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Dettaglio seduta n.125 del 21/06/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 16.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Chiedo ai colleghi di prendere posto per iniziare la seduta convocata per le ore 16. Dal momento che abbiamo un'apertura di seduta un po' complessa chiederei, se possibile, ai Consiglieri di sedersi ai propri posti; in particolare ringrazio i Presidenti di Gruppo se vorranno seguire la mia esortazione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Mozione n. 404 presentata dai Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Cerutti Carossa, Ponso, Goffi, Biolé e Bono, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta su 'Gestione dell'urbanistica regionale'" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Mozione n. 405 presentata dai Consiglieri Carossa, Tiramani, Angeleri Gregorio, Marinello, De Magistris e Molinari, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta conoscitiva sugli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli enti collegati e i privati nell'esercizio della gestione della cosa pubblica" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Sanita': argomenti non sopra specificati

Mozione n. 406 presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Taricco Gariglio, Ronzani, Boeti, Manica, Placido, Motta Angela, Laus, Muliere Dell'Utri, Buquicchio, Cerutti, Stara e Artesio, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine, ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento, sulla sanità piemontese" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Sanita': argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 407 presentato dai Consiglieri Artesio, Ronzani Reschigna, Boeti, Cerutti, Stara, e Bresso, inerente a "Riprovazione nei confronti del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda Sanità" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'ordine del giorno è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Prima però cercherò di riassumere quanto concordato in mia assenza alla Conferenza dei Capigruppo e che mi è stato rappresentato, oltre che dagli Uffici, anche dal Vicario. Chiedo l'attenzione dell'Aula perché cerco di ricostruire.
Abbiamo la mozione n. 403, "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine conoscitiva su SCR", presentata dai Consiglieri Goffi Mastrullo, Negro, Ponso, Biolé e Pedrale.
Questa mozione, ancorché non compaia nell'o.d.g., risulta già iscritta nella seduta antimeridiana del 16 giugno 2011.
Abbiamo anche una richiesta annunciata di inserimento all'o.d.g. di oggi e chiedo quindi se viene confermata - della mozione n. 404, "Istituzione di una Commissione speciale di inchiesta su 'Gestione dell'urbanistica regionale'", presentata dai Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Cerutti Carossa, Ponso, Goffi, Biolé e Bono: la richiesta viene confermata.
Abbiamo poi la richiesta di inserimento all'o.d.g. della mozione n. 405 "Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta conoscitiva sugli appalti pubblici che si attivano tra la Regione, gli enti collegati e i privati nell'esercizio della gestione della cosa pubblica", presentata dai Consiglieri Carossa, Tiramani, Angeleri, Gregorio, Marinello, De Magistris e Molinari: la richiesta viene confermata.
Inoltre, abbiamo la mozione n. 406, "Istituzione di una Commissione speciale d'indagine, ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento, sulla sanità piemontese", presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Taricco Gariglio, Ronzani, Boeti, Manica, Placido, Motta Angela, Laus, Muliere Dell'Utri, Buquicchio, Cerutti, Stara e Artesio: anche questa richiesta viene confermata.
stato annunciato l'ordine del giorno n. 410 "Spostamento dei Ministeri da Roma, presentato dai Consiglieri Buquicchio, Cursio e Ponso, che non ne chiedono l'iscrizione in questa seduta.
Relativamente alla mozione n. 403, dunque, diamo atto che è già iscritta e che quindi questa è una semplice comunicazione.
Per quanto riguarda invece le mozioni n. 404, 405 e 406, relative all'istituzione di Commissioni speciali di indagine o d'inchiesta, chiedo se l'Aula acconsente all'iscrizione; nel caso, saranno iscritte in coda all'o.d.g. della seduta odierna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Intervengo solamente per sottolineare che esiste una mozione, la n. 82 "Rimborsi alluvione del 28/29 aprile 2009" già iscritta all'o.d.g.
C'è una scadenza importante al 30 giugno, quindi chiederei la possibilità di reinserire all'o.d.g. quella mozione.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Cavallera proporrebbe di discuterla giovedì Consigliere Marinello.
Bene, il collega acconsente.
Se nessuno si oppone come mi sembra, dunque, le mozioni n. 404, 405 e 406 sono iscritte all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Arriviamo adesso all'ordine del giorno n. 407, "Censura nei confronti del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda Sanità", presentato dai Consiglieri Artesio, Ronzani, Reschigna, Boeti, Cerutti, Stara e Bresso sul quale mi è stato riferito vi fosse un'intesa sia per l'iscrizione sia per la discussione-trattazione nella seduta odierna.
Su questa mozione corre l'obbligo di rilevare da parte della Presidenza che la "censura" di un comportamento - sia del Presidente della Giunta, sia di Assessori, sia di Consiglieri - spetta come prerogativa all'Ufficio di Presidenza. Quindi, pur trattandosi di un sostantivo che può essere accettato nel dispositivo della mozione, inviterei se possibile i proponenti a trovare con una modificazione un termine diverso rispetto alla parola "censura": si tratta di un invito e non di un obbligo. A norma infatti dell'articolo 62, comma 5, del Regolamento la delibera di censura è una prerogativa dell'Ufficio di Presidenza.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Senza l'ausilio del vocabolario dei sinonimi, tenderei a dire "esprime severa riprovazione".



PRESIDENTE

Quindi l'ordine del giorno n. 407 - poi diamo la parola al Consigliere Pedrale - è così modificata dai proponenti: nella parte del deliberativo il termine "censura" viene sostituito dalle parole "esprime severa riprovazione". La ringrazio, Consigliera Artesio.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Scusi, Presidente: è colpa mia perché ero impegnato con una delegazione dei Campionati del mondo di arti marziali che si terranno in Piemonte...



(Commenti in aula)



PEDRALE Luca

A Vercelli, per caso...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Pedrale.
Chiederei un attimo di attenzione perché si tratta di un momento un po' delicato.
Prego, collega.



PEDRALE Luca

Presidente, dal momento che sono entrato quando lei già stava parlando le chiederei, gentilmente, una sospensione di cinque minuti soltanto per capire come s'intende organizzare i lavori della seduta di oggi.



PRESIDENTE

Ripeto, la mozione n. 403 è iscritta in quanto era già stata iscritta.
Diversamente, le mozioni n. 404, 405 e 406, non essendosi opposto alcun Consigliere, sono state appena iscritte in coda alla seduta.
Rimane aperta la questione sull'ordine del giorno n. 407, presentata dai Consiglieri Artesio, Ronzani, Reschigna, Boeti, Cerutti, Stara e Bresso, con il quale si chiede al Consiglio regionale di "esprimere severa riprovazione sul comportamento del Presidente della Giunta regionale".
Durante la mia assenza la scorsa settimana mi è stato riferito che vi fosse un'intesa sia per la sua iscrizione sia per la discussione, in quanto era da intendersi come atto di indirizzo finale presentato dall'opposizione, rispetto alla comunicazione del Presidente Cota sulla questione sanità. In quella seduta non c'era stato il tempo per discuterlo.
Se è corretto, riterrei iscritto anche quest'ordine del giorno e lo porrei in discussione precedentemente al prosieguo della legge n. 101.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

La ringrazio per gli approfonditi chiarimenti, ma ho bisogno ancora di cinque minuti per coordinarmi con i Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

Sospensione accordata. I lavori riprenderanno alle ore 17.05.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.53 riprende alle ore 16.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il problema si è risolto, quindi riprendiamo i lavori della seduta.
Se l'Aula acconsente e nessun Consigliere regionale si oppone, dichiaro iscritto l'ordine del giorno n. 407. L'ordine del giorno verrà trattato come primo punto, prima del disegno di legge sul collegato.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g., come modificato, è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Carossa, Costa Raffaele e Cota.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, a richiesta, i processi verbali delle sedute del 14 giugno 2011.


Argomento:

c) Sentenza Corte Costituzionale n. 192 del 15 giugno 2011 della l.r. 18/2010


PRESIDENTE

L'Avvocatura della Giunta regionale - con nota del 16 giugno 2011 prot. n. 24483 del 17 giugno 2011 - ha comunicato che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 192 del 15 giugno 2011, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 27 della legge Regione Piemonte n. 18 del 3 agosto 2010 recante "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 e disposizioni finanziarie", per violazione dell'articolo 117 comma 3 della Costituzione, in quanto in contrasto con il principio fondamentale fissato dall'articolo 12, comma 4 del decreto legislativo n. 387 del 2003.
La Corte ha invece dichiarato cessata la materia del contendere relativamente alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 15 della legge della Regione Piemonte n. 18/2010 proposta dal Governo in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione.



PRESIDENTE

Infatti, la Regione, con legge regionale 29 marzo 2011 n. 3, recante modifica dell'articolo 16 bis della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 "Tutela ed uso del suolo", aveva già adeguato la propria normativa alle censure proposte per la Presidenza del Consiglio dei Ministri.



