Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.117 del 07/06/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 571 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Appalto per la gestione del servizio mensa presso l'Ospedale Molinette di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
571, presentata dal Consigliere Boeti, che ha la parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione e ringrazio il Presidente Cota per la risposta, perché vorrei capire come stanno le cose rispetto all'appalto per la gestione del servizio mensa presso l'Ospedale Molinette di Torino.
Ricordo che ci sono stati molti contrasti tra la società Gemeaz Cusin (che, almeno fino a questo momento, mi pare sia la detentrice dell'appalto del servizio mensa) il Direttore generale precedente e l'Amministrazione regionale nel suo complesso.
Mi sembrava che, nel 2099, la Direzione dell'Ospedale avesse svolto la gara d'appalto per il Servizio e che nel febbraio 2011 la gara è stata vinta dalla società CIR Food, ma non riesco a capire perché (e sono sicuro che il Presidente me lo spiegherà) il commissario Iodice abbia deciso di annullare l'appalto per indire una trattativa privata.
Dato che a noi sembra - e i recenti episodi lo dimostrano - che una volta che è stato bandito un appalto di gara, è opportuno completare il bando e verificare, in un secondo momento, se ci possono essere delle questioni, vorrei capire le ragioni per la quale il commissario Iodice ha deciso di annullare l'appalto, decidendo di indire una trattativa privata che si è tenuta nel maggio scorso, e che è andata deserta consentendo un'ulteriore proroga alla società Gemeaz Cusin.
Vorrei capire come stanno effettivamente le cose, dato che la cifra dell'appalto è consistente: mi pare che si tratti di sette/otto milioni d'euro l'anno, per tre o quattro anni. Vorrei che il Presidente mi spiegasse come sono andate le cose.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Boeti. In riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
La Direzione Sanità ha chiesto al Commissario straordinario del Collegio sindacale dell'Azienda in questione specifica relazione che motivi la decisione inerente l'annullamento di un'aggiudicazione a favore della società CIR Food, col conseguente ricorso a trattativa privata e, quindi la concessione di un'ulteriore proroga alla società Gemeaz Cusin, attuale gestore.
Al riguardo, il Commissario straordinario, con nota pervenuta poc'anzi conferma la legittimità degli atti confortata dal parere legale acquisito dal professor Scaparone, tenuto conto che la revoca della deliberazione è stata fatta in sintonia con le disposizioni regionali in materia di contenimento della spesa sanitaria.
Nell'ultima procedura negoziata (apertura offerte) si è appreso che l'offerta più economica era quella di Euroristorazione, pari a 8.968.852,05 euro. Si evidenzia come tale offerta porti ad un possibile risparmio di circa 1.250.000,00 euro annui rispetto all'offerta di CIR Food.
Al momento l'ASO Molinette non ha proceduto all'affidamento in quanto la ditta CIR Food ha impugnato con richiesta di sospensiva tutti gli atti di gara al TAR Piemonte, che si pronuncerà nel mese di giugno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 577 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Apertura del laboratorio di emodinamica a Chivasso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 577, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione è volta a conoscerle quali siano le intenzioni a seguito di una situazione che è quanto meno imbarazzante. La Giunta precedente ha approvato un progetto per il quale il risparmio determinato sulla nostra Azienda era un risparmio che dal secondo anno di applicazione dell'attività dell'emodinamica ammontava a quasi a 2 milioni di euro.
Gli interventi di sistemazione della struttura dell'emodinamica nel nosocomio di Chivasso e di Ivrea sono state realizzate. La formazione del personale è stata effettuata, tuttavia, mancava l'autorizzazione.
L'autorizzazione non è venuta dalla Giunta precedente, ma in un momento pre-elettorale, quasi a sorpresa. Questo non poteva che essere un elemento positivo, perché il territorio attendeva da molto tempo questo servizio.
L'autorizzazione è avvenuta in un momento particolare, ma ad un certo punto viene nuovamente messa in dubbio l'apertura del servizio.
Intanto, vorremmo capire, distinguendo tra i due percorsi che in questo momento sembrano essere in atto: il percorso giudiziario, sul quale non spetta a quest'Aula e in questa sede entrare nel merito, ma a noi interessa comprendere se la gara sia stata fatta o se non è stato fatta e perché non è stata fatta.
Vorremmo soprattutto capire quali sono gli interventi che la Giunta intende mettere in atto affinché il servizio possa proseguire e quindi quello che è un progetto iniziato, che va nell'ottica di quello che ha sempre affermato anche questa Giunta, ovvero di mettere in atto tutti i provvedimenti necessari per poter individuare quell'ottimizzazione dei servizi, individuando eventuali risparmi.
Ci interessa comprendere, dopo una situazione di andirivieni, quali siano gli intendimenti della Giunta allo stato attuale, poiché il servizio ha avuto una sua prima autorizzazione, seppur parziale (soltanto per due giorni la settimana), ma che deve essere trasformato in un servizio H24.
Ci auguriamo che ci sia una risposta positiva in tal senso. Soprattutto ci interessa avere un po' di chiarezza per comprendere quale sarà la strada futura.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Però rimarco che l'interrogazione chiedeva un'altra cosa, e cioè che chiedeva in particolare di sapere se corrisponde al vero la circostanza per cui non vi sarebbero stati medici della sanità pubblica disponibili a lavorare presso la struttura all'interno dell'Ospedale di Chivasso.
Allora, su questo devo rispondere.
L'interrogante chiede di sapere se corrisponde al vero la circostanza per cui non vi sarebbero stati medici della sanità pubblica disponibili a lavorare come tutor presso l'Ospedale di Chivasso, così come dichiarato dall'allora Assessore Ferrero, in sede di IV Commissione.
Allo stato dei fatti, considerata anche la delicatezza della questione su cui è in corso l'indagine della Magistratura, non sono entrato in possesso di elementi a conferma o a smentita delle dichiarazioni rese. Mi riservo, pertanto, di approfondire i termini della questione con i competenti uffici dell'Assessorato.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 574 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "ASL Torino 2, Concorso ad hoc. Spreco di denaro pubblico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 574, presentata dal Consigliere Stara, che ha la parola per l'illustrazione.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione parla del Presidio Ospedaliero Maria Vittoria - ASL TO2 - con la seguente situazione del personale medico ed infermieristico: una carenza di organico nel personale medico, soprattutto nel reparto di medicina d'urgenza (meno sei dirigenti medici), nel reparto di rianimazione (meno cinque dirigenti medici), nel reparto di pediatria e neonatologia (meno tre dirigenti medici; qui si aspettano da diversi mesi, nonostante siano stati espletati e definiti gli incarichi, rispetto ad un concorso attivato, le assegnazioni degli incarichi stessi), nel reparto di cardiologia (meno due dirigenti medici); nel personale infermieristico, il blocco del turnover del personale del comparto e la riduzione dei contratti per i lavori interinali.
Per quanto riguarda la struttura ospedaliera, a seguito dei tagli imposti dalla Giunta regionale le uniche spese ammesse sono quelle relative all'adeguamento antincendio della struttura.
Siamo venuti a conoscenza della volontà del Commissario dell'ASL TO2 di bandire un concorso per Direttore di Struttura Complessa, per la Direzione della Struttura Complessa "Malattie Infettive II" del Comprensorio Ospedaliero Amedeo di Savoia.
Considerato che la Struttura Complessa "Malattie Infettive I e II" del Comprensorio Ospedaliero in oggetto conta circa 70 posti letto e che la struttura è già coperta da due primari, di cui uno universitario (un primario ogni 35 posti letto), chiediamo al Presidente se non ritenga che la decisione del Commissario straordinario dell'ASL TO2 di bandire un concorso per Direttori di struttura complessa, in una direzione che vede già al suo interno personale qualificato congruamente rappresentato per le reali esigenze della struttura stessa, sia inopportuna, inadeguata e inappropriata, mentre continua ad essere ignorata la grave carenza di dirigenti medici nei tanti altri reparti della struttura.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Cota, per la risposta.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interrogazione in oggetto indicata, si precisa che la DGR n. 48-1984 del 29/4/2011 che ha armonizzato la precedente deliberazione n. 14-1440 del 28/1/2011, ai contenuti dell'Addendum al Piano di rientro ed al Programma attuativo è stata trasmessa alle Aziende con la circolare n. 14811/DD2000 del 24/5/2011.
Con tale circolare, al punto "Tetto di spesa e deroghe", le Aziende sono state invitate a non attribuire incarichi di Struttura Complessa, di Struttura Semplice a valenza dipartimentale e di posizione organizzativa o di coordinamento, sino alla definizione della consistenza organica e del relativo tetto di spesa, che saranno definiti per ciascuna Azienda.
pertanto opportuno precisare che quanto detto si riferisce all'attribuzione degli incarichi e non all'avvio delle procedure di cui, in coerenza con la propria autonomia gestionale, ciascuna Azienda pu predisporre, al fine di ovviare la somma dei tempi burocratici.
Resta inteso che, al di là dell'attuale disposizione che mira ad inibire la realizzazione nell'immediato della tipologia di struttura oggetto dell'interrogazione, è obiettivo della Regione evitare frammentazioni e/o duplicazioni di funzioni.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 572 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Destinazione definitiva struttura USU Via Zuretti"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 572, presentata dalla Consigliera Artesio che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

L'interrogazione si muove secondo due profili. Il primo riguarda la necessità di conoscere le intenzioni dell'Amministrazione regionale in ordine al completo utilizzo dell'Unità Spinale Unipolare.
Nel corso dei successivi atti aziendali che coinvolgevano l'Azienda Sanitaria Ospedaliera CTO-Maria Adelaide, si era definito che quel tipo di padiglione dovesse essere indirizzato alla gestione integrata delle persone con lesioni midollari. Questo, non solo in virtù dell'acquisizione delle richieste delle associazioni dei pazienti, ma anche delle linee guida della comunità scientifica, in ordine alla necessità di dedicare una struttura specializzata, e contemporaneamente multidisciplinare, alla completa, per quanto possibile, riabilitazione ed integrazione dei soggetti portatori di tale disabilità.
Nel corso della precedente programmazione, una parte dei posti letto su determinazione della Direzione Generale dell'ASO CTO, era stata indirizzata ad accogliere i pazienti in fase di riabilitazione di terzo livello, soggetti a gravi cerebrolesioni.
Relativamente a questa gestione mista, dedicata a questo tipo di complessità patologica, le associazioni dei pazienti portatori di lesioni al midollo spinale avevano già obiettato. Tuttavia, quella definizione era ancora allineata su interventi riabilitativi d'alta complessità e di terzo livello.
Dagli organi d'informazione - e questa è la seconda parte del quesito (chiedo se gli organi di informazione abbiano correttamente riportato le preoccupazioni reali) - risulterebbe che non si stia proseguendo nella direzione della riabilitazione di terzo livello, ma in quella dell'accoglienza di attività ortopediche conseguenti al trasferimento delle attività del Maria Adelaide.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Cota, per la risposta.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riporta quanto comunicato dalla Direzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera CTO-Maria Adelaide.
La realizzazione dell'Unità Spinale Unipolare (USU) nel 2007 e la progressiva messa a regime (attualmente, dalla primavera 2010, 46 letti di ricovero ordinario più otto di day hospital) ha permesso di recepire quanto previsto dalle Linee Guida sulle Unità Spinali Unipolari del 4/4/2002 ponendo la nostra ASO ai vertici in Italia, essendo l'USU inserita all'interno di un Trauma Center, sede anche dell'attività di emergenza (Servizio 118).
Tutti gli specialisti che intervengono durante il percorso diagnostico terapeutico-riabilitativo della persona con lesione midollare sono presenti presso il Presidio CTO.
L'unipolarità fisica, attualmente già garantita dalla fase dell'emergenza alla fase acuta ed a quella post acuta, sarà completamente garantita anche per la fase degli esiti, grazie al previsto trasferimento dell'attività chirurgico-neurologica, in particolare di quella dedicata alle persone con lesione midollare, dal Maria Adelaide presso il CTO: gli interventi chirurgici di neuro-urologia sono più frequentemente necessari nella fase degli esiti, non tanto in fase acuta.
Dal 2007 ad oggi è stato, pertanto, necessario trasferire i degenti dell'USU, con l'ambulanza, al Maria Adelaide per essere sottoposti ad interventi chirurgici di neuro-urologia e poi nuovamente trasferirli in USU dopo l'intervento.
Pertanto, l'ipotizzata riorganizzazione delle attività chirurgiche presso il CTO permetterà di realizzare la reale unipolarità anche per questo ambito specialistico, che finora era presente all'interno dell'USU CTO solo per la parte clinico-diagnostica.
Occorre sottolineare che la destinazione di letti del IV piano dell'USU alla riabilitazione di altre gravi disabilità (Gravi Cerebrolesioni Acquisite, codice 75), non andrà ad intaccare il paradigma dell'unipolarità dell'Unità Spinale, anzi, vista la non rara contemporaneità di trauma encefalico e midollare nella stessa persona, costituirà un arricchimento permettendo di avere a disposizione altre risorse professionali importanti per la riabilitazione globale della persona, quali il logopedista e il neuropsicologo.
Va ricordato, infine, che il miglioramento del flusso in uscita dalla Rianimazione delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite potrà comportare un vantaggio anche per le persone con lesione midollare, che necessitino di un trattamento in terapia intensiva, facilitandone il transito dal DEA.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 570 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Pronto Soccorso dell'Ospedale di Venaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 570, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente, e grazie anche al Presidente Cota per la sua presenza in Aula.
L'interrogazione riguarda il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Venaria e, più in generale, il tema dell'Ospedale di Venaria, rispetto al quale si richiama l'Accordo di Programma tra la Regione Piemonte, l'ASO TO3 e il Comune di Venaria per la costruzione di questo ospedale. Tale accordo riprendeva un precedente accordo già firmato nel 2004 e non rispettato fino a quel momento.
Il suddetto accordo prevedeva una serie di servizi che non sto ad elencare, ma che sono riportati nell'interrogazione. Successivamente, dal punto di vista temporale, nel giugno 2010, la Regione, riconoscendo la validità dell'accordo, ha proposto al Comune di Venaria di realizzarlo in due lotti per la mancanza di fondi e trasferimenti statali. In particolare si affermava che la Regione, per il 2011, non era in grado di garantire ulteriori risorse per appaltare in un'unica soluzione l'opera concordata del costo di 48 milioni. Si affermava, inoltre, che in quel momento erano disponibili circa 16 milioni di euro, dei quali circa sette di finanziamenti statali che scadevano ad ottobre 2010 e, se non si fosse avviata nessuna progettazione, si rischiava di perderli definitivamente.
Successivamente all'interrogazione è arrivata una nota del Sindaco di Venaria, Giuseppe Catania, a tutti i Capigruppo che ripercorre questa tempistica e questi impegni. Ad aprile 2011 l'ASL TO3 ha comunicato al Comune di Venaria che, con il piano di rientro predisposto, si sarebbe trasformato il pronto soccorso 24 ore in un punto di primo soccorso diurno aperto solo 12 ore, contravvenendo così all'Accordo di Programma firmato che prevedeva i servizi elencati nel testo dell'interrogazione. In particolare, con questo tipo di tagli, si metteva in dubbio l'applicazione dell'accordo di programma stesso.
Ricordo che, nel frattempo, il Comune di Venaria si è mosso nei confronti della Regione: vi è stata una manifestazione che ha visto i cittadini di Venaria e gli operatori sanitari scendere in piazza per contestare il taglio dei servizi.
Chiediamo quali siano le intenzioni della Regione perché, a questo punto, non comprendiamo se l'accordo di programma verrà rispettato e come ci si intenda muovere.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, al di là dell'esposizione che ha ampliato il testo originario, mi sono attenuto, e mi attengo, al testo originario.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si espone quanto segue.
Con DGR n. 44-1615 del 28 febbraio 2011 la Giunta regionale ha adottato l'Addendum al Piano di rientro, in cui relativamente all'emergenza sanitaria ospedaliera si prevedono azioni e obiettivi da approvare con successivo provvedimento di Giunta regionale.
In applicazione della deliberazione succitata, la Giunta regionale con provvedimento n. 18-1831 del 7/04/2011 ha definito i criteri organizzativi e le indicazioni alle quali le ASR dovranno attenersi per la ridefinizione della rete dell'emergenza ospedaliera anche in applicazione della DGR n. 48 8609 del 14/04/2009, "Linee guida per la revisione dei sistemi di emergenza urgenza sanitaria".
In ultimo, in data 29/04/2011 la Giunta regionale con provvedimento n.
49-1985 ha aggiornato l'allegato 1 della DGR n. 44-1615 del 28/02/2011 inserendo la tabella contenente, a puro titolo esemplificativo, le proposte relative alla rete dell'emergenza-urgenza che riporta tra i pronto soccorso semplici in area disagiata quello del presidio ospedaliero di Venaria.
Fornisco a parte all'interrogante lo stralcio dell'Addendum al Piano di Rientro e al Programma Attuativo che definisce il pronto soccorso di base di area disagiata, come viene classificato l'ospedale di Venaria.
Con specifico riguardo all'ospedale medesimo preciso che già oggi indipendentemente dalle decisioni che si adotteranno in futuro, il pronto soccorso è definito impropriamente tale e dovrebbe essere classificato come punto di primo intervento. Al fine di mantenere un servizio alla popolazione di qualità superiore rispetto ai parametri standard, viene classificato pronto soccorso di area disagiata laddove sono previsti i servizi indicati nella scheda allegata.
Ho comunque dato disponibilità a incontrare il Sindaco di Venaria per discutere le problematiche dell'ospedale.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.


Argomento: Organizzazione turistica

Interrogazione a risposta immediata n. 568 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Costituzione Consorzio denominato ATL della Provincia di Biella in liquidazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
568, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il quesito che pongo nella mia interrogazione ha una risposta scontata.
Il tema oggetto dell'interrogazione non si presta né è soggetto ad interpretazioni.
Tuttavia ho ritenuto necessario presentarlo ugualmente, perché ritengo che sia utile e necessario avere sulla questione che pongo un pronunciamento dell'Assessore. Assessore che, peraltro, conosce i termini della questione e del quale ho troppa stima per pensare che non affronti il tema con il necessario rigore, avendo come unica bussola la norma di legge in vigore.
Si tratta di questo, Presidente. Il 25 febbraio di quest'anno, al termine di un'assemblea straordinaria e con il voto contrario di un bel po' di Comuni e di una Comunità montana, è stata deliberata a Biella la trasformazione dell'ATL della Provincia di Biella in liquidazione, in società consortile a responsabilità limitata. Società che non risponde ai requisiti previsti dalle leggi in vigore. Lo si è fatto, nonostante le sollecitazioni venute dagli uffici competenti della Regione e dell'Assessore di soprassedere e di prendere tempo nell'attesa che venisse approvata la nuova normativa, sulla base della proposta di emendamento alla legge n. 75 del 1996.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale che ridisegna le ATL, ma che non è mai stato approvato dal Consiglio regionale e che verosimilmente, non sarà approvato in quella versione. Come i Consiglieri sanno, è aperta una discussione, una trattativa, un confronto che potrebbe anche determinare, eventualmente, in via puramente ipotetica, una modifica di quell'emendamento.
Ergo, Assessore Cirio, quella società non può essere considerata, sulla base delle leggi in vigore, un'ATL e, a questo fine, è illegittima. È stata costituita, come ho cercato di ricordare, al di fuori delle norme che sono fissate dalle leggi in vigore, non quelle che domani ci saranno, ma quelle oggi in vigore.
Sono convinto che sia così; non solo io sono convinto che sia così, ma tutti sono convinti che sia così perché la norma non è interpretabile.
Gradirei conoscere la sua autorevole opinione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio per la risposta.



