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Dettaglio seduta n.122 del 16/06/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 601 presentata dal Consigliere Placido, inerente a "Nuovo ospedale Amedeo di Savoia"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
601, presentata dal Consigliere Placido il 3 giugno 2011.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Approfitto del tempo a disposizione per ricordare al collega Ronzani che prima d'essere Presidente o Vicepresidente sono innanzitutto Consigliere, mantenendone i diritti e le prerogative. A me interessa che ciò rimanga agli atti ma poi glielo ripeterò, visto che fa la domanda e poi non ascolta neanche la risposta...
Vicepresidente Cavallera, intanto non posso non rimarcare l'assenza dell'Assessore che ha la delega alla sanità. Ritengo un fatto grave che, su un tema del genere, quale la non realizzazione di un ospedale, l'Assessore competente non sia in Aula a rispondere. Questo non è possibile ma, come ho già dichiarato nelle settimane scorse, se non sarà presente in Commissione i lavori della Commissione non potranno proseguire: in aula purtroppo il Regolamento è diverso. Su un tema come questo, infatti, correttezza vuole che a rispondere sia l'Assessore che detiene le deleghe. Non parliamo di una macchina a raggi x che non funziona o dell'ennesima coda in un poliambulatorio: parliamo dell'unico ospedale per malattie infettive l'"Amedeo di Savoia", che si trova nell'ASL TO2 - che tutto d'un colpo almeno stando a quello che dichiarano i giornali, risulterebbe a rischio.
Naturalmente è nato un Comitato. Nasce sempre un Comitato Vicepresidente Cavallera; lei lo sa benissimo perché ha lunga esperienza se non l'avessi detto si sarebbe fatto la domanda: "Mah, ci sarà senz'altro un Comitato". Il Comitato c'è, però stiamo parlando di malattie infettive... Prima commentavamo, scherzando, i danni che può procurare sulla vita di una persona un tranquillo pasto in una giornata straordinaria, come purtroppo avvenuto a Torino; nel senso che la persona non c'è più.
Su questo presidio ospedaliero, l'Amedeo di Savoia, da un lato si interviene per abbandono, perché non facendo la manutenzione quell'ospedale è destinato a chiudere, come succede da altre parti. Ma in questo caso sono scomparsi, con un colpo che ha del fantasmagorico - neanche Houdini sarebbe riuscito a fare altrettanto - 43 milioni d'euro, oltre i sei milioni e mezzo che la Regione aveva messo a disposizione per costruire il nuovo ospedale "Amedeo di Savoia" per malattie infettive: AIDS e altre.
Allora, Vicepresidente Cavallera, la domanda è: dove sono finiti i soldi? Non parlo tanto dei sei milioni e mezzo, perché dovrebbe essere facile affermare che quelli li abbiamo tolti per utilizzarli per altro. Le risparmio per cordialità e simpatia battute che in questo momento sarebbero molto facili: per cosa possono essere stati utilizzati o spostati sei milioni e mezzo? Mi riferisco invece ai 43 milioni e mezzo di risorse nazionali.
Voglio ricordare a lei e ai colleghi che c'è una deliberazione della Giunta regionale - quindi c'è un atto ufficiale - del 22 marzo 2010: documento ufficiale che non è stato mai smentito né annullato. Il Direttore generale pro tempore che avete messo in quell'ASL si lancia in affermazioni sulle quali discuteremo in un altro momento - su cosa può fare e cosa non può fare, su quale funzionario può intervenire e su quale altro no. Ma questi 43 milioni e mezzo d'euro dove sono finiti?



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



PLACIDO Roberto

Vorrei conoscere questo, prima ancora di sapere che fine farà l'ospedale "Amedeo di Savoia". Grazie, Presidente, e mi scuso per aver superato il tempo a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde il Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione che riguarda appunto gli interventi del nuovo ospedale "Amedeo di Savoia" si precisa quanto segue.
Il finanziamento di circa 43 milioni d'euro relativo al nuovo ospedale Amedeo di Savoia è stato iscritto nel bilancio regionale nel corso dell'esercizio finanziario 2003, sia come posta in entrata sia come posta in uscita. L'importo previsto nel capitolo di spesa non è mai stato utilizzato, sia nell'anno d'iscrizione sia negli anni successivi: arriviamo quindi fino ad oggi.
A seguito delle verifiche effettuate presso la Cassa Depositi e Prestiti, organo dell'Amministrazione centrale che dovrà disporre il pagamento, il finanziamento risulta ancora disponibile: questo per quanto riguarda l'aspetto finanziario. Pertanto saranno valutati l'utilizzo e la conseguente reiscrizione nel bilancio regionale in coerenza con la nuova programmazione regionale degli investimenti in corso di definizione.
Credo di potere aggiungere, pur non avendo io la delega di competenza che la materia delle malattie infettive era stata prima calibrata sulle dinamiche dell'AIDS di tempi precedenti, quando si pensava che ci sarebbe stata una necessità quantitativa di un certo tipo; dopo, molti ospedali conosco più direttamente altre realtà - hanno riorientato questi reparti secondo necessità di curare le patologie infettive, o di farne la prevenzione, in modo più aggiornato, anche alla luce di fatti quali quello citato dal Consigliere interrogante.
In ogni caso le risorse ci sono e si tratta di aggiornare la programmazione e vedere come utilizzarle. Naturalmente il tutto non è a totale ed univoca discrezione della Regione: c'è sempre, ovviamente, la concertazione con il tavolo nazionale a causa, se non sbaglio, del famoso articolo 20 che prevede un accordo Regione-Stato o Regione-Ministero.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 600 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Progetto di realizzazione del sistema autostradale A4 Biella-A26"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 600, presentata dal Consigliere Ronzani il 7 giugno 2011.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Presidente, ho ripresentato quest'interrogazione sul progetto della Pedemontana perché la risposta che mi era stata data dall'Assessore Bonino e mi duole che non sia presente oggi in aula - prescindeva da quanto stabilito dalle norme in vigore e dalla legge ed era, ad una successiva verifica che ho compiuto, priva di qualsiasi fondamento giuridico. Non è vero, Vicepresidente Cavallera, che non costituisce una gravissima violazione di legge il fatto che il progetto preliminare della Pedemontana sia privo del quadro economico. Ha quindi torto l'Assessore Bonino a darmi quella riposta: essa, infatti, pur ammettendo che tale documento non era allegato al progetto preliminare e che tale carenza era stata segnalata dall'Assessorato al Ministero dell'Ambiente cui compete la procedura di VIA, aveva dichiarato che non pareva vincolante o obbligatorio allegare questi elaborati. Penso che l'Assessore Bonino avesse torto - e non lo dico io, ma lo dice la legge - e quella norma lì non è interpretabile: è così punto.
In quell'occasione l'Assessore ha giustamente fatto riferimento all'articolo 165 del decreto legislativo 163 del 2006 ma, non so se per negligenza o per reticenza - negligenza o reticenza, insisto - ha omesso di ricordare che il terzo comma di quell'articolo considera essenziali i documenti del cosiddetto "allegato 21". E se si va a leggere l'allegato 21 che è parte integrante della legge - non è un optional, è una cosa obbligatoria - si vede che nell'allegato 21 è scritto che i progetti preliminari delle opere devono essere accompagnati da una serie di documenti e di elaborati, che sono le prime indicazioni dei Piani della Sicurezza, il calcolo estimativo, il capitolato speciale e il quadro economico del progetto: il quadro economico! Per questo, Vicepresidente Cavallera, la risposta dell'Assessore Bonino è priva di ogni fondamento giuridico. Non credo che la questione possa essere risolta trasmettendo, in seguito al Ministero dell'Ambiente, il documento che mancava. Il punto vero, politico, e non solo politico, ma giuridico è che l'assenza del quadro economico ha penalizzato quei soggetti che potevano o volevano presentare le osservazioni al progetto. Siccome quel progetto costa centinaia di milioni, non si può affermare che poich mancava il quadro economico è una questione da trascurare.
La conclusione è, caro Vicepresidente e spero che lei su questo punto sia chiaro, che quella procedura va interrotta, senza ombra di dubbio, e il progetto deve essere ripubblicato.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Do la risposta anche confortato da un promemoria controvistata dalla Direzione, quindi anche in persona del Direttore. Mi auguro che le considerazioni siano precise (non ho dubbi).
In merito alle problematiche sollevate, si rileva quanto segue. Come già specificato con la precedente comunicazione in risposta all'interrogazione n. 463, l'assenza degli elaborati indicati dall'interrogante, in special modo del "quadro economico", aggiornati alla proposta progettuale in questione depositata e pubblicata a gennaio 2011, è stata fatta rilevare al proponente sia dall'Amministrazione regionale tramite il responsabile del procedimento, sia soprattutto dagli uffici competenti, ovvero dal Ministero dell'Ambiente, autorità competente per il procedimento di VIA statale, stante appunto la necessità di completare la documentazione progettuale secondo quanto richiesto dalle norme che regolano la materia, in particolare del Dl.gs 163/2006 e s.m.l. e relativo allegato XXI ed in attesa di tali elaborati il progetto è a tutt'oggi aperto. Tale documentazione è necessaria ai fini dell'approvazione del progetto e del successivo finanziamento delle opere, giacché rilevante per valutare, ai sensi del disposto di legge, il costo delle opere e la sua rispondenza ai parametri di leggi, ivi compreso il limite di spessa per le eventuali misure opere e compensative dell'impatto territoriale e sociale e gli oneri di mitigazione individuati nell'ambito della procedura di VIA.
Tali valutazioni sono di competenza dell'amministrazione statale, e quindi del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture.
Ne consegue che le carenze di tali elaborati non precludeva lo svolgimento dell'iter regionale che comunque come ricordato è ancora aperto proprio in attesa di tale documentazione, ma per quanto riguarda la validità della pubblicazione, che era l'argomento sollevato con l'interrogazione n. 463 e ora ribadito, poiché come ricordato tale pubblicazione avviene ai fini della VIA oltre che dell'imposizione del vincolo preordinato all'esproprio ai sensi e per gli effetti dell'articolo 165 del D.lgs 163/2006 e s.m.l. e secondo le modalità previste dall'articolo 24 del D.lgs. 152/2006. Dovrà essere lo stesso Ministero dell'Ambiente a valutare la necessità o meno d'ulteriore pubblicazione.La questione è ancora aperta.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 603 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Urgenza degli interventi per ripristinare i danni alluvionali al territorio regionale "


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 603 presentata dal Consigliere Muliere, che ha la parola per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che parliamo di quest'argomento, oggetto anche di un'audizione in II Commissione in cui avevamo ascoltato i Sindaci e gli Assessori competenti delle Province (erano presenti anche alcuni Presidenti di Provincia). L'Assessore Cavallera e l'Assessore Ravello sono intervenuti nuovamente in II Commissione sul merito.
Sto parlando dei danni alluvionali che riguardano l'evento calamitoso dell'inizio di marzo, sono passati alcuni mesi e ci sono Sindaci e Province che aspettano riposte certe da parte della Giunta regionale.
L'Assessore Cavallera in II Commissione aveva sostenuto che i danni ammontavano, più o meno accertati, nei Comuni e nelle Province ad oltre 100 milioni di euro. Un danno pesante. Naturalmente i Comuni e le Province non sono riusciti, e non riusciranno, da soli, ad affrontare questa situazione.
Ecco perché ho ritenuto opportuno ritornare sull'argomento, sollecitare la Giunta regionale a dare risposte concrete che diano la possibilità ai Comuni e alle Province di avere, comunque, una prospettiva da questo punto di vista.
Ricordo anche che la Provincia di Alessandria aveva avanzato una richiesta, sia all'Assessore Cavallera che all'Assessore Bonino, Assessore competente in questo caso, per quanto riguarda la possibilità di utilizzare i risparmi dagli appalti, dalle gare per le grandi infrastrutture, da poter utilizzare in questa direzione, per far fronte all'emergenza che si è venuta a creare dopo l'evento calamitoso di marzo.
Gli amministratori di queste Province e di questi Comuni hanno bisogno di risposte, sapere quali intenzioni ha la Giunta anche relativamente a quello che era stato scritto nel decreto "milleproroghe". Il decreto "milleproroghe" dice che le Regioni, dove si è verificato un evento calamitoso, vi devono far fronte, con il proprio bilancio, oppure, se il proprio bilancio non lo permette, intravedere la possibilità di aumentare l'IRPEF o l'accisa sulla benzina.
Si trattava, sono qui a sollecitare, una risposta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei prima rispondere sulla questione riguardante l'utilizzo delle economie da parte degli Enti locali, da parte, ad esempio, delle Province nel caso particolare della Provincia danneggiata come quella di Alessandria.
Nel collegato, se non sbaglio, c'è un emendamento che liberalizza l'eventuale interscambio tra finalità di questi fondi. Lo verificheremo nella discussione del collegato.
chiaro, per andare alla sostanza dell'interpellanza, che tutto quello che sono gli accertamenti, l'elencazione dei danni, l'individuazione degli interventi, la predisposizione dell'ordinanza concordata con la Protezione Civile di Roma, tutti questi passaggi, noi li abbiamo fatti tutti.
Grazie anche all'impegno che il Direttore delle Opere pubbliche dottor Coccolo ha mantenuto in questi anni, in particolare, anche rapporti con la Protezione Civile, sotto questo profilo, nel momento in cui potranno essere individuate le risorse, si potrà intervenire tempestivamente.
Il cosiddetto decreto "milleproroghe" prevede, come ricordava l'interrogante, due strade: una è il reperimento delle risorse necessarie che sono ingenti, perché come minimo assommano a 100 milioni di euro; per cui non si potrà intervenire con una variazione amministrativa al bilancio ma potrà essere, semmai, oggetto di assestamento di bilancio (peraltro, è il prossimo passaggio che saremo chiamati a discutere in questo Consiglio).
L'alternativa è la leva fiscale, ma quando si parla di questo argomento si toccano dei nervi scoperti, su cui, peraltro, si dibatte a carattere generale in ordine a tante cose.
Abbiamo anche avanzato delle ipotesi a livello intermedio, che prevedono un moderato ricorso alla leva fiscale sulle accise, con un finanziamento che potrebbe essere pluriennale. A questo punto, il battente di onere nel periodo di validità di queste imposizioni sarebbe minore (potrebbe essere minimo) e, comunque, commisurato a quelle che possono essere le fluttuazioni del prezzo del carburante che si registreranno magari nell'arco di un mese, due o tre.
Ci sono, dunque, queste tre possibilità: l'assestamento di bilancio (in quell'occasione si potrà vedere già un qualche passo in avanti sotto questo profilo, ma non completamente risolutivo); la completa fiscalizzazione in tempo reale del controvalore e, quindi, l'imposizione immediata; una graduazione nel tempo di questa imposizione (ovviamente, in questo caso, è necessaria una sponda finanziaria, che potrebbe essere vista, ad esempio tramite Finpiemonte).
La presenza del Presidente a Roma questa mattina era anche finalizzata ad ottenere l'apertura di determinate "porte" o tavoli, per poter raggiungere quello che poi è il parere finale del Ministero dell'economia e delle finanze alla Protezione Civile, senza il quale l'ordinanza non verrà firmata dal Capo della Protezione Civile. Questo è il quadro della situazione.
Personalmente, conto di operare per mandare in porto le decisioni al più presto, perché mi rendo conto, essendo anch'io a diretto contatto con certe realtà locali (alessandrine, astigiane e cuneesi), che la situazione soprattutto dal lato dei dissesti idrogeologici, richiede interventi rapidi, da poter iniziare nei prossimi mesi.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 599 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Concorso interno ospedale San Giovanni Bosco di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 599, presentata dal Consigliere Segretario Ponso, che la illustra in qualità di Consigliere regionale.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Egregio Vicepresidente Cavallera, in questi giorni drammatici per la sanità piemontese desidero sottoporle la questione relativa al concorso interno svoltosi presso l'ospedale San Giovanni Bosco di Torino lo scorso 10 febbraio, che ha coinvolto 185 infermieri per una progressione di carriera.
Nell'occasione, su 185 partecipanti per 75 posti, ne sono stati ritenuti idonei solo 20, nonostante il quesito proposto ("Ruolo competenze, funzioni dell'infermiere esperto in un reparto di reumatologia con annesso ambulatorio di 10 ore settimanali") richiedesse qual è il tipo d'attività svolta dal caposala in un dato reparto, argomento che non presentava grandi difficoltà per personale che risultava avere almeno cinque anni d'esperienza di servizio. Sottolineo che il concorso non avrebbe comportato aumenti salariali, ma avrebbe permesso il riconoscimento della professionalità dimostrata dal personale.
Quello che stupisce nel concorso in oggetto è l'alto numero di esclusi dalle graduatorie; fatto che stride con l'esito di altri concorsi espletati per amministrativi, tecnici e sanitari, dove gli esclusi dalle graduatorie sono stati pochissimi. Invece nel concorso che riguardava gli infermieri sono stati esclusi quasi tutti. Con quest'interrogazione urgente sono a chiederle, Vicepresidente Cavallera, se non ritenga opportuno richiedere gli atti relativi al concorso svoltosi presso l'ospedale San Giovanni Bosco di Torino per un'ulteriore valutazione tecnica, considerando utile far ripetere la prova effettuata lo scorso 10 febbraio, impiegando una commissione tecnica qualificata e utilizzando un test a risposta multipla come previsto dall'articolo 49 DPR 220 del 2001. La ringrazio anticipatamente per la risposta che mi potrà fornire. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La situazione, sotto un certo punto di vista, risulta un pochino singolare. Posso capire anche l'incipit dell'interrogazione, quando, a fronte di più posti, le commissioni rendono idonee solamente un numero inferiore di candidati. In genere, si trovano situazioni di tipo diverso.
Questo può sembrare un caso certamente singolare.
Nello specifico, non posso che attenermi a due elementi per la risposta: il primo riguarda le considerazioni che gli uffici hanno svolto e che adesso vi leggerò; il secondo è il fatto che da quando sono in Regione non ho mai visto, qualunque fosse la Giunta, interventi per annullare, da parte della Regione, esiti di concorso e ripeterli mediante una nuova commissione. Secondo la legge, il singolo che si ritiene ingiustamente escluso o non posizionato correttamente in graduatoria, può fare ricorso al TAR o al Capo dello Stato. Vi riporto qui di seguito la risposta all'interrogazione. In merito alla selezione riferita dall'interrogante, si evidenzia l'assoluta inopportunità, nel rispetto dell'autonomia dell'ASL di un intervento dell'Amministrazione regionale volto alla ripetizione e a ulteriore valutazione tecnica della prova effettuata lo scorso febbraio "impiegando una commissione tecnica qualificata". Eventuali illegittimità ed irregolarità procedurali, in violazione di specifiche disposizioni normative previste dall'ASL in materia di concorsi, possono essere fatte valere presso le competenti sedi giurisdizionali, ovverosia al TAR, da parte dei candidati che si ritengano eventualmente pregiudicati nei propri diritti o interessi legittimi.
La risposta potrebbe sembrare sibillina, ma corrisponde alla prassi che finora è stata seguita nei rapporti tra Regione ed ASL: è un compito di totale autonomia delle ASL, che peraltro devono rispettare indirizzi criteri e autorizzazioni per coprire determinati posti. Tuttavia, il loro svolgimento, nello specifico, ricade sotto la responsabilità autonoma personale e diretta del Direttore generale e delle commissioni di concorso che tale soggetto va a nominare di volta in volta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione a risposta immediata n. 602 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Insediamento ambulatorio Emergency a Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 602, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vicepresidente Placido, oggi deve svolgere un lavoro mica da ridere! Certo, ci sono degli argomenti relativamente ai quali la discrezionalità di chicchessia può essere comprensibile se finalizzata ad un miglioramento o risparmio; poi, quando si capisce che la discrezionalità è finalizzata a qualcos'altro, direi che non va bene.
Qui, ad esempio - Presidente - parliamo dell'associazione Emergency.
Sappiamo che quest'associazione ha una valenza culturale basata su elementi di pace, solidarietà, rispetto dei diritti umani e offre cure mediche gratuite d'elevata qualità grazie all'azione di volontari, sostenitori e donatori.
Per farla breve, la Regione - quindi l'Assessorato - ha negato ad Emergency il permesso per l'apertura di un poliambulatorio.
In Italia, i casi di questo genere sono molti: in Sicilia, a Palermo nel Veneto, a Marghera.
Si tratta di un'operazione a costo zero, nell'ambito di servizi - che l'associazione offrirebbe gratuitamente - che hanno tempi d'attesa notevoli. Riguardo all'odontoiatria, ad esempio, nel poliambulatorio Toscana ci sono 221 giorni d'attesa, mentre per l'oculistica i giorni d'attesa sono 88, presso l'ospedale Oftalmico, o relativamente alle visite ORL, sempre nell'ambulatorio Toscana, che insiste sullo stesso territorio in cui si aprirebbe il poliambulatorio dell'associazione, i giorni d'attesa sono circa 84.
Tenuto conto di questi elementi, non si capisce perché si debba negare l'autorizzazione all'apertura di un poliambulatorio che non è da considerarsi un clone del Centro di Informazione Salute Immigrati (l'ISI) ma è un'opera a supporto di tutte le persone in difficoltà che vivono in quel territorio.
Non oso immaginare, non voglio immaginare, non voglio pensare e non penso che si tratti di un atteggiamento ideologico, perché questo sarebbe veramente assurdo: è come - me lo consenta - tagliarsi gli attributi per dare fastidio alla moglie! Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Faccio una premessa alla risposta che andrò a fornire.
La premessa è questa: l'associazione Emergency ha rivolto la richiesta non all'Amministrazione regionale, ma - giustamente - all'ASL competente.
Le considerazioni del collega interrogante Buquicchio sottintendevano quasi una domanda: se la Regione Piemonte fosse stata interessata e quale risposta, come Assessorato alla sanità o come Regione, avesse dato alla questione Emergency. Pertanto, se la richiesta è stata rivolta - questa è un'interpretazione del tutto personale, perché poi andrò a leggere la risposta - sappiamo cosa ha risposto l'ASL competente.
Si tratta di un'organizzazione nota, che si colloca in prima linea sui fronti caldi a livello internazionale; la conosciamo tutti, probabilmente in termini di sussidiarietà, in una programmazione che tutti auspichiamo possa trovare qualche collocazione.
Nello specifico, andiamo al ragionamento che ha fatto l'ASL TO2.
Agli atti dell'Amministrazione regionale non risulta pervenuta alcun'istanza autorizzativa all'apertura del poliambulatorio Emergency, che è stata, in effetti, presentata all'ASL TO2.
Solo in tarda mattinata - dicevano al sottoscritto - è stata acquisita la comunicazione tra l'ASL e il coordinatore del programma Italia Emergency, con la quale il Commissario Manuguerra comunica di non poter accogliere l'istanza, in quanto, al momento, la realizzazione di un altro poliambulatorio non risulta necessaria.
Presso l'ASL TO2, infatti, sono attivi già da qualche anno i Centri ISI (Informazione Salute Immigrati), ubicati in via Azuni n. 8 e Lungo Dora Savona n. 24, presso cui funzionano gli ambulatori Migrazione Salute (MISA) volti agli immigrati e tesi alla prevenzione e diagnosi delle malattie infettive.
I servizi previsti dal Progetto Emergency risultano, pertanto, già coperti da tali centri, istituiti proprio con le medesime finalità.
Questa è la situazione vista all'interno dell'ASL. Per il resto consegnerò al Capo di Gabinetto la documentazione, affinché venga fatta una riflessione e una valutazione di carattere generale.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Interrogazione a risposta immediata n. 612 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Commissariamento della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 612, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nel sottolineare il rammarico, che ho espresso anche alla Conferenza dei Capigruppo, di non poter ricevere la risposta direttamente dal Presidente Cota - interessato direttamente sia come Presidente della Giunta sia come possessore, al momento, delle deleghe alla sanità - ci accontentiamo di avere la risposta dall'Assessore Cavallera; ovviamente non è una critica nei confronti dell'Assessore, ma è proprio per quanto detto prima.
La situazione è gravissima: non è possibile pensare che il nostro Presidente venga in Aula alle 18.30, perché non può disdire degli appuntamenti precedenti (non sappiamo neanche quali), visto che l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte è stato arrestato.
Forse questo non è ben chiaro, ma, per ribadire il concetto l'Assessore alla sanità è agli arresti domiciliari, perché il Procuratore ha definito che c'era possibilità di reiterazione del reato o dei reati che sono stati commessi, essendo rimasta - l'Assessore Ferrero - Assessore senza deleghe all'interno della Giunta, quindi avrebbe ancora potuto svolgere un pesante ruolo di condizionamento nelle deliberazioni, negli atti o negli appalti.
Voglio ricordare a tutti i presenti, e anche a coloro che ci seguono on line, che la Giunta è un organo collegiale e che l'articolo 120 della Costituzione stabilisce che il Governo può sostituirsi agli organi delle Regioni, delle Città e degli altri Enti nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria, oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica - e anche questi sembrano dati da sottolineare - e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni, visto che parliamo di sanità. La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.
Cito anche l'articolo 126 della nostra bistrattata Costituzione, che recita: "Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta" - e quindi della Giunta intera - "che abbiamo compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale", ma questo è un altro punto.
Questi sono due articoli che ci permettono di chiedere, tramite l''interrogazione, al Presidente della Giunta se ritiene di prendere atto suo malgrado, di non essere stato in grado e di non essere in grado, nel prosieguo della legislatura, di garantire la legalità dell'operato della sua Giunta e dei suoi Assessori.
Per questo motivo chiedo, ex articolo 120 o 126 della Costituzione, lo scioglimento e il commissariamento della Regione Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Credo ci siano competenze personali del Presidente che non possono essere surrogate, come l'indirizzo politico dell'amministrazione, il coordinamento degli Assessori e la valutazione complessiva dello stato dell'arte, per trarne le dovute conseguenze.
Oggi, alle ore 18.30 verrà in Aula il Presidente e le sue comunicazioni saranno pertinenti alla materia dell'interrogazione a risposta immediata.
A titolo personale, ritengo che il Presidente non possa comunque promuovere lui il commissariamento della Regione. Mi sembra che la legge consenta al Presidente un altro tipo di atto, che è quello di dimettersi ma le iniziative per violazione di legge o per atti contrari alla Costituzione competono ad altre autorità, che eventualmente le possono anche promuovere.
Anche da un punto di vista tecnico, quindi, è sempre bene parlare delle cose di cui si ritiene di parlare, tanto più in un consesso democratico, ma ritengo che non sia ci siano le condizioni che la lunga premessa dell'interpellanza voleva mettere in risalto.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 610 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Falda acquifera nel quartiere Falchera: Tavolo tecnico"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 610 presentata dal Consigliere Stara, che ha la parola per l'illustrazione.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
C'è una parte della zona nord di Torino che si trova puntualmente a dover fronteggiare l'emergenza legata all'innalzamento della falda, che negli ultimi quattro anni ha presentato punte di acutizzazione sempre più evidenti.
I residenti lamentano continui disagi per l'allagamento di cantine garage, magazzini, locali ascensori, locali caldaie e alloggi, e recentemente i problemi si sono estesi anche alla borgata Villaretto, oltre che al vecchio centro Falchera.
Per fronteggiare il fenomeno, nei mesi scorsi gli Assessorati regionali ai Trasporti e all'Ambiente hanno istituito un Tavolo tecnico e si erano posti i seguenti obiettivi: la definizione degli interventi da realizzare sia nel breve termine, al fine di dare risposta alle problematiche lamentate dagli abitanti del quartiere, sia nel medio termine, al fine di mettere in atto un insieme di opere volte a prevenire il ripetersi periodico dei fenomeni, anche in funzione dell'evoluzione del sistema idrogeologico dell'area, ed anche il reperimento di risorse finanziare necessarie, sia nella fase di emergenza sia in quelle molto più cospicue nella fase risolutiva del problema più ampio.
In particolare, l'Assessore Bonino, in un incontro della II Commissione svoltasi all'inizio della vicenda, dopo il coinvolgimento e la presa in incarico da parte della Regione, da parte dello stesso Assessore direttamente in piazza Falchera, in un locale nei pressi di piazza Falchera, rassicurò i presenti e il Comitato Falchera che la Regione e il suo Assessorato si sarebbero occupati della vicenda, promuovendo incontri con altri Enti istituzionali coinvolti, ma soprattutto in prima persona come Regione, investendo le risorse economiche necessarie.
Considerato che dopo i numerosi incontri che dovevano portare alla definizione degli interventi e delle risorse necessarie, ad oggi non si è ancora potuto intervenire in modo rapido e prioritario rispetto alle criticità emergenziali in atto, per il mancato coordinamento di tutti i soggetti pubblici interessati, ma soprattutto risulta interessante verificare come gli Assessorati ai Trasporti e all'Ambiente regionale, che si sono presi l'impegno di coordinare il Tavolo tecnico per il tempestivo raggiungimento dell'obiettivo, anziché fornire le necessarie risorse economiche per l'avvio degli interventi, di fatto hanno ribaltato su altri soggetti istituzionali la maggioranza delle risorse occorrenti (Comune di Torino 30 mila euro, GTT 30 mila euro, INFRA.TO 30 mila euro, RFI 30 mila euro e Provincia di Torino 30 mila euro) la maggior parte degli oneri necessari per affrontare l'emergenza, fornendo la disponibilità, come Regione, l'esigua somma di euro 30 mila, a fronte di un impegno complessivo necessario di euro 180 mila.
Assessore, le ricordo che, di fatto, su 180 mila necessari, la Regione che ha preso la palla in prima persona e ha deciso di risolvere finalmente la questione, alla fine, come si suol dire, l'elefante ha partorito il topolino: di fatto ha chiesto al Comune di Torino 30 mila euro; a INFRA.TO (che le ricordo, Assessore, essere una società di proprietà della città di Torino) 30 mila euro e a GTT, Trasporti Torinesi, altra società del Comune di Torino, altri 30 mila euro.
Le chiedo, quindi, di conoscere quali interventi s'intendono porre in essere, da parte della Regione Piemonte, per arginare l'emergenza in atto nella zona Falchera-Villaretto e, in particolare, quali e quante risorse intende investire la Regione per gestire almeno la fase d'emergenza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Regione, su impulso e col sostegno degli Assessorati ai Trasporti e Infrastrutture ed all'Ambiente, ha avviato un percorso che punta ad unire i soggetti interessati e competenti sulla vicenda, al fine di trovare delle soluzioni, anche attraverso la stesura di un Protocollo d'Intesa e con la conseguente assunzione di responsabilità attraverso chiari impegni economici.
Diciamo che l'"unione fa la forza", anche perché si tratta del Comune di Torino.
Quali interventi s'intendono porre in essere per arginare l'emergenza in atto nella zona Falchera? Gli interventi che il Tavolo tecnico ha individuato al fine di superare la criticità dell'area Falchera sono indicati nella proposta di Protocollo d'Intesa in bozza parzialmente condivisa tra gli Enti.
Gli interventi individuati dalla Bozza di Protocollo d'Intesa sono: parte di studio e parte di realizzazione.
In particolare, gli argomenti dello studio sono: studio idrogeologico modellazione della falda; rilievo topografico; definizione progettuale degli interventi per l'area Falchera, in cui si riscontrano con cadenza annuale allagamenti di locali sotterranei, principalmente in occasione dei picchi piezometrici estivi, attraverso la realizzazione di un progetto esecutivo riguardante sia i pozzi sia le opere civili d'adduzione delle acque ai ricettori finali, fondamentale per la messa in sicurezza dell'area Falchera.
In particolare, gli argomenti delle realizzazioni riguardano: la realizzazione degli interventi individuati (perforazione di almeno due pozzi) e la gestione di tali interventi.
La proposta di Protocollo d'Intesa prevede una ripartizione degli interventi di questo tipo: al Tavolo tecnico, con il coordinamento della Regione Piemonte, disponibilità dei dati, condivisione dell'obiettivo progettuale; disponibilità della Stazione appaltante (in questo caso è individuata in SCR); disponibilità finanziaria; organizzazione progettuale affidamento incarico dello studio, delle indagini dirette ad esso funzionali e monitoraggio; sintesi tecnica dei risultati.
Alla Città di Torino competerebbe l'organizzazione progettazione ed esecuzione interventi; affidamento ed esecuzione interventi di opere civili, espropri impianti, ecc. e affidamento gestione ed esercizi dell'impianto, nell'ambito di quelle che sono le competenze di ciclo delle acque che fanno comunque capo alla Città di Torino.
Quali e quante risorse intende investire la Regione per gestire la fase di emergenza? Per quanto riguarda la fase economica, la proposta di Protocollo d'intesa prevede un cofinanziamento tra gli Enti al fine di raggiungere la quota utile di 180.000 euro.
A tal proposito, la Regione ha comunicato già in data 11/03/2011 attraverso gli Assessori Bonino e Ravello la disponibilità di impegnare 30.000 euro.
Al fine di raggiungere celermente il risultato atteso, sono stati inoltrati i solleciti necessari per ottenere le osservazioni in merito alla proposta di Protocollo d'intesa in ordine alla realizzazione di uno studio idrogeologico con modellazione della falda su area vasta e definizione progettuale di interventi per l'area di Falchera.
Arpa Piemonte ha comunicato, in data 23/03/2011, di confermare la piena disponibilità a fornire il proprio contributo al tavolo tecnico.
RFI - Gruppo Ferrovie dello Stato ha comunicato, in data 6/04/2011, la condivisione con il coordinamento tecnico di tutte le informazioni disponibili e la partecipazione al Tavolo tecnico, ma ritiene che gli oneri non possono essere posti a carico della società ferroviaria.
INFRA.TO ha comunicato, in data 7/04/2011, l'adesione al Tavolo tecnico e, per quanto riguarda il contributo economico, ribadisce la disponibilità ad intervenire nella quota parte che risulterà dalla sottoscrizione del Protocollo di tutti gli Enti coinvolti.
GTT - Gruppo Torinese Trasporti ha comunicato, in data 18/04/2011, di aver già corrisposto un importante contributo allo studio idrogeologico avendo realizzato al riguardo una rete di monitoraggio della falda.
Città di Torino ha comunicato, in data 9/05/2011, di confermare l'impegno fin qui profuso anche da GTT nell'attività di raccolta dati e indagini sul campo; in questo momento di transizione con la nuova Amministrazione che si è insediata in questi giorni, si conferma la disponibilità a contribuire con la somma di 10.000 euro alla fase iniziale di studio.
Attualmente si attende risposta da parte della Provincia di Torino.
Il commento personale è che, essendo tanti gli Enti interessati comunque alla fine una soluzione si trova. È chiaro che da parte della Regione può sembrare una cifra non risolutiva, ma cominciamo a mettere in campo le strutture tecniche, le competenze che abbiamo, le banche dati l'ARPA e una serie di risorse e poi credo che si possano incitare gli Assessorati competenti ad andare avanti. Penso che anche l'Amministrazione di Torino, ovviamente nell'ambito delle sue scelte e dei suoi programmi possa trovare spazio e risorse per arrivare a una definizione della vicenda; inoltre, anche la Provincia, con l'ATO, ha determinate competenze.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 604 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "RSA via Plava e via Farinelli - Disimpegno doveri di assistenza"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 604, presentata dalla Consigliera Artesio.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'interrogazione a risposta immediata è stata presentata dopo aver ricevuto dai familiari di alcuni ricoverati questo tipo di segnalazioni.
Sembrerebbe che nella condizione di residenzialità assistita - quindi parlo di una situazione di ricovero permanente, non parlo del nucleo delle dimissioni protette - non verrebbero più garantite ai pazienti le dotazioni legate a inconvenienti di carattere temporaneo, quelle non connesse al protocollo clinico, che però possono essere molto frequenti nella tipologia di pazienti ad alta complessità. Penso, ad esempio, ai farmaci analgesici che possono non appartenere al protocollo terapeutico, ma essere necessari su particolari condizioni critiche.
Sembrerebbe anche che, per alcuni aspetti del protocollo terapeutico siano incaricati i familiari di provvedere all'acquisizione dei farmaci ovviamente secondo le casistiche di ciascuno di quei farmaci (quelli esenti per malattia cronica piuttosto che per altri livelli di reddito), in quanto le strutture non sarebbero più in grado, in tempi certi, di provvedervi adeguatamente.
Quando ho ricevuto questo tipo di comunicazione, oltre evidentemente chiederne conferma poiché non ho potuto verificare in prima persona, mi sono interrogata se non fosse l'applicazione di una previsione del piano di rientro, perché il piano di rientro regionale, per le persone ospedalizzate e in modo particolare per le persone ospedalizzate che subiscono le conseguenze di una malattia cronica e quindi in modo continuativo assumono farmaci derivanti da quei protocolli, viene previsto che siano impegnati i degenti a provvedere almeno per dieci giorni autonomamente a quel tipo di presidi farmacologici, mentre quelli connessi alla ragione del ricovero vengono prodotti dall'azienda ospedaliera. Ma anche questa fattispecie, che risulta indicata nel piano di rientro - ma non ho visto delibere applicative - non riguarderebbe ospiti di RSA.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La risposta ha una premessa e due considerazioni.
La premessa fa riferimento all'assistenza farmaceutica erogata a utenti ricoverati presso RSA, che è normata dall'Allegato 1, punto B, della delibera di Giunta regionale n. 17-15226 del 30/03/2005, in cui è stabilito quanto segue: "L'ASL garantisce direttamente... la fornitura diretta dei farmaci per gli ospiti inseriti nelle strutture socio-sanitarie a gestione diretta o accreditate, sulla base di quanto previsto nel rispettivo Prontuario Terapeutico Aziendale (PTA), il quale deve essere adeguato alle necessità e bisogni specifici dell'assistenza farmaceutica nelle strutture residenziali".
Similmente la delibera di Giunta regionale n. 39-9365 dell'1/08/2008 all'Allegato 1, punto 1.F, ribadisce che "sulla base del principio sancito dalla DGR n. 17-15226/2005, All. 1, punto B, le tipologie di farmaci di fascia C ricompresi nel prontuario terapeutico aziendale (PTA) e destinati agli anziani non autosufficienti assistiti in regime domiciliare/residenziale, sono erogati direttamente dall'ASL e non sono soggetti a rimborso a carico dell'utente".
Da informazioni assunte presso l'ASL TO1 risulta che la stessa da tempo gestisce la fornitura diretta dei farmaci per gli ospiti delle RSA di via Plava e via Farinelli in maniera soddisfacente per gli ospiti attraverso il Servizio Farmaceutico aziendale.
Risulta inoltre che effettivamente nei primi mesi dell'anno 2011 problematiche interne al Servizio Farmaceutico dell'ASL TO1 non hanno consentito il completo svolgimento del servizio di distribuzione farmaci presso le residenze per anziani a gestione diretta, creando dei disservizi che la Direzione aziendale sta risolvendo per raggiungere al più presto il ripristino del normale servizio di distribuzione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 611 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Futuro della Bracco S.p.A. in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora a trattare l'ultima interrogazione a risposta immediata la n. 611, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
In questa interrogazione a risposta immediata abbiamo voluto porre un tema che riteniamo importante e che si colloca anche in quelle che sono le linee generali che la Regione Piemonte intende seguire in relazione alle questioni legate ai parchi scientifici.
In particolare, abbiamo una situazione che sta diventando preoccupante: quella relativa al gruppo Bracco, che è nato nel 1927 ed è una consolidata realtà nazionale ed internazionale nel settore farmaceutico e dei servizi per la salute.
Vogliamo ricordare che i lavoratori di quest'azienda sono oltre 2.700 con figure professionali di alta specializzazione e anche con un'età media molto bassa.
In particolare, a Ivrea vi sono circa 120 dipendenti e abbiamo una situazione per cui nello specifico il Bioindustry Park del Canavese (Parco scientifico ad orientamento bioindustriale e biotecnologico), che è stato voluto fortemente dalla Regione nel 1998, è un parco fortemente connesso con la realtà aziendale della Bracco.
Abbiamo una situazione nella quale la Regione sembrava impegnarsi a sostegno di questo parco, non si è però compreso con quali modalità voglia effettivamente sostenerlo.
Da mesi le organizzazioni sindacali hanno chiesto la costituzione di un tavolo per comprendere gli intendimenti della Regione e l'unico atto cui possiamo fare riferimento è quello che vede la convocazione dei sindacati delle RSU del 22 marzo 2011.
In particolare, in quella convocazione la Regione ha confermato l'annullamento dell'investimento previsto, sostituendolo con generici impegni sull'attuale sito produttivo e di ricerca.
A questo punto non sappiamo quali saranno effettivamente i passi successivi. Sappiamo che dei circa centoventi dipendenti, ventidue hanno un contratto in scadenza e, in particolare, tre contratti che non sono rinnovati e diciotto sospesi e rinnovati per soli diciotto mesi.
Questo primo elemento ci fa fortemente preoccupare, perché abbiamo paura che la Bracco decida di portare i propri investimenti in altre realtà, purtroppo nella vicina Milano o addirittura al di fuori dell'Italia.
Quindi, crediamo che un'attenzione particolare da parte della Regione ed una chiarezza sui propri intendimenti potrebbe fare decidere l'azienda in un'altra direzione e certamente avere una realtà importante per il nostro territorio anche dal punto di vista delle competenze, che sarebbe un peccato venissero perse.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