PRESIDENTE

Ricordo inoltre che l'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea, accogliendo la richiesta avanzata da alcuni Consiglieri, ha verificato la possibilità di ricezione dei notiziari dell'Agenzia di stampa Ansa da parte dei singoli Consiglieri a titolo sperimentale, anche su supporto mobile, iPod, computer portatili, ecc. I Consiglieri interessati sono invitati a rivolgersi alla segreteria del Settore Informazione per avere le indicazioni della login e della password necessarie ad attivare tale servizio.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 7 e 9 giugno 2011.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 407 presentato dai Consiglieri Artesio, Ronzani Reschigna, Boeti, Cerutti, Stara, e Bresso, inerente a "Riprovazione nei confronti del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda Sanità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 407, avente ad oggetto "Riprovazione nei confronti del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda Sanità", testé iscritto all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Anzitutto un ulteriore contributo alla chiarezza letteraria. Quando sono stata interpellata credevo si parlasse del dispositivo, quindi "esprime severa riprovazione" è corretto, ma nell'oggetto non può esserlo perché "censura", in quella fattispecie, è sostantivo e non verbo, quindi bisognerà scrivere "riprovazione".
Nel merito. Già nello svolgimento della comunicazione e del dibattito sulla comunicazione stessa di giovedì scorso avevo rappresentato la mia opinione - che vedo piacevolmente condivisa dai Consiglieri che hanno sottoscritto questo ordine del giorno - rispetto alla totale insoddisfazione che, anche nella comunicazione di giovedì, abbiamo ricavato sul modo con il quale il Presidente Cota si autoassolve dalla responsabilità politica rispetto alle vicende che stanno coinvolgendo l'Assessorato alla sanità, sia nella persona dell'Assessore, ora dimissionaria dalla qualità di Assessore, sia nelle persone dei componenti dell'Ufficio di comunicazione dell'Assessorato stesso, che nell'attività ha coinvolto, dal punto di vista giudiziario, un commissario di ASL, anche se poi abbiamo saputo di un secondo commissario raggiunto da avviso di garanzia.
A mio modo di vedere non è ragionevole che, fatte salve le caratteristiche individuali della responsabilità, il Presidente Cota possa come ha fatto, chiamarsi fuori da una responsabilità politica complessiva.
Esattamente per il modo con il quale ormai da 15 mesi viene governato il sistema sanitario di questa Regione.
Una modalità che, per esclusiva volontà del suo Presidente, non ha avuto, non ha attualmente e forse non avrà una direzione trasparente né dal punto di vista dell'indirizzo politico né dal punto di vista delle conseguenze amministrative. Dove il contenuto del termine trasparente che io uso, non è certo legato alla correttezza degli atti amministrativi su cui altri organi sono deputati ad intervenire, ma è legato alla possibilità di controllo politico e sociale, quindi di comprensione sociale e politica delle scelte compiute.
Un Assessorato tripartito, in cui, contemporaneamente, agivano il Presidente che ha voluto rivendicare, ancora in Aula, la sua relazione diretta con il Direttore dell'Assessorato e lo ha fatto qui per smarcarsi dalle responsabilità dell'Assessore e dalle vicende in cui l'Assessore è stato coinvolto; quindi ha cercato di legittimare una relazione diretta con una figura professionale che aveva impedito il completamento di atti che sono oggetto di indagine, ma una relazione diretta che, sul piano politico ha voluto, in questi mesi, rappresentare un conflitto permanente nelle decisioni assunte.
Se all'interno di Corso Regina si regolavano dei conflitti, all'esterno i territori erano agitati dal disorientamento più profondo. Atti deliberativi che descrivevano scelte di ridimensionamento e rassicurazioni politiche che le negavano; atti deliberativi che descrivevano nuovi indirizzi di programmazione, più o meno vincolati dai piani di rientro, e scelte delle ASL e dei Direttori delle ASL che, obbedendo alla politica dell'Assessore, assumevano delibere in contrasto con quei piani di rientro come avveniva per l'Emodinamica di Chiasso.
una responsabilità, questa, della mancanza di trasparenza, del galleggiamento sull'incertezza della decisione politica, della impraticabilità nella lettura del nuovo Piano Socio Sanitario che è ascrivibile a questa scelta del Governatore, da lui rivendicata nella famosa relazione preferenziale con i "frutti sani" rispetto alle "mele marce" che devono essere immediatamente scaricate.
La seconda relazione, quella di un altro luogo di direzione politica riguarda il rapporto stretto che intercorre fin dalla scelta di nomina e arriva ai comportamenti odierni, con il Direttore generale dell'Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. Altro luogo di potere, altro luogo di decisione, altra inintelligibile volontà politica che infierisce - credo di usare il termine esatto - sul sistema sanitario.
Se ancora ce ne fosse stato bisogno di descrivere in quale vicenda è trascinata la futura programmazione della sanità piemontese, ne abbiamo avuto prova non più tardi della giornata di ieri, quando, in un Consiglio comunale aperto della Città di Ivrea, abbiamo assistito ad un'esibizione politica parossistica del Direttore generale dell'Agenzia Regionale, che sostituendosi ad un ruolo politico ed esercitandolo in un modo che nemmeno i politici eletti avrebbero l'ardine di esercitare, si è scagliato contro sindaci e amministratori pubblicamente eletti a fronte, e brandendo come una clava, della sua ventilata riforma. Un ruolo politico che abbiamo visto consumarsi venerdì pomeriggio nella presentazione di dati relativi e non confermati, delle performance delle strutture ospedaliere piemontesi illustrazione e convegno che hanno avuto come conseguenza articoli di cronaca che gettano nell'insicurezza il sistema sanitario, che accusano indebitamente le qualità dei professionisti di questi sistemi e ingenerano insicurezza nei cittadini utenti.
Come ci si può immaginare che un cittadino che ha letto che in quel determinato ospedale non si è correttamente e adeguatamente trattati per una frattura, possa poi essere trasportato in condizione di emergenza dal servizio 118 in quell'ospedale? Non ci si rende conto delle conseguenze delle cose che si dicono, del modo nel quale si dicono e della leggerezza con la quale si dicono? Nulla di questa sensibilità colpisce questi oratori e questi relatori.
Abbiamo, dunque, questa riforma sanitaria, annunciata come la vera rivoluzione, l'unica avvenuta dopo trent'anni, di cui non si conosce il capo. Di certo, la coda non la conosciamo e, forse, non la conosceremo nemmeno nel quinquennio. Ma oggi non si conosce il capo. E in mezzo a questa incertezza proliferano evidentemente - non lo dico io, ma le indagini - le irregolarità. Quando non si può agire con trasparenza, quando chi deve decidere non può dire di decidere, quando gli atti amministrativi non sono in capo ad una filiera di comando chiaramente indicata, è evidente che, come minimo, si cercano di aggirare le procedure e, come massimo nell'aggirare le procedure, si infiltrano delle irregolarità, quando non del vero e proprio dolo.
Di tutto ciò è direttamente responsabile il Presidente Cota: sua è la modalità con cui ha determinato le Direzioni politiche di questo comparto sua è la fortissima ingerenza sulla politica di questo settore all'entrare a piedi giunti continuamente nelle scelte che riguardano questo settore.
Non gli si può permettere, quindi, di tirarsi fuori sul piano politico.
Questo per restare esclusivamente all'oggetto della nostra indagine. Perch se dovessimo estendere il contenuto della discussione di questo ordine del giorno e di quelli poi presentati dai colleghi del Consiglio, dovremmo dire che questo Presidente sta seduto su uno scranno rispetto al quale non sa se ha la legittimità di sedere; sta seduto sulla gestione della maggiore componente dell'attività regionale non avendo avuto la capacità di determinare una direzione unitaria; sta seduto su una situazione dal punto di vista delle future scelte politiche che sta producendo fermento in tutto il territorio. E a ciò reagisce a) con arroganza, b) raccontandoci di un altro mondo, quello che vede solo, stavolta, il Presidente Cota, quello in cui lui, come sempre, non ha alcuna responsabilità.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è stato dunque illustrato. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Per la verità, non avevo molta voglia di intervenire, perché è una discussione che si affronta in assenza del Presidente. E credo che non sia giusto parlare di persone assenti, qualunque sia il ruolo che rivestono.
Nutro, quindi, qualche imbarazzo nel prendere la parola. Devo dire sinceramente, che non so se ne vale la pena.
Farò dunque qualche considerazione di carattere generale su quello che sta succedendo. Ciò che mi preoccupa di più - lo abbiamo visto dall'intervento del Presidente Cota in Aula la scorsa settimana - è che ho la sensazione che il Presidente non si stia rendendo conto di ciò che sta succedendo a lui e alla sua coalizione. Invito i Consiglieri del PdL e della Lega ad ascoltare quanto dirò rispetto alle questioni socio sanitarie.
Il Presidente l'altro giorno aveva detto che avrebbe portato avanti il Piano Socio Sanitario che avete in mente e che, sostanzialmente, non sarebbe cambiato nulla, nemmeno con gli arresti domiciliari dell'Assessore per cui tutto procedeva, in qualche modo, come se nulla fosse.
Ma guardatevi intorno: non c'è Amministrazione comunale, di destra o di sinistra che sia, non c'è territorio né Provincia che stia condividendo una sola virgola del modo con il quale state gestendo le questioni socio sanitarie. Dovremo essere contenti di questo. Credo che nella sconfitta elettorale - l'ho detto anche al Presidente - ci stia anche questo anno di disastro rispetto alla gestione del sistema socio sanitario. Invece il Presidente continua, imperterrito, per la sua strada.
L'ultima nomina che è stata fatta, quella del Direttore generale dell'ASL TO5, ci ha lasciati stupiti: si tratta di una donna che non sa niente di sanità, tanto per cambiare, che è stata Parlamentare prima della Lega, poi di Forza Italia, poi dell'UDC, a dimostrazione del fatto che la politica non c'entra niente con le nomine, che non sa niente di niente e che fa, come prima dichiarazione ai giornali: "Sono disponibile, pur di risparmiare - mi rivolgo al collega Cavallera, che potrebbe essere il futuro Assessore alla sanità! Non poniamo limiti alla provvidenza. Magari potrebbe essergli utile quello che sto dicendo - a fare le pulizie".
Ad una persona che viene nominata Direttore generale non si chiede di fare le pulizie. Le si chiede di programmare la qualità dei servizi sanitari nel suo territorio, le si chiede di capire quali sono i bisogni dei cittadini; le si chiede di confrontarsi con le Amministrazioni comunali; le si chiede, perché questo è l'obiettivo di un Direttore generale, di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini.
una cosa che sinceramente non sta né in cielo né in terra. Altro che fare le pulizie, dovrebbe essere ben altro il ruolo del Direttore generale.
Guardate che correte il rischio di essere denunciati per interruzione di pubblico servizio. Questa signora decide di chiudere il reparto di ostetricia e il punto nascita dell'ospedale di Carmagnola per tre mesi e di trasferirlo a Moncalieri, non perché ci siano lavori da fare o perché la struttura deve essere sistemata, ma perché questo consente di risparmiare 300 mila euro, come se un reparto ospedaliero - Cavallera, glielo dico per il futuro - fosse un negozio di frutta e verdura che si può aprire o chiudere se arriva o meno la merce dai mercati generali.
una cosa che fa sbigottire - fa sbigottire - e voi affidate il sistema socio-sanitario piemontese, di una delle Regioni più evolute in Europa anche sotto questo profilo, ad un Direttore generale che opera provvedimenti di questo tipo, e poi vi chiedete per quale ragione si perdono le elezioni? Vi chiedo di interrompere i provvedimenti che sono in essere (Avigliana, Venaria e Lanzo), fino a quando non ci sarà il nuovo Assessore regionale, con il quale ci vogliamo confrontare.
Per il momento bloccate tutto. Chiedete all'ingegner Monferino di sospendere le delibere con le quali sta andando avanti il piano di rientro e nominate un nuovo Assessore.
A chi dobbiamo dire che è necessario un nuovo Assessore? State ballando "sulla tolda del Titanic", senza rendervi conto di cosa sta succedendo: non si capisce bene se il PdL vuole l'Assessore e ci sembra che Monferino non sia disponibile a farlo.
Noi, se possiamo scegliere - anche se naturalmente non tocca a noi preferimmo che l'Assessore fosse Monferino. Su di lui la Magistratura ha espresso parere positivo e quindi, dato che ci fidiamo dell'onestà di una persona che non capisce granché di sanità, ma che perlomeno è onesta, noi chiediamo al Presidente Cota di nominare Monferino quale Assessore alla sanità. In questo modo Monferino, che dovrà anche svolgere un ruolo politico, si renderà conto che non si può continuare con i tagli, come si è fatto fino a questo momento, e magari proverà, quando a Roma incontrerà il Ministro dell'Economia, a battere i pugni sul tavolo. Se è vero quanto dice il Ministro Tremonti (nella manovra finanziaria di 40 miliardi di euro, sei miliardi e mezzo vengono da tagli della sanità), vi garantisco che i cittadini di questo Paese vi leveranno la pelle, ovviamente da un punto di vista politico. Sei miliardi e mezzo di tagli aggiunti ai tagli già fatti rispetto alle questioni socio-sanitarie, all'eliminazione del fondo per non auto-sufficienza e alla quasi eliminazione del fondo sociale determineranno una situazione di crisi che non sarà più gestibile da parte del sistema sanitario e da parte dei Direttori generali.
Cavallera, se le capiterà di andare a Roma, sia - scusi se mi permetto un po' più duro con il Ministro dell'Economia. Provate a spiegare che così non può funzionare e che assieme a Berlusconi, che probabilmente finirà il suo incarico politico quando la legislatura finirà nel 2013, se le cose continuano in questo modo c'è il pericolo che andiate a casa anche voi.
E smettano a Roma di parlare di riforme fiscali. Ma cosa gliene frega ai cittadini se l'IRPEF passa dal 22 al 21? Cosa cambia? Mantenete la tassazione facendo pagare i redditi più alti e garantite i servizi di cui i cittadini hanno bisogno.
Smettete di raccontare cose che non stanno né in cielo né in terra.
Abbiamo visto il Presidente Cota - non voglio infierire perché lo considero un uomo perbene ed onesto - tenere la targa del Ministero dell'Economia (o di un'altra roba).
Ma dove sono i Ministeri? Lasciateli a Roma, oppure si cominci un ragionamento serio sul punto, non con le targhe taroccate. È possibile cominciare un ragionamento diverso? E poi vorrei capire - mi rivolgo sempre a lei, Assessore Cavallera quando ci sarà il Piano Socio Sanitario. Ricordo che il Presidente aveva detto: "Nei primi tre mesi noi approveremo il Piano Socio Sanitario".
Sono passati esattamente quindici mesi da quando si sono svolte le elezioni, e considerando che luglio e agosto non contano, a settembre sarà un anno e mezzo che governate e del Piano Socio Sanitario non c'è uno straccio di idea.
Non avete ancora cominciato un confronto; non avete parlato con i Sindaci; non vi siete confrontati con le Province.
Nominate un nuovo Assessore, che sia un uomo disponibile al confronto con i territori.
Se posso darvi un suggerimento, richiamate Bertetto all'ARESS.
Chiedetegli se è disponibile a riprendere il suo lavoro. Secondo me sarebbe utile per il futuro Assessore. Quando l'avete mandato a casa abbiamo spiegato che qualunque uomo di buonsenso se lo sarebbe tenuto - se lo sarebbe tenuto! Dividete la sanità dall'assistenza. Nominate due Assessori diversi perché non c'è nessun Assessore che possa contestualmente occuparsi di questi due grandi capitoli che richiedono tempo, impegno per incontrare le Associazioni e disponibilità. Una delle cose che vi rimproverano di più è il fatto di non avere ascoltato né incontrato nessuno, almeno che non fosse aderente alla Lega Nord o al PdL. Incontrate anche gli altri, quelli che non la pensano come voi.
Resettate tutto, fate finta che quest'anno non ci sia stato, che la legislatura duri quattro anni piuttosto che cinque e dite: "Va bene ricominciamo da capo".
Sono suggerimenti, Cavallera. Se per caso le capitasse di fare l'Assessore, la prego, per la simpatia che ho per lei e per il rapporto che abbiamo avuto in questi anni, di seguirli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Non vorrei fare la figura del Consigliere pugile, quello che vuole fare il provocatore, quello che in qualche modo cerca sempre lo scontro, ma in questo intervento farsi fare la morale dal Consigliere Boeti, dopo quando letto sui giornali in questi giorni, mi sembra alquanto inopportuno inopportuno per quello che...



TIRAMANI Paolo

BOETI Antonino (fuori microfono)



TIRAMANI Paolo

Voglio sapere di cosa parla, perché non sono indagato né inquisito.
Voglio sapere di che cosa parla!



PRESIDENTE

Collega Tiramani, la prego.



PRESIDENTE

BOETI Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Voglio sapere di che cosa parla!



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Boeti.
Collega Tiramani la prego, per cortesia, di esplicitare....



(Commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Continui, Consigliere Tiramani.



PRESIDENTE

BOETI Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho fatto un discorso politico.



PRESIDENTE

Lei può dire quello che vuole ovviamente, ci mancherebbe, per l'invito...



TIRAMANI Paolo

No, ma io dico questo. Capisco il nervosismo, capisco l'imbarazzo, per penso che come anche l'opposizione faccia politica, non è che la maggioranza non fa politica.
C'è un limite alla dignità umana: se si attacca il Presidente Cota tutti possono farlo, ma c'è qualcuno che non potrebbe farlo, in una logica morale di dignità. Poi va bene, c'è chi va a prendere il caffè per sbaglio con qualcuno, c'è chi magari invece quel qualcuno lo accoglie a Natale e a Pasqua a casa sua, ma questo...