CIRIO Alberto, Assessore al turismo

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Ronzani si è già dato buona parte della risposta all'interrogazione, peraltro facendo affermazioni che condivido. Desidero tuttavia, circostanziare il motivo per cui a Biella è accaduto questo fatto (ne ho già parlato con il Presidente della Provincia di Biella, col Sindaco di Biella e l'ho altresì precisato durante l'assemblea cui ho partecipato).
Le ATL hanno un proprio ordinamento. Sono società che nascono, per previsione della legge n. 75/1996, autonomamente sui territori. Quando nascono, approvano il proprio Statuto e chiedono il riconoscimento in Azienda Turistica Locale alla Regione Piemonte, che, se ritiene che dispongano dei requisiti previsti dalla legge, concede loro il riconoscimento.
Nel corso degli anni era emersa la problematica in merito alla questione "privati" e "non privati", che affrontammo in Consiglio regionale, peraltro di comune accordo, sempre con tanto buonsenso, per permettere il lavoro delle ATL senza creare difficoltà. Sono state anche individuate delle cosiddette "norme ponte", che ci hanno rimandato un po' da un anno all'altro, finché non abbiamo individuato una norma che dovrebbe essere risolutiva, già discussa in Commissione.
La Commissione competente l'ha licenziata dopo aver espletato l'audizione di tutte le ATL, che avevano espresso il parere favorevole (la Commissione non ha registrato voti contrari), per cui c'è una speranza e una legittima attesa che questa venga autorizzata e diventi legge, con la piena disponibilità, naturalmente, a limarla e a modificarla affinché trovi il consenso generale, com'è giusto che sia.
Qual è stato il problema registrato a Biella, e non altrove? Tutte le altre ATL possono aspettare (che sia maggio, che sia giugno, o luglio non ha importanza). Noi abbiamo depositato le richieste di modifica il 23 dicembre e speravo, francamente, che arrivassero prima in approvazione.
Tuttavia, le altre ATL possono aspettare, perché non hanno problemi in tal senso. Magari avranno problemi finanziari, in quanto finché non si modificherà la legge e loro non si adegueranno, non potremo concedere le risorse, ma non hanno, comunque, problemi sostanziali al riguardo.
L'ATL di Biella, invece, scadeva perché chi l'ha costituita aveva stranamente dato una scadenza temporale piuttosto ravvicinata. Lo scadere di questa società faceva sì che si interrompessero tutti i contratti di affitto con la sede, i contratti dei dipendenti, le attività in corso e quant'altro. Pertanto, l'assemblea aveva inizialmente deciso di liquidare con l'idea di chiudere e di riaprirne una nuova. Poi, per evitare un "vuoto", aveva deciso di trasformarla in corso d'opera.
Attualmente la legge n. 75 non precisa quale Statuto devono avere le ATL, per cui ciascuna si è mossa in autonomia; sarà poi la Regione ad effettuare un controllo a posteriori, specificando se ritiene tale Statuto idoneo o meno a soddisfare le richieste della legge n. 75. Biella si è data uno Statuto che già contiene quelle che sono le modifiche in approvazione qui in Consiglio regionale. Perché si sono detti: "Così evitiamo di farlo successivamente".
Qual è il problema? La questione è puramente formale: in questo modo peraltro, ho già spiegato al Presidente della Provincia di Biella la loro situazione - non appena il Consiglio regionale avrà approvato qualsiasi cosa, dovranno riconvocare un'assemblea, adeguarsi a quel "qualsiasi cosa" e, in tal modo, riprocedere e ripartire a lavorare. Per il momento, loro sono "cessati" da ATL. In pratica, la soluzione finale è che essendo quella società non più la stessa, deve rifare la procedura del cosiddetto "accredito" o di riconoscimento regionale, perché essendo cessata la società che ne aveva titolo, ne è nata una nuova, che deve chiedere appunto tale riconoscimento regionale.
Dunque, la strada che mi sono permesso di suggerire, e che ritengo sia la più corretta, è che loro faranno l'ordinaria amministrazione.. Non è illegittima la loro azione, perché sono una società normale, un'agenzia di promozione turistica che svolge la propria attività sul territorio. Per ritornare ad essere ATL, visto che sono una nuova cosa rispetto a prima dovranno richiedere di nuovo il riconoscimento, cosa che potranno fare solo dopo che, approvata la norma, avranno adeguato il loro Statuto alla norma passata e adeguato gli organi sociali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 569 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Risorse per il trasporto pubblico locale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 569.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore Bonino, l'intesa siglata nella Conferenza Stato Regioni, relativa al concorso finanziario delle Regioni alla spesa per gli ammortizzatori sociali in deroga per gli anni 2011 e 2012 è propedeutica al reintegro da parte dello Stato di 425 milioni di euro da destinare al finanziamento del trasporto pubblico locale, secondo quanto stabilito dall'articolo 26 bis del decreto legislativo sul federalismo regionale approvato lo scorso 24 marzo dalla Commissione Bicamerale.
Con tale norma si è recepito l'accordo tra Governo e Regioni sul ripristino delle risorse per il Trasporto Pubblico Locale e si è previsto che il Governo, dopo aver concluso con le Regioni l'intesa sull'utilizzo del Fondo Sociale Europeo ai fini del concorso al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga (ex art. 1, comma 29 della legge di stabilità n. 220/10) reintegri alle Regioni i trasferimenti per il Trasporto Pubblico Locale per il 2011 di ulteriori 425 milioni di euro.
Affinché avvenga l'erogazione e la ripartizione delle risorse in questione si deve attendere, però, l'apposito decreto ministeriale.
Con quest'interrogazione che le rivolgo desidero sapere se, visto il programma varato dalla Regione Piemonte volto a ridurre progressivamente le risorse per il Trasporto Pubblico Locale relativamente al triennio 2011 2013, la Giunta non ritenga opportuno sollecitare il Governo nazionale affinché venga approvato celermente il decreto che libererà le risorse necessarie al Trasporto Pubblico Locale su scala nazionale, evitando tutte le conseguenze negative per l'occupazione che si stanno prefigurando per i lavoratori del settore, se i tagli al Trasporto Pubblico Locale verranno confermati, oltre ai disagi per i cittadini utenti del servizio.
Detto ciò, confermo di essere perfettamente d'accordo in merito a tutti i discorsi relativi alla razionalizzazione anche nel servizio di trasporto pubblico, ma vorrei che questa politica fosse supportata da un ragionamento serio e da un coinvolgimento di tutti gli attori interessati. Altrimenti si rischia di penalizzare l'utenza e di creare gravi problemi occupazionali per le aziende, costrette a licenziare i dipendenti e a quant'altro.
Credo che sia arrivato il momento di ristudiare il trasporto pubblico nel suo complesso, sia a livello regionale che provinciale, per creare realmente dei sistemi integrati tra pullman e treno, facendo un discorso più ampio che interessi anche le infrastrutture.
La ringrazio sin da ora per la sua risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata ci consente di fare chiarezza su alcuni punti che riguardano le vicende relative alle risorse da destinare al TPL.
Intanto comincio con il rassicurare il Consigliere Ponso, perch abbiamo sollecitato più volte il Governo, qualora ve ne fosse necessità, a valutare anche la questione delle tempistiche in relazione alle nostre necessità di programmazione nell'erogazione di servizi sul territorio, nel senso che le Regioni hanno due tipi di problemi: il primo dobbiamo affrontarlo dal punto di vista della quantificazione delle risorse, il secondo con la consapevolezza che anche la tempistica, nell'erogazione delle stesse o nell'individuazione del tetto di risorse trasferite dallo Stato alle Regioni, può fare la differenza, perché arrivare a programmare nel mese di luglio le risorse disponibili per il 2011, ovviamente rappresenta un problema per noi, per le aziende, per le Province e quant'altro.
In secondo luogo, ricordo che la Regione Piemonte ha integrato, in fase di bilancio di previsione del 2011, con 40 milioni di euro di fondi propri le risorse che erano oggetto di ipotizzati tagli da parte del Governo sul tema del trasporto pubblico locale. In questa operazione, oserei dire che la Regione Piemonte - difficilmente sbagliando - è stata l'unica fra le Regioni che comunque ha chiarito che il tema dei servizi minimi sul trasporto pubblico locale non si doveva toccare, quindi, o se ne faceva carico lo Stato oppure, facendo economia su altri livelli, e quindi sacrifici rilevanti, avremmo comunque garantito i servizi; tant'è che la DGR che disciplina i trasferimenti di risorse alle Province è una DGR che sul 2011 ipotizza - ipotizza - in caso di assenza di ulteriori trasferimenti da parte dello Stato, un taglio del 3% delle risorse destinate a questo settore.
Ho usato il termine "taglio" perché è quello che normalmente circola anche se nell'accezione che la Giunta ha voluto dare a questa operazione si parla di efficientamento.
Noi siamo assolutamente consapevoli del fatto che l'operazione che stiamo conducendo, insieme alle Province e ai consorzi, di riprogrammazione del sistema di trasporto pubblico locale, ferro e gomma, per il 2011 possa condurre ad un risparmio del 3%, che non significa taglio dei servizi, ma efficientamento nella programmazione.
un obiettivo facilmente raggiungibile, sempre ammesso che nessuno scelga di trincerarsi dietro posizioni acquisite, che certamente sono più comode per il mantenimento di un certo tipo di flusso di denaro che dalla pubblica amministrazione si indirizza verso gli ambienti dove si eroga il servizio del trasporto pubblico locale, ma che non è funzionale ad un approccio che necessariamente deve essere diverso, a fronte del contesto nel quale viviamo. Deve essere un approccio nel quale i temi dell'efficienza e dell'efficienza del servizio, integrati con la necessità di ridurre le richieste che pesano sulle risorse pubbliche, devono necessariamente condurre ad un'inversione di rotta.
Quindi certamente occorre sollecitare il Governo - e lo facciamo, ma non siamo i soli, insieme a tutte le altre Regioni - ogni volta.
Concludo dicendo che purtroppo la Regione Piemonte, a fronte di cinque anni di immobilismo completo e totale sui temi della programmazione del trasporto pubblico, che sono quelli appena trascorsi, prima dell'insediamento dell'attuale Giunta, si è trovata fortemente penalizzata nel sistema del riparto proporzionale all'efficientamento compiuto dalle diverse Regioni.
Abbiamo, quindi, meno risorse di quelle che invece saranno destinate alla Lombardia, nella quota del riparto fra le Regioni, proprio a causa del fatto che non siamo stati in grado di efficientare il processo del TPL sotto alcuni punti di vista.
Grazie.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 582 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Ruolo della Sitaf SpA, partecipata della Regione, nell'ospitare i materiali della Martina Unipersonale Srl "


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 582 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Fermo restando la nostra posizione di ferma contrarietà all'opera, le cui motivazioni abbiamo già avuto modo e tempi per esporre (ma sicuramente ce ne saranno altri di questi momenti), riteniamo di dover utilizzare tutti i nostri mezzi a disposizione, ovviamente legali, per cercare di evitare quello che noi riteniamo veramente un ingente sperpero di denaro pubblico che invece potrebbe essere utilizzato per altri settori di ben maggiore utilità.
Nei giorni scorsi abbiamo provveduto a presentare degli esposti alle Autorità competenti come lo SPreSAL, l'Ispettorato di Lavoro e, per conoscenza, anche alla Procura della Repubblica di Torino, per appurare il regime di legalità e di sicurezza per i lavoratori che lavorano nelle due aziende al momento scelte per la realizzazione delle semplici opere di recinzione del cantiere del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, che rispondono ai nomi di Ital.Co.Ge e Unipersonale S.r.l.
In particolar modo, l'esposto è sulla seconda azienda, per la quale risulta aperta una procedura di fallimento e risulterebbe, perlomeno a quanto ci risulta, che il capannone in cui stavano lavorando gli operai e venivano stoccati i materiali per la recinzione del suddetto cantiere, era abusivo, in quanto non sarebbero state pagate le rate del leasing per l'affitto dello stesso.
Abbiamo fatto una semplice segnalazione. Ovviamente non sappiamo se è così, quindi chiediamo agli opportuni organi competenti di verificare anche se ci risulta che durante la settimana detti materiali siano stati spostati da questo capannone, che sembrerebbe essere abusivo, in alcuni siti di proprietà della Sitalfa Spa, Spa che risulta essere partecipata al 100% da capitale pubblico, essendo di proprietà della Sitaf Spa, società del traforo del Frejus, concessionaria dell'autostrada Torino-Bardonecchia e dello stesso traforo, che a sua volta è un'azienda a maggioranza pubblica, come si evince dal loro stesso sito, da cui noi abbiamo tratto questi dati.
Ci chiediamo, a parte le domande politiche che abbiamo già fatto in altre sedi, quali siano le motivazioni per scegliere queste due ditte: una che risulta dal 1974 "attenzionata" dalla Procura di Torino per una serie di turbative d'asta, episodi di corruzione e quant'altro (poi è vero che magari negli anni si migliora), l'altra sarebbe in un capannone che sembrerebbe abusivo. Vorremmo sapere a quale titolo la Regione, che dovrebbe essere garante della linearità e della legalità del progetto del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, possa ospitare materiali di un'azienda privata; quindi capire se c'è eventualmente una problematica anche di tipo tributario o altre problematiche di tipo amministrativo.
Vorremmo chiarezza. Magari siamo noi che non abbiamo capito bene perché abbiamo solo potuto interpretare i movimenti avvenuti da venerdì scorso ad oggi.
Per questo chiediamo una risposta all'Assessore Bonino.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Non potendo non rilevare come i fatti e le accuse esposte ed illustrate dal Consigliere Bono nel testo dell'interrogazione siano assolutamente gravi, e non avendo nessuna intenzione di sostenere o avallare, in qualità di rappresentante della Giunta in quest'Aula, attacchi qualunquistici, non mi sembra che si possa dare una risposta diversa all'interrogante, se non invitandolo a rivolgersi alla Magistratura e ai relativi organi competenti nel caso in cui fosse in possesso di informazioni utili a sostanziare le accuse e i fatti illustrati nell'interrogazione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Consigliere Biolé, se vuole la risposta scritta la può richiedere.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta immediata n. 581 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Salvaguardia della produzione vitivinicola tipica dell'Alta Valle di Susa"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 581, presentata dal Consigliere Biolé.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto introduce una domanda che ci siamo posti accorgendoci dei fatti che si stanno per sviluppare sul territorio valsusino.
Noi sappiamo quanto la viticoltura, soprattutto quella territoriale tipica di nicchia, sia importante per l'economia delle terre più difficili come appunto quelle montane. Sappiamo che l'Alta Val di Susa ha ottenuto per i propri vitigni, anche la denominazione DOC; tra questi, spiccano due vitigni d'eccellenza: l'Avanà e il Becouet (che sicuramente l'Assessore conoscerà molto bene).
L'imminenza dell'inizio della cantierizzazione per le opere propedeutiche alla linea Alta Velocità - quindi il tunnel geognostico della Maddalena, che va a interessare un territorio molto vicino, anzi addirittura proprio su quel territorio c'è lo sviluppo di molte di queste coltivazioni viticole - ci ha fatto sorgere un dubbio rispetto alle dichiarazioni che provengono ufficialmente sia direttamente dall'Assessorato sia dal sito della Regione Piemonte, e che condividiamo.
Il fatto che ci si impegni a tutelare il vino come identità storica e culturale e come patrimonio di valore di eccellenza per il Piemonte e per l'Italia, in particolare relativamente a tutte quelle produzioni di eccellenza anche molto ridotte, ma che comunque danno prodotti di qualità come si concilia con la necessità dell'avvio di questa realizzazione di opere che, producendo molto inquinamento da polveri, comprometterebbero irreversibilmente il territorio e, di conseguenza, le colture di cui ho accennato? Al riguardo, vorremmo avere un parere e una risposta dall'Assessore competente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente. Penso che sia la prima volta che in un'interrogazione si chiede un parere e non una risposta.
Logicamente l'interrogazione è pervenuta soltanto ieri e quindi non abbiamo avuto modo di fare i dovuti approfondimenti di natura tecnica per valutare l'eventualità di quello che viene paventato all'interno della premessa dell'interrogazione in oggetto.
A mio parere, il ragionamento che viene espletato nell'interrogazione non è fondato su solide basi. Adesso inizieranno queste cantierizzazioni e quant'altro e nell'interrogazione si sostiene "una rapida scomparsa a causa proprio dell'inquinamento da polveri prodotte dall'imminente cantiere", ma l'interrogante sa benissimo - poiché proviene da una provincia altamente viticola qual è quella di Cuneo - che esistono comunque dei vigneti vicini a delle strade (anche ad alta percorrenza) dove evidentemente c'è una sorta di inquinamento da passaggio automobilistico e questo non va a inficiare su quello che è tutto il sistema della produzione vitivinicola.
Devo ricordare che, oltretutto, la Regione Piemonte, non da oggi peraltro, già partecipa a tutte quelle che sono le iniziative legate alla cosiddetta viticoltura eroica, quindi tutta la partita legata al CERVIM e quant'altro, che raggruppa un po' tutte le Regioni europee che presentano appunto questi tipi di viticoltura, quindi viticolture che vengono fatte in aree particolarmente ostiche, che magari necessitano di terrazzamenti e quant'altro.
Inoltre, devo dire che proprio nelle prossime settimane partirà un bando all'interno del Programma di Sviluppo Rurale, che andrà a sostenere proprio quelle aziende che rifanno o comunque fanno dei nuovi terrazzamenti in aree particolarmente disagiate, di attività appunto legata alla vitivinicoltura.
Personalmente non credo che l'attività legata all'ipotesi di andare avanti coi cantieri della TAV vada a cozzare con quella che è la realtà di questa viticoltura, che naturalmente è una viticoltura da continuare a sostenere, ma che sicuramente non va ad inficiare con l'attività stessa dei viticoltori.
Quindi noi riteniamo che, nonostante sia logicamente opportuno e consentito ai Consiglieri di effettuare le interrogazioni, l'oggetto stesso dell'interrogazione non costituisca un particolare problema.


