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Dettaglio seduta n.123 del 21/06/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Carossa Comba, Costa Raffaele, Cota e Giordano.


Argomento: Commemorazioni

b) Commemorazione del Consigliere regionale Antonino Villa


PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi e alle colleghe che alle ore 11.30 verrà svolta la commemorazione del Consigliere regionale Antonino Villa e che saranno presenti la signora Bianca (vedova) e la figlia Anna.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

"Interventi a sostegno del sistema d'istruzione piemontese" presentata dai Consiglieri Reschigna, Ronzani, Boeti, Lepri, Laus, Taricco, Motta Angela Pentenero, Gariglio, Muliere, Manica e Placido (collegata al dibattito mozione n. 389)


PRESIDENTE

Siamo convocati in seduta straordinaria ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto e ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento consiliare, in relazione ad una richiesta del Gruppo Partito Democratico (primo firmatario il Presidente del Gruppo, Aldo Reschigna) riguardo a "Interventi a sostegno del sistema d'istruzione piemontese", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Alla discussione d'oggi è collegata la mozione n. 389, inerente a "Interventi a sostegno del sistema d'istruzione piemontese", presentata dai Consiglieri Pentenero, Gariglio, Lepri, Manica, Motta Angela, Reschigna Muliere, Ronzani e Taricco.
La parola alla prima firmataria, Consigliera Pentenero, per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo che la discussione di questa mattina sia molto importante, poich ci permette di fare il punto sul sistema dell'istruzione all'interno della nostra regione.
Leggiamo quotidianamente sui giornali e riceviamo sistematicamente segnalazioni di una situazione di sofferenza e di difficoltà all'interno della quale si trova il sistema scolastico piemontese.
Rispetto l'anno scolastico che sta per avviarsi, forse è necessario sottolineare che è pur vero che l'anno scolastico 2011-2012 partirà nel mese di settembre, ma le operazioni che è necessario compiere perché si possano svolgere nel modo migliore le attività sono già da un po' di tempo avviate all'interno della Regione, all'interno dell'Ufficio scolastico Regionale e all'interno di tutte le nostre autonomie.
L'anno 2011-2012 sarà l'ultimo anno dei tagli previsti dalla legge 6 agosto 208, n. 133. Alla nostra Regione toccheranno 1.466 docenti in meno così ripartiti: 796 per la scuola primaria, 65 per la scuola secondaria di primo grado e 705 per la scuola secondaria di secondo grado. I tagli immaginati per la nostra Regione sono 901 unità di personale ATA.
Vi è una situazione d'incertezza, anche se potremmo ormai parlare di certezza per quello che riguarda l'affidamento alle cooperative e alle imprese per la pulizia e la vigilanza all'interno delle nostre scuole incertezza poiché ad oggi sembra abbastanza scontato il fatto che un'esperienza quindicennale all'interno della nostra regione, che ha dato ottimi risultati e che ha un valore di carattere sociale assolutamente fondamentale ed importante, corre il rischio.



PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di fare silenzio e prestare attenzione, grazie.



PENTENERO Giovanna

Mi auguro che rispetto al tema dell'istruzione non s'immagini che sia un problema di qualcun altro, ma si possa immaginare che si tratta di un tema che tocca da vicino la nostra Regione, anche di fronte al fatto che gli amministratori, i dirigenti scolatici o gli insegnanti si rivolgono ai singoli Consiglieri per chiedere quale sia lo stato d'attuazione rispetto agli organici, perché una scuola minaccia di chiudere, l'altra non riesce a garantire il tempo scuola necessario. Sono poi tutti i Consiglieri ad interrogarsi su quale sia il motivo e su quale sia la situazione reale.
Dicevo, 901 sono le unità di personale ATA. È una situazione ancora non definita, ma assolutamente complicata rispetto alle cooperative che hanno da 15 anni svolto all'interno della nostra regione una funzione importante con un valore sociale e educativo importantissimo per tutte le fasce più deboli della popolazione (cooperative sociali di tipo B). Un organico di fatto che oggi sta mettendo a dura prova la nostra scuola.
Le scuole elementari hanno ridotto in modo drammatico il tempo scuola.
Soltanto la Città di Torino ha oggi 25 sezioni in meno di tempo pieno; 25 sezioni in meno che certamente potranno essere recuperate con l'organico di fatto, ma organico, di fatto, che oggi non ha più quella funzione essenziale, cioè di sistemare quelle piccole situazioni per le quali non era stato possibile trovare una soluzione all'interno dell'organico di diritto, ma che invece diventano soluzioni che vanno a tamponare il quadro complicato.
Una riduzione praticamente pari al 100% del tempo prolungato all'interno delle scuole medie. Noi abbiamo Province che hanno scelto di non attuare più sezioni a tempo prolungato all'interno della scuola media ma di garantire il tempo scuola con classi piccole soltanto di mattino (per tradurlo in termini semplici). Quindi una riduzione importante di tempo scuola su una fascia d'età particolarmente debole, per la quale pagheremo le conseguenze da qui a qualche anno.
Ma queste sono le competenze che attengono al Ministero; sono competenze che, dopo l'approvazione del Titolo V, sempre di più hanno visto coinvolgere le Regioni, in relazione alle quali svolgono un ruolo.
Peraltro, un ruolo confermato dai tanti ricorsi svolti alla Corte Costituzionale nel ribadire una competenza di programmazione all'interno dei propri territori; ne è testimonianza la recente sentenza della Corte Costituzionale, che attribuisce alle Regioni la competenza sulle sezioni delle scuole materne (ricordo che all'interno della nostra regione oggi mancano 65 sezioni di scuola materna).
All'interno di quella che è una competenza regionale, mi chiedo perch leggiamo oggi sui giornali che finalmente il Ministro Gelmini ha deciso di venire a vedere la scuola piemontese, leggiamo che finalmente si rende conto che i tagli non sono più sopportabili, leggiamo che forse qualche soluzione bisogna prenderla. Ebbene, allora forse bisognerà chiedersi in quali tempi si prenderanno queste decisioni e in quali tempi si potrà garantire il sistema scolastico piemontese.
Affermavo che, dopo l'approvazione del Titolo V, il ruolo delle Regioni è cambiato in modo significativo e rilevante, ma in questi anni non abbiamo visto, da parte della nostra Regione, esercitare all'interno della Conferenza unificata un ruolo tale da ribadire che questi tagli non permettono più al nostro sistema scolastico di funzionare in modo adeguato.
Oggi parliamo soltanto più di sopravvivenza della scuola e non parliamo più di qualità. Se andiamo a vedere i dati che hanno visto favorevolmente giudicato il Piemonte nella valutazione di Tuttoscuola rispetto ad una fotografa del 2008, non sono così certa che questa fotografia potremmo garantirla da qui a qualche anno. Sono sicura che avremo una fotografia diversa della nostra scuola, una fotografia dove la qualità certamente non avrà più il valore che oggi abbiamo, quindi ci chiediamo perché la nostra Regione non ha quest'anno portato le istanze di una scuola che è in difficoltà e che non potrà più garantire i livelli normali di tempo scuola che sono necessari.
Ma veniamo alle competenze regionali. La nostra Regione ha una legge sul diritto allo studio che prevede un Piano triennale delle attività Piano triennale che deve essere discusso, confrontato, valutato e definito con la Conferenza per il diritto allo studio, che quest'anno è stata convocata una sola volta, per la definizione del calendario scolastico.
La Conferenza per il diritto allo studio non è ancora stata convocata per valutare il nuovo Piano triennale dell'attività che deve essere presentato entro il mese di maggio; siamo alla fine del mese di giugno e ci risulta che non sia stato predisposto ancora nulla.
Se andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo in quest'ultimo anno nell'applicazione del Piano triennale programmatico previsto dalla legge n.
28, vediamo che, per quanto riguarda le Province - lo hanno denunciato attraverso articoli, lettere e segnalazioni - alle quali è stata decentrata tutta l'attività legata all'assistenza scolastica (il trasporto dei disabili, la mensa, il sostegno all'assistenza scolastica), i 22 milioni che dovevano essere destinati non sono stati garantiti.
Ne consegue che le Province potrebbero avere un disavanzo, rispetto alle attività del 2010, se non avranno trovato i fondi, all'interno del proprio bilancio, per garantire la copertura delle finanze.
La Regione ha dato una copertura con una parte del bilancio del 2011 ma questo significa che se la copertura è stata data così.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, collega Pentenero.
Colleghi, c'è troppo brusio! Capisco che la presenza dei Consiglieri è abbondantemente sopra la media (sono presenti oltre 50 Consiglieri), per ritengo che la collega Pentenero abbia diritto, come gli altri, di svolgere l'intervento ed essere ascoltata quantomeno dall'Assessore che dovrà valutare le sue proposte.
Continui, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente. Ritengo che l'attenzione nei confronti della scuola non si debba testimoniare solo quando il territorio chiede per quale motivo una scuola sia in difficoltà, ma anche cercando di comprendere quali sono le azioni di sistema che è necessario intraprendere affinché questo non accada.
Ricordavo che la copertura delle risorse di cui necessitano le Province è stata fatta utilizzando parte del bilancio 2011, quindi vorrà dire che i 22 milioni che servono per avere una soglia minima (ne servirebbero di più) di garanzia dei servizi d'assistenza scolastica non saranno così sicuri.
È vero che all'interno dei capitoli del nostro bilancio è iscritta una somma pari a quella che la legge, fin dalla sua prima approvazione, aveva in dotazione, ma l'Assessore ha ammesso - sono le sue parole citate nell'ultimo question time legato ai trasferimenti delle risorse alle Province - che sicuramente la percentuale di risorse che saranno assegnate da qui alla fine dell'anno non corrisponderà alla copertura delle risorse assegnate all'interno d'ogni singolo capitolo.
Questo significa che tutta l'attività legata al diritto allo studio sarà messa pesantemente in discussione.
Già quest'anno abbiamo assistito ad un'importante riduzione degli assegni di studio conferiti alle famiglie (1.841 domande non sono state finanziate con gli assegni d'iscrizione e frequenza e 1.301 domande non sono state finanziate con l'integrazione sugli assegni di studio per POF e attività integrative). Pertanto, di fronte ad una situazione di difficoltà oggi le famiglie non hanno più questo sostegno, che garantiva il diritto all'istruzione dei propri figli.
Ci chiediamo, allora, quali siano le prospettive per il nostro sistema dell'istruzione e quali siano le attenzioni che la Giunta intende riservare alla nostra scuola.
Ci chiediamo perché non sia stata compiuta un'azione vera, un'azione forte, nei confronti del Governo per ottenere l'organico necessario, e per quale motivo, ad esempio, la Regione concederà agli istituti professionali che già si trovano in una situazione di difficoltà, la possibilità di rilasciare la qualifica triennale a costo zero. Questo significa che i percorsi triennali dovranno ridurre le ore d'attività sulle competenze trasversali, per dedicare due misere ore alle attività di laboratorio.
Provo a tradurlo in termini semplici: significa che un ragazzo che frequenta una scuola alberghiera potrà entrare in una cucina due ore la settimana: in questo modo immaginiamo di preparare i nostri ragazzi all'attività lavorativa, quando usciranno dalle nostre scuole! I temi sono davvero tanti, li leggiamo quotidianamente: le classi pollaio - questo termine rende davvero bene l'idea - abbiamo classi sicuramente.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, collega Pentenero: poiché vedo che ogni tanto guarda l'orologio, le ricordo che ha 20 minuti a disposizione; pu intervenire dieci minuti per la presentazione e dieci minuti come prima firmataria della mozione, che daremo per illustrata.
Pertanto, vada pure con calma e prenda tutto il tempo di cui ha bisogno.



