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Dettaglio seduta n.114 del 31/05/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 10.00, vista la mancanza del numero legale, il Presidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.40)



(La seduta ha inizio alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Bresso Cantore, Comba, Costa Raffaele, Giordano, Goffi e Motta Massimiliano.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Rilevazione firme (Applicazione dell'articolo 6 della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 40/2011)


PRESIDENTE

Comunico che con il 31 maggio 2011 termina il periodo sperimentale della rilevazione delle firme dei Consiglieri alle sedute istituzionali finalizzate all'attribuzione dell'indennità di presenza.
Pertanto, a partire dal 1° giugno 2011, l'apposizione del numero di firma alla partecipazione alla Commissione consiliare permanente principale e alla seduta consiliare darà luogo alla totale erogazione dell'indennità di presenza o a una quota percentuale così come segue.
Ciascuna seduta richiede l'apposizione di due firme: in presenza di una sola firma l'erogazione sarà del 50%. Qualora nell'arco della giornata vengano convocate due sedute sono sufficienti tre firme; in presenza di due firme l'erogazione sarà del 50%, con una firma del 25%.
Per la terza e quarta convocazione sono sufficienti quattro firme; in presenza di tre firme l'erogazione sarà del 75%, con due firme del 50% e con una firma sola del 25%.
Per essere utilmente considerate, le firme devono essere apposte nel seguente modo: per l'apertura da 15 minuti antecedenti l'ora di convocazione a 15 minuti successivi all'effettiva apertura della seduta.
Per la chiusura: per la seduta del Consiglio da 15 minuti antecedenti l'ora fissata della convocazione a 15 minuti successivi all'effettiva chiusura.
Per la seduta di Commissione: da 15 minuti prima a 15 minuti dopo la chiusura. Qualora i lavori terminino prima dell'ora fissata dalla convocazione sono considerate unicamente le firme apposte entro 15 minuti successivi all'effettiva chiusura della seduta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Modifica assegnazione funzioni ai componenti la Giunta regionale (Assessore Caterina Ferrero)


PRESIDENTE

Con decreto n. 47 del 27 maggio 2011 il Presidente della Giunta regionale Roberto Cota ha precisato che le funzioni relative a tutela della salute e sanità, edilizia sanitaria, politiche sociali e politiche per la famiglia attribuite all'Assessore Caterina Anna Rosa Ferrero sono temporaneamente ricondotte in capo al Presidente a far tempo dalla data del citato decreto.


Argomento: Commemorazioni

d) Comunicazione scomparsa dell'ex Consigliere regionale Antonino Villa


PRESIDENTE

Colleghi, desidero farvi partecipi di un grave lutto che ci ha colpiti.
È scomparso il collega Antonino Villa, Consigliere regionale della III e della IV legislatura, già Presidente della Provincia di Vercelli.
I funerali sono in corso questa mattina nella città di Casale Monferrato. Anche il collega Villa sarà commemorato in una prossima seduta con la presenza della sua famiglia, ma invito il Consiglio regionale ad osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Petizioni

e) Incontro promotori petizione popolare relativa all'assistenza anziani non autosufficienti


PRESIDENTE

in corso una manifestazione davanti al Consiglio regionale dei promotori della petizione popolare relativa all'assistenza degli anziani non autosufficienti; al momento non sono pervenute richieste di incontro.


Argomento: Varie

f) Benvenuto Consigliere Carossa rientrato dopo periodo malattia


PRESIDENTE

È presente il Presidente del Gruppo della Lega Nord, Mario Carossa. A nome dell'Assemblea lo saluto e gli diamo il benvenuto dopo il problema di salute che ha avuto in seguito ad un incidente.
Desidero che venga messo a verbale che qualora nella seduta di oggi dovessero essere necessarie votazioni, il Presidente Carossa, non potendo raggiungere il proprio scranno, voterà facendo cenno al Vicepresidente del Gruppo della Lega Nord Michele Marinello, il quale provvederà tramite voto elettronico a votare anche per il collega Carossa.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 18 maggio 2011 e del 19 maggio 2011.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Programmazione lavori seduta odierna


PRESIDENTE

La seduta del question time prevista per le ore 14.30 è annullata e verrà riproposta martedì prossimo, secondo quanto disporrà la Conferenza dei Presidenti di Gruppo nella giornata di domani.
Non sono pervenute da parte della Giunta regionale disponibilità a rispondere ad interrogazioni, quindi il punto 3) all'o.d.g. relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" verrà spostato ad altra seduta.
I nostri lavori sono aggiornati alle ore 11 quando arriverà il Presidente della Regione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.45 riprende alle ore 10.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota inerenti a "Problematiche della sanità"