Argomento: Servizi postali

Interrogazione a risposta immediata n. 583 presentata dal Consigliere Goffi, inerente a "Blocco dei sistemi informatici delle Poste Italiane"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 583 presentata dal Consigliere Goffi.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
In realtà, il tema in oggetto riguarda l'intero Piemonte e tutti gli uffici delle Poste. È da mercoledì scorso che migliaia di cittadini si recano negli uffici delle Poste per ritirare la pensione, pagare una multa o una bolletta, ecc. e si trovano a fare delle code interminabili senza spiegazioni da parte delle Poste Italiane.
Francamente, capisco che ci possa essere un disagio nel cambio del software, ma non capisco perché le Poste Italiane non abbiano comunicato formalmente tutto questo per tempo ai cittadini italiani.
Mi pare anche alquanto singolare, se non antipatico, che l'Amministratore delegato delle Poste Italiane, da parte sua, con uno stipendio di un milione e 580 mila euro all'anno, parli di un semplice disagio quando ci sono migliaia di cittadini che si recano negli uffici delle Poste senza avere la possibilità di ritirare la pensione minima.
Il fatto che l'Amministratore delegato, dall'alto del suo milione e mezzo di euro, dica che questo è un semplice disagio, mi sembra alquanto paradossale in questo Paese.
Detto ciò, è ovvio che adesso il problema riguarda la fine di questa emergenza e la gestione di quello che è avvenuto prima. Mi chiedo e chiedo all'Assessore se non sia il caso di adottare una delibera che omogenei in qualche modo e regolamenti questo periodo.
Assessore, la gestione dell'emergenza non riguarda certo la Regione ma riguarderà le Poste Italiane; invece, la gestione successiva riguarderà sicuramente la Regione e i Comuni, perché molte persone si sono recate a pagare bollette o tasse locali e, non avendo potuto ottemperare, si troveranno caricati gli interessi e le sanzioni. È ovvio che questo procedimento può essere gestito solo in due modi: attraverso una delibera regionale che anticipa quello che potrà accadere ai cittadini, o attraverso la possibilità di distribuire dei moduli per ottenere degli sgravi o dei risarcimenti dei danni.
Ecco, lascio a voi la scelta, però credo che in questa situazione la Regione debba adottare qualche provvedimento; se non vuole adottare un provvedimento diretto, che almeno metta a disposizione degli uffici, perch si possa presentare, o in via di conciliazione o in via giudiziaria, la domanda di risarcimento danni alle migliaia di cittadini che hanno subito questi aggravi. Credo che la risposta che la Regione può dare sia solo questa.
Ricordo inoltre a voi - come Giunta e come partiti politici che avete dei riferimenti governativi - che questa situazione deve terminare al più presto perché francamente, specie nei Comuni montani, sta diventando veramente un'emergenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

A seguito di verifiche svolte dagli Uffici regionali competenti, si evidenzia che il blocco dei sistemi informatici di Poste Italiane della scorsa settimana non ha coinvolto dei pagamenti dovuti alla Regione Piemonte, posto che la scadenza del 1° giugno non riguarda dei tributi regionali. È opportuno sottolineare che l'imposta prevalentemente incassata dalla Regione è la tassa automobilistica - il bollo auto - il cui termine ultimo per il pagamento non è mai fissato al primo del mese, bensì all'ultimo giorno del mese successivo alla scadenza. È inoltre utile ricordare che, sempre per quanto riguarda la tassa di competenza della Regione, esistono modalità di pagamento del bollo auto alternative rispetto al versamento postale, tra cui per esempio l'utilizzo dei bollettini MAV che non comportano commissioni a carico del versante, o tramite le tabaccherie e le ricevitorie del Lotto collegate alla rete Lottomatica Italia Servizi.
Mi pare però di aver capito che nell'intenzione dell'interrogazione, e da quanto è stato riportato anche oggi dal Consigliere, l'attenzione fosse soprattutto sul fatto che, terminata - ci si augura - l'emergenza, ci sia da parte di Poste Italiane la possibilità di un confronto. Da una telefonata di contatto intercorsa con il Gabinetto della Presidenza risulta che da Poste Italiane è già stato comunicato quello che alcuni organi di informazione già oggi riportano e cioè che Poste Italiane ha diramato una nota, in cui ha comunicato la ripresa dell'operatività dei servizi e l'apertura degli Uffici postali oltre il nomare orario di chiusura, garantendo in tal modo i servizi a tutti i clienti in attesa.
Inoltre, l'Azienda ha manifestato l'intenzione di aprire con le Associazioni dei Consumatori un tavolo di conciliazione.
chiaro che per quanto riguarda tutte le scadenze dei tributi comunali, cui faceva riferimento anche il Consigliere, ribadisco qui l'intenzione della Giunta regionale, e dei miei uffici in particolare, a tenere monitorata l'evolversi della situazione e la disponibilità di Poste Italiane a verificare anche con i rappresentanti delle Autonomie locali le criticità evidenziate e la possibilità di mettere in atto dei correttivi per quanto compete alla Regione. Grazie.


Argomento: Telecomunicazioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 580 presentata dalla Consigliera Bresso, inerente a "Utilizzo dell'applicativo informativo denominato 'Cruscotto informativo'"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 580 della Consigliera Bresso, che ha facoltà di intervenire per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione, che non leggerò per intero, riguarda uno strumento, a mio avviso di grande importanza, che era già stato predisposto per mettere a disposizione, in particolar modo dei Direttori regionali e naturalmente degli Assessori e del Presidente, un dispositivo di controllo in itinere dell'attività gestionale e amministrativa. L'ho sempre definito come un "lampeggiante" che segnala quando ci sono delle anomalie, che possono naturalmente anche risultare giustificate, come quando per esempio troppe volte vince la gara lo stesso soggetto o viene affidato l'incarico ad uno stesso soggetto. Questo strumento è stato presentato ed è attivo a partire dal 2009 e si poneva anche l'obiettivo di connettere tutti i soggetti che dalla Regione in qualche modo dipendono, quindi Società partecipate, ASL e ASO.
L'interrogazione chiede quale sia lo stato di attuazione di questo strumento, se non si ritenga - com'era già previsto - di estenderne l'utilizzabilità ai Consiglieri regionali e quindi anche di consentire meglio quella funzione di controllo che ci compete, e se sia stato effettivamente esteso alle società partecipate, alle ASL e alle ASO. Si tratta di un'unica domanda perché il principio è quello dello stato d'uso e della sua estensione a tutti i soggetti che ho ricordato.



PRESIDENTE

La parola, per la risposta, all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore alla tecnologia delle comunicazioni

Leggo la nota che mi è stata predisposta da cui verifico, alla prima lettura che ho fatto, che sul punto relativo ai controlli delle ASL e delle ASO probabilmente gli Uffici non hanno ancora avuto sufficiente tempo per fare gli approfondimenti. Di conseguenza, dico all'interrogante che mi riservo fin da subito di integrare la risposta che leggo e che vado ovviamente a produrre come documentazione.
Il sistema informativo regionale rende da tempo disponibile una serie di sistemi indipendenti, caratterizzati da "viste" di dettagli funzionali ed esigenze più marcatamente operative. I sistemi di consultazione e fruizione privilegiano perciò un approccio di tipo amministrativo o comunque specialistico, rimappando gli oggetti gestiti sulle strutture regionali più che sulle materie oggetto di deleghe assessorili.
In particolare, i sistemi di interesse sono tre: la Banca dati Arianna, che raccoglie l'archivio delle normative regionali, suddiviso in legge, proposte e disegni di legge, legislazione vigente, testi coordinati e regolamenti; il servizio web intranet Atti amministrativi, che consente ad Assessori e Consiglieri di cercare e consultare deliberazioni determinazioni e decreti (attraverso questo servizio l'utente pu effettuare ricerche per parole, anno, legislatura, mentre la consultazione avviene per Strutture); il servizio web intranet di consultazione dei dati di bilancio che implementa logiche di navigazione per Struttura di competenza.
Il sistema "Cruscotto informativo" risponde all'esigenza di avere una visione sistemica di sintesi e attraverso un punto unico di accesso e semplificato al ventaglio informativo nel suo complesso, la messa a disposizione di dati aggregati ad un livello più elevato e l'articolazione dei contenuti in modo chiaro e facilmente consultabile, lungo le tre direttrici dell'attività decisionale: normativa, amministrativa e finanziaria. Il disegno generale che la collega potrà trovare nella documentazione allegata ne illustra l'architettura ed è anche molto esplicativo.
Inizialmente destinato agli Assessori e ai rispettivi staff, nel corso del 2009 l'applicativo è stato oggetto di una manutenzione evolutiva per rispondere alla richiesta di estenderne e favorirne l'utilizzo. In accordo con le Direzioni Affari Istituzionali e Programmazione, per quanto di rispettiva competenza, sono stati quindi definiti nuovi profili di accesso tenuto conto dei vincoli derivanti dalla normativa sulla privacy. Ad oggi risulta una dotazione di oltre 100 utenti tra Assessori, staff, Direttori dirigenti e dipendenti della Giunta regionale. L'accesso in consultazione è possibile, come per gli altri applicativi in uso presso l'Amministrazione da chiunque nell'ambito della Giunta regionale ne faccia richiesta, dietro autorizzazione del responsabile. Un'eventuale estensione dei profili e del perimetro del Cruscotto informativo anche a soggetti esterni richiede un'approfondita analisi, sia tecnica sia giuridica.
Come vede, sul punto relativo alle ASL e alle ASO mi riservo - se lei collega, lo richiederà - di far avere una nota integrativa.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.38 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buquicchio, Costa Raffaele, Cota Giordano e Tiramani.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 101 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta del mattino eravamo arrivati all'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 173) presentato dal Consigliere Taricco ed altri all'articolo 2.
Erano intervenuti i Consiglieri Taricco, Reschigna e Bresso.
Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'emendamento rubricato n. 172).
Emendamento rubricato n. 172) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera d) del disegno di legge n. 101, dopo la parola "sociale" sono inserite le parole ", architettonica".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, come il precedente, tende ad ampliare complessivamente lo spettro di intervento dell'articolo, nel senso che come già avevamo detto prima, il punto d) cui l'emendamento fa riferimento che recitava, nel testo proposto dalla Giunta, "la tutela dell'assetto dei territori nelle sue componenti ambientali, sociali e paesaggistica", a nostro giudizio, è troppo riduttivo. Tra gli elementi che vanno a comporre il quadro che necessita di tutela in termini di assetto del territorio l'elemento architettonico è un fattore di arricchimento.
Questo perché in moltissimi casi vi è l'elemento architettonico sia per quanto riguarda i grandi interventi (castelli, palazzi e, in alcuni casi borgate o frazioni montane), quindi nel suo aspetto macro, ma anche l'elemento architettonico nei suoi aspetti più piccoli, per quello che riguarda particolari tipologie di costruzione che si sono adottate. Ad esempio, le lose in alcuni territori montani sono elementi che caratterizzano, sotto l'aspetto paesaggistico o ambientale, un determinato territorio e all'interno di questo gli elementi di tipicità che accompagnano i singoli prodotti.
Noi riteniamo che questo tipo di elemento vada inserito e considerato proprio perché in alcuni casi viaggia parallelamente alla qualità e alla tipicità dei prodotti, alla storia, alla cultura e a tutto ciò che va a caratterizzare un territorio ed i suoi prodotti.
Per questo motivo ci permettiamo di sottoporre all'Aula l'utilità di un'integrazione del quadro di riferimento, perché crediamo che meglio possa caratterizzare un determinato contesto.
anche ovvio - e lo cito solo per titolo - che nel momento in cui andiamo a fare queste sottolineature, vale tutto il discorso che già prima in molteplici occasioni abbiamo fatto, e cioè la necessità di utilizzare il tempo che questo affinamento normativo crea per ragionare su come orientare la discussione e il confronto su tutto il collegato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Penso che il collega Taricco abbia avuto modo di illustrare il significato di questo emendamento, che rientra all'interno dell'atteggiamento complessivo che il Gruppo ha assunto su questo articolo.
Noi consideriamo importante...
Riusciamo a far venire l'Assessore? Sui banchi della Giunta c'è un Assessore in congedo e un altro Assessore. L'Assessore Giordano è ufficialmente in congedo, quindi non può rappresentare la Giunta.
Proseguendo nella mia riflessione, il collega Taricco ha già avuto modo di illustrare il senso di questo emendamento, che rientra all'interno dell'atteggiamento complessivo che, come Gruppo, abbiamo assunto su questo articolo. Noi consideriamo questo un articolo importante, perché ribadiamo l'importanza dell'agroalimentare all'interno della nostra Regione e dell'economia piemontese. E consideriamo che gli elementi ambientali, gli elementi che appartengono al livello del nostro paesaggio sono composti sostanzialmente da due fattori: uno è l'ambiente naturale, l'altro è la dimensione culturale, che è l'intervento dell'uomo che ha saputo, nel corso degli anni, costruire delle condizioni e anche delle emergenze significative tipiche e caratteristiche per ciascun territorio, in grado di poter rappresentare oggi un patrimonio complessivo.
per questo che chiediamo con quest'emendamento l'aggiunta che il collega Taricco ha rappresentato nell'illustrazione, perché riteniamo che offerta turistica, valori del paesaggio, valori dell'ambiente e la ricchezza del sistema agroalimentare piemontese sono un tutt'uno che meritano di essere adeguatamente promossi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Anche in questo caso entrerò nel merito di questo specifico emendamento, che rappresenta un'ulteriore integrazione alle integrazioni già proposte con altri emendamenti del comma 3 del punto d) dell'articolo 2.
Ricordo che era già stato proposto - se verrà approvato - il termine "culturale"; è chiaro che il termine "architettonico" si connette strettamente all'aspetto paesaggistico e a quello culturale. Quando parliamo di tutela dell'assetto dei territori, ovviamente per territori non si intendono solo gli aspetti naturalistici o gli aspetti ambientali, ma anche quelli culturali, con culturali. Proprio per evitare di avere un equivoco sul termine "culturale", l'integrazione del termine "architettonico", che si integra con quello "paesaggistico", spiega che in questo caso di cultura materiale si tratta, ma anche di altri possibili elementi culturali.
già stata ricordata, per quanto riguarda l'importanza della tutela dell'assetto territoriale, anche il tema della memoria storica collegata ai grandi scrittori di un territorio. Però certamente gli aspetti più rilevanti negli elementi di tutela sono quelli architettonici, che fanno tutt'uno con gli aspetti paesaggistici.
Quindi, mi pare che naturalmente, se viene apprezzato lo sforzo integrativo, si debba tenere conto anche di quest'ulteriore emendamento strettamente connesso con gli altri precedentemente illustrati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Questa serie di emendamenti che intervengono sull'articolo 2, in particolar modo sul punto d), arricchiscono questo punto del comma 3. In ordine alla tutela dell'assetto dei territori, noi avevamo detto "della salvaguardia dei territori" e aggiungiamo adesso, oltre alle componenti "ambientale, sociale e paesaggistica", anche la componente architettonica perché, del resto, il Piemonte è ricco di patrimoni straordinari, dal punto di vista architettonico, che noi dobbiamo tutelare.
Nel momento in cui puntiamo a valorizzare e commercializzare i nostri prodotti agroalimentari, come abbiamo già detto in altri interventi, è indispensabile salvaguardare e valorizzare il territorio in tutte le sue componenti.
Noi sappiamo che, in questi anni, il turismo legato ai nostri prodotti agroalimentari, che ha saputo unire la ricchezza culturale, architettonica e paesaggistica del nostro territorio, ha riscosso un successo straordinario; del resto, alcune nostre Province piemontesi e la stessa Città di Torino hanno saputo valorizzare questo patrimonio, cercando di unire tutti questi elementi, che sono indispensabili per promuovere insieme prodotti e territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, è troppo chiedere che l'Assessore Sacchetto sieda sui banchi della Giunta?



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.



(La seduta, sospesa alle ore 15.50 riprende alle ore 15.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prosegua l'intervento, Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, la ringrazio per la sensibilità dimostrata. Constato, per che l'Assessore Sacchetto non ha ritenuto di dover - credo - accogliere l'invito rivoltogli da parte dell'Assessore Quaglia e, naturalmente, dal Presidente del Consiglio. Qui stiamo discutendo di materie che lo richiamano alle proprie responsabilità assessorili e lui non ritiene di essere presente. Non è una novità, nel senso che l'Assessore Sacchetto spesso e volentieri, non ritiene di dover essere presente sui banchi della Giunta, nonostante questa discussione lo riguardi in prima persona.
Ai colleghi della precedente legislatura ricordo che per molto meno qui si sollevavano polemiche durissime, ritenendo inaccettabile il fatto che noi potessimo discutere in ordine al collegato in assenza degli Assessori competenti.
Come Presidente della I Commissione, ricordo che, attraverso un lavoro di concerto con gli Assessori, mi assicuravo che in Consiglio gli Assessori competenti alle materie specifiche garantissero, in quei momenti, la loro presenza. Oggi, questo non sta avvenendo: sono presenti l'Assessore Cavallera - onnipresente, lo riconosco - e l'Assessore Quaglia, ma è strano che gli Assessori competenti non ritengano di dover garantire la presenza tanto più che qui stiamo discutendo di questioni dalla cui soluzione dipende la possibilità di accelerare l'iter di questo provvedimento.
singolare che l'Assessore Sacchetto non sieda sui banchi della Giunta è arrivato, la ringrazio - ma, spesso e volentieri, si trovi sui banchi della Lega. È un problema suo, ma, francamente, lei è un Assessore della Giunta Cota e non soltanto esponente della Lega.



PRESIDENTE

La prego di concludere.



RONZANI Wilmer

Lei dovrebbe ricordarsi di parlare molto più spesso come Assessore e per esempio, dovrebbe, ogni tanto, come Assessore, partecipare alle consultazioni convocate, per discutere di questioni per le quali lei ha presentato proposte di legge. Invece, non lo fa, perché, se avesse partecipato a quella consultazione, avrebbe preso atto che i consultati le hanno chiesto, sulla materia della caccia, per esempio, di stralciare una parte degli emendamenti che lei ha presentato insieme ad altri, per presentarne alcuni che sono importanti; allora, magari, avrebbe capito che quella è la via maestra per accelerare l'esame di questo provvedimento.
Non essendo presente, come sarebbe necessario...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



RONZANI Wilmer

Forse le conclusioni non le tiene presenti e non le considera. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Indubbiamente, il collega Ronzani non ha torto. A questo punto della giornata e del dibattito, innanzitutto, avere recuperato qualche Assessore competente rispetto alla materia lo riteniamo un elemento di un certo significato.
In secondo luogo, essendo presenti il Vicepresidente Cavallera l'Assessore al bilancio - questo è un provvedimento di carattere finanziario - e l'Assessore all'agricoltura - l'articolo 2 significativamente lo riguarda - saremmo, forse, nella condizione di evitare un dibattito sterile in cui qualcuno parla e, dall'altra parte nessuno ascolta, né prende alcuna decisione; magari ci sono le condizioni affinché possiate decidere qualcosa.
In un dibattito come questo di questioni che potete decidere non ce ne sono moltissime. Avete detto che il provvedimento era importante ed urgente direi che saranno tre o quattro mesi, se non di più, che giace tra le Commissioni e il Consiglio - ma non date la sensazione di avere la necessità di approvarlo, perché vi vediamo belli e tranquilli senza interloquire con il Consiglio.
Di fronte a questo avreste due possibilità: valutare il merito di questi emendamenti e capire quanto sono migliorativi rispetto all'articolo stabilendo quanti e quali accogliere o respingere, invece di proseguire in questa indifferenziata notte in cui tutte le vacche sono nere - è una nota espressione del filosofo Hegel - oppure potreste prendere in considerazione come depurare il provvedimento delle cose improprie, dalla caccia al turismo e quant'altro, per riportarlo ad un iter più celere e significativo. Attenderemmo una risposta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Emendamento rubricato n. 171) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera e) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "la valorizzazione" sono inserite le parole "e la salvaguardia".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

L'emendamento ha l'obiettivo di ampliare lo spettro d'azione della normativa, complessivamente.
Al punto e), laddove recita "la valorizzazione della naturale vocazione produttiva dei territori, delle radici storiche e culturali", chiediamo d'inserire, insieme alla valorizzazione, anche la salvaguardia, poich riteniamo debbano essere salvaguardate soprattutto le radici storiche e culturali, che sono uno degli elementi che caratterizza maggiormente molti nostri territori (oserei dire che, in molti casi, li caratterizza forse più dei prodotti che intendiamo tutelare con questa norma).
In molti casi, cioè, ci sono elementi che derivano più dal patrimonio storico e culturale che dalla tipicità dei prodotti.
Nella mia esperienza di Assessore, negli anni passati, mi è capitato d'incontrare turisti e persone che venivano in Piemonte anche o prevalentemente per gustare i nostri prodotti tipici. Nei giorni scorsi ho avuto la ventura di scoprire che esiste un tour operator che opera nel nord dell'Europa e che organizza viaggi sul nostro territorio solo per assaggiare i nostri prodotti di qualità. Le persone, in pratica, non vengono a vedere il territorio, a visitare i castelli, e intanto mangiano il loro obiettivo è venire a mangiare i prodotti di qualità del nostro territorio, poi visitano anche i castelli o altre realtà, ma quel tour operator è specializzato in enogastronomia pratica.
Mi hanno spiegato che, in molti casi, questo tipo di esperienza enogastronomico-culinaria lega in modo molto forte quei prodotti alle tradizioni, alla cultura e alla storia che vi è dietro. Pertanto, quello che affascina il turista che arriva in Piemonte non è mangiare la "bagna cauda", perché ama la "bagna cauda", ma perché dentro quel piatto percorre e sperimenta la storia, la cultura, la tradizione, il modo di vivere da cui è nato e con cui è stato caratterizzato quel prodotto.
Ritengo che questo sia un valore assolutamente fondamentale, che deve essere tutelato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Invito innanzitutto il collega Taricco a non fare continui riferimenti a un piatto a me straordinariamente caro, perché, con l'evento meteorologico di questi giorni, mi viene voglia di mangiarlo! Pertanto rimaniamo su un piano astratto! A parte le battute, torniamo alle riflessioni serie...