PRESIDENTE

Collega Tiramani la prego. È un Consiglio difficile...



(Commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Collega Boeti, mi scusi, non accetti provocazioni.
Collega Tiramani, la pregherei di fare un intervento, com'è solito fare, che possa contribuire al prosieguo dei lavori del Consiglio regionale.
La inviterei a non provocare i colleghi.
Prego, continui.



TIRAMANI Paolo

Io, con molta onestà, ho semplicemente detto che suggerimenti in materia sanitaria non li accettiamo da alcuni soggetti in questo momento storico; perlomeno bisognerebbe avere la decenza di non farlo adesso.
Non è una provocazione e la pianto lì, però, insomma, una riflessione anche per il futuro.
Penso che ognuno sia libero di interpretare la sanità come meglio credo. Giustamente ci sono state delle problematiche...



(Commenti del Consigliere Boeti)



TIRAMANI Paolo

Scusi, Presidente, chiedo di non essere disturbato dal collega Boeti che è alquanto nervoso, e non so perché.



PRESIDENTE

Per favore, collega Tiramani.
Chiedo a tutti una gentilezza. Possono intervenire ancora 58 Consiglieri, perché hanno parlato solo due fino a questo momento, quindi lasciamo che il Consigliere Tiramani finisca il proprio intervento. Poi potranno intervenire anche altri Consiglieri, ma il collega ha il diritto di essere ascoltato.
La prego di continuare, collega Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Mi sembra di essere all'opposizione, visto il rumore e la provocazione provenienti da questa parte dell'aula! Ritengo giusto flettere sulla sanità piemontese e penso che il Presidente abbia dato atto di fiducia al sistema sanitario, che lui stesso ha attivato in un certo modo. Sono, poi, anche garantista e considero inopportuno provocare chiedendo le dimissioni, perché questo significa avere già condannato; abbiamo esempi molto concreti di due Assessori regionali che, nelle passate legislature, sono stati sbattuti sulle prime pagine dei giornali e poi assolti.
un modello sanitario - questo - che non nasce a caso: nasce per un problema economico, lo ribadiremo fino alla morte. Non abbiamo stabilito noi che il modello precedente della sanità non funziona: è un problema economico, che ha portato ad un forte squilibrio finanziario e ad un debito fuori bilancio di oltre un miliardo di euro.
Se, poi, si pensa che il nuovo modello permette una maggiore qualità grazie all'accorpamento dei reparti e alla messa in rete degli ospedali sinceramente sono favorevole a quel modello sanitario.
Riguardo alle scelte politiche - le scelte dei Commissari - ricordo che, nella passata legislatura, la Giunta appena insediata, sempre per decisione politica, ha giustamente cancellato con un colpo di spugna tutti gli allora Commissari, mentre questa Giunta non ha cancellato quei contratti che andavano oltre la naturale scadenza del 31/12/2010. Questo lo posso testimoniare in prima persona, poiché anche nella mia provincia (la provincia di Vercelli) c'è un Commissario di Direzione Generale sanitaria di vecchia nomina.
Pertanto, mi sembra inopportuno attribuire colpe alla politica.
Nell'interesse di tutti i cittadini piemontesi, creiamo un clima di serenità, soprattutto in quest'Aula e in Commissione! Non accettiamo la lezione morale da chi, secondo me, non dovrebbe parlare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo molto brevemente, Presidente, perché dev'essere chiaro un punto all'interno delle nostre discussioni e dei nostri rapporti.
Quando noi vogliamo esprimere dei giudizi o delle considerazioni, lo facciamo sul piano politico e in modo assolutamente esplicito.
codardia pensare di condizionare i ragionamenti politici all'interno dell'aula in modo subdolo, esprimendo considerazioni a metà.
Quest'atteggiamento noi lo rifiutiamo.
Se qualcuno in quest'aula vuole esprimere in modo chiaro alcune valutazioni politiche rispetto a quello che si è fatto o quello che le cronache dei giornali ci hanno proposto, lo faccia in modo esplicito! Non si usino questi atteggiamenti, perché questi atteggiamenti...
MARINELLO Michele (fuori microfono) Sono gli stessi che avete usato voi, Aldo!



PRESIDENTE

Collega Marinello, per favore!