La società Bracco è insediata nel Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A., fin dal 2001.
Il primo insediamento è costituito da un impianto pilota farmaceutico per le prove di stabilità di nuove formulazioni.
Il secondo, del 2003, è un impianto pilota chimico per la produzione sperimentale di materia prima; il terzo, del 2007, riguarda il centro di ricerca trasferito dall'area milanese, mentre il quarto, del 2008, è una linea di produzione di siringhe e flaconi preriempiti.
La Bracco occupa complessivamente nel parco 115 addetti. I primi tre insediamenti riguardano il settore della ricerca e sviluppo con un'occupazione di circa 100 addetti, mentre la linea produttiva occupa 15 addetti.
L'intera occupazione del parco è di 360 addetti e nel comprensorio con circa 600. È indubbio che per il Bioindustry Park la presenza Bracco è importante, ma è altrettanto evidente che la dirigenza del parco è attiva nel promuovere nuovi investimenti per insediamenti di realtà innovative nel settore delle scienze della vita in cui è specializzato.
Ciò significa che le prospettive di sviluppo sono coerenti con il consolidamento nella crescita di realtà insediate.
Per le informazioni che riceviamo dalla società, non abbiamo preoccupazioni riguardanti il mantenimento degli insediamenti e la relativa occupazione di Bracco a Collaretto Giocosa. La decisione di allocare la produzione in Germania, così come è stato motivato, riguarda sostanzialmente la capacità produttiva immediata con impianti già in funzione, soprattutto già rispondenti alle condizioni cui devono essere sottoposti i prodotti per l'immissione sul mercato.
La Direzione regionale Attività Produttive competente in materia già persegue in collaborazione con la Direzione del Parco il rafforzamento delle strutture e delle presenze produttive del parco stesso. Sotto quest'aspetto si sottolinea, anche in considerazione della rilevanza della Bracco, l'importanza di un'azione di tutte le parti interessate, anche attraverso la costituzione di un tavolo di confronto per l'attrazione nella nostra Regione degli investimenti in settori innovativi, quali il farmaceutico.
Quindi, sotto questo profilo credo che come conseguenza non ci sia altro da fare che attivare questo tavolo nell'immediato.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.37 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Burzi, Cattaneo, Costa Raffaele, Cota, Giordano e Leo.


Argomento: Trasporti aerei

Esame ordine del giorno n. 380 presentato dai Consiglieri Ponso, Motta Angela e Laus, inerente a "Aeroporto di Cuneo-Levaldigi"


PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che nella seduta di stamattina è stata approvata l'inversione di punti all'o.d.g.: il punto 11) all'o.d.g. è stato inserito dopo il punto 3) - dopo la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 380, di cui al punto 4) all'o.d.g. presentato dai Consiglieri Ponso, Motta Angela e Laus, inerente a "Aeroporto di Cuneo-Levaldigi" Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso per l'illustrazione in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Ringrazio i colleghi di avere dato l'opportunità di dibattere oggi quest'ordine del giorno, perché lo ritengo urgente per il nostro territorio, in particolare per la provincia di Cuneo.
Quest'ordine del giorno vuole invitare la Giunta regionale a farsi promotrice d'ogni iniziativa utile a garantire l'operatività dell'aeroporto Cuneo-Levaldigi, salvaguardandone gli investimenti effettuati nel corso di questi anni dalla stessa Regione, dalla Provincia di Cuneo, dalla Camera di Commercio di Cuneo e dalle Amministrazioni comunali della Granda entrate nella società di gestione dello scalo cuneese.
In particolare, vorrei chiedere con quest'ordine del giorno che la Giunta solleciti il Ministero dell'Economia e delle Finanze ad espletare gli adempimenti volti a formalizzare la concessione ventennale alla società di gestione dell'aeroporto Cuneo-Levaldigi.
In questi giorni gli azionisti della società di gestione hanno approvato il bilancio 2010, dove, a fronte di una perdita d'esercizio di 1,7 milioni d'euro, si è però registrato un ulteriore aumento dei passeggeri che ha portato l'aeroporto Olimpica di Cuneo Levaldigi al trentaduesimo posto nella graduatoria degli scali italiani con un totale di passeggeri trasportati pari a 180 mila 667 unità.
Anche in sede d'approvazione di bilancio è stato ribadito che due sono le soluzioni praticabili per garantire il futuro di questa struttura; l'una è la creazione di un sistema aeroportuale regionale integrato con Caselle senza diventarne una costola subordinata, oppure il reperimento di partner privati che investano in tale aeroporto.
La Regione Piemonte, azionista del 15,5% di Levaldigi, ha ribadito di voler addivenire ad un sistema aeroportuale piemontese integrato che preveda anche una sinergia tra lo scalo di Torino Caselle e quello di Cuneo Levaldigi.
I privati invece si sono interessati a questa struttura come espresso ad esempio, da esponenti del Gruppo Gavio, ma solo se sussisterà la garanzia della concessione, quella ventennale che è stata bloccata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze con la motivazione che la maggior perdita registrata nel 2009, sommata ai volumi di traffico registrati quell'anno, renderebbe necessario il ricorso a risorse pubbliche, la cui erogazione è preclusa dall'articolo 6, comma 19, DL 78/ 2010, che vieta infatti, alle Amministrazioni pubbliche di sottoscrivere aumenti di capitale e di effettuare trasferimenti straordinari nelle società pubbliche partecipate e non quotate nei casi in cui esse abbiano subito perdite per tre esercizi consecutivi o utilizzato riserve disponibili per ripianare perdite infrannuali, che è la situazione nella quale versa la società di gestione dell'aeroporto Cuneo Levaldigi.
Tuttavia, in seguito all'approvazione del bilancio, la Provincia di Cuneo si è detta disponibile a garantire la continuità aziendale, mentre la Camera di Commercio di Cuneo ha deliberato un intervento di 350 mila euro per l'ecomarketing, riconoscendo il trend positivo dell'aumento dei passeggeri e l'importanza che l'aeroporto di Cuneo Levaldigi ha per il territorio.
Inoltre, vorrei sottolineare che il nuovo piano industriale della società di gestione dell'aeroporto, riferito al periodo 2011-2013, oltre al raggiungimento dell'obiettivo dell'incremento del flusso dei passeggeri prevede il definitivo superamento delle criticità gestionali.
Credo che anche la Regione debba fare la sua parte non limitandosi a dichiarazioni di intenti, come quella di operare a favore della creazione di un sistema aeroportuale piemontese integrato, ma intervenendo direttamente presso il Governo, come nel caso specifico di Levaldigi, per ottenere il rilascio della concessione ventennale necessario all'operatività della società di gestione e in vista di un allargamento della componente societaria con l'auspicato ingresso dei privati nella stessa società di gestione.
Ribadisco perciò che la richiesta che la Giunta si faccia promotrice di ogni iniziativa necessaria a garantire l'operatività dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi, salvaguardando gli investimenti effettuati nel corso di questi anni dalla stessa Regione, dalla Provincia di Cuneo, dalla Camera di Commercio di Cuneo e dalle Amministrazioni comunali della "Granda". Come primo intervento chiediamo il sollecito al ministro Tremonti affinch formalizzi la concessione ventennale alla società di gestione dell'aeroporto Cuneo Levaldigi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ho firmato quest'ordine del giorno per tutte le motivazioni che sono state illustrate molto chiaramente nel testo e aderisco totalmente a quanto detto dal collega Ponso nella sua illustrazione.
Sottolineo che l'inadempienza del Ministero all'Economia aggrava la situazione, tenendo conto che l'aeroporto di Levaldigi fino a poco tempo fa era costretto a pagare i vigili del fuoco ed ora continua a pagare il personale ENAC della torre di controllo.
un primato nazionale? Credo di sì, perché siamo l'unico aeroporto che paga il personale dell'Ente di aviazione civile.
Più volte in Aula abbiamo sentito da parte dell'Assessore Bonino esprimere la volontà di costruire un sistema aeroportuale regionale sul modello di altri importanti regioni del Nord. Conosco il suo impegno, la sua determinazione. Perciò confido che nel prossimo futuro si possa concretamente valutare il piano integrato del trasporto aereo.
Questo lo si potrà fare soltanto se l'aeroporto di Levaldigi verrà trattato come tutti gli altri aeroporti, ottenendo ciò che ad esso spetta cioè grandi investimenti, a maggior ragione dopo i grandi sforzi da parte del territorio costituito da tanti Comuni (come le "Sette Sorelle" e a tanti altri comuni limitrofi) e dalla Provincia.
Pertanto, chiedo che anche il Consiglio e la Giunta possano farsi da tramite a livello nazionale, facendo così la loro parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Intervengo per annunciare che voterò volentieri l'ordine del giorno proposto dal Consigliere Ponso, perché credo possa essere uno stimolo importante nel merito. Non è accettabile il fatto che ormai da mesi giaccia sulla scrivania del Ministro la pratica inerente alla concessione ENAC all'aeroporto di Cuneo e che questa non sia firmata e mandata avanti, pur avendone tutti i requisiti.
Questo fatto, oltre a tutta una serie di questioni di strutturazione delle risposte al traffico aereo, crea problemi all'aeroporto di Cuneo.
Sicuramente, i richiami di questo documento sono orientati alla necessità di una visione integrata del sistema aeroportuale piemontese. Credo siano indicazioni importanti.
Già negli anni passati avevamo fortemente sostenuto questo tipo di orientamento. Credo che ai cittadini della nostra Regione e, in particolare, a quelli del sud Piemonte (soprattutto adesso che ci avviamo verso il completamento di un sistema autostradale che collegherà tutto il sud Piemonte) interessi avere un aeroporto efficiente con i collegamenti funzionali che favoriscano la mobilità in modo integrato con gli altri aeroporti della nostra Regione.
Credo che questa sia una precisa responsabilità della Regione soprattutto nel momento in cui anche il territorio è pienamente consapevole di questo tipo di necessità.
Il numero dei passeggeri di Cuneo in questi anni è significativamente cresciuto. Nell'ultima relazione, nella quale è stato fatto il punto sul sistema del trasporto aereo, il Presidente dell'aeroporto di Cuneo ha avuto modo di affermare che l'obiettivo strategico è di arrivare a 400 mila passeggera l'anno. Questo è un dato importante, che rappresenterà una risposta importante ai bisogni di mobilità del territorio.
Quindi credo veramente che questo ordine del giorno vada approvato perché dà un segnale importante da parte della nostra Regione al Governo affinché non ritardi ulteriormente la firma di questo importante strumento fondamentale sia per le compatibilità economiche sia per disegnare una prospettiva a questo importante aeroporto e al futuro del nostro sistema aeroportuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Vorrei esprimere alcune riflessioni su questo ordine del giorno presentato sull'aeroporto di Cuneo Levaldigi.
Molti interventi di questo tipo sono sempre graditi quando proposti da un collega, a patto che, proprio per l'importanza che rivestono e la ricaduta sull'intero territorio, sarebbe più opportuno che fossero coinvolti altri Consiglieri regionali che vivono i problemi di quel territorio. Senza nulla togliere che poi lo stesso Consigliere regionale che ha proposto quell'ordine del giorno è libero di - permettetemi di dire venderlo all'esterno come meglio crede.
Immagino comunque che, su temi importanti come questi, la sensibilità dovrebbe portarci ad un'unitarietà e alla convinzione che bisognerebbe lavorare insieme, perché soltanto facendo squadra o lobby (come viene definita comunemente da alcuni ex colleghi di questo Consiglio regionale) si raggiungono dei risultati. Infatti, quando la lobby cuneese agisce unita riesce sempre, o quasi sempre, a ottenere risultati importanti.
Ovviamente, a seguito di questa considerazione, so che la Giunta regionale su questo tema si è già impegnata, a seguito di una riunione dove si è messa a disposizione, dando addirittura anche l'eventuale disponibilità di affrontare il tema nella Commissione specifica competente.
Permettetemi poi di dire - e ne sono convinto - che, se la Giunta dà la disponibilità, non vedo perché debba essere un ordine del giorno ad invitare a contattare il Ministero affinché le cose si sblocchino o non si sblocchino, si faccia o si disfi, quando la stessa Giunta ha ovviamente rapporti diretti che sono di interesse quanto agli obiettivi che un'Amministrazione regionale certamente si dà. E così ha fatto sull'aeroporto di Cuneo Levaldigi. Infatti, ha già convocato una riunione chiedendo anche la disponibilità da parte degli altri Enti e di tutti coloro i quali hanno le quote azionarie per verificare quali siano le reali intenzioni di tutti; e quindi accertarsi se sulla barca - o meglio sull'aereo - ci andiamo tutti o se qualcuno si sfila.
Allora, prima di votare un ordine del giorno, preferirei allinearmi alla Giunta e darle ovviamente mandato. Con il mio intervento chiedo un approfondimento in Commissione, affinché la Giunta ci venga a dire qual è la sua posizione, ma rispetto alla questione che riguarda il Ministero credo che questo problema sia già sul tavolo. Sono quindi assolutamente convinto che chi ha la competenza propria a livello politico e istituzionale sia nelle condizioni - non perché spinto da un ordine del giorno - di affrontare il problema, altrimenti la Giunta non sarebbe già intervenuta nel merito della questione; o meglio, sarebbe rimasta ferma al palo - cosa che invece non è successa - e allora un ordine del giorno l'avrebbe spinta a muoversi, ma ora mi sembra anche un po' pretestuoso.
Per questa ragione non mi sento di votare quest'ordine del giorno convinto che la Giunta mi possa garantire l'impegno per andare in questa direzione perché, nello specifico, so che ha già affrontato il tema attraverso canali istituzionali precisi. Allora non credo che quest'ordine del giorno possa rafforzarli nell'andare in questa direzione, quand'è già un loro obiettivo capire come muoversi, appunto, sull'intera vicenda dell'aeroporto, che è molto più complessa. Non sono solo i fondi che bisogna sbloccare - e mi avvio alla conclusione - ma è il problema del sistema aeroportuale piemontese che bisogna affrontare. Se, infatti crediamo noi, Consiglieri regionali di Cuneo, che l'Aeroporto di Cuneo Levaldigi possa vivere da solo, basta andare a vedere i bilanci per capire se questo corrisponde alla verità o se, forse, bisognerebbe continuare a ragionare, come abbiamo fatto in tutti questi anni, su un'unificazione tra Caselle e Cuneo, che so essere molto difficile e complicata, ma che sarebbe l'unica occasione per garantire anche a Cuneo una naturale sopravvivenza ed un buon funzionamento.
Per le motivazioni che ho sostenuto, quindi, ovviamente dando la massima valorizzazione alla questione - questo dev'essere chiaro, a scanso di ogni equivoco - voterò contro l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Dopo quest'intervento che si potrebbe quasi definire "storico", ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, tutti questi commenti...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Non pensavo di intervenire su questo argomento proposto dal collega del Gruppo dell'Italia dei Valori Tullio Ponso, ma prendo lo spunto da alcuni elementi che il collega Toselli ha ritenuto di dover esporre.
Consigliere, la invito a rivedere un po' le sue conclusioni e la sua posizione, e le spiego il perché. Vede, quando si pone un problema soprattutto se è un problema circoscritto e relativo ad una provincia o ad un territorio, più o meno vasto come quello in oggetto - è ovvio che l'interesse sia generale, e un po' di tutti i Consiglieri, in modo trasversale; soprattutto in questo caso l'argomento non può che essere trasversale. È anche vero che quando si fa un'interrogazione, si presenta una mozione o un ordine del giorno, c'è un primo firmatario e poi ce ne sono altri; a meno che non sia un'iniziativa dei Capigruppo o dell'Ufficio di Presidenza ma allora, a quel punto, i Consiglieri che non sono Capigruppo si vedrebbero espropriati di un minimo di legittimo desiderio non velleità - di visibilità sul territorio.
Questa visibilità sul territorio, però non dev'essere intesa come una visibilità "contro" qualcuno, quindi nessuno può impedirle - anzi, io la sollecito - di aderire; e siccome conosco il Consigliere Ponso, che è persona squisita sotto qualsiasi aspetto, so che accoglierà sicuramente quest'ipotesi che mi sento di rappresentare e cioè che quest'iniziativa che mi sembra utile alla collettività di Cuneo, non abbia il cappello del Consigliere Ponso. Metteteci tutti il cappello che ritenete: non si deve intendere questo documento come qualcosa contro la Giunta, ma come una cosa che parte da tutti i Consiglieri in modo spontaneo, affinché la Giunta che sta operando bene in quell'ambito - possa farlo ancora meglio e si possa attivare ancor di più.
Oggi vi invito a venire fuori dall'imbarazzo di dover votare contro un'iniziativa che è di interesse collettivo. Al limite, allora, se il Presidente lo ritiene opportuno, si sospenda un attimo - anche solo due minuti - e si trovi un accordo, anche in termini di modifica, in modo da concordare una sottoscrizione. Se però l'obiettivo è sincero e non strumentale, penso che sia un bene che lo si raggiunga tutti insieme.
L'iniziativa non è "contro" qualcuno, non è un ordine del giorno da leggersi contro la Giunta ma è solo nell'interesse della collettività, a cui sicuramente la Giunta tiene quanto tutti i Consiglieri. Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gregorio; ne ha facoltà.