PRESIDENTE

Scusi, collega, le ricordo che è vietato introdurre cibo durante le sedute! Prego.



RONZANI Wilmer

In Commissione è successo anche quello! Presidente, lei era Capogruppo di Forza Italia quando in Commissione è successo anche quello!



RESCHIGNA Aldo

Torniamo alle riflessioni serie, anche se la "bagna cauda" è una cosa molto seria! Ritengo che il ragionamento impostato dal collega Taricco sia corretto: ogni territorio tende a stabilire questo principio d'identificazione, da un lato, e di rappresentazione, dall'altro.
Attraverso il legame tra prodotto e territorio si realizza quell'elemento che ci ha spinti - durante il lavoro in I Commissione e poi nell'attività emendativa in Aula - a proporre un'operazione complessiva tesa a unificare le due proposte contenute nel disegno di legge: una riguarda il mantenimento di Sviluppo Piemonte Turismo e l'altra quello di IMA Piemonte, perché oggi fare promozione turistica è un fatto non disgiunto dall'offerta dei grandi valori dell'agroalimentare.
Questo lo hanno capito altri territori, ma lo ha capito anche il Piemonte, che da alcuni anni a questa parte, avendo la fortuna di possedere alcuni ambienti unici come le Langhe, che hanno riscoperto una grande presenza sotto il profilo turistico, sta dimostrando una grande capacità di creare questo binomio, questo abbinamento.
Riteniamo, dunque, che il Piemonte debba mantenere una grande attenzione all'agroalimentare, costruendo delle sinergie assolutamente importanti e utili per il nostro futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Con i colleghi Taricco e Reschigna ci siamo posti il problema di promuovere, insieme, cultura, territorio e tipicità, per la ragione - non lo scopriamo oggi - che naturalmente tutto si tiene.
Ci sono paesi che non hanno la forza del nostro, nel senso che non sono in grado di promuovere queste tre peculiarità insieme, perché non le hanno tutte e tre. Hanno magari la cultura ma non le tipicità; hanno le tipicità ma non hanno il territorio.
La forza di questa regione - ma è la forza dell'Italia - è quella d'avere tutte e tre le cose, che si possono combinare. Le tre cose combinate insieme (cultura, territorio e tipicità) sono naturalmente il petrolio dell'Italia.
Quante volte abbiamo discusso di questo: il Paese deve ricollocarsi anche dal punto di vista delle divisioni internazionali del lavoro; lo fa investendo sull'innovazione, ma anche sui settori - e questo è uno di quelli - che possono rappresentare, rispetto ad una diversa divisione internazionale del lavoro, un grande punto di forza.
L'offerta che l'Italia è in grado di mettere in campo rispetto a cultura, territorio e tipicità, è un'offerta che non teme la concorrenza internazionale.
Mentre in altri settori subiamo la concorrenza di altri Paesi, e la subiamo fino al punto da essere emarginati e messi in un angolo, per quanto riguarda la divisione internazionale del lavoro, questo è un settore nel quale l'Italia ha una grande capacità competitiva, che deve spendere sui mercati internazionali attraverso politiche adeguate.
Vengo, allora, alla questione: mi sarei aspettato, da una Giunta che si è caratterizzata per voler rilanciare e ridefinire il futuro del Piemonte una maggiore capacità. Penso, ad esempio, agli strumenti con i quali promuovere il Piemonte nel mondo e in Italia, perché non c'è dubbio - e ho finito, Presidente - che, in una fase in cui le risorse per fare politiche pubbliche, anche in questo campo, saranno sempre meno, diventa dirimente la capacità di utilizzare bene quelle risorse, ma soprattutto diventa dirimente la capacità di organizzare meglio gli strumenti con i quali fare promozione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Presidente, penso che oggi sia avvenuto un fatto che ha lasciato stupefatti tutti in quest'Aula e cioè l'aver visto nella seduta pomeridiana il nostro Presidente sui banchi impegnato a rispondere al Question time dei colleghi. Tutto ciò ci ha lasciati benevolmente stupiti.
vero che il Presidente era qui sotto mentite spoglie, perch momentaneamente in veste dell'Assessore alla sanità, ma tant'è, sempre della stessa persona fisica si trattava.
Quest'atteggiamento lo abbiamo visto come un atto di attenzione propedeutico ad una maggiore disponibilità della Giunta regionale a confrontarsi con questa Assemblea legislativa.
Da questo punto di vista, noi auspicheremmo un passaggio successivo ovviamente non nella seduta odierna, perché Natura non facit saltus.
Oggettivamente, un salto è già stato fatto oggi, quindi è meglio che questo tema lo rinviamo alla prossima seduta.
In linea con questo trend evolutivo da parte del nostro Presidente caratterizzato dalla presenza della Giunta in quest'Aula, auspicheremmo un cambiamento di atteggiamento rispetto a questa vicenda che ci sta facendo stancamente perdere le nostre giornate in questo Consiglio regionale, senza alcun costrutto e con alti di costi per la collettività. Per cui invito a pensare a quante ore di lavoro molti Consiglieri e molti Assessori regionali ben pagati e molti di funzionari pagati il giusto, stanno impegnando in queste sedute.
Allora, cari colleghi della maggioranza e cari - seppur sparuti Assessori, quanto tempo ancora dovremo lasciar correre affinché la Giunta decida di battere un colpo e decida di aprire un modo un po' più proficuo di questo per far spendere a tanti piemontesi impegnati in quest'aula le proprie giornate?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Vorrei che si riponesse l'attenzione sul tema centrale e cioè l'approvazione del collegato alla finanziaria.
Questo è uno strumento legislativo della quale la nostra Regione ha bisogno. Tuttavia, com'è già stato affermato in altri momenti durante la presentazione degli emendamenti di quest'oggi, all'interno di quel provvedimento non si possono trovare interventi che sono tutt'altro rispetto alla natura di un collegato alla finanziaria, perché hanno un carattere di riorganizzazione di alcuni settori e di alcuni pezzi della legislazione piemontese sensibili e delicati.
Chiediamo a quest'Aula di riflettere e rivedere gli articolati che stanno all'interno della proposta di legge.
Vale la pena sottolineare che l'emendamento presentato è volto a qualificare e ad entrare nel dettaglio per tentare di dare una maggior definizione e una maggior qualificazione degli articolati di legge proposti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proponiamo di inserire, a fianco delle modalità di rilascio ai produttori dell'autorizzazione all'uso del logo identificativo, anche le modalità sui tempi.
Naturalmente, la questione dei tempi è relativamente importante in questo caso ma, in generale, quando c'è un iter burocratico i tempi sono sempre importanti.
Quindi con quest'emendamento intendiamo specificare in modo chiaro quali possono essere i tempi entro i quali i produttori possono ottenere l'autorizzazione del logo identificativo.
Del resto, in qualche modo, la lotta alla burocratizzazione è una questione che noi ci poniamo ogniqualvolta parliamo di impresa, di servizi che vengono dati ai cittadini. Quindi la questione dei tempi è sempre una questione sulla quale è utile essere chiari. È per questo motivo che in questo emendamento cerchiamo di sottolineare, oltre alle modalità, i tempi necessari per dare una risposta su questa questione.
Infine, approfitto per dire che forse è il caso che la Giunta, o la maggioranza, batta un colpo per farci sapere che intenzioni ha. Noi siamo stiamo presentando, tra l'altro, emendamenti di merito e siamo intenzionati a continuare fino a quando queste risposte non arriveranno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Riparto dalle riflessioni del Consigliere Muliere.
Forse, sarebbe opportuno continuare a non perdere tempo e cercare di capire che ci sono le condizioni e gli strumenti affinché i giusti rilievi che abbiamo fatto finora fossero tenuti nella giusta considerazione.
Lei, Presidente, non c'era nella passata legislatura quando l'ostruzionismo è stato uno strumento molto utilizzato dall'opposizione.
Spesso, si trattava di questioni personali e non di questioni collettive noi qui riproponiamo questioni collettive.
Non siamo ancora arrivati all'articolo del collegato che prevede l'emendamento relativo alla legge n. 1, la legge che è alla base dei servizi socio-sanitari della Regione. L'emendamento è firmato dal Consigliere Pedrale e prevede, contrariamente a quanto è successo finora nella storia della Regione, la possibilità di non tenere conto di quella legge di civiltà, che prevedeva il fatto che l'anno successivo le risorse destinate ai consorzi socio-assistenziali fossero uguali all'anno precedente e anzi implementati dell'inflazione.
chiaro che se noi presentiamo qualche decina di emendamenti rispetto alla questione della quale ci stiamo occupando, quando si arriverà a quell'emendamento presentato dal Consigliere Pedrale saremo costretti a stare in Aula credo per tre mesi! Credo che i cittadini piemontesi giustificheranno la nostra difesa di quella legge, perché hanno la preoccupazione che le risorse destinate ai consorzi socio-assistenziali negli anni futuri siano minori, come già succede per il 2011, rispetto agli anni precedenti.
L'invito che faccio anch'io, come il collega Muliere, alla maggioranza è di capire che non stiamo discutendo di questioni che riguardano noi, ma di questioni che riguardano tutti i cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Emendamento rubricato n. 170) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera e) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "della naturale" sono inserite le parole " e realizzata nel tempo".
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

L'emendamento in questione tende inserire alla lettera e) - là dove si parla della valorizzazione naturale, della vocazione produttiva dei territori e delle radici storiche e culturali - dopo le parole "della naturale", le parole "e realizzata nel tempo". Ci pare infatti importante che nel testo, così come viene ad essere precisato, si superi quella che parrebbe - leggendo semplicemente la lettera e) così com'è formulata - una naturale vocazione produttiva quale fatto in qualche misura automatico legato ad un felice contesto in cui questo viene a realizzarsi. In moltissimi casi, invece, questa naturale vocazione produttiva è frutto di un lavoro che è stato portato avanti da coloro che su quel territorio risiedevano e che in quel contesto operavano e quindi conseguenza di una sedimentazione che viene a crearsi nel corso degli anni e del tempo.
Mi spiego con un esempio che rende forse più chiaro il concetto. In molti casi, quando noi guardiamo una collina su cui insiste una produzione vitivinicola e osservando il contesto in cui quella vigna è inserita, pu sembrare ad una prima occhiata che il fatto che la vigna produca bene e abbia lo stato idrogeologico ottimale per farlo sia frutto di una felice combinazione che ha fatto sì che quel terreno e quel territorio abbiano le condizioni migliori per favorire tutto questo. In realtà, se andiamo a vedere, in molti casi magari quella collina è totalmente drenata - drenata vuol dire che ha avuto una sistemazione idrogeologica, in molti casi risalente addirittura alla fine del 1700 - e quindi quella favorevole condizione ambientale è il risultato di secoli di lavoro manuale fatto dagli operatori su quel territorio e quindi non è per niente "naturale": è il risultato di un grosso lavoro che ha plasmato il contesto in cui quella produzione viene a realizzarsi.
Ecco, con questo nostro emendamento intendiamo rendere evidente e trasparente questa che - devo dire - non è una cosa casuale. Sovente infatti, il fascino dei nostri territori è legato alla capacità di rendere evidente che quei territori sono frutto dell'opera dell'uomo, opera che ha qualcosa di veramente eccezionale da un punto di vista storico e che spesso affascina il turista e il consumatore almeno quanto la qualità intrinseca dei prodotti. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Credo che dal dibattito odierno stiamo imparando molto del nostro territorio, della nostra storia, dell'intervento dell'uomo all'interno del paesaggio, che ha determinato un insieme di valori importanti e destinati a durare nel tempo e che l'azione di un legislatore attento e capace di programmare anche al futuro deve considerare come una grandissima risorsa su cui tentare di costruire un minimo di certezza per la comunità piemontese. Questo è il senso, che consideriamo importante, dei nostri emendamenti su quest'articolo.
Vorrei aggiungere brevissimamente due considerazioni, anche rispetto alla modalità con cui stiamo proseguendo nell'esame e nella discussione di questo disegno di legge. Guardate, io non sono ansioso di aspettare le risposte della Giunta e della maggioranza: non è un problema che mi sta coinvolgendo più di tanto. Sono assolutamente convinto - personalmente e come Gruppo consiliare - che questo disegno di legge contenga dentro di s degli elementi che noi dobbiamo combattere. Il nostro modo di esercitare un'azione politica molto intensa è quello che stiamo praticando qua, in queste sedute.
Colgo che da parte della Giunta e della maggioranza non c'è una fretta nel portare avanti l'esame del collegato; colgo sostanzialmente che anche tutti gli altri provvedimenti, usciti dalle Commissioni e in attesa dell'esame dell'Aula, per la maggioranza e per la Giunta non rappresentano un elemento di priorità. A me non compete far altro che rilevare tutto questo e proseguire rispetto ad un lavoro che stiamo facendo in un modo assolutamente serio e pertanto - voglio ripetere questo concetto - non sono in attesa spasmodica di risposte.
Aspettiamo il momento in cui qualcuno all'interno di questa Giunta e di questa maggioranza riterrà che è giunto il tempo per cominciare a capire come si può chiudere un disegno di legge che sta battendo tutti i record della storia legislativa delle ultime legislature; forse solo la legge sul diritto allo studio ha avuto un iter così travagliato, però quella era una legge assolutamente complessa e intrisa anche di valori e orientamenti politici molto netti e molto precisi. Questo, di per sé, è un testo che con un minimo di equilibrio e di intelligenza nella gestione dei provvedimenti poteva avere un iter molto veloce. Non riguarda noi: credo che l'efficacia dell'azione di governo sia un tema che anche a noi sta a cuore, ma non a tutte le condizioni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Oggi, alle interrogazioni sulle questioni della sanità ha risposto il Presidente della Giunta: si era impegnato a farlo, avendo lui assunto la delega dell'Assessore alla sanità, e lo ha fatto. Mi domando però se qualcuno gli ha detto che stiamo discutendo del collegato alla finanziaria da un po' di tempo: cioè, lo avete informato che noi siamo "imballati", nel senso che siamo qui da alcune settimane? In questi casi, infatti, chi sblocca le situazioni è il Presidente della Giunta, tanto più un Presidente della Giunta che credo debba prendere atto del fatto che deve stare in Consiglio per approvare i provvedimenti che la sua maggioranza - non le opposizioni - ha interesse siano approvati. In questi casi sarebbe buona norma che il Presidente della Giunta assumesse un'iniziativa.
Ha ragione il collega Reschigna quando dice di non avere l'ansia di approvare il provvedimento, ma credo che l'ansia di fare cose utili in questa sede l'abbiamo tutti. Abbiamo approvato il bilancio il 30 dicembre 2010, siamo al 7 giugno e dobbiamo votare il collegato.
Aggiungo - e ho finito - che non è che avete un'opposizione che rivendica chissà cosa; poniamo due o tre questioni: i temi sociali e la questione della caccia nei termini in cui voi sapete. Se faccio mente locale al dibattito dei passati collegati alla finanziaria, ben altre erano le questioni oggetto di pregiudiziale da parte dell'allora minoranza.
Non capisco quali siano le ragioni per le quali c'è quest'ostacolo a votare in fretta il provvedimento. Quali sono? Difendete le vostre ragioni! Sulle politiche sociali vi chiediamo di mettere le risorse dello scorso anno e abolire una norma che invece compromette questa possibilità. Non va bene? Si discuta, però: si faccia una controproposta! A me sembra fuori dal mondo, con quello che succede in Piemonte, immaginare quella norma, perch significa in molti casi non garantire più protezione sociale; ma quel che emerge in questa discussione è l'assenza di una Giunta che governi la discussione, abbia in testa un disegno, indichi uno sbocco, convinca la sua maggioranza a raggiungere quell'obiettivo.
Siamo a un anno dalle elezioni e non era mai successo che la maggioranza di governo della Regione fosse così a brandelli. Vicepresidente Cavallera: lei è lì e apprezzo il fatto che lei sia lì; ma battete un colpo, però, se ci siete come maggioranza e come Giunta. Non credo che invece, questa possibilità oggi vi sia data.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Siamo arrivati ad un punto in cui la maggioranza ha deciso di continuare in questo modo. Il provvedimento, evidentemente, non vi serve non avete bandi da fare, magari sulla questione delle ATL che senza la modifica della legge sono impossibili, quanto meno per i progetti, non per i finanziamenti ordinari, ma per i progetti straordinari che devono essere realizzati.
Sono mesi che siamo in Aula e in Commissione, noi abbiamo posto alcune questioni che non sono così difficili da comprendere. Alcune riguardano il merito degli articoli e si potrebbe vedere quali sono le proposte migliorative che si accolgono; l'altra riguarda la struttura del provvedimento.
La struttura del provvedimento ha delle inadeguatezze assolute su alcune questioni: la questione della caccia, su cui peraltro ci sono state anche le consultazioni; le questioni che riguardano il turismo e le società ad esso più o meno connesse e così via.
La Giunta si rende conto che un provvedimento come questo ha grandissime difficoltà ad essere approvato? È interessata? Lo vuole togliere dall'o.d.g., così continuiamo a fare altri provvedimenti utili per il Piemonte, visto che per voi non è un argomento di interesse tale da determinare un confronto che lo renda celere? Una decisione, da questo punto di vista, dovrà essere assunta.
Dopodiché, se per voi questo non è un problema, racconterete al Piemonte quali sono le ragioni per cui alcune soluzioni non le avete trovate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Anche su quest'emendamento credo sia giusto fare un ragionamento.
Proponiamo di inserire, dopo la parole "la valorizzazione della naturale vocazione produttiva dei territori, delle radici storiche e culturali", le parole "realizzata nel tempo". Effettivamente i nostri territori sono cambiati molto. Possiamo fare molti esempi, c'è una vocazione naturale di alcuni territori che, nel tempo, sono state modificate dal lavoro e dall'intervento dell'uomo. Penso in particolare modo al mio territorio quando la vocazione naturale era quella agricola e industriale. Adesso si è aggiunta una vocazione ormai consolidata che è quella commerciale.
Nel momento in cui parliamo di valorizzazione dei prodotti agroalimentari, unirla anche alle nuove vocazioni del territorio credo sia importante. Proprio oggi su La Stampa e la Repubblica ci sono alcune pagine che parlano dell'esperienza degli outlet sul territorio nazionale, si fa un riferimento molto preciso all'outlet di Serravalle Scrivia che ha saputo oltre alla naturale vocazione per la vendita dei prodotti tessili e di abbigliamento e non solo, valorizzare i prodotti agroalimentari del territorio, richiamando così un numero straordinario di visitatori.
Questo emendamento che noi facciamo al punto f) del comma 3 dell'articolo 2 è utile per approfondire e valorizzare ulteriormente il senso dell'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Emendamento rubricato n. 169) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera e) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "radici storiche e culturali" è inserita la parola "connesse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Questa è solo una piccolissima limatura, proponiamo di aggiungere "alle radici storiche e culturali" la parola "connesse". Il tema è ulteriormente affinato, sono piccole sottolineature e precisazioni che non cambiano il senso della frase e la riflessione connessa che stavamo portando avanti prima.
Credo veramente alla valorizzazione non soltanto dei prodotti, ma di tutto ciò che ci sta dietro. Tutto quel contesto in cui la produzione di determinati prodotti e la loro valorizzazione vengono da molto lontano e sono il frutto, in molti casi, della ricerca di popolazioni poco abbienti che trovavano le modalità attraverso le quali valorizzare produzioni povere per ricavarne, se possibile, pietanze gradevoli. Tutto questo percorso e questa storia, insieme al prodotto stesso, è un qualcosa che ha reso e rende particolari le produzioni, gli alimenti, la qualità degli stessi sui nostri territori.
Questa ulteriore limatura che noi proponiamo va nella direzione di rendere, per quanto possibile, capace il testo che andremo ad approvare di cogliere tutta questa ricchezza che noi abbiamo e di renderla un qualcosa di importante da offrire ai tanti che amano sicuramente prodotti di qualità, ma che amano anche prodotti che si distinguono da quel rischio di omogeneizzazione complessiva dei gusti che, in molti casi, attraversa molte produzioni di massa che troviamo sugli scaffali e nei luoghi di consumo dei tanti prodotti in giro per il mondo.
Mi rendo conto che questa è una piccolissima limatura ma, ripeto, nel momento in cui andiamo a predisporre una norma, credo occorra tutta l'attenzione del caso affinché il risultato finale sia, per quanto possibile, il più affinato possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Mi pare di poter cogliere anche da quest'emendamento del Consigliere Taricco un'attenzione positiva. Non è, in questo caso come in altri semplicemente un modo ostruzionistico per inviare le questioni che i colleghi che mi hanno preceduto hanno ampiamente rappresentato.
Siamo in grado di illustrare emendamenti che sono significativamente in grado di migliorare il testo che stiamo discutendo e, al contempo, mentre apportiamo preziosi miglioramenti al testo stesso, non possiamo non rappresentare - lo faccio anch'io con analoga voce e con parole diverse ma con lo stesso sentimento e con lo stesso significato - la nostra sollecitazione nei confronti della maggioranza affinché possa riflettere.
Siamo di fronte ad un provvedimento che sta battendo, com'è stato ricordato, tutti i record: a memoria di Consigliere regionale (forse l'unico che può effettivamente testimoniare questo record è il Vicepresidente Cavallera, che credo abbia partecipato alle sedute degli ultimi trent'anni!), a parte, forse, la legge sul diritto allo studio, non si ricorda un provvedimento così lungamente discusso - oltre che inutilmente discusso - per una ragione incomprensibile: a questo punto, si vuole insistere nel mantenere, all'interno del collegato, un provvedimento che riguarda la caccia; tema che, anche in occasione della consultazione, è stato rappresentato in tutta la sua complessità e, quindi, bisognevole di approfondimenti. Non si vuole che questo approfondimento avvenga, ma si continua ostinatamente a pretendere un'approvazione rapida e ingiustificata.
Vi sono delle parti, come ha già ricordato il relatore Taricco, che possono essere opportunamente recepite in quanto urgenti, ma il resto del provvedimento che riguarda la caccia merita, come abbiamo detto, molto più approfondimento, molto più confronto, molta più consultazione.
Rivolgendoci in modo particolare ai Presidenti dei Gruppi rappresentiamo questa nostra esigenza, che riteniamo sia di buonsenso. Non capiamo davvero la vostra ostinazione, perlomeno fateci capire da cosa dipende.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Vorrei ribadire la questione che ha già posto il collega Taricco e che è oggetto di questo emendamento, facendo precedere la mia considerazione da una valutazione generale che riguarda questa Regione e le sue prospettive di sviluppo: non c'è dubbio che per anni abbiamo ragionato pensando ad un Piemonte che vivesse principalmente di manifattura. Questa è un'idea sulla quale le Amministrazioni regionali hanno scommesso e devono continuare a farlo, sapendo, però, che è una sfida che oggi, per essere vinta, richiede politiche diverse da quelle che sin qui perseguite, capaci di affrontare alcuni nodi strutturali dell'economia piemontese, che ha un deficit di produttività che chiama in causa il sistema delle imprese e la loro dimensione, ma anche le politiche pubbliche, perché sempre di più la competizione economica è una sfida tra i sistemi territoriali, dentro cui naturalmente, vivono le imprese.
Oggi, però, è venuta giustamente affermandosi anche un'altra idea, che riguarda la possibilità di garantire un futuro diverso al Piemonte valorizzando, appunto, quel trinomio: cultura, territorio e tipicità. Noi dobbiamo potenziare, diciamo così, le politiche pubbliche con le quali favorire un incremento e uno sviluppo di questi settori, perché è lì che vi è ovviamente non la risposta ai problemi del Piemonte, ma una delle risposte possibili ai problemi della nostra Regione. Perché da lì possiamo ritagliare nicchie e opportunità di sviluppo economico e sociale, di sviluppo per le imprese e per le persone, e di crescita del reddito delle famiglie.
Allora, lo sforzo che facciamo è quello di definire meglio le norme del collegato alla finanziaria perché questa è una delle chiavi attraverso cui affrontare, in maniera più concreta e più organica, questi problemi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Effettivamente, come diceva il collega Taricco, questa è una sottolineatura un pochino eccessiva. Però ci sta all'interno di questo ragionamento.
In tutti gli interventi che abbiamo sviluppato, il nostro ragionamento si lega al fatto che per valorizzare e commercializzare i nostri prodotti agroalimentari è utile far risaltare quello che viene dal territorio: la storia, la cultura, l'ambiente, il paesaggio. Sono tutti elementi indispensabili per valorizzare i nostri prodotti.
Tuttavia, allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare, soprattutto qui in Piemonte, che la nostra vocazione principale è comunque quella industriale. La trasformazione che si è verificata sul nostro territorio è naturale: immaginiamo soltanto per la città di Torino che cosa hanno significato le olimpiadi, il turismo e la cultura! Fortunatamente le istituzioni hanno lavorato in questi anni per salvaguardare la vocazione industriale di questa città e delle tante aree della nostra Regione. Come abbiamo detto, noi lavoriamo per valorizzare e promuovere i nostri prodotti agroalimentari, non soltanto sul territorio nazionale, ma anche sui mercati internazionali - sui nuovi mercati - e, nello stesso tempo, mettiamo in campo tutte quelle iniziative tese a potenziare e a salvaguardare la nostra vocazione naturale, che è quella industriale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Credo che tutti siano contenti di vivere in Piemonte, una regione che ha fatto della serietà e della capacità di lavoro una delle ragioni del proprio sviluppo economico e sociale, che, come diceva il Consigliere Ronzani prima, ha saputo diversificare non soltanto la sua economia, che per una larga parte della storia del Piemonte è stata legata esclusivamente allo sviluppo industriale, ma che ha ritrovato nella propria storia, nelle proprie tradizioni e nelle proprie origini, una della ragioni che danno un senso alla nostra presenza in Piemonte, alla vita che conduciamo con le nostre famiglie e con i nostri figli.
Basta leggere i giornali ogni domenica (anche Torinosette) per capire in quanti Comuni o in quanti territori in questi anni (il merito va naturalmente, alle Amministrazioni locali, ma anche alle Regioni, alle Province, alle ATL e alle Pro Loco) si siano trovate, all'interno delle comunità locali, le ragioni per realizzare spazi ed opportunità per tutti.
L'enogastronomia ha rappresentato senz'altro uno dei motivi di questo sviluppo: magari in alcuni territori di più, in altri di meno, a seconda delle condizioni orografiche, ma certamente è stata un'occasione che ha consentito al Piemonte di progredire.
Concludo qui il mio intervento, tanto ci saranno altre occasioni per ribadire il ragionamento.