RESCHIGNA Aldo

Questo Gruppo, in tutte le sedute di Consiglio, quando ha avuto modo di esprimere critiche anche molto forti, lo ha fatto in modo chiaro ed esplicito, mai in modo subdolo. Cerchiamo di tenere ben presente questo principio, altrimenti condizioneremo l'attività del Consiglio regionale in modo assolutamente poco rispettoso e produttivo.
Lo dico e mi assumo tutte le responsabilità di queste affermazioni.
Seconda considerazione: se vogliamo discutere di sanità - l'ho già detto la settimana scorsa - possiamo farlo; il problema vero e il senso delle questioni che stiamo cercando di affrontare in queste sedute di Consiglio regionale non è nel merito della riforma, rispetto al quale aspettiamo una sede per discutere in modo approfondito e completo, sperando che a partire da giovedì prossimo si possa incominciare a discutere in modo approfondito e serio in IV Commissione. Il problema è come si sta discutendo di sanità in questa Regione: con una non chiarezza dei ruoli.
Lo dico adesso, ma sarà oggetto anche di un nostro intervento, con lo scopo di chiarire, una volta per tutte, chi ha le responsabilità politiche in questa Regione e chi, in materia di sanità, ricopre ruoli che sono annoverabili sul piano delle responsabilità tecniche. Noi non accetteremo mai, e continueremo a denunciarli, episodi in cui quei ruoli debordino in atteggiamenti politici.
Non ero presente ieri sera al Consiglio comunale aperto di Ivrea poiché avevo preso altri impegni (a rappresentare il mio Gruppo c'era il Vicepresidente del Gruppo, Stefano Lepri) - ma so che il dott. Zanon, per essere chiaro, ieri sera, al Consiglio comunale aperto di Ivrea ha parlato come può parlare un politico.
Aggiungo che un buon politico non arriva neanche ad assumere quei toni e soprattutto quegli atteggiamenti, e voglio ricordare all'Aula che il dottor Zanon è un Commissario straordinario dell'ARESS, che l'ARESS è un'agenzia e che a ricoprire quel ruolo c'è un tecnico e non una persona che ha responsabilità politiche.
Quello di ieri sera è stato l'ennesimo episodio e quando noi, ad inizio di legislatura, tutte le volte che parliamo di sanità diciamo che uno dei problemi fondamentali che impedisce un percorso trasparente nella formazione delle decisioni sta nella confusione tra ruoli politici e ruoli tecnici, denunciamo un problema reale. Sarebbe bene che quest'Amministrazione regionale riuscisse a comprenderlo fino in fondo trovando una sua soluzione, perché quello di ieri sera è l'ultimo di una serie di episodi, dove gli atteggiamenti politici sono stati assunti da parte di una persona che ha un ruolo e una funzione tecnica.
L'ho già detto all'Aula, ma lo voglio ripetere: è lo stesso Commissario straordinario dell'ARESS che, sul finire del 2010, transitando nei corridoi del Consiglio regionale e parlando con i giornalisti, faceva atto di fede per i Commissari straordinari, nominati dalla Giunta regionale, di nomina ed espressione politica della Lega Nord.
Ma può un Commissario straordinario assumere questo tipo di ruolo ed atteggiamento? Noi poniamo un'esigenza, poi - ripeto - siamo i primi ad essere interessati affinché, d'ora in avanti, di sanità si discuta nel merito delle questioni: poniamo l'esigenza del processo attraverso il quale vengono assunte le decisioni su questa materia; poniamo l'esigenza di una distinzione tra i ruoli (ruoli tecnici e ruoli politici); poniamo l'esigenza che i deliberati della Giunta regionale, le scelte in materia di sanità da parte di questa Giunta regionale, trovino luogo e un momento di confronto con le comunità locali.
Quello che si sta facendo, è una dimensione autoritaria d'intervento da parte della Regione in materia di sanità: non ci si confronta con le Commissioni consiliari, non ci si confronta con il Consiglio regionale, non ci si confronta con le comunità locali.
A noi, sotto il profilo politico, può anche fare comodo questa situazione, ma siamo molto preoccupati delle conseguenze che ci saranno sul sistema dei servizi! Non vi siete ancora resi conto che in ogni realtà, piccola o grande del Piemonte, questo modo di affrontare le problematiche della sanità sta portando a situazioni di grandissima conflittualità, che non sono capitanate da famigerati esponenti del centrosinistra, ma, com'è avvenuto anche ieri mattina davanti alla sede della Giunta regionale, in Piazza Castello, da amministratori locali del centrodestra, che protestavano rispetto a certe decisioni assunte e al modo con il quale queste decisioni vengono assunte? Fate quello che volete. Verrà un giorno in cui vi renderete conto a quale livello di rottura con la comunità piemontese vi sta portando questo vostro modo di lavorare e questo modo di rapportarvi con la comunità piemontese.
Noi ci auguriamo che da giovedì mattina si apra - non riprenda, ma si apra -un reale confronto di merito in materia di sanità all'interno di questa Regione.
Ci auguriamo che il Piano Socio Sanitario possa essere presentato e che da parte della Giunta regionale e della maggioranza si apra la disponibilità ad un confronto non con il Consiglio regionale, ma con la comunità piemontese.
Certo, noi continueremo la nostra battaglia politica dentro e fuori questa istituzione, perché non condividiamo quelle che sono le fondamenta delle vostre scelte, non accettiamo il metodo che vi siete dati, non possiamo assolutamente considerare come positiva la commistione tra ruoli tecnici e ruoli politici.
Chi ha un ruolo politico risponde alla comunità piemontese, chi ha un ruolo tecnico non è neanche chiamato a rispondere alla comunità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Cercherò di essere veloce, anche perché penso che a questo dibattito non per mancanza di rispetto, si debba dare la rilevanza che ha espresso questa mattina la manifestazione di alcuni partiti davanti alla sede del Consiglio. C'erano alcuni amministratori pubblici proprio qui davanti, che supportavano le tesi di alcuni Consiglieri. Erano più i passanti nei marciapiedi opposti che non i rappresentanti presenti.
Quindi, penso che rispetto all'ordine del giorno presentato si debba dare un minimo di risposta politica, come la vuole giustamente e correttamente il Capogruppo del PD, Reschigna.
Collega Reschigna, c'è un piccolo particolare: in quest'Aula quando si parla di una parte politica, c'è sempre un trattamento di favore; quando si parla di qualcun altro, improvvisamente questa valutazione cambia.
evidente che ci sono due pesi e due misure, a seconda di chi è l'oggetto del contendere.
Quindi, è questo che in qualche modo volevamo richiamare. Non è pensabile che se ci sono responsabilità da parte di un Presidente chicchessia... Mi viene in mente il caso Soria, perché oggi, aprendo le pagine del giornale, si parlava proprio di vicende pesanti. Lo dico sempre nel profondo rispetto delle indagini della Magistratura, ma le cose che si leggevano erano fatti di una certa gravità. In quel caso, ad esempio, c'era un dirigente che dava e finanziava niente poco di meno che il fratello. Chi doveva controllare il dirigente, visto che quel dirigente era un dipendente direttamente della Presidenza della Giunta? Vorrei capire, altrimenti mi diventa difficile il filo logico che oggi portate all'attenzione di questo Consiglio regionale.
Abbiate pazienza, sempre da un punto di vista politico. In questo Consiglio - lo dico con profondo rispetto perché ho un rapporto personale con la collega Artesio di grande stima che spero sia reciproca - ricevere delle lezioni di sanità, cara collega Artesio, dopo la situazione che noi abbiamo verificato quando siamo arrivati, ed è per questo anche che siamo in condizioni sicuramente di difficoltà nella gestione della sanità, dopo quello che è successo, con 500 milioni all'anno di buco, ogni anno verificati con dati alla mano, abbiate pazienza! Diventa veramente stucchevole e fa perdere la pazienza! Non sono buchi, sono voragini che dobbiamo recuperare. È facile amministrare in un modo totalmente indipendente da quello che è il trend economico.
Dico questo guardando un collega seduto nei banchi, Fabrizio Comba, che fa l'imprenditore. Vorrei chiedere a lui, ad esempio, se gli investimenti che fa con la sua azienda li fa prescindendo da quelle che sono le valutazioni economiche e finanziarie e del gettito che la sua azienda ha.
Non penso! Capite che fare delle denunce che sono tipicamente le denunce della sinistra che faceva 10-20-30 anni fa, collega Artesio... Le ha fatto cambiare il titolo il Presidente del Consiglio regionale perché c'è una norma di Regolamento che non consente la censura, ma si arriva a censurare.
Si censura il comportamento di un dipendente che si comporta male all'interno di un Ente; esiste nelle valutazioni, perché c'è la censura, la sospensione, ci sono vari livelli.
Cosa doveva fare il Presidente? Andare a fare Sherlock Holmes dietro a ciascuno dei dirigenti, dei funzionari e degli Assessori per capire che cosa si faceva, quindi come avrebbe dovuto fare la Presidente Bresso, la sua Presidente, collega Artesio, quando lei faceva l'Assessore nei confronti dei dirigenti che davano i soldi ai parenti.
Nessuno ha censurato, si è avuta un po' di difficoltà e in Aula sono state dette alcune cose, ma non si è mai andati oltre quella che è la decenza.
Quindi, penso che non si debba dare una valutazione e fare un ragionamento che sia più approfondito di tanto su questo ordine del giorno.
Lo dico con rispetto, perché penso che di questa vicenda abbiamo già parlato in questo Consiglio regionale.
Ne abbiamo già parlato giovedì e mi pare che l'accordo fosse di arrivare in Consiglio e in modo molto rapido votare a favore o contro un ordine del giorno e alcuni ordini del giorno presentati. Invece mi pare che si faccia l'ennesimo dibattito strumentale sulla sanità, che non è oggi oggetto di attenzione.
Ovviamente che il nostro Gruppo voterà contro questo ordine del giorno non perché è presentato da un rappresentante o firmato da rappresentanti delle opposizioni, ma perché non regge sotto nessun aspetto.
Il Presidente l'ha detto e la prima cosa che ha detto è quella di voler costituire subito una struttura di controllo relativamente alla gestione degli appalti. Noi stessi abbiamo fatto un ordine del giorno che non penso verrà discusso oggi, ma nei prossimi giorni - mi auguro in sede di Commissione - per la costituzione di una Commissione d'inchiesta che controlli tutti gli appalti sia della Regione sia degli Enti ad essa collegati.
Questa Regione deve essere una struttura il più trasparente possibile.
Non è possibile perseguire quelle che sono le responsabilità personali semmai venissero accertate, e tutte le volte rivolgere, in Aula, un'accusa ancor prima che sia dimostrato, da parte della Magistratura, quali sono le responsabilità.
Termino affermando che quest'ordine del giorno non ha né capo né coda.
Quest'ordine del giorno non c'entra con la gestione della sanità; è un atto strumentale che penso sia giusto e corretto respingere e restituire al mittente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Spesso siamo correttamente un po' obbligati in quelle che sono le nostre posizioni e i nostri schieramenti: la maggioranza tutela legittimamente l'azione di governo ed è anche soggetto di proposta rispetto alla stessa; la minoranza cerca di incalzare, anche in modo puntuale, la maggioranza sull'azione di governo.
Ritengo che se arriveremo - non è semplice e io non sono così certo che questo avverrà - a stabilire almeno alcuni paletti su cui provare a trovare una condivisione, sarà tutto estremamente più semplice, anche con le criticità che avvengono nella gestione di un tema tanto delicato, quale la sanità.
Gli ultimi tre anni e mezzo di gestione della sanità - lo ricordava il collega Angeleri - hanno prodotto una differenza fra i bilanci presentati dalle ASL e le fatture da pagare - per intenderci - di 1.016 milioni di euro. Non solo: va ricordato che la precedente Giunta ha nominato, dopo il periodo in cui governò l'Assessore Valpreda, la collega Artesio come Assessore alla sanità, la quale, per espressione del Presidente regionale del PD, Morgando, e di molti soggetti del PD in campagna elettorale, non sarebbe stata il futuro Assessore alla sanità in caso di vittoria della Presidente Bresso.
Gli adagi, che però contengono spesso un po' di saggezza, dicono: "Squadra che vince non si cambia", e allora evidentemente qualche problema anche nella gestione, oggi molto lodata, della collega Artesio, c'era. Dico questo, con profondo rispetto nei confronti della collega, innanzitutto per la sua onestà intellettuale nelle gestioni ed anche nella difesa dell'idea che aveva di sanità, anche se in molte occasioni ci siamo scontrati in modo aspro, su alcuni temi che politicamente non condividevamo.
Ritengo che l'aspetto economico non vada frainteso con l'aspetto economicista, cui faceva riferimento, con un esempio che non conosco, il collega Boeti: un tanto al chilo, così risparmiamo un po'! Occorre dire, invece, che se in Piemonte non si fa una riforma sanitaria che riduca complessivamente la spesa sanitaria e sociale, con tutti gli intrecci che ci sono tra spesa sanitaria e sociale, non saremo in grado di erogare servizi ulteriori a quelli socio-sanitari, perché il conto è presto fatto: nove miliardi e mezzo per la spesa socio-sanitaria complessivamente; circa un miliardo di spese obbligatorie; con quello che rimane, senza contare i debiti - meno di 300 milioni di euro l'anno dovremo pagare formazione, lavoro, welfare e tutto il resto del "mondo Regione".
Ricorderete la polemica che avete correttamente sollevato rispetto al bilancio preventivo del 2011, su quei famosi 313 milioni. Quei 313 milioni se non ci fosse stato un aumento dell'indebitamento di 250 milioni di euro sarebbero stati appena sufficienti a pagare le spese obbligatorie.
Dicevate: "Assessore Casoni, lei ci presenta un Piano da 55 milioni, ma, se va bene, ne ha 10 a disposizione, perché la realtà è questa!".
Pertanto, la riforma, in senso d'efficienza, del sistema socio sanitario non è soltanto una scelta che ha fatto la Giunta di centrodestra: è una scelta obbligata che qualunque Giunta, avendo vinto le elezioni e trovandosi a governare, avrebbe dovuto compiere.
Si tratta, poi, di capire come la si fa: è evidente che, quando si è all'opposizione, si vede negativamente una riduzione di spesa laddove c'è un'efficienza; in alcuni casi, però, dentro l'efficienza non c'è solo lo sperpero, la consulenza, o la comunicazione, ma anche il fatto di evitare che ci siano servizi ridondanti.
Per quanto sia ridondante un servizio - pensiamo ai Punti Nascita all'emodinamica, alla diagnostica - qualunque aspetto si tocchi in sanità sappiamo che ci saranno alcune centinaia di cittadini e decine di amministratori locali disponibili a firmare - come per Avigliana, Susa Ulzio, Giaveno e Rivoli - affinché si mantengano i servizi e nessuno tocchi la medicina generale, un punto di primo intervento e quant'altro.
In questo modo si trova facilmente il consenso delle popolazioni.
evidente che gestire questo momento è particolarmente difficoltoso ed è altrettanto evidente, in un momento particolarmente difficoltoso - e su alcune considerazioni fatte dai colleghi mi trovo anche d'accordo - che occorre - e lo dico a questa maggioranza - moltissima pazienza nell'ascolto delle persone.
Andando a guardare il passato, ritengo che il mantenimento di un doppio Assessorato, alla sanità e alle politiche sociali, non sia la cosa migliore da fare, semplicemente perché nessuna donna o uomo ha la capacità fisica di sopportare il peso e il tempo che richiede un doppio Assessorato, fatto dall'addizione di due Assessorati così importanti.
Certamente ognuno di noi ha compiuto degli errori; certamente qualche aspetto tecnico può essersi mischiato con qualche aspetto politico certamente l'aspetto giudiziario ha il suo peso (sono sinceramente garantista e tendo a fidarmi dei rapporti personali umani, raramente mi sono sbagliato, perché se ritengo che una persona sia un galantuomo o che una donna sia una persona di cui ho una grande stima, difficilmente la Magistratura, salvo prove talmente schiaccianti, possa farmi cambiare idea), però occorre fare uno sforzo.
Questo probabilmente sarà impossibile, perché ognuno recita legittimamente il proprio ruolo: occorre cercare, da una parte, di essere il più comprensivi possibile sullo sforzo che occorre fare, ma, dall'altra dovremmo chiedere all'opposizione di essere corresponsabile - cosa che ritengo impossibile - rispetto a una gestione efficiente della sanità.
Guardate - e concludo - se voi pensate all'ordine del giorno sul debito, approvato all'unanimità o a larga maggioranza, dentro quell'ordine del giorno si dice "non indebitiamoci più e, se possibile, riduciamo il debito che abbiamo contratto" - non è questa la formulazione dell'ordine del giorno, sono parole mie - e al tempo stesso non contraiamo cultura lavoro, formazione e tutto il resto di cui si deve occupare la Regione.
Le vie sono quelle dell'efficienza, certamente non solo in sanità ma rispetto ad una gran parte di spese regionali, individuando quelle che sono indispensabili, quelle prioritarie e quelle necessarie e finanziando con questa scala le prime, le seconde e le terze, dando per scontato che cerchiamo di tagliare invece tutto ciò che è superfluo. Se ci paragonassimo ad una famiglia saremmo oggi una famiglia fortemente indebitata e una famiglia fortemente indebitata tende, nel proprio bilancio, a fare quello: a dimenticare il superfluo, a finanziare l'indispensabile, il prioritario e il necessario.
Questo è l'impegno - e ho finito - che tutti insieme dovremmo provare a prendere, anche abbassando ogni tanto i toni perché questo - pur comprendendo la passione e quello che accade all'interno dei differenti schieramenti - è un po' il compito che ci viene assegnato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento molto breve anche perché mi sembra che oggi stiamo un po' stancamente ripetendo un copione già rappresentato alcuni giorni fa, quando vi è stato il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Cota. Mi sembra infatti che, anche in maniera un po' stucchevole, ribadiamo e ripetiamo determinati concetti e pertanto considerando che dopo ci sono provvedimenti molto importanti da cercare di portare avanti, non voglio sottrarre troppo tempo all'Aula.
Rispetto come sempre le posizioni dell'opposizione e, in particolare quelle della collega Artesio, che è sicuramente persona di valore dal punto di vista intellettuale e anche dell'onestà politica. Mi sembra però che nel suo ordine del giorno, come già evidenziato nel dibattito dei giorni scorsi, si cerchi di trarre delle conclusioni che ad oggi non si possono assolutamente trarre, come il fatto di parlare di "conseguenze per i singoli sul profilo penale": se siamo ancora nella fase istruttoria, come si può affermare ed essere certi che questo avvenga? Ribadiamo la nostra fiducia nella Magistratura e auspichiamo che nel più breve tempo possibile concluda le sue indagini: se ci saranno dei responsabili è giusto che siano colpiti e condannati. Ricordiamo poi per che ci sono tre gradi di giudizio.
Non voglio citare questo episodio a sproposito ma proprio perché questa stessa Aula ha già vissuto momenti analoghi e poi molti si sono dovuti ricredere: ricordo il caso dell'Assessore Brigandì, che fu arrestato e poi assolto completamente. Quindi occorre prudenza, davvero: non una prudenza formale o di prassi, ma dettata dall'esperienza che su questa materia ci induce ad essere molto cauti, a muoverci con i piedi di piombo e anche ad essere misurati nel cercare di allargare le responsabilità politiche al Presidente e all'organo collegiale della Giunta.
Rilevo invece, dalle sue comunicazioni, che il Presidente della Giunta ha colto, da una situazione sicuramente di disagio e di criticità l'opportunità di pensare e programmare la creazione di un istituto, una sezione per il controllo interna all'Assessorato, sull'iter del procedimento amministrativo, che era già una nostra idea da tempo e che abbiamo apprezzato. Da una situazione di criticità, infatti, si è colta l'opportunità di lanciare una proposta sicuramente positiva.
Concludo, come ho fatto nel mio intervento la scorsa settimana invitando ad essere prudenti, anche perché è in atto il tentativo, da parte di una consistente parte dell'opinione pubblica, di commissariare la politica. Non deve essere così: i Consiglieri regionali, i parlamentari, i politici hanno il diritto e il dovere di interessarsi dei problemi del territorio.
Se questo non è più possibile, allora siamo di fronte veramente alla capitolazione della politica e della democrazia: i partiti politici, per quanto imperfetti, sono ancora lo strumento più efficace di comunicazione e azione nel rapporto fra la popolazione e le istituzioni. Non demonizziamo eccessivamente, quindi. Magari emergeranno delle responsabilità: vedremo.
Non demonizziamo però in senso lato la politica e l'istituzione regionale con al vertice il suo Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Novero, che interviene in qualità di Consigliere.



NOVERO Gianfranco

Grazie, Presidente.
Il collega Novero, verso le 16.15, borbottava fra sé e sé: "N'auta giurnà passà a parlé": un'altra giornata passata a parlare.



(Commenti in aula)



NOVERO Gianfranco

LAUS Mauro (fuori microfono)



NOVERO Gianfranco

Sì, invece: traduci almeno per me...



NOVERO Gianfranco

Non so se sto denunciando una cosa e non vorrei essere poi perseguito: ci sono parecchie aziende, tanti cittadini, Sindaci, Comuni che stanno aspettando che noi approviamo il collegato alla finanziaria. Non oso dire che a noi non frega niente e che passiamo le giornate a parlar d'altro però sono in difficoltà con me stesso.
Detto questo e siccome continuo a pensarla così, non volevo intervenire ma sono abituato a pensare che quando mi sento accusato di qualcosa potrei essere colpevole; la mia vecchia educazione prevede ancora questo: se pecco denuncio di essere peccatore e il mio peccato e chiedo, magari, di essere assolto.
Allora, ho due peccati, il primo dei quali di ordine generale.
Sono d'accordo sulla censura al Presidente Cota, che ha effettivamente fatto un grave errore: avrebbe dovuto lasciare andare tutte le cose lasciare andare l'acqua dove va l'acqua, come si è sempre fatto - e avrebbe dovuto andare a Roma a dire: "Mah, qua c'è una situazione di fallimento per favore pensateci voi". Dopodiché sarebbe arrivato un Commissario e altre urla, che adesso sono rivolte verso il Presidente Cota, sarebbero rivolte verso il Commissario, perché "Piove, Governo ladro!".
Il Presidente ha dunque fatto malissimo e io, Consigliere Novero, l'ho appoggiato in toto e continuo ad appoggiarlo. Oltre ad essere un peccatore quindi, e oltre ad aver creduto che occorresse prima pensare al bene dei cittadini piemontesi e dopo alla tranquillità della Giunta - grave peccato! continuo a perseguire questa linea: continuo a pensare che il Presidente Cota abbia fatto bene a mettersi in una situazione da fare rizzare i capelli, se non perderli...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Anche a nome del collega Buquicchio avrei da dire qualcosa, per lasciamo perdere...