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, onorevole Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Signori, buongiorno.
Nella mattinata di venerdì 27 maggio apprendevo dal personale della Presidenza della Regione che erano in corso perquisizioni negli uffici dell'Assessorato alla sanità da parte della Guardia di Finanza. Nel contempo, le agenzie di stampa rendevano noti alcuni arresti per ipotesi di reato in ambito sanitario e l'emissione di un avviso di garanzia nei confronti dell'Assessore Caterina Ferrero.
Come si è appreso successivamente dalla conferenza stampa del Procuratore Caselli alle ore 12, l'ordinanza del Tribunale di Torino riguarda quattro filoni di indagine: una gara per l'affidamento dell'acquisto e distribuzione di pannoloni, la consulenza e la direzione sanità al dottor Sergio Bertone, l'attività dello SPreSAL dell'ASL TO1 l'asta per la cessione di un terreno per la costruzione di una casa di cura.
Sempre dalle agenzie e dagli organi di stampa si è appreso che l'ordinanza del Tribunale di Torino, Sezione dei Giudici per le indagini preliminari, riguardava complessivamente dieci persone, tra le quali il dottor Vito Plastino, Commissario straordinario all'ASL Torino 5, e Piero Gambarino, titolare di un contratto di collaborazione Co.Co.Co di diritto privato nell'Ufficio di comunicazione dell'Assessore alla sanità.
Questi i fatti.
Successivamente sono stati presi alcuni provvedimenti.
Il dottor Vito Plastino è stato sospeso dall'incarico di Commissario straordinario con mio decreto, che ho assunto stamattina. Per quanto riguarda la posizione del dottor Bertone, la stessa sarà valutata dagli Uffici.
Quali sono i filoni di indagine che ho elencato prima.
Diciamo che soltanto due filoni di indagine toccano la struttura politico amministrativa della struttura regionale: il primo riguarda la nomina a consulente del dottor Bertone, e si tratta di una nomina che non ha interessato la Giunta.
Il secondo filone riguarda la cosiddetta gara per l'affidamento dell'acquisto e distribuzione dei pannoloni. Questa gara era stata revocata dalla Giunta, perché si intendeva addivenire ad una ristrutturazione complessiva del servizio di distribuzione, che attualmente è gestito direttamente dalle ASL e dalle Aziende ospedaliere.
Non c'è stato altro atto che ha riguardato la Giunta regionale con riferimento a questa vicenda. Devo aggiungere che non ci può essere stato alcun tipo di danno erariale, perché, evidentemente, la distribuzione viene fatte dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere; continua a essere fatta dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere, e non è stata assunta un'altra determinazione per una modalità diversa di erogazione di questo servizio.
Con riferimento alla prima parte dell'intervento preciso che, nella serata di venerdì 27 maggio, l'Assessore Caterina Ferrero, con un gesto di responsabilità, ha ritenuto di rimettermi le deleghe relative alla sanità.
A questo punto terrò le deleghe che in precedenza erano dell'Assessore Ferrero fino a quando la vicenda non sarà chiarita.
Quello che volevo dirvi in questa breve comunicazione - poi sentiremo il dibattito - è che noi andremo avanti con il nostro programma interamente orientato nella direzione di costruire una sanità efficiente e senza sprechi, dove la politica faccia la politica, lasciando ai tecnici la gestione e facendo prevalere quella sanità che è fatta del lavoro quotidiano di tanti funzionari, operatori e buoni progetti in essere.
Sia chiaro che noi non ci fermeremo e andremo avanti nel nostro progetto di riforma.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Ricordo che la seduta è convocata fino alle ore 13 e che i Consiglieri regionali possono intervenire fino ad un tempo di dieci minuti.
I lavori si concluderanno con un'eventuale replica del Presidente della Regione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, signor Presidente.
Posso dirle, all'inizio del mio intervento, Presidente Cota, che sono profondamente deluso, perché le comunicazioni che ha reso poco fa non tengono assolutamente conto della gravità del momento che sta attraversando la nostra Regione e non tengono neanche conto del fatto che, dentro a tutto questo, tante ragioni per riflettere dovrebbero essere invece evidenziate? Cerco di proporgliene alcune, Presidente Cota, facendo una premessa: noi non facciamo né i Magistrati né i poliziotti, però vogliamo affrontare oggi il tema dal punto di vista che ci compete: quello della politica regionale.
Sotto questo aspetto, Presidente Cota, le poniamo alcuni temi. Si rende conto che non è passato neanche un anno dal suo insediamento e in questa Regione si torna a parlare di scandali in sanità? Si rende conto che tutto ciò avviene sul tema sul quale lei si era impegnato con la comunità piemontese a garantire rigore, correttezza nella gestione, competenza per le persone che avrebbe chiamato a gestire la sanità piemontese e separazione tra politica e sanità nella gestione? Si rende conto che durante tutto questo primo anno lei, la sua Giunta e la sua maggioranza avete gestito una politica sanitaria priva di qualunque confronto con il Consiglio regionale, con le organizzazioni sociali e con la comunità piemontese? Si rende conto che quando non sono chiare le regole, quando non è trasparente il percorso e quando non si vuole discutere gli obiettivi che si vogliono raggiungere, si creano le condizioni per le quali tutto pu accadere? Si rende conto che il modello sanitario di separazione degli ospedali dai territori, che noi abbiamo criticato e che continueremo a criticare perché rompe un modello piemontese e crea una condizione di incertezza determina una concentrazione di potere troppo forte in capo a pochi soggetti e sottrae la politica sanitaria, in ambito ospedaliero, dal coinvolgimento e dal controllo della comunità? Sono mesi dopo i quali, una volta passata la sua riforma, poche persone quattro o cinque - avrebbero rivoluzionato la rete ospedaliera, senza nessun coinvolgimento e confronto con la comunità piemontese. Oggi diciamo in aggiunta alle critiche che da subito abbiamo rivolto, che questa concentrazione di potere è negativa ed apre il fianco all'inserimento di politiche e comportamenti scorretti, in alcuni casi al di fuori della legge.
Presidente Cota, abbiamo visto che in questo primo anno di legislatura la sanità è diventata terreno dello scontro costante tra Lega e PdL su chi dovesse diventare il dominus, il soggetto regolatore dei rapporti tra pubblico e privato. Tutto ciò è avvenuto senza che lei riuscisse a garantire un'unità alla politica sanitaria di questa Regione.
Abbiamo assistito, in questo primo anno, non ad un disegno compiuto non ad una programmazione chiara e trasparente, ma alla riproposizione di un modello teso alla definizione, volta per volta, delle scelte e alla negoziazione di ogni singolo atto.
Abbiamo assistito al fatto che non c'è stata separazione tra politica e sanità ma, anzi, ad una forte commistione tra i due momenti nella gestione perché all'interno dei rapporti tra Lega e PdL, in troppi casi, la sanità più che il luogo dell'organizzazione dei servizi, viene concepita come il luogo dell'esercizio e del rafforzamento di un proprio potere.
Abbiamo assistito al fatto che in tanti, troppi casi, non vi è stato la valutazione del merito e delle capacità delle persone, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, ma che l'appartenenza politica è stata il discrimine, non solo per premiare persone nominate Commissari, ma per punire soggetti responsabili dei servizi.
Chiedo attentamente di riflettere, perché non è un fatto isolato, sulle pratiche tese a punire funzionari onesti e responsabili dei servizi all'interno delle Aziende Sanitarie Locali, non accondiscendenti al potere.
Non è un fatto isolato quello che riguarda l'attività dello SPreSAL.
Sono queste le responsabilità politiche che lei deve assumersi rispetto alle quali non può sottrarsi con una comunicazione burocratica.
Per queste ragioni, oltre a ciò, le chiediamo di cambiare politica. Le ripeto: non può esserci un potere così forte concentrato nelle mani di un soggetto, senza pesi e contrappesi.
Chiediamo, signor Presidente, che venga immediatamente ripristinata una condizione che restituisca autorevolezza al Governo regionale. La remissione delle deleghe relative alla sanità, come lei ha detto (e sembra neanche sulle politiche sociali, secondo la comunicazione che ha fatto poc'anzi) da parte dell'Assessore Ferrero, alla quale auguriamo di poter chiarire fino in fondo la sua posizione nelle sedi opportune, è un non senso.
Se si vuole restituire autorevolezza alla politica e al Governo regionale noi chiediamo un gesto forte: che l'Assessore Ferrero dia le dimissioni da quella Giunta perché, nel migliore dei casi - nel migliore dei casi - non è accettabile che, all'interno dello staff particolare dell'Assessore Ferrero, ci siano persone o, meglio, ci sia una persona che abbia agito quasi nella costruzione di un potere altro rispetto a quello che aveva titolo di poter esser esplicitato. Non è accettabile che all'interno di un Assessorato ci siano posizioni prive di responsabilità politica, o prive di responsabilità sul piano dell'organizzazione dei servizi, che assumano le vesti e le caratteristiche di determinare un altro potere, un altro punto di riferimento.
Questo va chiarito immediatamente e con molta forza.
Le chiediamo anche altre cose, signor Presidente: non ci può essere una riforma sanitaria fatta e concepita in modo autoritario - tra virgolette perché non discussa e non oggetto di alcun confronto con la comunità piemontese e con il Consiglio regionale. Il Piemonte è in subbuglio, signor Presidente, e vorremmo che lei se ne accorgesse: manifestazioni vengono organizzate in molte parti della nostra comunità piemontese; manifestazioni che vogliono sostanzialmente rivendicare un atteggiamento di confronto e di ascolto da parte della politica e del governo regionale, che non c'è stato in tutto questo anno, sulla politica sanitaria nei confronti della comunità piemontese.
Noi chiediamo anche che venga cambiato il modello di politica sanitaria che è stato enunciato da questa Giunta regionale. Ripeto un concetto: che un Direttore regionale di un'Azienda sanitaria ospedaliera, chiunque esso sia, alla fine del percorso che voi avete in mente debba diventare soggetto gestore, in alcuni casi, di 13 ospedali, in altri casi, di dieci ospedali sparsi su realtà territoriali molto diverse, è non solo un problema in termini di efficienza e di efficacia della gestione, ma diventa un problema nella misura in cui si crea una concentrazione di potere privo di qualunque contrappeso in mano a pochissimi soggetti. E questo non ce lo possiamo permettere.