PRESIDENTE

Non mancheranno.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Riprendendo gli argomenti oggetto dell'emendamento, volevo solo rilevare che la valorizzazione dei prodotti della nostra regione, quindi la valorizzazione delle peculiarità che la caratterizzano, non può essere affrontata con una serie di articoli all'interno di un collegato alla finanziaria, ma devono trovare una propria sistemazione all'interno di provvedimenti definiti ad hoc e che in qualche modo devono strutturare e inquadrare il problema a 360 gradi.
Non dobbiamo continuare su una linea, all'interno della quale il collegato alla finanziaria diventa un contenitore in cui immaginare una serie di cambiamenti e di stravolgimenti di assetti fondamentali, quali la promozione delle peculiarità e i prodotti tipici della nostra regione.
Se continueremo ad investire in modo significativo e a dotarci di strumenti di alto profilo legislativo, riusciremo ad ottenere risultati importanti.
In questo momento ci troviamo di fronte a due strade: o si approvano gli emendamenti che abbiamo proposto, documenti volti a migliorare la qualità legislativa del collegato alla finanziaria, oppure, in una situazione diversa, proviamo ad immaginare un ragionamento che tenga in considerazione la possibilità, da parte della Giunta - quindi riaffermando questo ruolo - di predisporre disegni di legge che siano provvedimenti quadro che toccano i settori che oggi vengono trattati, in modo assolutamente non organico, all'interno del collegato alla finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Anche se l'emendamento in sé interviene in misura modesta all'interno dell'impianto normativo dell'articolo 2, dal nostro punto di vista rappresenta comunque un ulteriore contributo teso a chiarire fino in fondo il disegno connesso a quest'articolo.
un disegno che vede il nostro Gruppo impegnato nel cercare di dare ancora più forza ad un'attenzione, che si è sviluppata da tempo, e che non appartiene unicamente a questa legislatura regionale e a questa amministrazione regionale, a considerare come il valore della produzione agroalimentare all'interno della nostra regione è un elemento di sviluppo dell'economia, ma anche un elemento capace di far conoscere alcuni segmenti che sino a pochi anni fa erano al di fuori dei grandi e forti mercati internazionali del turismo.
La scelta di fondo che abbiamo sostenuto, proponendo un unico soggetto destinato a promuovere la produzione agroalimentare e l'immagine turistica della nostra regione (scelta che già altre Regioni da tempo hanno assunto con molta intensità e con molta fermezza), potrebbe anche trovare un suo momento di semplificazione all'interno di questo collegato, perché dobbiamo cercare di coniugare l'efficienza del nostro intervento con la possibilità ogni volta che interveniamo, di rendere più semplice, anche a partire dal numero dei soggetti impegnati in questo genere di operazioni, il nostro sistema.
Quest'emendamento va in questa direzione, come tutti gli altri che abbiamo presentato su quest'articolo. In questo modo riteniamo di aver fatto fino in fondo quello che è il nostro ruolo, il ruolo di un Gruppo di opposizione che non si limita solo a dire "no" a scelte sbagliate, ma s'impegna anche a costruire politiche per il futuro del Piemonte.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Giustamente il collega Reschigna ricordava come, per quanto riguarda l'impianto di quest'articolo e gli emendamenti connessi, vi sia sostanzialmente una nostra condivisione delle ragioni e della presenza di un articolo come questo nel collegato alla finanziaria, che valorizza l'economia del Piemonte, dal punto di vista delle sue risorse agricole, che nello stesso tempo tende a valorizzare e a salvaguardare il patrimonio agroalimentare Si tratta di una risorsa vera per il Piemonte e che ne fa una regione importante, dal punto di vista nazionale ed internazionale, e che rappresenta uno degli elementi di maggiore promozione della regione stessa unitamente ad altre caratteristiche di carattere naturalistico piuttosto che culturale piuttosto che di altro tipo, anche in questo che è l'anno del 150°.
Nello stesso tempo, a questo tentativo di miglioramento dell'articolo 2, uniamo una proposta di riflessione di carattere più complessivo, per quanto riguarda il testo, che è sempre sottesa ad ogni ambito di discussione.
Ovviamente, trovandoci a questo punto della nostra riflessione attenderemmo, rispetto a questo corpo di emendamenti (tutti diversi, ma con un filo comune su questo articolo 2), un qualche riscontro da parte della Giunta, qualche segnale di attenzione o una qualche volontà di accoglimento delle proposte migliorative che stiamo presentando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ci stiamo avviando molto stancamente verso il tramonto di quest'ennesima giornata sprecata di Consiglio. Ormai il clima è talmente pesante che persino gli interventi del collega Ronzani, da sempre "schioppettanti", sembrano interventi di un'educanda. Siamo ormai in un momento di profonda stanchezza di questa Assemblea.
Prima ho parlato di quello che potevamo attenderci alla luce della sorpresa che abbiamo avuto entrando in aula oggi pomeriggio e trovando il Presidente Cota, nei panni di Assessore alla sanità, che rispondeva ad una serie di quesiti. Adesso provo a ragionare del futuro e a guardare avanti quello che ogni tanto manca alla politica. Mi domando: cosa farà mai la Giunta? Quali sono le sorprese che possiamo attenderci? Ho provato ad indicarne una, che potrebbe essere quella di vedere il Presidente Cota per la seconda volta seduto sui banchi (la qual cosa di per sé sarebbe già significativa, perché invertirebbe un trend e avremmo tre settimane di seguito il Presidente). Significherebbe un ritorno importante di valore e di peso politico per quest'Aula.
Non vorrei, però, caro Presidente e caro Vicepresidente della Giunta regionale, che alla fine la maggioranza fosse tentata di chiudere questo cul de sac (absit iniuria verbis) con una sorta di colpo di mano ricorrendo a qualche scorciatoia regolamentare e provando a troncare, manu militari, la situazione.
Inviterei a riflettere su quest'aspetto - ne parlerò negli interventi successivi - perché penso che a problemi politici si debba rispondere con la politica e che le scorciatoie informali o di metodo in alcuni casi possono essere utili, ma in questo caso sono assolutamente non risolutive.
Ecco perché, Presidente, se mi vorrà di nuovo dare la parola in occasione dell'esame dei prossimi emendamenti, mi piacerebbe tornare a discutere con voi di questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Emendamento rubricato n. 190) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera f) del disegno di legge n. 101, le parole "dell'identità" sono sostituite dalle parole "delle identità".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Il testo dell'articolo 2, alla lettera f), recita: "La salvaguardia dell'identità delle comunità rurali, secondo le tradizioni e le culture locali". Noi chiediamo di sostituire "dell'identità" con "delle identità".
Può sembrare una sottolineatura eccessivamente puntigliosa, ma crediamo sia importante rendere evidente che quella che oggi definiamo identità, in realtà, è il frutto di successivi e progressivi incontri, contaminazioni e in qualche misura, mi verrebbe da dire "meticciamenti".
Molti dei nostri territori sono stati e sono, anche da un punto di vista enogastronomico-produttivo-qualitativo, il risultato di storiche sovrapposizioni di incontri tra culture diverse o di contaminazioni da parte di culture diverse. Molti dei nostri regimi alimentari e molti dei prodotti da questi derivanti sono, in realtà, l'approdo finale di incontri di popolazioni, di tradizioni, di modi diversi di intendere la ricerca e la valorizzazione dei prodotti e delle produzioni, quindi ci è parso importante sottolineare quest'aspetto con il passaggio dal singolare al plurale.
Sovente, in queste ultime stagioni, abbiamo sentito discorsi aventi ad oggetto l'"identità" congiuntamente all'uso del termine "radici". Mai come in questa stagione questo tipo di parallelo rischia di essere fuorviante nel senso che l'"identità", per definizione, è il risultato di una serie di incontri e contaminazioni, mentre la "radice" è quanto di più statico si possa aver presente: un albero è radicato, è piantato lì e non si muove.
Invece, l'"identità", soprattutto l'"identità culturale", è il risultato di incontri e contaminazioni.
Occorrerebbe svolgere un discorso quasi filosofico, rispetto al quale non c'è il tempo; credo ci sarà lo spazio e l'opportunità in un successivo intervento. Grazie.



PRESIDENTE

Immagino anch'io, Consigliere Taricco.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La ringrazio per avermi dato immediatamente la parola, mi dà l'opportunità di riprendere il discorso che ho testé lasciato incompleto.
Di fronte a questa situazione, servirebbe davvero uno scossone di reni.
Prima, alla buvette, ragionando con qualche collega, ho ricordato le belle invettive del Consigliere Burzi, quando, ogni volta che c'era un problema interveniva chiamando in causa l'allora Presidente del Consiglio pro tempore utilizzando bellissime frasi ed epiteti che sottolineavano la profonda stima che il Consigliere Burzi aveva nei confronti dell'allora Presidente del Consiglio regionale: dopo una serie di premesse di grande stima e affetto, che riempiano i primi cinque/sei minuti del suo intervento, utilizzava il restante tempo per qualche lamentatio e qualche dura reprimenda.
Penso che, ormai, di quei tempi si rimpianga anche l'aver perduto oggettivamente, qui non c'è più; però, inviterei a riprendere un po' quelle lezioni di stile - non me ne voglia il Consigliere Burzi - per svolgere qualche considerazione.
Noi stiamo andando avanti stancamente in una situazione che non produce frutti. Mi chiedo le persone che, in questo momento, stanno - se ce ne fossero - ascoltandoci attraverso il collegamento web cosa possano pensare di quest' Assemblea, della nostra organizzazione, del modo di lavoro, della produttività che noi tutti diamo a servizio della comunità che rappresentiamo.
Ritengo si debba uscire da questa situazione e che questo competa specialmente a coloro che hanno la responsabilità principale - perché a questo sono stati chiamati dai cittadini piemontesi - dando una risposta a quest'Aula: mi domando quale costrutto abbia continuare a convocare i Consigli in questa situazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
In ogni caso, la presentazione di questi emendamenti ci ha messi nella condizione di svolgere un dibattito, con l'introduzione di alcune proposte e riflessioni che, comunque, sono utili. Poi, ritengo opportuni - e mi auguro che la Giunta ne recepisca la maggior parte - i nostri emendamenti perché arricchiscono il testo legato a questo articolo, che intende valorizzare e promuovere i nostri prodotti agroalimentari.
Condivido l'emendamento proposto quale primo firmatario dal Consigliere Taricco, tant'è vero che l'ho sottoscritto. Nonostante possa sembrare anche in questo caso, una pura sottolineatura, come diceva lui, quasi filosofica, ritengo giusta l'osservazione in ordine alla proposta di modifica del testo attuale, che parla della salvaguardia della identità delle comunità rurali, per trasformarlo in "delle identità", perché sono molte le identità che noi dobbiamo salvaguardare. Infatti, negli anni scorsi, il Consiglio regionale è stato impegnato più di una volta nell'affrontare proposte di legge tese a valorizzare le varie identità e naturalmente, le conseguenti lingue presenti sul nostro territorio regionale.
Quindi, ritengo condivisibile la sottolineatura, e mi auguro che anche quest'emendamento venga accolto positivamente dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Vignale, che ha firmato l'emendamento con l'assenso del Consigliere Taricco.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, la firma dell'emendamento è strumentale per poter intervenire nel dibattito e, potendo scegliere, involontariamente, ho scelto l'emendamento giusto. Discutere di identità è un aspetto, sì filosofico, come diceva il collega Taricco, ma rispetto alla portata della discussione svoltasi oggi, senza voler in alcun modo offendere i colleghi dell'opposizione, che fanno il loro lavoro, certamente, sarebbe più stimolante magari anche per chi ci ascolta attraverso internet.
Mi domando solo - mi rivolgo alla Giunta, perché, com'e è noto, la potestà di utilizzo dell'articolo 86 è in capo alla Giunta, e mi permetto di estendere questo ragionamento ai colleghi di maggioranza - quale sia la regia. Noi siamo stati eletti, visto che abbiamo vinto le elezioni, per governare, cerchiamo di fare come dice Giuliano Ferrara, i "servi obbedienti" o qualcosa di simile...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