NOVERO Gianfranco

Continuo a pensare che sia mio dovere di rappresentante della gente e dei cittadini piemontesi appoggiare il governo Cota: in specifico su quest'operazione della sanità, oltre che in generale. Denuncio quindi questa mia colpa.
Ho però anche un'altra colpa, più piccola; non credevo fosse tale pensavo fosse un mio merito: ho ascoltato allibito la collega Artesio, con la quale magari non concordiamo, ma i cui principi in genere enunciati come dato, lì per lì non mi sconvolgono... Chiedo scusa, collega, per me è una cosa sconvolgente.
Dunque, ieri sera, se ho capito bene, non vorrei aver capito male, pu anche darsi che non abbia capito, perché per me è talmente incredibile - e mi viene il dubbio - ma a me pare di aver capito, in quella specie di assemblea sindacale, dove c'era la claque, le truppe cammellate, portate dal Sindaco Della Pepa e due "cammellini" all'angolo portati da noi perch i miei amici di Ivrea, sentendo l'aria che tirava, ne hanno portate anche loro.
Anche noi abbiamo portato due cammelli nell'angolino. No? In modo che giravano, rumoreggiavano. Rumoreggiavamo tutti, eh, tutti insieme appassionatamente.
Ma non è questo che io voglio dire. Quello che mi ha colpito è questo aspetto. Ma come? Qualcuno denuncia un caso, potevano essere anche due o tre, secondo me, chiamiamoli di malasanità, di un qualcosa che non ha funzionato. Ed io sento l'ex Assessore alla sanità che dice che non bisogna dire quelle cose, perché se no chi andrebbe ancora in quell'ospedale? Ho capito bene? Io in un'assemblea pubblica, qualche mese fa, dove difendevano un ospedale, secondo me, non difendibile nel modo come lo difendevano, avevo detto che quell'ospedale va aperto e va rimodernato, ma ho anche detto che in quell'ospedale, dove andavo una volta, non ci sarei andato più, perché l'ultima volta... E ho descritto cosa mi è successo.
Allora sono colpevole? Mica mi accuseranno di voler chiedere la chiusura dell'ospedale di Lanzo, tanto per non fare il nome, ma facciamo il cognome? Perché ho detto pubblicamente che i sanitari, miei amici, mentre mi sbudellavano - ma con perizia, eh - dicevano fra di loro che se fossimo stati a Ciriè sarebbe stato meno doloroso.
Perbacco! Io lì non ci sono più andato. Ma è una colpa denunciare queste cose? Ammetto che un Consigliere comunale sia uscito fuori dalle righe, anche se non mi è piaciuto, si sarà espresso troppo duramente, ma sappiamo tutti che il 118 è un problema. Che il problema della montagna si risolve con il 118, con l'elicottero anche di notte, anche se ci è stato detto che è impossibile, perché gli elicotteri di notte non volano, ma adesso improvvisamente volano! Allora, per favore, su questi argomenti... Stavo per dire "niente omertà". Niente omertà nel senso del denunciare le cose che non funzionano.
La parola "omertà" viene usata in questo periodo per altre cose.
Sulla salute non si scherza! Vogliamo metterci insieme a discutere seriamente di cosa bisognerebbe fare, delle azioni vere e giuste? Discutere e litigare. Su quello litigherei volentieri. Ma noi normalmente litighiamo su altre cose.
Ripeto, quando ieri in quell'assemblea, quando sono state richiamate alcune cose giuste, c'è stato un rumoreggiamento pazzesco, perché ai signori che erano lì non conveniva. Perché a quei signori, magari, toccano qualche cosa che è loro. Poi, ognuno... Io ho fatto il sindacalista, eh.
Per quello ieri non mi sono stupido di quell'atmosfera, perché era quella tipica atmosfera che c'è in quei momenti. Ma smettiamola di fare politica di partito o politica sindacale: facciamo politica, politica nel senso di polis e cerchiamo di portare avanti gli interessi dei nostri concittadini per favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Solo qualche minuto, perché non volevo rubare la scena a quelli che fanno ostruzionismo per il collegato, quindi prenderò meno tempo rispetto al collega che mi ha preceduto. Impiegherò soltanto un minuto, anche perch non volevo intervenire.
In questo dibattito ho registrato un'assoluta confusione. Non so se alcuni interventi fossero dolosi o colposi. E voi che conoscete le regole del diritto mi insegnate che il dolo è volontario se effettuato con coscienza e volontà premeditata; quello colposo, invece, è frutto di negligenza, imprudenza o imperizia.
Io opto e vi do la seconda ipotesi. Ho sentito parlare di 500 milioni di bilancio in perdita sulla sanità e che vi avremmo lasciato un disastro.
Caro Presidente e cari colleghi tutti, le elezioni, e in modo particolare le elezioni regionali, sono state e sono come un esame: o promosso o bocciato. E chi viene promosso e chi viene bocciato non è necessariamente la persona più brava o quella meno brava. Chi viene promosso si è fatto percepire come il migliore nel poter esprimere un'azione politica. In pratica, ha fatto sognare i piemontesi, così come Berlusconi in passato ha fatto sognare gli italiani.
Perché avete fatto sognare i piemontesi? Perché avete spiegato che la sanità era un disastro, sotto tutti gli aspetti! Sotto tutti gli aspetti.
Adesso, a distanza di mesi, stiamo qui dentro a parlare della Magistratura. Chi ha sbagliato, andrà dentro; chi non ha sbagliato resterà fuori. Ma questo lo stabilirà la Magistratura. Non è oggetto di discussione.
L'oggetto di discussione politica di oggi è: cari signori che avete fatto sognare i cittadini piemontesi, venite voi qui oggi, con tutto il bene che vi voglio, a spiegarci - lo ha fatto il Presidente Cota - come dobbiamo impostare il Piano Socio Sanitario! Doveva essere approvato a febbraio, a marzo, a aprile, a maggio. Siamo a giugno. Non voglio parlare di altro.
Voi avete la responsabilità di aver promesso una riforma epocale e invece state fermi e bloccati! Ho voluto solo esprimere questo mio semplice e chiaro giudizio politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Parto dall'ultima parte dell'intervento del collega Laus, che se non lo conoscessi e non lo stimassi personalmente, quindi mi rivolgo a lui non come persona, ma come membro del PD, gli direi: perché ti preoccupi? Eventualmente, stiamo lavorando per voi. State tranquilli. Fateci lavorare.
Non ti agitare tanto, che non c'è motivo. Voi l'avete fatto per 4 o 5 anni come con chiarezza ti può eventualmente testimoniare, mancassero degli elementi, la Presidente Bresso, che sta seduta di fronte a te.
Il tema è - mi pare - la dura, cocente, violenta riprovazione. Credo di aver capito che noi voteremo contro, nonostante questa proposta arrivi dalla minoranza e credo indipendentemente dal parere della Giunta.
Comunque, quand'anche fosse diverso, ammetto che non voterò a favore neanche questa volta. Non ho votato a favore neanche nelle volte precedenti.
Visto che rimaniamo sul tema della sanità e ho rinunciato a parlare prima per evitare degli incidenti di percorso che mi riprometto, poi, di riproporre al momento opportuno - non oggi - rispetto all'intervento del Capogruppo Reschigna, rimarrei invece sul tema di quanto il Presidente Cota ha detto nella precedente occasione. Perché, magari sarebbe di aiuto costruttivo, quindi - perché no? - offrirebbe qualche elemento di sommessa critica che, se accolta, potrebbe dare degli esiti.
Cosa diceva il Presidente Cota, nell'ambito delle tante cose dette? Che vorrebbe costruire una sorta di authority o di agenzia con un ruolo di controllo. D'altronde, è comprensibile: di formazione è avvocato; da quanto aveva dodici anni si occupa di politica, può non avere contezza che, nel mondo normale, quello delle imprese che normalmente stiamo cercando di difendere anche con il tema precedente, questa funzione è già stata risolta anni fa.
sufficiente che l'Assessore al personale, oggi qui seduta, in un'ipotetica ricostruzione della struttura regionale - Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno - usi, magari traducendolo in italiano (tanto non c'è più Bairati, quindi l'inglese lo possiamo usare con più tranquillità) quella che in tutte le aziende si chiama internal auditing, che tradotto in italiano per i non capenti significa "controllo interno".
Funzione inesistente, che nessuno dell'opposizione ha voluto, neanche il Presidente Ghigo, intraprendere, quindi sono anni che se ne parla.
Questa funzione, in tutte le aziende, fa esattamente buona parte delle cose che credo utilmente la Regione dovrebbe svolgere.
Se n'è parlato l'ultima volta per il caso Soria. Adesso se n'è parlato indirettamente richiamando la trasparenza, a meno che si voglia - quando il Consigliere Goffi non stia autocandidandosi per seguire le orme di Saitta come prossimo Presidente della Provincia - fare una riedizione. Anche questa partita l'abbiamo già vista, la Regione Piemonte ha già avuto il piacere di istituire una Commissione sulla sanità che si è svolta in una sorta di "tutta la sanità, minuto per minuto" (chi c'era se la pu ricordare).
Il Presidente Saitta è l'unico che ne ha tratto dei concreti benefici basta andare nella sede del Presidente della Provincia e può testimoniare.
Se uno vuole può leggere anche il libro, si fa per dire - non male abbastanza divertente - che utilizzò non come elemento sulla sanità, ma come elemento della sua campagna personale.
Guardate che buona parte delle cose che discuteremo quando i Capigruppo discuteranno di come gestire le richieste di Commissione, è già previsto nei compiti attribuiti ai Settori e alle Direzioni.
Bisognerebbe soltanto che i Settori e le Direzioni facessero quello per cui sono pagati, non perché lo dico io, ma perché lo stabilisce dal 1970 il dettato esecutivo delle Regioni. Oltre che l'azione, il controllo rimane poi in carico alla Giunta (che oggi vede sedere abusivamente tra i suoi banchi il Consigliere Boniperti, che si sta già portando avanti con il lavoro per quanto attiene la Città della Salute di Novara).
Bisognerebbe poi che gli Assessori facessero l'altra parte, cioè in vigilando. Possiamo fare 27 o 28 Commissioni rispetto a quelle già proposte da minoranza e minoranza, o maggioranza. Anche la maggioranza masochisticamente, cerca di procurarsi dei danni da sola, ognuno è libero di danneggiarsi come vuole, ma allora perché non istituiamo una commissione anche per tutte le altre deleghe? Che cosa avranno mai la cultura, il turismo, l'agricoltura, i beni ambientali per essere da meno da tutti gli altri comparti che maggioranza e minoranza vorrebbero controllare? Facciamo una mega commissione erga omnes, così finalmente avremo formalizzato la nostra totale incapacità di fare qualcosa - credo che sia abbastanza manifesta anche nella giornata di oggi - così qualcuno non si preoccupa più del fatto che si voglia commissariare la politica, ma siamo noi che commissiariamo noi stessi. Non mi sembra un grande risultato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
assolutamente difficile parlare dopo il Consigliere Burzi, che ha soprattutto conoscenza storica.
Detto ciò, voglio dire alcune piccole cose. Non sono d'accordo con il Consigliere Novero, l'unico errore è che questa maggioranza e Roberto Cota non dovevano vincere. Era scritto, trascritto da tutte le parti (ricordo i sette punti percentuali che c'erano fino ad una settimana prima delle elezioni).
Questa maggioranza non doveva sedersi in Consiglio regionale, doveva sedersi come opposizione. Questo era stato scritto a tutti i livelli. Da lì partiamo. Il Consigliere Laus ha detto giustamente del sogno che il Presidente Cota ha fatto balenare ai cittadini piemontesi. Sogno che ha permesso, a questa coalizione, di vincere. Un sogno che non è stato messo nel cassetto, Consigliere Laus, assolutamente. E' un sogno che si scontra e lo sapevamo, e lo sapeva il Presidente Cota, con una realtà durissima con una realtà difficilissima! Una realtà, quella della situazione economica in cui versa il Piemonte, che non è venuta dalla Luna. Cari signori che adesso presentate mozioni e ordini del giorno di censura o di severa riprovazione del Presidente Cota, sappiate che se noi abbiamo dovuto fare il piano di rientro non è perché ci siamo svegliati un mattino e abbiamo deciso di farlo, cara ex Presidente Bresso!



(Accesi commenti della Consigliera Bresso)



CAROSSA Mario

Abbiamo fatto questo perché avete buttato via i soldi della sanità piemontese! È questo il motivo per cui abbiamo fatto il piano di rientro!



PRESIDENTE

Se vuole moderare un po' il tono, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

per questo che siamo stati costretti a fare il Piano. Non ci sto a vedere simili documenti da parte di chi ha portato il Piemonte in questa situazione, non ci sto! Non ci stiamo assolutamente come Gruppo della Lega...