PENTENERO Giovanna

Grazie.
Dicevo, in merito agli istituti professionali abbiamo una riduzione delle attività legate alle competenze trasversali per garantire il rilascio della qualifica triennale, pertanto per avere a disposizione le ore di laboratorio è necessario ridurre le ore di competenze trasversali.
Ci chiediamo per quale motivo le risorse destinate alle attività finalizzate al rilascio della qualifica triennale siano state attribuite a non so bene quale altra attività, perché non c'è dato comprendere; non c'è dato capire, cioè, in quale modo oggi, semplicemente a titolo gratuito, gli istituti professionali, dequalificando ancora una volta la propria attività, possano svolgere il proprio lavoro.
In questo modo è difficile immaginare quale potrà essere l'avvio dell'anno scolastico 2011-2012.
In base ad alcune notizie che hanno una fonte assolutamente informale non sono confermate da alcun dato - se dovesse essere tristemente confermata l'ulteriore riduzione rispetto a quanto stanziato in bilancio (assegnato alla direzione soltanto nella misura del 25%), e pertanto se il dato assoluto fosse ridotto del 30%, vorrebbe dire che non saremmo in grado di assicurare nemmeno quella valvola d'ossigeno garantita dalla Regione in questi anni, attraverso il decreto "salva precari", che merita una riflessione a parte.
Pertanto, tutte le promesse fatte non potrebbero essere mantenute.
Il mondo della scuola, attraverso i dirigenti, ha rivolto un appello: se il decreto "salva precari" sarà applicato come l'anno scorso - oggi il provvedimento è in discussione, quindi fino a quando non sarà approvato alla Camera non sapremo cosa la Regione potrà fare nel merito - non avrà alcuna efficacia, perché gli organici, la definizione delle classi, l'avvio dell'attività didattica devono avere contestualmente la definizione dell'organico che la Regione intende mettere a sostegno del mondo della scuola.
Se questo avviene in due tempi diversi e se i pagamenti devono essere anticipati dalle autonomie scolastiche, come possiamo immaginare che questo produca efficacia nel sistema scolastico e continui l'azione di sussidiarietà ribadita all'interno degli atti deliberativi della Regione? M'interrogo ancora: come può essere definita, quest'azione di sussidiarietà? Un primo esempio di federalismo? Questo non è un esempio di federalismo, ma è un esempio di come lo Stato effettua i tagli; all'interno di un federalismo che potremmo definire "federalismo per abbandono", lo Stato taglia e le Regioni, sottraendo risorse alle proprie competenze (l'ho ricordato prima: il diritto allo studio), trova rimedi per cercare di dare una boccata d'ossigeno alle scuole, che si trovano in una situazione di drammaticità non più accettabile e sostenibile.
Per questa ragione, chiediamo alla Regione di farsi parte attiva e protagonista all'interno della Conferenza Unificata, perché non esiste colore per un sistema scolastico: esiste soltanto la voglia di considerare la scuola al centro delle proprie politiche ed elemento fondamentale della nostra società e dello sviluppo di un territorio che, senza istruzione, non potrà avere un grande futuro.
Chiediamo di diventare protagonisti, perché i tagli non possono essere immaginati, come sono stati fatti finora, in modo trasversale su tutte le Regioni.
Oggi, poi, siamo in una condizione diversa: diciamo che la nostra regione non può più sopportare tagli come questi e siamo molto preoccupati per l'avvio del prossimo anno scolastico.
Stiamo mettendo le grandi realtà in conflitto con le piccole realtà: nelle piccole realtà, i propri numeri non potranno mai soddisfare i parametri stabiliti dal Ministero e non sarà nemmeno più sufficiente il milione e mezzo a disposizione della Regione per finanziare le scuole sussidiate all'interno delle scuole di montagna e non l'avremo più.
Quindi, noi oggi stiamo mettendo in conflitto la grande città e le medie città che chiedono più organico, perché hanno classi composte da 30/33 alunni, di fronte a situazioni di montagna che sicuramente, in base ai numeri, non possono competere nei confronti delle grandi città.
Tutto questo non va bene, tutto questo non funziona; abbiamo bisogno di una Regione che sappia esercitare un ruolo forte. Abbiamo bisogno di una Regione che porti queste istanze e che riprenda quello che è stato detto nel 2008 quando, di fronte alla tabella presentata dal Ministro, espose in modo chiaro e preciso che cosa oggi sarebbe successo all'interno della nostra Regione. Ma a nulla è servito, tranne in quelle Regioni, ad esempio la Lombardia, dove i numeri di trasferimento dell'organico non hanno mai avuto la stessa sofferenza che ha avuto la nostra Regione o altre Regioni italiane.
Forse bisogna avere uno scatto d'orgoglio, perché in sede d'assestamento la nostra scuola, il sistema scolastico piemontese e l'Assessore non possono permettersi un ulteriore taglio del 30%.
Diversamente non solo non parleremo più d'apertura delle scuole, non solo non parleremo più d'eccellenza, ma metteremo davvero ancora di più a dura prova quello che già oggi funziona, grazie alla volontà di dirigenti scolastici e d'insegnanti volenterosi.
Il Piano del dimensionamento scolastico ad oggi non vede grandi chiusure di plessi o di autonomie scolastiche, ma questo perché? Perché a fronte di una non necessaria chiusura dei plessi e delle autonomie scolastiche, si è sacrificato il tempo scuola e quindi i Comuni dovranno intervenire per garantire la presenza durante la mensa, ammesso che ci siano ancora rientri pomeridiani, perché laddove i Comuni non potranno pagare i rientri pomeridiani che i genitori e il territorio richiederà questi non avranno nemmeno questo tipo di servizio.
Quindi, chiediamo delle risposte certe che facciano diventare sempre la Regione protagonista all'interno di un piano nazionale per quanto riguarda il sistema dell'istruzione.
Sottolineo ancora quello che ho detto prima: gli istituti professionali sono un elemento importante, una trave importante del nostro sistema della scuola superiore; raccolgono fasce significative della popolazione scolastica, spesso fasce deboli della nostra popolazione scolastica. Non possono essere trattati in questo modo, perché il sistema della formazione professionale, che è il secondo canale all'interno del quale sono accolti i ragazzi che spesso fuoriescono dagli istituti professionali, sta per essere messo a dura prova.
I trasferimenti dello Stato non sono certi e sono felice che il Ministro abbia potuto vedere ieri la "Piazza dei Mestieri", perché non so se potrà continuare a vederla nei prossimi anni.