I "servi liberi", un grazioso ossimoro.
Però, a tutto, in qualche modo, c'è un limite, nel senso che uno pu essere anche un servo libero, ma proprio perché, oltre ad essere servo, è anche libero, si domanda quale sia l'utilità che ha il Consigliere di maggioranza. Io sono abituato all'opposizione, quindi per me diventa difficile la sintesi.
Dicevo che essendo libero, ci si domanda che cosa stiamo facendo. Noi stiamo facendo una cosa che è chiara a tutti, o dovrebbe essere chiara a tutti: dovremmo tentare di governare la nostra Regione e abbiamo la grande opportunità, rispetto a tutti i legislatori delle otto legislature precedenti, di farlo con uno strumento, cioè il nuovo Regolamento, che dovrebbe consentire a chi governa di governare e a chi fa l'opposizione di fare l'opposizione.
Provo a spiegare come interpreto il Regolamento, non sto ad annoiare leggendo interventi che potremmo scambiare e mettere il nome di Muliere con quello del sottoscritto o del collega Burzi con quello dell'ex collega Travaglini, perché sostanzialmente dicevamo le stesse cose quando discutevamo ed abbiamo approvato il Regolamento.
Dicevamo che consentirà a chi vince le elezioni di governare e a chi le perde di fare legittimamente l'opposizione, non ricordo con quali strumenti.
Io ho un'idea di questo Regolamento, e concludo. Se l'opposizione legittimamente presenta 300 emendamenti o 150 emendamenti, è evidente che sta facendo un'attività che non è di governo dall'opposizione, ma sta facendo un'attività ostruzionistica. Ergo per cui si applica l'articolo 84 comma 6; sull'articolo 84 c'è dibattito.
Ricordo che due passi del nostro Regolamento consentono al Presidente o alla maggioranza o ad entrambi di interpretare quello che è un atto che questo Consiglio ha approvato.
Credo che l'attività legislativa che andrebbe svolta soprattutto all'interno di quest'Aula è di utilizzare strumenti che siano pari alla forza con cui uno tenta di bloccare alcuni provvedimenti. Perché se di fronte ad un provvedimento che non è rivoluzionario per questa Regione ci sono alcune centinaia di emendamenti presentati, non c'è altra via se non quella di presentare il maxiemendamento.
Consiglio ai colleghi sia di maggioranza sia di Giunta di cronometrare il tempo di un emendamento, di moltiplicarlo per gli emendamenti che rimangono e comprenderete che forse ad agosto, con convocazioni serrate del Consiglio, licenzieremo questo provvedimento.
Ciò significa che con queste modalità noi riusciremo a votare, salvo i provvedimenti di bilancio che hanno una natura contingentata, cinque, sei o al massimo dieci provvedimenti nel corso di un anno, e mi sembra che questo non sia possibile.
Concludo, perché già una volta ho fatto un richiamo; credo che se continueremo così non sarà l'ultimo. Dopodiché, se ci vogliamo far del male e non voler governare, perché questo stiamo facendo, siamo liberi di farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Credo, dopo l'intervento del collega Vignale, di dover fare pochissime considerazioni.
La prima è questa. Voglio ricordare che all'inizio della discussione di questo disegno di legge, in Aula, il Gruppo consiliare del PD aveva presentato un trentina di emendamenti, tutti di merito; non c'era un emendamento ostruzionistico.
Voglio ricordare che è stata la maggioranza a voler presentare all'inizio della discussione in aula un emendamento che aveva sì una natura ostruzionistica, nella misura in cui, tirando fuori il coniglio dal cilindro, ha deciso che era giusto il momento di utilizzare il disegno di legge sul collegato per modificare la legge n. 70 sulla caccia.
Voglio ricordare che noi abbiamo dato segnali molto precisi in questa direzione, così come voglio ricordare che, da parte della Giunta e della maggioranza, finora è stato risposto con il tentativo di svolgere un esercizio muscolare.
Se questo è il quadro dentro al quale stiamo lavorando, e voglio ricordare un ultimo aspetto già ripreso stamattina in alcuni interventi sia del collega Taricco sia del collega Muliere, in particolare, che noi, anche alla luce delle consultazioni che si sono svolte quindici giorni fa sulle quattro proposte di legge che tendono a riformare la LR n. 70, abbiamo dato una disponibilità ad affrontare all'interno del collegato la parte emergenza ungulati.
Se si vuole lavorare in questa direzione, si trovi il modo di confrontarsi tra Gruppi su questi temi; se non si vuole trovare il modo di lavorare in questa direzione, ad esercizio muscolare io sono abituato a rispondere con esercizio muscolare. Perché su questo punto è la maggioranza e la Giunta che hanno deciso di intraprendere un percorso scorretto.



PRESIDENTE

La prego di concludere.



RESCHIGNA Aldo

Lei ha fatto parlare altri anche per sei minuti. Rendiamo più utile questa discussione, le chiediamo la cortesia di tollerare.
Stavo dicendo che ad esercizio muscolare si risponde con esercizio muscolare, perché questa è la strada che voi avete assunto.
Io sono convinto, e non mi vanto di quello che sta avvenendo, che sia una risposta inevitabile a chi ha voluto surrettiziamente usare il collegato per inserire dentro la modifica in modo forte e sostanziale che va oltre l'elemento emergenziale, che ha voluto mettere dentro la modifica della L.R. 70 sul prelievo venatorio. Va bene: ripristiniamo le regole del gioco? E le regole del gioco sono che le leggi fondamentali o modifiche fondamentali le attiviamo attraverso il percorso partecipativo? Le consultazioni? Il confronto di merito in aula? Se ripristiniamo le regole del gioco, ne abbiamo da guadagnarci tutti soprattutto la qualità del nostro lavoro e soprattutto la capacità, da parte di ciascuno di noi, di contribuire al meglio affinché questa Regione si doti di leggi buone, semplici, capaci di interpretare i bisogni.
Se si vogliono ripristinare le regole del gioco, che voi avete rotto bene. Se non si vogliono ripristinare le regole del gioco, è inutile che ogni tanto si tirino fuori gli articoli 84, 85 e 86 del Regolamento, perch mi sembra che su questo piano ci siano sufficienti prese di posizione da parte dell'Ufficio di Presidenza, tese a dimostrare che in primo luogo non esiste nessuna ragione d'urgenza nell'approvazione del disegno di legge sul collegato, non esistono i presupposti per il maxiemendamento della Giunta e, in terzo luogo, che c'è una discussione in corso all'interno della Giunta per il Regolamento che sarebbe bene non interrompere, altrimenti le conseguenze rischiano di essere ancora più negative rispetto all'andamento di tutta questa legislatura.
L'unico strumento che esiste per venire fuori da questa vicenda è un reale confronto di merito, cioè la politica. Solo che vorrei che sia ben chiaro che quando ho detto - e ripeto questo concetto - non sono più a chiedere questi confronti. Credo che il Presidente di un Gruppo di opposizione abbia detto in Aula quali sono le carte che mette sul piatto della discussione e del confronto. Dopodiché non è che tutte le volte devo dire che la Giunta non ci dà risposte, la maggioranza non ci dà risposte.
Affari vostri! Credo che però c'è da guadagnare per il bene della nostra comunità e anche per dare un senso più profondo al nostro intervento legislativo, se si ripristinano le regole del gioco, se ci mettiamo a discutere sul merito se non si fanno le operazioni muscolari e se si ritorna ad un reale confronto su quelli che sono i quattro o cinque nodi di questo collegato.
Risolti questi, il collegato lo potevate portare a casa un mese fa, ma non l'avete voluto portare a casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Per tutta una parte precedente, che quindi mi permetterà di essere più breve, rimando a quanto ha detto il collega Vignale , che ha detto meglio di quanto avrei potuto io l'argomento in questione.
Io faccio due passaggi ulteriori. Questa mattina il Consigliere Gariglio (che in questo momento non vedo, ma siccome non ho intenzione, in questo caso, di parlarne male, posso parlarne anche in sua assenza) credo abbia più volte detto, oggi pomeriggio, che quando ho avuto il piacevole onore di essere Capogruppo dell'opposizione ho fatto del mio meglio nel criticare la maggioranza di allora.
Vero. Lo trovo tra i miei meriti.
Quello che il Consigliere Gariglio evita di ricordare, probabilmente perché era distratto da altre incombenze, è che durante quella legislatura in parecchi momenti (di cui il Regolamento è solo uno di questi), i Gruppi di opposizione di allora cooperarono non soltanto al momento del voto, ma anche al momento della costruzione su una serie di testi di legge, alcuni condivisibili e altri no. Posso citare la legge 13 sulla ricerca; posso citare le leggi fondanti di Finpiemonte; posso citare le leggi fondanti di SCR e probabilmente ne dimentico alcune.
Credo che, senza il contributo delle opposizioni, queste leggi o non sarebbero venute fuori (magari, meglio per la Regione) o sarebbero venute fuori monche.
Perché faccio questo esempio? È evidente che oggi anche chi come me avrebbe delle cose da dire in sede critica alla maggioranza di cui fa parte, anche se noi abbiamo perso le elezioni, perché noi le abbiamo perse (voi non le avete vinte, ma noi le abbiamo perse). Non credo sia successo per "sfiga", ma credo per una serie di erronei comportamenti che sono stati giustamente evidenziati dall'elettorato un po' ogni dove. Però c'è il difetto che neanche voi non le avete vinte.
Questo ci preoccupa, mi preoccupa, almeno. Perché ho sempre considerato il PD dal suo momento di formazione, nelle primarie che avvennero nel lontano ottobre - credo - del 2009, come un esperimento importante che avrebbe dovuto portare un partito naturalmente di governo ad essere il contraltare di chi come me ha una visione bipolare dell'alternanza di governo.
Le elezioni le hanno vinte altri, secondo modalità discusse e secondo me discutibili, che per quanto mi riguarda aumentano le mie preoccupazioni.
Ora, il problema c'è. Non stiamo governando. Mi pare poco rilevante Capogruppo Reschigna, stabilire da parte di chi debba cominciare l'analisi politica. Certo è che in questo momento quest'Aula sta comportandosi peggio di quando non c'era il Regolamento. Questo è un fatto. Chi ha cominciato è irrilevante.
Credo che chi sente responsabilità di governo debba provvedere - onde questo dato di fatto, palesemente insoddisfacente, io credo per tutti - per la nostra dignità, ma anche soprattutto per il rispetto degli interessi di coloro che si sono espressi elettoralmente a nostro favore, che vivono in un momento di grandissima difficoltà.
Diceva questa mattina il Consigliere Gariglio: "Quante ore stiamo sprecando?". Non stiamo sprecando niente, perché se il livello della professione e del lavoro che noi esprimiamo è quello che avviene qui, forse è meglio che stiamo qui, perché se andiamo fuori facciamo soltanto dei danni, visto che nessuno di noi, credo, augurabilmente, è ancora in grado fisicamente di fare l'unica cosa che credo ci competerebbe, che è quella di dissodare il terreno e di fare il contadino. Forse, è meglio che rimaniamo qua, così evitiamo i danni.
Però se il problema è problema ed è problema di governo, credo che non basti additare una responsabilità, che anch'io vedo ben chiara in una Giunta che si rifiuta di utilizzare gli strumenti che sono stati con fatica predisposti, caro collega Muliere.
Ma nessuno si alzi dal tavolo, perché anche il Partito Democratico, che è partito di governo, perché è nato così per essere, non credo che possa semplicemente avvoltolarsi nel dire: "Avete cominciato prima voi".
Io non credo di ricandidarmi, perché mi sono veramente stufato e soprattutto si sono stufati i miei elettori, ma farò in modo che venga qualcuno qui al posto mio. Se ci sarà la stessa condizione, vi faccio vedere come si può fare sulla base attuale con questa modalità. Cambiamola prima che sia troppo tardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Ho sentito gli ultimi due interventi dei Consiglieri Vignale e Burzi.
Anzitutto, permettetemi una piccola ironia o considerazione pienamente garbata. Voi, leggendo gli organi di stampa, all'interno del vostro partito siete tra i promotori di una iniziativa tesa a inserire elementi, pillole di democrazia in un partito notoriamente a gestione aziendale, per non dire di più.



LEPRI Stefano

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



LEPRI Stefano

Magari!



LEPRI Stefano

Magari? Ma io mi limito a questo e vorrei dire di più, ma sono garbato in aula e dico "a gestione aziendale".
Vorrei dire a "gestione dittatoriale", ma mi limito a "gestione aziendale". Anche se, purtroppo per voi e anche per noi, mi pare che questa forte volontà dispotica sia in decadimento, da quanto posso leggere sui giornali.



LEPRI Stefano

PEDRALE Luca (fuori microfono)



LEPRI Stefano

La nostra è una monarchia anarchica.



LEPRI Stefano

A ciascuno la sua lettura.
In ogni modo quello che evidente è che alcuni Consiglieri, tra cui quelli presenti, sono intervenuti e stanno cominciando a discutere rappresentando l'insoddisfazione e l'esigenza di maggiori elementi di confronto, di democrazia all'interno del vostro partito. Opera nobile verosimilmente, foriera di insuccesso. Comunque, la guardiamo con rispetto.
I due Consiglieri che verosimilmente (questo riportano i giornali) sono in prima fila in questa battaglia, sono qua in prima fila (perché non vedo seconde file) e sono in testa ad una pattuglia numerosa, ma silente (a cominciare dai Capigruppo), di Consiglieri di maggioranza che, appunto, non dicono nulla. Ora, invece, i due ultimi interventi ci ricordano l'esigenza di applicare il Regolamento.
Ricordo semplicemente loro che non c'è nessuna volontà - lo abbiamo detto e io non posso argomentarlo - di fare ostruzionismo, ma c'è il rifiuto di accettare in corso di discussione un emendamento della Giunta che, di fatto, approva una nuova legge su una materia molto delicata facendo una forzatura assolutamente incoerente con il Regolamento, che conoscete meglio di me.
Vogliamo soltanto riportare la discussione alla dimensione propria di un collegato alla finanziaria, cioè quello di approvare norme non decisive che però hanno motivi di urgenza, e non provvedimenti che hanno un carattere di complessità pari ad una legge quadro e che quindi hanno bisogno di una discussione e di un percorso diversi da quello del collegato.
Se, come abbiamo detto, sarà tolto questo impedimento, la discussione non potrà che essere spedita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Avevo sperato - un po' scioccamente - che il fatto che il Consigliere Vignale, seguito dal Consigliere Burzi, prendesse la parola volesse dire che la maggioranza è disponibile a invitarci a sospendere questo ostruzionismo che non fa certamente l'interesse di nessuno.
Invece, il Consigliere Vignale l'ha messa sul duro: ha invitato la maggioranza ad utilizzare gli strumenti previsti dal Regolamento. In realtà, ci sembrava che il Presidente del Consiglio regionale avesse detto che per questo tipo di provvedimenti quello strumento non poteva essere utilizzato, perché non c'erano le condizioni dell'urgenza. Certamente, non è una discussione che risolviamo qui. Inoltre, il Consigliere Burzi dice che, in fondo, la responsabilità è di tutti e non importa chi ha cominciato.
Tuttavia, vorrei capire una cosa. Il Vicepresidente Cavallera (ora impegnato al telefono) è un uomo di grande esperienza e competenza, che conosce bene i meccanismi e le condizioni del Consiglio regionale e anche il Piemonte. Credevo che fosse stato scelto dal Presidente Cota, appunto per tutte queste ragioni e perché fosse in grado di sostituirlo in sua assenza.
Il Vicepresidente Cavallera continua a parlare al telefono probabilmente si sta occupando delle questioni che riguardano il suo Assessorato.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Non importa, tanto mi pare che non ci siano le condizioni per nessun tipo di discussione, pertanto vorremmo capire cosa si chiede all'opposizione. Non stiamo chiedendo strade né marciapiedi nei Comuni amministrati dal centrosinistra, non chiediamo contributi per i nostri Comuni, non stiamo presentando "marchette"; stiamo discutendo, nel merito del fatto che non ci sembra opportuno - termino, Presidente - che le leggi regionali siano modificate passando attraverso i collegati alla finanziaria.
Quando il Vicepresidente Cavallera avrà finito di telefonare, magari ci dirà se è intenzione del Vicepresidente di occuparsi di quello che sta succedendo in Consiglio.
Se non importa niente a lui, a maggior ragione può non importare nulla a noi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Pongo tre questioni.
La prima è la seguente: l'opposizione, collega Vignale, fa l'opposizione. Noi cerchiamo di svolgere più o meno seriamente il nostro lavoro d'opposizione; interrogatevi se, in questo momento, la maggioranza sappia fare la maggioranza e sia una maggioranza, perché forse il problema che avete è questo! Non è tanto un problema di regolamenti - è anche un problema di regolamenti - ma è soprattutto un problema politico.
Non voglio esprimere giudizi, ma, poiché abbiamo ormai un rapporto di consuetudine - siamo anche colleghi da anni - mi permetto di segnalarvi questo problema.
Chi non ha in mano il bastone del comando è qualcuno e voi non potete pensare che l'opposizione non svolga il proprio ruolo.
L'Assessore Cavallera telefona tranquillamente; è Vicepresidente della Giunta: cosa volete che vi dica? Più di questo!



SPAGNUOLO Carla

Abbiamo scoperto che ha una fidanzata, mettiamola così!



RONZANI Wilmer

Benissimo, sono contento!



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

Presidente, finisco...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ronzani, prego tutti i Consiglieri di far terminare il collega Ronzani.



RONZANI Wilmer

Nel mio caso assumerebbe un titolo di merito!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Pedrale, per cortesia!



RONZANI Wilmer

Sarebbe un titolo di merito, non di demerito! La seconda questione: voglio tornare su un punto delicato, perch vede collega Vignale, ma lo voglio dire anche al collega Burzi - cos'è che in questa vicenda, ad un certo punto, ha rappresentato una forzatura e un qualcosa d'inaccettabile? Non è fuori dal mondo il fatto che la maggioranza possa decidere di presentare una serie di emendamenti al collegato alla legge finanziaria: è avvenuto anche altre volte, è avvenuto in Aula, peraltro. Questo, dunque non mi scandalizza.
però, accettabile, corretto e normale che questo avvenga, nel momento in cui le Commissioni consiliari hanno avviato le consultazioni invitando decine di persone, su un provvedimento importante? Io non penso che questo sia mai successo! giusto difendere per questa via le prerogative del Consiglio? Ritengo di sì, perché voi non avete detto: "Presentiamo due emendamenti sulla caccia, nel collegato", ma avete presentato, nel collegato, la riforma della caccia nel momento in cui la Commissione che voi presiedete ha deciso di svolgere le consultazioni sulla caccia.
Domando: tocca solo a noi difendere le prerogative del Consiglio regionale o tocca anche ad una parte di voi? E questa è o no una forzatura rispetto alla discussione, che io considero normale, del collegato? Ho finito, Presidente, solo un attimo, mi consenta un secondo.
Il collega Burzi dice una cosa vera (il collega Burzi dice tante cose vere, ma ne dice una in particolare): "Provveda chi deve provvedere". Ma intanto, chi governa ha l'onere di provvedere oppure no? Ritengo che chi governa abbia un onere che viene prima del nostro.
Allora, per favore, qualcuno di voi provveda, perché non possiamo pensare che debba provvedere qualcuno che non ha responsabilità di governo.
Provveda chi governa questa regione! Se provvederà, sarà possibile andare ad un confronto su un paio di questioni. Collega Burzi - ho finito davvero Presidente - tenga conto che questa minoranza ha approvato due provvedimenti importanti (quello sulle grandi opere e quello sul lavoro), a conferma del fatto che non c'è un'opposizione pregiudiziale. Lo ricordate? Su molte altre questioni c'è un confronto di merito molto aperto; segnalo che per molti mesi, forse diversamente da un'altra Amministrazione, questa maggioranza è stata avara nel presentare provvedimenti di riforma. Avara perché, per mesi, abbiamo discusso in Commissione provvedimenti presentati dalla minoranza...



PRESIDENTE

Collega Ronzani, termini.