GREGORIO Federico

Grazie, Presidente.
Mi inserisco nella lista dei richiamati dal collega Buquicchio perch ciò che vorrei dire lo ha anticipato perfettamente il Consigliere Toselli.
Affinché questo ordine del giorno, pur comprendendone il contenuto, non venga visto in maniera strumentale - e sempre per quel richiamo che caratterizza un po' noi cuneesi a "fare sistema" per ciò che riguarda le problematiche del territorio, senza quindi guardare i colori politici vorrei che argomentazioni così importanti fossero discusse almeno con la totalità dei Consiglieri del territorio; sempre per andare incontro alla strategia e alla funzionalità del sistema aeroportuale piemontese e in particolare dell'Aeroporto di Cuneo.
Condivido quindi l'intervento del Consigliere Toselli e chiederei che questo ordine del giorno venisse discusso in Commissione, anche alla luce del fatto che la Giunta regionale ha già avviato contatti con l'Aeroporto di Cuneo Levaldigi e non solo con l'Aeroporto, ma con gli stessi Enti territoriali, Camera di Commercio e Soci che fan parte del sistema aeroportuale cuneese. Chiedo, anche per una sorta di correttezza e per non strumentalizzare questa proposta, che venga appunto riconsiderata e approfondita in Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Saranno i miei trascorsi di studi in costruzioni aeronautiche che mi rendono particolarmente attento quando si parla di aeroporti.
Sollevo un problema, rivolgendomi principalmente ai Consiglieri della maggioranza, anche se riguarda tutti. Ho letto con grand'attenzione uno studio presentato dal Ministro Tremonti quando è intervenuto sul problema degli aeroporti nazionali. Il Ministro ha fatto un elenco molto chiaro sugli aeroporti che devono vivere, che hanno ragione di esistere e su quelli che, invece, non hanno ragione di esistere.
Sull'aeroporto di Levaldigi, in questi dieci anni, che io ricordi, sono state investite risorse straordinarie da parte della Regione, della Provincia di Cuneo, della Camera del Commercio di Cuneo e, non vorrei sbagliare, anche di alcuni istituti bancari.
Se ha ragione il Ministro Tremonti, per cui è giusto lo studio fatto che stabilisce che Caselle non è un aeroporto internazionale - dico Caselle, ma vale anche per altri aeroporti simili, gli aeroporti internazionali in Italia dovrebbe essere uno solo o Roma o Milano, la maggioranza, per essere coerente e se passa la politica del rigore dovrebbe votare contro questo ordine del giorno.
Contrariamente, farei fatica a capire un Ministro che in questo momento ha una grande responsabilità - drammatica sotto l'aspetto finanziario ed economico - che sostiene la politica del rigore. In termini di principio condivido perfettamente, bisognerebbe applicarla anche nella nostra Regione, anche se all'interno del rigore ci sono scelte e scelte. Non è che mancano le risorse, ce ne sono poche, ma si tratta di capire per cosa si utilizzano. Se è valido quello studio che stilava una classifica degli aeroporti che vanno salvati, quelli che vanno potenziati e quelli che vanno chiusi, in quella graduatoria - drammaticamente per i colleghi che l'hanno firmata - Cuneo Levaldigi sarebbe da cancellare, senza investire ulteriori e importanti risorse nel momento in cui queste scarseggiano.
Se si è conseguenti, sono curioso di vedere come voteranno i Consiglieri della maggioranza. Se questa è la posizione, non può che essere un voto contrario. Altrimenti non si riesce a capire come a Roma si parla di rigore e in Piemonte si vota diversamente, magari a favore dell'ordine del giorno.
Mi sono permesso di intervenire per i trascorsi scolastici e per ricordare ai colleghi della maggioranza la posizione del Governo sul problema degli aeroporti italiani. In genere, una delle difficoltà che abbiamo nel nostro Paese è che abbiamo un certo numero di passeggeri e troppi aeroporti.
Mi ricorda, per qualche verso, un'altra questione che è stata oggetto di discussione: poco prima della fine della legislatura da solo votai contro la follia delle sedi universitarie decentrate che rappresentano un costo incredibile, non aiutano a formare i nostri studenti universitari e nessun insegnante di livello andrà mai ad insegnare in quell'università.
Sono solo un costo straordinario che non aiuta ad investire sulle sedi universitarie per formare al meglio i nostri giovani.
Per certi versi la cosa è paragonabile. Ecco perché attenderò con curiosità il voto dei colleghi della maggioranza: lo sono a Roma; vediamo se lo saranno anche a Torino.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Abbiamo un Ministro che tiene i cordoni della borsa e che quindi guarda ai numeri; Ministro che rispetto perché i conti vanno quadrati - i colleghi della Lega possono in questo insegnarmi molto - ma in Italia purtroppo ci sono due pesi e due misure. Se noi guardiamo semplicemente ai numeri vorrei capire perché Comuni poco virtuosi come quelli di Catania e di Roma hanno ottenuto dei privilegi dallo Stato, buttando milioni e milioni di euro che sarebbero stati più utili da altre parti, e quindi sono stati sanati nella loro vergognosa amministrazione contabile.
Il nostro è un territorio virtuoso - mi rivolgo ai colleghi della Lega che hanno giustamente messo in evidenza la virtuosità del nostro territorio per la laboriosità, le capacità che i concittadini piemontesi e il territorio stesso hanno di esprimere economia, di esprimere numeri positivi e forza economica: l'aeroporto di Levaldigi è essenziale non soltanto per il Cuneese, ma per tutto il territorio piemontese.
vero, a suo tempo sono stato critico in Consiglio provinciale e quando ero Sindaco di Cervasca sui milioni e milioni di euro buttati per quest'aeroporto. A questo punto, non possiamo tornare indietro, significa sprecare denaro.
Sono d'accordo con il Consigliere Toselli sul fatto che da solo non sopravvive, stiamo aspettando da anni una risposta a livello regionale per una sinergia con Caselle, è quella l'unica ed essenziale strada per salvare l'aeroporto di Levaldigi, ma non soltanto per la "Granda", non soltanto per un capriccio, non soltanto perché abbiamo buttato dei soldi, ma perché sono sicuro che una sinergia con Caselle troverebbe giovamento a tutto il territorio piemontese e riuscirebbe a far entrare i privati.
Per far entrare i privati si deve sbloccare la situazione a Roma.
questo quello che chiedo oggi. Ho sentito mormorare di una lobby cuneese.
Non sono avvezzo a questo, sono qui da un anno. Dov'è la lobby cuneese? Qui dobbiamo tutti quanti lavorare per portare avanti dei risultati efficienti e dare una risposta ai cittadini. Purtroppo quello che sta succedendo in questi giorni, certamente, non fa onore a nessuno.
Mi scuso se forse ho sbagliato in questa manovra immediata, se ho sentito questa necessità e ho pensato fosse necessario presentare un ordine del giorno senza coinvolgervi. Ho imparato la lezione, e la prossima volta vi coinvolgerò.
Non si tratta di strumentalizzazione politica, avete tutti la possibilità di firmare l'ordine del giorno. È solo una pro forma il fatto che ci sia un primo firmatario, siamo tutti firmatari, quindi tutti quanti anche a disposizione nel dire: "È il Consiglio regionale che sta cercando di salvare l'aeroporto di Levaldigi e non quel povero cristo di Ponso" perché avrebbe perso la battaglia in partenza.
A disposizione per andare in Commissione e approfondire il discorso.
Diamo dimostrazione oggi di quello che avete detto tante volte: due pesi e due misure non esistono in Italia. È un territorio virtuoso? Lo aiutiamo? Cerchiamo di far capire al Ministro Tremonti che non siamo il caso di Catania o di Roma, ma di una virtuosità che può esprimere, anche con la viabilità e l'aeroporto, forte economia anche in periodi di crisi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Maccanti; ne ha facoltà.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo per l'espressione del parere della Giunta regionale.
La Giunta su quest'ordine del giorno si rimette all'Aula, non per non assumersi le proprie responsabilità. Anzi, al contrario, la Giunta è fortemente impegnata, insieme agli Enti locali, alle Camere di Commercio e agli attori del territorio, per salvaguardare il territorio stesso e per costruire un percorso di strategia complessiva del sistema aeroportuale torinese, all'interno del quale deve trovare una collocazione l'aeroporto di Cuneo - Levaldigi.
Sotto questo profilo, più che impegnare la Giunta regionale del Piemonte, occorrerebbe anche ragionare, e questo lo stiamo facendo insieme al Comune di Torino. Noi, in Sagat, siamo detentori dell'8% di quote consortili e il maggiore azionista - l'azionista di riferimento - è il Comune di Torino.
Con il Comune di Torino questo percorso lo abbiamo avviato. Nella mia qualità di Assessore alle partecipate, insieme all'Assessore Quaglia all'Assessore Bonino e all'Assessore Cirio, cioè insieme a tutti gli Assessori che hanno competenze diverse per materia rispetto al delicato tema della strategia aeroportuale, abbiamo già fatto un incontro con gli Enti locali, coinvolgendo anche le Camere di Commercio. Dunque, questo percorso è stato avviato.
Questa è la ragione per cui la Giunta si rimette all'Aula, dando ovviamente, come sempre, la sua piena disponibilità, com'è stato chiesto anche dai due Consiglieri intervenuti - il Consigliere Toselli e il Consigliere Gregorio - di approfondire il tema in sede di Commissione.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Posso intervenire per dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Sull'ordine del giorno non sono previste dichiarazioni di voto; c'è già stata la replica del proponente, possiamo quindi procedere con la votazione ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 380, il cui testo recita: "Premesso che l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, nel pubblicare i Dati di Traffico 2010, ha certificato per l'aeroporto "Olimpica" di Cuneo Levaldigi il 32° posto nella graduatoria degli scali italiani, in base ad un incremento di passeggeri, su base annua, del 39,2%, pari a 175.607 passeggeri trasportati osservato che la Regione Piemonte, per bocca dell'assessore regionale al Turismo, ha confermato più volte la volontà di addivenire ad un sistema aeroportuale piemontese integrato, che preveda anche una sinergia tra lo scalo di Torino Caselle e quello di Cuneo - Levaldigi constatato che il Ministero dell'Economia e delle Finanze non ha espletato gli adempimenti volti a formalizzare la concessione ventennale alla società di gestione dell'aeroporto di Cuneo - Levaldigi motivando la decisione, tra l'altro, con il risultato economico del 2009 che evidenzia una maggior perdita di esercizio di circa 300 mila euro rispetto al dato indicato nel piano di risanamento, con uno scollamento di circa il 30 considerato che secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la maggior perdita registrata nel 2009, sommata ai volumi di traffico registrati quell'anno renderebbe necessario il ricorso a risorse pubbliche, la cui erogazione è preclusa dall'articolo 6, comma 19, del decreto legge n. 78 del 2010 che vieta alle amministrazioni pubbliche di sottoscrivere aumenti di capitale e di effettuare trasferimenti straordinari nelle società pubbliche partecipate e non quotate nei casi in cui le stesse hanno subito perdite per tre esercizi consecutivi o abbiano utilizzato riserve disponibili per ripianare perdite infrannuali, situazione nella quale versa la società di gestione dell'aeroporto di Cuneo - Levaldigi valutato che l'ultimo aumento di capitale effettuato, riservato ai soci pubblici che sono Provincia di Cuneo, Regione Piemonte e Camera di Commercio di Cuneo, è stato quantificato in 2 milioni e 485 mila euro e che negli anni alla sopravvivenza dello scalo hanno provveduto risorse messe a disposizione da diverse amministrazioni comunali della provincia di Cuneo sollecitate a contribuire al superamento di una fase di crisi dello scalo rilevato che il nuovo piano industriale della società di gestione dell'aeroporto di Cuneo - Levaldigi riferito al periodo 2011-2013 oltre al raggiungimento dell'obiettivo dell'incremento del flusso di passeggeri, prevede il definitivo superamento delle criticità gestionali il Consiglio regionale invita la Giunta regionale a farsi promotrice di ogni iniziativa utile a garantire l'operatività dell'aeroporto di Cuneo - Levaldigi salvaguardandone gli investimenti effettuati nel corso di questi anni dalla stessa Regione, dalla Provincia di Cuneo, dalla Camera di Commercio di Cuneo e dalle amministrazioni comunali della Granda, entrate nella società di gestione dello scalo cuneese. In particolare, il Consiglio regionale invita la Giunta a sollecitare il Ministero dell'Economia e delle Finanze ad espletare gli adempimenti volti a formalizzare la concessione ventennale alla società di gestione dell'aeroporto di Cuneo - Levaldigi".
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, intervengo per chiedere una ripetizione.
Non ho avuto tempo di guardare il Regolamento interno del Consiglio regionale, per cui potrò sbagliarmi - come capita molto spesso - ma se non ricordo male, a fronte di una richiesta di rinvio in Commissione, il Presidente la pone in votazione. Qualora la richiesta ottenga la maggioranza non qualificata dell'Aula, l'ordine del giorno viene rinviato in Commissione e non viene votato.
Se mi sbaglio ditemelo; in caso contrario, ha sbagliato il Presidente.



PRESIDENTE

Collega Vignale, la ringrazio perché serve sempre tenersi in allenamento; tuttavia, non ci siamo assolutamente trovati nella situazione da lei illustrata.
Nessuno ufficialmente ha richiesto il rinvio in Commissione dell'ordine del giorno.



VIGNALE Gian Luca

Sì, il Consigliere Gregorio.



VIGNALE Gian Luca

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Lo ha fatto il Consigliere Gregorio!



PRESIDENTE

Per il rinvio in Commissione doveva esserci la condivisione del proponente e, comunque, si doveva passare attraverso una votazione.
Il proponente aveva comunicato di non essere d'accordo al rinvio in Commissione, per cui abbiamo proseguito con il voto formale.
Inoltre, l'articolo 104 del Regolamento interno del Consiglio regionale, "Assegnazione di mozioni e ordini del giorno alle Commissioni permanenti" recita: "Il Presidente del Consiglio, con il consenso dei proponenti, può assegnare la discussione della mozione di cui all'articolo 102 e degli ordini del giorno di cui all'articolo 103 alla Commissione permanente per materia, quando queste riguardino argomenti di interesse settoriale".
Il comma 3 recita: "La votazione finale dei documenti è, comunque riservata al Consiglio. In tale sede, sono consentite soltanto la replica della Giunta" - che è intervenuta - "e le dichiarazioni di voto".
Il Consigliere proponente si è detto contrario a riportare l'ordine del giorno in Commissione e quindi abbiamo seguito quanto previsto dal nostro Regolamento. Grazie.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento disegno di legge n. 101 "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 101 "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Vi ricordo che in data 14 giugno 2011, nella seduta pomeridiana, sono stati votati gli articoli 2, 3, 4 bis, 4 ter, 4 quater, 4 quinquies, 5 e 6.
Sono stati inoltre approvati gli emendamenti soppressivi degli articoli 4 e 7.
ARTICOLO 7 bis Emendamento rubricato n. 285) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sacchetto: 1. Il comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 70/1996, è sostituito dai seguenti: "2. I cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero possono essere ammessi in misura non superiore al 10 per cento dei cacciatori ammissibili per ogni A.T.C, ed al 5 per cento di quelli ammissibili per ogni C.A.; le percentuali possono essere modificate, su richiesta dei Comitati di gestione, dalla Giunta regionale.
2 bis. La Giunta regionale, anche in deroga a quanto previsto ai commi 1 e 2, disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio, anche temporaneo, di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa.
2 ter. La disciplina di cui al comma 2 bis, può prevedere l'obbligo di accompagnamento del cacciatore da parte di personale esperto, incaricato dagli A.T.C, o C.A. interessati, e che abbia seguito un corso formativo secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale. Il cacciatore accompagnato non è soggetto alle disposizioni di cui agli articoli 37 e 41.".
2. Dopo l'articolo 29 della l.r. 70/1996, è inserito il seguente: "29 bis. (Interventi di contenimento straordinari) 1. La Giunta regionale per le esigenze ambientali, di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo, delle produzioni zootecniche ed agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone e cose definisce annualmente l'elenco delle specie oggetto di controllo straordinario.
2. Le Province, anche su richiesta dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini competenti per territorio dei soggetti gestori delle aree protette, dei concessionari di aziende faunistico-venatorie e di aziende agri-turistico-venatorie, approvano piani di contenimento delle specie indicate nell'elenco di cui al comma 1 finalizzati al raggiungimento del livello compatibile con le caratteristiche ambientali, le esigenze di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo e delle produzioni zootecniche ed agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone e cose.
3. Per la realizzazione dei piani di contenimento straordinari le Province autorizzano i cacciatori nominativamente indicati, anche a titolo oneroso dai comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini competenti per territorio.
4. La Provincia informa la Regione sui provvedimenti inerenti ai piani di contenimento straordinari e, al termine dei suddetti interventi, trasmette alla Giunta regionale una relazione concernente i dati relativi alle operazioni svolte ed ai loro risultati.".
3. Il secondo periodo del comma 5 dell'articolo 44 della l.r. 70/1996, è sostituito dal seguente: "Ai sensi dall'articolo 11 quaterdecies, comma 5 della legge 2 dicembre 2005, n. 248, l'esercizio venatorio per la caccia agli ungulati può essere autorizzato, per sesso e classi d'età, dal 1° giugno al 15 marzo dell'anno successivo." 4.La lettera a) del comma 2 dell'articolo 46 della l.r.70/96 è sostituita dalla seguente: a) cinghiale: dieci capi annuali; cervidi e bovidi il prelievo è in base ai piani annuali proposti dagli organismi di gestione degli A.T.C, e dei C.A.
approvati dalla Giunta regionale;".
Il comma 3 dell'articolo 46 della l.r. 70/96 è abrogato.
5. Il comma 4 dell'articolo 48 della l.r. 70/1996, è sostituito dal seguente: "4. L'uso del fucile con canna ad anima rigata è consentito per la caccia di selezione agli ungulati nell'ambito dei piani di prelievo selettivo e per il prelievo delle specie cinghiale e volpe." All'emendamento rubricato n. 285) sono stati presentati alcuni subemendamenti.
Subemendamento rubricato n. 303) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: L'articolo 7 bis è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Si tratta di un subemendamento abrogativo dell'emendamento.
Come sappiamo, questo emendamento ha avuto un lungo iter. Fin dall'inizio, a partire dalle discussioni all'interno della Commissione competente, sul disegno di legge n. 101, "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011", pendeva una sorta di spada di Damocle.
Questo emendamento, che originariamente conteneva l'emendamento rubricato n. 5), prevede tutta una serie di misure relative al prelievo faunistico.
Ne ricostruirò brevemente il percorso. All'inizio della discussione sul disegno di legge n. 101, era stata calendarizzata la discussione di una delle leggi attualmente in discussione in III Commissione, proposta della maggioranza; mi riferisco alla legge n. 104 relativa al prelievo faunistico, che doveva riadattare e aggiornare tutte quelle misure della legge n. 70 del 1996, in parte obsoleta.
Nel frattempo, si sono calendarizzate le consultazioni, che sono risultate molto partecipate.
Abbiamo ricevuto direttamente da chi si intende della materia (mi riferisco alle associazioni venatorie ed ambientaliste) indicazioni di tipo diverso - proprio perché provenienti da punti di vista diversi - sulle quattro proposte di legge.
Ci permettiamo di ricordare che l'unica indicazione universalmente fornita dagli auditi era quella che chiedeva al Consiglio, in quanto organo istituzionale che legifera in materia, di eliminare qualsiasi tipo di riferimento alla materia venatoria dal collegato alla finanziaria. Per cui vi è stata questa richiesta da parte dei colleghi di altri Gruppi di minoranza, in parte anche dal nostro Gruppo, ma la parte ma la parte emendativa, relativa a questo settore, è stata via via sfoltita, ma nella sostanza ci sembra di capire che, comunque, ci sia tutta la volontà di inserire pesanti riferimenti alla caccia all'interno del disegno di legge 101.
Proprio per questo chiediamo l'abrogazione completa dell'articolo 7 bis Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questo primo emendamento chiediamo l'abrogazione dell'articolo 7 bis ultimo presentato, perché prefigurerebbe un accordo, una mediazione tra i due principali Gruppi presenti in Consiglio regionale - PdL e PD - quindi una proposta che potesse venire incontro alle richieste del Partito Democratico, che nelle scorse sedute di Consiglio regionale ci ha intrattenuto con emendamenti, alcuni anche di merito.
Su questo emendamento, quindi, oltre che nella forma, dato che siamo venuti a conoscenza degli emendamenti e delle richieste solo l'altro giorno in Conferenza dei Capigruppo, non possiamo concordare neanche nella sostanza, in quanto non troviamo motivazioni per inserire emendamenti sulla caccia in un collegato alla finanziaria, anche se c'è l'urgenza e l'emergenza degli ungulati, in particolar modo dei cinghiali, per quanto riguarda gli agricoltori. Questo è vero, ma c'è tutto un impianto normativo di legge che dovrebbe essere modificato, perché non basta mettere una toppa per impedire che ci siano le problematiche di cui siamo a conoscenza e di cui leggiamo sui giornali, quindi danni agli agricoltori, ai pascoli e a tutte quelle altre attività che possono essere danneggiate dalla fauna selvatica.
Ci sono dei problemi a monte che affronteremo nei prossimi emendamenti che riguardano proprio la caccia stessa e quindi, se vengono liberati animali per fini agrituristici e venatori, ovviamente si avranno poi problematiche nel momento in cui dovranno essere gestiti e nel momento in cui si vorrà normare, con cognizione di causa, un problema che sfugge alle logiche più semplici di un'attività che dovrebbe essere, oltre che ludica anche di gestione, quindi effettuata da seri controllori delle specie per limitarne la proliferazione.
In natura sappiamo che le specie si autoregolano, ma l'uomo, a causa dell'effetto distorsione antropica, fa sì che alcune specie diventino nocive, anche se questo termine non si usa più, perché si moltiplicano in un ambiente modificato dall'uomo.
Termino ed interverrò in prossimi emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Con questo primo intervento colgo l'occasione per chiarire la posizione del Gruppo che rappresento e anche per abbozzare le motivazioni per cui si è giunti a questo.
vero, siamo venuti a conoscenza solo avantieri della volontà, da parte del PD, di interloquire con i proponenti, quindi con coloro che hanno deciso di introdurre nell'ambito del disegno di legge n. 101 elementi relativi alla caccia, quindi ieri abbiamo deciso, insieme agli amici del Movimento 5 Stelle e al Gruppo Ambientalista del Consigliere Lupi, una serie di emendamenti, molti dei quali appariranno sicuramente ostruzionistici.
mia intenzione chiarire che noi - parlo per me, ma penso che anche i colleghi non la pensino in modo totalmente diverso - non abbiamo intenzione di fare ostruzionismo tout court. Siamo contrariati dal fatto che si è voluto introdurre, nell'ambito del provvedimento, la discussione su questi argomenti, che sarebbe stato giusto demandare alla discussione delle quattro proposte di legge presentate.
Pensiamo di poter interloquire ancora per spiegare quali sono, uno per uno, i motivi che ci vedono contrari.
vero, come Gruppo non siamo pro caccia, però comprendiamo anche che in una società ci debba essere la disponibilità a rispettare i diritti di tutti, quindi comprendiamo che magari c'è una maggioranza che la pensa diversamente.
Noi siamo contro la caccia, non siamo animali ma animalisti, quindi riteniamo di poter avere non il diritto ma il dovere di portare avanti istanze finalizzate a mitigare dei danni che possono venirsi a determinare in quest'ambito.
Vedo che l'argomento non interessa perché ognuno ritiene di avere la possibilità di esercitare un braccio di ferro e alla fine portare a casa quello che vuole, però se si volesse interloquire dovremmo interloquire sull'emergenza ungulati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto questi emendamenti non per un'intenzione ostruzionistica, ma perché, come abbiamo più volte espresso in Aula presentare una legge sulla caccia o, comunque, presentare provvedimenti sulla caccia all'interno del provvedimento, ci è sembrata una scorrettezza che non rispetta l'autorevolezza dell'Aula o di una Commissione.
Sin dai primi momenti siamo stati favorevoli ad un dibattito sul tema in una Commissione specifica.
Questo non è avvenuto. Dispiace come stanno andando in Aula i lavori però ci siamo sentiti in dovere di presentare subemendamenti e di sottoscriverli.
Personalmente non sono favorevole alla caccia: se fosse bandita dappertutto sarebbe meglio, se non in quei momenti dove una sovrapproduzione di una determinata specie potrebbe essere dannosa o pericolosa per l'uomo, ma - apro una parentesi - questo avviene perch l'uomo stesso ha alterato la natura, altrimenti l'equilibrio naturale avrebbe impedito questo sovraffollamento di specie che potrebbero essere dannose o pericolose per l'uomo.
Se ci troviamo in questa condizione è perché l'uomo stesso, alterando la natura e l'ambiente, l'ha favorita.
Adesso si dice che gli ungulati possono essere dannosi. Io stesso provengo da una famiglia di agricoltori e quindi capisco le necessità di questo mondo (colloquio anche con diversi amici in questo settore). È vero adesso bisogna correre ai ripari, ma non è tanto il consentire la caccia agli ungulati, quanto impedire che provvedimenti del genere non vengano dibattuti in Commissione.
Subemendamento rubricato n. 322) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi.
Il primo capoverso del comma 1 è sostituito dal seguente: 2. "I cacciatori residenti in altre Regioni o all'estero possono essere ammessi in misura non superiore all'8 per cento dei cacciatori ammissibili per ogni A.T.C. ed al 4 per cento di quelli ammissibili per ogni C.A.".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto nei precedenti interventi noi solleviamo delle richieste che riteniamo politicamente puntuali e meritevoli di attenzione riguardanti i diversi punti chiave presenti in questo articolo 7 bis che dovrebbe sostituire l'articolo 5, quindi per addivenire ad una mediazione tra una parte dei Gruppi che sono presenti in Consiglio.
Noi vogliamo entrare nel dialogo e vogliamo poter proporre all'attenzione sia della Giunta sia del Consiglio alcuni punti che riteniamo fondamentali e di merito, al di là delle posizioni di ognuno.
Ad esempio, al primo capoverso del comma 1 vediamo che viene reinserita tout court una di quelle posizioni che aveva suscitato e che susciterà ancora perplessità anche all'esterno di questo Consiglio regionale e anche all'esterno delle associazioni ambientaliste. Si tratta della possibilità di ammettere in misura non superiore al 10% dei cacciatori ammissibili per ogni ambito territoriale di caccia e al 5% di ogni comprensorio alpino. Le percentuali potrebbero essere modificate su richiesta dei Comitati di gestione e della Giunta regionale.
Riteniamo che questo dato sia sicuramente eccessivo, ma proprio in s cioè il fatto di poter fare entrare in Piemonte a cacciare anche dei cacciatori dall'estero o da una Regione vicina non ci sembra congruo con quelle che sono le richieste di attenzione del territorio e la richiesta di gestione corretta della fauna selvatica.
Noi in questo emendamento proponiamo percentuali pari a 8% e 4%, ma in altri emendamenti faremo presente che siamo contrari alla forma stessa della presentazione di questo primo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Tolto il primo subemendamento che aveva l'intenzione di eliminare completamente l'articolo 7 bis per le motivazioni che già abbiamo espresso andiamo ad analizzare comma per comma e punto per punto le criticità che abbiamo riscontrato all'interno dell'emendamento n. 285.
Il primo capoverso del primo comma introduce come detto una delle tre o quattro criticità importanti che ci sembra doveroso sottolineare.
Sulle pubblicazioni relative al settore venatorio, ma anche da quello che può essere un'idea comune che chiunque può farsi, è importantissimo, in situazioni ed operazioni delicate come quelle della caccia, legare il cacciatore al territorio in cui esercita.
Questo viene da anni ritenuto uno dei capisaldi di quella che è l'attività venatoria e il fatto di volere "importare" operatori di attività venatoria da altre Regioni o addirittura da altri Stati, va a scardinare quello che è il principio condiviso ormai da tempo.
Quindi, con questo primo subemendamento ci permettiamo di suggerire quanto meno una riduzione delle percentuali di cacciatori ammissibili dall'estero e da altre Regioni, per quanto riguarda le aziende agrituristiche venatorie e un punto per quanto riguarda i comprensori alpini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Come dicevamo, il problema che si può porre è un problema contingente relativo all'urgenza, perché ci sono una serie di agricoltori ed altri soggetti che legittimamente si lamentano di danni da una sovrappopolazione di determinate specie e che riguardano gli ungulati.
un argomento che ho dovuto affrontare e sul quale ho dovuto documentarmi forzosamente. Mi dicono che esiste un piano che dà la possibilità alle guardie provinciali oltre che ai selecontrollori, che sono quei cacciatori che hanno un brevetto particolare per potere sparare a questi animali, anche nei periodi fuori caccia per motivi di emergenza e di controllo della popolazione degli animali di cui stiamo parlando, di provvedere all'abbattimento.
Mi dicono che probabilmente, per questioni relative agli organici e per problemi inerenti ai finanziamenti, non sono in grado di ottemperare a questo obiettivo. Quindi, da qui nasce l'esigenza di dare a tutti gli altri cacciatori o in periodi che vadano oltre quelli canonici, quindi allargando le maglie del sistema, la possibilità di raggiungere questo equilibrio voluto ed auspicabile.
Però su questo si aprono tutta una serie di problemi che affronteremo di volta in volta con i vari subemendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Nell'intervento precedente mettevo in evidenza la necessità che pu verificarsi su determinate specie in sovrannumero affinché queste specie se dannose e pericolose, potrebbero o dovrebbero essere abbattute, ma questo - come mi ha preceduto il Capogruppo - sarebbe compito di determinate persone e non certo incaricare o concedere tempi più lunghi alla caccia.
Per questo è una questione anche di finanziamenti da parte degli Enti locali ed è sicuramente un gatto che si morde la coda e lascia comunque perplessi. Quello che si sta cercando di portare in Aula ed approvare è anche un'estensione della temporalità della caccia stessa.
Ho detto prima che personalmente sono contrario a qualunque tipo di caccia e purtroppo il nostro Paese è un po' strano anche dal punto di vista democratico. Ricordo che dai tempi passati, già da vent'anni, giacciono delle firme per effettuare un referendum contro la caccia. Questo a tutt'oggi non è ancora avvenuto.
Finalmente il Tribunale di Torino ha autorizzato tale tipo di referendum, ma non è ancora stato possibile effettuarlo. Mi auguro che il prossimo anno possa avvenire e sicuramente la risposta dei cittadini sarà negativa nei confronti della caccia. Questo ce lo auguriamo fortemente.
Credo di non essere isolato nel pensarlo in una determinata maniera e credo che sia anacronistico definire la caccia sport e diletto, se tale si pu chiamare, perché credo che una definizione del genere, cioè definire la caccia uno sport ed un diletto possa offendere altre categorie, quali gli sportivi che ci onorano delle loro capacità e che portano in alto la nostra bandiera.
Quindi, estendere il periodo di caccia anche a periodi in cui vi sono le fasi fisiologiche del corteggiamento, dell'accoppiamento e dell'allevamento dei cuccioli mi lascia molto perplesso e proprio per questo sono risoluto nella determinazione di firmare questi emendamenti per cercare di trovare, nel mio piccolo, una risoluzione più positiva per il territorio, per l'ambiente e per la nostra dignità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Subemendamento rubricato n. 323) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 1 del primo capoverso vengono eliminate le parole "o all'estero".
Non ci sono richieste di intervento.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Volevo capire se eravate presenti e reattivi. Vi segnalo che state perdendo qualche colpo.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questa è una sua opinione, ma la rispetto assolutamente. Chiedo scusa stavo semplicemente sfogliando gli emendamenti.
Riprendo il discorso che stavo facendo prima, basandomi sempre su quel principio, che prima enunciavo, del collegamento diretto tra chi opera sul territorio (credo che i colleghi possono condividere) e l'attività venatoria, ma non solo. Perché credo che qualsiasi tipo di operatore su un determinato territorio o su un determinato ambiente debba avere delle caratteristiche di conoscenza e di vissuto dell'ambiente su cui opera assolutamente molto accentuate e molto precise.
E proprio per questo il subemendamento n. 323), sulla linea del precedente, chiede di eliminare la parte relativa, ripeto, all'importazione di quelli che sono cacciatori da Paesi stranieri.
Non sia preso assolutamente come una volontà di esclusione o, in qualche modo, di razzismo, ci mancherebbe altro. Quello che è stato enunciato è assolutamente la ratio da cui nasce questo tipo di emendamento.
Il legame, la conoscenza dei luoghi, ma anche delle insidie, la conoscenza della fauna crediamo stiano alla base delle caratteristiche che debba avere questo tipo di operatore.
Poi, ovviamente, anche la conoscenza del suolo, la conoscenza della caratteristiche climatiche del luogo in cui va a operare è assolutamente importante - ripeto - per tutte le attività e, in particolare, per questo tipo di attività.
Anche noi siamo portati a ritenere che sia importante (avendo, in altra sede, la discussione sulla proposta di legge di cui siamo firmatari) rispettare finalmente, dopo tanti anni, la volontà di decine di migliaia di piemontesi, per una ridefinizione di alcuni parametri sull'attività venatoria.
Questo tipo di referendum è stato giudicato accettabile a livello giuridico, quindi riteniamo di non trovare nessun tipo di motivazione per cui questo argomento non possa essere sottoposto al giudizio popolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento procede nel solco di analisi puntuali e dettagliate della proposta rubricata all'articolo 7 bis, di modifica al collegato alla finanziaria, riguardante i cacciatori residenti in altre regioni o all'estero.
In questo caso, sempre per il principio che abbiamo ricordato prima proponiamo emendamenti - che spero siano alla valutazione della Giunta che vanno a graduare una proposta, proprio per dimostrare che non vi è un atteggiamento di preclusione nei riguardi di tutta la materia, ma per cercare focalizzare bene le necessità emergenziali da inserire all'interno di un testo di legge che riguarda tutt'altra materia; che dovrebbe riguardare appunto materie collegate alla finanziaria. Materie di cui all'articolo in discussione noi non scorgiamo assolutamente una bench minima attinenza.
Eliminare le parole "o all'estero" significa impedire ai cacciatori di altre nazioni (non perché vogliamo introdurre il concetto di razzismo all'interno della caccia) perché riteniamo, come è stato detto precedentemente dal mio collega, ci debba essere un legame forte col territorio. Se viene a mancare questo legame col territorio, in un'attività che è qualcosa di diverso e di più di uno sport, come diceva il collega Ponso, verrebbe meno anche quel minimo di principio di salvaguardia di un ambiente che noi dovremmo riconoscere come nostro.
Poi, è vero che magari a volte gli italiani non sono molto attenti al proprio territorio, ma non penso che aprendo all'estero potremmo migliorare questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Continuando nel ragionamento che facevo prima...
Non vedo l'Assessore, però ci sono altri rappresentanti della Giunta.
Noi rimarchiamo: Assessore? Giunta?