(Commenti della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, ma chiederei di non interrompere il Consigliere Carossa. E chiedo al Consigliere Carossa di moderare un po' i toni. Consigliera Bresso, lei se vuole dire qualcosa si iscriva a parlare.
Continui, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Il piano di rientro è stato un passo obbligato di questa Giunta e di questa maggioranza perché non si poteva continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Non si poteva continuare con la spesa senza controllo; mai nessuno - rispondo non so a chi dell'opposizione - ha detto che nella sanità era tutto da buttare. Sicuramente nella sanità c'era da cambiare il modo di spendere i soldi dei piemontesi.
Il Presidente Cota e nemmeno esponenti del PdL o della Lega hanno detto che la sanità piemontese è da buttare; anzi, abbiamo sempre detto e ribadito più volte, che la sanità piemontese è un'eccellenza, che la sanità piemontese è composta da medici, infermieri, lavoratori che mediamente sono assolutamente capaci ed in gamba. Questo abbiamo detto. Le falsità non ci piacciono.
Non ci piace che qualcuno ci metta in bocca cose che non abbiamo mai detto. Noi andremo avanti per la nostra strada, perché il discorso della riforma sanitaria è un discorso che vogliamo continuare a portare avanti.
Lo dobbiamo fare, ma lo dobbiamo fare non per noi, per voi o per quest'Aula, ma per i piemontesi; lo dobbiamo fare per contenere la spesa.
Ribadisco ancora una cosa riguardo all'ordine del giorno, legittimo vorrei ben vedere. Me lo sarei aspettato da parte di Gruppi, come, per esempio, quello della Consigliera Artesio. Mi lascia un po' perplesso, lo dico tranquillamente nell'ottica di discussione politica, che un Gruppo che vorrebbe fare opposizione costruttiva, come quello del PD, vada a firmare e, soprattutto, appoggi manifestazioni di piazza, neanche poi tanto numerose (le masse le abbiamo viste a Pontida, non certo stamattina davanti al Consiglio regionale), che protestano contro il Presidente Cota.
Non mi sarei aspettato che voi aderiste. Tra l'altro, anche persone che rispetto e ho conosciuto solo quest'anno, ma rispetto profondamente, come il Consigliere Reschigna. Non è una colpa: anch'io ammetto che tante volte di fronte a questioni politiche e di partito, si fa anche marcia indietro.
Non vi è nulla di cui stupirsi.
Avrei ancora un'ultima considerazione da fare in merito a tutte queste inchieste: non intendo fare il solito discorso, perché lo consideriamo tutti giusto e corretto, per cui la Magistratura farà il suo corso e andrà avanti. Purtroppo, la Magistratura impiega solo troppo tempo a decidere, ma seguirà comunque il proprio iter. Vorrei però ricordare a tutti che non ci deve essere assolutamente - cosa che invece qua in Piemonte c'è soprattutto a Torino - una parte politica che, se appena è avvicinata da qualsiasi sospetto, è subito accomunata a criminali, mentre un'altra parte politica no ( mi riferisco alla sinistra, al PD), non so se per volontà divina o per ipotetica superiorità morale.
Una volta c'erano i nobili che si autoproclamavano innocenti; adesso invece, mi sembra che ci sia una certa parte politica che, solo per appartenenza, si autoassolve, magari aiutata da qualche lettera aperta che subito giornalisti accomodanti - non avrei voluto dirlo - pubblicano sui quotidiani cittadini; lettere aperte che, naturalmente, se scritte da un "pirla" come Mario Carossa, non vengono pubblicate, mentre se sono sottoscritte da ex Sindaci che hanno portato questa città ad un debito unico in Italia, vengono subito divulgate. Non bastano lettere che autoassolvono! Non bastano le critiche alla Magistratura, dicendo da una parte: "La Magistratura deve fare il suo corso", per poi, dall'altra parte dichiarazione di Andrea Giorgis, ex Capogruppo del PD in Comune a Torino tanto per fare nomi e cognomi - dire: "Gli omissis sono sbagliati". Eh no qua non ci siamo! Qua non ci siamo e lo dico forte e chiaro in Aula! Qua non ci siamo e il fatto che anche voi del PD abbiate firmato questo ordine del giorno, non fa altro che rinforzare e compattare ulteriormente i componenti del Gruppo PdL, della Lega e degli altri Gruppi minori. Perch di fronte ad un nemico comune - ho usato un termine errato! - anzi avversario politico comune, noi ci compattiamo ulteriormente.



(Commenti in aula)



CAROSSA Mario

Forse, un po' come a livello nazionale, voi vi siete illusi e continuate a farlo su determinati aspetti: guardate che come non capiterà nulla a livello nazionale, non capiterà nulla nemmeno a livello locale seppiatelo!



(Commenti in aula)



CAROSSA Mario

Certo, so a chi vi rivolgete.
Ve lo dico molto chiaramente: ci siamo ancora più compattati e siamo ancora più determinati ad andare avanti in questa riforma di questa Regione.
Su un'unica cosa non sono d'accordo con il Consigliere Burzi: forse ha ragione, per cui bisognerebbe fare in modo che determinati uffici funzionino meglio. Ma forse, prima di cambiare gli uffici, sarebbe il caso che noi politici facessimo autocritica e cominciassimo a cambiare modalità di pensiero e modo di lavorare. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi e alcuni di essi hanno sollecitato chi, per ruolo, si trova nelle condizioni di intervenire ogni tanto. Questa, però, è una di quelle occasioni per cui, forse, ne vale la pena. Proverò, dunque, ad andare per ordine.
Caro collega Carossa, non c'è da stupirsi: questa è un'opposizione che fino adesso, per quanto mi riguarda, è stata troppo paziente con questa maggioranza - è chiaro? - per senso di responsabilità. Perché il Partito Democratico, anche quando è all'opposizione, è un partito di Governo; ha senso delle istituzioni e di quello che deve essere fatto. Ma non potete pensare che il senso di responsabilità duri all'infinito.
Le responsabilità politiche del Presidente Cota sono enormi rispetto a quanto è successo. E non potete pensare: "Tanto non c'è problema; per quanto mi riguarda non sono né agitato, né preoccupato", perché, purtroppo ci troveremo quanto prima a dover riaffrontare la questione. Allora sì che il senso di responsabilità finirà e chiederemo le dimissioni! Ma non per il gusto di farlo, perché non si chiedono mica per passare il tempo o per finire sui giornali.
Capisco il nervosismo e le difficoltà della Lega, che, in questo momento, è costretta a far parte di una maggioranza che imbarazza, che indispone e che mette in difficoltà. Li ho letti anch'io gli slogan "Basta col cerchio magico"! Non l'ho scritto io quel manifesto a Pontida, lo hanno fatto i militanti della Lega, che ne hanno...
Non posso finire la frase per rispetto all'Aula, ma avete capito che cosa ne hanno! un problema vostro. Voi siete costretti e prigionieri di una coalizione che non vi soddisfa, ma che non potete abbandonare. Siete costretti. Ma ci ritorneremo, perché le indagini sono in corso e la solidarietà - voglio dirlo a scanso di equivoci, al di là di autorevoli interventi di esponenti del Partito Democratico - e la vicinanza del Partito Democratico ai Magistrati e alle Forze dell'Ordine ed alle Istituzioni democratiche che rischiano la vita per difendere l'istituzione e la democrazia è totale e completa. Che sia chiaro: è totale e completa.
Non c'è cedimento.
Ecco perché, giustamente, il collega Boeti faceva prima quelle considerazioni. Perché a differenza di altri, il collega Boeti ha ribadito in pubblici interventi - questo per valutare il nostro senso delle istituzioni e il rispetto per la democrazia - che noi siamo costretti a pagare anche i danni collaterali - così li ha definiti il collega Boeti di trovarsi per caso, casualmente e senza nessun atto, coinvolti in una vicenda come quella. Perché la democrazia e la difesa della legalità viene prima da ogni altra cosa. Io vi sfido a fare le stesse cose con i vostri rappresentanti che sono stati toccati, e non marginalmente, da certe vicende. Perché questo è un problema che riguarda tutti, non solo noi: la difesa della democrazia e della legalità in Piemonte rispetto alle infiltrazioni della malavita organizzata non è solo un problema del Partito Democratico - me lo auguro - ma è un problema che riguarda tutti quanti. E l'atteggiamento...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, per favore!



