni scorsi mi sembrava che l'Assessore Cirio avesse dichiarato che stava presentando un'ipotesi di modifica al testo legislativo che consentiva il mantenimento del doppio possibile scenario giuridico, entro il quale operare le ATL.
Questo lo ricordo perfettamente, perché l'Assessore ha avuto modo di parlarne, ragion per cui ho chiesto qual era l'emendamento che stava illustrando l'Assessore, perché non era nuovo, ma un emendamento già depositato a suo tempo.
Siamo in dichiarazione di voto e non voglio far perdere tempo all'Aula su questo piano, tuttavia mi sarebbe piaciuto molto capire dall'Assessore Cirio che cosa è cambiato rispetto a qualche giorno fa. Qualche giorno fa l'Assessore Cirio ha detto di aver capito il problema, che stava studiando una soluzione che contenesse il possibile doppio scenario di intervento da parte delle ATL, ma oggi tutto questo viene negato solamente sulla base di una lettera dei Presidenti delle ATL.
Soggetti sicuramente autorevoli, Assessore Cirio, ma non di per s esauriscono, a quel livello e a quell'ambito, il grande tema della riforma dell'accoglienza turistica in questa regione. Per questa ragione, ci asterremo sull'articolo del disegno di legge del collegato.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 273).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 bis Emendamento rubricato n. 144) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cirio: Dopo l'articolo 10 del disegno di legge n. 101 (Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011), sonno aggiunti i seguenti: 1. Art. 10 bis (Modifiche all'articolo 28 della l.r. 2/2009) Al comma 8 dell'articolo 28 della l.r. 2/2009, come modificato dall'articolo 2 della l.r. 12 marzo 2009, n. 7 dopo il primo periodo che termina con la parola "medesimi" è aggiunta, senza interruzione, la seguente frase: "o temporaneamente per altri motivati scopi professionali.".
Il nuovo comma 8 dell'articolo 28 verrà riformulato come segue: 8. L'autorizzazione all'uso di motoslitte e relativi accessori o mezzi assimilabili su percorsi comunali stabiliti è rilasciata dal comune a residenti, proprietari, gestori o conduttori di strutture o immobili non accessibili da strade aperte al pubblico, o gestori di attività di trasporto a servizio delle strutture o immobili medesimi o temporaneamente per altri motivati scopi professionali. Nel caso in cui simili percorsi interferiscano con le piste da sci, l'autorizzazione è rilasciata dal comune, previa concertazione con il gestore delle piste secondo quanto previsto dal provvedimento di cui al comma 9. L'accesso pubblico alle aree a piste di cui al comma 6 è autorizzato dal comune previa verifica dei requisiti regolamentari e cartellonistici in materia previsti dalla Giunta regionale.
La parola all'Assessore Cirio per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Queste, come avevamo avuto modo di dire in incontri precedenti, sono modifiche di carattere tecnico, riguardanti l'utilizzo delle motoslitte.
Si vuole trovare - questo è l'obbligo dell'articolo - una posizione d'equilibrio tra la necessità di garantire il rispetto ambientale e la necessità di garantire l'utilizzo della motoslitta a fine turistico. Non dimentichiamo che abbiamo una serie di autorizzazioni rilasciate dai Comuni alle attività turistico-ricettive, affinché possano portare i turisti in quota.
Questa situazione può creare difficoltà sotto il profilo pratico, di coesistenza tra le piste di sci e i regolamenti, pertanto la finalità dell'emendamento è di andare a risolvere i problemi pratici e definire un utilizzo più corretto delle motoslitte a fini turistici.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Poiché sto cercando di leggere complessivamente la legge, al di là del nuovo comma 8 dell'articolo 28, che è stato riformulato, chiedo la cortesia all'Assessore di prendere in considerazione un problema, che non so se è risolto con questo articolo aggiuntivo al collegato.
Il problema è il seguente: oggi la normativa limita ad alcuni orari nel corso della giornata, l'autorizzazione all'uso delle motoslitte.
Questo, in alcune realtà turistiche piemontesi è un problema, innanzitutto perché durante le ore del giorno probabilmente l'esigenza non è così pressante, e, in secondo luogo, perché questo limita o impedisce, durante le ore serali, l'utilizzo regolamentato dal Comune di queste motoslitte che per alcuni itinerari turistici sono diventate elemento d'interesse e di una certa importanza.
Sotto quest'aspetto, sono molte le sollecitazioni: ci sono alcune realtà che probabilmente farebbero a meno delle autorizzazioni, o non vorrebbero dare le autorizzazioni durante le ore diurne, e che le concentrerebbero verso le ore serali, anche per consentire ad alcuni rifugi di avere maggiori entrate sotto il profilo economico.
Apprezzando il senso dell'articolo e dell'emendamento proposto, chiedo all'Assessore se intende risolvere questo problema; diversamente, potremmo fermarci un attimo e mettere a posto la norma, in modo da consentire una maggiore autonomia in capo ai Comuni, di poter leggere...
Scusi, Presidente, è veramente impossibile parlare!



PRESIDENTE

Lo so, però non so più cosa fare! Lei ha ragione, ma non posso intervenire oltre!