PRESIDENTE

La Giunta è presente.



BUQUICCHIO Andrea

Richiamavo l'attenzione della Giunta solo per non ripetere più volte un concetto che magari abbiamo già espresso. Noi non abbiamo voluto con questo pacchetto fare un ostruzionismo tout court e una battaglia donchisciottesca, sapendo che esiste una maggioranza in questo ambito e in questo consesso che la pensa diversamente.
Riteniamo di avere non solo il diritto, ma forse anche il dovere di poter mitigare dei danni che noi riteniamo che con determinati provvedimenti possano verificarsi. Per cui noi siamo disponibilissimi a farlo, nel momento in cui la Giunta e l'Assessore decidessero di ascoltarci nel merito delle questioni, ma con un intento costruttivo.
Riteniamo non sia accettabile portare avanti un'istanza come quella che si è venuta a determinare dall'accordo, ai fini del rispetto delle aspettative di persone e di territori che noi rappresentiamo.Quindi, se la politica è l'arte del possibile, non per essere democristiano - sapete che sono tutto tranne che democristiano - Se in questo caso, nell'interesse collettivo occorre trovare un accordo, proviamoci. Penso sia molto più fruttuoso poterci confrontare che perdere tempo ad esporre dei subemendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Subemendamento rubricato n. 343) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 1 le parole "le percentuali possono essere modificate, su richiesta dei comitati di gestione, dalla Giunta regionale" sono soppresse.
Subemendamento rubricato n. 344) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 1 le parole "le percentuali possono essere modificate, su richiesta dei comitati di gestione, dalla Giunta regionale" sono soppresse.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo caso, il subemendamento in discussione, il n. 343), riguarda le percentuali che possono essere modificate su richiesta dei Comitati di gestione della Giunta regionale, che noi richiederemmo di sopprimere (al comma 1).
Riteniamo che queste percentuali che modificano il testo di legge precedente, la legge 70 del 1996, che ammetterebbero, in misura fino al 10 per ogni ATC e fino al 5% per ogni CA, cacciatori residenti in altre regioni o all'estero, ci sembrano eccessive. Poi potrebbe essere ulteriormente modificato da parte della Giunta regionale su richiesta dei Comitati di gestione degli stessi Enti, cioè ATC e CA.
Ripeto, ci sembra francamente eccessivo: è come dire "liberi tutti". Va bene il concetto cui abbiamo già accennato che la Regione si trova in difficoltà economica, ma non pensiamo che facendo arrivare a titolo oneroso qualche cacciatore dalla Svizzera o dalla Francia, o magari con un aereo che atterra al Levaldigi di Cuneo - visto che prima abbiamo parlato della mozione sull'aeroporto cuneese -, si possa far sì di rimpinguare le esangui casse della Regione.
vero che ogni Assessorato valuta più o meno quel che arriva nelle sue tasche e quindi deve fare un po' i conti con quel che ha; però ribadiamo che questa apertura ci pare francamente eccessiva, sempre per i concetti espressi prima: non quindi per un razzismo che noi vorremmo introdurre all'interno della caccia, ma sempre per un discorso di forte legame con il territorio.
Quando l'uomo era cacciatore - ma su questo potremmo fare anche uno studio di antropologia culturale - aveva un certo spazio limitato; è vero che era nomade e quindi poteva anche spostarsi, ma è ovvio che un cacciatore che si trova in una zona che non conosce - che sia un essere umano o un animale - può trovare insidie e difficoltà. C'è poi anche un legame culturale, come ho detto prima, nel senso che questa è un'attività che va ad incidere anche con le problematiche di un territorio. Quando poi leggiamo che questi cacciatori potrebbero utilizzare la canna rigata, che può sparare fino a tre o quattro chilometri, in zone che magari per fortuna sono soggette ad un turismo sostenibile - un turismo dei boschi, dei Parchi, delle Aree protette - con delle zone cuscinetto intorno, non possiamo far altro che preoccuparci proprio perché, mancherebbe quel legame conoscitivo della realtà territoriale.
Quest'apertura, con una percentuale del 10 e del 5% che può essere anche aumentata tramite richiesta dei Comitati di gestione, ci pare francamente eccessiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
La percentuale assoluta è stata trattata con il precedente subemendamento; il fatto che possa venir modificata è un ulteriore aspetto di criticità. Il fatto che possa essere modificata dalla Giunta regionale su richiesta dei Comitati di gestione elimina ogni tipo di "paletto", di criterio, di parametro che possa definire se debba essere permessa l'accoglienza di operatori dell'attività venatoria da altre Regioni o dall'estero. Questa variazione non permette di avere sotto controllo la situazione perché, cambiando temporaneamente quelle che sono le indicazioni, comporta assolutamente degli estremi di grosso rischio.
Unito a tutte le problematiche che già evidenziava chi mi ha preceduto il subemendamento n. 285) - pur nella sua limatura che si è determinata nelle varie sedute precedenti - va ancora ad ampliare in modo non consono la possibilità di caccia, soprattutto per il fatto che non si tiene conto di osservazioni dirette dei consultati, in quanto si svolge nel corso della discussione di un disegno di legge di tutt'altra natura. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dicevamo che su questo argomento è legittimo poterla pensare in modo diverso: ci sono anime e spiriti animalisti, che pensano comunque alla tutela dell'animale a prescindere, e ci sono coloro che credono da sempre nel valore della caccia entro (o anche oltre) i limiti della fisionomia sportiva che riguardi l'attività venatoria. Penso che siano filosofie rispettabili. Allora, come si esce da questa faccenda? Secondo me se ne esce non urtando le suscettibilità di nessuno, cosa possibile.
Ora, in questa vicenda purtroppo si è verificata invece una volontà d'intervenire su una regolamentazione, che dovrebbe spettare all'ambito legislativo, in un modo un po' forzoso, utilizzando il documento collegato alla finanziaria di cui stiamo discutendo. E questo secondo me è stato l'errore originale e il peccato a monte che ha determinato anche un irrigidimento da parte di diversi Gruppi compreso quello del PD che per avendo al suo interno diverse anime, ha legittimamente ritenuto di fare un primo passo avanti e cercare un primo accordo. Ora, ci sono una serie di Gruppi più resistenti che, pur nell'ottica di dover sbloccare la situazione, ritengono di poter legittimamente avanzare un'altra serie di richieste. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Mi associo a quanto già espresso dal mio Capogruppo sul fatto dell'opportunità di più pensieri in merito ad un argomento quale quello della caccia: certamente ci sono coloro che la vedono come un hobby un'attività importante di "scarico" da quelli che sono i propri pensieri quali il lavoro o l'impegno quotidiano; e noi rispettiamo i pensieri di queste persone. Da parte nostra esprimiamo invece il pensiero di animalisti, sicuramente a favore dell'ambiente e della sua tutela; ripeto che se questo è alterato è colpa dell'uomo e non sicuramente della natura.
Ciò che contestiamo in questa legittima pluralità di pensiero è il metodo che è stato adottato, inserendo nel disegno di legge n. 101 provvedimenti importanti e direi anche inquietanti per poter essere approvati celermente.
Ne cito solo qualcuno, come l'autorizzazione a cacciare in zona alpina da parte di coloro che non hanno tale autorizzazione; ecco, questo mi sembra un controsenso anche per coloro che propongono questo disegno di legge e che quindi sono a favore dei cacciatori, perché va contro i cacciatori stessi, coloro che si sono adoperati e hanno speso tempo e denaro per ottenere questo "patentino", quest'autorizzazione a cacciare in territori alpini e che adesso si troveranno degli "avversari" che, senza patente e senza autorizzazione, potranno avere a loro volta la possibilità di cacciare nei nostri stupendi territori.
Vi è poi l'estensione al di là dei mesi, dove la fisiologia naturale prevedrebbe un arresto, anche in mesi dove il nostro turismo è più sviluppato, come luglio e agosto.
Provvederò poi ad illustrarli, perché il tempo a mia disposizione è scaduto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Subemendamento rubricato n. 300) presentato dal Consigliere Taricco: All'emendamento n. 285 al disegno di legge n. 101 dopo le parole "su richiesta dei Comitati di gestione, dalla Giunta regionale" sono inserite le seguenti: "sentita la Commissione consiliare competente".
Poiché non è presente il Consigliere Taricco, diamo per illustrato l'emendamento.
Subemendamento rubricato n. 345) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio e Lupi: Al comma 1 il secondo capoverso è soppresso.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Riprendo il discorso iniziale sulle inopportunità tolte, i discorsi molto ristretti ed emergenziali di approvare misure sul prelievo venatorio all'interno di altri disegni di legge, quando quasi l'intero emiciclo ha proposto nuove proposte di modifica della legge attualmente vigente, la legge regionale n. 70.
Riteniamo inopportuno inserire questo tipo di misure che nulla c'entrano con il collegato alla finanziaria.
Prima stavo illustrando le criticità. Ora siamo passati al legame importantissimo, con il territorio, quindi le percentuali di cacciatori di altre Regioni che, da un punto di vista ottimale, crediamo possano avvicinarsi direttamente allo zero. È chiaro che facendo una struttura emendativa si cerca di mediare rispetto alle richieste di chi presenta direttamente l'emendamento.
Gli altri proponenti accennavano ad un'altra delle criticità, che è quella del periodo in cui sarebbe possibile l'esercizio venatorio, anche emergenziale, che va a prolungarsi a quasi dieci mesi durante tutto l'anno.
Chiaramente, nessuno immagina che il singolo cacciatore preveda di fare un'attività per tutti i dieci mesi, ma è chiaro che fisiologicamente le varie specie, anche quelle che, comunque, creano dei rischi e delle problematiche, hanno un ritmo vitale di un certo tipo.
Riteniamo, quindi, non opportuno autorizzare questo tipo di prelievi purché eccezionali, in determinate fasi che possono essere quelle dell'accoppiamento, dell'allattamento, ecc. Chiaramente fasi molto delicate, legate alla vita degli animali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sempre a riguardo della caccia, osserviamo quanto questo inserimento sia un po' forzato e un po' forzoso all'interno del disegno di legge collegato alla finanziaria. Riteniamo corretto fare una proposta di snellimento delle modifiche inserite all'interno del disegno di legge proprio perché è materia totalmente avulsa rispetto a quella di una finanziaria o di un collegato ad essa.
La soppressione del secondo capoverso riguarda le percentuali che possono essere modificate. Ritornando al discorso di prima, abbiamo la possibilità di disciplinare la missione dell'esercizio venatorio, anche temporaneo, ma anche qui emerge una problematica. Infatti vedremo, con un emendamento successivo, che forse sarebbe meglio non temporaneo, almeno si assumono maggiori responsabilità ad un cacciatore che viene ammesso ad un esercizio venatorio per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa Giunta regionale.
In questo caso, oltre alla deroga per i cacciatori residenti in altre regioni che viene fatto per avere qualche introito, oltre alle percentuali che possono essere modificate, ci sarebbe anche una deroga per abilitare anche temporaneamente, altri cacciatori per un ulteriore prelievo di determinate specie faunistiche, sempre stabilite dalla Giunta regionale. In questo caso, si dà un potere eccessivo alla Giunta di decidere, con regolamenti - quindi non passano neanche dal vaglio del Consiglio regionale, dalla potestà dei Consiglieri regionali - di dare un ampio spazio di operatività alla Giunta per quanto riguarda una serie continua di deroghe, per quanto riguarda i cacciatori autorizzati al prelievo di altre specie faunistiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Indubbiamente l'arte di governare non è facile, tuttavia non dovrebbe prescindere mai dal desiderio di attuare il più possibile una corretta informazione e un corretto coinvolgimento. Parlarsi è sempre positivo.
difficile che, a meno che non si sia in malafede, parlarsi e confrontarsi porti a conclusioni negative, spesso ci sono una serie di incomprensioni, ma se c'è la buona fede e la volontà di superare pregiudizi ideologici per raggiungere obiettivi possibili ed elementi di conciliazioni accettabili, penso che questo sia positivo.
ovvio che, relativamente all'interpretazione della possibilità di allargare le maglie di questa faccenda, ci possono essere posizioni diverse. Il discorso di dover ricorrere a cacciatori di altre ATC, alcuni possono vederlo come un volersi allargare eccessivamente a sfregio e a spregio di coloro che la pensano diversamente, dall'altra ci può essere l'esigenza di giustificare un simile ricorso ad altri interventi oltre ATC perché quelli non sono sufficienti al raggiungimento dell'obiettivo.
Il confronto penso sia positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Subemendamento rubricato n. 337) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio e Lupi: Al comma 1 il secondo capoverso è sostituito dal seguente: "2. bis. La Giunta regionale disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio, anche temporaneo, di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa a seguito di un rapporto effettuato dagli ATC o CA" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 337) è uno dei primi tre emendamenti che riguardano il secondo capoverso del comma 1, relativo alle deroghe di cui dicevo prima.
Noi riteniamo eccessive tre deroghe: una prima deroga percentuale per i cacciatori esteri o, comunque, non residenti in Piemonte; una seconda, su decisione dei comitati di gestione degli ATC e dei CA, per implementare tali percentuali; una terza deroga, da parte della Giunta regionale, per inserire altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche.
Noi chiederemmo almeno di poter modificare questa parte di articolo riscrivendo un nuovo comma 2 bis, come segue: "La Giunta regionale disciplina l'ammissione dell'esercizio venatorio, anche temporaneo, di altri cacciatori per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa a seguito di un rapporto effettuato dagli ATC o CA".
Introduciamo semplicemente la necessità di avere un rapporto dagli ATC o dai CA in merito a quelle che sono state le specie cacciate, sia in quantità che in qualità, e a tutto ciò che può essere successo di non corretto (ci riferiamo, eventualmente, a scorrettezze o ad irregolarità da parte dei cacciatori) o a problematiche intercorse all'interno degli ATC o dei Comprensori Alpini. È vero che concediamo una deroga (dopo le prime due inerenti le percentuali di cacciatori esteri o comunque di altre regioni italiane), una sorta di surplus di potere alla Giunta, ma dall'altra parte cerchiamo di limitarla prevedendo un limite - proprio minimo - circa la possibilità di inserire un rapporto effettuato dagli stessi comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia e/o dei Comprensori Alpini per quanto riguarda l'ammissione all'esercizio venatorio, anche temporaneo, di altri cacciatori.
A nostro avviso, la dicitura "anche temporaneo" non è corretta, perch paradossalmente, potrebbe sembrare ovvio il contrario, nel senso di dire "almeno è solo un inserimento temporaneo". A noi preoccupa la temporaneità dell'inserimento di detti cacciatori, sempre in quel discorso di relazione col territorio e con i comitati di gestione degli ATC e CA, in un'ottica di attenzione e di rispetto non solo limitatamente alla parte faunistica e vegetale, ma del territorio in sé come concetto di paesaggio e bene fondamentale tutelato dalla Costituzione.
Ci preoccupano, quindi, tutti questi punti. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Se precedentemente cercavamo di far comprendere quale dovesse essere logicamente il vincolo spaziale di azione del cacciatore, o comunque dell'operatore che effettua il prelievo venatorio, in questo momento scendendo nel dettaglio e sostituendo quello che è il secondo capoverso del comma 1, andiamo a circostanziare il vincolo di tipo temporale.
Bene ha illustrato nel precedente intervento il Capogruppo Bono la nostra volontà di eliminare quest'inciso che offrirebbe una possibilità temporanea - quindi, ad una prima lettura, limitata nel tempo, per cui secondo un certo punto di vista, giudicabile positivamente - all'esercizio venatorio di altri cacciatori.
In realtà, come si diceva prima, il vincolo alla pratica di questo tipo di attività per un lungo periodo, e comunque costantemente, mette certamente al sicuro da quelli che possono essere i rischi inerenti la sicurezza, e permette un riconoscimento diretto, da parte del cacciatore del territorio che è interessato alla propria attività.
quindi importante, per concludere, il legame stretto e la costante presenza, se così deve essere, come proposto dall'emendamento rubricato n.
285), rispetto ad una presenza sporadica e non vincolata ad un arco di tempo di un certo tipo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Biolé.
Subemendamento rubricato n. 338) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio e Lupi: Al comma 1 il secondo capoverso è sostituito dal seguente: "2. bis. La Giunta regionale, disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio temporaneo, di cacciatori residenti in altre Regioni, per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa e limitatamente al giorno di mercoledì" Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda il secondo capoverso del comma 1, quello rubricato 2 bis, della modifica del comma 2 dell'articolo 19 della legge regionale 70/1996. In questo caso, proporremmo di inserire una limitazione temporale alla terza deroga per quanto riguarda l'ammissione all'esercizio venatorio di altri cacciatori oltre a quelli già stabiliti da ATC e CA.
Noi vorremmo inserire - ovviamente si potrà modificare o fare altre proposte - una limitazione specifica alla giornata di mercoledì. Non perch il mercoledì ci piaccia di più o di meno rispetto agli altri giorni, ma per dimostrare come, a nostro avviso, si possa e si debba fare una deroga ma limitata ad un giorno alla settimana.
Non si può pensare di fare una deroga che copra tutte e sette le giornate della settimana, e quindi sia sì temporanea, come dicevamo prima ma illimitata, nel senso che tutti i 365 giorni dell'anno, magari anche a Natale, Capodanno, Pasqua e Ferragosto si possa fare questa deroga all'esercizio venatorio.
Noi abbiamo fatto questa proposta per lanciare un monito alla Giunta e anche al Consiglio per quanto riguarda la necessità di rivedere quelle che noi definiamo deroghe eccessivamente discrezionali alla facoltà di ammettere, da parte dei comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, che dei Comprensori Alpini, altri cacciatori oltre a quelli previsti dalle leggi; deroghe che non condividiamo perché non ci sentiamo rassicurati né rincuorati, come testé discusso con l'Assessore Sacchetto dalle norme europee che vengono recepite a livello nazionale. Perché per quanto sia già possibile impugnare un calendario venatorio, sappiamo benissimo, pur con tutta l'efficienza possibile dei Tribunali Amministrativi, che noi ringraziamo sempre per l'incredibile lavoro che svolgono, che le decisioni amministrative hanno il loro iter (com'è successo a noi recentemente per un ricorso al TAR in merito al trasporto di convogli nucleari), per cui richiedono del tempo; talvolta possono persino essere avanzate ammissioni di incompetenze, per cui la competenza passerebbe al Tribunale nazionale. E prima di poter ottenere una risposta su un'impugnativa di un calendario venatorio è trascorso un altro anno, in cui, peraltro, si è continuato a cacciare con le suddette deroghe, sia nei periodi temporali, che spaziali, che di numero di cacciatori.
Per questo motivo, chiediamo alla Giunta di valutare coscientemente quelli che sono i dati e le conseguenze di tali deroghe.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questa querelle di subemendamenti vuole dimostrare che, nonostante alla fine la sintesi di quello che era l'emendamento originario, il n. 5), poi diventato il n. 285) con l'inserimento di altri Gruppi di opposizione, sia stato depositato, e da noi visto poco tempo fa. Abbiamo cercato di individuare possibili modifiche in un modo piuttosto analitico.
Il vincolo, da un punto di vista spaziale, si è trasformato in un vincolo dal punto di vista temporale, cioè la costanza di presenza sul territorio dovuta al fatto di legare il cacciatore allo stesso.
In questo caso, il vincolo temporale viene diminuito, ma è la frequenza settimanale che viene definita.
In questo subemendamento viene inserita la dicitura "limitatamente al giorno di mercoledì". perché si intende limitare l'esercizio venatorio dei cacciatori residenti in altre regioni, solo ad un giorno a settimana. Ci sembra opportuno avere il giorno più distante dal fine settimana, in quanto in quei giorni il territorio potrebbe essere utilizzato per altre attività e dovrebbe essere in sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Indubbiamente esistono una serie di problematiche, e questi ultimi subemendamenti, soprattutto quello in questione, danno forza al nostro pensiero: sì, d'accordo, esiste un'emergenza che va comunque affrontata nel modo migliore, ma ci sembra che ci siano spazi per addivenire a conclusioni e sintesi il più possibile condivisibili, relativamente agli intervalli temporali.
Perché dico questo? Perché noi partiamo dal concetto di emergenza e parliamo di emergenza perché, evidentemente, qualcosa a monte non funziona.
E cosa non funziona a monte? Non funziona, come mi hanno spiegato, tutta una serie di questioni relative al fatto che nei periodi in cui si dovrebbe e si potrebbe cacciare liberamente, ci sono specie che non sono predilette dai cacciatori, quindi tendono a sovrappopolare le aree e i territori.
Bisognerebbe cercare di capire a monte perché questo succede, così come bisognerebbe cercare di capire perché la guardia provinciale e i controllori non riescono a raggiungere l'obiettivo di selezione e, quindi di limitazione della specie, che oltre certi numeri potrebbe determinare quei danni lamentati dagli agricoltori.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ho firmato volentieri questi subemendamenti perché mi lascia perplesso la lunga temporalità in cui viene concessa l'attività venatoria. Proprio in questi mesi passati, anche con l'Assessore Cirio si è espresso la necessità di rilanciare in quest'Aula il turismo del territorio.
Sicuramente questi provvedimenti venatori, soprattutto nei mesi di luglio e di agosto, non fanno lustro all'intento di questa Giunta di rilanciare il turismo in queste eccellenti nostre vallate.
Siamo tutti consapevoli della necessità di questo rilancio. Certamente la pericolosità che può avvenire a seguito di questo eccesso temporale venatorio da parte di questi provvedimenti che stanno per essere approvati non farà certo onore al turismo e alla pericolosità, visto che luglio e agosto sono i periodi in cui aumenta il flusso turistico, anche degli stessi piemontesi.
Metto in evidenza che nel nostro territorio piemontese ci sono anche specie innocue che, di per sé, non fanno danni, però non sono protette dal punto di vista faunistico.
Queste sarebbero sicuramente preda di attività venatoria.
Per questo motivo ho voluto sottoscrivere questi emendamenti e mi auguro che da parte della Giunta, e soprattutto dall'Assessore che propone questi provvedimenti venatori, vi sia un ripensamento in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ponso.
Subemendamento rubricato n. 339) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio e Lupi: Al comma 1 il secondo capoverso è sostituito dal seguente: "2 bis. La Giunta regionale, disciplina l'ammissione all'esercizio venatorio temporaneo, di cacciatori residenti in altre regioni, per il prelievo di determinate specie faunistiche stabilite dalla stessa." Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questo subemendamento intende limitare l'esercizio venatorio temporaneo dei cacciatori residenti in altre Regioni.
Sempre all'interno del primo comma dell'emendamento 285), sul secondo capoverso rubricato 2 bis, si chiede l'eliminazione di tutta quella parte che inserisce un'ulteriore deroga.
Questo perché, con le ragioni già espresse nei precedenti interventi, è molto importante riuscire a legiferare su un settore così complesso e così delicato che comporta comunque grosse conoscenze. È stato importante ascoltare Associazioni e addetti ai lavori, così come è importante avere una discussione di merito nella Commissione competente e, soprattutto, sui testi specifici che trattano questo tipo di argomento.
Tutte le parti inserite in altri tipi di testo possono emergenzialmente essere accettate, ma tutte le parti derogatorie, in realtà, riteniamo sia opportuno discuterle approfonditamente nelle sedi opportune.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il problema della mobilità inter ATC potrebbe essere spiegato dall'esigenza di mobilitare una maggior forza capace di raggiungere quell'obiettivo di limitazione. A monte, però, non abbiamo risolto il problema che prima ponevo, cioè del perché ci sia un'azione deficitaria nell'ambito degli strumenti e delle azioni finalizzate alla regolamentazione dell'ecosistema di cui stiamo parlando.
Questo è riferibile sicuramente a qualche deficienza organizzativa che può essere attribuibile ad una mancanza di organico relativo alle guardie provinciali, ma può essere anche attribuibile ad una mancanza di elementi finanziari idonei perché il tutto possa realizzarsi secondo quegli obiettivi.
Quindi, come al solito siamo costretti a parlare di emergenza e siamo costretti a adottare dei sistemi, magari mascherando una volontà che non attiene in modo specifico a quel tipo di esigenza, ma che riguarda velleità di alcune categorie come quelle di alcuni cacciatori.
E poi parleremo più avanti anche di quella che è la canna rigata perché anche questo non può che rispecchiare delle velleità relative a quell'ambito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Le analisi fatte dai colleghi che mi hanno preceduto sono sicuramente corrette, quindi queste deroghe dovrebbero andare a coprire delle carenze di quelli che sono i fondi per andare a sostenere l'operato di guardie e di personale che magari accompagna anche i cacciatori, come vedremo poi nel comma successivo. Però si potrebbero ottenere anche in altri modi ovviamente, bisognerebbe discuterne eventualmente anche attorno ad un tavolo.
Sono scettico sul fatto di ottenere dei ritorni dall'apertura in questo senso. Prima l'Assessore Sacchetto ci ha detto che comunque un eventuale cacciatore magari resta sul territorio e quindi aiuta anche il territorio nell'ottica del turismo. Però riteniamo che il turismo si possa fare anche senza portarsi dietro il fucile. Penso che i nostri territori abbiano un'attrattività in qualità e in quantità che potrebbe essere valorizzata meglio, prevedendo anche per quanto riguarda le aree protette la possibilità di ottenere dei profitti, ma in modo sostenibile e compatibile con la conservazione delle specie, della biodiversità e di quelle che sono le specificità tipiche delle aree protette, ma anche aree non protette quindi le cosiddette zone limitrofe.
Riteniamo che ricercare delle deroghe come queste presenti nel primo comma dell'articolo 7 bis, ci paiono eccessive e potrebbero apparire di più un tentativo di ottenere consenso nella cerchia bipartisan di cacciatori che sono portatori di interessi, ma riteniamo che la Regione e i Consiglieri che sono chiamati a legiferare ovviamente devono cercare di unire il bene di tutti, quindi non solo i giusti interessi di una parte, ma coniugarli ed implementarli insieme a quelle che sono le richieste, le necessità e il bene di tutti i cittadini che risiedono sul territorio.
Bisogna valutare i pro e i contro di tutto e cercare di capire quali sono le posizioni che possono garantire la migliore soddisfazione sia delle richieste che provengono da una certa categoria sia i bisogni generali di sicurezza che noi come legislatori dobbiamo garantire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Subemendamento rubricato n. 336) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 1 secondo paragrafo le parole "anche temporaneo" vengono soppresse Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Il subemendamento affronta similmente ai precedenti, ma in modo da sopprimere quella che è una parte del comma 1, il discorso del legame e del vincolo temporale di cui si parlava.
Il fatto che andiamo ad analizzare punto per punto, riga per riga espressione per espressione tutto quello che è il risultato di una limatura un po' misera limatura, a partire dall'emendamento rubricato n. 5), per arrivare all'ultimo, l'ultima stesura rubricata n. 285, dimostra che si è voluto davvero fare un certo tipo di analisi piuttosto certosina. Già nei precedenti interventi sia miei sia quelli dei colleghi che hanno sottoscritto gli emendamenti, le criticità le abbiamo un po' enunciate.
Saranno da approfondire e ringraziamo per la disponibilità chi ha stilato e redatto quest'emendamento n. 285) per venire incontro ad esigenze dettate dal fatto che c'è un testo direttamente da noi sottoscritto e che è differente rispetto alle altre proposte di legge, ma porta l'esigenza e le istanze di alcune associazioni di migliaia di cittadini piemontesi. Tutto questo mi permette di riallacciarmi a quello che è stato detto poco fa dal Capogruppo del Movimento 5 Stelle. Il fatto che si venga incontro a quelle che sono le emergenze, però inserendo all'interno di queste volontà anche parti che vanno ad ampliare possibilità non legate strettamente alle emergenze, non deve precludere che i Consiglieri che propongono gli emendamenti su questo settore così delicato possano non tenere conto di tutta l'altra enorme fetta di cittadinanza piemontese che esprime esigenze diverse. Chiaramente il fatto di mediare verrà dettato e verrà tentato all'interno della Commissione competente. Trovandoci davanti a questo testo, stiamo già cercando di farlo all'interno di ogni singolo emendamento, per quanto molto articolato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 336) va a modificare al comma 1 il secondo paragrafo quindi sempre la terza deroga riguardante l'ammissione di cacciatori extra all'esercizio venatorio all'interno degli Ambiti Territoriali di Caccia dei comprensori alpini. In questo caso, dopo avere proposto degli emendamenti che toglievano la parte della deroga, quindi la deroga ai commi 1 e 2 dell'articolo 19 della LR 70/96, la legge quadro sulla caccia, noi chiederemmo di togliere le parole "anche temporaneo", proprio per il discorso che facevamo prima. Se può sembrare quasi paradossale dire che vorremmo che non fosse un ingresso ed un'ammissione all'esercizio venatorio di altri cacciatori in deroga solo temporaneo, proprio per dimostrare il fatto che vogliamo che ci sia un nesso forte e logico, quindi di causa effetto, sul territorio. Quindi, se è vero che possiamo anche dire di ammettere cacciatori in deroga sia per quanto riguarda l'origine che per quanto riguarda le autorizzazioni di cui agli articoli 37-41, limitiamolo comunque al fatto che siano presenti continuativamente su quel territorio.
Quindi, non è che ogni volta cambia il cacciatore che viene autorizzato, ma si dà un numero ristretto di cacciatori autorizzati in deroga. Questa è l'ultima proposta di mediazione che noi facciamo su quest'emendamento.
Essendo noi all'opposizione delle opposizioni, come diciamo spesso, ci rendiamo conto che ci sarà la posizione presentata dall'Assessore Sacchetto, che sarà di un certo tipo, così descritto in questo emendamento.
Noi comunque speriamo di potere inserire qualcuna delle nostre proposte e qualche proposta di merito che riteniamo sensate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Abbiamo trovato il ritmo e anche in un certo senso il filo logico di un discorso che sarebbe bene che si possa sempre verificare quando si cerca di articolare il proprio pensiero.
Tutta questa faccenda non era nata da un equivoco, ma da una forzatura che di fatto ha determinato, per l'intervento di una parte dell'opposizione, un passo in avanti, almeno per quel che possono essere le richieste di una parte, non certo complessiva. Abbiamo dovuto prendere atto di questo e stiamo utilizzando il tempo che il Regolamento ci consente per spiegare, in parte, le motivazioni di contrarietà.
Ma, ripeto, come si è delineato, non con un atteggiamento di ostruzionismo tout court, ma perché riteniamo che ci siano gli spazi. Da un primo abboccamento con l'Assessore pare si siano determinati degli spazi per poter salvare - consentitemi il termine - "capra e cavoli" e, in questo caso, gli elementi di alimentazione per alcuni animali.
Alcuni animali che noi non vediamo assolutamente di buon occhio che si possano ammazzare con l'arte venatoria, anche in determinati periodi relativi alla procreazione o all'allattamento.
Riflettiamo su questo, perché è un elemento che sicuramente non solo gli animalisti, ma a tutti quanti dovrebbe interessare.