PRESIDENTE

La mozione n. 389 di cui la collega Pentenero è prima firmataria è data per illustrata.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Pentenero, perché con l'esperienza e la competenza del suo mandato amministrativo è riuscita a fornire a questo Consiglio regionale un quadro esaustivo delle conseguenze di applicazione dei procedimenti di riforma e di gestione del Ministero della Pubblica Istruzione sulla nostra Regione e anche un quadro esaustivo delle difficoltà nelle quali le scelte di politica regionale si rigirano, dovendo contemporaneamente, come accade ogni qualvolta organizziamo un'audizione rassicurare i direttori, le autonomie scolastiche, i genitori e i territori, e poi contemporaneamente fare i conti con le opzioni e le priorità del proprio bilancio regionale.
Quindi, il mio intervento è sostanzialmente un intervento di riconoscimento delle osservazioni svolte dalla collega Pentenero.
Moltissime delle questioni sollevate compaiono nel nostro dibattito non per la prima volta, ma non hanno avuto fino a questo momento se non episodiche e temporanee opportunità di risposta.
Credo che da tutta la questione che la collega ha illustrato emergano alcuni problemi che in questa Amministrazione rileviamo oggi per il comparto dell'istruzione e della formazione, ma che rileviamo più complessivamente in altri ambiti di politiche. Faccio riferimento ad esempio alla politiche sanitarie, che mi riguardano in modo più diretto: vale a dire che manca una possibilità di coordinamento e di relazione.
Dove manca la possibilità di coordinamento? Manca, come ricordava la collega Pentenero, nella Conferenza delle Regioni e nella Conferenza Stato Regioni. Troppe volte siamo stati abituati, in questo campo come in altri ad ascoltare dei Ministri di questo Governo nel ribadire che la situazione è del tutto regolare ed è del tutto sotto controllo, sia che si parli delle conseguenze dei trasferimenti dello Stato sul fondo sanitario sia che si parli della distribuzione delle risorse a livello delle autonomie locali.
Nella foga dell'insediamento di questa nuova Amministrazione, ci siamo sentiti ripetere moltissime volte che l'Amministrazione precedente non era stata capace di ben rappresentare agli occhi del Governo nazionale le specificità territoriali del Piemonte, al fine di ottenere un adeguato riconoscimento che solo con il federalismo si sarebbe potuto ottenere.
Ed ora siamo nella condizione descritta dalla collega Pentenero per il sistema scolastico, ma siamo anche nella stessa condizione, che mi auguro avremo occasione di descrivere, sulle politiche sanitarie, quando sul fondo sanitario nazionale, ormai per due anni consecutivi, vengono sacrificati gli indicatori per indice di invecchiamento. E anche se la Regione ha annunciato di avere avuto un migliore accesso al fondo sanitario, è proporzionalmente inferiore a quelle delle altre Regioni.
Dove manca la capacità di relazione? Nel sistema delle autonomie.
Quante volte in questa Amministrazione ci siamo trovati nelle condizioni di dovere sottolineare che la Conferenza Regioni-Autonomie Locali non pu trovarsi di fronte ad ogni convocazione a degli editti proclamati da questa Amministrazione regionale, sia che essi riguardino la promulgazione di nuovi atti legislativi sia che essi riguardino modalità attuative di atti deliberativi.
Il rapporto con le Province, in modo particolare su questo campo, come sul campo complessivo della sicurezza degli edifici scolastici, è un rapporto essenziale, date le competenze trasferite in capo alle Province.
Eppure questa Amministrazione regionale, oscillando tra rassicurazione ed indifferenza, non ha costruito una piattaforma organica di relazione con le Amministrazioni provinciali.
In compenso, ci troveremo in Aula a discutere di proposte di legge avanzate dai Gruppi consiliari sulla possibilità di ristorare con fondi finalizzati le scuole paritarie per consentire loro degli investimenti nel campo della sicurezza degli edifici, certamente a tutela di un diritto individuale dei frequentanti, ma anche a valorizzazione di patrimoni privati.
Dove manca il quadro delle relazioni? Manca sicuramente nella relazione con le Autonomie, con le organizzazioni sindacali di rappresentanza e con quella particolare condizione di portatori di interessi, ove l'interesse è la tutela del diritto allo studio, che sono le organizzazioni dei genitori.
Credo che sia difficile costruire una rappresentanza di questa nostra Regione, nonostante il lodevole sforzo realizzato dalla collega Pentenero nel darci conto della situazione attuale e di quella prevedibile con il nuovo anno scolastico, se non si pratica un altro stile di relazioni e se non si mette questo Consiglio regionale nelle condizioni di conoscere nella maniera più puntuale possibile le conseguenze oggettive e le ricadute prevedibili che il nuovo anno scolastico dovrà subire e registrare, con ci rendendo anche più consapevole tutto il Consiglio regionale sulle scelte economiche che dovranno essere intraprese da questa Amministrazione.
Vedo che l'Assessore Cirio fa un cenno di assenso e lo fa per gentilezza e garbo, ma vorrei che lo facesse, oltre che per gentilezza e garbo, anche per una responsabilità e un impegno.
Mi permetto di ricordare che esistono degli strumenti operativi per rafforzare questa condizione e faccio riferimento ad alcuni degli strumenti operativi che sono stati già depositati. La collega Pentenero ha ricordato non soltanto la sostenibilità dell'offerta formativa, ma anche gli aspetti riguardanti la funzionalità dal punto di vista delle sedi scolastiche in termini di sorveglianza, in termini di pulizia e in termini di possibili orari di apertura. Cioè quella specifica esperienza, che ha caratterizzato il Piemonte, di relazione tra le Amministrazioni pubbliche, le autonomie scolastiche e la cooperazione sociale di tipo B.
Assessore, il nostro Gruppo insieme al Gruppo del PD ha appena depositato un documento complessivo che chiede a quest'Amministrazione di fare il punto degli impegni legislativi che il Consiglio regionale si era assunto in ordine alla cooperazione sociale di tipo B e di come, in questo quadro, il tema dell'intervento nelle scuole, sia un capitolo essenziale partiamo da lì - per affrontare questa situazione e valutare quali potranno essere gli impegni plausibili.
Abbiamo confrontato le enunciazioni impegnative di questa Giunta regionale in ordine a tutto il tema delle risorse professionali dei docenti e della loro possibilità di impiego nel nostro territorio, ovvero tutta la tematica del precariato scolastico che prima veniva ricordato.
Vede, Assessore, al di là del fatto che si può essere fortemente critici sulla conseguenza che discende da un Governo che non ascolta le ragioni di una crescita del sistema, conseguenze che si riverberano sull'esposizione anche economica delle autonomie, si possono avere opinioni diverse. Tuttavia, ho rilevato che nel versante scolastico, quando si è fatto l'investimento per il completamento degli organici, sia sulla questione del mantenimento classico che sulla questione del sostegno, si è operata una scelta per collocare questa risorsa in un segmento interessante della politica finanziaria della Regione.
Non lo si è fatto nelle politiche generali dell'istruzione, ma nelle politiche del sostegno allo sviluppo e all'occupazione.
Mi sarebbe piaciuto che interventi analoghi svolti, ad esempio, in campo socio-sanitario, potessero avere analoga rilevanza. Perché in effetti investire sulla qualità del sistema scolastico è una scelta di sostegno allo sviluppo.
Quindi, da questo punto di vista, pur stigmatizzando il ruolo di supplenza al quale siamo esposti, mi pare che si sia compiuto un atto nella valutazione politica di orientare delle risorse di tipo intelligente.
Tuttavia, è un atto che è risultato e risulterà ampiamente insufficiente.
Abbiamo ascoltato le delegazioni, in particolare delle situazioni cosiddette "a dispersione territoriale", con quella tremenda modalità linguistica che utilizziamo per raccontare le geografie del nostro territorio regionale, raccontare le loro preoccupazioni in ordine al mantenimento dei plessi e agli orari di funzionamento dei plessi, alle conseguenze di composizione di pluriclassi e alla difficoltà conseguente per i docenti e per gli alunni di garantire la qualità educativa.
Ora, come dicevo, non possiamo garbatamente, di volta in volta, fornire delle rassicurazioni.
Chiederei, quindi, che questa mozione si concluda con la predisposizione di una Commissione consiliare puntuale, puntualmente dedicata alla ricognizione di ciò che la Regione Piemonte ha rappresentato a livello ministeriale e di quelle che sono le conseguenze concrete per determinare le risoluzioni possibili che ricadranno sulla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno già trattato l'argomento in modo estremamente puntuale. Qualche considerazione su una questione così importante intendo farla anch'io.
Ovviamente, la mozione da loro presentata trova il mio favore, quindi alla fine di questa seduta, sarà votata da me e dal mio Gruppo.
Il Governo Berlusconi aveva, devo dire, con un ghigno quasi beffardo ("i" "i", "i": sembra che qualcuno stia ridendo), annunciato "innovazione inglese e informazione". Questo era stato annunciato nel suo programma elettorale già molto tempo fa. Poi, ha ritenuto di iniziare l'attività di Governo nominando un Ministro, Maria Stella Gelmini, giovane avvocato. E questa, che a lui è sembrata un'ottima idea, purtroppo si è rivelata una scelta assolutamente negativa ed inefficace. Lo confermano i dati.
È ovvio che l'unica osservazione teorica che si può fare sull'argomento...



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Non si sente? Presidente, mi dicono che non si sente.



PRESIDENTE

Si sente. Il problema è che lei parla con una voce normalissima, come è suo diritto, ma c'è il solito brusio.



BUQUICCHIO Andrea

Quindi è colpa del brusio.
Se per cortesia potete ridurre...



PRESIDENTE

Mi associo alla richiesta del Consigliere Buquicchio, che pu continuare l'intervento.