RESCHIGNA Aldo

opportuno - dicevo - mettere a posto anche questo aspetto: consentire ai Comuni di poter regolamentare anche durante alcune ore serali l'utilizzo di motoslitte, in funzione del raggiungimento di alcuni rifugi. Questo consente loro una redditività economica, cosa che oggi non è consentita.
Mi permetto di cogliere l'opportunità di quest'emendamento per porre la questione all'Assessore e trovare una soluzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Purtroppo l'emendamento, nello specifico, non tratta l'orario, anche se la normativa, quindi la legge regionale vigente, dà già la possibilità al Sindaco che rilascia l'autorizzazione, di rilasciarla non solo in determinate ore del giorno, ma addirittura in determinati giorni della settimana. Oggi i Comuni possono disciplinare, ad esempio, che nel fine settimana si possa rilasciare l'autorizzazione alla sera.
l'attuale legge che dà in capo ai Comuni la potestà di regolamentare non questo comma. Questo comma salvaguarda unicamente il problema dei gestori delle piste di sci, perché a volte accadeva che il gestore delle piste di sci individuava un percorso sciistico, il Sindaco rilasciava l'autorizzazione che insisteva sul medesimo percorso e si creavano dei problemi di compatibilità.
Noi modifichiamo la norma stabilendo che, quando l'autorizzazione all'utilizzo della motoslitta è relativa alle piste occupate da discese sciistiche, occorre anche il parere del gestore della pista.
Questa è l'unica modifica.
Condivido l'altro discorso e la necessità, se non è sufficientemente previsto nella norma, di dare più facoltà anche in quella direzione.
Abbiamo già eliminato i limiti del numero delle persone, in quanto una volta la motoslitta non poteva portare più di una persona, mentre adesso il limite è dato dalla portata della motoslitta: se è omologata per tre persone, può portare fino a tre persone.
Pertanto, alcune modifiche sono state apportate.
L'emendamento parla di altre questioni, ma raccolgo lo spunto del Consigliere Reschigna, condividendolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna, per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Ribadisco che voteremo a favore dell'emendamento presentato dall'Assessore Cirio.
Non sono d'accordo con l'intervento fatto poc'anzi dall'Assessore laddove sostiene che la materia è regolabile dal Comune. Non credo che la materia sia regolabile dal Comune, poiché - tanto per essere chiari - al sottoscritto si sono rivolti alcuni Comuni, ponendomi il problema.
inutile venire in Aula a raccontare la favoletta di quanto è buono il lupo, perché ci sono dei Comuni che hanno questo problema e che si sono rivolti al sottoscritto - vedo che anche altri colleghi sono stati interessati - pertanto chiedo all'Assessore di trovare una soluzione.
Il problema si pone, esiste, non è materia delegata totalmente in capo ai Comuni.
Ribadisco questo concetto e invito l'Assessore Cirio, quando risponde alle questioni in Aula, di non farlo "condendoci via": cerchiamo di ragionare sul merito delle questioni, soprattutto quando cerchiamo di affrontare una discussione improntata sul merito della materia.
Ripeto: a me si sono rivolti dei Comuni, ponendomi il problema di non essere nelle condizioni di regolamentare, perché non è materia loro delegata.
Poiché sul collegato non terminiamo di certo stasera, invito seriamente l'Assessore Cirio a riflettere sulla questione: votiamo l'emendamento così com'è stato presentato, però, se c'è la necessità di un intervento legislativo che consenta di dare effettiva potestà regolamentare in capo ai Sindaci e ai Comuni, provvediamo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'intero articolo 10 bis.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Taricco Reschigna, Ronzani, Boeti, Muliere, Motta Angela, Pentenero, Gariglio: L'articolo 11 (Modifiche alla legge regionale 23 aprile 2007, n. 9) del DDL n. 101 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Questo è un emendamento interamente soppressivo, che avevamo presentato in sede di avvio di discussione in via cautelativa, in quanto alla luce della discussione fatta in Commissione, nella relazione che aveva fatto in quella sede l'Assessore Cirio, era stata presentata la necessità di riesumare - mi si passi il termine - Sviluppo Turismo Piemonte, perché vi era una lacuna che andava colmata.
In quella occasione l'Assessore ci disse che la strategia complessiva che la Giunta e l'Amministrazione regionale contava di mettere in atto per quanto riguarda il tema della valorizzazione complessiva del Piemonte e delle proprie ricchezze, era quella di organizzarla ripartendo gli ambiti di intervento e di azione in due grandi tronconi. Tutto quello che riguardava l'extra Italia, cioè l'internazionalizzazione sarebbe stata demandata al CEIP, mentre la riesumata di Sviluppo Turismo Piemonte si sarebbe occupato della promozione e della valorizzazione sul territorio nazionale.
In riferimento a questo ci eravamo premurati di far presente che se questa era l'intenzione che poteva avere un senso, sia pur con la necessità di alcune limature di contenuti, cosa che negli altri due emendamenti ci siamo permessi di inserire, a nostro giudizio Sviluppo Turismo Piemonte avrebbe dovuto ricomprendere anche l'attività di IMA.Infatti non si capisce perché ci sarebbe necessità di una società che si occupa della promozione di tutto il sistema Piemonte e da questo discorso rimane fuori l'Istituto per il marketing agroalimentare, cioè la promozione delle produzioni agricole. Cosa che peraltro diventa complicata anche sul piano pratico perché vorrei capire se per le produzioni vitivinicole o le ricchezze enogastronomiche la promozione la facciamo sul turismo o sui prodotti agricoli.
Quando si ha il Barolo da promuovere, lo si promuove come elemento di valorizzazione turistica o come prodotto di derivazione agricola? Da questo punto di vista mi pare che se ricomprendessimo in un unico soggetto che faccia la promozione complessiva delle produzioni piemontesi, al di là del fatto di realizzare un ragionamento razionale sul piano societario probabilmente ci semplificheremmo anche la vita da un punto di vista operativo e pratico, evitando le situazioni che sono successe in passato cioè che qualcuno debba scoprire che la produzione di determinati formaggi non era fatta dall'Assessorato all'agricoltura, ma dall'Assessorato al commercio oppure dal CEIP su stimolo di un terzo soggetto.
Crediamo che avere un solo soggetto che si occupi complessivamente della promozione, oltre a rispondere ad un requisito di razionalizzazione di assetti organizzativi e logistici interni, risponda anche ad un aspetto di funzionalità.
Questo emendamento soppressivo è propedeutico alla discussione di merito, che è quella che vorremmo fare sui contenuti delle finalità di azione da assegnare a Sviluppo Turismo Piemonte.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Questo articolo del collegato è un articolo importante, anche per capire i comportamenti della Giunta e per capire la coerenza tra il dire e il fare di questa Giunta regionale.