Chiediamo che cambi anche il suo atteggiamento nei confronti di quest'Aula e della comunità piemontese. Lei ha considerato quest'Aula per un anno come una superfetazione rispetto al governo regionale, e da oggi rivendichiamo con molta forza e auspichiamo che finalmente si apra anche una fase nuova nei rapporti tra Giunta e Consiglio regionale del Piemonte in materia sanitaria e non solamente in materia sanitaria: rivendichiamo con molta forza il ruolo di programmazione in capo al Consiglio regionale quel ruolo che voi avete negato in tutto questo anno e che per noi, da oggi, diventa un elemento determinante rispetto al cambiamento che chiediamo venga assunto da parte sua e da parte della Giunta regionale nel suo complesso.
Sino ad ora questa è stata una battaglia del Partito Democratico: noi auspichiamo che diventi una battaglia ampia, forte e condivisa all'interno di quest'Aula. Abbiamo certamente il bisogno di ristabilire anche le regole del gioco e abbiamo bisogno, signor Presidente, di atteggiamenti da parte della sua persona non burocratici in momenti difficili che mettono anche in cattiva luce, in un'immagine alterata e sbagliata, le tante persone che all'interno della sanità piemontese operano ogni giorno con onestà, rigore e dedizione: almeno a loro lei deve la necessità di cambiare atteggiamento e politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questa mattina non siamo contenti di essere obbligati a partecipare a questa discussione, perché è una discussione che ci riporta indietro nel tempo, al tempo degli scandali delle Molinette, di quando peraltro - se non ricordo male - l'attuale Presidente della Giunta era Presidente del Consiglio regionale.
Non siamo contenti di partecipare a questa discussione perché quando questi fatti che riguardano la politica sono percepiti dai cittadini, i cittadini li percepiscono come uguali per tutti. Invece non siamo tutti uguali, perché come lei sa, Presidente Cota, nel Governo regionale precedente non c'è stato un Consigliere regionale, un Direttore sanitario un Direttore generale, un Direttore amministrativo nominato da noi che abbia avuto qualche problema con la giustizia, mentre dopo sei mesi dalle sue nomine qualche problema comincia ad esserci.
Lei non ha mai perso l'occasione di dire che le abbiamo lasciato una sanità allo sfascio; ha sempre dimenticato di dire che è stata una sanità che si è caratterizzata per limiti ed errori certamente, ma per l'assoluta onestà delle persone che noi abbiamo nominato.
Ricordo quando c'è stata una questione che ha riguardato due funzionari delle Molinette, credo assunti trent'anni prima e quindi non nominati da noi e di cui non avevamo la responsabilità. Ebbene, il centrodestra (Ghiglia e Ghigo) ha chiesto le dimissioni del Direttore generale Galanzino, come se Galanzino avesse la responsabilità dei funzionari! Sono sicuro che nella sanità piemontese la maggior parte delle persone che vi lavorano sono persone oneste, ma evidentemente qualche persona non onesta ci può essere in tutti gli ambienti e in tutte le situazioni.
Lo diceva il mio Capogruppo: oggi qui non discutiamo di questioni che attengono alla giustizia, ma di responsabilità politiche. E lei non pu cavarsela dicendo che le mele marce saranno eliminate e che le mele marce sono soltanto nel cestino del PdL, perché lei è il capo della Giunta e ha la responsabilità politica, di fronte ai piemontesi, di quello che sta succedendo.
Si è dipinto sulla stampa dell'altro giorno come un guerriero vietcong che, insieme a Monferino, combatte nella giungla contro tutti quelli che intendono portare la sanità piemontese verso l'illegalità. Anche l'Assessori Maccanti ha dipinto Monferino, per il quale io ho il massimo rispetto, come uomo di grande onestà e capacità. Vi ricordo che il Direttore generale del governo regionale precedente, il dottor De Micheli ha fatto il Direttore generale per cinque anni allo stesso modo con il quale lo sta facendo l'ingegner Monferino, perlomeno con la stessa onestà e con la stessa serietà, e l'avete licenziato due mesi prima che scadesse il suo mandato. Due mesi prima: probabilmente perché c'era qualcuno all'intero dell'Assessorato, che aveva fretta di occuparsi delle cose di cui si occupava il dottor De Micheli.
Dicevo che lei, Presidente, ha la responsabilità politica di quello che sta succedendo, perché il dottor Plastino lo ha nominato lei, l'atto di nomina l'ha fatto lei; il signor Gambarino lo ha nominato l'Assessore.
Peraltro, non capisco come un uomo che non ha nessuna competenza in questioni politiche e in questioni sanitarie possa diventare, da un giorno all'altro, il consulente dell'Assessore. Evidentemente le competenze in questo campo non contano niente.
Voglio utilizzare la parola che lei usa più frequentemente nei suoi interventi: la parola "spreco". Voglio ricordarle quello che dice stamattina sulla stampa: che il suo nominato, il dottor Plastino, ha affittato una Giulietta come macchina blu per 600 euro al mese; voglio ricordarle i 300.000 euro di affitto per l'ufficio di comunicazione dell'ARESS, che non ha nessuna ragione per comunicare niente a nessuno perché l'ARESS è un ufficio che lavora alle spalle dell'Assessorato e prepara il lavoro dell'Assessorato; voglio ricordarle l'incarico di 80.000 euro che lei ha dato al suo storico di fiducia, che per i 150 anni dell'Unità d'Italia doveva mettere in dubbio il lavoro del Piemonte rispetto all'Unità d'Italia; voglio ricordarle i 120.000 euro che avrebbe avuto il dottor Bertone, se la Magistratura non fosse intervenuta.
Un lungo elenco di sprechi che, se la legislatura continua, noi ovviamente denunceremo e che farà di lei il Presidente più sprecone nella storia di questa Regione.
Lei si caratterizzerà, purtroppo, come il Presidente che ha voluto offrire alle famiglie piemontesi i pannolini. Le ricordo che gli otto milioni di euro destinati sono stati presi: 3,8 milioni di euro dai servizi destinati agli ex pazienti psichiatrici e quattro milioni di euro da un capitolo della famiglia. Non erano soldi che venivano dallo Stato o da un'altra parte.
E cade oggi - perché lei cade oggi - su una questione che riguarda i pannoloni. Lei sa che ci sono in Piemonte 500.000 incontinenti, cioè 500.000 persone che soffrono di incontinenza urinaria, quindi quello che sta succedendo è questione che riguarda perlomeno 500.000 persone, che certamente non sono contente di verificare che un bando di gara che li deve riguardare viene - se la Magistratura dimostrerà l'accusa, e spero che non la dimostri anche per quei cittadini - preparato ad arte per poter affidare ad un privato la consegna e la gestione dei pannoloni stessi.
Guardi, mi sono occupato di questa questione, perché se n'è occupato il professor Carone, che è primario neurologo dell'ospedale nel quale lavoro e mi aveva detto: "Nino, non è concepibile il fatto che questo bando di gara sia costruito con il 70% del massimo ribasso e il 30% con la qualità del pezzo, perché il pannolone deve essere continente e, se viene aggiudicato un bando di gara per 50 milioni di euro con quelle caratteristiche, c'è il pericolo che la merce non sia di qualità". Poi ho visto che avevate sospeso il bando e ho pensato che lo aveste sospeso per riflettere su questa questione. Invece abbiamo visto che l'avete sospeso - ho letto la delibera di sospensione: non c'è scritto per quale ragione veniva sospeso il bando di gara - perché chi lo ha sospeso aveva interesse a dare ai farmacisti amici quella partita di 50 milioni di euro.
Lei parla come se quello che è successo fosse successo in Toscana e nelle Marche e non in Piemonte. Non è successo né in Toscana né nelle Marche: è successo in Piemonte, e lei è il Presidente di questa Regione! Il problema sa qual è, Presidente Cota? Che lei non è il capo di questa coalizione, perché è il capo di una coalizione c'è sempre e lei non c'è mai! Perché il capo di una colazione ha attenzione per le minoranze.
Il Presidente degli Stati Uniti (mi pare che fosse Carter) una settimana faceva colazione con i repubblicani e una settimana con i democratici, perché voleva capire cosa pensasse l'opposizione del suo modo di governare.
Lei, in un anno di governo regionale, è venuto qui il 15% delle sedute di Consiglio, come abbiamo già dimostrato. Io e lei, tranne che al microfono, non ci siamo mai rivolti la parola. Pensavo che lei ci avrebbe messo in difficoltà in questi cinque anni, con la simpatia, con il bell'aspetto, con la gioventù. Credo che, invece, lei sia - non si offenda il Presidente più antipatico nella storia di questa Regione, perché non ha nessuna disponibilità al confronto e neanche al dialogo con le opposizioni.
Fa il Presidente della Lega Nord e non il Presidente della sua coalizione e - soprattutto - non è il Presidente dei piemontesi. La sua sconfitta politica nella sua città dovrebbe suonarle come un campanello d'allarme. È stato un voto contro di lei, contro la sua maggioranza e contro il suo modo di governare.
Sono stato Sindaco di un piccolo comune e quando ho smesso di fare il Sindaco la mia coalizione ha vinto con il 67% dei voti; se avesse perso l'avrei considerata come una mia sconfitta e non del candidato. Lei ritiene sempre che, come le mele marce sono nel cesto del PdL, tutto debba riguardare gli altri e mai lei! Continua a dire (come ha detto ieri, in un confronto televisivo, anche un suo consulente di fiducia) che abbiamo lasciato la sanità allo sfascio.
Voi state portando la sanità piemontese allo sfascio! Bloccando praticamente tutto, chiudendo i piccoli ospedali. Lei chiude i punti di primo intervento di molti ospedali della cintura di Torino. Tuttavia l'unico punto di primo intervento che è destinato ad essere aperto nel 2012 è quello del Comune dove è Sindaco l'Onorevole Bonanno. A proposito "degli amici degli amici"! E mi viene spiegato che sarà aperto un CAP a Varallo Sesia, dove c'è un poliambulatorio, e dato che il CAP prevede il punto di primo intervento, si apre un punto di primo intervento.
Si chiude a Venaria, si chiude ad Avigliana, si chiude a Lanzo, si chiude il Maria Adelaide, ma soltanto a Varallo Sesia... Queste sono le dichiarazioni dell'Onorevole Bonanno su La Stampa e non me lo sto inventando. Non mi sarebbe mai venuto in mente, anche perché raramente penso all'Onorevole Bonanno e devo dire che ne sono abbastanza soddisfatto.
State gestendo un sistema sanitario con arroganza e prepotenza. Non c'è un solo medico che vota il centrodestra che oggi sarebbe disposto a rivotarvi proprio per il vostro atteggiamento prepotente ed arrogante rispetto al sistema sanitario e al servizio di qualità che è stato garantito fino a questo momento. Realizzando, inoltre, aziende mostruose! Le Molinette, il CTO, il Sant'Anna, il Regina Margherita e tutti gli altri non sono gestibili! In tutta Europa dicono che un ospedale gestibile non può avere più di 600/800 posti letto e voi realizzate aziende che hanno 3.000/4.000 posti letto e decine di migliaia di dipendenti.
Nemmeno se fosse Mandrake il dottor Iodice potrebbe gestire una simile azienda. Non è Mandrake e non insegnava economia sanitaria a Manchester o a Oxford, perché si occupava di omeopatia. Ed io credo che non abbia nemmeno le competenze giuste per fare il lavoro che sta facendo.
In conclusione, Presidente, lei non è né un guerriero vietcong che combatte nella giungla, né D'Artagnan con i tre moschettieri. Presidente lei è Alì Babà e mi auguro che i ladroni non siano più di quaranta!