BUQUICCHIO Andrea

Riducendo il volume del brusio può emergere in modo più chiaro la mia voce, qualora fosse interessante.
Quindi, dicevamo che, sicuramente, l'unica osservazione che si può fare è che in via teorica - in via teorica, ma solo teorica - una buona scuola non si può affidare allo stretto rapporto tra allievi e insegnanti. Per in via teorica, perché sappiamo che se questo buon rapporto fosse rispettato rappresenterebbe sicuramente un punto di partenza positivo.
Ebbene, negli ultimi tre anni sono stati eliminati 87 mila insegnanti e 45 mila tecnici. A questi vanno aggiunti 300 mila pensionati che stanno lasciando, o lasceranno a breve, entro il 2015, la scuola e nessuno, al momento, parla di rimpiazzarli.
Quindi, leggendo il Piano programmatico del Ministero dell'Istruzione il Piemonte (e veniamo alla nostra Regione) solo per l'anno scolastico 2011 2012 vedrà ridursi il personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario ATA. Sono previsti 1.466 docenti in meno: 796 per la scuola primaria, 65 per la scuola secondaria di primo grado e 705 per la scuola secondaria di secondo grado. A questi tagli vanno aggiunti quelli relativi al personale ATA, cui facevo riferimento prima: circa mille unità in meno.
Tutto questo, nei fatti, porta a chiusure di scuole, accorpamento di classi e ad un ridimensionamento più che drastico dei servizi erogati a favore dei ragazzi diversamente abili. Questo ritengo sia estremamente grave.
Noi ci chiediamo, continuiamo a chiedercelo e ce lo chiediamo ancora oggi in questa occasione, se la Giunta vuole tenere fede al Piano regionale di revisione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche per il 2011 2012, la DGR n. 14-1271 del 23 dicembre 2010. Qualora intendesse farlo, lo troveremmo estremamente contraddittorio rispetto alle politiche federaliste perché esiste, come tutti sappiamo, un principio di delega che la Costituzione sancisce relativamente a questo argomento.
Quanto appena analizzato non vale solo per la situazione attuale di oggi, quindi per gli anni 2011-2012: attendiamo quindi che l'Assessore competente organizzi un tavolo di lavoro urgente, con tutti i referenti del sistema scolastico presenti sul territorio, per organizzare tutti gli interventi necessari e attinenti alla materia dell'istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per il triennio 2012-2014. Perché dico questo? Lo dico perché siamo tutti spaventati dal "metodo Protezione Civile": basta ricordarsi i lavori della Maddalena, che dovrebbero insegnare che in una situazione di emergenza si governa male. Non si pu sempre aspettare all'ultimo per decidere provvedimenti che, proprio perch dell'ultima ora e concepiti in fretta e furia in uno stato d'emergenza lasciano il tempo che trovano in termini di qualità.
Ho l'impressione - e mi dispiace doverla constatare, quest'impressione che questo Governo, sia nazionale che locale, abbia una tendenza e dimostri un trend continuo, dal quale non ci si discosta, a penalizzare il pubblico rispetto al privato. Non che io personalmente o il mio partito ce l'abbiamo con le scuole paritarie, assolutamente no; però rimango un po' perplesso di fronte a questo tipo di impostazione e di politica che poi sarà un caso - vede tra le scuole della provincia varesina assegnare ben 800.000 euro ad una scuola privata, la cui proprietà tutti conoscete.
Ritengo che questi siano argomenti importantissimi. Abbiamo avviato una nuova stagione, quella referendaria; abbiamo chiesto dei referendum su temi che hanno trovato il pieno consenso da parte della cittadinanza e probabilmente, se si continua così, anche questo sarà un argomento da referendum, perché la scuola e l'istruzione sono troppo importanti per la vita del Paese e dei nostri figli. Questi elementi vanno protetti e valorizzati perché rappresentano un bene fondamentale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Intervengo per fare un duplice apprezzamento: uno per i contenuti e il lavoro serio della mozione (dicevo con i colleghi Carossa, Marinello Novero, Pedrale e altri che si tratta di una mozione seria che tratta un argomento che a noi sta molto a cuore); un altro apprezzamento lo faccio con piacere al dinamismo dell'Assessore Cirio, alla sua struttura e alla sua dirigenza che ha preso questo settore con grandissimo impegno e grandissima serietà (non sempre si può dire di tutti i settori, ma qui lo possiamo dire e lo facciamo con piacere).
Riterremmo però - vorrei sentire sulla materia anche l'Assessore proprio perché abbiamo delle cose da dire e la mozione ci convince al 95 di poter apportare ulteriori contenuti. Oltretutto ho sentito la cortese disponibilità del Consigliere Marinello che, com'è noto, è Presidente efficientissimo di una Commissione efficiente: noi chiederemmo di andare immediatamente in Commissione per un rapido passaggio, approfondire con l'Assessore e con l'Assessorato alcuni punti e ritornare subito in Aula quindi lo chiedo cortesemente al Presidente Cattaneo - solo per le dichiarazioni di voto e il voto, con un atteggiamento che, come vedete, è sostanzialmente positivo. Ho parlato con tutti i colleghi Capigruppo proprio a dimostrazione di come questo argomento dell'istruzione sia sentito.
Ieri oltretutto ero con l'Assessore Cirio - vero, Assessore? - e abbiamo fatto ogni pressione congiunta sul Ministro Gelmini perch prestasse attenzione al Piemonte: proprio ieri abbiamo fatto presente che la vorremmo il più possibile in Piemonte per un confronto con un territorio importante, visto che la Regione Piemonte, grazie anche all'impegno straordinario del Presidente Cota, sull'istruzione ha fatto sforzi particolari. Questa è la nostra posizione.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE.
Grazie a lei.
La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Devo dire che il collega Leo ha anticipato il contenuto di un intervento che è quello che avremmo pensato di esplicitare noi. Confermo il fatto che la mozione presentata dalla Consigliera Pentenero e da altri colleghi è una mozione decisamente ben strutturata, che fa una fotografia oggettiva di una situazione di difficoltà che tutti i giorni ci vede impegnati, nei vari territori, a cercare di risolvere problematiche.
Non dimentichiamo che è una situazione che deriva da un sistema che non sta più in piedi. Quando parliamo per esempio delle cooperative sociali che si occupano delle pulizie all'interno delle scuole - problematica sulla quale l'attuale Amministrazione si è mossa con decisione per cercare di salvaguardare il livello occupazionale - va ricordato che in Italia abbiamo 167.000 bidelli, cioè ci sono più bidelli che carabinieri: è una situazione allucinante, in termini numerici, perché con un numero così elevato di personale e di bidelli ci troviamo poi ad esternalizzare il servizio di pulizia. Il sistema quindi è estremamente compromesso e credo che il Governo, anche alla luce della situazione economica, debba provare a fare qualcosa.
Premesso questo per fotografare in ogni caso una situazione nazionale che - in termini di efficienza e di qualità, sia delle strutture, sia dell'offerta didattica - è ben distante, in alcune aree, da quella piemontese, vale la pena sottolineare che le 26 Autonomie su 658 e i 63 plessi su 3.600 circa che abbiamo mantenuto con il Piano di dimensionamento scolastico regionale - in deroga perché principalmente ubicati in aree montane - sono un punto di riferimento e un elemento imprescindibile per l'azione di governo di quest'Amministrazione regionale. E vale la pena di sottolineare - e questo fra le righe è contenuto nella mozione - che la Regione sta facendo la sua parte; la sta facendo in maniera forte perch pensare di chiudere alcuni plessi scolastici in alcune realtà montane vuole dire dare il via a quel processo di spopolamento contro il quale noi ci muoviamo da sempre: la scuola è un presidio fondamentale nelle piccole realtà.
Che la Regione faccia la sua parte lo dimostrano i numeri: lo dimostrano i dieci milioni di euro investiti con la misura "Più scuola" lo scorso anno e i 12 e mezzo di quest'anno, quindi con un'ulteriore implementazione delle risorse motivata proprio dal fatto che l'aria negativa, in termini di tagli governativi, era già nota da tempo, quindi la Regione si è attrezzata per fare la sua parte e per garantire l'attuale standard qualitativo di offerta al territorio. Fatte queste premesse, va sottolineato che alcuni contenuti e alcuni passaggi del deliberato della mozione presentata dalla Consigliera Pentenero e dal Gruppo del Partito Democratico meritano doverosi approfondimenti per capire se, effettivamente, quello può essere un documento su cui trovare un'unanimità di intenti insieme all'Assessore parte attiva e protagonista nella gestione del settore istruzione. In qualità di Presidente della VI Commissione non posso che confermare la disponibilità, in tempi brevissimi, magari già nella Commissione di mercoledì, per approfondire i contenuti della mozione. Ci associamo alla richiesta di ritiro e di approfondimento in VI Commissione dando la massima disponibilità ad operare in tempi brevi affinché si possa ottenere un risultato auspicabile in un settore come questo, cioè mantenere l'unanimità degli intenti ed evitare la contrapposizione partitica che credo non serva a nessuno. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Dichiaro chiusa la discussione generale.
Prima di procedere alla replica dell'Assessore Cirio e valutare la proposta del Consigliere Leo presentata alla Consigliera Pentenero, cioè approfondire i contenuti dell'ordine del giorno in Commissione e ritornare in Aula per il voto, sospendo la seduta pochi minuti.
La seduta riprenderà alle ore 11.25 con la commemorazione del Consigliere Antonino Villa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.20 riprende alle ore 11.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Antonino Villa, deceduto il 28 maggio 2011


PRESIDENTE

Colleghi, Consiglieri, è scomparso il 28 maggio scorso a Casale Monferrato, all'età di 88 anni, il professor Antonino Villa, Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Consigliere nella III e IV Legislatura regionale.
Nato il 15 febbraio 1923 a Trino Vercellese, era stato Preside di scuola media, Consigliere Comunale di Trino Vercellese e di Crescentino e Consigliere della Provincia di Vercelli.
Dal 1970 al 1975 è stato Presidente della Provincia di Vercelli. È stato, inoltre, membro del Consiglio provinciale scolastico di Vercelli e del Distretto scolastico di Chivasso.
Eletto nel 1980 per la prima volta in Consiglio regionale nella lista della Democrazia Cristiana, circoscrizione di Vercelli, è stato componente della VI Commissione consiliare cultura, della I Commissione consiliare bilancio e della VII Commissione ambiente.
Rieletto nella legislatura successiva, è stato Presidente della VI Commissione consiliare cultura e componente dell'VIII Commissione Affari istituzionali e III Commissione agricoltura.
Antonino Villa è ricordato come una persona aperta, orientata al dialogo e al confronto con un profondo senso delle istituzioni. Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione Consiglieri regionali, già facenti parte dell'Assemblea finché la salute gliel'ha permesso.
Ai funerali del professor Villa, che si sono svolti a Casale Monferrato il 31 maggio, era presente, in rappresentanza del Consiglio regionale, il collega, Onorevole Marco Botta.
Alla moglie Bianca e alla figlia Anna desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria del Consigliere regionale Antonino Villa.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.28 riprende alle ore 11.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

"Interventi a sostegno del sistema di istruzione piemontese" presentata dai Consiglieri Reschigna, Ronzani, Boeti, Lepri, Laus, Taricco, Motta Angela Pentenero, Gariglio, Muliere, Manica e Placido (mozione n. 389 collegata al dibattito) (seguito)