Avete dichiarato a più riprese che uno degli obiettivi di questa Amministrazione regionale è la razionalizzazione e la riduzione del numero delle società. E con questo articolo invece rimettete in vita Sviluppo Turismo Piemonte.
Riteniamo che questa cosa non abbia una grande necessità. Però possiamo anche capire ed immaginare che questa proposta possa avere dentro di s qualche contenuto positivo. In fin dei conti l'Assessore Cirio è venuto in Commissione a raccontarci che l'organizzazione della promozione turistica nei programmi di questa Amministrazione regionale utilizzerebbe CEIP per quanto riguarda l'Europa e il mondo e Sviluppo Turismo Piemonte per quanto riguarda la promozione sul mercato italiano.
E qui nasce il secondo pezzo di riflessione. Abbiamo detto: "Siccome voi andate in giro a raccontare che uno degli elementi di grande forza dell'immagine e dell'offerta turistica piemontese è rappresentato dal valore e dalla ricchezza dell'agroalimentare in Piemonte, benissimo facciamo un'unica società che si occupi della promozione turistica e agroalimentare piemontese, quindi incominciamo concretamente a dare corpo e sostanza all'obiettivo della razionalizzazione e della riduzione delle partecipazioni della Giunta regionale".
Con il secondo emendamento illustrato dal Consigliere Taricco, che cosa proponiamo? Che IMA venga soppressa, che il personale di IMA venga confluito in Sviluppo Piemonte Turismo e che l'oggetto sociale di quest'ultimo abbia come finalità anche quella della promozione agroalimentare piemontese.
Così, pur non essendo straordinariamente convinti dell'utilità di questa operazione, incominciamo a dare sostanza all'obiettivo di razionalizzare il numero delle società.
C'è poi un terzo punto su cui vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore. Il punto è di avere affidato nel testo dell'articolo del disegno di legge a Sviluppo Piemonte Turismo anche la promozione e l'organizzazione di eventi sportivi di carattere turistico.
Questo non c'è nell'oggetto sociale di Sviluppo Piemonte Turismo e riteniamo che sia un discorso ed una considerazione un po' troppo labile quella di dire che una società di occupa della promozione e dell'organizzazione degli eventi sportivi di rilevanza turistica, perch qualunque tipo d'iniziativa sportiva può avere questo tipo di classificazione.
Qual è il senso della nostra preoccupazione? Non possiamo tornare ad una fase nella quale ciascun Assessore regionale - e questo era abbastanza classificabile ed identificabile nella Giunta Ghigo in questa Regione costituiva le proprie società che erano delle strutture parallele agli Assessorati e che venivano utilizzate sostanzialmente per realizzare degli obiettivi che non ci stavano tanto nella programmazione regionale, che non ci stavano tanto nel rispetto delle procedure (bandi, modalità trasparenti di affidamento dei contributi, modalità trasparenti di valutazione dei programmi) e che ci stavano invece nella logica di una società privata.
Con queste strutture parallele a fianco di ogni Assessorato, che cosa può avvenire? Che l'Assessore dica surrettiziamente al Presidente di Sviluppo Piemonte Turismo: "Io ti do questi soldi per far funzionare l'attività e tu fai questi tipi di eventi e di iniziative" - la volgarizzo sia chiaro, ma è per rendere l'idea.
un film già visto in questa esperienza regionale. I colleghi presenti nella settima legislatura potrebbero dirlo, io non c'ero, ma i colleghi Ronzani, Muliere e Manica potrebbero raccontare questo genere di situazioni.
Quindi, anche quell'elemento molto ampio, molto discrezionale e molto generico, ossia il mettere in capo a Sviluppo Piemonte Turismo la competenza sull'organizzazione e sulla promozione degli eventi sportivi di carattere turistico è, dal nostro punto di vista, foriero di non poche perplessità.
Termino: spero che questa volta la Giunta regionale raccolga la sfida che gli stiamo lanciando, che è una sfida di merito, profondamente di merito.
Avete detto che volete diminuire il numero delle società: cominciate a farlo, cominciamo con questi nostri emendamenti a cancellarne una e a dire che ne creiamo solo una. Facciamo in modo che questo avvenga non creando strutture parallele, ma enti strumentali che permettono di dare corpo alle politiche regionali. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il Presidente Cota, in diverse occasioni, sicuramente quando svolse il discorso programmatico in Aula e recentemente quando ha giustificato diciamo così - la riorganizzazione della sanità, si è vantato di essere a capo di un'Amministrazione regionale che affrontata il nodo degli sprechi e della riorganizzazione, dicendo che, prima di procedere con dei tagli, si stavano ponendo il problema di riorganizzare il sistema e gli strumenti di governo della Regione, tentando di eliminare doppioni e sprechi.
In realtà, qui stiamo constatando il contrario. Non voglio rifare la vicenda di Sviluppo Piemonte Turismo, l'ho conosciuta ed è stata oggetto di molte discussioni in questo Consiglio regionale: mi ricordo il momento dell'impegno fortissimo a cancellare questa società.
Naturalmente, è legittimo che il nuovo Assessore abbia opinioni diverse circa il destino e il futuro di questa società, ma, intanto, qui, c'è un primo problema. Non posso resuscitare - ha usato questo termine il Consigliere Mino Taricco - una società immaginando che essa diventi rispetto ad altre un doppione e non posso non pormi il problema di come io riorganizzo il sistema degli strumenti, tanto più in una fase nella quale Assessore Cirio - lei dovrà fare i conti con tagli pesantissimi ai bilanci regionali.
Non so se avete chiaro e contezza del fatto che, domani, a Roma, il Consiglio dei Ministri deciderà una politica dei tagli che riguarderà i prossimi tre anni: si parla di 45 miliardi di euro e, verosimilmente, anche se penso le Regioni porranno la questione di come affrontare il tema dei tagli, questi tagli riguarderanno le Regioni, il sistema delle Autonomie Locali e alcuni Governatori hanno lanciato un grido di allarme.
In questo contesto, diventa decisivo per la nostra Regione mettere mano ad una riforma dei sistemi e degli strumenti per mettere in atto politiche di promozione che riducano il più possibile le spese superflue o possibili doppioni o sprechi.
Qui c'è un primo problema: non è in discussione che voi resuscitate Sviluppo Piemonte Turismo, ma non potete non porvi il problema di immaginare un unico strumento che faccia promozione.
In questi giorni, ho letto una serie di ragionamenti che si svolgono anche sulle politiche del turismo in questo Paese: c'è una tendenza fortissima a centralizzare le politiche turistiche sul piano nazionale; c'è una polemica fortissima nell'ambito della quale si dice ai sistemi regionali di fare attenzione a non promuovere tutti un pezzo, rischiando in questo caso, di mettere in atto una politica che perda di efficacia, ma in Piemonte è giocoforza immaginare un sistema unitario!