PRESIDENTE

Informo i colleghi, che ne hanno fatto richiesta, che devono essere illustrati ancora circa quaranta subemendamenti.
Quindi, assolutamente, fino alle ore 18.30 abbiamo tutto il tempo per passare su altri argomenti del collegato.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ribadisco la perplessità su questi "provvedimenti venatori" (tra virgolette) del collegato n. 101 che ci danno l'impressione di fare in maniera che tutto avvenga in modo scoordinato e che sia mosso dal desiderio di portare a casa, forse, in fretta dei provvedimenti che possono essere la conclusione di quelle che sono state le promesse al mondo venatorio.
Questo a tal punto - e mi soffermo nuovamente sulla vocazione turistica del territorio piemontese - di favorire la temporalità più lunga di questo esercizio venatorio in luoghi che possono essere egregi dal punto di vista turistico, a tal punto da farci comprendere o farci convincere che l'attività venatoria stessa è frutto di un miglioramento del turismo quindi, è frutto di una migliore economia delle zone che, ahimè, sono carenti dal punto di vista economico, quali le nostre vallate alpine, di cui fa parte circa il 60% del nostro territorio piemontese. Quindi, è vista un po' come valvola di sfogo o un volano per fare rifiorire l'economia della zona.
Ritengo che questa sia una strada sbagliata dal punto di vista turistico e continuo a sostenere che l'attività venatoria è anacronistica.
Forse, andava bene ai tempi in cui a Torino sedeva un re, che ogni tanto si dilettava, tra le altre cose e tra gli impegni del regno (non lo metto in dubbio), a recarsi magari alla Reggia di Racconigi e di svolgere un'azione venatoria con i suoi amici cortigiani, i nobili e quant'altri.
Questa attività venatoria la ritengo quindi anacronistica. Sicuramente non la strada giusta per favorire un turismo e un rilancio delle nostre vallate.



PRESIDENTE

Passiamo al subemendamento n. 346, che ritengo pleonastico, in quanto recita: "Al comma 1, dopo le parole 'specie faunistiche' sono inserite le parole 'incluse nell'elenco di quelle potenzialmente cacciabili ai sensi della legislazione nazionale'".
L'emendamento è dunque considerato irricevibile.
Subemendamento rubricato n. 340) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 1 il terzo capoverso è sostituito dal seguente: 2 ter. La disciplina di cui al comma 2 bis, deve prevedere l'obbligo di accompagnamento del cacciatore, da parte di due persone esperte, incaricate dagli A.T.C. o C.A. interessati, e che abbiano seguito un corso formativo secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale. Il cacciatore accompagnato non è soggetto alle disposizioni di cui agli articoli 37 e 41.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento passiamo alla parte relativa al capoverso 2 ter del primo comma dell'articolo 7 bis che si vorrebbe inserire con l'emendamento n. 285.
Si chiede una modifica che, in realtà, è molto piccola, ma che riteniamo sia sostanziale. In pratica, se il provvedimento così redatto verrà votato positivamente e prevedrà l'inserimento e l'ammissione di cacciatori provenienti da altri territori (quindi da altre regioni da stati esteri), chiediamo che ci sia comunque un obbligo: l'obbligo di accompagnamento di questi cacciatori da parte di due persone esperte incaricate da ATC e CA e che abbiano seguito un corso formativo, secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale.
Questa è un'altra indicazione che non vuole assolutamente creare un ostacolo, ma vuole vincolare e rendere regolari e più sicuri gli interventi di cacciatori provenienti da altri territori.
Ci pare importante che l'obbligo di quest'accompagnamento debba essere assolutamente stabilito. Nell'emendamento n. 285) è inserita la possibilità di avere un accompagnamento. Quindi ritengo sia necessario prevedere quest'obbligo di accompagnamento.
Il subemendamento è a tutela del territorio, di chi lo frequenta e di chi vi opera, ma in particolar modo anche dei cacciatori stessi. È chiaro come si diceva prima, che una disciplina che implica un certo rischio e una certa pericolosità dev'essere esercitata secondo criteri che possano garantire sicurezza agli operatori stessi che fanno questo tipo di attività. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Con questo emendamento testé illustrato dal collega introduciamo il discorso successivo, che è un altro dei punti che stanno a cuore sull'articolo 7 bis, presentato in modo congiunto - penso almeno di aver capito così - da maggioranza e da una parte dell'opposizione. Prima ne abbiamo parlato con l'Assessore Sacchetto, che non so se adesso ascolta o meno, e avevamo concordato con il fatto che, in effetti, il "poter prevedere" l'obbligo di accompagnamento è un po' debole, come proposizione.
Inserire quindi il "prevede" - o meglio ancora il "deve prevedere" l'obbligo di accompagnamento per noi risolverebbe tutte le problematiche riguardanti il primo capoverso del comma 2 ter.
Sappiamo tutti infatti che il concetto di "possibilità" fa rientrare tutto nell'ambito dell'aleatorietà e quindi capiamo che - con i problemi economici, con le difficoltà, con il fatto che facciamo delle deroghe a questi cacciatori provenienti a titolo oneroso anche da ambiti esterni diventa poi complicato, se non c'è la cogenza del testo di legge, dover introdurre quest'obbligo di accompagnamento. Una semplice modifica da "può" a "deve", nel prevedere l'accompagnamento del cacciatore da parte di due persone esperte incaricate dall'ATC e dal CA, risolve la problematica.
Noi riteniamo anche - mi porto un po' avanti con il lavoro, ma poi lo riprendiamo successivamente - che pure il cacciatore accompagnato dovrebbe essere in ogni caso soggetto alle disposizioni di cui agli articoli 37 e 41, cioè le autorizzazioni, perché altrimenti tariamo due pesi e due misure, come spesso purtroppo succede in Italia: alcuni fanno dei corsi per avere delle autorizzazioni e altri invece no. Noi riteniamo che in questo caso gli ambiti siano due, ma ne parlerò successivamente anche per non abusare del tempo concessomi in quanto ho già superato i due minuti a disposizione, anche se il Presidente Placido al momento è lievemente distratto; e se è distratto, io vado avanti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Subemendamento rubricato n. 341) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso e Lupi: Al comma 1 il terzo capoverso è sostituito dal seguente: 2 ter. La disciplina di cui al comma 2 bis deve prevedere l'obbligo di accompagnamento del cacciatore da parte di personale esperto, incaricato dalla regione e che abbia seguito un corso formativo secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del subemendamento 341) a firma dei colleghi Biolé, Bono, Buquicchio, Ponso e Lupi.
Il primo firmatario è stato bruciato sul tempo, perché ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Questa volta sono stato più veloce.
Riparto in questo caso dal discorso che avevo terminato nell'illustrazione del precedente emendamento, perché questo argomento riguarda proprio quanto dicevo prima. Riteniamo che sarebbe meglio togliere anche il secondo capoverso, quindi la parte che recita "il cacciatore accompagnato non è soggetto alle disposizioni di cui agli articoli 37 e 41", sempre del testo di legge quadro sulla caccia, che riguarda banalmente adesso non sto a rileggere il testo - le autorizzazioni concesse per detti cacciatori.
In questo caso, come ho detto, introdurremmo una norma che potrebbe essere anche particolarmente spiacevole, soprattutto per gli estensori di quest'articolo, in quanto andrebbe di fatto a creare delle disparità tra cacciatori che devono fare un iter di autorizzazione e altri che invece non dovrebbero farlo, soprattutto questi che vanno in deroga. Sarebbe una deroga di secondo livello, di un piano superiore: da una parte c'è la deroga di area geografica e anche di tipo temporale, in quanto è data la possibilità tutti i giorni di fare attività venatoria su un territorio che non è il proprio - cosa che noi abbiamo contestato precedentemente - e adesso c'è una deroga su un piano più alto, una deroga normativa, cioè quella di dire che questi cacciatori, oltre ad avere queste deroghe di cui abbiamo detto prima, non hanno bisogno dell'autorizzazione, oltre a "poter" e non a dover essere accompagnati.
In questo caso riteniamo quanto mai necessario togliere questo dato proprio perché secondo me la norma verrebbe accolta; diamo quindi un suggerimento sicuramente utile a coloro che hanno scritto l'emendamento.
Ripeto infatti che altrimenti la stesura prevista creerebbe cacciatori di serie A e cacciatori di serie B: cacciatori che possono svolgere la loro attività venatoria senza aver bisogno di quelle autorizzazioni richieste invece normalmente dalla Regione per gli altri cacciatori di serie B che dovrebbero incorrere nelle solite problematiche di avere, quantomeno, le autorizzazioni. Non che noi vorremmo togliere a tutti le autorizzazioni: noi intendiamo naturalmente estenderle, perché se c'è bisogno di queste autorizzazioni una motivazione ci sarà: se il legislatore le ha precedentemente inserite vuol dire che qualche motivazione dietro c'è.
Una di queste motivazioni fa il paio con quanto abbiamo detto prima e cioè che la presenza e il radicamento sul territorio si fortificano e si rafforzano con l'autorizzazione, che dimostra che un cacciatore è quasi abilitato a fare quel che fa all'interno del suo territorio. Se noi togliamo questo per una parte di cacciatori che viene autorizzata in deroga, il discorso logico viene a cadere e per questo presentiamo questo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Andiamo ancora a ridefinire bene il terzo capoverso, quello intitolato 2 ter, al primo comma dell'articolo 7 bis che si andrebbe a inserire all'interno del collegato alla finanziaria. Questo subemendamento presenta due modifiche sostanziali rispetto al testo dell'emendamento congiunto.
Innanzitutto l'incarico viene dato direttamente dall'Ente Regione, rispetto al testo originario che invece parla di un incarico dato da ATC o CA; in secondo luogo c'è una sottolineatura di quel che dev'essere un corso formativo. Quindi, dopo l'eventuale approvazione di queste misure, la Giunta dovrebbe poi dettare le disposizioni per corsi formativi per questo personale esperto che dovrà accompagnare - "deve" assolutamente, in modo perentorio - i cacciatori che sono ammessi da aree non proprie oppure sulle quali risiedono ma non effettuano direttamente l'attività venatoria di cui si parla nell'emendamento.
Inoltre, all'interno del testo originario dell'emendamento che inserirebbe l'articolo 7 bis, si parla del "cacciatore accompagnato non soggetto alle disposizioni di cui agli articoli 37 e 41" (ovviamente parliamo del testo originario, che è la legge regionale 70), parte che verrebbe stralciata, anche questo a protezione dei cacciatori stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso che, intervenendo in qualità di Consigliere, si appresta a raggiungere la postazione presso il suo Gruppo: gli sconterò i secondi del tragitto. Prego, collega.



PONSO Tullio

Dicono che l'Ufficio di Presidenza è un privilegio e sono onorato di essere lì - indegnamente - con voi, ma c'è sempre questo tragitto per raggiungere la postazione, dove devo riuscire ad esprimere le mie idee e trasmetterle ai colleghi.
Continuo ad essere perplesso e anche stupito del metodo con cui, un provvedimento venatorio di tal portata, viene inserito nel disegno di legge n. 101.
Mi associo alle perplessità che i Consiglieri hanno espresso in precedenza e vorrei soffermarmi sulla disparità, a livello di attività venatoria, dei cacciatori. Alcuni hanno l'obbligo ad usare il patentino altri, abilitati a determinati territori, arrivando anche da fuori regione quindi a dispetto dei cacciatori stessi, non hanno il patentino e sono autorizzati ad agire, ad esprimere la loro attività venatoria, nel nostro territorio. Territori particolari quali quello montano che, ripeto racchiude il 50% del territorio piemontese.
Cacciatori, quindi, che esercitano l'attività venatoria in situazioni di privilegio rispetto ad altri colleghi che, dal punto di vista oneroso e dal punto di vista dello studio per ottenere questo patentino riuscirebbero ad ottenere le stesse cose, ma ad un prezzo più alto.
Mi rendo conto che, probabilmente, approvare frettolosamente il provvedimento è dovuto ad un riconoscimento che si deve esprimere a livello dell'ambiente venatorio. Ripeto, non è il metodo per presentare una legge un provvedimento sulla caccia, così importante e così invasivo. Sarebbe opportuno esprimerlo in una dignitosa Commissione in cui tutti possono esprimersi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Parliamo di difficoltà economica, parliamo anche di una gran difficoltà per stare dietro, sul piano finanziario, alle esigenze che riguardano il settore nell'ambito del controllo, cioè di quella parte che dovrebbe determinare a monte quello che prima dicevo. Parliamo di emergenza e siamo costretti a ricorrere a un provvedimento in questo ambito, quindi relativi all'emergenza stessa perché, a monte, sul piano organizzativo, c'è qualcosa che non funziona.
Parliamo anche della possibilità di un ritorno economico in senso lato sul versante turistico. Ho sentito parlare, ma non in quest'occasione, n in Commissione né nei luoghi idonei - ho seguito un pourparler sull'argomento - relativamente all'utilizzo della fauna abbattuta a fini sociali. Perché non si investe quel poco che potrebbe essere necessario ai fini delle istituzioni di un laboratorio di macellazione che possa utilizzare il prodotto finale dell'arte venatoria e diventare poi un prodotto pari ad altri che riguardano la commercializzazione della carne.
Utilizzare questo a scopi sociali, cioè poter attribuire a coloro che ne hanno realmente bisogno una distribuzione di carne a prezzi accessibili quasi gratuiti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Subemendamento rubricato n. 342) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio e Lupi: Al comma 1 il terzo capoverso è sostituito dal seguente: "2 ter. La disciplina di cui al comma 2 bis, deve prevedere l'obbligo di accompagnamento del cacciatore da parte di personale esperto, incaricato dalle Province e che abbia seguito un corso formativo secondo le disposizioni dettate dalla Giunta regionale" L'emendamento rubricato n. 342 viene dato per illustrato dal proponente (in quanto simile all'emendamento rubricato n. 341.
Subemendamento rubricato n. 363) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso e Lupi: Al comma 2 il primo capoverso è soppresso La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Andando ad analizzare nelle sue varie parti l'emendamento, è stato già disquisito ampiamente dal sottoscritto, dal Consigliere Bono e dagli altri Consiglieri firmatari sul comma 1 dell'emendamento n. 285.
Passiamo a quello che è il secondo comma. Questo, ricordiamo, deriva da una proposta arrivata dopo alcune sedute, da parte del Partito Democratico.
Mentre il primo comma era di volontà dei proponenti dell'originario emendamento n. 5), questa parte deriva dalla volontà del gruppo di minoranza del Partito Democratico.
Su questo comma andremo ad analizzare, via via con i vari emendamenti tutte le varie espressioni, tutte le varie parti e in questo caso, come nella discussione precedente, ci sarà un'analisi puntuale di tutte le criticità relative agli interventi di contenimento straordinario. O meglio alla proposta presente nell'emendamento n. 285 relativa agli interventi di contenimento straordinario che vanno ad inserirsi all'interno della legge n. 70 come articolo aggiuntivo, cosiddetto 29 bis.
Il subemendamento specifico di cui stiamo parlando, sopprime il primo capoverso del comma 2, per motivazioni già dette e ridette. È utile ribadire che chiaramente si può trovare una mediazione sulle degenze dei vari gruppi che hanno presentato le varie proposte di legge in tema di prelievo venatorio, ma il caposaldo, da cui partiamo per questa mediazione è che queste misure, tutte le misure, sarebbe utile trattarle all'interno di un contesto espressamente dedicato.
Il contesto della Commissione che già ha avuto modo di ascoltare soggetti interessati ed esperti di questo settore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo esaurito gli emendamenti riguardanti il comma 1 dell'articolo 7 bis e siamo passati all'analisi degli emendamenti riguardanti il comma 2 che introduce l'articolo 29 bis, ovviamente dopo l'articolo 29 della legge quadro n. 70 del 1996 sulla caccia. In questo caso riguarda interventi di contenimento straordinario. Se prima riguardava le deroghe per i cacciatori, in questo caso riguarda gli interventi di contenimento e i piani relativi per quanto riguarda le specie cacciabili e selvatiche.
In questo caso vi sono dei punti, anche per noi fondamentali, che non li possiamo ritenere derogabili, tra cui anche l'inserimento al comma 1 del parere della Commissione consiliare competente, in quanto anche in questo caso si dà un eccessivo potere alla Giunta che ha già tutte le sue vie strade e potenzialità, facoltà, capacità e competenze per poter deliberare e proporre disegni di legge; tra l'altro, ricordo che sono già state audite nella Commissione competente le associazioni e tutti gli Enti interessati per quanto riguarda le quattro proposte di legge inerenti la caccia. Ci dimostra che la Giunta dispone di propri strumenti.
In questo caso, non vogliamo stravolgere completamente l'intestazione dell'articolo, ma inserire almeno il parere della Commissione consiliare competente.
Al momento non vedo l'Assessore Sacchetto, ma sappiamo essere presente l'Assessore Cavallera, per cui la Giunta è ben rappresentata! Noi riteniamo che almeno il parere della Commissione consiliare competente possa essere dovuto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Avevo piacere di intervenire, perché in tal modo posso interloquire col Vicepresidente Cavallera, che mi è particolarmente simpatico.
Il problema è che dovremmo prendere esempio da questa vicenda per comprendere tutti insieme che non bisogna partire con il piede sbagliato.
Il fatto di voler introdurre nell'assestamento di bilancio - documento molto importante per la Regione, che si sarebbe dovuto e potuto concludere molto tempo fa, parlando di cose molto più inerenti l'argomento - questo capitolo, per quanto molto controverso, avrebbe richiesto quantomeno il rispetto delle parti. Perché è legittimo pensarla in un modo, così come lo è pensarla nell'altro, per cui non criminalizzo coloro che godono nell'arte venatoria, né i colleghi che pensano di dover tutelare e rappresentare quel mondo. È legittimo e non è assolutamente da condannare.
Tuttavia, si sapeva che l'argomento avrebbe incontrato degli scogli o comunque, degli elementi di rottura. Dunque, non è stata assolutamente una scelta saggia quella di aver costretto l'opposizione a presentare in una prima istanza quasi 200 emendamenti (non so, poi, quanto sia elegante farli decadere con il ritiro dell'emendamento originale).
Indubbiamente c'è stato un passo avanti, però sofferto. Questa sofferenza la manifestiamo tutta nei contenuti delle argomentazioni che insieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle, stiamo cercando di esplicitare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 299) presentato dal Consigliere Taricco: All'emendamento n. 285) al disegno di legge n. 101 dopo le parole "29 bis.
(Interventi di contenimento straordinari) 1. La Giunta regionale" sono inserite le seguenti: ", sentita la Commissione consiliare competente".
Essendo assente il firmatario, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 361) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso e Lupi: Al comma 2, primo capoverso, la parola "Gestione" è sostituita con la parola "tutela".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questo subemendamento va a ridefinire in modo più idoneo il secondo comma dell'emendamento n. 285), sostituendo il primo capoverso come segue: "La Giunta regionale per le esigenze ambientali, di gestione del patrimonio zootecnico" con "La Giunta regionale per le esigenze ambientali, di tutela del patrimonio zootecnico". Questo perché ci sembrava più confacente, come termine, alle funzioni cui la Giunta regionale è demandata, per rimanere all'interno di quello che è il dettaglio, nel merito, del subemendamento.
Tornando, invece, ad una disquisizione più ampia sull'emendamento n.
285), quindi sulla volontà di inserire misure non così di dettaglio ma abbastanza ampie per quanto riguarda il prelievo venatorio all'interno di un disegno di legge, che, come abbiamo avuto modo di dire molte volte, non dovrebbe presentare, soprattutto in settori così delicati e di dettaglio anche da un punto di vista tecnico, come quello venatorio...
Il comma 2 che, come ho detto, è stato redatto dal Gruppo del Partito Democratico, necessiterebbe, a nostro avviso, di qualche correzione utile.
Alcune potrebbero essere di dettaglio, e le stiamo proponendo attraverso questi emendamenti, altre, invece, potrebbero più concettuali, come l'eliminazione, ad esempio, per evidenti motivi, della possibilità di richiesta, direttamente dai soggetti gestori delle aree protette, di piani di contenimento che devono poi essere approvati dalle Province.
Qui c'è tutto un discorso legato ad un altro provvedimento ancora quello relativo alla riorganizzazione delle aree protette, di cui si è discusso nella Commissione competente. Il fatto di inserire all'interno di questo comma la possibilità dei soggetti gestori delle aree protette non ci fa ben pensare, perché ritorna la volontà di un eventuale prelievo venatorio legato a questo tipo di aree. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento si ascrive sempre alla discussione sulle modifiche che noi sommessamente vorremmo introdurre al comma 2 dell'articolo 7 bis.
In questo caso, si vorrebbe sostituire la parola "gestione" al primo capoverso del comma 2 con la parola "tutela", in quanto rientra nell'ordine delle competenze della Regione, che può promuovere e favorire la tutela di quelle che sono le parti del suo territorio.
Noi riteniamo che un emendamento del genere possa trovare accoglimento e fare il paio con quanto detto prima in merito alla necessità di sentire anche la Commissione consiliare competente. Altrimenti, andremmo a privare di senso e di logica quelle che sono le nostre riunioni e le sedute di Commissione, e quindi il ruolo fondamentale, qualora non legislativo, anche semplicemente di esprimere dei pareri ed eventualmente proporre delle modifiche anche in merito ad interventi di contenimento straordinario per quanto riguarda la caccia.
Senza l'aggiunta di questa definizione la nostra posizione sull'intero corpo del comma 2 diventa puramente negativa. Anche perché la Giunta regionale darebbe, comunque, un incarico notevolmente complesso, delicato e oneroso alle Province, in merito ai piani di contenimento straordinari. Da qui, la domanda sorge spontanea: le Province sono in grado di svolgere il ruolo che la Regione vorrebbe loro assegnare per quanto riguarda l'autorizzazione ai cacciatori, nominativamente indicati, anche a titolo oneroso? Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, forse è irrituale, ma vorrei chiedere, visto e considerato che fra dieci minuti arriverà il Presidente Cota, se i colleghi della maggioranza, la Giunta, ma soprattutto lei, siete d'accordo, di interrompere i nostri lavori per dieci minuti, anche per poter andare al bar a prendere qualcosa da bere, perché non mi sembra che cambi nulla.