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "G. C. Pola" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "G. C. Pola" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota, inerenti a "Problematiche della sanità" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Cota.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
In vicende così complesse e delicate, come in quelle che viviamo in questi giorni, è davvero opportuno evitare giudizi o sentenze affrettate e invece, dimostrare un senso di responsabilità istituzionale. Tuttavia, devo dire, da alcuni interventi che ho sentito pochi istanti fa, mi sembra che questo richiamo al senso di responsabilità istituzionale non sia stato del tutto percepito.
Allo stato attuale non troviamo davvero giusto esprimere giudizi così pesanti contro persone che, finora e fino a prova contraria, si sono distinte per serietà e professionalità, come l'Assessore Ferrero.
La sanità piemontese vive da anni momenti difficili e complessi, ma oggi è troppo presto per arrivare a conclusioni di qualunque genere. Noi siamo garantisti e abbiamo fiducia nella Magistratura. Al momento, sembra che siano emersi episodi di rilevanza penale, ma non sono ancora state accertate definitive responsabilità personali, che peraltro siamo certi la Procura della Repubblica verificherà in tempi brevi.
Chiedere in questo momento le dimissioni dell'Assessore, come è stato fatto, ci sembra un atto di pura strumentalizzazione politica. Tanto più che l'Assessore, con grande senso di responsabilità verso le Istituzioni ha già provveduto a rimettere le sue deleghe nelle mani del Presidente.
Così come troviamo assurda la richiesta di dimissioni del Presidente Cota fatta ieri sui giornali da alcuni esponenti dell'opposizione. Come davvero ho sentito toni così violenti, un accanimento, una bile contro il Presidente Cota che davvero non merita. Ho sentito giudizi anche molto antipatici sul piano personale che non credevo davvero di sentire da parte di alcuni colleghi.
Probabilmente, qualcuno, alla luce dei successi elettorali della sinistra nelle amministrative di ieri, si è esaltato e si è montato la testa. Vi invito, invece, a tornare con i piedi per terra e - davvero, se si riesce - a cercare di dare un contributo positivo alle Istituzioni regionali e al Consiglio regionale del Piemonte nel suo complesso. È chiaro che ognuno deve fare la sua parte, ma è sempre doveroso salvaguardare la dignità delle persone.
Riteniamo che in questo momento sia necessario attendere con serenità l'esito dell'inchiesta. Intanto, per quanto riguarda il piano politico esprimiamo la massima fiducia nella conduzione del governo regionale nella persona del Presidente Roberto Cota e con piena lealtà continueremo a far sì che questa Amministrazione raggiunga gli obiettivi che si è prefissata.
Porteremo avanti, quindi, con gli alleati la riforma della sanità aumentando il più possibile la trasparenza amministrativa.
È naturale che sui vari passaggi di questa riforma sarà coinvolta, in un franco confronto, anche l'opposizione. Questo non solo perché è previsto dalla legge, ma perché tutto ciò è doveroso anche da punto di vista politico ed istituzionale.
Quello che però non si può assolutamente dire è che la sanità piemontese sia stata gestita in segretezza, tant'è che in alcuni casi le deliberazioni erano conosciute prima ancora dall'opposizione che dai Consiglieri regionali di maggioranza. E io stesso a volte me ne sono lamentato.
Per quanto riguarda la richiesta di una Commissione di inchiesta su SCR, di cui si è parlato sui giornali nei giorni scorsi, la consideriamo un po' azzardata e soprattutto intempestiva. Riteniamo sia meglio lasciare le indagini a chi davvero le sa fare, cioè la Magistratura, almeno in questo momento, attendendo con serenità i risultati dell'inchiesta giudiziaria senza sovrapporre le nostre indagini a quelle della Magistratura e creare un'inutile confusione. C'è sempre il tempo in un secondo momento di avviare le procedure di indagine da parte del Consiglio regionale.
Ribadiamo la nostra fiducia al Presidente Cota e all'Assessore Ferrero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Presidente Cota, per rispondere al collega Pedrale, sono stato io a chiedere ieri le sue dimissioni e non so se altri si sono associati successivamente.
Voglio spiegarle in modo estremamente pacato quali sono le ragioni politiche, prima ancora che tecniche, per cui mi permetto di dare questo suggerimento, che sicuramente non potrà che cadere nel vuoto, ma io, in questo caso, ho la presunzione, quanto meno ritenendo ancora un diritto quello della libera espressione, di poter articolare un ragionamento politico e non tecnico su quanto è accaduto e su quello che auspico possa avvenire.
Voglio citare una frase storica, che introduce un po' il mio ragionamento: "Non sto cercando le farfalle sotto l'arco di Tito".
Lei sa chi ha fatto questa citazione durante il Ventennio, in un momento in cui, da dittatore, si assunse la responsabilità piena, politica di quel vile gesto, di quell'omicidio che si verificò all'epoca. Fu una frase storica utilizzata dai romani e poi riportata alla luce da Carducci nelle "Odi barbare".
Qui parliamo di responsabilità, Presidente. La parola "responsabilità" per chi ha studiato il latino, deriva dal termine "respondire", che significa rispondere.
Lei oggi sta correttamente rispondendo, ma la risposta non si pu esaurire, in termini di responsabilità, con quello che lei ha ritenuto più o meno legittimamente di doverci dire in apertura di questa seduta, perch la responsabilità politica è un elemento che non attiene solo alla giustizia, ma attiene anche all'etica, e quando c'è una colpa, la colpa pu essere una culpa in vigilando, oppure una culpa in eligendo. E questo è il caso suo.
È lei, Presidente, che ha fatto delle scelte! È lei, Presidente, che si deve assumere la responsabilità di quelle scelte! È ovvio che lei oggi è un uomo ferito, e questo mi dispiace: come chirurgo non infierisco sui feriti, tendo a curarli, ma politicamente non posso esimermi dal farle questo ragionamento.
Lei appartiene ad una coalizione di centrodestra nella quale la componente del PdL ha una maggioranza relativa. È ovvio che lei, se è stato eletto un anno fa, per di più con un margine di voti estremamente esiguo rispetto a quello della Presidente Bresso, non può che dire grazie a quella componente.
È, quindi, ovvio che lei, da un punto di vista politico, possa tenere conto delle richieste più o meno legittime che quella componente, di volta in volta, le rivolge.
Questo è ovvio: attiene al teatrino della politica, ai limiti del bipolarismo, alla situazione politica attuale.
Ma lei, Presidente, in campagna elettorale aveva fatto delle promesse che io, dall'altra parte e in una coalizione diversa, per alcuni aspetti di carattere puramente tecnico (ed è solo questo l'accenno - quello tecnico che farò) avevo anche preso in considerazione.
È evidente che le modalità non mi sono piaciute affatto, ma alcune scelte come quella della rivisitazione della rete ospedaliera o l'atteggiamento di fronte al progetto delle cure primarie, mi vedevano abbastanza favorevole.
Il metodo non mi è piaciuto e non può sicuramente piacermi, ma non voglio dilungarmi su questo: voglio tornare all'aspetto politico e spiegarle perché, dal mio modesto punto d'osservazione, lei dovrebbe dimettersi.
Lei dovrebbe dimettersi, Presidente, perché lei ha dichiarato che quanto è accaduto negli ultimi giorni - e alludo sia allo "scandalo" della sanità sia al risultato dei ballottaggi - non dipende da una cattiva politica della sua parte, del suo partito, di cui lei oggi, in Piemonte, è il massimo esponente, ma dipende da una situazione che a voi leghisti sta sicuramente stretta, e ancor più che a voi, ai vostri elettori.
Questo lo capisco, perché è comprensibile.