PRESIDENTE

Può concludere, per favore?



RONZANI Wilmer

Ho terminato, Presidente.
In questo quadro, Assessore Cirio, la questione che poneva il Consigliere Reschigna è cruciale: cosa fa Sviluppo Piemonte Turismo? Diventa un bel problema se portate gli eventi fuori dall'Assessorato.
Intanto, mi domando cosa faranno quei dirigenti e quei Settori nel suo Assessorato; mi domando quale sarà il senso di alcuni eventi che oggi invece, gestiva l'Assessorato.
Allora, è gioco-forza, indipendentemente dalle vostre decisioni immaginare che gli eventi sportivi di un certo tipo non possono essere gestiti al di fuori dell'Assessorato che lei dirige.



PRESIDENTE

Invito al rispetto rigoroso dei tempi, anche perché abbiamo un articolato molto lungo. Questa mattina ho già svolto comunicazioni riguardo all'obiettivo che dovremo porci, quello di discutere anche la cosiddetta partita del CORECOM, essendo oggi l'ultimo giorno; quindi, chiedo veramente la collaborazione di tutti.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Nel momento in cui affrontiamo il discorso su questo articolo e sull'emendamento di cui è primo firmatario il collega Taricco (uno interamente soppressivo e uno modificativo che discuteremo dopo), dovremo ricordarci un pochino come andarono le vicende.
In questa Regione avevamo una struttura denominata ATL, che non aveva sostanzialmente mai funzionato nel corso delle legislature; tale struttura venne superata e inserita all'interno di CEIP insieme ad altri momenti che riguardavano le attività produttive, piuttosto che non l'agricoltura, per riorganizzare più complessivamente la promozione di questa Regione.
Rimane un residuo di quella ATL, costituito da quelle che erano funzioni legate all'Osservatorio e ad altro, che tradizionalmente nelle altre Regioni sono inserite nella struttura regionale e in capo agli Assessorati: casualmente, in Regione Piemonte, erano state inserite funzioni di istituto come quelle in ATL. Quella, in assenza della modifica della legge n. 51, fu la ragione che non consentì di svolgere complessivamente tutta l'operazione.
Una volta modificata la legge n. 51 venne presentata una procedura di superamento di quella struttura, la quale poteva rientrare in CEIP o nella struttura regionale, riportando funzioni che erano storicamente di istituto di una Regione dentro alla stessa Regione.
Questa Amministrazione ritiene di intervenire e di procedere su un'altra strada. Se si procede su quest'altra strada, però, occorre riorganizzare la promozione complessivamente: non può esserci una promozione enogastronomica o agroalimentare scollegata dalla promozione turistica e da altri momenti, altrimenti avremmo una serie di strutture (quali CEIP, IMA e Sviluppo Piemonte Turismo) che dovrebbero provvedere alla promozione in un quadro di risorse sempre più scarse, sia per il turismo che per l'agricoltura. Si moltiplicano le strutture, ma scarseggiano le risorse.
Mi pare che la nostra sia una proposta di riorganizzazione significativa, anche perché, altrimenti, se CEIP si occupa del mercato estero e Sviluppo Piemonte Turismo del mercato italiano, non riusciamo a capire cosa fanno le 15 persone presenti in Assessorato, che si dovrebbero occupare di promozione turistica, visto che c'è un intero settore. Altresì se questa struttura si occupa anche della promozione di grandi eventi sportivi a carattere turistico, non comprendiamo cosa fanno altrettante persone all'interno di una Direzione dell'Assessorato. Quindi, il Settore Promozione dell'Assessorato, che annovera circa 15 persone, visto che non si occupa dell'estero e neppure dell'Italia, in questo momento - è un quesito che noi poniamo esplicitamente - cosa sta facendo?



PRESIDENTE

Ancora chiedo di prestare attenzione ai tempi.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Sono d'accordo con le riflessioni dei colleghi di partito che mi hanno preceduto: occorrerebbe utilizzare il personale nel modo migliore possibile. Ci possono anche essere le condizioni nelle quali l'Assessore può decidere di affidare l'organizzazione di un evento, magari, ad una struttura specializzata, se questo, per sue caratteristiche, ha dimensioni e peculiarità tali da potere essere organizzato soltanto da chi è specialista in quel campo. Penso che con i molti mestieri anche nel campo del turismo la specializzazione possa essere utile, ma ritengo che il personale che lavora per la Regione potrebbe anch'esso specializzarsi.
Allora, in aggiunta alle parole espresse dai miei compagni di partito cioè che Sviluppo Piemonte Turismo debba occuparsi anche di eventi sportivi a carattere turistico e della promozione dell'enogastronomia - peraltro con un Assessore che, anche per formazione professionale, ha svolto un tale lavoro (questo lo dico seriamente) nella sua provincia penso potrebbe essere una grande opportunità - se non sono un vecchio trombone che ripete sempre le stesse cose, voglio dire all'Assessore che potrebbe aggiungere a Sviluppo Piemonte Turismo anche l'organizzazione e la promozione del Circuito delle Residenze Reali.
Già che ci sei, Assessore Cirio...



(Commenti dell'Assessore Cirio)



BOETI Antonino

Non solo di Cuneo.
Naturalmente, aspetto di essere smentito da questi tre anni e mezzo che mancano ancora alla conclusione di questo Consiglio regionale e vorrei anche, Assessore, che mi rispondesse, vorrei capire se ci sarà qualcuno nei prossimi tre anni e mezzo che deciderà di occuparsi di questa grande opportunità per il turismo e anche per le occasioni di lavoro che sono determinante, che potrebbero essere rappresentate da questa ricchezza straordinaria le residenze reali che caratterizzano la provincia di Torino.
un'aggiunta alle cose che secondo i miei colleghi questo ente dovrebbe fare e forse questo potrebbe essere uno dei più utili incarichi che lei potrebbe affidare loro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Grazie, Presidente.
Anzitutto mi scuso con il Consigliere Reschigna se ho dato un'impressione diversa da quella che volevo quando parlavamo di regolamentazione delle motoslitte.
Consultandomi anche con il collega Sacchetto, vorrei comunicare che siamo disponibili ad accogliere il senso dell'emendamento del Consigliere Taricco in merito all'accorpamento di SPT e di IMA, cioè di fare una cosa sola.
Abbiamo fatto una verifica procedurale: se facciamo questa operazione all'interno del collegato, non avendola preventivata ed organizzata, da domani affronteremo problemi pratici di gestione del personale - immaginate voi - di sedi, di locali, eccetera.
Noi siamo disponibili se voi siede d'accordo ad accogliere il senso della proposta, quindi ad impegnarci a presentare nel giro di 90 giorni, se a voi va bene, un disegno di legge come Giunta che accorpa la società SPT e IMA costituendone una sola con le funzioni che ci siamo detti di promozione sia del turistico che dell'agroalimentare.
Chiedo anche consiglio al Presidente: se questo impegno per essere formalizzato deve essere inserito in un ordine del giorno se sospendiamo tre minuti la seduta, lo scriviamo e lo approviamo per accogliere immediatamente questo impegno.
Sono anche disponibile - se questo aiuta - a togliere la gestione e l'organizzazione di eventi sportivi. Noi l'abbiamo messo, sapete perché? Sull'onda di quest'anno. Quest'anno la Regione ha affidato a terzi, a partite dal Giro d'Italia, tante manifestazioni sportive che avrebbe potuto gestire da sola senza dover trovare dei partner. Solo che non aveva il soggetto che le gestiva.
L'arrivo del Giro d'Italia potrebbe gestirselo tranquillamente SPT senza darlo ad una società esterna. Questa era la ratio e la logica.
Fondiamo SPT e IMA, faremo uno statuto con un oggetto sociale nuovo specificandolo meglio, se sarà il caso.
Quindi, chiedo al Presidente di aiutarmi sotto il profilo formale. Nel merito siamo disponibili ad accorparle. Nel merito siamo disponibili ad eliminare dall'articolo n. 11 il punto f), che è quello sull'attività di promozione ed organizzazione di eventi sportivi di particolare rilevanza turistica. Mi permetterei di togliere organizzazione, se siete d'accordo: lascerei la promozione degli eventi sportivi e toglierei la parola "organizzazione".
E quindi chiedo tecnicamente come meglio procedere.