PLACIDO Roberto

Con il collega Carossa abbiamo quasi una liaison, naturalmente legata solo agli interventi.
Ecco qual è il problema, Consigliere Carossa. Noi vi sfidiamo a dichiarare le stesse cose quando qualcuno di voi, anche solo marginalmente ne sarà toccato. È una questione seria: essere disponibili a pagare un prezzo personale rispetto ad una carica, anche senza aver commesso reato pur di difendere la democrazia e la legalità! Ecco dove arriva il Partito Democratico e i propri esponenti quando si trovano in certe situazioni.
Perché poi, se le cose si devono dire, bisogna farlo con nomi e cognomi. Si può non condividere, si può non essere d'accordo, ma le persone vanno identificate con nome e cognome, e vanno citati i fatti. Non bisogna riportare le cose per sentito dire.
Torniamo un attimo indietro e veniamo ai Ministeri. Come le targhe erano "farlocche", finte e posticce, naturalmente anche l'esito: non le sedi di rappresentanza, ma sedi di rappresentanza parziale.
Mi fate quasi tenerezza: partite, spaccherete, e poi va bene una sede di rappresentanza che c'è già! O avete la forza e il coraggio - che non condivido - di spostare completamente i Ministeri, oppure tutti quelli che sono assunti a Roma rimangono lì, in più dovete assumerne altri. Farà bene all'occupazione padana, ma fa male ai conti pubblici, che voi giustamente avete come uno degli obiettivi per contenere la spesa. Le due cose non stanno in piedi.
Se avete il coraggio e se contate qualcosa in questo Governo, spostate i Ministeri, non le targhe "farlocche" a Pontida o le sedi di rappresentanza neanche complete. La frase non la ricordo, ma voi la sapete benissimo, andate a leggervela sul giornale.
Questo è il risultato.
Prima chiedevo ai colleghi del Movimento 5 Stelle, non avendo fatto studi classici, qual è quel personaggio della mitologia che è costretto a convivere con una situazione che non gli piace. Voi siete così. È un problema vostro. Noi abbiamo già dato e abbiamo pagato con la caduta di un Governo, ma la vostra fine sarà la stessa.
Veniamo al bilancio, altrimenti sembra che è arrivato il centrosinistra alcuni colleghi se ne sono occupati con grande dovizia di particolari - e ha trovato la cassa piena, con avanzo di bilancio. Quando è arrivato il centrosinistra, c'era qualche miliardo di euro di deficit. Lo vogliamo dire o no? Altrimenti sembra che nel momento in cui il centrosinistra ha iniziato a governare ha trovato la cassa piena, soldi da spendere e, così incapace, non solo ha sperperato tutti i soldi che c'erano, ma addirittura ha aumentato il debito. Vogliamo ragionare su quanto erano i debiti di allora e su quelli che sono arrivati alla fine? E cosa state facendo? Non si capisce.
Vogliamo ragionare? Facciamo una seduta di bilancio? Perché parla uno che è stato molto critico con il centrosinistra, con la propria maggioranza sui problemi del bilancio e del debito. Non mi accordavo per portare a casa un po' di prebende per i miei territori. Sono tranquillo e legittimato a parlare sul bilancio. È chiaro? Non sapete neanche quanto è il debito! Voi non sapete quanto è il debito della Regione e fornite la cifra e volete parlare di chi il debito l'ha fatto? Incominciate a fornire le cifre reali e complete.
Sono molto preoccupato: lo ero quando governavamo noi e lo ero seriamente. È chiaro? I rapporti con l'allora Assessore Peveraro, usando un eufemismo, erano intensi, mi scontravo. Non so cosa faceva l'opposizione.
Andiamo a rivedere, oltre alle manfrine d'Aula. Allora si può discutere seriamente: non sapete quanto è il debito, discutiamo del debito della Regione e mettiamoci dentro anche le ASL. Non sapete neanche il debito delle ASL e pensate che un vostro Assessore è agli arresti domiciliari (con tutto il bene che si può volere nei confronti di chiunque si trovi in una condizione come quella di Caterina Ferrero, augurandoci che dimostri tutta la sua innocenza)? E arrestano pure il suocero? E arrestano Direttori delle ASL che voi avete messo? Chi li ha messi, Gesù Cristo? Pensate di cavarvela così? Ma ci torneremo, sì che ci torneremo!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Non volevo intervenire, ma il clima si fa più teso, essendo la sanità un tema scottante e di estrema importanza.
Sono d'accordo con quanto detto dal collega Reschigna: dobbiamo confrontarci nelle Commissioni, in Aula e con le Istituzioni, ma con tutte le Istituzioni, cosa che finora è stato fatto abbastanza poco.
Sono d'accordo che i politici parlino e divulghino in pubblico; sono meno d'accordo che lo facciano i tecnici. Ognuno deve fare la propria parte.
Ammiro la collega Artesio per aver presentato questo ordine del giorno.
La stimo, indipendentemente dagli ideali diversi. Spesso ho fatto l'esempio della zizzania, ma c'è anche il buon grano. Ritengo che la Consigliera Artesio faccia parte del buon grano, perché dimostra trasparenza e chiarezza. Ne sono certo, però non condivido questo ordine del giorno, che censura il comportamento del Presidente della Giunta regionale.
Questo non lo condivido perché, come Gruppo UDC, abbiamo voluto portare avanti il discorso di una Commissione d'inchiesta. Più giro nei paesi, più mi rendo conto che manca la credibilità della politica. Dobbiamo rendere più credibili noi stessi. Con questa Commissione d'inchiesta chiediamo la massima trasparenza e chiarezza, indipendentemente da chi governa in questo momento o chi ha governato prima.
Vogliamo chiarezza e, come ha detto il Presidente, dobbiamo togliere le mele marce. Dobbiamo dare questo esempio.
Adesso c'è lo scandalo della sanità (anch'io ho abbastanza fiducia e credo di averla ancora nell'Assessore Ferrero, che a mio avviso è stata presa in mezzo, non sono così convinto che lei abbia tante colpe) ma non sta a noi giudicare, non è nostra competenza, lasciamo che la Magistratura faccia il suo dovere.
Qualcuno ha citato il Grinzane Cavour e sono d'accordo. Anche qui bisogna state attenti a cosa si è fatto prima: ognuno si assuma la propria colpa. Mi fa piacere che tanti partiti, sia di destra sia di sinistra abbiano firmato per questa Commissione d'inchiesta.
Per me questa è la cosa più importante, è il biglietto da visita che noi amministratori piemontesi dobbiamo dare al popolo piemontese.
Chiarezza, trasparenza e verità! Questo dobbiamo dare, impedendo che la 'ndrangheta venga in Piemonte.
Questa è una cosa vergognosa, però chi ha sbagliato deve pagare e torni a casa, mentre deve uscire fuori chi lavora con trasparenza, con passione con sincerità e con lealtà.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Non sarei voluta intervenire, perché, leggendo il documento, mi ero fatta l'idea che fosse una sorta di documento presentato quasi d'ufficio: è successo un incidente grave - di questo si tratta, indubbiamente - il Presidente della Giunta è venuto in Aula e lo ha riconosciuto. Da subito il Presidente della Giunta regionale ha detto: "Dobbiamo fare pulizia" e ha ringraziato la Magistratura che si è adoperata per affrontare ed accertare eventuali responsabilità di natura penale.
Questo è accaduto, pertanto ci stava, un po' da copione, anche la presentazione di un ordine del giorno di questo tipo.
Il dibattito che si è svolto, però, richiama almeno tre filoni di considerazioni (cercherò di essere brevissima).
Innanzitutto, il primo capoverso del documento afferma una cosa giustissima, condivisibile, che può essere un elemento oggettivo di preoccupazione anche per le opposizioni, perché quando capitano episodi gravi, accertati, questi finiscono per dare una dimensione di sfiducia, di colpevolezza, nei confronti dell'Ente complessivamente, e diventa difficile scindere le responsabilità.
Tutto sommato, questa è una considerazione che fa riflettere e che è anche il frutto dell'esperienza, perché c'è il rischio che i cittadini possano dire: "Sì, in fondo sono tutti uguali".
Come ho detto, però, dal dibattito sono emerse considerazioni diverse.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del Consigliere Placido che è un approccio - per chi ha memoria, come ho io - straordinariamente di maniera, perché dall'inizio del dibattito in poi i toni sono cambiati.
Il Consigliere Placido, che ascolto sempre con grande attenzione, ha avuto quell'atteggiamento, che ho sentito tante volte in questi anni soprattutto dal 1994 in poi, di chi ritiene di avere una sorta di autorità morale che porti ad autoassolversi o che faccia dire con determinatezza all'altra parte politica ciò che deve fare o come rischia di andare a finire. Ma sempre in una logica nella quale si ritiene d'essere cosa diversa.
Ho visto tante situazioni e ho visto anche - lo dico con molto rispetto che nessuno in questo Paese, fino ad oggi, può dire d'essere parte diversa.
Oggi ho ascoltato alcuni interventi che mi hanno veramente intenerito.
Uno degli interventi che mi ha intenerito maggiormente è proprio quello del collega Carossa, che in questo momento conversa amabilmente con il collega Mastrullo.
Vedi, collega Carossa, mi sembra che ogni tanto si scopra l'acqua calda, perché un dato è certo: in questo Paese sono state fatte delle profonde differenze d'atteggiamento, di comportamento, che hanno portato una parte politica ad essere sempre, il più possibile, assolta e un insieme d'altre parti politiche, quasi per definizione, colpevoli, soprattutto quelle parti politiche che erano più interessanti, perché avevano un interessante spazio politico che doveva e poteva essere occupato.
Per quello che riguarda noi - mi riferisco ai colleghi Daniele Cantore Comba, Angiolino Mastrullo - questo spazio politico c'è stato preso, ma non occupato. Non è stato politicamente occupato e oggi abbiamo un insieme di partiti politici che sono un insieme di differenze politiche, che vivono e convivono insieme e cercano di vivere e convivere sempre maluccio.
E, allora, occorre trovare delle nuove maggioranze, e qui vengo al terzo filone di ragionamenti che ho sentito, Carossa e colleghe della Lega.
Non c'è dubbio (è stato detto in quasi tutti gli interventi dell'opposizione) che oggi, in quest'aula, la Lega è attaccata, perché è un atto d'ufficio attaccare il Presidente della Giunta che ha nella sua Giunta un Assessore con pesanti problematiche e che dovrà dimostrare la propria innocenza! Questo è evidente.
La Lega, però, anche in questa circostanza, è stata una forza politica molto corteggiata, perché non si finisce mai di dire: "Guardate, cari colleghi della Lega, che siete proprio in brutta compagnia!".
Io sono vecchia, e ricordo che in quest'aula, molti anni fa, l'allora Consigliere Luigi Rivalta, un importante collega dell'allora Partito Comunista - eravamo agli inizi della storia della Lega - sosteneva: "In fondo la Lega è popolo, è popolo come noi, e noi con questo popolo prima o poi ci dobbiamo incontrare".
Pertanto, quest'ordine del giorno, presentato un po' da copione, è un fatto abbastanza interessante, perché ci ricorda che il garantismo è un concetto che deve fare ancora molta strada e che c'è qualche forza politica che, erroneamente, sente l'autorità morale di potersi autoassolvere.
Questo documento ci fa capire, avendo ascoltato gli interventi che si sono succeduti, che quelle forze politiche fanno fatica a stare assieme perché in comune non hanno niente! Stanno cercando una propria strada ed è la strada che potrebbe vedere un rapporto con una componente relativamente nuova, alla quale non si stancano di dire: "Guardate che noi potremmo essere il mondo col quale voi potreste dialogare".
Quest'affermazione non la faccio io; l'ho letta sovente sui giornali perché certamente è vero che ci sono soggetti che sono più difesi.
Mi avvio alla conclusione. Mi sono compiaciuta della lettera che Chiamparino ed altri, Castellani ed altri hanno scritto per quanto riguarda colleghi che sono stati nominati - e può succedere - in vicende delicate ma perché ci si può trovare a fare qualcosa in una compagnia spiacevole che non si prevedeva. Di questo mi sono compiaciuta, sono contenta che questo sia avvenuto, però non possono non dimenticare rispetto all'altro filone di rapporti politici di avere letto almeno tre interviste autorevolissime del Sindaco Fassino il quale, in maniera molto autorevole, ha fatto ai componenti della Lega, a cominciare dal suo massimo esponente, che è il Presidente Cota, lo stesso tipo di ragionamento. Noi siamo ad un determinato livello, noi ci possiamo capire, noi possiamo essere un'altra cosa.
Ecco perché, in definitiva, le firme poste sotto questo documento sono assolutamente spurie, per cui questo documento è da copione, ma queste firme insieme sottendono linee politiche che insieme non sono.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo soprattutto dopo avere sentito l'intervento del Consigliere Placido, perché, a parte l'ammirazione dovuta alla stima che ho per la persona e per l'amicizia sincera che egli mi ricambia, ha detto delle cose molto curiose, la cui lettura può essere sicuramente biunivoca, anche perché l'intervento del Vicepresidente Placido è stato richiamato anche dal Consigliere Carossa.
Condivido il 101% di quello che ha detto il collega Carossa, in particolare quando nella chiosa finale dice che questa maggioranza in realtà è sicuramente più coesa di quanto non lo fosse sei mesi o un anno fa. E più che mai siamo coesi e sono contento che abbia citato anche i Gruppi minori, come il Gruppo dei Verdi Verdi e dei Pensionati che modestamente rappresento.
Non so se si possa dire lo stesso dell'opposizione.
Invece il Vicepresidente Placido parla di una Lega ostaggio di questo status quo e di una maggioranza frantumata. A me questo non risulta. Dalla lettura dell'intervento dell'amico e collega Placido risulta esattamente l'opposto.
A parte la disquisizione sul "pratone" di Pontida, se noi dovessimo andare a fare le pulci ogni volta che si scannano sui giornali, all'interno del PD o all'interno di quello che è il centrosinistra - Vendola e Bersani si danno schiaffi un giorno sì e l'altro pure - ne avremmo di occasioni, ma non credo che si debba stare qui a disquisire di una striscia di una bandiera sul "pratone" di Pontida. Detto fra noi, chi se ne frega di quello che scrivono sul "pratone" di Pontida? Comunque la parte interessante è che il Vicepresidente Placido fa l'incipit, dicendo: "In questo anno abbiamo fatto un'opposizione, a mio avviso, assolutamente inadeguata e molto blanda".
Io non so che cosa voglia dire, ma in quello che era una volta il vecchio PCUS, e qui in Italia il PCI, con queste parole si vuole contestare chiaramente il Capogruppo e la linea del proprio Gruppo e del proprio Segretario regionale; se l'inizio del discorso è "l'opposizione è blanda" evidentemente è questa la conclusione che ne deriva.
Quindi, mentre tenta di dimostrare che la maggioranza è divisa, in realtà dimostra che è l'opposizione ad essere divisa.
Poi continua, dicendo "a scanso di equivoci inerenti ad illustri lettere sui giornali", che è come dire "io non l'avrei sottoscritta quella lettera", e conoscendo il Vicepresidente Placido e la sua onestà morale ed intellettuale, sono d'accordo. Sono d'accordo con lui, perché nemmeno io l'avrei sottoscritta, perché quando si parla di mafia, 'ndrangheta e camorra e quando si parla di un'inchiesta durata cinque anni - non venti giorni come quella che riguarda il sottoscritto, amici e colleghi - qualche legittimo sospetto di buona fiducia verso la Magistratura ce l'ho. Immagino che in cinque anni qualche prova in più l'abbiano tirata fuori, perché non è durata venti giorni.
E quindi starei ben attento a sottoscrivere patenti di irreprensibilità verso chicchessia.
Qui sì che bisogna avere rispetto per il lavoro dei magistrati, quando i magistrati, proprio per il tempo impiegato per portare avanti queste inchieste, hanno dimostrato di agire con grande minuzia, severità ed attenzione.
Questo al di là delle constatazioni che fa la collega Spagnuolo sul fatto che probabilmente in Italia, a seconda di quali siano gli obiettivi da colpire, ci siano storicamente stati pesi e misure diverse anche nelle sanzioni.