E allora, caro Presidente, cosa fare? Se fossi al suo posto, sceglierei tra due vie: quella di dire, con grande onestà intellettuale: "Effettivamente questa è una situazione di ingovernabilità, non perché io non sia capace a governare, non perché io con il mio atteggiamento abbastanza autoritario" - che è quello che le conferisce automaticamente una maggiore responsabilità - "non sia capace a governare, ma perché ho una serie di palle al piede. Bene, liberiamoci di queste palle al piede! Io mi dimetto e mi ripresento da solo, con la mia forza politica o con gli alleati che ritengo più idonei al mio progetto, e mi vado a misurare".
Sarebbe sicuramente una scelta da statista; una scelta che passerebbe alla storia.
L'altra strada, caro Presidente, sarebbe quella di dire: "Bene, amici del PdL, poiché io vi ho, in un certo senso, anche pubblicamente colpevolizzati in modo chiaro e trasparente, parlando di "mele marce", mele marce che, in sostanza, non sono apparse marce nell'ambito dell'evoluzione stagionale, ma le ho scelte io, va bene, facciamo finta di trascurare quest'aspetto di responsabilità: voglio continuare questa legislatura da solo, con un governo monocolore e se voi non volete andare a casa, datemi un appoggio esterno".
Un'altra scelta di grande respiro e da statista, anche questa.
Sicuramente sono scelte che richiedono coraggio. So che a lei il coraggio non manca e, proprio perché non le manca il coraggio e lei è convinto, come lo sono io, che il pianeta sanità, con tutto il rispetto dovuto ai 50.000 dipendenti seri ed onesti (operatori sanitari, medici paramedici e amministrativi) che lavorano in modo indefesso in questa situazione di sbando politico, è un pianeta che richiede con estremo coraggio una rivisitazione, occorre resettare il sistema degli appalti e il problema delle clientele. Occorre uscire dalla logica della spartizione partitica dei vari incarichi e dei vari ruoli da dover assumere.
Perché si tende a collocare l'amico o l'amico dell'amico, in un determinato ambito? Perché deve rispondere a te, in termini politici, di risultato e di obiettivo nell'interesse comune, o deve rispondere a te per altre ragioni? A questo risponda lei, che sicuramente è persona saggia e in grado di dare una risposta onesta intellettualmente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Non me ne voglia, Presidente, ma c'è voluto uno scandalo perché lei decidesse di prendere parte ad una seduta del Consiglio regionale! Ritengo che queste sue assenze spieghino in parte i problemi di cui stiamo discutendo e siano anche rivelatrici di una situazione nella quale è sempre più evidente l'assenza di una guida autorevole e di un punto di riferimento.
Hanno fatto bene i colleghi Reschigna e Boeti a tenere distinti i due piani: quello giudiziario da quello politico. Tocca ai magistrati - non saremo certo noi ad emettere sentenze di colpevolezza o di assoluzione caro Consigliere Pedrale - verificare tutte le responsabilità penali e qualora questo si rendesse necessario, accertarne di nuove. Anche noi collega Pedrale, abbiamo fiducia nel loro lavoro e in questa sede l'unico auspicio che il Partito Democratico è in grado di esprimere è che i magistrati accertino fatti e responsabilità nel più breve tempo possibile nell'interesse della politica e delle istituzioni.
Certo, Presidente, le accuse sono pesanti - concussione, corruzione turbativa d'asta - e sono di quelle che fanno tremare le vene dei polsi.
Colpisce, guardi, il fatto che le indagini della Procura della Repubblica abbiano preso avvio nei mesi scorsi, e cioè a poche settimane di distanza dall'insediamento della sua Giunta; il che dimostra - mi consenta questa considerazione politica - che l'avvento del centrodestra al governo della Regione ha coinciso con il riproporsi di episodi che hanno inquinato profondamente la vita pubblica; e ha coinciso con il ritorno di faccendieri e di persone che trattano e decidono "a nome e per conto".
A noi oggi, però - e torno alla questione politica - compete discutere delle responsabilità politiche che in questa vicenda, colleghi della maggioranza, mi paiono evidentissime. Per questo ho trovato francamente imbarazzante e anche un po' patetico il tentativo del Presidente di tirarsi fuori, perché non si è Governatori del Piemonte quando fa comodo Presidente Cota: si è Governatori del Piemonte sempre, quando fa comodo e quando non fa comodo! E non devo essere io, Consigliere di minoranza, a ricordare a un federalista convinto come lei che l'articolo 121 della Costituzione recita: "Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione dirige la politica della Giunta e ne è responsabile". Ripeto, l'articolo 121 della Costituzione recita che "dirige la politica della Giunta e ne è responsabile". È chiaro? Ne è responsabile! Del resto, che sia così è dimostrato dal fatto che è stato lei a conferire le deleghe agli Assessori deleghe che in ogni momento può revocare, così com'è stato lei a nominare i Commissari delle Aziende.
Colleghi del centrodestra, all'indomani della loro nomina fu il presidente Cota a dichiarare a La Stampa di Torino che i Commissari erano stati scelti "per competenza, capacità di intervenire da subito, conoscenza del territorio" e che si trattava - sono sempre parole sue, Presidente Cota di "persone con un curriculum all'altezza della situazione", "incaricate" questo è l'aggettivo più bello - "di portare a termine un compito epocale". Ve lo ricordate, no? "Epocale" diceva la frase! "È come chiedere ad un pilota di sapere guidare una Ferrari anche nelle strade più strette": parole del Presidente della Giunta regionale del Piemonte, Roberto Cota.
Noi denunciammo e criticammo quelle nomine, lo sanno anche le pietre.
Quindi, Presidente, lei ha voluto, o ha accettato, o ha subito i Commissari delle ASL; comunque li ha nominati lei. In tutti e tre i casi lei è il responsabile: sia che li abbia accettati, sia che li abbia proposti, sia che li abbia subiti.
Questa vicenda, colleghi della maggioranza, pone una questione più di fondo - e ho finito - alla quale il Presidente Cota ha tentato di sfuggire nella sua imbarazzante replica; mentre credo sia da qui che occorre partire se volete fare tesoro dell'esperienza di questi giorni. Vedete, colleghi, i fatti di cui stiamo discutendo si possono verificare con tanta maggiore facilità in una situazione nella quale quattro, cinque, sei, sette mettiamo dieci - persone, ma non di più, decidono come riorganizzare la sanità piemontese. In che modo? A colpi di deliberazioni di Giunta smantellando il sistema dei controlli e ogni riferimento alla programmazione sanitaria regionale. E questa cos'è se non una scelta, che implica però una gravissima responsabilità politica da parte vostra e da parte sua? Vi siete trincerati dietro l'alibi che occorreva decidere in fretta per imporre una riorganizzazione della sanità piemontese al di fuori di qualsiasi confronto democratico e avocandovi tutte le decisioni come Giunta regionale: prima con il Piano di rientro e poi con le deliberazioni per attuarlo; deliberazioni - sia chiaro, colleghi - dentro le quali e dietro le quali può celarsi di tutto, in assenza di un controllo democratico. È questo, Presidente Cota, il brodo di coltura - il brodo di coltura insisto! - nel quale possono radicarsi e crescere fenomeni di corruzione e di concussione, forti del fatto che tanto "comandiamo noi e nessuno ci controlla".
È odioso, colleghi - lasciatemelo dire - quello che è successo; perch rubare è un delitto, ma rubare in sanità è un sacrilegio: rubare è un delitto, ma rubare in sanità è un sacrilegio! Mentre da una parte facevate al Piemonte - e vado a terminare - i concioni sulla necessità di riorganizzare il sistema sanitario per poter contenere la spesa e adottavate una deliberazione - quella sulla protesica - che impone che i pannoloni vengano consegnati agli anziani non più ogni tre mesi ma una volta al mese, infliggendo a quelle persone nuovi disagi e scaricando sulle ASL nuove incombenze, dall'altra parte - dall'altra parte! - vi era chi trafficava per trarre beneficio da quei bandi. Vi sarebbe valso - se non sbaglio - 50 milioni di euro.