PRESIDENTE

Riassumo: alla lettera f), dove ci sono le parole "attività di promozione e organizzazione di eventi sportivi di particolare rilevanza turistica", vuole togliere la parola "organizzazione"? Quindi diamo per modificato? Votiamo l'emendamento della Giunta? Adesso lo prepariamo e dovremmo avere un suo autografo.
Comunichiamo intanto che, al comma tre dell'articolo n. 11), lettera f) il sostantivo "organizzazione" viene soppresso, per iniziativa della Giunta regionale, accogliendo quanto è stato rappresentato da parte del collega Boeti.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno, non ritengo di sospendere i lavori, perché gli ordini del giorno vanno votati alla fine, prima del voto finale sull'intero testo di legge. Conseguentemente immagino che ci sia tutto il tempo per predisporlo.



(Commenti dell'Assessore Cirio)



PRESIDENTE

Continuiamo quindi con l'illustrazione dell'emendamento rubricato n.
34), che è stata interrotta con la comunicazione della Giunta.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
La comunicazione che ora ha fatto l'Assessore ci conforta, perch prendiamo atto che le nostre battaglie sono, come dimostriamo testé, non ostruzionistiche, non di principio, ma vanno al cuore della buona amministrazione. Questo lo consideriamo un risultato importante del collegato alla finanziaria e apprezziamo seppur tardivamente il fatto che la Giunta abbia alla fine voluto recepire la nostra intuizione e la nostra proposta.
Ora, naturalmente aspettiamo che venga formulato l'ordine del giorno e fin da ora diciamo insomma che se i contenuti dell'ordine del giorno saranno coerenti - non abbiamo motivo di dubitare con ciò che l'Assessore prima ci ha detto - naturalmente saremmo propensi a sostenere l'ordine del giorno stesso.
Avevo intenzione di presentare altre argomentazioni, ma a questo punto vista l'annuncio della Giunta, concludo qui il mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi ritrovo nelle dichiarazioni che ha fatto il collega Lepri, anche se onestamente, le riflessioni che sono state fatte in passato circa l'opportunità di creare una nuova struttura che, in parte perlomeno, si andrà a sovrapporre, con il lavoro di un gruppo di persone già incardinate in un Settore, la promozione turistica in capo all'Assessorato, ci pare una duplicazione di costi. Ogni volta che noi ragioniamo con una struttura esterna rischiamo di non recuperare il lavoro di persone che già sono dentro l'Amministrazione ma di duplicarlo, per cui ci sono persone che rimangono con competenze in qualche modo svuotate da un braccio operativo esterno che in qualche modo ha più appetibilità nella gestione e assistiamo a una duplicazione di costi dell'Amministrazione.
Ricordo che con la vicenda di Sviluppo Piemonte il turismo, nelle varie fasi in cui in questo Consiglio si è votato gli allora Consiglieri dell'opposizione, oggi di maggioranza, eccepirono molto anche sulla modalità con cui all'interno di queste strutture si era assunto il personale, si era proceduto a stabilizzarlo, e mi ricordo anche fasi concitate in questa Assemblea. Quindi invito anche nella futura gestione a tenere conto delle osservazioni che proprio in passato, dai banchi che oggi sono i banchi della maggioranza sono state fatte con particolare acredine.
La raccomandazione è di evitare che una nuova struttura di fatto aumenti complessivamente il costo della cosa pubblica piemontese, aumenti la macchina amministrativa senza apportare quei benefici che, in qualche modo, erano previsti sulla carta, quando questa struttura era stata fatta partire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Taricco, Lepri Pentenero, Motta Angela, Reschigna, Ronzani, Muliere, Gariglio: All'articolo 11 (Modifiche alla legge regionale 23 aprile 2007, n. 9) del DDL n. 101 sono inseriti i seguenti commi: 3 bis. La società Sviluppo Piemonte Turismo, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, modifica il proprio statuto sociale aggiungendo le seguenti finalità: a) promozione e pubblicità in Italia e all'estero dei prodotti agricoli ed alimentari piemontesi ivi compresa la partecipazione a fiere, convegni ed altre iniziative di carattere pubblico e privato b) Promozione e pubblicità della qualità dei prodotti agricoli e alimentari piemontesi, attività di informazione istituzionale e promozione della valorizzazione del territorio rurale a favore della Regione Piemonte c) Promozione ed organizzazione di fiere, esposizioni, saloni ed altre iniziative pubbliche e private in Italia e all'estero al fine di informare promuovere e pubblicizzare i prodotti agricoli e alimentari piemontesi d) monitoraggio dei mercati agroalimentari e) ricerche di mercato e sondaggi di opinione f) organizzazione di seminari, convegni, dibattiti su temi di marketing agroalimentare g) organizzazione di corsi e attività di formazione specialistica di operatori e tecnici su temi di marketing agroalimentare h) organizzazione, ideazione e predisposizione di strategie e progetti di comunicazione e informazione rivolte alle imprese e/o ai consumatori i) organizzazione di attività di marketing a favore di organizzazioni di produttori, consorzi di tutela ed imprese del settore agroalimentare j) consulenza tecnica attinente la definizione di accordi e partnership commerciali con specifico riguardo al settore dei prodotti agricoli ed alimentari, a favore di imprese ed enti pubblici e privati k) in generale tutte le attività ed iniziative che tendano a favorire in Italia ed all'estero l'espansione dei prodotti agricoli ed alimentari piemontesi.
3 ter. Le funzioni ed il personale dell'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte sono attribuite alla società Sviluppo Piemonte Turismo, costituita ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale 23 aprile 2007, n. 9 (Legge finanziaria per l'anno 2007).".
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo che si debba tenere conto di quest'emendamento, ma nel suo ragionamento l'Assessore Cirio aveva detto che, nel momento in cui andremo a fare l'ordine del giorno, eventualmente inseriremo alcuni indirizzi di oggetto sociale che andranno poi a confluire nell'approvazione della norma.
Vedo l'Assessore assentire.