PRESIDENTE

La ringrazio della sua proposta, ma penso sia più corretto proseguire come da o.d.g. e secondo quanto concordato.
Prego, continui, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Ritornando alle questioni che stavamo affrontando, sicuramente c'è tutta una serie di elementi che anche con la proposta dei colleghi del PD possono essere definite, se viste in un certo punto di vista e in una certa ottica, migliorative, ma non sono sufficienti, perché se andiamo ad analizzare nel dettaglio alcuni elementi, anche lì dove si è voluto migliorare un determinato ambito, forse alla fine si è causato un danno maggiore.
Per questo motivo ci siamo permessi, ritenendo di averne non solo il diritto ma anche il dovere, di proporre questa azione che dovrebbe essere finalizzata al raggiungimento di obiettivi sostenibili e compatibili tra le varie esigenze, esigenze che vedono da sempre scontrarsi due diverse filosofie: quella del cacciatore e quella dell'animalista. Sono due filosofie rispettabilissime, ma è necessario, proprio perché ambedue sono rispettabili, cercare, nell'ambito delle soluzioni amministrative e politiche, dei punti di convergenza che non tocchino la suscettibilità di nessuno, considerato, per di più, che stiamo parlando di questo argomento nell'ambito di una discussione che riguarda il collegato, che di tutto avrebbe dovuto veder parlare, tranne che di questa questione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Subemendamento rubricato n. 306) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 2, primo capoverso, tra le parole "la prevenzione dei" e le parole "rischi a persone e cose" è inserita la parola "potenziali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
In questo caso, al secondo comma e secondo capoverso vorremmo inserire la parola "potenziali" per identificare i rischi o quelli che potrebbero essere i rischi rispetto a persone e cose.
Riteniamo importante sottolineare che i rischi prevenuti possono possedere una probabile potenzialità, perché trattandosi di rischi non accertati potrebbero non essere prevenuti.
Da questo punto di vista è semplicemente un'aggiunta che ridefinisce meglio l'espressione del primo capoverso, quindi del primo comma del potenziale articolo 29 bis della legge 70.
Tutto sommato, ripetendo e rivedendo l'espressione del seconda comma si va a delineare una definizione più dettagliata, inserendo questi aggettivi che ci sembrano importanti, sempre nel contesto di cui si diceva prima, cioè rispetto al fatto che per noi è molto importante che questi piani di prelievo straordinario non ricadono all'interno delle aree protette.
Grazie.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo caso, sempre al comma 2 primo capoverso chiediamo l'inserimento della parola "potenziali", dopo "i rischi a persone e cose".
Ci rendiamo conto che l'esercizio dell'attività venatoria potrebbe essere pericolosa, quindi occorre affrontare l'ultimo comma dell'articolo 7 bis che riguarda l'utilizzo della canna da anima liscia, consentito per la caccia di selezione di ungulati, nell'ambito dei piani di prelievo.
Occorre capire insieme all'Assessore Sacchetto, che ha dato una propria lettura ed una propria interpretazione, se è più o meno pericoloso l'esercizio dell'attività venatoria con la canna da anima liscia rispetto all'utilizzo della canna da 12.
In questo caso parliamo di danni causati dalle specie animali soprattutto gli ungulati, agli agricoltori e agli altri attori del territorio, quindi dobbiamo capire esattamente come conciliare l'esigenza della difesa degli interessi delle aziende che operano nel territorio quindi soggetti ad attività venatoria, e il corretto esercizio di un'attività che va regolamentata.
Non si po' deregolamentare totalmente, proprio perché avremmo effetti peggiori dei benefici che ne otterremmo, e anche effetti peggiori di quello che avevamo precedentemente senza deregolamentazione.
In questo caso bisogna capire bene ed evitare che la Giunta regionale passi la palla scottante, la palla avvelenata, alle Province, e che le stesse, su richiesta dei Comitati dell'ATC e soggetti gestori dell'area protetta (ma comunque anche concessionari di aziende faunistiche, venatorie e agro-turistico venatorio), approvino questi piani di contenimento prevedendo una deregolamentazione eccessiva, che non mette a riparo la sicurezza e i rischi.
Proprio per questo chiediamo di inserire la parola "potenziali".



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Subemendamento rubricato n. 307) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 2, primo capoverso, la parola "annualmente" è sostituita con "periodicamente".
Subemendamento rubricato n. 360) presentato dai Consiglieri Biolé, Bono Buquicchio, Ponso, Lupi: Al comma 2, primo capoverso, la parola "annualmente" è sostituita con "semestralmente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo caso, al posto della parola "annualmente" chiediamo di inserire "periodicamente" o, come nell'emendamento successivo, il termine "semestralmente", in quanto, per l'esigenza ambientale di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo, le produzioni zootecniche stesse ed agro-forestali, la prevenzione dei rischi potenziali a persone e cose, ci sembra non corretto definire annualmente, anche a seguito delle discussioni avuti con tecnici della materia, l'elenco delle specie oggetto di controllo straordinario.
In questo caso, la determinazione dell'elenco delle specie oggetto di controllo e di interventi di contenimento straordinario dovrebbe essere più circoscritta, quindi non con piani annuali, ma con piani o semestrali o comunque, con una periodicità diversa.
Proprio per questo chiediamo di inserire, sempre al primo capoverso del comma 2 dell'articolo 7 bis, la dicitura "periodicamente", oppure valutare insieme alla Giunta qual è l'asso temporale più corretto per determinare quali sono le specie oggetto di contenimento straordinario, anche perché a seconda del periodo dell'anno possono variare le specie che insistono sul territorio - penso ad esempio i volatili, ma in questo caso parliamo soprattutto di ungulati - che hanno bisogno di interventi di contenimento straordinari, sempre - ribadisco - sentendo la Commissione consiliare competente.
Quindi, la questione è anche di forma, non solo di contenuto e di periodo temporale, ma anche di forma, proprio perché chiediamo fortemente che la Giunta inserisca al primo comma anche il parere, meglio addirittura se vincolante, della Commissione consiliare competente.
Queste nostre richieste vertono su questa parte di discorso, oltre al dubbio che abbiamo già discusso precedentemente con l'Assessore Sacchetto per l'inserimento di soggetti gestori dell'area protetta all'interno di quegli Enti e di quegli attori del territorio che dovrebbero insieme alle Province proporre ed approvare i piani di contenimento, proprio per capire se un discorso di area vasta, quindi gli animali non sono confinati nelle aree protette ed escono e si muovono anche su altri territori, oppure se questo prevede, di pari passo con l'analisi delle modifiche al testo unico sui parchi e la biodiversità che sarà presto in Aula, un aggancio con gli stessi caratteri derogatori anche all'interno delle aree protette stesse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Mi pare che nella sua illustrazione lei sia intervenuto su tre subemendamenti, parlando di area vasta sia annualmente sia semestralmente che periodicamente.
Lo interpreto in maniera troppo estensiva? Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Anch'io andrò a definire almeno un paio di quelli che sono i dettagli che vorremmo dare a questo tipo di emendamento.
Si ritiene opportuno con le due diciture che vanno a definire temporalmente, quindi il fatto che la definizione di questi piani deve essere non solo annuale, ma può essere ridefinita in un periodo più breve quindi con una frequenza più vicina, con l'avverbio "semestralmente".
Invece si slega da quello che può essere un vincolo temporale tramite la dicitura "periodicamente".
Riteniamo opportuno non porre un vincolo alla frequenza di produzione dell'elenco delle specie oggetto di controllo straordinario.È possibile infatti, avere contingenze impreviste che devono essere affrontate in modo istantaneo ed immediato per poter ridurre le criticità derivate dai potenziali rischi, oppure in modo più assiduo definire quelle che sono le specie oggetto di controllo straordinario.
possibile una variazione nell'arco dell'anno che è dovuta a diverse variabili; proprio per questo pensiamo che sia giusto rendere più flessibile o quanto meno dare una frequenza più assidua a questo tipo di definizioni. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, con i subemendamenti rubricati n. 307) e n. 360), sospendiamo, così come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, l'illustrazione dei subemendamenti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Informativa del Presidente della Giunta regionale, Cota, inerente a "Problematica Sanità"


PRESIDENTE

Passiamo all'informativa del Presidente della Giunta regionale onorevole Roberto Cota, così come concordato nella Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Presidente della Giunta regionale.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente e colleghi Consiglieri.
Aderisco all'invito atto di rendere quest'informativa al Consiglio regionale.
In data 27 maggio 2011, come sapete, c'è stata una serie di provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria; provvedimenti che si sono caratterizzati in una serie di ordinanze di custodia cautelare e in un avviso di garanzia, recapitato all'Assessore alla sanità, Caterina Ferrero.
In conseguenza di questi provvedimenti, come Presidente della Regione avevo accettato la remissione delle deleghe - tutte le deleghe - che l'Assessore Ferrero aveva presentato in quella data, senza indugio, proprio il giorno 27 maggio. Quindi, dal giorno 27 maggio l'Assessore Caterina Ferrero, per ragioni di garantismo - che è dovuto come dato acquisito - e per ragioni di opportunità e di funzionalità dell'Ente, non si è più occupata di sanità e neanche di assistenza. Io stesso, come Presidente della Regione, non le ho assegnato, dal 27 maggio fino a ieri, alcuna delega, proprio perché intendevo lasciare piena autonomia all'Autorità giudiziaria per lo svolgimento dell'inchiesta, in attesa che si chiarissero e si definissero le modalità e le caratteristiche di quest'inchiesta ed anche la posizione dell'Assessore Ferrero.
L'Assessore Ferrero aveva pensato di rimettere le deleghe e di rimanere Assessore; io stesso avevo condiviso questa posizione, anche alla luce del fatto che in quel giorno ed in un primo tempo la sua posizione all'interno dell'inchiesta era stata ritenuta marginale.
Ieri il GIP di Torino - anzi, l'altro ieri, perché ieri è stato eseguito - ha emesso un provvedimento cautelare nei suoi confronti. A questo punto, con tempestività, proprio perché si creava un problema, oltre che di opportunità anche di funzionalità della Regione, l'Assessore Ferrero si è dimessa anche dall'incarico di Assessore senza deleghe.
Questo è il completamento e il resoconto di quello che è successo.
Come Presidente della Regione, ritengo di avere tutelato sotto questo profilo l'Ente Regione sia dal punto di vista dell'opportunità sia dal punto di vista della piena funzionalità.
Questi sono i fatti.
In ordine alla situazione della sanità potrei richiamare quello che ho detto nel precedente intervento in Consiglio regionale, ma ovviamente lo riassumo, perché è giusto, essendo qui davanti a voi, che riassuma i concetti, che poi sono i concetti che ho richiamato in allora, non essendo cambiato nulla e discutendo di una situazione che già allora si era verificata.
Ritengo assolutamente necessario andare avanti nell'azione di riforma del nostro sistema sanitario, un'azione di riforma nella quale noi crediamo fortemente, perché questo tipo di riforma è necessaria per creare un sistema di sanità che sia efficiente e che possa reggere strutturalmente negli anni ad un'esigenza di razionalizzazione della spesa, senza ovviamente penalizzare i servizi. Ma, se è possibile, un sistema in grado di dare anche quei servizi migliori e aggiuntivi che sono richiesti dall'esigenza di sviluppo di una sanità moderna.
Questo tenendo conto anche del fatto che occorre una ricalibratura. Ci è necessario anche per quanto riguarda il futuro, perché la sanità di oggi è diversa rispetto alla sanità di dieci o di vent'anni fa e perché le condizioni di vita di oggi sono diverse dalle condizioni di vita di dieci o vent'anni fa.
Pertanto, è sicuramente necessario realizzare un equilibrio tra la sanità di territorio, tra la sanità all'interno degli ospedali e, quindi per la cura delle cosiddette acuzie, la sanità delle cosiddette post acuzie, tenendo conto del fatto che l'età media si è molto innalzata (86 anni per le donne e di 83 anni per gli uomini). Quindi, un sistema sanitario moderno deve funzionare molto bene, sotto il profilo della prevenzione, come sanità di territorio; deve funzionare, secondo i parametri che abbiamo oggi, la sanità degli ospedali e, direi, deve funzionare ancora meglio la sanità delle cosiddette post-acuzie.
La riforma prevede una messa in rete delle strutture ospedaliere proprio per creare dei meccanismi a "prova di bomba" che consentano di calibrare i servizi, con la presenza dei servizi in base a quelle che sono le esigenze effettive del territorio, in base alle esigenze oggettive e non in base ad esigenze che magari sono soggettive e portate dalla volontà di realizzare qualcosa in un luogo e magari qualcosa in un altro luogo.
L'oggettività è quella che è determinata dall'esigenza obiettiva del territorio e dai flussi dei pazienti, non è opinabile, è qualcosa di assolutamente tecnico e oggettivo. La riforma con la messa in rete degli ospedali servirà proprio a questo.
Io, ovviamente, come ho detto anche nella passata seduta, sono rimasto molto colpito da questa vicenda e da questa inchiesta, ed è mia intenzione agevolare in ogni modo la massima chiarezza e la massima trasparenza e, in ogni modo, l'operazione di isolamento e, quindi, di messa fuori dal cesto di eventuali "mele marce", se dovessero esservi. Abbiamo anche (perché era dovuto, ma l'abbiamo fatto con convinzione) provveduto alla nomina e alla sostituzione del Commissario straordinario dell'ASL Torino 5.
Credo nelle iniziative avviate e le voglio assolutamente portare avanti con grande determinazione.
Per farlo ho assunto le deleghe alla sanità in questo periodo. Non potrò evidentemente tenerle né in eterno, né per molto tempo, ma le ho assunte in questo periodo sia perché c'era questa esigenza di chiarezza sia perché l'ho ritenuto un gesto di responsabilità. Ho ritenuto anche utile in questo momento delicato, offrire proprio tutto il mio impegno e tutto il mio impulso all'azione del governo regionale in tema di sanità. Lo ritenevo utile e necessario.
A questo proposito sto lavorando, insieme al Direttore, l'ingegner Monferino, per la predisposizione del Piano Socio Sanitario, che è l'altra gamba della riforma, e soprattutto per fare in modo che all'interno di detto Piano sia esplicato con chiarezza il modello degli ospedali in rete in maniera che ciascuno possa sapere come funziona, senza infingimenti senza correre il rischio di andare sul territorio a dire delle mezze verità.
Io sono per la verità e la verità si dice anche spiegando il modello proposto, perché il modello è giusto, perché il modello che prevede la messa in rete tiene conto di esigenze obiettive del territorio.
Lancio questa idea. Sono comunque disponibile a fare subito un confronto con i Capigruppo in via preventiva, magari provando ad esaminare in prima battuta, una rete per vedere proprio come funziona questo modello.
Quindi sono disponibile a confrontarmi con voi.
Sono favorevole a qualunque tipo di iniziativa il Consiglio regionale intenda adottare all'insegna della chiarezza e della trasparenza all'insegna dell'approfondimento, qualunque tipo di approfondimento, sulle vicende avvenute e in corso di svolgimento. Non mi interessa se la proposta arriva dalla maggioranza o dall'opposizione: vi aderisco e sono favorevole.
Personalmente, come Governo regionale, ha un'intenzione che è frutto di un'idea che ho maturato in questi primi dodici mesi di governo. L'idea e la conseguente intenzione si tradurrà in una proposta di legge che la Giunta presenterà al Consiglio: quella di istituire un'Agenzia. Penso a una struttura molto essenziale, che non deve essere un carrozzone, ma un organismo assolutamente operativo, di controllo interno, che consenta un meccanismo di controllo interno alla Regione.
Ad ogni modo, anche alla luce di questa vicenda (lo dicevo nella passata seduta di Consiglio), se non si dovesse accertare niente, va bene ma se si dovesse accertare qualcosa, il dato oggettivo è che comunque i controlli interni hanno funzionato, quindi c'è una struttura che funziona.
Ritengo che un'Agenzia di controllo interno alla struttura della Regione, che è una struttura molto complessa - vedremo come estenderla anche alle strutture che sono in qualche modo dipendenti o collegate alla Regione, ma che hanno una loro autonomia, e questo lo stiamo verificando nel predisporre questa proposta - abbia il compito specifico di assumere tutte le informazioni possibili, senza sostituirsi, ovviamente, ad un eventuale lavoro dell'Autorità giudiziaria, senza interferire, per fare in modo che l'attività di prevenzione in una struttura complessa, dove operano così tante persone, possa funzionare al meglio.
Ritengo che in questa legge ci debba essere anche una norma specifica sul procedimento amministrativo.
Il procedimento amministrativo è disciplinato evidentemente dalla legge ed è disciplinato in maniera abbastanza analitica con tutti i pareri che vengono forniti sugli atti amministrativi da parte dei direttori.
Tuttavia, secondo me, è molto utile che ci sia (questo, poi, lo discuteremo insieme) un vero e proprio fascicolo che descriva in maniera minuziosa l'intero svolgimento di un iter amministrativo e che descriva in maniera minuziosa il perché si sono formate determinate idee o determinate posizioni. Questo è molto importante a tutela di tutti e anche evidentemente, dei dirigenti. Penso che questo sia veramente il cuore di un meccanismo efficiente di controllo interno, cioè la trasparenza in tutta l'attività e anche nel meccanismo di formazione delle decisioni e delle opinioni che poi portano alle decisioni dal punto di vista delle scelte amministrative.
Ovviamente vi ringrazio per l'attenzione e vi ringrazio anche per la collaborazione, chiaramente ciascuno nel proprio ruolo. Non vorrei essere frainteso: è giusto che ci sia collaborazione tra maggioranza e opposizione nei momenti importanti e anche di fronte a scelte e a riforme importanti ed è giusto che ci sia anche all'interno del Consiglio regionale. Penso infatti che, al di là delle strumentalizzazione politiche, certi obiettivi debbano essere obiettivi comuni, o quantomeno debbano essere obiettivi dove a carte scoperte si vede se le persone ci stanno o non ci stanno: se condividono una determinata impostazione o se non la condividono.
La mia impostazione è un'impostazione dove il governo regionale fa le scelte, il Consiglio regionale fa le leggi e dove poi esiste un meccanismo con persone che gestiscono la Sanità come un servizio. La politica deve fare le scelte ma la sanità dev'essere gestita come un servizio: la politica deve decidere quali prestazioni devono avere i cittadini e poi tutto il resto dev'essere gestito in base a meccanismi che non devono c'entrare con le scelte politiche.
Allora, noi possiamo dire che dal punto di vista dei servizi abbiamo una sanità che rende i servizi e che - non a detta nostra, l'ho letto sul giornale e quindi non potevo di certo in alcun modo aver commissionato io questo studio, questo sondaggio - è apprezzata dall'83% dei cittadini.
Adesso non so se potrà essere apprezzata dal 95%; spero di sì, per quanto riguarda il futuro. Penso però che possano essere date anche delle prestazioni, se possibile aggiuntive, e che migliorare sia sempre dovuto e debba essere sempre l'obiettivo di ciascuno, a tutti i livelli.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Si sono già iscritti a parlare sei Presidenti di Gruppo.
Se i colleghi sono d'accordo alternerei gli interventi fra maggioranza e opposizione, come normalmente avviene, per evitare che ci sia solo una parte o solo l'altra; questo nei limiti del possibile, perché le richieste di intervento dei Presidenti dell'opposizione sono in numero superiore a quelle della maggioranza. Così come concordato sono a disposizione dieci minuti per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna: ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Posso dire che siamo all'assurdo? Per nove mesi questo Gruppo ha cercato di parlare e di aprire una discussione seria sul tema della sua riforma sanitaria, Presidente, ricevendo tanti no ad un confronto reale.
Questa sera lei ci viene a parlare della riforma sanitaria... Ma non è questo che noi ci saremmo aspettati da lei, questa sera. Da domani mattina noi saremo i primi ad essere contenti che finalmente di sanità si possa ragionare nel merito e non mancheranno certamente le ragioni di confronto nel merito della vostra proposta di riforma sanitaria. Questo non era per quello che noi ci saremmo aspettati da lei questa sera. Questa sera noi abbiamo chiesto la sua comunicazione in Aula e ancora una volta questa comunicazione ci ha molto deluso perché non ha affrontato il cuore degli interrogativi a cui lei questa sera doveva dare alcune risposte o per i quali lei doveva aiutare questo Consiglio e quest'Amministrazione regionale ad incominciare ad avere alcune risposte.
Si rende conto, Presidente Cota, che lei ha dichiarato che avrebbe nominato dei Commissari straordinari delle Aziende Sanitarie Locali sulla base delle competenze, delle capacità, dell'onestà e che quei Commissari straordinari delle ASL avrebbero operato al di fuori dei condizionamenti della politica? Dopo sei mesi uno è in carcere, un altro riceve un avviso di garanzia - il Dottor Secreto - perché dimostra che nella sua attività di Commissario straordinario di quell'ASL faceva quotidianamente i conti con la logica della politica, delle ambizioni e delle aspettative elettorali di quel territorio.
Si rende conto, Presidente Cota, che dopo un anno questa Regione è ritornata a vivere la condizione di un pesante scandalo nella sanità? Si rende conto, Presidente Cota, che dopo un anno un Assessore regionale alla sanità subisce un provvedimento di arresti domiciliari? Si rende conto che ieri sono arrivate le dimissioni di Caterina Ferrero da Assessore e che noi 15 giorni fa in quest'aula abbiamo detto con molta nettezza e con molta chiarezza che non era sufficiente il passaggio della remissione delle deleghe e che la gravità della situazione era tale da rendere urgente un provvedimento di grande chiarezza, di forte e coraggiosa separazione rispetto al passato? E quel provvedimento non poteva essere altro che le dimissioni immediate dell'Assessore Ferrero dalla Giunta regionale. Abbiamo dovuto aspettare che l'Assessore regionale Ferrero fosse privata della libertà personale e consegnata agli arresti domiciliari perché questa Giunta, lei e questa maggioranza si rendessero conto che non poteva più reggere una situazione farsesca.
Si rende conto, Presidente Cota, che in questi 15 giorni lei si è dimostrato prigioniero dei condizionamenti politici della sua maggioranza? Che ha dovuto ritirare anche la sua affermazione iniziale, quella per cui lei voleva "debellare le mele marce nella sanità e nella politica", perch qualcuno all'interno della sua Giunta e della sua maggioranza le ha chiesto conto di questa sua "coraggiosa" affermazione? E il "coraggioso" - sia ben chiaro - lo metto tra le virgolette.
Si rende conto, Presidente Cota, che in questi 15 giorni al di là delle questioni di merito attinenti alle scelte che quest'Amministrazione regionale sta portando avanti sulla Sanità, e non solamente sulla Sanità lei ha perso autorevolezza politica rispetto alla comunità piemontese perché è apparso un Presidente incapace di cogliere il dramma che il Piemonte stava vivendo? Proprio in un momento in cui si chiedono sacrifici alla comunità piemontese, in un momento nel quale si erano manifestati una grande promessa e un grande impegno - trasparenza, rottura con il passato separazione della politica dalla sanità - il Piemonte è ripiombato in questa condizione. In un momento in cui voi chiedete sacrifici alla comunità piemontese, lei non è stato capace di scelte coraggiose, di fronte all'evidenza dei fatti! Le scelte coraggiose erano molto semplici: chiudere in modo fermo con un'esperienza di gestione della Sanità, pretendere le dimissioni immediate dell'Assessore Ferrero - che peraltro, qualora fossero state date in quel momento, le avrebbero sicuramente risparmiato l'odierno peso di venire in Consiglio regionale - e dimostrare di essersi riappropriato di un'autorevolezza politica attraverso decisioni coraggiose.
Gliene voglio dire una, Presidente Cota. Se lei vuole riconquistare autorevolezza nei confronti della comunità piemontese, alla luce della gravità di questa situazione, nomini entro 48 ore il nuovo Assessore regionale alla sanità. Ripeto, entro 48 ore nomini il nuovo Assessore regionale alla sanità.
Non è pensabile che la Regione Piemonte vada avanti ancora, per giorni e per settimane, in attesa che in casa PdL si valutino le situazioni, i bilanciamenti, le richieste degli Assessorati e gli scambi degli Assessorati. È in attesa che lei componga una situazione che le sta scappando di mano, giorno dopo giorno.
Dimostri di avere ancora riconquistato un'autorevolezza politica nella guida di questa amministrazione regionale e nei confronti della comunità piemontese. Nomini il nuovo Assessore regionale alla sanità entro 48 ore si assuma questa responsabilità, dimostri al Piemonte di non essere, in un momento così grave, succube dei condizionamenti politici! La politica, quella che amo, è qualcosa di più nobile di quella cui stiamo assistendo in questi giorni e in queste settimane. Nomini il nuovo Assessore regionale alla sanità, così potremo finalmente iniziare a discutere di sanità, di politica sanitaria in questa regione, ma avendo dimostrato voi di essere stati capaci di troncare non con un passato prossimo, ma oserei direi con un presente, scandalosamente vicino alle attuali vicende e ai ragionamenti che lei questa sera ha fatto in Consiglio regionale.
Questo è quello che le chiediamo. Che riconosca che c'è stato un grandissimo delta, una grandissima cesura tra le promesse che lei aveva raccontato alla comunità piemontese e quello che concretamente avete messo in atto. Riconosca, Presidente, che la peggiore politica è rientrata oserei dire, nella gestione della sanità senza avere a cuore i bisogni e le aspettative della comunità piemontese, ma avendo a cuore qualcosa che è lontanissimo dal bene e dall'interesse pubblico.
Riconosca questa responsabilità politica di fronte a noi e di fronte alla comunità piemontese e ci dimostri di essere capace di governare questa Regione, andando oltre i condizionamenti che le forze politiche della maggioranza ancora oggi le pongono. Nomini il nuovo Assessore regionale alla sanità, lo faccia velocemente, Presidente Cota, e il giorno dopo saremo noi per primi interessati e disponibili a parlare di sanità e ad entrare nel merito delle questioni. Noi non mancheremo a questo tipo di confronto.
Vorrei fare un'ultima considerazione. Nella giornata odierna abbiamo assistito alla presentazione di più mozioni tendenti a richiedere l'istituzione di commissioni di indagine e di inchiesta su fatti o situazioni specifiche. Abbiamo manifestato le nostre perplessità rispetto ad alcune di queste richieste, ma in questo momento quello che prevale in noi è dimostrare che in Consiglio regionale non si ha nessuna paura di nascondere qualcosa. Anzi, da parte nostra, vi è tutto l'interesse a far venire fuori tutto quello che vi è di negativo in questa vicenda.
Ecco perché noi chiediamo non di dar vita a quattro, cinque, sei commissioni di indagine, ma che si riunisca in un'unica Commissione d'indagine, seriamente, un'attività ispettiva da parte del Consiglio regionale.
Chiediamo che venga fatto questo, ma chiediamo anche, Presidente Cota che lei si faccia carico della gravità della situazione e ritorni a dimostrare alla comunità piemontese di essere un Presidente capace di assumere decisioni difficili e complicate, ma inevitabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
La sanità è da sempre un banco di prova per i governi, e anche per quelli regionali.
Infatti da un'analisi del voto delle regionali del 2010 molti analisti hanno osservato che sono state premiate quelle Regioni che sono riuscite a governare durante il mandato con dei risultati buoni e, di fatto, sono state penalizzate, in genere, quelle che questo tipo di obiettivo hanno in parte o totalmente fallito, quindi mi permetto di fare un'analisi personale che potrà anche non essere condivisa dai colleghi e dagli amici alleati ma come ho detto, me ne assumo la responsabilità.
Mi duole dispiacere qualcuno, ma noi abbiamo perso le elezioni un anno fa perché in quell'ambito, in questo ambito, nell'ambito della sanità nonostante gli sforzi di professionisti seri come la Consigliera Artesio e ancora prima, dell'amico Valpreda, non siamo riusciti a dare forti e chiari segnali di discontinuità.
Mentre lei, Presidente, faceva, legittimamente, la sua campagna elettorale che l'ha portata a dire determinate cose e a prometterne altre io facevo nel mio piccolo la mia e su questo argomento mi sono espresso nel modo in cui sto parlando oggi, ma all'epoca ero in maggioranza. All'epoca dicevo, ma non lo diceva Buquicchio, perché se lo avesse detto Buquicchio si sarebbe potuto trattare di una considerazione di scarsa autorevolezza quel che sosteneva la Corte dei Conti. La Corte dei Conti asseriva, non solo verbalmente, perché scripta manent, che parte della spesa relativa alla sanità in Piemonte, così come in altre Regioni, nell'ambito di quel capitolo che attiene agli sprechi, c'è un'ampia fetta attribuibile anche alla malversazione.
Sinceramente, e lo dico, Presidente Cota, con il cuore in mano e in modo sincero, sul piano umano sono profondamente addolorato per quello che è accaduto, ma sul piano politico sarei un ipocrita se dicessi che non sono contento. Sono contento, Presidente, non perché la vicenda giudiziaria ha colpito la parte avversa, la controparte; sono contento perché si sta evidenziando quello che più volte, anche voi, avevate denunciato. Oggi quelle parole che trovavano spesso risposte del tipo "se hai da fare qualche denuncia, recati in Procura", trovano da parte della Procura degli elementi tali da indurre addirittura all'arresto di un Assessore.
Pensavo, e ne ero convinto, così come oggi ne sono ancora più convinto che c'è una quota di sprechi attribuibile a quell'elemento. Non pensavo sinceramente, che purtroppo dovesse andare a toccare la classe politica pensavo fosse attribuibile a funzionari poco fedeli o a rapporti di un certo tipo, che attenessero, anche in base alla revisione del Titolo V in tema di responsabilità, ad altri.
Purtroppo, ha toccato personaggi molto noti della classe politica e, da quello che si evince, non è finita qui. Questo mi ha indotto a richiedere le do atto pubblicamente, Presidente, che il suo partito è stato il primo in modo chiaro, ad aderire a questo anelito di trasparenza in tal senso l'istituzione di una Commissione d'inchiesta relativa all'urbanistica.
Perché l'ipotesi di infiltrazione della criminalità organizzata va ben oltre la sanità, giunge fino all'urbanistica. Quindi facciamo bene noi, per dare una risposta chiara e forte al Procuratore Caselli, a ribadire che non abbiamo nessuna intenzione, come classe politica in genere, di chiuderci a riccio, ma garantiamo massima disponibilità per aprire porte e finestre nell'ambito della Pubblica Amministrazione affinché tutto si possa verificare.
Non sono d'accordo con l'amico Reschigna sul fatto che, poiché è stata presentata più di una richiesta di istituzione di Commissione di indagine conoscitiva o di inchiesta, si debba unificare il tutto: non perché lui lo voglia minimamente, ma perché si verrebbe a determinare un "annacquamento" totale dello spirito con cui, invece, ci si approccia a questo tipo di percorso.
Molti dicono: "Noi non nutriamo alcuna fiducia verso le Commissioni di indagine o di inchieste; ne abbiamo fatte tante e che cosa hanno prodotto in passato?". Non so cosa potranno produrre, ma ritengo che esistano elementi tali da dover procedere in tal senso. E se non ne basta una, ce ne saranno due. E se non basteranno due, ce ne saranno tre. E si farà tutto ciò che sarà necessario fare per poter dimostrare che la classe politica nel suo complesso - tranne eccezioni - è onesta e mette a disposizione il proprio impegno affinché ogni atto amministrativo possa essere vagliato nell'ambito dell'azione di controllo deputata a noi Consiglieri.
ovvio che la Commissione d'inchiesta della Regione non è paragonabile, come lei mi insegna Presidente, a quella parlamentare: quella parlamentare ha dei poteri enormi; addirittura può convocare i Magistrati e i Pubblici Ministeri che stanno indagando per attingere elementi idonei a giudicare nell'ambito di determinate questioni. Però è necessaria questa azione.
Relativamente al discorso sulla rete ospedaliera, lei sa che su quello non ho mai espresso giudizi, preconcetti né pregiudizi. Sono dunque disponibile ad un confronto, come lei ha offerto, per cui su questo tema ci confronteremo seriamente.
Ha anche parlato di questa eventuale "Agenzia" da istituirsi nell'ambito della Macchina amministrativa: ben venga, parliamone. Perché in questo momento è necessario andare avanti, ma è necessario farlo a testa alta, per tutti coloro che si sentono di avere la coscienza a posto.
Auguri, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Sicuramente è un momento difficile, non ce lo nascondiamo. È un momento difficile soprattutto perché i piemontesi si aspettano molto da noi. E noi ai piemontesi dobbiamo dare delle risposte certe.
Presidente, siamo in maggioranza - lo dico non per fare la barba a nessuno - perché lei ha convinto i piemontesi che voleva cambiare modo di fare politica.
cambiato il mondo e deve cambiare anche il modo di gestire la Macchina Pubblica e il modo di far politica.
Sarò molto breve: il nostro invito - l'invito del Gruppo della Lega Nord - è quello di andare avanti così come si è iniziato; di andare avanti con la riforme; di andare avanti con la riforma della sanità e con tutte le riforme di efficienza di questa Regione; dare risposte ai cittadini. Questo è ciò che dobbiamo fare.
La strada intrapresa è quella giusta: lo ha dimostrato lei nominando l'ingegner Monferino. Ci sono gli anticorpi giusti.
Al momento, l'unico dato certo - perché le inchieste andranno avanti e la Magistratura farà quello che dovrà fare - è che all'interno della macchina regionale ci sono delle persone capaci, oneste e trasparenti che possono fare bene il proprio lavoro. Questo è l'unico dato certo.
Dunque, l'invito del Gruppo della Lega è di continuare su questa strada. Noi dobbiamo spazzare via questo sintomo di unto che vogliono far passare sopra la Regione. La Regione è fatta di persone corrette e oneste quindi dobbiamo riuscire a spazzare via questo unto! Vorrei ancora rispondere al Capogruppo Buquicchio: non è questione di una o più mozioni. Noi abbiamo firmato le mozioni presentate perché siamo sempre stati - lo siamo tuttora e lo saremo ancora domani - per la massima trasparenza. Noi vogliamo andare di fronte ai nostri cittadini, guardarli e parlargli insieme a testa alta. Quindi massima trasparenza. Però dobbiamo anche riconoscere che temiamo che sarà impossibile (o quantomeno poco praticabile) il discorso di aprire due, tre, quattro o cinque Commissioni di indagine.
Chiedo - questo deve essere lo sforzo dell'intero Consiglio - di fare uno sforzo unitario per trasformare queste diverse ipotesi di Commissioni di inchiesta e di indagine in un unico documento, che non vada a prendere una parte o l'altra. Vi ripeto che dobbiamo veramente cercare di chiarire qualsiasi rapporto che ci può essere all'interno della gestione della macchina regionale.
Invito tutti i Capigruppo - poi ci sarà l'Ufficio di Presidenza che darà conto di questo - a compiere uno sforzo comune per riuscire ad unificare le richieste.
Noi abbiamo presentato la mozione che chiede l'istituzione di una Commissione, ma siamo pronti fin da ora a ritirarla per cercare di fare un discorso unitario di tutto il Consiglio. Noi crediamo che questo sia lo sforzo giusto.
Sappia, Presidente, che la Lega chiede veramente che lei, come dicevo prima, continui su questa strada. Faccia le nomine che ritiene di fare ascolti chi ritiene di ascoltare, ma poi vada avanti per la sua strada.
Noi non vogliamo continuare - ma non lo vogliamo per i nostri cittadini - con questi dubbi e con questi traccheggiamenti. Non ci importa nulla delle poltrone! A noi della Lega non ce ne frega niente, ve lo dico chiaramente: siamo pronti ad andare a casa, però vogliamo avere l'orgoglio di guardare sempre in faccia con onestà, con orgoglio, con il cuore libero e l'animo puro, i nostri concittadini.
Vada avanti con decisione, Presidente. Non si faccia assolutamente tirare per la giacchetta; vada avanti e continui su questa strada. Alla lunga, il tempo è sempre galantuomo: quando le riforme sono corrette, come questa della sanità, quando le riforme sono fatte per mettere veramente al centro della sanità i cittadini e non qualche altra persona, il tempo le darà ragione.
Noi saremo assolutamente tranquilli e consapevoli di aver fatto bene per i nostri cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Presidente, sarebbe un gioco fin troppo semplice strumentalizzare le vicende giudiziarie per attaccarla. Cercherò di non farlo perché non sono un garantista a giorni alterni o un garantista per appartenenza: io sono garantista di mestiere, e quindi questo gioco a me non piace.
ovvio che ci troviamo di fronte ad un'indagine giudiziaria che ha individuato elementi di reato; autorità giudiziaria, peraltro, che mi auguro che tutto il Consiglio regionale sostenga, perché ci sono Magistrati che hanno la scorta e che stanno vivendo, non per questa indagine ma per altre che potrebbero anche avere delle correlazioni, momenti di difficoltà.
Spero, quindi, che il Consiglio regionale attribuisca alla Magistratura rispetto e non quelle accuse di cui purtroppo da più parti in questi giorni abbiamo letto. La Magistratura sta svolgendo un lavoro importante e lo sta facendo anche per arrivare alla buona politica, che spero sia l'obiettivo da parte di tutti.
Questi elementi di reato purtroppo coinvolgono un Assessore regionale l'Assessore alla sanità, un servizio importante, credo il primo servizio nelle aspettative dei cittadini.
La nomina di un nuovo Assessore, che mi auguro possa avvenire il più in fretta possibile, è una richiesta che faccio anch'io, perché abbiamo bisogno di avere una guida, abbiamo bisogno di discutere un Piano sanitario e abbiamo bisogno di dare certezze ai cittadini che ogni giorno si recano negli ospedali e alle migliaia di operatori che oggi vivono questo momento di confusione.
Abbiamo anche la percezione - e credo che voi che fate politica come me credo la possiate vivere tutti i giorni - che le vicende che stiamo vivendo in Piemonte, contestualizzate con altre vicende giudiziarie che riguardano altre parti d'Italia, inducono a pensare che fare politica oggi è sinonimo di malaffare e di illeciti compensi.
Io amo la politica, e credo che molti di voi la facciano con la stessa mia passione, quindi credo che oggi sia obiettivo di tutti fare chiarezza e procedere a quell'operazione di cui le ha detto, che personalmente condivido e spero lei traduca in fatti, di eliminare le mele marce, perch le mele marce stanno rovinando, non solo la vita dei cittadini, ma anche la vita di chi, come me, ama la politica.
Glielo dico veramente con il cuore, perché è un pensiero cui credo, ma per fare chiarezza bisogna solo metterci d'accordo sul come. Lei ha la responsabilità politica dell'Esecutivo, quindi a lei spetta il compito di chiudere il più in fretta possibile questa partita della nomina dell'Assessore. A noi il compito di fare una chiarezza complessiva.
La chiarezza complessiva, proprio perché le ho detto che non sono garantista a giorni alterni, non è legata solo a fare chiarezza su quando avete governato voi. Io voglio che al centro si metta una società coinvolta in queste vicende. Questa società ha gestito un miliardo e 38 milioni di euro; le vicende giudiziarie riguardano, penso, un ammontare massimo di 50 milioni di euro. È bene che i cittadini piemontesi, e anche noi, possano avere la certezza che non ci siano macchie neanche sui 970 milioni che rimangono. Se non facciamo questo, allora siamo garantisti a giorni alterni, o siano giustizialisti quando i reati riguardano gli altri.
Dato che io non sono né garantista a giorni alterni né giustizialista quando i reati riguardano gli altri, mi auguro che lei - e devo dire che il suo Gruppo questa disponibilità l'ha data sin da subito, come la riconosco anche al Capogruppo Pedrale - avvii questo processo di chiarezza, per poter dare ai cittadini un resoconto totale delle gestioni del denaro transitato in questa Regione, dalla Giunta Bresso fino ad arrivare alla Giunta Cota.
Solo così potremmo dare un segnale di giustizia ed evitare che le vicende locali e nazionali sulla giustizia travolgano la buona politica.
Altre strade, francamente non ne vedo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente Stiamo affrontando una questione specifica relativamente alla sanità quindi dell'ex Assessora Ferrero, però vorremmo fare con il Presidente Cota una riflessione più generale.
Ad un anno dal suo insediamento crediamo sia opportuno ragionare su un bilancio di questo Governo che non possiamo definire positivo e i piemontesi hanno già iniziato a darle i voti.
Credo che questo sia un segnale molto preoccupante per il Presidente Cota e per tutta questa Giunta. Certamente la soluzione non è la semplice sostituzione di un'Assessora o la richiesta, da parte delle opposizioni, ma anche da parte della maggioranza, dell'istituzione di una serie di Commissioni di inchiesta, cui anche il mio Gruppo ha aderito.
Pensiamo che le dimissioni dell'Assessora Ferrero siano state tardive e che il Governo regionale non abbia ancora chiarito, sul fronte sanitario quali siano le intenzioni. Anche le indicazioni molto generiche che oggi il Presidente Cota ci ha qui portato sugli intenti di razionalizzazione sulla sanità del territorio dicono poco di più di quello che già sapevamo.
Anche relativamente alla questione della trasparenza, vorremmo che il Presidente Cota dimostrasse maggiore chiarezza da parte sua, proprio perch è importante.
L'essersi dotati, per esempio, di una carta etica da parte degli eletti e della Giunta, non ha sortito risultati di rilievo. Non lo dico per ironia, ma la stessa Assessora Ferrosa ho sottoscritto la carta etica: speriamo che questa sua sottoscrizione non sia stata formale ma sostanziale. Così come l'intenzione del Presidente Cota di istituire un'Agenzia - un'Agenzia da istituire per legge - sul procedimento amministrativo, in effetti non determina nulla di più di quanto già previsto dal controllo di gestione, in capo all'Assessora Maccanti. Non capiamo bene che tipo di valore aggiunto potrebbe portare.
Ricordiamo le sue dichiarazioni iniziali rese in occasione del suo insediamento: il voler reclutare il Pubblico Ministero torinese Andrea Padalino come garante delle politiche regionali contro sprechi, illeciti e irregolarità. Lo ricordiamo bene; come così lei diceva di volere un Assessore "anti furbetti", in modo da non arrivare ad uno scandalo come è stato quello del Grinzane.
Oggi ci troviamo in una situazione del tutto analoga: in questo momento, fare un altro annuncio, rispetto a quest'ipotetica Agenzia crediamo sia solo un annuncio e nulla di più.
La delega alla trasparenza è in capo all'Assessora Maccanti, quindi non capiamo che cosa sia stato attuato, da questo punto di vista, se non un ulteriore annuncio.
Chiediamo, per quanto riguarda quella che potrebbe essere una trasparenza da portare in questa sede, l'approvazione del progetto di legge che abbiamo presentato sull'anagrafe degli eletti, che riguardava Consiglieri, Giunta e anche nominati, proprio per portare una maggiore trasparenza. Ricordiamo che lo stesso Presidente Cattaneo si era impegnato all'approvazione di questo progetto di legge, proprio perché condiviso in modo bipartisan.
Questo potrebbe essere già un aspetto concreto, tra l'altro con costi molto ridotti, che dia spazio a quella che lei ha più volte evocato nel suo intervento, cioè la trasparenza.
Per quanto riguarda il lavoro che ha messo in campo finora, volendo spaziare fra questioni che sono più generali e quindi non solo sulla semplice sanità, vorremmo riportare in quest'Aula un tema che abbiamo più volte tentato di portare e che non ha avuto alcun tipo di considerazione precisa da parte di questa Giunta, cioè che è la questione del CSI Piemonte. Il C.d.A. è dimissionario e quest'Ente è in preda completa alla confusione, in attesa di quelle linee d'indirizzo che la Regione Piemonte non ha mai dato, nonostante l'avessimo più volte invocate e quando abbiamo chiesto all'Assessore Giordano con diversi question time come s'intendesse procedere, siamo semplicemente stati accusati d'eccessivo allarmismo, che purtroppo a questo punto risulta essere più che fondato.
Oggi abbiamo notizia che il Governo impugna la legge sul personale e vorremmo capire come questa Giunta vorrà procedere. Certamente al momento c'è solo l'impugnazione, ma crediamo che non sia un buon segnale.
Questi sono alcuni aspetti - e cito solo questi - che non ci danno l'idea di un buon governo e che quindi non possiamo concentraci solo sul fronte sanitario, seppure sia quello più rilevante per la Regione Piemonte non soltanto per motivi di bilancio. Quindi, pensiamo che da parte sua Presidente Cota, sia necessario uno scatto d'autorevolezza, così come già richiesto dal Presidente Reschigna, e che lei debba dimostrare che effettivamente ha il controllo della sua squadra, ha un controllo di quello che è il governo Piemonte, al di là del fatto che sia più o meno presente in Aula, seppur la sua presenza in Aula può essere la cartina tornasole di quanto sia presente sul governo piemontese.
Proprio per dimostrare che può effettivamente portare un vento di cambiamento positivo in questo governo e per dimostrare che non è prigioniero di quelle che sono le dispute fra i due partiti che lo sostengono, pensiamo che debba rivedere tutta la sua squadra. Quindi, più che pensare alle sue dimissioni, pensiamo che debba effettivamente rivedere tutta la squadra proprio perché a questo punto crediamo che eventualmente con possibili anche riconferme, ci sia l'esigenza di rivedere effettivamente il governo, proprio perché ci sono diversi indizi che purtroppo dimostrano che questo governo non sta procedendo bene.
Credo che questa sia una richiesta concreta più che richieste di dimissioni portate a livello simbolico e poi sicuramente non attuate. Credo che ci sia la possibilità e posso anche rifarmi ad un altro caso: nel luglio di due anni fa il Presidente Nichi Vendola ha deciso in questo senso, cioè ha azzerato la sua Giunta ed aveva una situazione quasi simile alla sua, però molto più definita soltanto nella sanità. Qui abbiamo tanti altri casi di malgoverno.
Anche lei potrebbe dimostrare questa sua autorevolezza proprio rivedendo completamente la sua Giunta e provvedere a ridare effettivamente al Piemonte qualche possibilità di un governo che sia serio e che possa rispondere alle sue aspettative, così come i piemontesi si aspettano e hanno già dato un segnale concreto che, così come sta andando avanti non può continuare.
Per questo credo abbia ragione di ripensare e quindi non pensi semplicemente che con la sostituzione di un Assessore la situazione possa essere risolta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Prendo atto che il Presidente della Giunta regionale questa sera ha illustrato un Bignami del piano socio sanitario, ma non eravamo in attesa di una comunicazione sul piano socio sanitario.
Se il Piano Socio Sanitario vuole fare...
Io m'interrompo finché non sono ascoltata.