PRESIDENTE

In merito al dibattito su "Interventi a sostegno del sistema di istruzione piemontese", la parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Grazie anche a tutti i Consiglieri intervenuti. In questo intervento cercherò di dare qualche risposta immediata anche a correzione di alcune inesattezze, da parte di qualche Consigliere, non certo dovute alla non conoscenza, ma al fatto che si tratta di una materia talmente in evoluzione quotidiana che i numeri cambiano di giorno in giorno, di settimana in settimana, quindi hanno necessità di essere sempre aggiornati. Intervengo per dare una serie di indicazioni relative agli stanziamenti di bilancio che abbiamo inserito all'interno del previsionale in corso, con tutti i rischi, che non nascondiamo, abbiamo sull'assestamento e nello stesso tempo, per dare anche una visione di prospettiva, naturalmente aderendo a quanto diceva il Consigliere Leo in precedenza.
Ritengo che i contenuti di questa mozione, anzitutto, siano di carattere molto oggettivo, per cui non discutibili nel merito, e credo anche che ci sia un atteggiamento di fondo condivisibile. Forse, questo servirebbe, ci servirebbe, mi servirebbe, nell'ambito della trattativa gomito a gomito con il Ministro Gelmini e con la sua struttura, per avere maggiore forza in sede di assegnazione di organico che, di fatto, come voi sapete, per tutta una serie di questioni, avviene sempre intorno al 9-10 agosto. Auspicherei anche un passaggio, il più rapido possibile, in Commissione proprio al fine di favorire - se c'è, ma sono certo che ci sono i presupposti - una posizione comune.
Anzitutto mi preme segnalare come alcuni dati su cui si basa la mozione non siano corretti. Non si tratta di un cambiamento sostanziale: non sono 1.466 i docenti in meno, ma 1.179. In sede di organico di diritto siamo riusciti ad ottenere alcuni stanziamenti in più. In particolare, abbiamo ottenuto un incremento di oltre 150 unità, per cui i tagli effettivi sui docenti sono pari a 1179; non è che la situazione cambi così radicalmente ma sono diverse centinaia in meno rispetto a quelli denunciati.
Così come le previsioni sul personale ATA - ricordo che si parla sempre di previsioni - non sono mille, ma 900 le unità previste. Sono sempre numeri alti, sono sempre numeri rilevanti, quindi è inutile nascondersi dietro al fatto che questi ridimensionamenti, se vogliamo usare un termine eufemistico, o tagli se vogliamo usare un termine più chiaro, vanno affrontati. Se non sono affrontati con la dovuta attenzione, rischiano di mettere in crisi un sistema scuola in Piemonte che però, voglio ricordare funziona. Non certo per merito mio che sono arrivato da pochi mesi, credo poco per merito della politica in generale, ma il sistema scuola in Piemonte funziona per chi lo anima, per i nostri insegnanti e per il personale tutto che opera nelle nostre scuole.
A volte rischiamo di offrire un quadro dell'istruzione piemontese, ma in generale anche italiana, troppo negativo. Invece vediamo nei risultati concreti e sui dati OCSE, pubblicati poche settimane fa, come in Piemonte il livello dell'istruzione sia tra i 12 e 15 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale, con punte di assoluta eccellenza in alcuni settori, con punte di criticità in altri (i professionali, di cui parlava poc'anzi la collega Pentenero). Abbiamo, dunque, qualche "luce" e qualche "ombra".
Naturalmente, nella gestione di questo Assessorato è necessario mantenere rapporti e relazioni costanti. Lo capisco, sebbene talvolta magari più per cultura di appartenenza politica, abbiamo meno propensione a questo tipo di atteggiamento. Ribadisco, comunque, che non è una volontà di chiusura, semmai una non abitudine.
Confermo, in ogni caso, che vi è su tutto la massima disponibilità: quando il Presidente Marinello mi ha invitato, sono sempre venuto in Commissione; ho convocato la Conferenza del Diritto allo Studio, che già negli anni passati lamentava di essere convocata troppo poco, per esaminare il calendario scolastico e già per il 28 giugno 2011, per discutere dell'istituzione delle materne. Come sapete, giusto per aiutare una situazione già ampiamente confusa, la Corte Costituzionale ha stabilito che adesso siamo competenti non soltanto sul dimensionamento dalle scuole elementari in su, ma anche sulle nuove sezioni e nuove istituzioni delle scuole dell'infanzia. Dovremo quindi intervenire rapidamente - non è che lo può fare l'Assessore a sua discrezione! - ma per farlo tramite legge regionale impiegheremmo troppo tempo, e occorrono risposte immediate. Lo faremo, quindi, d'accordo anche con la Consigliera Pentenero con cui ho discusso nei giorni scorsi, con una delibera di criteri, che dobbiamo condividere all'interno del Consiglio, per garantire il massimo risultato.
Ho fatto queste considerazioni anche per segnalare come sia una materia complessa e difficile, dove credo che nessuno abbia la verità in tasca e dove, come Assessore, ci metto tutta la buona volontà, l'impegno e la disponibilità; soprattutto disponibilità all'ascolto. Non dispongo certo della competenza che aveva la collega Pentenero - lo riconosco - ed è per questo motivo che ho voluto ricreare uno staff non soltanto di Direttori e di Dirigenti, ma anche di consulenti che ci aiutassero in questa gestione.
In particolare, mi piace ricordare che il dottor Iennaco, che per tanti anni è stato il Vicedirettore dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, oggi è al nostro fianco in Assessorato a monitorare, a gestire e a consigliare quotidianamente la nostra scuola.
Questo è il quadro con cui ci siamo attrezzati, e lo abbiamo fatto non soltanto circondandoci di persone capaci, ma anche di qualche risorsa in più. Perché - qualcuno magari sorriderà - col principio dei "metà consigli metà soldi", noi dobbiamo mettere in campo anche delle risorse. È pur vero che abbiamo la scure e la mannaia dell'assestamento - di cui, però, non si hanno ancora notizie certe - ma se oggi leggiamo il bilancio del 2011 si nota che abbiamo incrementato le dotazioni non solo rispetto al 2010, ma anche rispetto al 2009. In pratica, quanto era stanziato sull'Istruzione nell'anno 2009 è meno di quanto è stanziato nel previsionale 2011. L'ultimo bilancio Bresso, dunque, aveva stanziato meno risorse di quanto abbiamo fatto noi.
Le risorse, poi, bisogna mantenerle, perché comunque nel corso dell'anno - si sa come funzionano i bilanci! - le difficoltà si incontrano.
Questo, comunque, è il nostro impegno iniziale. E semmai le risorse dovranno essere ritoccate, non andremo ad infierire su alcuno di questi stanziamenti, quelli considerati maggiormente sensibili. Il primo è quello per garantire l'occupazione. Ho apprezzato l'intervento della collega Artesio, cha la definisce una scelta stigmatizzabile sotto certi aspetti ma intelligente (il fatto di considerare come sviluppo l'investimento fatto sotto la voce "Più scuola"). Anche quest'anno tale investimento è previsto e non è una promessa vana, ma una garanzia certa.
L'anno scorso abbiamo proceduto all'assunzione di 430 unità, suddivise indicativamente come segue: un terzo sul sostegno, un terzo sui docenti e un terzo sul personale ATA. Quest'anno, su quel capitolo, è stanziata la somma di 12 milioni di euro e cercheremo di difenderla fino alla fine.
Potrà subire qualche riduzione, ma di certo stanzieremo almeno le stesse risorse dell'anno scorso, con una diversità in più rispetto al passato.
L'anno scorso non abbiamo avuto modo di gestire per tempo la situazione, perché arrivando solo a maggio o a giugno non riuscii a chiudere un accordo con l'INPS, per cui il costo del personale fu totalmente a carico della Regione Piemonte (per costo del personale intendiamo 25.000 euro annui per i docenti e 21.000 o 22.000 euro per i bidelli). Quest'anno abbiamo concluso un accordo con l'INPS, che parteciperà al pagamento di parte degli oneri contributivi di questo personale; tutto ciò farà sì che con le stesse risorse le nostre previsioni di assunzione su quest'anno potranno essere intorno alle 600 unità.
È evidente che se riuscissimo a salire alla cifra di dieci milioni di euro da stanziare su questi interventi - obiettivo che peraltro ci poniamo potremmo aspirare a 700 o 800 unità da assumere direttamente.
Abbiamo già incontrato più volte i sindacati; ho letto anche sui giornali che qualcuno si lamenta delle poche riunioni. Io sono per farne poche, ma per farle quando servono, e sono per fare i comunicati stampa quando ho qualcosa da dire. Le riunioni non avranno, quindi, una frequenza così quotidiana - del resto, ciascuno ha il proprio lavoro da svolgere - ma quando ci troviamo, assumiamo delle decisioni.
Con i sindacati ci siamo trovati per definire le priorità di intervento per come spendere, sostanzialmente, queste risorse sugli interventi dell'organico regionale, e ci siamo dati peraltro le stesse priorità degli anni passati, individuandone una forte sul sostegno e sul tempo scuola cercando però di dare anche una qualità a quest'ultimo (non pensare quindi, soltanto ad un parcheggio in cui lasciare i bambini nelle ore pomeridiane, ma facendo fare loro qualcosa di qualificante) e sul personale ATA, su cui, però, abbiamo tante paure e tanti timori, ma ancora poche certezze di quello che dovremo garantire.
Abbiamo già deliberato lo stanziamento di un milione e mezzo di euro per le scuole di montagna; risorse mantenute rispetto agli anni passati.
Voi sapete che queste risorse sono quelle che ci servono proprio per assicurare la qualità della scuola. Noi con gli otto o dieci milioni di euro sull'organico regionale garantiamo il personale all'interno di quella scuola. Ma con questo milione e mezzo, proprio su determinate materie più delicate, la pluriclasse, che purtroppo rischia di diventare una costante nelle nostre piccole scuole, riesce ad essere sdoppiata, per agevolare le modalità di insegnamento e soprattutto di apprendimento da parte dei ragazzi. Le risorse, dunque, ci sono e sono certe; abbiamo già impostato coi sindacati come le spenderemo.
Quest'anno con l'Ufficio Scolastico Regionale cercheremo anche di utilizzare - lo spero tanto - un meccanismo un po' più automatico. Ricordo che la Giunta Bresso fece un intervento di organico regionale, ma solo da marzo a giugno, quindi soltanto per pochi mesi dell'anno scolastico precedente (del resto, allora le esigenze erano anche diverse). Noi invece, intendiamo farlo per coprire tutto l'anno scolastico.
Soprattutto, stiamo definendo, sempre con il tavolo sindacale, un meccanismo di domanda e di risposta con la verifica da parte dell'Ufficio Scolastico Provinciale, in maniera che ci sia più automatismo e più certezza laddove andiamo a dare le risorse.