Per questo, se volete cambiare, voi dovete voltare pagina. Nessuno nega l'esigenza di riorganizzare la sanità, ma questa riorganizzazione non pu avvenire al di fuori della programmazione e non può avvenire prescindendo da un confronto di merito in Consiglio regionale con la comunità piemontese. Vorrei che fosse chiaro che, dopo quello che è successo, noi saremo legittimati a batterci con ancora maggiore forza per imporvi un cambiamento di linea e di metodo. L'inchiesta per noi significa questo: essere autorizzati a fare con più forza il lavoro che abbiamo fatto fino adesso, per cambiare quella linea e quel metodo.
Governate la Regione da una manciata di mesi e la cifra della vostra azione di governo - se mi consentite di fare un bilancio - è stata un po' l'immobilismo, cui ha fatto da contraltare una sapiente politica di comunicazione. Oggi però si aggiunge questa nuova stagione di scandali e alcuni rovesci elettorali - ha ragione il collega Boeti - mettono in discussione la sua leadership e rappresentano un voto contro la politica della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Vorrei comunicare all'Aula, tenuto conto della sua sovranità, che sono ancora iscritti a parlare 12 Consiglieri. Siamo convocati fino alle ore 13 quindi prego, per quanto possibile, di tenerne conto, altrimenti dovremo decidere come riorganizzare i lavori della mattinata.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Noi non ci tiriamo sicuramente indietro e non si tira sicuramente indietro il Presidente della Giunta. Ci assumiamo tutte le responsabilità del caso, ma rivendichiamo anche una sanità che, come viene dimostrato da questa inchiesta, ha fortissimi anticorpi al proprio interno.
Sono state ricordate ipotesi di reato, le indagini sono ancora in corso, io non faccio il tifo, non sono garantista né giustizialista, ma ognuno deve fare il proprio lavoro. Il politico deve fare politica, la Magistratura le indagini. Le indagini andranno avanti; come qualcuno di voi ha ricordato, potrà anche non essere finita qui (non ho contatti, e nemmeno li cerco, con la Magistratura). La Magistratura farà il suo lavoro e lo farà sicuramente nel modo migliore, come noi cerchiamo, tutti i giorni, di fare il nostro lavoro nel modo migliore.
Rivendico il fatto, come dicevo, che la sanità ha dimostrato di avere fortissimi anticorpi. Quei reati non sono stati consumati. Si è ricordato con grande enfasi, il discorso del bando dei pannoloni, dimenticando il fatto che tale bando non è andato avanti, così come poteva essere progettato da qualcuno. È stato fermato. Allo stato attuale non sono stati consumati reati a danno delle casse della Regione Piemonte. Parlo per quello che leggo sui giornali, non ho altri elementi.
Tuttavia voglio aggiungere che da questo fatto increscioso sicuramente tale, non mi tiro indietro e non ci tiriamo indietro - emerge una convinzione in più: quello che noi pensavamo fosse un compito oneroso a carico della Giunta e della maggioranza, cioè riformare in toto la sanità questo bisogna fare, questo ci chiedono i piemontesi - non solo è un progetto ambizioso, ma anche molto, molto difficile. Dopo questi fatti è ancora più difficile di quello che temevamo.
Ci saranno sicuramente delle resistenze, ma sappiate, come ha detto fin da subito il Presidente Cota, che fondamentale deve essere la distinzione fra politica e tecnici. La politica deve dare le linee guida, come è giusto e doveroso darle, e i tecnici devono gestire la sanità. È questa la grossa scommessa, questo è quello su cui noi continueremo ad andare avanti.
Voglio ribadire - perché è importante - la presenza di anticorpi nella sanità. Voglio ribadire il fatto che l'ingegner Monferino è stato fortemente voluto da questo Presidente, di cui alcuni di voi hanno chiesto le dimissioni. Ripeto, fortemente voluto dal Presidente Cota, che ha dimostrato, ancora una volta, che la linea e la strada deve essere unicamente quella. La linea e la strada deve essere quella di una riforma profonda della sanità piemontese.
In tutte le Regioni d'Italia, di qualsiasi colore politico, stanno avvenendo delle riforme. In diverse Regioni italiane vengono fatte delle riforme che, naturalmente, devono consentire di spendere meno soldi evitando di tagliare servizi, soprattutto a danno della gente debole. La china intrapresa negli scorsi anni non poteva più essere perseguita. Non si poteva più andare avanti su questa linea di spesa. Ed è questa la grossa scommessa.
Rivendico anche altre questioni. Ricordo, per esempio, che a seguito di un accordo di questa Giunta, freschissimo, noi riusciremo a far pagare ai piemontesi circa due euro in meno i farmaci distribuiti per conto.
L'accordo della precedente Giunta era intorno ai dieci euro (adesso è intorno ai sette euro).
Questi sono i risultati positivi che abbiamo raggiunto con questa sanità, con questi signori che adesso volete mettere in crisi. Non i signori che, forse, hanno commesso qualche illecito. In questo momento, voi volete mettere in crisi, con questa vostra fretta di agire e di sostituire le tante persone che stanno continuando a lavorare bene in questa sanità che stanno continuando a lavorare con onestà. E sono tanti, a tutti i livelli, lo sappiamo. Non lo devo ripetere perché lo sapete voi e lo sappiamo anche noi.
Ricordo che questa vicenda è balzata agli onori della cronaca venerdì 27 maggio, quattro giorni or sono. La sanità è un comparto molto importante e fondamentale, non solo dal punto di vista dell'economia della Regione, ma anche perché incide sui beni e sui bisogni della gente; non si possono fare le cose velocemente e in fretta.
Bene ha fatto il Presidente, ne sono contento, a tenersi le deleghe fintanto che lo riterrà opportuno. È inutile che voi pensiate, e non solo voi, di creare contrapposizioni tra la Lega e il PdL. Quando siamo stati eletti, con l'unica colpa che non dovevamo vincere, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: ogni giorno ci sarà qualcosa o qualcuno che cercherà di dividerci. La grossa battaglia da affrontare era e sarà anche questa. Su questo siamo sereni e tranquilli, abbiamo la fiducia del Presidente abbiamo la fiducia di chi guida i nostri partiti.
Penso che alle fine anche i piemontesi - il tempo è sempre galantuomo riconosceranno la buona fede, soprattutto il buon lavoro svolto da questa Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Lo abbiamo già detto e lo confermiamo: ci auguriamo che questi fatti possano essere smentiti e le persone indagate possano dimostrare la loro innocenza. Tuttavia, i fatti di cui si parla quest'oggi sono gravi. Sono gravi perché ci portano a pensare che alcuni degli orientamenti politici che avete voluto sostenere in questi anni, in qualche modo, possano aver aiutato i sospetti di cui adesso stiamo discutendo.
Il primo orientamento, signor Presidente, che è già stato ricordato dal nostro Capogruppo, è l'assordante silenzio e l'assoluta impossibilità di un confronto franco, positivo, rispettoso della dialettica tra maggioranza e minoranza in questo anno. Non c'è stato. Non c'è stato in Aula e, finora nemmeno in sede di IV Commissione consiliare.
Non saprei come definire la nostra IV Commissione, se una farsa, una commedia o una tragedia, ma è evidente che molte delle questioni importanti che da noi vengono avanzate trovano un muro di gomma, l'assenza di una disponibilità al dialogo.
Per certi versi, l'annunciato Piano Socio Sanitario che è ancora in bozza e che era stato annunciato per la fine di febbraio (siamo oramai a giugno!) non è che la rappresentazione di questo assordante silenzio e della impossibilità di un confronto vero. È, probabilmente, in larga parte un "taglia e incolla" del Piano Sanitario Nazionale. Signor Presidente adesso che ha le deleghe, perlomeno eviti di pagare il consulente che ha steso la prima bozza di Piano Sanitario, perché si fa in fretta a fare un "taglia e incolla" di un documento approvato dallo Stato.