PRESIDENTE

Consigliera Artesio, il rispetto sta alla Presidenza del Consiglio e non c'era una situazione che non le potesse permettere di intervenire. Il Presidente Cota la stava ascoltando e lo stesso vale per il sottoscritto.



ARTESIO Eleonora

Capisco che i suggerimenti sulla situazione pugliese sono interessanti.
Volevo però ricordare al Presidente Cota che laddove volesse parlare con il Consiglio regionale del piano socio sanitario ha due occasioni. Uno portarlo in Aula. Ricordo che il 29 dicembre ha depositato una deliberazione d'avvio della riforma sanitaria piemontese, ha chiesto alla Conferenza dei Capigruppo di consentire di procedere su quella deliberazione, ha preso un impegno affinché il piano socio sanitario fosse portato in Aula il 28 febbraio; siamo al 16 giugno e di piano socio sanitario non ne stiamo parlando. Quindi, non c'era bisogno del "Bignami" abbiamo bisogno di una documentazione completa.
Se vogliamo poi informare e coinvolgere il Consiglio regionale sugli atti istruttori attraverso gruppi di lavoro e professionisti che, su basi oggettive, definiscono loro i bisogni di salute dei cittadini piemontesi avendo poi affermato che la politica deve indicare i livelli di risposta e di soddisfazione ai bisogni, ha solo da fare una cosa: nessun "Bignami": porti all'attenzione della IV Commissione consiliare l'approvazione del piano annuale d'attività dell'agenzia regionale dei servizi sanitari, che doveva essere portato a gennaio. Non c'è bisogno di inventare nulla e neanche di sintesi frettolose, basta seguire la procedura.
Invece sulla questione oggetto della nostra discussione questa sera, mi rendo conto che propongo all'attenzione dei colleghi - alcuni dei quali hanno già condiviso sottoscrivendo un ordine del giorno depositato ai sensi all'articolo 103, comma 2, del nostro Regolamento interno e quindi da discutere adesso - un ragionamento secondo il quale se dal punto di vista delle responsabilità eventualmente perseguibili a termini di legge, le responsabilità sono personali, dal punto di vista politico nella mia logica non è accettabile che il Presidente della Giunta regionale si sfili dalla responsabilità di direzione politica della sua Giunta.
E proprio perché non sono garantista a giorni alterni e sono garantista fino in fondo nel rispetto delle condizioni personali dei soggetti coinvolti, ma sono anche garantista nelle relazioni politiche, politici che fingano di non avere conosciuto, frequentato, nominato, discusso, condiviso e saputo ciò che parte della propria Amministrazione stava decidendo - e poi vedremo se decideva nel bene o nel male a seconda delle valutazione in sede giuridica, per me nel male secondo un giudizio politico - ebbene questo dal mio punto di vista non è accettabile come responsabilità del capo di governo. E se qualcuno vuole qualche dimostrazione in più del perché non è accettabile, la porto in quest'Aula con riferimenti espliciti.
Il Presidente ha continuato a parlare di mele marce da una parte e di anticorpi contro il virus dall'altra, e naturalmente ritiene di essere l'anticorpo per definizione, in quanto è lui il Presidente che ha scelto l'ingegner Monferino, di cui più volte ha detto essere la benedizione del Piemonte.
E sempre il Presidente ricorda di averlo fortemente voluto e di lottare con lui come un toro. Questo combattimento in arena di un Presidente della giunta con un Direttore generale contro sospetti Assessori o contro sospetti funzionari, è possibile che oltre a produrre una guerra corna a corna non abbia prodotto anche uno scambio di informazioni dall'anticorpo Monferino al Presidente Cota? È possibile che lottassero insieme come tori in quest'arena e che mentre Monferino impediva, fermava, bloccava il Presidente Cota, che era il toro a fianco e nulla sapesse di queste questioni! E poi, quali sono le relazioni tra la mela marcia e l'anticorpo? Perché qui la situazione si fa confusa.
Sommariamente, ci sembrava che ci fosse il PdL nel suo ruolo politico e in propaggini di commissari coinvolti nell'indagine ed una Lega costruita nella figura del "grande anticorpo". Poi, leggiamo sulla rassegna d'oggi riportate delle intercettazioni in cui si diceva che il capo della Segreteria del Presidente veniva informato da uno dei funzionari coinvolti in problemi. Oggi, sono oggetto d'indagine allora erano problemi di programmazione di semplice risoluzione. A queste difficoltà rappresentategli da quegli stessi che sono indagati dichiara: "Tutto va bene contro Zanon".
Ma Zanon non è il Presidente dell'Agenzia? Non era l'esperto che in campagna elettorale suggeriva al nostro Presidente Cota come, nel primo anno, si potevano risparmiare 100 milioni per dare le protesi gratuite? Non è quello - forse - che in asse con il direttore Monferino faceva da anticorpo e da resistenza rispetto alle spinte irragionevoli e - forse dolose d'altra parte della Segreteria dell'Assessore e dell'Assessore stesso? Non capiamo? Dove sta la massima chiarezza e la massima trasparenza? La massima chiarezza, la massima trasparenza e le risposte certe, che venivano ricordate, ci sarebbero se noi capissimo dove sta la direzione politica. Perché avevamo una direzione politica apparente del Presidente che lottava come un toro con un Direttore e avevamo una Direzione politica sostanziale di un Assessore con un proprio capo di segreteria e il capo della segreteria del Presidente, che stava un po' di qui e un po' di là. E non si sa se tutti insieme volessero bloccare Zanon, che era il consulente preferito del Presidente.
Francamente, sul piano politico è tutto questo, tranne che la chiarezza e la trasparenza. E il Consigliere Carossa dice: "Andiamo avanti così, come si è iniziato"? Ma santo cielo! Di quali altre segreterie che ragionano con un'altra segreteria...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Collega, per cortesia.



ARTESIO Eleonora

E intercetta un altro Direttore dobbiamo ancora sentire, per andare avanti così come si è iniziato? Francamente, sono invece fulminata positivamente dalla dichiarazione del Consigliere Carossa.



(Commenti del Consigliere Tiramani)



PRESIDENTE

Collega Tiramani, per cortesia.



ARTESIO Eleonora

Ho sempre dieci minuti io.



(Commenti del Consigliere Tiramani)



PRESIDENTE

No, lei stia zitto e parli quando è il suo turno! Grazie.



ARTESIO Eleonora

Riparto dalle dichiarazioni del Consigliere Carossa che dice: "Non ci importa nulla delle poltrone. Pronti ad andare a casa". Anch'io! Allora, ci sono due passaggi poco diplomatici, ma forse chiari trasparenti, sostanziali, cioè tutto quello che si vuole offrire ai cittadini piemontesi. Primo, che il dibattito di questa sera non si concluda per l'ennesima volta a "tarallucci e vino"! E metto tra "tarallucci e vino" anche tempi indefiniti di eventuali Commissioni.
Poiché io ritengo che ci sia una responsabilità politica del capo della Giunta, la quale responsabilità di quanto accade dovrebbe essere avvertita in primis (anche se non avesse avuto il toro a fianco, il capo della segreteria e l'esperto nominato Direttore dell'agenzia) solo perché capo della Giunta. E se questo Consiglio lo considera capo della Giunta, deve condividere il fatto che questo capo della Giunta ha sbagliato non sapendo prevenire e dando per scontato che dovesse essere informato, sempre per via di tutti questi "anticorpi" che gli saltellavano intorno.
Finiamo questo Consiglio almeno con una censura sulla mancata capacità di prevenire del Presidente.
Se poi vogliamo andare a casa per fare tabula rasa e tornare ad essere credibili, con il confronto della politica e delle idee e non come diceva elegantemente, il Presidente della Lega, con la sensazione d'unto che sta avvolgendo la Regione, non abbiamo che da fare una cosa, io l'ho scritta e depositata: la mozione di sfiducia.
Raccogliamo le dodici firme e mettiamola al voto e tutti, rigenerati andremo al confronto, vero, sui fatti politici con il territorio piemontese, che forse adesso, anche lui, dopo un anno e qualche mese qualche anticorpo se l'è fatto.



PRESIDENTE

Vorrei informare la Consigliera Artesio, rispetto a quanto ha detto nel suo intervento sull'ordine del giorno, che altri Consiglieri hanno firmato.
Nella Conferenza dei Capigruppo si era parlato di una mozione con tre giorni di tempo per essere presentata e non era stata presa nessuna decisione in merito agli ordini del giorno; qualcuno aveva accennato dicendo che sarebbero stati trattati nel Consiglio di martedì.