Per quanto concerne i tempi - fermo restando che i dirigenti scolastici dovrebbero ricordare sempre che esistono le e-mail e i computer, per cui ci si deve anche informare. L'anno scorso abbiamo pubblicato l'elenco delle scuole con le risorse che dovevamo dare: qualche scuola ci ha telefonato dicendo che non ne sapeva nulla, perché non avevano verificato sul nostro sito - ma al di là di questo particolare, che però è bene sottolineare abbiamo concesso le risorse per tempo rispetto all'anno scolastico. E quest'anno faremo la stessa cosa: ciò significa che entro l'inizio di settembre i dirigenti scolastici sapranno di quante risorse disporranno e a che cosa serviranno. Tuttavia, il problema è un altro e riguarda la pubblicazione della graduatorie da parte del Ministero, che l'anno scorso era arrivata solo ad ottobre.
È vero, quindi, che dalla Regione possiamo dare le risorse, per cui un dirigente scolastico a settembre sa che ha i soldi per assumere un insegnante in più; ma quando deve farlo, deve ancora aspettare la pubblicazione delle graduatorie statali. Quindi condivido lo spirito della mozione per far pressione affinché la definizione delle graduatorie sia più tempestiva, altrimenti la nostra tempestività di intervento rischia di non essere sufficiente.
Per quanto riguarda le risorse che abbiamo messo a bilancio per le Province, tengo a precisare che i 22 milioni di euro li abbiamo garantiti.
Abbiamo condiviso con gli Assessori provinciali un meccanismo in cui la cifra di sei milioni di euro è stata messa a scavalco sul bilancio 2011 perché i soldi non erano sufficienti, però si voleva garantire che i 22 milioni di euro fossero confermati a tutte le scuole del nostro Piemonte.
Sono state confermate e in questo modo, proprio d'accordo con le Province, avendo la fortuna che gli anni scolastici sono a scavalco rispetto all'anno solare, siamo riusciti a garantire i 22 milioni, cosa che riusciamo a garantire anche nel bilancio di quest'anno.
Dico di più. Prima si parlava delle domande non finanziate sul diritto allo studio. Non è vero, perché noi finanziamo tutte le domande e le finanziamo con fondi 2011, perché facciamo scorrere la graduatoria e perch nessuno deve rimanere indietro, quindi tutte le richieste relative all'anno scolastico in corso verranno finanziate dalla prima all'ultima, nessuna esclusa.
Si è fatto anche un passaggio sugli istituti professionali.
Tengo a precisare che gli istituti professionali, non solo gli istituti professionali statali dal nostro Piemonte - lo dico con grande rispetto ma anche con grande senso di verità - fanno parte delle ombre della nostra istruzione. Noi eccelliamo, a livello nazionale, sulla formazione professionale, purtroppo non eccelliamo, ma siamo un po' fanalini di coda sull'istruzione professionale statale. Tengo però a precisare che l'accordo Stato-Regioni, con tutte le Regioni d'Italia, ha stabilito che il conferimento della qualifica professionale al terzo anno venisse effettuata a costo zero (tutte le Regioni l'hanno fatta a costo zero) e, soprattutto le ore professionalizzanti sono state concordate con tutti gli istituti per far sì che nessuno perdesse il posto, perché il problema di fondo era che bisognava salvaguardare il posto di chi l'aveva e gli orari previsti.
Quindi, istituto per istituto, si è data questa definizione in maniera che si salvaguardasse l'occupazione.
È vero che questo non salvaguarda la qualità dell'istituzione professionale, ma mi auguro, ed è un percorso che abbiamo intrapreso, che la formazione professionale e l'istruzione professionale tendano sempre più a convergere e diventino una cosa sola, come tra l'altro è nelle previsioni, perché ci permetterebbe di far diventare tutto eccellenza e di evitare di creare doppioni che spesso, di fatto, non portano a dei risultati positivi.
Voglio ricordare al Consigliere Buquicchio, che parlava del sostegno che questi dati non riguardano gli insegnanti di sostegno, quindi i 1.179 insegnanti in meno non sono sul sostegno. Gli insegnanti di sostegno vengono dati in deroga, rispetto al piano di ridimensionamento triennale proposto dal Ministro Gelmini. È giusto che sia così, perché vengono dati sulla base delle effettive esigenze di alunni e di allievi nelle nostre scuole. Vi dico che con questo meccanismo del principio in deroga sul sostegno e con la priorità data dai fondi regionali al sostegno, riusciamo ad avvicinarci moltissimo al rapporto uno a due sugli insegnanti di sostegno nelle nostre scuole, che raggiungono pochissime Regioni d'Italia (per pochissime dico che non sono più di tre o quattro Regioni d'Italia ad avvicinarsi al rapporto di uno a due, così come verrebbe previsto).
Un passaggio veloce sulle cooperative sociali. È materia più tecnica però voglio solo ricordare come noi abbiamo cercato di intervenire l'anno scorso, non per federalismo da abbandono, ma perché purtroppo il meccanismo dell'utilizzo delle cooperative sociali di tipo B nella scuola in Piemonte è una prassi consolidata, sostenuta da governi di centrosinistra e governi di centrodestra, perché è un qualcosa di giusto, di interessante, di bello di etico e di utile, e io dico anche di vantaggioso sotto il profilo economico, perché vi sarebbero costi sociali maggiori se non riuscissimo a far lavorare nelle cooperative sociali il personale impiegato.
Abbiamo dei risultati positivi perché c'è un accordo nuovo, l'accordo del 14 giugno, quindi di qualche giorno fa. Si tratta di un accordo che prevede la prosecuzione degli affidamenti in essere per le annualità 2011 2012-2013, perché c'era il rischio che con le nuove gare d'appalto non si permettesse questo tipo di prosecuzione, quindi non c'è la sospensione dei contratti.
Noi garantiamo il milione e mezzo di euro, che peraltro abbiamo erogato l'anno scorso per coprire le minori disponibilità da parte dello Stato. In più, grazie ad un intervento della collega Porchietto sulla legge 23/2004 per i finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, riusciamo, nel mondo della cooperazione, ad individuare un ambito di priorità riservato alle cooperative sociali di tipo B, in modo da permettere - e permettere soprattutto a loro - di avere un percorso più sostenuto nell'arrivare al reperimento delle risorse.
Quindi vedete che le cose si fanno e si cerca di farne tante, ma quello che mi piace e che voglio sottolineare è che, rispetto al dimensionamento scolastico approvato in questo Consiglio regionale e nonostante le tante difficoltà, nessuna scuola del Piemonte ha chiuso.
Questo è un dato importante. A volte si fanno salti mortali: i Sindaci hanno il problema della mensa; i pulmini fanno sei volte il giro; ci sono genitori che vanno sui pulmini per accompagnare i bambini. C'è una situazione difficile, come avviene per tutte le situazioni che sono in cambiamento. Però è questo anche l'ultimo anno di difficoltà.
La nostra scuola piemontese, grazie ai nostri insegnanti e al personale, era una scuola talmente forte e di qualità che ha saputo reggere a questa necessità di ridimensionamento; necessità che condivido a livello nazionale. Quando dico che la condivido, intendo dire che la condivido sotto un profilo di approccio federalista, perché è giusto che da Roma il legislatore stabilisca dei parametri minimi. È giusto che il legislatore ci dica: "Se tu non hai 18 bambini, la scuola non la apri", perché a livello nazionale è giusto che ci sia quel principio, ma è altrettanto giusto che il Piemonte, che ha 1.206 Comuni e che ne ha tanti in montagna, possa nella sua autonomia gestionale, andare in deroga a questi parametri e tenere aperte alcune scuole. Infatti, in Piemonte vi sono scuole con sette otto bambini.
È un privilegio. Occorre vedere dove sono, ma se si pensa ad una piccola scuola di montagna e ai tanti interventi fatti in questa direzione questo è federalismo.
È evidente che non può diventare un'automatica sostituzione - e su questo condivido quanto la collega Pentenero afferma sempre - l'abitudine per cui lo Stato taglia e noi, come Regione, mettiamo le risorse. Noi cerchiamo di non fare questo. Nella sostanza avviene così, perché poi le risorse le mettiamo noi, ma le vogliamo mettere all'interno di un rapporto di federalismo vero, affinché possiamo essere noi coloro i quali gestiscono la scuola del Piemonte.
Concludo dicendo che sono disponibile - anzi, disponibilissimo - a venire in Commissione tutte le volte che si ritiene o a calendarizzare una Commissione mensile sui temi dell'istruzione in cui garantisco la presenza mia e dei nostri dirigenti, perché, come abbiamo visto, il tema si evolve e dobbiamo affrontare la fase dell'organico di fatto su cui ci giochiamo molto. L'organico di fatto verrà assegnato nelle prossime settimane e ieri il Ministro Gelmini mi ha garantito un'attenzione particolare, perché si è verificata una situazione che provo a spiegare.
Tre anni fa hanno definito i dati del ridimensionamento triennale sulla base delle presunte popolazioni scolastiche del triennio. Tuttavia, i fatti sono diversi, cioè la popolazione scolastica piemontese è aumentata, mentre in altre Regioni è diminuita, ma i dati di taglio sono rimasti uguali.
Noi, quindi, abbiamo segnalato che bisognerebbe adeguare gli organici quindi anche i ridimensionamenti, all'effettivo aumento o diminuzione della popolazione scolastica.
Questo mi è stato garantito politicamente. So bene che alle garanzie politiche devono seguire atti concreti; è per questo che saremo a Roma nella Segreteria tecnica del Ministero, per contrattare questi numeri perché tutto ciò che otterremo in organico di fatto non dovremmo metterlo noi come intervento di organico regionale.
La speranza per il futuro dipende da quello che stiamo trattando a Roma. In Conferenza Stato-Regioni stiamo definendo i criteri, perché è l'ultimo anno in cui ci troviamo ad avere a che fare con i tagli (se non parte un'altre riforma), perché la riforma finisce quest'anno e nella ridefinizione che stiamo facendo, che poi diventa un braccio di ferro tra le varie Regioni, noi stiamo cercando - detto in parole semplici per chi magari non è addetto ai lavori, come non lo ero io tempo fa - di definire le regole su come ripartire gli organici dall'anno prossimo in avanti.