Ed ha ragione la collega Spagnuolo; anche su questo posso testimoniare che le stesse cose che, ad esempio, vengono addebitate al sottoscritto, in altri casi sono ancora lì che giacciono e non vanno avanti. Posso anche citare i casi, ma non è l'argomento in questione.
Attualmente ci sono situazioni attuali che riguardano queste elezioni comunali e le scorse elezioni regionali, e sono lì ferme.
Ma con questo non voglio assolutamente criticare ed infangare il lavoro della Magistratura, che su questa vicenda, sia sulla questione della 'ndrangheta sia sulla questione della sanità, ha la mia totale e massima fiducia, anche se ha colpito un'Assessore della mia maggioranza, a cui auguro di essere assolutamente e totalmente estranea ai fatti, come lo auguro a tutte le persone che circondano questa signora, che non è certamente una nemica, era una mia amica e lo è tuttora. Mi dispiace che sia stata coinvolta in questo, ma su questo occorre dare fiducia totale a chi sta seguendo l'indagine e alla Magistratura giudicante.
Su questo, in modo trasversale, non ci devono essere equivoci. Questi distinguo (voi siete più divisi di noi, noi siamo più moralisti di voi, noi abbiamo la patente di puri) non esistono! Avete crocifisso l'UDC per la questione di Chivasso, e mi sembra una cosa incredibile quello che è stato detto. E non so nemmeno come è finita perché le ultime puntate me le sono perse, ma quello che è stato detto e scritto sui giornali contro l'UDC su un caso, su una persona che non so nemmeno se fosse candidata o se fosse eletta, è una cosa incredibile! Questo "doppiopesismo" moralista è inaccettabile! Non si può caricare su un intero partito e su un'intera classe dirigente gli errori singoli e dei singoli personaggi, però bisogna tenere alta la guardia, questo anche e soprattutto all'interno dei partiti, perché tramite i partiti si entra dentro le istituzioni.
Il Vicepresidente Placido ha detto: "Io posso parlare di bilancio perché non ho mai distribuito prebende sul territorio, pur facendo parte della maggioranza". Rovesciando il ragionamento, mi viene il dubbio che ci fossero pezzi della maggioranza che distribuivano prebende sul territorio.
E questa è un'altra novità che scopro oggi dall'intervento del Vicepresidente Placido.
"Io non ho mai fatto sconti a nessuno nella mia maggioranza".
Vicepresidente Placido, nella scorsa legislatura non ce ne siamo accorti sappiamo perfettamente che lei si opponeva a tante cose che legittimamente riteneva ingiuste, e lo faceva come storicamente si fa nei partiti soprattutto di tradizione comunista ed ex comunista, all'interno delle loro sedi. Ma le sedi sono queste, ad esempio sono le Commissioni consiliari. A noi tutta questa dura opposizione sinceramente è sfuggita nella scorsa legislatura.
"Avevo degli scontri furibondi con l'Assessore Peveraro". E questo è l'atteggiamento di uno che dice che "loro sono compatti" e accusa noi di essere divisi? Se questo vuol dire essere compatti e non essere divisi, allora va bene, continuiamo così.
Non credo che ci sia da nascondere che quanto è avvenuto sulla sanità sia molto grave, signor Vicepresidente Placido. E ha ragione lei: alcuni degli arrestati sono stati nominati da una Giunta di centrodestra. In questo caso, potrei dire: guardi, signor Vicepresidente, io non ho nominato neanche un direttore generale, ma non mi nascondo dietro un dito, dicendo che non c'entro e che non mi hanno chiesto di nominare Vito Plastino o nessun altro.
Faccio parte di questa maggioranza e quindi divido in modo diffuso la responsabilità politica di quello che può essere stato un errore.
Assolutamente.
Ma molto più grave è l'atteggiamento di chi difende per partito preso delle posizioni indifendibili, perché ci sono degli atteggiamenti che presuppongono la malafede o la stupidità. E per chi dice di far politica dalla parte dei cittadini non so se sia peggio essere stupidi o in malafede.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Prima di procedere alla replica, che credo intenda effettuare la prima firmataria dell'ordine del giorno, la Consigliera Artesio, do la parola al Consigliere Boeti per fatto personale.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Non capisco, o meglio, capisco l'intervento del Consigliere Tiramani.
La sua è stata un'offesa gratuita che non c'entrava niente con l'intervento di tipo politico che ho fatto.
Io non ho parlato né di Plastino, né di Gambarino, né di Luciano Platter, Presidente dei farmacisti che conosco da sei anni e che ho sempre considerato e considero ancora adesso una persona per bene. Vedremo che cosa deciderà la Magistratura su questa vicenda.
Ho fatto un riferimento all'Assessore perché la ragione per la quale ci siamo trovati in Aula a discutere di questa vicenda, che avevamo già affrontato, era il fatto che la Magistratura avesse deciso di decretarne gli arresti domiciliari. Io mi auguro che Caterina Ferrero sia completamente assolta dalle accuse. Quello che mi rattrista di questa vicenda è che in un anno - in un anno - Caterina abbia inevitabilmente distrutto la sua vita e la sua famiglia: ha tre figli e capisco quello che sta provando in questo momento.
Nel mio intervento ho detto che Cota è un uomo onesto, che le responsabilità delle quali parlavamo erano responsabilità esclusivamente di tipo politico.
Sulla questione sanitaria, ho fatto delle considerazioni di tipo politico. Ho parlato di un cattivo rapporto con i territori, che confermo.
Per quanto mi riguarda, il ruolo dell'ARESS è completamente diverso da quello che l'Agenzia dovrebbe avere. Ritengo che il peso di due deleghe come sanità e assistenza, sia eccessivo se grava sulle spalle di un'unica figura. Credo che nessuno sia in grado di sopportare un peso di questo tipo.
un errore insistere su un modello di Piano che non sarà accettato dai territori. Vi è la difficoltà dopo 15 mesi ad elaborare il Piano Socio Sanitario. Non ho parlato di questioni personali, ma ho parlato di questioni politiche.
Per questo dico che l'intervento del Consigliere Tiramani è vigliacco e gratuito nello stesso tempo. Lo ribadisco qui, Presidente Cattaneo: non sono indagato. E quindi non c'è nessuna ragione per la quale in Aula si debba discutere della mia questione.
Al Consigliere Giovine dico che sono completamente d'accordo con il lavoro della Magistratura, che da un punto di vista del principio sono completamente d'accordo con le intercettazioni telefoniche, perché grazie a queste sono state sgominate organizzazioni criminali alle quali diversamente non si sarebbe mai arrivati.
Consigliere Giovine, credo che la Magistratura abbia fatto un buon lavoro in questi 5 anni, tant'è che io non sono accusato di niente dalla Magistratura! È dai giornali che ho saputo che il mio nome era in qualche modo finito nell'inchiesta.
Allora dico qui a lei, Presidente Cattaneo: io sono un uomo onesto.
Nella mia vita, né in quella professionale, né in quella politica, ho commesso niente di illegale.
Se qualcuno in quest'Aula mette in dubbio la mia onorabilità, io lo querelo, perché non c'è nessuna ragione né politica, né penale perché si possa discutere delle questioni che mi riguardano.
Finisco dicendo che continuerò a fare politica in quest'Aula e fuori da quest'Aula, svolgendo il mio incarico di responsabile della sanità del PD regionale, come ho fatto fino a questo momento. Nel rispetto che ho sempre avuto nei confronti di tutti, maggioranza ed opposizione, ma con la stessa chiarezza, perché non ho niente né da nasconderne né da temere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio, per una breve replica.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'intesa della settimana scorsa sarebbe stata quella di mettere in votazione questo ordine del giorno senza discussione, dopo il dibattito che avevamo già svolto in Consiglio regionale.
Non avendolo fatto, abbiamo riaperto questa sera la discussione e io sono francamente dispiaciuta, purtroppo, non sorpresa, ma dispiaciuta della piega che ha preso questa discussione, e anche dispiaciuta del fatto che nel corso di questa discussione alcuni colleghi siano stati umiliati e si siano sentiti nella condizione di dover intervenire ed esporre il proprio sentimento. Perché nel documento che ho illustrato la volta scorsa e oggi non c'era e non c'è nessuna valutazione dei comportamenti personali.
C'è qualcosa di altro che non si vuole vedere, non si vuole riconoscere e forse non si sa più né vedere né riconoscere. Ed è la questione della politica.
Quella politica che ha il senso di pudore di sentirsi parte di un collettivo quando in un collettivo agisce. Quella politica che ha il principio di responsabilità anche se non ci sono colpe soggettive di assumersi la responsabilità di una situazione che innegabilmente è di imbarazzo, di disagio e di vulnus nel rapporto di fiducia con i cittadini.
Di politica parlavano questa mozione e questo ordine del giorno. Di politica, come i colleghi evidentemente hanno colto, almeno me lo auguro ma che hanno largamente deciso di evitare.
Allora cours camarade, le vieux monde est derrière toi e non è un insulto al Consigliere Tiramani, ma è soltanto un riferimento al fatto che il vecchio mondo ti sta dietro e questo significa che di lezioni di "benaltrismo" nella mia esperienza politica ne ho avute tante e quest'oggi in questa Sala di "benaltrismo" si è recitato in modo straordinario, pur di non affrontare il tema all'ordine del giorno.
Allora, ai "benaltristi" vorrei dire la seguente cosa: non si creda che ogni volta che io propongo un argomento politico di tipo generale si pensi di risolvere la questione di merito discutendo dei meriti e dei demeriti della mia esperienza di Assessore. Perché se credete di delegittimarmi o di farmi perdere la volontà o di farmi perdere il coraggio, fatevi passare velocemente questa illusione! Perché il rischio, casomai, è che moltiplico la mia disponibilità.
Quindi se di "benaltrismo" si è fatto esercizio e si è pensato di attribuire a me stili e volgarità che vedo praticate non solo in quest'Aula, ma fuori di quest'Aula, voglio solo ricordare al Consigliere Novero, al Consigliere Tentoni, al Consigliere Motta che nemmeno i resoconti della Magistratura hanno umiliato la figura dell'Assessore Ferrero come ha fatto il Consigliere comunale della Lega di Ivrea ieri! Quindi, per cortesia, non mi si vengano a fare lezioni di garantismo in Aula. Altro che garantismo! Nemmeno l'eleganza e la dignità della persona vengono salvaguardate nel modo in cui fuori di qui la Lega tenta di fare quell'operazione politica che tento di smascherare con quest'ordine del giorno: tenere la relazione di alleanza e però mettere nella propria alleanza un "paletto" tra i buoni e i cattivi, dove i buoni sono sempre il Presidente Cota e la sua compagine.
Quando le assemblee infatti segnalano la difficoltà di questa Regione quelle sono "assemblee di sindacalisti", se criticano la Giunta Cota; le altre assemblee in cui si vanno a proporre le mirabolanti ricette di soluzione dei problemi sono la "nostra gggente", con tre "g".
Questo è manicheismo: lo dice una che arriva da una formazione politica al cui massimo dirigente veniva imputata la responsabilità di manicheismo e, forse proprio perché cresciuta in una cultura in cui ha visto il fallimento di quello stile, oggi lo vede e lo riconosce negli altri e pensa di avere il diritto di denunciarlo, sempre. Vi passi la voglia, quindi, di tirare fuori ogni volta un dibattito sul quale ho elementi di merito per tenere testa, ma che viene usato esattamente per pensare di legittimarmi.
Concludo con un fatto personale, Consigliere Novero. Certamente, quando si pensa - faccio riferimento alla sua obiezione - di sintetizzare la storia di un'esperienza sanitaria, come quella di un Presidio, su un indicatore buttato in pasto ai giornali, si crea insicurezza nei cittadini: non significa consentire ai cittadini la corretta informazione e la corretta trasparenza, significa usare in modo manicheo e opportunistico elementi e frammenti di un'informazione in una maniera asimmetrica di potere tra chi detiene l'informazione e chi non la detiene, diluendo pezzi di informazione e non costruendo luoghi di partecipazione in cui le persone possano veramente essere consapevoli. Certamente che è così.
Mi dispiace, quindi, ma non recedo né dalle osservazioni che ho svolto ieri né da quelle che ho svolto in quest'aula. Vi do solo un annuncio: guardate, gli articoli di quest'ordine del giorno erano gli stessi articoli di una mozione di sfiducia; non sono così ingenua da non sapere che non arrivo a raccogliere le firme necessarie di un quinto di quest'Assemblea per presentare la mozione di sfiducia, che dunque rimane lì; dietro questi articoli se ne aggiungeranno altri e prima o poi 12 Consiglieri che sentiranno la necessità di sottoscriverla li troveremo: basta lasciarvi il tempo. E non c'è nessun "benaltrismo" vostro che mi faccia passare la voglia di continuare e di aggiungere capitoli su questa mozione di sfiducia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
L'ordine del giorno n. 407 è così modificato: nel titolo-oggetto la parola "Censura" è sostituita con la parola "Riprovazione" e pertanto l'oggetto dell'ordine del giorno recita "Riprovazione nei confronti del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda sanità", mentre nel dispositivo il verbo "censura", dopo le parole "Consiglio regionale", viene sostituito con le parole "esprime severa riprovazione per".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 407, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: le vicende che coinvolgono la struttura politica dell'Assessorato alla Sanità (Assessore e funzionari dell'Ufficio di comunicazione) e l'operato di due Commissari di ASL potrebbero avere, se confermate nelle successive fasi istruttorie, conseguenze per i singoli sul profilo penale, ma hanno immediatamente un profilo politico, avendo delegittimato l'immagine di imparzialità della Pubblica amministrazione e, così, ferito la relazione di fiducia tra cittadini e istituzioni sul tema sensibile della tutela della salute.
nell'attuale quadro legislativo e statutario la responsabilità nella composizione della Giunta regionale nella designazione dei componenti appartiene al Presidente della Regione, così come a questo ruolo attiene l'assegnazione dell'incarico di Direttore generale di ASL, previa deliberazione della Giunta.
il Presidente della Giunta regionale, omettendo ogni riferimento alla responsabilità politica sulla scelta dell'Assessore e del Commissario, ha invece voluto rivendicare l'individuazione del Direttore dell'Assessorato ('L'ho fortemente voluto', La Stampa del 28.05.2011), e la relazione diretta ('È uno che lotta come un toro. Insieme portiamo avanti tante battaglie, ma a volte è come si ci trovassimo nel Vietnam...', La Stampa del 28.05.2011), a sottolineare la distinzione tra tale dirigente che avrebbe impedito la messa in atto e/o la prosecuzione di reati e gli inquisiti, nonché tra Assessore-funzionari-Commissari e, all'opposto, Diret tore-Presidente i fatti contestati e afferenti alla diretta ingerenza dell'Assessorato risalgono all'autunno 2010, ma in alcuna sede da allora il Presidente della Giunta - pur nella relazione privilegiata con il Direttore dell'Assessorato e, ovviamente, con il responsabile della propria Segreteria (da la Repubblica del 16.06.2011 risulta interpellato dai richiamati inquisiti in merito a vicende oggetto dell'indagine) - ha assunto iniziative di tutela degli interessi dell'Ente rispetto al profilarsi di illeciti o di indebite pressioni sull'operato degli Uffici regionali e dei servizi sanitari il Consiglio regionale esprime severa riprovazione per il comportamento del Presidente della Giunta regionale che, a seguito dell'iniziativa della Magistratura, non esita a vantare affinità di intenti e di comportamenti con i funzionari onesti, ma nel corso del proprio mandato non ha né vigilato né è intervenuto a prevenire".
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.16)



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