PRESIDENTE

Lo ritira quindi?



TARICCO Giacomino

No, lo manteniamo.



PRESIDENTE

Però se poi venisse bocciato l'ordine del giorno...



TARICCO Giacomino

Allora sì, lo ritiriamo.
Ha ragione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Posso proporre una riflessione? Noi con quest'emendamento non faremmo altro che anticipare, di fatto, quanto l'Assessore Cirio ha dichiarato di avere intenzione di fare attraverso un disegno di legge.
Chiedo scusa, Assessore, a me parrebbe logico proporle una riflessione di questo tipo. Noi diciamo che entro 90 giorni avvenga; per essere chiari noi possiamo anche dire, in modo tale che il ragionamento diventi più completo, che ciò debba avvenire entro la fine dell'anno. Diamo cioè un arco temporale; visto che con questo emendamento noi prevediamo la fusione di IMA su SPT, anche con il trasferimento del personale, diciamo che tutto questo deve avvenire a decorrere dal 1° gennaio 2012, in modo tale da dare anche tempo alla Giunta regionale di prevedere tutte le questioni operative, perché una fusione richiede anche degli elementi che devono essere attentamente valutati.
Allora, piuttosto che fare un ordine del giorno e presentare entro 90 giorni un disegno di legge, modifichiamo l'emendamento che abbiamo presentato e prevediamo che tutto questo debba avvenire a decorrere da gennaio 2012. La Giunta regionale avrebbe così sei mesi di tempo, non solo per mettere a punto tutte le questioni ma per espletare anche tutte le procedure, e mi sembra che abbiamo completato il cerchio. Tanto, se questo è l'intendimento della Giunta regionale, a quel punto...
Scusate. Scusatemi, Assessori!



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, però inviterei gli Assessori ad ascoltare. Collega Taricco, il suo Presidente di Gruppo sta facendo una proposta! Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Dicevo che se noi lasciamo nell'articolato il nostro emendamento modificandolo, al posto di 90 giorni, con il 1° gennaio 2012 - a quel punto il Consiglio esprime una volontà molto precisa; se la Giunta regionale in questi sei mesi ritenesse di dover operare ancora alcuni interventi legislativi - numero dei componenti del Consiglio, modalità di elezioni precisazione sull'oggetto sociale - benissimo: si presenti a questo punto un ulteriore disegno di legge che tiene conto - dandovi attuazione - di questa norma, che per intanto entra in vigore nella legislazione regionale piemontese.
Mi sembra che le due questioni non siano così in contraddizione tra di loro. Grazie.



PRESIDENTE

Dunque, il Consigliere Reschigna, co-firmatario dell'emendamento n. 36) del Gruppo del Partito Democratico, propone, in luogo dell'ordine del giorno, di mantenere in votazione l'emendamento n. 36), così modificato: al comma 3 bis, dopo le parole "la Società Sviluppo Piemonte Turismo", le parole "entro 90 giorni dall'approvazione" sono sostituite da - adesso poi troviamo la formulazione corretta - "dal 1° gennaio 2012". In questo modo il collega manterrebbe la richiesta di mettere in votazione l'emendamento.
Lei cosa ne pensa, Assessore?



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Sto ragionando anch'io così, a caldo, e ne sto parlando con il collega Sacchetto.
Mentre il comma 3 bis a me non dà alcun problema - nel senso che i contenuti statutari che dovrà avere SPT proposti dal Consigliere Taricco sono tutti quanti condivisibili e sono favorevole - abbiamo qualche problema tecnico a fondere per legge in due articoli due società, senza averlo previsto. Noi vogliamo farlo: lo diciamo in buona fede e ci impegniamo anche. Io non so, Presidente, se questo sia irrituale: magari però, se l'ordine del giorno fosse contestuale al ritiro dell'emendamento questo potrebbe aiutare; a meno che nel collegato - non so se questo si possa fare - si possa scrivere quel che scriviamo nell'ordine del giorno.
Però, anche per rispetto al collega, noi non vorremmo che apparisse che SPT assorbe IMA; noi vorremmo che apparisse quel che vogliamo che sia, cioè una fusione tra le due realtà: la realtà agricola e quella turistica. Se fosse possibile mettere nel collegato una formulazione che dica che SPT e IMA vengono fuse in un unico soggetto, disciplinato da una legge che la Giunta regionale si impegna a presentare entro 90 giorni dall'approvazione del presente provvedimento, noi saremmo favorevoli; anche sotto forma di articolo di collegato. Mi sono spiegato?



PRESIDENTE

Sì, però ho sempre dei dubbi su questi articoli così complessi scritti all'ultimo momento. Poi le do la parola, Consigliere Reschigna; però, se si vuole percorrere questa via, accantoniamo un attimo l'articolo, tanto ne abbiamo altri 19: lavorate, magari anche con l'ausilio di qualche funzionario, e arriviamo con una soluzione di cui poi vi è la piena consapevolezza della Giunta, dei proponenti e dell'intero Consiglio che dovrà fare una scelta.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Mi riconosco nella sua proposta. Credo che sia giusto che noi definiamo un testo all'interno del collegato. Mi rendo anche conto che questo testo debba avere una funzione non di dettaglio ma di indirizzo e che questa cosa non la possiamo scrivere in due minuti.
Sarei quindi per accantonare l'esame dell'articolo, consentire ai due Assessori - magari permetteteci un minimo di raccordo in questi giorni anche in rapporto con chi ha lavorato su questa materia - e, alla prossima seduta del Consiglio regionale, essere nelle condizioni di votare un articolo che, se anche non entra nei dettagli delle questioni perché mi rendo conto che è difficile, offre comunque questo scenario di riferimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Allora accantoniamo l'articolo, però finiamo l'illustrazione: in questo modo ci torniamo solo per la votazione, quando lo riprenderemo in esame.
ARTICOLO 9 bis Emendamento rubricato n. 143) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Bonino: Dopo l'art. 9 del disegno di legge n. 101 è inserito il seguente: Art. 9 bis (Modifiche all'articolo 5 della legge regionale 23 febbraio 1995 n. 24 "Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada") 1. La lettera f) del comma 3 dell'articolo 5 della l.r. 24/1995, come sostituito dall'articolo 1 della legge regionale 3 giugno 1997 n. 27, è sostituita dalla seguente: "f) un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale;".
Essendo rientrata in aula, do la parola, per l'illustrazione all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'emendamento 143) propone una modifica della legge regionale del 23 febbraio 1995 - la legge 24 - e riguarda i servizi di trasporto pubblico non di linea, su strada. Questa proposta, che prevede la costituzione di una Commissione e che si propone di inserire un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, è corredata dalle seguenti osservazioni.
L'emendamento proposto, riguardando la Commissione consultiva provinciale, ripristina quanto già originariamente era stabilito dalla stessa legge regionale prima della modifica del '97. Questo emendamento appare opportuno perché contempla la presenza di rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale senza limitare la rappresentatività soltanto a quelle categorie presenti a livello provinciale.
Credo che si vada nella direzione di un ampliamento delle possibilità di rappresentanza e quindi mi sembra che questo emendamento - oltre ad andare incontro a richieste pervenute all'Assessorato - possa anche rappresentare l'introduzione di un elemento di buon senso e di razionalità.
Ricordo che il testo vigente recitava invece "un rappresentate per ognuna delle Organizzazioni sindacali il cui numero di iscritti sia pari o superiore al 10% del totale degli iscritti a tutte le Organizzazioni sindacali di categoria presenti nella provincia".