Nei criteri cerchiamo di far valere moltissimo, ad esempio, il tempo pieno, perché il Piemonte è una delle regioni d'Italia che ha maggiore tempo pieno e allora chiediamo che il valore tempo venga pagato di più in termini di posti. Altre Regioni che hanno esigenze diverse fanno altri ragionamenti; si sta addivenendo ad una media che comunque a noi permetterebbe qualche centinaio (prima erano 400 ma non siamo riusciti a farla passare, adesso comunque siamo almeno a qualche centinaio) di docenti in più che potremmo avere sul prossimo anno, se passa questo accordo.
Peraltro, è calendarizzata la Conferenza nelle prossime settimane.
Questo era quanto volevo segnalare all'attenzione di tutti. Tengo soprattutto a dire che la scuola non ha colori e quindi da parte mia c'è la massima disponibilità a essere uno strumento non della mia maggioranza, ma di tutto il Consiglio regionale per far sì che tutto ciò che può arrivare alla scuola piemontese in termini di risorse, di attenzione e di personale possa arrivare al massimo possibile.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore per il lungo, corposo ed esaustivo intervento.
Prima di dare la parola alla collega Pentenero per la replica sulla mozione, chiedo se ci sono interventi da parte dei colleghi per chiarimenti.
Prego, Consigliere Pedrale, prenda pure la parola.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Mi pare che ci sia stato un dibattito molto di qualità sia da una parte che dall'altra e sono già intervenuti alcuni colleghi della maggioranza per cui vorrei chiarire la nostra posizione, nel senso che apprezziamo in gran parte il documento che la collega Pentenero ha presentato e lo riteniamo meritevole di un ulteriore approfondimento, anche in base ai contributi significativi che ha dato l'Assessore Cirio nella sua brillante esposizione.
Vi suggeriamo di raccogliere questo invito a una riflessione all'interno della Commissione (il Presidente ha già dato la massima disponibilità a convocarla sin da domani) e in quella sede vedere ancora i possibili punti di incontro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero per la replica.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per la dettagliata e puntuale replica in merito alla mozione presentata. Mi permetto, tuttavia di fare alcune osservazioni.
È vero che il taglio all'organico non è di 1.466, perché la mozione è stata presentata qualche settimana fa e nel frattempo ha avuto delle evoluzioni, perché l'assegnazione dell'organico è una questione in continua evoluzione. Ma è anche vero che i 150 posti in più che sono stati assegnati in organico di diritto sono numeri che saranno tolti all'organico di fatto e quindi ci troveremo con una coperta che sarà comunque corta.
Dico questo semplicemente perché non sarei così ottimista e sarei, ad esempio, per chiedere una tempistica chiara e precisa al Ministro in merito a quanto oggi abbiamo appreso dai giornali, cioè nel voler prendere in considerazione che esistono realtà diverse all'interno del nostro Paese con numeri di studenti diversi, con realtà territoriali diverse.
Concordiamo in modo assoluto sul fatto che la nostra Regione ha delle peculiarità e quindi deve essere salvata anche l'ultima scuola, ma per salvare l'ultima scuola non dobbiamo immaginare che le scuole debbano entrare in competizione le une con le altre.
Ricordo soltanto il progetto di Elva, che era stato realizzato qualche anno fa, che addirittura permetteva di tenere aperta una scuola per una bambina, ma questo consentiva anche l'attivazione di un'attività economica particolare caratterizzante in quel territorio e quindi stava all'interno di un progetto che considerava a pieno titolo tutto il territorio e non soltanto l'aspetto educativo, che era sicuramente l'aspetto trainante per garantire tutto il progetto.
Cito questo esempio per dire che su questo aspetto non può che trovare una porta aperta. Abbiamo approvato il Piano di dimensionamento scolastico consapevoli del fatto che però inevitabilmente tenere aperte autonomie scolastiche e plessi, con numeri così esigui in Piemonte, stante i tagli prepotenti che sarebbero arrivati sulla nostra regione, significa ridurre il tempo scuola e significa ridurre la qualità dell'offerta formativa su tutto il territorio.
Allora non basta dire che, nel momento in cui si parla di istituti professionali, molte (non tutte) le Regioni lo hanno fatto a costo zero.
Non basta e non si può nemmeno immaginare che quelle che sono oggi le Agenzie formative diventino la stessa cosa rispetto agli istituti professionali: sono due cose diverse, sono due tasti di una tastiera di un pianoforte che devono essere suonati in armonia.
Gli istituti professionali, a seguito dell'approvazione dei regolamenti, hanno già avuto una riduzione importante delle ore di laboratorio. Se ancora, per immaginare il rilascio della qualifica andiamo a ridurre due ore settimanali sulle competenze trasversali per dare le due ore di laboratorio che oggi non hanno più in percorsi professionalizzanti per i quali - la parola stessa lo dice - il poter lavorare all'interno dei laboratori è quello che permette di far crescere questi ragazzi, è quello che permette di qualificare questi ragazzi, allora noi abbiamo fatto un'operazione di impoverimento. E se oggi all'interno dei dati OCSE-PISA leggiamo che gli istituti professionali sono in una situazione di difficoltà, lo saranno sempre di più con le scelte che sono state fatte.
Certo, è corretto garantire l'occupazione soprattutto in una situazione in cui rispetto ai precari gli ultimi provvedimenti non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, perché abbiamo avuto ricorsi su ricorsi.
Abbiamo insegnanti inseriti a pettine che ricorrono contro gli insegnanti che sono inseriti in coda e quelli in coda che ricorreranno contro quelli inseriti a pettine. Questa situazione non permette nessuna forma di stabilità e non è certamente immaginando un bonus che noi possiamo pensare di dare continuità didattica e continuità di lavoro ai nostri insegnanti ma dobbiamo immaginare che un insegnante, quando sceglie un luogo di lavoro, lo debba mantenere, se gli è passibile, ovvero se ogni anno non deve ricorrere al meccanismo perverso delle graduatorie, dobbiamo immaginare che questo insegnante possa continuare a svolgere il proprio lavoro per almeno cinque anni all'interno di quel territorio e all'interno di quella parte del nostro Paese unito.
Allora questi sono certamente provvedimenti che attengono al livello ministeriale - guai se questi provvedimenti non attenessero al livello ministeriale - ma le Regioni devono fare la propria parte. In un sistema dove il ruolo delle Regioni, come programmazione, come condivisione e come portavoce di quelle che sono le specificità di ogni territorio, sarà sempre più importante, continuare ad esercitarlo in forma di sussidiarietà non è certamente un tentativo di federalismo, ma è continuare ad immaginare di svolgere un ruolo da tappabuchi.
Dico questo anche in riferimento al lavoro della cooperazione sociale all'interno delle scuole. È sbagliato dire che all'interno del nostro Paese abbiamo più bidelli che carabinieri: stiamo paragonando due cose che non possono essere paragonate. Noi abbiamo dei bidelli perché le nostre scuole hanno bisogno di qualcuno che le pulisca e che le sorvegli. L'esperienza del Piemonte non è stata un'attività data all'esterno (l'utilizzo delle cooperative sociali), ma è stata un'esperienza quindicennale portata avanti per permettere a fasce più deboli di popolazione di lavorare all'interno delle scuole, di svolgere dei progetti specifici individuali. Se queste persone oggi non troveranno più collocazione all'interno delle scuole saranno in carico ai servizi sociali e avranno comunque un costo per la collettività: questo è un semplice ragionamento che nelle sedi ministeriali non è stato possibile far comprendere.
Stanno distruggendo un'esperienza di autonomia di tutta una serie di persone, stanno distruggendo un'esperienza che ha portato situazioni di vita individuale ad immaginare un percorso simile alla vita normale di ognuno di noi, di lavoro, di vita autonoma. Questo è quello che sta succedendo, e non è un processo di esternalizzazione, non bisogna confondere le cose: sono processi che sono nati, cresciuti, evoluti, e se le scuole piemontesi hanno avuto le cooperative sociali, non hanno avuto il corrispettivo personale ATA all'interno delle proprie scuole.
Non possiamo confondere gli argomenti e, soprattutto, non possiamo agli occhi della popolazione piemontese, dare un messaggio scorretto e sbagliato dicendo che abbiamo esternalizzato la pulizia e la sorveglianza delle scuole. Non è così. E su questo nemmeno l'accordo del 14 giugno dice con chiarezza quello che si potrà fare, perché l'elemento fondamentale - le risorse - manca e non permette di portare avanti quest'esperienza.
Relativamente alle risorse trasferite alla Provincia, è vero che sono pagate sulle due annualità, ma la matematica non è un'opinione: se i milioni dati alle Province sulle due annualità sono 40, anche se li dividiamo in modo diverso, la situazione non cambia.
L'anno scorso le Province dovevano avere 20 milioni e non li hanno avuti e cinque milioni sono stati presi dal bilancio di quest'anno.
Questo vuol dire che mancano.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Pentenero. Colleghi, per favore! Continui, collega.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Dicevo che mancano dieci milioni alla cifra totale, perché la matematica non è un'opinione.
Riteniamo - è stato riconosciuto anche da alcuni esponenti della maggioranza - che la fotografia che oggi abbiamo fatto sia una fotografia reale della scuola piemontese: sono problemi reali! La proposta del Consigliere Marinello - discuterne in Commissione - è certamente interessante. È importante approfondire alcune tematiche in Commissione, ma noi vorremmo che oggi quest'Aula si esprimesse nei confronti della mozione che abbiamo presentato, perché in alcuni punti - lo avete riconosciuto anche voi - la mozione è una fotografia reale della scuola e ritengo che l'approvazione unitaria di questa mozione non possa che costituire un elemento di forza per l'Assessore, che potrà andare a Roma a spiegare la situazione in cui si trova la scuola piemontese, con una fotografia chiara e certa: questo è stato riconosciuto! Proponiamo all'Aula l'approvazione di questa fotografia, che diventerà uno strumento con il quale l'Assessore potrà andare a Roma e chiedere quanto oggi il Ministro Gelmini ha affermato sui giornali, cioè che in tempi brevi troverà altro personale da assegnare al Piemonte.
Bene: chiediamole in quali tempi e con quali modalità. Vogliamo certezze, non soltanto proclami! Vogliamo certezze per la scuola, per uno dei settori più importanti della nostra società, per il futuro della scuola piemontese.