RONZANI Wilmer

Su quei provvedimenti (aree protette e commercio) c'è un confronto di merito e molto costruttivo.
Quindi, non è nostro il problema, abbiate pazienza!



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Emendamento rubricato n. 185) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 3, lettera f) del disegno di legge n. 101, la parola "rurali" è soppressa.
La parola al Consigliere Taricco, per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Ci pare - e con quest'emendamento abbiamo voluto sottolinearlo - che nella frase "salvaguardia dell'identità delle comunità rurali, secondo le tradizioni e la cultura locali", quel "rurali" sia un po' riduttivo, nel senso che a noi pare che le comunità siano da intendersi in senso lato.
Per molti prodotti, il dato di ruralità è sicuramente un dato caratterizzante, ma per diversi aspetti è un dato riduttivo che ci pare tolga il respiro a quella complessità ed ampiezza che questo punto meriterebbe.
Pertanto, all'interno di quel processo d'affinamento normativo che ci siamo permessi di suggerire, approfittando della necessaria riflessione sollecitata da molti colleghi negli interventi precedenti, questa è la sottolineatura che consideriamo utile e migliorativa del testo complessivamente.
chiaro che non mi nascondo che in questa giornata siamo dentro un percorso che a questo punto ha l'unico obiettivo di concludersi, sperando che i prossimi giorni, prima del prossimo Consiglio, colgano in positivo le sollecitazioni che in quest'Aula ci sono state. Questa necessaria azione di confronto e di riflessione è stata sollecitata anche dall'intervento del Presidente del nostro Gruppo. Noi, quando è partita la riflessione sul collegato e alla luce degli elementi che hanno modificato il quadro nel quale ci stavamo muovendo, abbiamo chiesto che alcuni elementi e alcuni emendamenti che erano oggettivamente di intralcio fossero tolti dal tavolo e abbiamo posto alcune questioni. Ci pare che a questo punto dovrebbero maturare le condizioni affinché questo avvenga concretamente. Come abbiamo detto, infatti, avevamo inizialmente presentato una trentina di emendamenti; ne abbiamo dovuti presentare un altro centinaio non perché ci appassioni particolarmente la discussione che sta avvenendo in queste ore in quest'Aula; e mi rendo conto che certi affinamenti normativi sono forse eccessivi. Il problema è che ci siamo dovuti far carico della necessità di creare le condizioni perché maturi il contesto di un confronto reale. Ci pare che dai banchi della Giunta ci sia un sostanziale disinteresse verso il merito delle questioni; se matureranno le condizioni - e chiudo Presidente - per un confronto reale di merito, saremo ben felici di poter ritirare tanti emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

A me pare che la situazione sia chiara non da adesso, ma da parecchie sedute del Consiglio regionale. Mi pare alquanto fuori luogo che colleghi come Vignale ed altri ci richiamino ad un senso di responsabilità.
Noi l'abbiamo detto con molta chiarezza: siamo d'accordo a modificare la legge 70: punto. Cosa volete da noi? Abbiamo presentato anche un testo che il Consigliere Vignale conosce molto bene. Siamo d'accordo a modificare la legge 70 che è stata oggetto di una consultazione. Siamo d'accordo abbiamo detto - ad affrontare nel collegato alla finanziaria un emendamento che valuti l'urgenza che ci è stata posta nella consultazione, dal momento che ci sono alcune specie che creano danni e problemi al territorio: benissimo, affrontiamo quest'urgenza. Abbiamo detto, però, di voler modificare il resto delle questioni relative all'attività venatoria intervenendo sulla legge 70. Ma cosa dobbiamo fare, ancora? Non è che abbiamo detto che ci saremmo messi per traverso. Siamo d'accordo a modificare la legge 70 e ad inserire un emendamento su un'urgenza: che cosa dobbiamo fare? Dateci una risposta! Abbiamo chiesto questo, non chissà cosa, ma ci vuole tanto a sedersi intorno a un tavolo e trovare una soluzione? Altro che governo e opposizione: non raccontiamoci delle frottole! E il regolamento non c'entra un cavolo di niente! Ci vuole soltanto un po' di volontà e di capacità politica.
Vi capirei se noi ci fossimo messi di traverso sulla caccia, sul collegato, sulla questione dell'urgenza. No, abbiamo detto: troviamo una soluzione!



PRESIDENTE

Collega Muliere, la pregherei di terminare.



MULIERE Rocco

Ho finito.
Non chiedeteci un atto di responsabilità quando ne abbiamo dimostrati tantissimi, non solo in questa legislatura. Accidenti! Perché ad un certo punto rischiamo di prenderci in giro: evitiamo almeno quello!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Penso che il collega Muliere abbia assolutamente ragione, perché qui dobbiamo cercare di non girare le carte in tavola e di non far diventare la farsa tragedia. Ci troviamo infatti in una situazione in cui francamente non si capisce neanche più da chi sia diretta la Giunta. Penso che il Vicepresidente Cavallera abbia parlato con il Presidente Cota, che immagino sappia e sia informato dello stato in cui si trova il suo collegato alla finanziaria, ormai da molto tempo.
Evidentemente, cari colleghi, se la Giunta decide che non fa niente su questa situazione - non interviene nel merito degli articoli per dire cosa intenda accogliere come migliorativo o meno e non interviene sul merito di alcune questioni che sono assolutamente eccentriche rispetto al provvedimento, e quello della caccia è il caso più emblematico, ma sul turismo ce ne sarebbe da dire a iosa - il quesito che avete posto a noi lo dovete porre là, ai banchi più o meno vuoti che stanno di fronte a noi. Si tratta infatti dello stesso quesito che noi ci stiamo ponendo da tempo: ci stiamo chiedendo perché a voi non interessi minimamente questo collegato e non abbiate alcuna intenzione di approvarlo: non l'avevate con l'atteggiamento che avete tenuto in Commissione e non l'avete adesso.
Sono state dimostrate tutte le più ampie disponibilità; si sono anche individuate le strade per risolvere nodi come quelli della caccia o quelli del turismo, attraverso provvedimenti adeguati e ad hoc; se voi decidete di lasciare andare avanti stancamente, come un muro di gomma che non recepisce niente, le opinioni del Consiglio regionale è perché o non siete più la maggioranza - avete dei problemi pazzeschi, probabilmente tra Lega Nord e Popolo della Libertà, perché alcune delle cose che ci sono in questo provvedimento le vuole la Lega e il Popolo della Libertà forse un po' meno e quindi è costretto ad abbozzare - oppure non vi interessa minimamente portare a casa il collegato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

L'emendamento del Consigliere Taricco è pertinente ed opportuno. L'Aula è distratta e purtroppo non cogliete lo spirito e nemmeno la sofisticatezza e l'attenzione anche letterale al testo che denota purtroppo, oltre allo spirito complessivo, anche dei limiti proprio sul piano della narrazione e della descrizione. Il fatto di parlare di "comunità rurale" e non semplicemente di "comunità" - come opportunamente il Consigliere Taricco vuole ricordarci - non è di poco conto: la "comunità rurale" evoca scene campestri e probabilmente anche una "società che fu" e probabilmente qualcuno fra noi è nostalgico di questa società, che certamente aveva anche elementi interessanti che forse abbiamo perso.
Il rischio, però, parlando di "comunità rurale" è appunto quello di ricordare da un lato la "società che fu", ma anche di descrivere un luogo e degli ambiti sostanzialmente riconducibili all'attività di coltivazione dei campi, soprattutto in pianura. Io so che molti di voi sono attenti alla dimensione collinare e a quella montana dell'attività agricola e delle iniziative eno-gastronomiche. È chiaro che limitarsi alla mera dimensione rurale taglia fuori quell'attenzione più complessiva all'aspetto anche rupestre, collinare e montano che invece un disegno di legge di questo genere non può non considerare.
Per questa ragione - sia per evitare di "rimembrare il tempo che fu" sia per evitare di limitare l'attenzione ad un aspetto particolare della dimensione di "comunità" - noi suggeriamo, con questo emendamento, di eliminare la parola "rurale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie: non occuperò neanche i due minuti.
Credo di dover una risposta al Consigliere Burzi e siccome noi abbiamo una struttura di partito e una cultura da Gruppo di governo, ritenevamo che questo potesse essere un percorso molto trasparente e molto aperto, che emergeva dal confronto in Aula, anche in momenti di approfondimento che riguardassero tutti i Gruppi al di fuori dell'Aula.
Pensavamo che questa potesse essere, o dovesse essere, un'iniziativa da parte della Giunta regionale, ma così non è. Noi sappiamo chi ha rotto le modalità corrette di svolgimento di un confronto sul collegato all'interno dell'Aula, a noi non interessa capire chi deve rimediare la situazione. Ed è la ragione per cui noi presenteremo, per la prossima seduta, una nostra proposta emendativa che riguarderà la modifica per la parte emergenziale della legge regionale n. 70. In questo modo, renderemo ancora più visibile e percepibile il fatto sostanziale che, all'interno di quest'Aula, c'è chi si fa carico dei problemi del Piemonte.
In seguito vorremo capire, tutti insieme, in modo assolutamente lineare e trasparente, quale sarà l'atteggiamento della maggioranza e della Giunta anche su tutta una serie di altri temi che per noi sono importanti all'interno di questo provvedimento.
Di questo parleremo nella prossima seduta di Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 168) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: all'articolo 2, comma 3, lettera f) del disegno di legge n. 101 le parole "la cultura" sono sostituite dalle parole "le culture".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

L'emendamento fa riferimento alla lettera f) dove si parla di identità delle comunità rurali secondo le tradizioni e la cultura locale. Noi crediamo sia meglio inserire "le culture". Primo perché dà un senso più ampio e rappresenta la vera realtà, cioè che noi non siamo mai in presenza di un'unica cultura unitaria e monolitica, ma di incroci di culture o di una realtà che è frutto di contaminazioni, come già avevamo detto prima, di incontri e di sedimentazioni progressive che rendono il quadro che noi oggi abbiamo di fronte.
Mi rendo assolutamente conto che questo affinamento che in più passaggi abbiamo fatto è, se vogliamo, un continuare ad utilizzare la strada per un possibile miglioramento della norma, per creare lo spazio per un ragionamento. Di questo, in qualche misura, trattasi, anche se crediamo che, effettivamente, il termine "culture", laddove c'è scritto "cultura" possa rendere meglio quello che dovrebbe essere il significato più compiuto dell'articolo.
Nel risollecitare ad una "assunzione" di ruolo e di responsabilità da parte della Giunta che crei le condizioni per intavolare un discorso fattivo circa i contenuti che dovrà avere il collegato al completamento dei lavori dell'Aula, ci permettiamo di sollecitare una maggiore attività da parte della Giunta che ci permetta di superare questa fase e di affinare meglio la norma. Sicuramente non è una fase così entusiasmante dei lavori di quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Quando mi sono iscritta a parlare non avevo ancora ascoltato il Consigliere Taricco, quindi alcune delle cose che il Consigliere ha già detto non potrò che ripeterle.
In questo articolo emergevano alcuni problemi di tipo grammaticale, di coordinamento. Il riferimento alle tradizioni e alla cultura locale potrebbe essere considerato non del tutto corretto se scritto in questo modo. Soprattutto credo che il combinato disposto dei due emendamenti, che elimina il termine "rurali" - quindi si fa riferimento ad una comunità più ampia che non comprende necessariamente solo le comunità rurali - e successivamente, la trasformazione del termine da "cultura" a "culture" permetta di rendere il testo grammaticalmente migliore ma, soprattutto, più coerente con gli obiettivi stessi del testo. Si intende salvaguardare le identità locali e della comunità locale secondo le sue tradizioni e secondo gli elementi complessi delle culture locali, che mi paiono dover essere riprese in termini pluralistici, e non in termini univoci, come ricordava il Consigliere Taricco.
Non c'è alcun dubbio che siamo di fronte a culture locali e non ad una sola cultura, a maggior ragione se, invece di mettere solo comunità rurali scegliamo di dire comunità, quindi ampliamo questo tema ad esempio alle aree montane, dove la compresenza di elementi culturali multipli è caratteristica fondante di queste comunità. Pensiamo alle valli occitane alle valli franco-provenzali, pensiamo alle valli di lingua tedesca nelle zone dell'est del Piemonte. Pensiamo a quanti elementi di culture tradizionali diverse abbiamo in questi territori.
Credo, quindi, che la proposta del Consigliere Taricco sia un'ottima proposta che, pur con un'operazione di tipo chirurgico, permette di rendere più coerente il testo con quelli che mi sembrano essere sicuramente gli obiettivi di un buon programma di sviluppo rurale. Non dimentichiamo che stiamo parlando del Piano di Sviluppo Rurale e che, anche nelle intenzioni per il prossimo mandato della Commissione europea, si ha l'obiettivo di allargare a tutto il tema dello sviluppo locale l'utilizzo dei fondi per lo sviluppo rurale attuale. Quindi mi sembra che vada anche nella direzione del futuro della programmazione europea in questo campo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Bresso.
Emendamento rubricato n. 186) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera a) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "i contenuti" sono inserite le parole "e la forma".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'emendamento di cui trattasi fa riferimento alla lettera a) del quarto comma, che recita "a) i contenuti dei disciplinari di produzione vincolati per ogni prodotto che individuano i processi produttivi e gli elementi che contraddistinguono la qualità superiore del prodotto o del processo produttivo".
Noi proponiamo che dopo la parola "contenuti" si aggiunga anche "e la forma", perché ci pare che, in qualche misura, non soltanto i contenuti cioè che cosa deve caratterizzare i disciplinari produttivi - debbano essere precisati dal Regolamento, ma anche le modalità con le quali questi contenuti sono inseriti nei disciplinari.
Questa sottolineatura potrebbe essere definita un eccesso di zelo, ma crediamo sia utile che tutto ciò che riguarda il funzionamento e le modalità dei disciplinari, che saranno il cuore di tutto questo sistema di qualità, debba essere previsto dal Regolamento. Tra l'altro, questo tipo di sottolineatura troverà conferme in ulteriori emendamenti che abbiamo presentato a seguire, laddove chiediamo che il Regolamento (che deve avere questi contenuti, sia riguardo la forma che la sostanza dei disciplinari) sia oggetto di analisi in sede di Commissione, e non semplicemente di delibera di Giunta. Poiché rappresenta il cuore strategico di tutto questo lavoro di promozione, di valorizzazione, di presentazione, di spiegazione al mondo di ciò che noi vogliamo fare con questo percorso, noi riteniamo che debba essere attentamente valutato in sede di Commissione consiliare competente, che ha il compito di confrontarsi e di decidere sul merito di questa materia.
Non sto qui a sottolineare che se, da una parte, la forma che è stata individuata per dare corpo a questo procedimento ha necessariamente l'ambizione di essere molto semplice, dall'altra parte deve contenere soltanto alcuni elementi puntualmente definiti e identificati, perché è su questo che si gioca la possibilità di tutelare, anche in visione prospettica, queste produzioni, e di garantirne la salvaguardia dell'immagine presso i consumatori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Se il tema è rilevante, se alla valorizzazione dell'agroalimentare in Piemonte affidiamo un'importanza anche per il suo ruolo di coniugare assieme un pezzo della nostra eccellenza piemontese con un pezzo della promozione turistica della nostra Regione, è giusto che ci sia un coinvolgimento da parte della Commissione consiliare competente.
Noi vorremmo auspicare che almeno quest'emendamento possa essere considerato positivamente da parte della Giunta, anche in relazione al fatto che analoga disponibilità e analogo atteggiamento in passato lo abbiamo espresso più volte su questo metodologia di lavoro. Peraltro, mi sembra che questo passaggio non determini alcun impedimento né ritardi procedurali; è solamente un modo attraverso cui consentire a ciascun Gruppo e a ciascun componente della Commissione consiliare competente di offrire il proprio contributo, così come stiamo facendo noi in questa sede su un articolo che considero di particolar rilievo.
Spiace sostanzialmente rilevare che tutto questo - il nostro impegno ma soprattutto quello del collega Taricco - avvenga in un'aula ormai quasi deserta, dove da tempo alcuni colleghi hanno ritenuto di definire i loro impegni in altra sede. Tuttavia, anche per rispetto nei confronti dei presenti, credo sia giusto insistere su questa materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Indubbiamente il Presidente Reschigna ha posto una questione che diventa, a questo punto, sostanziale, dal momento che vedo altri colleghi che si apprestano a lasciare l'aula.
La questione, però, riguarda lei, Presidente, perché ha davanti a s un'Aula di cui ha una visione prospettica abbastanza interessante: trovandosi in quella collocazione, è in grado di constatare che l'Aula è semideserta, non tanto per quanto riguarda i banchi dell'opposizione, ma...



MANICA Giuliana

LAUS Mauro (fuori microfono)



MANICA Giuliana

E quei pochi presenti sono assenti!



MANICA Giuliana

Giustamente, il collega Laus precisava che i pochi presenti sono comunque "assenti".
Comunque, facevo notare che l'Aula è semideserta non tanto per quanto riguarda i banchi delle opposizioni, quanto per quelli della maggioranza.
Siccome la questione è di una qualche sostanza - o si accolgono gli emendamenti o si modifica il provvedimento, depurandolo di quegli elementi che francamente lo rendono invotabile - un ordine di decisione dovrebbe essere preso. E se non è in grado di farlo la Giunta dal punto di vista dei contenuti - non ne conosciamo le ragioni, se per disinteresse nei confronti del provvedimento, se per visioni diverse tra Lega e PdL, per cui far finta di niente, alzare un muro di gomma e perdere tempo diventa la soluzione più semplice rispetto a quella di affrontare i problemi - lo faccia lei, come Presidente di questo Consiglio regionale: valuti che condizioni ci sono.
Vuole sentire i Capigruppo? Vuole direttamente valutare quale pu essere l'ulteriore andamento della seduta e come lo si possa fare? Assuma però, un qualche ordine di decisione, altrimenti noi continueremo a spiegare e ad illustrare, sperando che qualcuno ci ascolti, si convinca modifichi e faccia delle scelte, ma non ci pare che ci sia più un interlocutore dall'altra parte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
I presenti, al momento, sono 51. Mi sembra, quindi, che il numero dei Consiglieri sia...



(Commenti della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Non le so dire, però al momento sono 51.
Emendamento rubricato n. 178) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera a) del disegno di legge n. 101, le parole "che individuano" sono sostituite dalle parole ", individuando".
La parola al Consigliere Taricco, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Nell'emendamento in questione, noi proponiamo di sostituire le parole "che individuano" con il termine "individuando".