Noi siamo anche convinti che questi fatti, in qualche modo, si colleghino con la volontà che avete anticipato con alcuni atti approvati in Giunta di ridurre, o addirittura eliminare, il ruolo dei Sindaci e delle Amministrazioni locali. Probabilmente, il Presidente non lo sa (o, se lo sa, glielo confermo), ma il passaggio degli ospedali alle Aziende Sanitarie Ospedaliere esclude i Sindaci dalla possibilità di partecipare, all'interno delle Conferenze, alla definizione degli indirizzi o, perlomeno, alla definizione delle forme di controllo dell'operato degli ospedali. In altri termini, è un modo per evitare quei contrappesi di cui molti di noi hanno parlato, che sono inevitabili, opportuni e decisivi in un contesto così delicato come quello della sanità.
Il terzo elemento (o la terza linea strategica) che ci avete rappresentato e perseguito quest'anno che ci porta ad avanzare dei sospetti politici, naturalmente - è la volontà, nel campo dei servizi sociali, di dividere le spese tra quelle essenziali e quelle non essenziali, così da costringere alle gestioni affidate a terzi, tali da permettere un rapporto più diretto tra la programmazione e i fornitori. Ma lo stesso orientamento che punta al passaggio dei servizi sociali alle Aziende Sanitarie Locali orientamento che in parte l'Assessore Ferrero ha disatteso o che comunque ha, in qualche modo, ripensato a fronte della forte opposizione, in modo particolare dei consorzi e dei Comuni - non faceva altro che prefigurare anche in questo caso, un accentramento in poche persone o in pochi decisori di scelte importanti, come quelle, per esempio, che riguardano l'accreditamento delle strutture socio-sanitarie.
Oggi, signor Presidente - lei certamente lo saprà - per ottenere l'accreditamento da parte di una struttura socio-sanitaria come quelle di cui le cronache purtroppo stanno parlando, c'è bisogno dell'autorizzazione al funzionamento o dell'accreditamento concesso dai Comuni. Quella prospettiva dell'Assessore Ferrero e, soprattutto, dei suoi collaboratori più stretti, a cominciare dal Direttore che ha fatto tutte le trattative in questa direzione, porta all'accentramento delle decisioni in capo a poche persone e all'allontanamento dei Comuni nell'esercizio delle funzioni che la legge riconosce loro.
Allora, se questi tre orientamenti sono veri - e sono veri - ovvero nessuna disponibilità al confronto vero, servizi sociali sempre meno controllati e indirizzati dai Comuni e Comuni che vengono impossibilitati ad orientare le scelte in ambito ospedaliero, la domanda è inevitabilmente lecita, signor Presidente: si vogliono fare queste scelte (mi riferisco alle scelte politiche che prima ho ricordato) perché si vuole recuperare efficienza, come ancora oggi lei ha detto, oppure - il sospetto è inevitabile, a questo punto - per intorbidire, per tacitare, per adombrare per annebbiare, per insabbiare decisioni che inevitabilmente rimarrebbero in poche mani, e, quindi, per favorire l'intreccio tra la politica e gli affari? Signor Presidente, quei fatti che lei non ha ricordato, ma che invece sono oggetto di indagine, sono tutti riconducibili al ragionamento che le ho anticipato ora: il fatto che ci sia un'azione della Magistratura notizia di oggi - rispetto alla scelta di concedere ad un soggetto terzo la gestione dell'Emodinamica a Chivasso, quando è noto che una gestione interna, con collaboratori già a libro paga della Regione, avrebbe consentito lo stesso servizio a costi sicuramente inferiori; il fatto di aver sventato, perché di questo si è trattato, grazie alla nostra denuncia lo ricordo al Capogruppo Carossa, che ha fatto un intervento leale - la volontà di affidare il servizio di Ortopedia a Vercelli ad un soggetto terzo, scelta che avrebbe nuovamente comportato maggiori costi, sia quelli interni (che non venivano liberati), sia quelli affidati a terzi; il fatto che la Casa di Cura di Cavagnolo sia stata autorizzata essendo evidente che vi è già un esubero di offerta di posti letto e di servizi di cure e di riabilitazione nella nostra Regione; il fatto che si conceda un'autorizzazione al funzionamento nella struttura di Alpignano, quando, di nuovo, è evidente che c'è un esubero di offerta ed un'impossibilità - lo dicevano oggi le associazioni che erano fuori a protestare - di inserire nuovi soggetti, stante le risorse; ebbene, non si fanno gli inserimenti nei servizi residenziali e semiresidenziali diurni e, al contempo, si autorizzano nuove costruzioni e nuovi accreditamenti? Che logica c'è in tutte queste vicende, se non quella del sospetto dell'intreccio tra politica e affari? Non so, signor Presidente, se lei ha colto o meno la coerenza del mio ragionamento, ma certo non possiamo non concludere ricordando di nuovo che la Magistratura deve fare il suo corso e che le vostre scelte contribuiscono ad intorbidire le acque, non a renderle più trasparenti, e nemmeno a rendere più chiaro il rapporto tra maggioranza e minoranza, né a rendere più evidente il rapporto tra pesi e contrappesi.
L'ultima considerazione è tutta politica: lei, signor Presidente, ha detto che vi sono delle mele marce che saranno sicuramente messe da parte.
Ma come non ricordare - lo voglio fare guardando in faccia i colleghi della maggioranza - che queste mele marce, i cui nomi e cognomi vi sono ben noti sono sempre state messe in cima alla cesta delle mele? In mille occasioni queste persone sono state presentate come "i veri consulenti", come "le facce nuove" almeno di uno dei due partiti che sostengono questa maggioranza. Allora non erano mele in fondo al cesto, ma erano mele che sono state volutamente ospitate nel cesto; ed erano sempre in cima, in bella vista, perché potessero dimostrare l'efficienza di questa Giunta.
Signor Presidente, ha bisogno di una forte riflessione: lei ci ha deluso, confidiamo perlomeno nella sua replica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
La discussione di oggi presenta dei rischi che personalmente non intendo cogliere.
I risultati elettorali di ieri possono infatti portarci, da un lato, ad esasperare i toni, ma, dall'altro versante, anche a leggere ogni intervento come strumento politicamente più accentuato.
In casi così delicati, occorre tener presente anzitutto il nostro ruolo, la nostra responsabilità di fronte ai cittadini piemontesi.
Quando sono venuto a conoscenza dell'indagine, degli arresti e dell'avviso di garanzia dell'Assessore Ferrero devo dire che sono rimasto shocckato e sono stato assalito da forte turbamento.
Nonostante i numerosi casi in più parti d'Italia di indagine per corruzione ed interessi privati, non riesco a farmi una ragione che anche in Piemonte sia successo questo.
Un amministratore pubblico, un consulente deve avere come obiettivo primario l'interesse generale e non solo il proprio. Però confido in un'azione celere da parte degli inquirenti, perché sia fatta piena luce sui fatti e le eventuali colpe vengano severamente giudicate.
Ho apprezzato altresì il senso di responsabilità dell'Assessore Ferrero, che ha immediatamente restituito le deleghe. In un settore così delicato come la sanità, che tocca uno dei diritti costituzionali fondamentali, cioè il diritto alla salute, ogni speculazione è da condannare, fosse anche solo una speculazione politica.
Per questo non mi sento di unirmi al coro di quanti chiedono dimissioni indiscriminate, compresa quella del Presidente della Giunta.
Tuttavia non posso non fare rilevare che il clima pesante creatosi all'interno dell'Assessorato alla sanità non abbia giovato a nessuno, n alla politica regionale né tanto meno ai cittadini piemontesi.
La delicata fase della gestione del piano di rientro del 2011 e le prospettive dei nuovi piani sanitari richiedono un'assunzione di responsabilità politica forte. Pertanto non è che l'eventuale scelta di un tecnico esterno ai partiti e della responsabilità dell'Assessorato possa come d'incanto risolvere i problemi e far dimenticare quelli aperti.
Eventuali responsabilità penali sono individuali, ma è pur vero che si pone un problema politico complessivo che non può essere tralasciato.