PRESIDENTE

Collega Pentenero, in merito alla proposta di rinviare la mozione in Commissione, devo chiedere ufficialmente, a norma del Regolamento, alla fine dell'intervento, cosa intende fare, perché ci sono diverse possibilità: che acconsenta, che non acconsenta e che l'Aula chieda di esprimersi con un voto per un rinvio, anche con il parere contrario del primo firmatario.
La procedura è questa.
Prego, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente, non avevo ben compreso che vi era questo tipo di possibilità.
Noi chiediamo che la mozione sia messa in votazione.



PRESIDENTE

Se non c'è nulla in contrario, la prima firmataria chiede di procedere alla votazione della mozione, così come depositata, senza modifiche.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 389, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'anno scolastico 2011-2012 vedrà l'attuazione dei tagli agli organici del personale docente e amministrativo tecnico ausiliario (ATA), in ottemperanza a quanto previsto dalia Legge 6 Agosto 2008, n. 133 ("Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008; n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria") e nello Schema di Piano Programmatico del Ministero dell'Istruzione (articolo 64). Per quanto riguarda il Piemonte le previsioni sono pari a 1466 docenti in meno ripartiti in 796 per la scuola primaria, 65 per la scuola secondaria di 1 grado e 705 per la scuola secondaria di II0 grado, cui si aggiungono le presunte 1000 unità di personale ATA in meno e le incertezze relative agli affidamenti alle cooperative ed imprese per il servizio di pulizia e vigilanza la Giunta Regionale ha approvato il Piano Regionale di revisione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche per l'a.s. 2011- 2012 con D.G.R. n. 14-1271 del 23 dicembre 2010, garantendo il mantenimento di 26 autonomie scolastiche su 658 e di 63 plessi su 3.612, in deroga a quanto disposto dalla deliberazione del Consiglio Regionale n. 315-4846 del 2 febbraio 2010. La motivazione di tale indirizzo si fonda sull'esiguità delle istituzioni scolastiche e dei plessi in deroga in rapporto alla totalità di quelle piemontesi ed all'alto numero di istituzioni scolastiche con alunni superiori a 900 unità, nonché sulle esigenze espresse dai Comuni, dalla Comunità Montane e dalle Province di mantenere le sedi e i plessi per ragioni legate alle specificità dei relativi territori; è attualmente in fase di attribuzione l'organico di diritto che, fermo restando gli effetti sul tempo scuola e sull'offerta formativa, dovrebbe consentire, secondo quanto dichiarato dalla Giunta Regionale, il mantenimento di tutte le autonomie e i plessi attivi; il Bilancio Regionale contiene, tra le misure di cui al Piano Straordinario per l'Occupazione, una dotazione pari a 10 milioni di Euro destinati a fare fronte agli effetti dell'ultimo anno della Riforma Gelmini come da resoconto stenografico della seduta di Consiglio regionale n. 91 del 22/03/2011 l'Assessore Regionale all'Istruzione ha confermato l'attribuzione alle Province di una quota pari al 71,88% dello stanziamento previsto dal Piano Triennale e dal Bilancio 2010 per gli interventi di cui agli art. 6,7,8,15,17 e 18 della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa).e l'integrazione per un importo pari ad Euro 5.550.000,00 attingendo al Bilancio 2011, dichiarando un minor trasferimento complessivo pari ad Euro 692.000,00 per l'anno 2010 e la gestione a scavalco con il Bilancio 2012 per ottemperare alle disposizioni del Piano Triennale di cui alla DCR n. 233-55520 con la deliberazione di Giunta regionale n. 17-1443 del 28.01.2011 "Bilancio di previsione per l'anno 2011. Parziale assegnazione delle risorse finanziarie" la Giunta Regionale ha assegnato parzialmente le risorse iscritte nel bilancio di gestione, nelle more della definizione degli obiettivi del programma operativo, nella misura del: 25% degli stanziamenti relativi a ciascun capitolo di spesa corrente codificato come "regionale", ad eccezione di quelli inseriti all'interno dell'Elenco 1 - Spese obbligatorie e d'ordine (articolo 6 legge regionale.
31 dicembre 2010, n. 26 (Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013) e di quelli di competenza della Direzione regionale "Sanità" 50% degli stanziamenti relativi ai capitoli codificati come "statali" "europei" e "privati", ai capitoli di competenza della Direzione regionale "Sanità", ai capitoli inseriti all'interno dell'Elenco 1 - Spese obbligatorie e d'ordine (articolo 6, l.r. n. 26/2010) ed ai capitoli relativi a spese in conto capitale il Consiglio Regionale, in data 29 Giugno, ha approvato all'unanimità l'Ordine del giorno n. 8 "Personale di pulizia e sorveglianza delle Cooperative ed Imprese in Appalto nelle scuole pubbliche" in cui si impegna la Giunta a "istituire nell'immediato un tavolo di crisi che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, sociali e di rappresentanza con il compito di monitorare e trovare soluzioni al problema" la Regione Piemonte, all'interno del Piano Straordinario per l'Occupazione del Giugno 2010, Asse I 7 "Più scuoia", ha riconosciuto a 101 scuole un sostegno, per un importo complessivo di 1,5 milioni di Euro, al fine di incrementare i contratti in essere, facendosi carico degli effetti dei tagli imposti dal MIUR il Ministero ha inviato alla Corte dei Conti, senza alcuna informativa ai sindacati scuola, la Direttiva n. 103 del 30 dicembre 2010, ribadendo anche per l'anno 2011 il taglio del 25% e disciplinando l'indizione delle gare d'appalto relative ai servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie, gli ambiti operativi, le modalità, il termini ed il ruolo dei vari soggetti istituzionali interessati all'indizione delle nuove gare d'appalto tale direttiva ministeriale, nel riconoscere l'accantonamento di 11.800 posti di collaboratori, peraltro insufficienti a coprire l'intero fabbisogno, prefigura la possibilità di prosecuzione della gestione mediante il ricorso all'appalto la cui base d'asta è rideterminata a partire dal costo sostenuto senza ricorso ai servizi esterni, più IVA e spese per i materiali, pari al costo collaboratore statale più 30 la circolare n. 162 dell'Ufficio scolastico regionale (USR) ha evidenziato la criticità relativa alla possibilità da parte delle autonomie scolastiche di stipulare direttamente convenzioni ai sensi dell'articolo 5, comma 1 della Legge 8 novembre 1991, n. 381 ("Disciplina delle cooperative sociali") in conformità con le soglie attualmente previste dal Codice dei Contratti vigente con Delibera di Consiglio Regionale n. 233-55520 del 23 Dicembre 2008 è stato approvato il "Piano triennale di interventi in materia di istruzione diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2009-2011", la cui scadenza è determinata al 31 dicembre 2011 l'articolo 27 della l.r. 28/2007 dispone che la Giunta Regionale, per l'attuazione degli interventi della legge medesima, presenti al Consiglio Regionale per la sua approvazione, entro mese di maggio dell'anno di scadenza del precedente piano, la proposta di piano triennale di interventi considerato che la competenza dell'attribuzione degli organici, ai sensi dell'articolo 137 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59", è propria dello Stato in quanto "Restano allo Stato, ai sensi dell'articolo 3, comma 1 lettera a), della legge 15 marzo 1997, n. 59, i compiti e le funzioni concernenti i criteri e i parametri per l'organizzazione della rete scolastica, previo parere della Conferenza unificata, le funzioni di valutazione del sistema scolastico, le funzioni relative alla determinazione e all'assegnazione delle risorse finanziarie a carico dei bilancio dello Stato e dei personale alle istituzioni scolastiche, le funzioni di cui all'articolo 138, comma 3, del presente decreto legislativo".
alle Regioni, ai sensi dell'articolo 118, comma 2 della Costituzione e dell'articolo 138 del D.lgs 112 del 31 marzo 1998 sono delegate le seguenti funzioni amministrative: la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale la programmazione, sui piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali, assicurando il coordinamento con la programmazione di cui alla lettera a) la suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa la determinazione del calendario scolastico i contributi alle scuole non statali le iniziative e le attività di promozione relative all'ambito delle funzioni conferite.
L'esercizio delle funzioni, ai sensi della legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa") deve avvenire secondo "// principio della copertura finanziaria e patrimoniale dei costi per l'esercizio delle funzioni amministrative conferite" la Regione interviene in via sussidiaria su una competenza propria dello Stato con proprie risorse pari ad Euro 12.500.000,00, attingendo a quanto stanziato sul bilancio pluriennale per l'attuazione del Piano Triennale della l.r. 28/2007, cercando di mitigare gli effetti della Riforma c.d.
Gelmini; tali risorse, ormai consolidate nel Bilancio Regionale, devono essere rese disponibili in tempo utile per l'avvio dell'anno scolastico 2011-2012, concertando con l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte l'attribuzione al fine di garantire il mantenimento delle autonomie e dei plessi attivi, come da Piano regionale del dimensionamento approvato, e la salvaguardia del tempo scuola e dell'offerta formativa su tutto il territorio piemontese l'attuale incertezza relativa agli affidamenti dei servizi di pulizia e vigilanza, tanto sul piano giuridico quanto sull'effettiva disponibilità di sufficienti risorse da parte del MIUR e della Regione Piemonte, mette a rischio la garanzia del servizio e l'occupazione per un numero stimato di lavoratori compreso tra le 400 e le 800 unità; l'Assessore all'Istruzione della Regione Piemonte, nella risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 411 del 22 marzo 2011 ha confermato la disponibilità delle risorse necessarie e l'impegno alla convocazione di un tavolo contestualmente alla definizione degli organici, per affrontare il problema, salvaguardando un'esperienza da sostenere nella sua efficienza e per la risposta occupazionale garantita a soggetti svantaggiati; la predisposizione del nuovo Piano Triennale, oltre che adempimento della l.r.
28 del 2007, è indispensabile per garantire al sistema d'istruzione piemontese certezza delle risorse e possibilità, in particolar modo per gli enti locali, di poter erogare i servizi di loro competenza, evitando ripercussioni negative sull'anno scolastico 2011-2012 la cui programmazione è ormai in fase di definizione impegna la Giunta regionale del Piemonte a garantire il mantenimento di tutte le autonomie ed i plessi attivi, come da Piano Regionale di revisione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche per l'a.s. 2011-2012, approvato con D.G.R. n. 14-1271 del 23 dicembre 2010, informando tempestivamente la competente Commissione consiliare circa l'attribuzione degli organici e le criticità eventualmente emergenti da parte dei comuni e delle istituzioni scolastiche piemontesi a sollecitare il MIUR affinché, nell'attribuzione dell'organico di fatto sia considerata la specificità della Regione Piemonte, relativamente agli obiettivi di razionalizzazione ed efficientamento del dimensionamento conseguiti negli ultimi anni ed alle peculiarità del territorio, fortemente caratterizzato da un alto numero di comuni montani e/o a marginalità socio economica a rendere immediatamente e interamente disponibili, nel quadro del programma operativo, le risorse destinate all'istruzione, con particolare riferimento a quelle dedicate all'assunzione di personale docente e ATA in tempi utili per l'avvio dell'anno scolastico 2011- 2012, coordinandone l'attribuzione in coerenza con i criteri condivisi con il MIUR, le Organizzazioni Sindacali e la Conferenza per il Diritto allo Studio e previa informativa alla Commissione Consiliare Competente ad attivarsi presso il MIUR e l'USR affinché, nel riconoscimento della specificità del Piemonte relativamente agli appalti di pulizia e sorveglianza rivolti a imprese e cooperative, siano definiti celermente e in tempo utile per l'avvio del prossimo anno scolastico il quadro delle risorse necessarie e le procedure utili a favorire il mantenimento di tale esperienza e gli attuali livelli occupazionali a dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 27 della l.r. 28/2007 avviando celermente un percorso di confronto con il sistema d'istruzione piemontese e gli enti locali in merito al quadro delle risorse e degli interventi per il prossimo triennio, garantendo così certezza delle risorse a favore delle famiglie piemontesi e stabilità ai servizi erogati dalle istituzioni scolastiche e dagli enti locali." Il Consiglio non approva.
Ricordo che il Consiglio regionale è convocato alle ore 14.30 e alle ore 16: alle ore 14.30 vi è una seduta di Consiglio straordinario, alle ore 16 una sessione ordinaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.11)



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