PRESIDENTE

Bene: l'emendamento n. 143) della Giunta regionale è stato illustrato.
Apriamo la discussione generale. Si tratta dell'emendamento - l'ho detto prima - con il quale la Giunta propone di istituire l'articolo 9 bis: è quello di cui avevamo sospeso la trattazione durante l'assenza dell'Assessore Bonino.
Il primo intervento per la discussione generale è del Consigliere Pedrale, che ha pertanto la parola.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Credo che oggi sia stato fatto dall'Aula un buon lavoro perché si è avanzati nell'approfondimento del collegato alla finanziaria. Mi pare per che nelle ultime battute ci sia stata un'attività sicuramente utile e laboriosa da parte dell'Aula, in questo caso sulla materia del turismo.
Rimane il fatto che noi, in sede di Conferenza dei Capigruppo, avevamo fatto una riflessione per quanto riguarda il provvedimento relativo al CORECOM; provvedimento su cui volevamo lavorare in questa seduta, proprio per dare un segnale all'esterno di una riduzione, ad esempio, dei compensi dei componenti del CORECOM; esigenza condivisa da tutte le forze in Aula.
Però il tempo stringe, quindi vorrei capire come intendiamo muoverci in questo senso: se fosse necessario, si può anche fare una breve sospensione dei lavori dell'Aula.



PRESIDENTE

La questione che lei introduce è una tematica a me cara e credo anche a tutti i Capigruppo perché, come ho detto questa mattina in apertura di seduta, vi era una corale condivisione sull'esigenza di rinnovare la normativa del CORECOM, in linea con quanto ci siamo detti in queste settimane.
Avanzerei, dunque, la seguente proposta: potremmo terminare l'articolo 9 bis e convocare una breve Conferenza dei Capigruppo, in sala A.
evidente, infatti, che essendo oramai le ore 18.16, ed essendo convocati fino alle ore 19, se si vuole tentare di risolvere il problema CORECOM bisogna sostanzialmente verificare che sussistano le condizioni per l'approvazione dell'intero collegato. Pertanto, come Aula, dovremmo decidere di proseguire ad oltranza sino all'approvazione della proposta di legge. Questa potrebbe essere una soluzione. Se ritenete, farei così.
Ci sono richieste di intervento in merito all'emendamento rubricato n.
143)? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Assessore Bonino, vorrei solo comprendere la ratio di diminuire il numero dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Mi sembra infatti, che il contenuto dell'emendamento che lei ha presentato sia questo: prima c'era un rappresentante per ogni organizzazione sindacale che raggiungeva il 10%.
(Commenti dell'Assessore Bonino)



RESCHIGNA Aldo

Se mi spiega la ratio, evitiamo discussioni.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Chiedo scusa, entrando in corso d'opera pensavo stessimo parlando di una cosa diversa.
Il tema è il seguente: ad oggi, il testo prevede che la rappresentanza sia consentita alle organizzazioni i sindacali il cui numero di iscritti deve essere pari o superiore al 10%, ma del totale degli iscritti a tutte le organizzazioni sindacali di categoria presenti nella Provincia. Questa è una griglia che selezione in maniera fortemente discriminante la rappresentanza delle organizzazioni sindacali.
Quindi, in realtà, il ritorno al testo precedente ci consente di includere un maggior numero di rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Perché il parametro del 10% sul totale degli iscritti della categoria ci pone nella condizione di avere uno standard troppo alto e questo è un problema che mette in difficoltà le Commissioni provinciali che si devono adeguare a tale parametro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ho capito la ratio della proposta di emendamento che avanza l'Assessore, ma c'è un problema: chi sceglie il rappresentante che dovrebbe far parte del Comitato e decide qual è la più rappresentativa razionalmente? Deve esserci un'intesa sindacale.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Tutte sono presenti.



RONZANI Wilmer

Deve esserci un'intesa. Noi scegliamo un rappresentante.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Per ogni sindacato. Se lo scelgono loro.