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Collega Burzi, la inviterei a facilitare la discussione, non a...
Prego, Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ci pare che un simile emendamento non necessiti di grandi spiegazioni.
Da un certo punto di vista - lo ripeto - diventa quasi difficile continuare ad illustrare anche emendamenti come questo, che, chiaramente, non hanno lo scopo di introdurre elementi sostanziali di modifica (a differenza di altri che, invece, ci parevano puntuali e di merito).
Il tema centrale è capire come si intende procedere nella costruzione di un percorso utile e coerente con quello che dovrebbe essere lo scopo e la funzione di un collegato alla legge finanziaria.
Dico ancora una cosa e poi probabilmente non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione. Se vogliamo che sia fattibile e proficuo il lavoro intorno al collegato, occorre che facciamo tutti insieme lo sforzo di ricondurre il collegato a quello che dovrebbe essere, cioè un collegato alla finanziaria, non una specie di treno su cui caricare tutto quello che a qualcuno viene in mente di caricare.
Se tutti insieme faremo lo sforzo di depurare questo testo da cose che nulla hanno a che vedere con questo documento, probabilmente renderemo molto più veloce, fattivo e produttivo il percorso che stiamo portando avanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Bene ha fatto il collega Taricco a presentare questa che sembrerebbe apparentemente, una piccola variazione formale, mentre invece è di sostanza.
Pensavo che i cuneesi fossero meno fini rispetto alla capacità di intervenire sulle questioni, sulle parole e sulle cose, invece ogni volta il Consigliere Taricco mi sorprende e mi stupisce.
Volevo porle una domanda, Presidente, che credo interessi a tutta l'Aula (non vedo il Vicepresidente Cavallera, sarà andato fuori dall'aula a continuare la telefonata: mi piacerebbe capire con chi parlava con tanta passione e tanta convinzione, forse ha ragione la collega Spagnuolo, magari scopriamo un po' di gossip, che Cavallera ha una fidanzata!), perché non andiamo a casa? Sono le 18.10; abbiamo perso abbastanza tempo in una giornata inutile (sapevo che il Consigliere Burzi avrebbe condiviso questo mio appello al buonsenso), quindi chiudiamola qui! Poi sarebbe meglio che i Capigruppo di ritrovassero e discutessero su come è possibile utilizzare meglio il tempo nell'interesse dei piemontesi e che la maggioranza si convincesse, come ho già detto mille volte, che noi rappresentiamo la metà della popolazione piemontese (meno novemila) e che quindi la stessa mettesse in atto un po' di attenzione e rispetto, non alle questioni personali, ma a quelle collettive che presentiamo.
Quindi, Presidente, vuole raccogliere questo invito?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti, ma non posso raccogliere il suo invito: il Consiglio è convocato fino alle ore 19 e fino a quando i colleghi chiedono legittimamente la parola, andrò avanti con i lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Mi scuso se tolgo tempo e spazio agli altri colleghi, ma devo dissentire dal Gruppo e, in modo particolare, dal collega Boeti.
Si tratta di un fatto personale di natura politica. Il collega Boeti dice: "Perché non andiamo a casa?". Caro collega, mi dispiace, ma sarebbe stato meglio dire: "Perché voi non andate a casa?". Noi stiamo lavorando.
Tutti noi, compreso il mio collega Boeti, stiamo sostenendo tesi chiare semplici ed elementari.
Nella scorsa legislatura abbiamo licenziato un Regolamento consiliare per mettere nelle condizioni la maggioranza di esprimere la propria azione politica. Una maggioranza non riesce ad esprimere la propria azione politica quando non c'è o quando c'è apparentemente.
Bene diceva la collega Manica nel suo intervento (che ho ascoltato mentre preparavo altri emendamenti in ufficio) quando chiedeva chi fossero i nostri interlocutori. È l'Assessore all'agricoltura? Probabilmente no! l'Assessore Cavallera? Probabilmente no! È la Giunta regionale? Sicuramente no! No, perché gli emendamenti sulla caccia sono emendamenti firmati, come mi faceva notare qualche collega, da pezzi della maggioranza.
Mi rimetto al Regolamento e riprendo il filo nel mio prossimo intervento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ne avrà modo, Consigliere Laus.
Emendamento rubricato n. 177) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera b) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "etichettatura dei prodotti" sono inserite le parole "e relative sanzioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione, al comma 4 della lettera b), dice che il Regolamento definisce la disciplina di etichettatura dei prodotti. Noi chiediamo di introdurre le parole "e relative sanzioni". Ci pare, e questo lo dico al di là del fatto di averlo presentato nella seconda tranche, che sia un emendamento che pone una questione di merito.
Nel testo così come definito, ci pare che il regime sanzionatorio, nel caso di non rispetto dei disciplinari e delle regole che ci si è dati, sia troppo blando e che parta dal presupposto che il massimo di sanzionamento da applicare ad un soggetto che non rispetta le regole sia di non lasciarlo più operare.
Se il percorso di costruzione di un sistema di qualità deve avere ambizioni alte - e personalmente credo che questo sistema debba averle deve partire dal presupposto che in qualche misura c'è una scommessa collettiva messa in campo, cioè la costruzione di un'immagine di una linea di prodotti che, complessivamente, difende la propria identità e la propria idea di qualità. Chiunque all'interno di questo sistema pregiudichi con comportamenti non coerenti e non corretti, diciamo così, l'immagine complessiva del sistema determina un danno a tutti gli altri soggetti che ne fanno parte. Quindi, deve essere previsto un regime sanzionatorio, che non può essere soltanto del tenore "visto che non ti sei comportato correttamente non ti lasciamo più giocare", bensì deve prevedere il pagamento del danno cagionato a tutti gli altri soggetti coinvolti nel sistema.
Al di là della formulazione che noi proponiamo, ci permettiamo di sottolineare che questa questione deve essere considerata; nel senso che sostanzialmente, rischieremmo dei disastri immaginando che, nell'ambito di un sistema di DOC, DOCG, DOP, IGP, l'unica sanzione sia l'inutilizzabilità del marchio di fronte ad un comportamento non corretto.
Sotto questo profilo, credo che questo emendamento, che non era nato come un emendamento di merito, ponga una questione che, invece, è di merito.
Esprimo la massima disponibilità a ragionare sul come, ma riteniamo che questo tema debba essere affrontato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie.
Anch'io intervengo per sottolineare che, pur essendo stato presentato nel contesto di un'azione politica con anche altre finalità, questo è un emendamento che di per sé ha un valore anche tecnico.
Come, poco fa, ricordava il collega Taricco, l'etichettatura dei prodotti ha un senso se quanto scritto nell'etichetta viene verificato come veritiero e nel caso non sia veritiero venga sanzionato, secondo modalità conosciute e anche sufficientemente rigorose, tali da disincentivare comportamenti per i quali sull'etichetta si scrive qualunque cosa.
In questo momento, ci troviamo di fronte, nuovamente, a gravi difficoltà dei prodotti europei, determinati da una cattiva conoscenza e da cattivi controlli. Per il momento si parla di prodotti freschi sfusi immaginiamo cosa potrebbe succedere se i batteri si ritrovassero in prodotti non sfusi e, comunque, di fronte a qualunque tipo di elemento non corretto.
Al di là di quello, per la qualità dei nostri prodotti le sanzioni devono prevalentemente riguardare la non veridicità delle provenienze dell'origine, delle caratteristiche di coltivazione, di trattamento o di elaborazione dei prodotti stessi.
Credo si tratti di una questione assolutamente rilevante. Quindi, pur nel contesto di una battaglia politica diversa, segnalo anch'io l'importanza di questo specifico emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
I proponenti rinunciano all'illustrazione degli emendamenti che seguono.
Emendamento rubricato n. 179) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera e) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "le modalità" sono inserite le parole "ed i tempi".
Emendamento rubricato n. 174) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera f) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "le modalità" sono inserite le parole "ed i tempi".
Emendamento rubricato n. 182) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera g) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "le modalità" sono inserite le parole "ed i tempi".
Emendamento rubricato n. 181) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera g) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "le modalità di comunicazione alla Regione" sono inserite le parole "e di pubblicazione".
Emendamento rubricato n. 191) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 4, lettera g) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "le modalità di comunicazione alla Regione" sono inserite le parole "e di utilizzabilità".
Emendamento rubricato n. 180) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 5, lettera a) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "per violazioni" è inserita la parola "lievi".
Emendamento rubricato n. 187) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 5, del disegno di legge n. 101, dopo le parole "in difformità" sono inserite le parole "o in contravvenzione".
Emendamento rubricato n. 184) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 5, lettera a) del disegno di legge n. 101, le parole "riguardanti l'accertamento di ipotesi di non conformità lievi" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 183) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2 del disegno di legge n. 101, dopo il comma 5 è inserito il seguente: "5 bis. Per i casi di cui alle lettere b) e c) del comma 5 può essere applicata una sanzione economica accessoria da 200 e 1000 euro.".
Emendamento rubricato n. 164) Presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 6 del disegno di legge n. 101, le parole "i prodotti agroalimentari afferenti" sono sostituite dalle parole "i prodotti agroalimentari relativi".
Proseguiamo con la discussione sull'emendamento rubricato n. 24), accorpato agli emendamenti rubricati n. 188) e n. 189).
Emendamento rubricato n. 24) presentato dal Consigliere Taricco: Al comma 6 dell'articolo 2 (Valorizzazione delle produzioni agroalimentari) del disegno di legge n. 101, dopo le parole "la Giunta regionale, con propria deliberazione," sono inserite le parole "sentita la Commissione consiliare competente,".
Emendamento rubricato n. 188) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 6 del disegno di legge n. 101, dopo le parole "La Giunta regionale, con propria deliberazione," sono inserite le parole "sentita la competente Commissione consiliare,".
Emendamento rubricato n. 189) presentato dai Consiglieri Taricco, Motta A.
Reschigna, Ronzani, Manica, Lepri, Laus, Pentenero, Boeti, Muliere: All'articolo 2, comma 6 del disegno di legge n. 101, dopo le parole "La Giunta regionale, con propria deliberazione," sono inserite le parole "sentita la competente commissione consiliare,".
Comunico che gli emendamenti rubricati n. n. 188, 189 sono da considerare accorpati all'emendamento rubricato n. 24 in quanto uguali.
Anche tali emendamenti vengono dati per illustrati dai proponenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie.



PRESIDENTE

Scusi, per quale motivo ha chiesto la parola?



PEDRALE Luca

Volevo chiedere una verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Prego. Dobbiamo provvedere ad una votazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, a norma di Regolamento, non è possibile effettuare una verifica del numero legale, occorre procedere ad una votazione.
Pertanto, adesso che è terminata la fase di illustrazione, apro la discussione sull'intero articolo e relativo blocco emendativo; poi, alla fine, ci saranno...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Va bene.
Apro la discussione generale sull'intero articolo e sul blocco degli emendamenti.
Non essendoci richieste d'intervento dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono dichiarazioni di voto? No.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Il secondo comma dell'articolo 59 recita: "La Presidenza, prima di procedere ad una votazione, è tenuta a verificare se il Consiglio sia in numero legale per deliberare se richiesto rispettivamente da almeno tre Consiglieri o da un Presidente di Gruppo".
Siccome il Presidente Pedrale ha chiesto la verifica del numero legale prima della discussione sugli emendamenti, chiedo che si proceda alla verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Cosa facciamo? L'appello? Perché, con una votazione, cosa votiamo? Mi faccia una proposta.



RESCHIGNA Aldo

Faccia l'appello.



PRESIDENTE

Lo conosco quell'articolo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Parla di una votazione.
Mi si spieghi tecnicamente come procedere.



RESCHIGNA Aldo

Rileggo l'articolo: "La Presidenza, prima di procedere ad una votazione, è tenuta a verificare se il Consiglio sia in numero legale per deliberare se richiesto rispettivamente da almeno tre Consiglieri o da un Presidente di Gruppo".
Faccia un appello.



PRESIDENTE

Bene, non è mai capitato, comunque, testualmente, si può fare.
Pertanto, chiedo al Questore Leardi di procedere all'appello nominale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non credo che, in questo momento, ci si stia apprestando ad una votazione...



VIGNALE Gian Luca

MANICA Giuliana (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

un appello.



VIGNALE Gian Luca

Lo so che è un appello.
Però, inviterei - posso cogliere l'occasione per fare anche un altro esempio - a utilizzare il Regolamento così come lo abbiamo scritto. Non lo dico solo al Presidente, ma anche agli Uffici che coadiuvano il Presidente.
"La Presidenza, prima di procedere ad una votazione, è tenuta a verificare se il Consiglio sia in numero legale per deliberare se richiesto rispettivamente da almeno tre Consiglieri o da un Presidente di Gruppo".
Noi non stiamo procedendo ad una votazione. Non siamo nella fase prima di una votazione, pertanto non è questo il momento; il momento potrà verificarsi quanto voteremo i singoli emendamenti o l'articolo.
Ne approfitto per ricordare all'intero Ufficio di Presidenza, ai componenti e alla parte dirigenziale che l'articolo 84, comma 9, relativo agli emendamenti, prevede che se un emendamento è privo di una reale modifica sostanziale non può essere accolto.
Oggi, noi abbiamo discusso decine di emendamenti che dicevano "nel contendere e contendendo" o alcuni di questo tipo, che non sono ammissibili. Lo ricordo alla Presidenza, perché è scritto nel Regolamento non perché lo dice il Consigliere Vignale.
Allora facciamo un po' attenzione. I colleghi non avranno motivo per presentare un emendamento, avranno modalità per presentare un emendamento che sia formalmente accoglibile, quindi non cambia niente, ma almeno rispettiamolo.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'ammissibilità degli emendamenti, quelli presentati sono tutti ammissibili e non rientrano nella fattispecie richiamata.
Per quanto riguarda invece l'imminenza della votazione, lei ha ripreso esattamente quello che io sostenevo; difatti ho inteso che sia chiusa la discussione generale, come ho già detto - ed è a verbale - e ho chiesto se c'erano dichiarazioni di voto. Poi è stata ribadita la richiesta.
Se non siamo nell'imminenza del voto, risultano, visto che abbiamo il foglio presenze elettronico, presenti in Aula 51 Consiglieri regionali pertanto siamo ampiamente in numero legale.
Se si vuole verificare, l'unica modalità è una votazione e sostenevo quello che lei diceva, nel senso che se si vuole fare una doppia verifica si può fare anche un appello, anche se nel frattempo, con la modifica che vi è stata, abbiamo un appello automatico, perché in questo momento risultano presenti, visto che c'è anche la firma di uscita, 51 Consiglieri su 60 Consiglieri assegnati al Consiglio.
Pertanto continuerei in questo modo: farei la verifica, perché mi sembra che vi sia un equivoco e siccome non voglio che vi siano equivoci se vi sono interventi in dibattito generale e in dichiarazione di voto.
Successivamente procederemo con la votazione e vedremo se c'è o meno il numero legale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti della seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Secondo me la questione è abbastanza chiara, cioè il Regolamento consente ad un Presidente di un Gruppo di verificare in via preventiva prima che si passi ai voti sugli emendamenti, di accertare l'esistenza o meno del numero legale, che non si accerta attraverso le presenze che risultano.
Il Presidente indice una votazione con l'obiettivo di verificare o meno la presenza del numero legale, la votazione è a sistema elettronico e accerta l'esistenza o meno del numero legale. Si fa così, attraverso il procedimento elettronico.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale ha ragione perché non siamo nell'imminenza di una votazione, avvalorato anche dal Presidente Reschigna, che diceva che io ho inteso male che fosse già chiusa sia la discussione generale sia la dichiarazione di voto.
Il Presidente di Gruppo e i tre Consiglieri possono chiedere la verifica e spetta alla Presidenza del Consiglio regionale effettuarla.
La Presidenza del Consiglio regionale di turno, nella mia persona, ha già detto che siamo ampiamente in numero legale, in quanto sono presenti 51 Consiglieri, avendo 51 firme in entrata e non avendo alcuna firma di questi 51 in uscita. Pertanto per la Presidenza il numero legale sussiste.
Detto questo, rileggiamo l'articolo, perché giova sempre rileggerlo più volte: "La Presidenza, prima di procedere ad una votazione, è tenuta a verificare se il Consiglio sia in numero legale per deliberare se richiesto rispettivamente da almeno tre Consiglieri o un Presidente di Gruppo".
Pertanto ha ragione il Consigliere Vignale. Delle due l'una: o è conclusa la discussione e le dichiarazioni di voto e quindi siamo quindi nell'imminenza della votazione e si procede con l'articolo 59, comma 2; se invece siamo ancora in fase di discussione generale e di dichiarazione di voto, non si può fare la verifica perché non siamo nella fattispecie richiamata dal Regolamento e dai Consiglieri che sono intervenuti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Su questo punto faccio un intervento che mi viene proprio spontaneo e che sottopongo anche alla sua attenzione di Presidente, oltre che dei colleghi. Mi sembra che sia un momento nel quale c'è un'interferenza forte e non prevista fra la forma e la politica, perché io potrei essere nei suoi conteggi, ma il Presidente pro tempore, non lei, non può decidere quello che io voglio fare.
un problema questo, un problema grande, un problema politico, perch se volessi protestare attraverso la mia assenza, in questo momento non lo potrei fare.
Credo che questa sia una questione che non è regolamentare. Non mi ergo in questo momento a volere dare a lei, Presidente Cattaneo un'interpretazione. Io ho sempre sostenuto che il Presidente dell'Aula è colui che dà l'interpretazione ultima del Regolamento, punto. E la dà a tutti, me compresa.
Però in questo momento le pongo un'altra questione, che è una questione politica, nel senso che se io in questo momento, avendo firmato perché c'è quel maledetto marchingegno elettronico - ce l'ho con un marchingegno elettronico, questo lo posso dire - io sono presente, ma potrei voler scegliere in questo momento di non esserci. Quindi, questa è una questione sulla quale rifletterei, perché questo attiene alla volontà politica di quest'Aula.
Ho sopportato questa terribile ed inutile seduta, perché non avevo firmato se non per una mera ragione veramente becera di prendere il gettone di presenza di questa seduta, perché altrimenti già me ne sarei andata per ragioni politiche.
L'ho detta tutta perché non voglio fare quella che fa le belle figure ma voglio proprio fare quella che non fa le belle figure. Però questa è una grande questione, perché altrimenti tutte le volte mi si impone una presenza che magari non voglio dare.
Mi fermo qua, perché si è verificata in questo momento e lo dico anche al collega Vignale, che è molto attento, glielo riconosco, perché avendo scritto quel Regolamento o concorso a farlo è sempre là con una testa che pensa a quello che si voleva dire. Questo è del tutto legittimo, però poi le cose prendono pieghe diverse, perché quando quel Regolamento si è scritto non c'era il "congegnaccio". Oggi c'è il "congegnaccio" e il "congegnaccio" mi vincola politicamente.
Io questo dico, ma questo è, altrimenti sarei andata via.



PRESIDENTE

Quello che lei sostiene ha una sua logica e ognuno può fare quello che ritiene. Semplicemente però quella verifica si può fare o con il voto o nella fattispecie dell'articolo 59, comma 2, e non siamo in quel momento.
Consigliere Pedrale, conferma la richiesta di sospensione? Il Consigliere conferma.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.31 riprende alle ore 18.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevo chiuso la discussione generale, però siccome alcuni Consiglieri hanno contestato questa situazione, chiedo se ci sono interventi in discussione generale o per dichiarazione di voto.
Non essendoci interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 2 e su tutto il blocco degli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Solo perché sono un testone.
Il comma 9 dell'articolo 84, che siccome non me lo ricordavo mi permetto di rileggere, Presidente, recita: "Il Presidente" - cioè lei - "ha la facoltà di negare l'accettazione e l'esame di emendamenti presentati dallo stesso Consigliere aventi fra loro contenuto alternativo e collegati in rapporto di subordinazione nonché formulati da frasi sconvenienti" - non si pone il caso - "o che siano relativi ad argomenti estranei all'oggetto della discussione" - e qui il caso secondo me si porrebbe - "o semplicemente privi di reale portata significativa ovvero preclusi da precedenti votazioni".
Ora, che lei mi dica che gli emendamenti che oggi si sono discussi qui non attengono - perché lei li ha definiti come tutti accoglibili - alla frase "privi di reale portata significativa o argomenti estranei all'oggetto della discussione" è da un lato un insulto al collega Taricco di cui apprezzo l'attività svolta e quella di tutto il suo Gruppo, perch hanno ampia capacità di svolgere la loro argomentazione in sede politica senza necessariamente sfinirci, cercando di capire se la parola "individuando" stia meglio al posto delle parole "siano individuate".
La pregherei, per cortesia, di non accogliere emendamenti che non sono accoglibili, perché questo dice il Regolamento e questo non è quello che volevamo scrivere, ma questo è quello che c'è scritto.
Nell'ambito delle dichiarazioni di voto, voto in dissenso dal mio Gruppo qualunque cosa dica.



PRESIDENTE

Il numero legale è 28.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 193), sul quale l'Assessore Quaglia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.40)



< torna indietro