(Commenti della Consigliera Artesio)



PRESIDENTE

No, nessun problema. Era solo perché nella Conferenza dei Capigruppo era stato concordato questo. Quindi volevo ricordarlo a lei e anche agli altri colleghi.
La ringrazio della collaborazione.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Sono qui in Consiglio regionale dal 2000. Quindi, un po' di cose ne ho viste, un po' di storia politica piemontese la posso raccontare e vorrei meditare su questo, perché mi pare che gli errori commessi nel passato non sempre siano serviti a fare delle riflessioni davvero costruttive e positive per il bene della comunità piemontese.
in corso un'importante indagine della Magistratura, che noi dobbiamo assolutamente rispettare, quindi dobbiamo aspettare che si concludano le indagini. Dopodiché, vedremo l'entità delle fattispecie di reato, se ci saranno dei rinvii a giudizio, se ci saranno delle condanne in primo, in secondo e in terzo grado.
Perché come è giusto e doveroso fare pulizia, fare chiarezza approfondire anche la minima incertezza, il minimo sospetto, bisogna per evitare immediate sentenze e processi sommari. Non lo dico come prassi come magari in altre Assemblee si fa, perché qui abbiamo avuto dei casi clamorosi, che forse qualcuno dimentica.
L'Assessore della Regione Piemonte Brigandì è stato arrestato. Poi, è stato assolto. Eppure, immediatamente dopo il suo arresto - mi sembrava di rivivere quei giorni - c'è stato un accanimento, una volontà di persecuzione e già il tentativo di fare un processo e di emettere una sentenza.
Allora, calma. Anche noi vogliamo eliminare le mele marce, ma diamo il tempo giusto alla Magistratura per fare il suo corso, per fare le sue indagini. Vedremo se ci saranno, appunto, dei rinvii a giudizio e delle sentenze e poi daremo dei giudizi definitivi. Ma solo a quel punto.
Noi siamo molto addolorati di quanto è successo, perché è stata colpita la sanità piemontese. La sanità fatta da tante persone capaci, brave professionalmente, che con abnegazione lavorano tutti i giorni all'interno di questo sistema della sanità regionale. Sono di tutti i partiti politici perché ognuno ha le proprie simpatie politiche. C'è tanta bravissima gente del PdL, della Lega, del PD e della sinistra che lavora all'interno della sanità piemontese e a queste persone noi dobbiamo il massimo rispetto come, soprattutto, dobbiamo avere il massimo rispetto verso i cittadini e verso i pazienti, i malati che vengono seguiti dal Servizio Sanitario Regionale.
Quanto è successo ci addolora pesantemente. Quindi speriamo che presto la Magistratura faccia le sue indagini e rapidamente venga fatta chiarezza totale su tutta questa vicenda. Noi pensiamo che alcuni aspetti saranno anche ridimensionate alla fine dell''indagine giudiziaria. Almeno, è la nostra speranza, perché da tanti anni conosciamo l'Assessore Ferrero e umanamente noi soffriamo anche per lei, per la situazione in cui si è trovata e le esprimiamo anche la nostra solidarietà umana.
Però, come è stato giustamente detto dal Presidente Cota, non accettiamo nessuna lezione di moralismo da questa parte, perché ricordo anche a voi vicende che poi, per fortuna dei vostri amministratori, sono state chiarite. Solo poco tempo fa in Liguria, nel Comune di Genova, sempre nell'ambito della sanità Assessori della vostra parte politica sono rimasti coinvolti in inchieste giudiziarie e poi per fortuna - per fortuna per tutti, perché se le inchieste finiscono nel nulla è un bene per le istituzioni e vuol dire che si è operato correttamente - tutto è finito bene: le indagini si sono concluse senza un coinvolgimento o un rinvio a giudizio di quegli amministratori liguri della sinistra.
Muoviamoci quindi con serietà e con prudenza, ma è vero - ha ragione il Presidente Cota - che questo episodio, queste situazioni e queste indagini giudiziarie non devono fermare il grande progetto della riforma sanitaria piemontese che, questo sì, deve andare avanti, con un'informazione e una trasparenza totali e soprattutto un coinvolgimento della popolazione. Noi dobbiamo, infatti, puntare all'alta politica, che è quella che si rivolge ai cittadini, a chi soffre, agli ammagliati, agli anziani, ai disabili: non alle baronie universitarie, non alle baronie sindacali, non alle baronie imprenditoriali o ai gruppi organizzati; perché in Piemonte c'è molta di questa gente che conta nella Sanità piemontese molto di più dei semplici cittadini, che e a volte cerca di convincere sia noi sia voi di essere i soli a capirne di sanità e che la buona sanità è quella che questi gruppi organizzati, queste baronie, queste lobby vogliono portare avanti.
Noi invece non la pensiamo in questa maniera: la vera riforma - la vera rivoluzione, se vogliamo - della Sanità piemontese deve partire dalla convinzione che deve trattarsi della sanità dei cittadini: cittadini per anch'essi seri, che chiedono e devono avere dei servizi giusti, senza sprechi e con una giusta distribuzione delle tecnologie e dei presidi ospedalieri sul territorio, senza doppioni e senza inutili spese. Viviamo infatti in un momento in cui non si può più scialare com'è stato fatto magari, negli anni '80 e negli anni '90: la situazione economica e finanziaria del Paese e della Regione è molto diversa e molto cambiata e quindi ci dev'essere un atto forte di responsabilità delle istituzioni e della politica, come degli stessi cittadini.
Qui si è parlato anche di Commissioni d'indagine: noi non abbiamo problemi a confrontarci con questo strumento. Nel passato non ha mai funzionato troppo bene ma noi non ci sottrarremo, anzi: noi non abbiamo nulla da nascondere da questo punto di vista. Forse però sono più utili altri strumenti perché sono anche una dimostrazione che la politica riesce ad auto-riformarsi e a trovare davvero dei mezzi per migliorare il proprio livello qualitativo, sia dal punto di vista amministrativo che di quello della trasparenza e della moralità. L'idea di costituire un'Agenzia di controllo sul procedimento amministrativo interna alla Regione è sicuramente molto positiva. Si tratta di uno strumento suggerito dal Presidente e credo debba essere preso con la massima attenzione e portato avanti nelle giuste sedi in tempi rapidi.
giusto avere un sistema di controllo, dal momento che un sistema di controllo nel passato non c'è stato. Per fortuna la Giunta attuale di centrodestra l'ha attuato per capire, per esempio, la situazione dei debiti della Sanità: probabilmente se non si fosse affidato ad una Società terza l'esame dei conti della Regione e delle ASL non avremmo mai capito il buco di un miliardo dei debiti della Sanità fatti dalla Giunta Bresso e i conti che non tornano tra i bilanci delle ASL e quello della Regione. E sarà su questi argomenti che drammaticamente, purtroppo, ci dovremo confrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Concludo però facendo una riflessione a tutta la politica e a tutti i rappresentanti del mondo politico. È giusto infatti eliminare le mele marce, fare chiarezza, condannare i colpevoli se ci saranno, rivolgersi all'alta politica che, come ho detto, non è quella delle lobby, dei furbi degli esperti o dei super consulenti, ma è la politica che si rivolge ai bisogni e alle necessità dei cittadini.
Allora però bisogna anche su questo punto cercare tutti insieme di capire cosa il politico, il Consigliere regionale, il parlamentare deve ancora fare, perché nell'ambito di questa inchiesta sulla sanità è venuto anche fuori un teorema per cui sembrerebbe che la politica non può più interessarsi dei problemi concreti del territorio; sembrerebbe quasi un suggerimento di commissariare la politica. Infatti, se un amministratore pubblico, un politico si interessa di un problema - e magari può avere un consenso perché l'ha risolto o ha dimostrato di interessarsene - allora potrebbe configurarsi un reato. Allora qui davvero arriviamo su un campo molto minato che ci mette sul serio - e concludo, Presidente - su un piano alto e difficile di riflessione su che cosa dev'essere, nel presente e nel futuro, la nostra azione politica: se ancora davvero possiamo interessarci dei problemi dei cittadini, della gente e delle comunità.
Non vorrei che fosse in atto un tentativo di commissariare la politica che è la cosa più antidemocratica che ci spossa essere. Su questo invito tutti, perché è un problema che non riguarda solo una parte politica, ma riguarda tutte le parti politiche.
Vi invito, magari più avanti, ad una riflessione davvero seria e senza pregiudizi politici o ideologici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Buongiorno, Presidente.
Sono lieto di vederla, Presidente. Temo per lei che, se le cose vanno avanti in questo modo, ci vedremo sempre più spesso, ma noi siamo lieti di vederla in Consiglio.
Presidente, sono francamente preoccupato. Sono preoccupato sia della situazione che si sta delineando leggendo i giornali sia della leggerezza con cui lei, il suo partito e la sua maggioranza avete accolto le notizie di questi giorni.
Oggi avevo presentato un'interrogazione a risposta immediata, chiedendo le sue dimissioni, le dimissioni della Giunta, quindi lo scioglimento del Consiglio regionale ex articolo 126 della Costituzione. Mi hanno risposto che lei, giustamente, era impegnato a Roma e quindi non le era stato possibile presenziare e dare una risposta.
Ripeto, sono preoccupato perché i dati che stanno emergendo sono tanti e gravi e vanno al di là della questione, gravissima, dell'arresto di un Assessore alla sanità. Questo l'ho detto prima, forse non ce ne rendiamo conto, ma l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte è stato arrestato tra l'altro, con la motivazione di evitare la possibile reiterazione dei reati compiuti. Tuttavia, la situazione sarebbe molto grave anche solo se si limitasse solo ai reati che sono al momento imputati, quindi la turbativa d'asta e la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riguardante l'emodinamica di Chivasso.
Stanno emergendo intrecci con l'altra operazione che ha fatto molto discutere in questi giorni in Piemonte, ovverosia l'operazione Minotauro sulla n'dgrangheta, motivo per cui sono oltremodo preoccupato, Presidente.
Al di là del suocero dell'Assessore Ferrero arrestato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, vi sono contiguità e connivenze anche del dottor Piero Gambarino con alcuni personaggi citati nelle tante pagine delle indagini, tra cui i signori Achille Ierardi e Valerio Berardi arrestati a seguito dell'operazione Minotauro.
La discussione si sta allargando da un piano di politica clientelare e politica fatta per ragioni di consenso elettorale (come l'emodinamica, in linea con le elezioni amministrative a Chivasso), ad un discorso ben più ampio, ad un discorso che preoccupa, e deve preoccupare molto di più. Sono solo sospetti, non mi voglio sostituire ai Magistrati, attendiamo qualunque atto giudiziario. Ricordo il comportamento dell'Assessore Porchietto, ma potrei citare anche i Consiglieri, giusto perché non sembri che ce l'abbiamo solo con il centrodestra, di centrosinistra che bazzicano bar frequentati da boss della n'drangheta e poi ai giornali dicono: "Non sapevo che fossero boss della n'drangheta". Addirittura qualcuno dice: "Sono trent'anni che lo ospito a pranzo": si ospita uno dei principali costruttori di Rivoli senza sapere chi sia? Caro Consigliere Pedrale, non sono assolutamente della sua idea. Le ricordo che la politica non deve solamente sembrare di essere al di sopra di ogni dubbio - quindi la Magistratura deve indagare e alla fine i magistrati possono dire che tutto si risolve in un nulla di fatto - ma deve essere al di sopra di ogni sospetto.
Le vorrei leggere, Presidente, un passo del mai troppo poco compianto Borsellino. Ci sono Magistrati che lottano veramente tutti i giorni finiscono per essere ammazzati saltando in aria e non la risolvono semplicemente dicendo: "Non sapevo".
Borsellino disse: "L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica".
Ed è questo il dato, Presidente, che mi preoccupa, ed è per questo che io, scevro da qualunque discorso politico (sa bene che per noi fa poco differenza se il governo è di centrodestra o centrosinistra), domani - e lo faro perché immagino che lei non darà le sue dimissioni a seguito di questo tsunami che ha investo la sanità, l'Assessorato che gestisce la parte più importante del bilancio di una Regione - depositerò al Presidente della Repubblica, al Ministero degli Interni, al Prefetto e al responsabile del Dipartimento nazionale antimafia, una richiesta di scioglimento della Giunta, e quindi di commissariamento, ex articolo 126 della Costituzione.
Magari non sarà nulla di fatto, Consigliere Vignale, però mi sento di dover fare questo atto e poi cercare di lavorare insieme, ovviamente, qualora non dovesse sortire le conseguenze, che noi auspichiamo, sulla trasparenza.
Ho sentito parlare di trasparenza, ma noi la trasparenza l'abbiamo solo sentita nominare, ma non l'abbiamo mai vista...



(Commenti del Consigliere Vignale e del Consigliere Tiramani)



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia, fate terminare l'intervento al Consigliere Bono. Si può condividere o meno, ma fatelo terminare.



BONO Davide

Lo so che quando si parla di trasparenza do fastidio a molti, ma dobbiamo andare su un discorso di trasparenza.
Studiamo, valutiamo magari un sistema informatico, un software, come ho avuto modo di leggere oggi sul giornale, che possa veramente dare la possibilità a tutti i Consiglieri, ma anche alla cittadinanza, di valutare realmente quali sono gli iter e i percorsi amministrativi relativamente a quello che lei ha descritto di voler istituire, ossia un'Agenzia per il controllo interno.
Diamo realmente la possibilità ai Consiglieri di controllare dall'esterno, affinché non debbano aspettare tre o quattro mesi per avere dei documenti. Parliamo realmente di trasparenza.
Lei diceva che la sanità deve essere gestita come un servizio, quindi deve essere scevra da infiltrazioni politiche, cioè da controlli politici ovviamente, ma io vorrei andare oltre. Forse la sanità, anche per la nostra Costituzione, più che un servizio, è un diritto. Un diritto universale e la politica stessa dovrebbe essere un servizio alla cittadinanza. Anche su questo, quindi, c'è un po' di confusione.
Per quanto riguarda Monferino, non voglio fare processi alle persone anche perché dispongo solo di quello che si legge sui giornali, ma sposo in pieno un discorso fatto da un Consigliere che mi ha preceduto ribadendo quello che avevo già detto l'altra volta: lei, Presidente Cota, non poteva non sapere.
Peggio, se non sapeva, sono doppiamente preoccupato perché la Giunta è un organo collegiale e lei ha la responsabilità di ogni delibera approvata dalla sua Giunta.
Tra l'altro, riporto quello che ho letto su un giornale. Sembra che la stessa delibera non fosse stata firmata dal precedente Direttore Vittorio Demicheli e sembra, dai rumors che ci sono all'interno del palazzo e sono riportati dai giornali, quindi non da me, che questo fosse il motivo per cui è stato mandato a casa prima del termine.
Tra l'altro, sul direttore Monferino, posto che sia una persona onestissima, pendono ancora tutte le domande in cui si chiedeva perché voi stessi avete modificato il bando ad hoc e avete chiesto un parere pro veritate ad uno studio legale esterno. Voi avete modificato tutti i parametri che riguardano le competenze, l'età, l'incompatibilità con 13 incarichi nei consigli di amministrazione di varie aziende, quindi vi siete dovuti costruire - in quel caso non c'è un reato - un profilo ad hoc per il vostro Direttore della sanità.
Pare assolutamente difficile pensare che non si sapesse e che non si possa ascrivere responsabilità al Presidente Cota.
Concludo il mio intervento ricordando che farò questo atto politico, ma spero vivamente che da questo ne scaturisca una revisione seria di quello che, nella politica, continua a venir fatto in modo clientelare. Perché non si può pensare che da una parte o dall'altra si continui a cercare il "voto etnico", mi perdonino i calabresi, ma mi perdonino anche tutti gli altri Gruppi...



BONO Davide

LAUS Mauro (fuori microfono)



BONO Davide

Non la perdoniamo!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



PRESIDENTE

LAUS Mauro (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, Presidente, riprenda lui!



PRESIDENTE

Collega Laus, per cortesia, faccia terminare il collega Bono.



PRESIDENTE

LAUS Mauro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo allontani dall'Aula! Anzi, mi allontano io dall'Aula. Non si deve permettere mai più!



PRESIDENTE

Collega Laus, per cortesia!



BONO Davide

Collega Laus, mi lasci finire, così potrà intervenire quando vorrà.



BONO Davide

LAUS Mauro (fuori microfono)



BONO Davide

Mi allontano spontaneamente dall'Aula! "Voto etnico"!



BONO Davide

Fra molte virgolette, ovviamente!



BONO Davide

LAUS Mauro (fuori microfono)



BONO Davide

Io partecipo al "voto etnico"!



BONO Davide

Va bene. Infatti lo sappiamo che...



PRESIDENTE

Collega Laus, per cortesia! Stiamo andando alla conclusione del dibattito.
Presidente Bono, termini il suo intervento per cortesia!



PRESIDENTE

LAUS Mauro (fuori microfono) Torino è multietnica!



BONO Davide

E chi ha detto di no!



BONO Davide

LAUS Mauro (fuori microfono)



BONO Davide

Ignorante e maleducato!



PRESIDENTE

Collega Laus, la ringrazio di voler abbandonare l'Aula.



(Il Consigliere Laus si allontana dall'aula)



BONO Davide

Ovviamente - e concludo, Presidente - tra molte virgolette!



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Bono; è andato ben oltre proprio perché c'è stato un problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
La situazione attuale è particolarmente grave, per più ragioni: in primo luogo, perché la sanità rappresenta i quattro quinti del bilancio della Regione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Dell'Utri: in realtà toccherebbe al Consigliere Negro.
Abbia pazienza, non vorrei mai che sorgesse un problema diplomatico. So che sarà assolutamente cortese e comprensivo.
Prego, Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Meno male che si è ricordato: l'avevo chiesto per primo, accipicchia! Chiedo anch'io la sospensione: cambiamo Presidente? Battute a parte, mi ha fatto incavolare un po', ma pazienza.
Caro Presidente Cota, anch'io sono d'accordo con lei sul fatto che si debbano eliminare le "mele marce". D'accordissimo! Però - mi permetta - ci sono momenti in cui anche una persona come me che non è più giovane e che ha ricoperto per vent'anni il ruolo di Sindaco poi di Assessore provinciale ai Lavori Pubblici e Viabilità, viene presa da forte sconforto.
Arrivo ed opero in un ambiente lavorativo imprenditoriale nel quale si misurano capacità di produzione e di commercializzazione, un settore in cui la competizione è molto forte. Come a dire che nei vari ruoli ricoperti sono passato tra le maglie del lavoro di impresa, dell'Amministrazione pubblica, della politica. Maglie talvolta molto strette, ma mai tali da distrarmi al dovere di un buono e corretto comportamento.
La situazione generale che sta emergendo nelle varie inchieste che la Procura di Torino sta svolgendo disegna un quadro inquietante per la nostra Regione, in particolare per la provincia di Torino.
Il mio augurio ed auspicio è che la Magistratura chiarisca rapidamente gli eventuali intrecci tra malaffare e politica. Ho fiducia che questo avvenga.
Certamente il mio - il nostro - ruolo non può sovrapporsi a quello dei giudici, per cui, come ho già detto nel precedente dibattito, non mi unir al coro di quelle voci che intendono fare di tutta l'erba un fascio, o chiedere le dimissioni del Presidente Cota. Ma una cosa è il cannibalismo politico, altra cosa è chiudere velocemente le parentesi senza dare all'esterno un segnale forte.
Raccolgo grande turbamento tra i cittadini piemontesi. Ad essi dobbiamo dare risposte decise.
Come classe dirigente regionale abbiamo il dovere di reagire nelle forme e nei modi a noi consentiti. In quest'ottica ritengo che vada accentuato il nostro potere di controllo, sino all'applicazione delle norme regolamentari più eccezionali, perché questa è una situazione eccezionale.
Questa è l'ottica rispetto alla quale abbiamo depositato una richiesta come Gruppo UDC, per la costituzione di una Commissione speciale di indagine, cui hanno aderito gran parte dei Gruppi rappresentati in Aula compreso il collega Pedale (Il Popolo della Libertà) e il collega Carossa (Lega Nord). Con questo, vogliamo chiedere, innanzitutto, chiarezza e trasparenza da parte di tutti.
Vorrei fare un'ultima considerazione che riguarda la nomina del nuovo Assessore. Non vorrei che l'eventuale scelta di un tecnico a reggere l'Assessorato alla sanità venisse percepita come un'abdicazione della politica, che mai come in questo periodo è chiamata, come diceva Aldo Moro ad una nuova stagione dei doveri, con grande rigore e senso di responsabilità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
La situazione che si è creata in sanità è di particolare gravità, per una serie di motivazioni: in primo luogo, come ho detto prima, perché la sanità rappresenta quattro quinti del bilancio della Regione; poi perché la sanità riguarda la pelle della gente; infine perché lo scandalo sulla sanità è l'archetipo per eccellenza di ogni scandalo.
Non so quanti si ricordino lo scandalo delle "lenzuola d'oro" del Ministro Nicolini, o ancora lo scandalo "Lockheed". Nessuno? Mario Chiesa e il Direttore alla sanità Poggiolini li ricordiamo tutti. Questo per dire che cosa? È triste dirlo, ma per quanto gli sviluppi giudiziari, come ha ribadito giustamente il Presidente Pedale, debbano poi dare ragione a quelle che sono adesso soltanto delle voci, tuttavia nell'immaginario collettivo la dimensione dello scandalo è ormai in essere e le conseguenze non ricadono solamente sulla maggioranza, come alcuni di noi possono credere. In realtà, sono assolutamente per tutti. Perché, come ha detto poc'anzi il Consigliere Goffi, quando si dice che si fa politica, è sinonimo che ci si occupi di malaffare; perlomeno questo è ciò che la gente normale pensa.
Vi vorrei riportare un episodio che mi era accaduto anni fa e che mi aveva particolarmente colpito: durante un viaggio avevo conosciuto un signore con cui avevo iniziato a parlare. Tale signore era molto reticente nel dirmi ciò che faceva. Ad un certo punto, insistendo, mi ha risposto: "Faccio il rappresentante". Io avevo pensato si trattasse di un rappresentante di scarpe, insomma di un rappresentante commerciali. Il giorno dopo, invece, mi ha detto che faceva il rappresentante di un ambito territoriale, un rappresentante della gente: era un parlamentare. È assurdo che si debba giungere a questo! Vale per lui, ma in fondo vale anche per noi. Perché politici sono stati anche personaggi come Cavour, Aldo Moro e altri ancora. Non so come si possa permettere di giungere a simili livelli.
La conseguenza inevitabile è che si sviluppi l'antipolitica. Altre conseguenze inevitabili sono situazioni paradossali - che però sono dei paradossi, mi auguro - per cui un Paese europeo da un anno sta crescendo economicamente, superando maggiormente la crisi rispetto agli altri, e non ha Governo. Il 13 giugno 2010 il Governo del Belgio è caduto: da un anno non ha un Governo e migliora. La gente si sta convincendo che va avanti senza politica.
Quindi, il mio invito è il seguente: Presidente Cota, faccia veramente pulizia. Perché nell'immaginario collettivo la Regione, in fondo, sono due cose: il Presidente e la sanità. Tanto come nella città i simboli sono il Sindaco, i vigili e l'anagrafe. Di conseguenza, faccia pulizia delle sue "mele marce"; attui strumenti come l'Agenzia di controllo, se ritiene che possa essere un mezzo valido per verificare l'operato di chi sarà il futuro Assessore alla sanità. E sulla scelta dell'Assessore alla sanità faccia estrema attenzione: si prenda il tempo che deve, perché forse ne vale dell'immagine sua e dei quattro quinti del bilancio della Regione, su cui poi la gente la giudica: giudica lei, giudica noi e giudica tutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
La volta scorsa, Presidente, avevo sottolineato la sua responsabilità politica sul fatto che, nella configurazione complessiva del suo modello Socio Sanitario, gli interessi particolari potessero prevalere su quelli generali.
Gli episodi e gli elementi erano sinceramente tanti: i continui tentativi di instaurare un dialogo sulla riforma socio-sanitaria addirittura con imbarazzanti Commissioni dove si parlava di niente; i continui atti e provvedimenti approvati in Giunta - delibere su delibere di Giunta - eludendo il percorso del Piano Socio Sanitario; la concentrazione di poteri in mano a pochi soggetti; l'accorpamento delle ASL; i trasferimenti di personale privi della logica del merito e della competenza, su cui in Aula, attraverso question time, interrogazioni e mozioni, più volte abbiamo sottolineato e fatto a lei appello di come l'elemento della competenza e della professionalità fosse messo sotto i tacchi rispetto alla finalità politica, addirittura con vicende allarmanti come ho ricordato in alcune questioni legati al caro estinto, vicende precedenti; responsabilità politica di avere creato quelle condizioni in cui è più facile che attecchiscano quei comportamenti e quelle modalità che privilegiano l'interesse particolare su quello generale e pubblico.
Oggi, a quel discorso devo aggiungere le dichiarazioni apparse sull'Ansa da parte del GIP del Tribunale per spiegare i motivi che hanno reso necessaria, a suo parere, la misura cautelare degli arresti domiciliari (ordinanza notificata stamani dalla Guardia di Finanzia alla stessa Ferrero).
Scrive il GIP: "La remissione delle deleghe, tenuto conto del perdurante formale inserimento dell'indagata a livello istituzionale, quale componente della Giunta regionale del Piemonte, e dato che non consente di escludere ma, anzi, di affermare che ella possa interferire con altre bandite da enti pubblici presso i quali - sottolinea - ha maturato una consistenza pregressa esperienza professionale, ovvero realizzare materialmente o in concorso altri delitti contro la pubblica amministrazione. La sua sfera di influenza" - aggiunge il GIP - "lungi dall'essersi esaurita, pur dopo l'esecuzione della misura cautelare nei confronti dei coindagati nell'inchiesta, arrestati lo scorso 27 maggio, è ancora oggi quanto mai integra".
Lei, Presidente, su queste dichiarazioni si sente di non avere proprio nessuna responsabilità politica? Oggi lei raddoppia la sua responsabilità politica rispetto a prima perché, nonostante le opposizioni le avessero suggerito un atto ovvio, cioè la revoca immediata dell'Assessore dalla Giunta e non solo delle sue deleghe, lei è stato sordo a questo appello. Poteva evitarsi questo confronto! Perché, in nome della trasparenza che lei ha richiamato, non ha ritirato allora quelle deleghe? Lei dice che i controlli interni hanno funzionato. Ma se i controlli tecnici hanno funzionato, dove stavano i controlli politici su cui lei è responsabile? Lei, Presidente, era al corrente della vicenda del bando dei pannoloni? In Giunta questa questione è mai arrivata? Il dottor Monferino le ha mai riferito di questa vicenda? Nei verbali dell'inchiesta emergono sconcertanti dichiarazioni di alcuni funzionari su segnali presenti all'interno della Regione, che dimostrano quanto era forte e presente questa questione. A questi segnali Presidente, ha prestato ascolto o era altrove? E poi ancora la percezione netta di questa contrapposizione politica tra lei e Monferino da una parte e l'Assessore Ferrero dall'altra, è finita su tutti i giornali. Le chiedo su quali questioni si evidenziava questa differenza.
Lei oggi, Presidente, si poteva evitare questo confronto, ma anche oggi è riuscito a parlare di altro: di un Piano Socio Sanitario di cui per mesi non ha mai voluto parlare con opposizione. Oggi le sue comunicazioni dovevano rispondere al fatto che la politica deve agire prima che il sistema giudiziario costringa a prendere provvedimenti restrittivi.
Qui questa sera, a noi e ai cittadini, doveva spiegare perché ha mantenuto l'Assessore in Giunta.
E poi, Presidente, in questi giorni era proprio necessario recarsi a portare i bonus bebè a quei tre gemellini attorniato dai giornalisti? Presidente, non può far finta di niente, non può far finta che nulla sia accaduto e continuare a privilegiare gli ambiti mediatici a scapito di quelli di governo della Regione Piemonte.
Mi preoccupano alcune dichiarazioni di altri responsabili politici a livello nazionale, mi riferisco in particolare all'Onorevole Ghigo. Sono rimasto sconcertato da alcune sue dichiarazioni: "Le dimissioni di Ferrero sono state un atto di responsabilità non dovuto. Spero che le permetta di difendersi in maniera più efficace. Forse qui dobbiamo recuperare tutti il senso della buona politica. Vale anche per il famoso appalto sui pannoloni.
Anche quello può rimandare ad una decisione politica, naturalmente da argomentare. Un amministratore ha il dovere di offrire il servizio migliore, a costo di spendere qualcosa in più. Non riesco a vedere il rilievo penale, al massimo può eccepire la Corte dei Conti." Questi sono i nostri anticorpi? È così che intendiamo la politica come portatore delle istanze del territorio? Beh, le istanze del territorio non devono essere quelle degli interessi personali di pochi a scapito degli interessi pubblici, cioè della collettività.
La Magistratura ha evidenziato anche in Piemonte, non solo fatti penalmente rilevanti, ma anche i rischi che la politica, quella nobile corre. Se siano o non siamo in grado di rispondere con chiarezza per difendere e legittimare la buona politica, io credo, Presidente, che nonostante tutti i gravi segnali e i fatti accaduti, lei abbia perso l'occasione di rispondere con chiarezza e trasparenza, fin da subito, alla richiesta della buona politica.
Se non era informato di tutto, Presidente, di tutto quello che accadeva in questi giorni, ha fatto capire, sfilandosi e defilandosi dalle sue responsabilità politiche, come l'autoritarismo non coincida quasi mai con l'autorevolezza e ha messo in luce tutta la sua inadeguatezza politica.



PRESIDENTE

Consigliere Burzi, su cosa interviene?



BURZI Angelo

Per fatto personale e glielo spiego.
Essendo io eletto, come molti altri, da una minoranza, nel caso mio da una popolazione bassa padana celtica con innesti germanici, non sono in grado di esprimermi - il che non è grave - e non sono neanche preoccupato di non poter parlare con il Presidente Cota perché gli scrivo, ma trovo che l'organizzazione, parlando seriamente, di questo dibattito, sia, di minimo antidemocratica, perché si appella ad una decisione dei Capigruppo basata tra l'altro, su una delle leggi peggiori che istituisce i Gruppi minori votata alcune legislature fa.
Onde non doverci noi ridurre a dividerci per sette (che per tre fa 21 col resto di uno) che ci porterebbe diritto di parola ed altri non piccoli vantaggi, faccia in modo di provvedere, Presidente, che i prossimi dibattiti siano organizzati almeno in una maniera più decente.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Burzi, ma la decisione della Conferenza dei Capigruppo è stata presa in base all'articolo 69 del Regolamento, e su quello il Presidente del Consiglio si è dovuto attenere.
Con l'intervento del Consigliere Stara termina la seduta del Consiglio.
Informo che l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Artesio nonostante l'o.d.g. di convocazione di martedì prossimo sia già stato inviato, è da ritenersi iscritto e verrà trattato nella seduta del pomeriggio, così come concordato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.28)



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