RONZANI Wilmer

Per ogni sindacato? Guardi che allora l'emendamento deve essere formulato in maniera diversa rispetto al testo di legge.
La norma attualmente stabilisce che le Commissioni consortili e provinciali devono essere composte da un rappresentante per ognuna delle organizzazioni sindacali il cui numero di iscritti sia pari o superiore al 10% del totale degli iscritti a tutte le organizzazioni sindacali di categoria presenti nella Provincia. Confesso che è laboriosa la norma, è complicata.
Noi proponiamo un emendamento che prevede un rappresentante per tutte le organizzazioni, le più rappresentative nazionalmente.
Lei si renderà conto di cosa questo significhi: che le organizzazioni sindacali più rappresentative - possiamo immaginarne alcune - devono decidere ovviamente quale rappresentante le rappresenterà, scusi il bisticcio di parole, nella Commissione. Può anche essere giusto, ma immagino che sia un percorso complicato metterle d'accordo e stabilire di dovrà rappresentarle nella Commissione consultiva.
Rifletteteci un attimo, perché voi vorreste semplificare, se ho inteso bene, e immaginare una norma meno complicata rispetto a quella che stabilisce il 10%. Ma poiché stabilite che sarà sempre e solo un rappresentante a rappresentare le organizzazioni sindacali più rappresentative, è complicato immaginare che i sindacati più rappresentativi sul piano nazionale si mettano d'accordo per individuare una persona che li rappresenti. È chiaro qual è il problema? Mi sono spiegato?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Solo una puntualizzazione, Presidente.
Le organizzazioni sindacali hanno l'esigenza di consentire a tutte le categorie di essere rappresentate all'interno della Commissione.
L'obiettivo, dunque, è quello di non vedere nessuna categoria estromessa dalla Commissione. In questa indicazione, che noi abbiamo recepito tra l'altro tornando ad un testo di legge preesistente rispetto alla modifica introdotta successivamente nel 1995, sta la riproposizione di un modello che funzionava. Perché le organizzazioni sindacali per categoria individuavano un loro rappresentante che veniva delegato attraverso un criterio di rappresentanza di categoria che funzionava rispetto alla condivisione di obiettivi che dovevano essere poi portati all'interno della Commissione.
Quindi noi abbiamo riproposto un modello che funzionava sulla base delle indicazioni ricevute dai sindacati della categoria, non solo da alcuni sindacati. Non so se mi spiego.
Il problema è di una rappresentanza all'interno della Commissione di tutte le categorie, che non veda esclusa, per esempio, quella dei tassisti piuttosto che altri, che non raggiungono il 10% dell'ammontare complessivo degli iscritti al settore.
Il testo è stato formulato riprendendo esattamente la legge com'era prima della modifica del 1995.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Assessore, noi capiamo il senso del suo intervento e lo preciso prima che il collega Motta simpaticamente mi attacchi: faccio presente che con logica costruttiva stiamo cercando di risolvere il problema in questione.
Però, Assessore, l'attuale testo di legge, all'articolo, lettera f), 5 prevede che le Commissioni consultive per i servizi non di linea (cioè i taxi e il noleggio con conducente, sostanzialmente) siano composte da un rappresentante per ognuna delle organizzazioni sindacali il cui numero di iscritti sia pari o superiore al 10%.
La norma vigente, dunque, prevede un rappresentante per ogni associazione. Questo tema non ci appassiona, ma se lei dice che...



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

No, che supera il 10%.



GARIGLIO Davide

Se lei dice che supera il 10% e questa norma diventa troppo restrittiva, lei però propone un emendamento che va nel senso opposto quindi non ci capiamo.
L'emendamento, Assessore, dice che alla lettera f) si sostituisce con le parole "dalle organizzazioni sindacali di categorie, maggiormente rappresentative a livello nazionale".
Non funziona così, Assessore. Se lei vuole raggiungere questo intendimento - se è corretto, non so, mi fido - allora deve scrivere "un rappresentante designato da ciascuna delle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale". Se lei omette "da ciascuna", la norma di legge diventa per un solo rappresentante. Lo diciamo in modo costruttivo, se vogliamo inserirli tutti, modificate l'emendamento, trovate una soluzione tecnica al problema. Così, non è dubbio che ce ne sia uno solo, chiedo anche ai tecnici del Consiglio di valutare questo aspetto. Se scriviamo "un rappresentante designato dalle organizzazioni", vuol dire che è uno, a meno che indichiamo rappresentanti per ogni singola associazione.
un problema che prego valutare perché cambia il senso delle sue parole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Magari proviamo intenderci anche in un momento diverso di approfondimento.
La Commissione, come certamente ricorderete, riguarda il trasporto pubblico non di linea su strada. All'interno di questo ci sono differenti categorie di operatori di questo settore. Il tema non è il livello di rappresentanza fra diversi sindacati, ma fare in modo che, all'interno della Commissione, tutte le categorie che operano nel contesto del trasporto non di linea, siano rappresentate. Il problema non è fra le sigle, ma fra le diverse categorie.
L'emendamento recita "designato dalle organizzazioni sindacali di categoria, maggiormente rappresentative a livello nazionale". È ciascuna categoria che indica un rappresentante.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, se inserissimo un "ciascuna", risolviamo il problema? Scrivere "un rappresentante designato da ciascuna organizzazione sindacale di ciascuna categoria, tra le maggiormente rappresentative a livello nazionale". Quindi una per ogni categoria.
Chiedo l'attenzione sia della Giunta che del Consiglio: potrebbe essere una soluzione formulare l'emendamento in questo modo "da almeno un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di ciascuna categoria tra le maggiormente rappresentative a livello nazionale". Pu andare bene questa soluzione? La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ci prendiamo il tempo per fare una verifica? Non vorrei che noi ingenuamente, facessimo un emendamento che complica, anziché semplificare la situazione.
A me è chiaro qual è il problema che voi volete affrontare. Abbiamo una Commissione, fanno parte di tale commissione i rappresentanti sindacali delle due categorie fondamentali, il taxi e il trasporto pubblico non di linea. La norma che abbiamo immaginato e che è in vigore, è una norma molto complicata. Anche dal punto di vista dell'individuazione dei rappresentanti delle categorie, dobbiamo decidere come vogliamo semplificare la norma affermando ovviamente il principio che debbano far parte di quella Commissione le organizzazioni sindacali più rappresentative delle due categorie.
Se invece lei, Assessore, sostiene che per ciascuna categoria - questa può essere l'altra ipotesi - debba comunque essere rappresentata in Commissione l'organizzazione sindacale più rappresentativa...
Vede che dobbiamo chiarirci? L'emendamento che lei propone non risolve la questione.



PRESIDENTE

La Presidenza chiede una cortesia: la norma deve essere chiara altrimenti i problemi in II Commissione diventano ingestibili. Pertanto, o lasciamo "un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali di ciascuna categoria tra le maggiormente rappresentative a livello nazionale" o inseriamo "da almeno un". Mi dica lei, Assessore, che è titolare dell'emendamento.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Lascerei la formulazione proposta dagli uffici, che è quella concordata con la commissione e proposta dagli uffici in base alla formulazione tecnica. La formulazione originale.



PRESIDENTE

Mi sembra che vi sia sufficientemente discussione, prese di posizione interpretazioni, non dico autentiche, ma tendenti all'autenticità da parte sia dei Gruppi, in particolare dell'Assessore, che troveremo sicuramente una soluzione in II Commissione, quindi lo lasciamo così.
Qualcuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto? Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 9 bis.
Interrompiamo i nostri lavori per un massimo di 15 minuti per una Conferenza dei Capigruppo I nostri lavori riprenderanno alle ore 18.45 La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.32 riprende alle ore 19.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non ho registrato le condizioni per il prosieguo del dibattito né per la trattazione degli ordini del giorno, che probabilmente saranno trattati all'inizio della seduta di martedì prossimo, così come eventualmente disporrà nella programmazione dei lavori la Conferenza dei Presidenti di Gruppo già convocata domani alle ore 13.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.13)



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