Credo che il Presidente Cota debba fare lo sforzo di assumere le deleghe in questa difficile fase e l'ha già dimostrato, ma per una trasformazione della sanità regionale deve continuare ad essere lui il responsabile, individuando in un lavoro di corresponsabilizzazione delle forze politiche presenti in Consiglio il metodo per dare dignità alla politica e, nello stesso tempo, per costruire dei percorsi di condivisione in questo delicato momento.
Così facendo non diamo ragione a quanti talvolta strumentalmente rivendicano alla propria parte politica l'esclusiva dialettica pubblica e della moralità dell'impegno politico.
Vorrei anche ricordare che non bisogna fare di tutte le erbe un fascio questo lo voglio dire ai tanti giornalisti che oggi sono qui presenti. In mezzo alla zizzania esiste anche del buon grano, ma soprattutto sono convinto che in quest'Aula esistono tanti chicchi di buon grano.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che gli iscritti a parlare sono ancora quindici.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie Presidente e Colleghi.
Presidente Cota, qualche giorno fa abbiamo fatto un bilancio della sua Presidenza e i risultati erano clamorosamente chiari, in quanto brillava non solo per la sua assenza non solo nelle sedute del Consiglio, ma anche per le assenze come Presidente della Giunta impegnato in giro per l'Italia e in programmi televisivi.
Oggi è stato costretto a presentarsi in quest'aula non per sua scelta o per sua volontà, ma costretto dalla drammaticità dei fatti. Un anno, come ogni anniversario, normalmente si festeggia e questo è il modo peggiore per festeggiare: con un'indagine della Magistratura. Aspettiamo fiduciosi distinguendo fra - l'hanno già detto il Presidente Reschigna ed altri colleghi - la parte giudiziaria e quella politica. Però, Presidente - lo dico perché altrimenti si è ipocriti ed è un difetto che sicuramente non ho e cito un autorevole collega della maggioranza che ha detto: "Tanto tuon che piovve". Come dire: era diventato una barzelletta, una chiacchiera, un chiacchiericcio da bar.
E lo sapeva anche lei e lo si evince dalle intercettazioni, al massimo la sorpresa è stato l'argomento.
Non poniamo limiti alle indagini e mi permetto di poter dire come dissi quando voi, con una scelta politica, avete smantellato la Commissione sulla psichiatria sanitaria, togliendo tutti i responsabili per mettere quelli vicini con uno "spoil system" imbarazzante, che ne avremmo discusso in quest'aula e magari anche da qualche altra parte, come si ricorderanno i colleghi Mastrullo, Spagnuolo ed altri.
E noi ci ritorniamo, sono passati pochi mesi e non si esclude aspettiamo il prosieguo delle indagini - che non si debba fare qualche atto ulteriore rispetto a quella che è l'azione ispettiva dei Consiglieri regionali, che penso d'ora in avanti debba essere inflessibile, in attesa di vedere gli sviluppi fino a richiedere altre iniziative.
Presidente Cota, lei è venuto qua con una dichiarazione imbarazzante da notaio. Succede quello che è successo e lei fa un intervento più stringato di un comunicato Ansa. Ma non si imbarazza con tutto quello che è successo? Non una dichiarazione politica rispetto alla situazione! Lei è il Presidente della Giunta regionale, tenga le deleghe - non c'è problema - ma deve sapere che, se ha fastidio a venire in Consiglio regionale, lei dovrà venire tutte le settimane in Commissione sanità perché è una responsabilità dell'Assessore o di chi ha le deleghe. Non pensi di avere altri impegni in qualche ristorante per iniziative della Lega Nord o in qualche talk show o in qualche programma televisivo, perch lei dovrà venire in Commissione. Lo sa? Lo sappia: lei dovrà venire tutte le settimane in Commissione, altrimenti la Commissione non si tiene. È giusto che lo sappia.
E adesso veniamo alla parte più sostanziosa. Con un disegno preciso l'ha detto già qualche collega - è chiaro che voi volete smantellare e distruggere la sanità pubblica per favorire la sanità privata e gli interessi ad essa collegati.
Aspetto fiducioso, ma con preoccupazione; non si è mai contenti quando interviene la Magistratura, perché è la sconfitta della politica. Non c'è da gioire, ma la Magistratura interviene quando ci sono reati clamorosi come in questo caso. Non è passato neanche un anno, al contrario si potrebbe dire che il cadavere è ancora caldo, tanto che alcuni autorevoli colleghi della maggioranza sono arrivati a dire: "Tanto tuonò che piovve".
Era diventato vox populi e lei cosa fa? Non si assume le sue responsabilità di verificare? E adesso veniamo al progetto, che è quello dello smantellamento della sanità pubblica. Sarete travolti elettoralmente, l'ho già detto in un dibattito televisivo a qualche collega della sua maggioranza: voi sarete travolti. Quello di ieri e l'altro ieri è solo l'antipasto.
Voi avete abbandonato il primo obiettivo, che è la difesa del bene comune e del bene pubblico, in questo caso della sanità pubblica, e degli interessi dei più deboli e dei più bisognosi per rispondere ad interessi chiari ed evidenti. E saranno ancora più evidenti nel prosieguo di queste settimane.
Avete bloccato i lavori di manutenzione in tutti gli ospedali ed ambulatori, cosa fatta funzionalmente in termini di bilancio dalla Giunta precedente. Era un errore? Ma perché non l'avete modificato? E sa cosa vuol dire? Bloccare la manutenzione? Vuol dire bloccare gli ospedali, vuol dire bloccare gli ambulatori. È il metodo per abbandono, per far chiudere l'Amedeo di Savoia: si chiude perché non si fanno i lavori come la cardiochirurgia alle Molinette. Così, un elenco lunghissimo. Basta parlare con chi, come mia madre ottantatreenne, va all'ambulatorio e trova il terminale bloccato e allora, essendo una convinta utilizzatrice delle strutture pubbliche, va ad un altro ambulatorio ma anche lì non funziona e le dicono di andare in una certa struttura privata. Anche lì la coda, ma se paga.
Siamo alla coda degli accreditati. Questo è quello che avete creato voi.
Oppure il blocco delle cure domiciliari, che ha portato ad un drammatico risultato: le barelle in corridoio, c'erano solo sotto Natale Capodanno ed Epifania. Adesso le abbiamo già a maggio. Girate negli ospedali. Non auguro a qualche vostro caro di averne necessità. Non siamo all'Epifania o a Capodanno, siamo a maggio, vada a fare un giro negli ospedali, non un giro dove si tagliano i nastri, e provi a vedere. Siamo arrivati al blocco dei ricoveri programmati.
Questa è la vostra riforma sanitaria. Il blocco del personale in maniera indifferenziata, quando la situazione del personale infermieristico si era appena normalizzata. Il blocco indifferenziato, lo sa benissimo colpisce principalmente gli infermieri, con l'obiettivo di dimostrare che gli ospedali pubblici non funzionano e c'è quindi la necessità dell'intervento privato. Stiamo vedendo che ciò avviene in alcune province piemontesi, dove si effettuano sopralluoghi negli ospedali e nelle ASL, per l'ingresso dei privati.
Non lo permetteremo mai, e non solo noi, non lo permetteranno i piemontesi. Sarete travolti, altro che il risultato di Novara! Complimenti tra l'altro.
E allora, di fronte a questi grandi tagli, a cosa assistiamo?



(Commenti del Consigliere Carossa)



PLACIDO Roberto

Consigliere Carossa, sono contento che sia tornato, gliel'ho detto anche prima e mi fa veramente piacere (ci siamo anche messaggiati), perch le posizioni politiche sono una cosa, il rispetto personale un'altra.
E noi, mentre ci sono tagli drammatici e drastici, a cosa assistiamo? Che i 12 autisti delle Molinette, com'è scritto sui giornali, non possono fare gli straordinari. Alcuni vengono richiamati mentre si trovano a Caselle per trasportare un organo destinato ad un trapianto, che invece arriverà alle Molinette con un taxi. In compenso, il Commissario che ha messo lei, suo concittadino, aumenta di un'unità gli autisti a disposizione sua e di altri direttori delle Molinette: si fa portare alla Fiera del Libro, avanti ed indietro, da Novara. Ma non si vergogna? Un organo deve arrivare in taxi e un direttore sanitario va alla Fiera del Libro con gli autisti, che sono otto più uno aggiunto! E invece di aggiungerne uno sulle ambulanze, ne aggiunge uno a sua disposizione! È questa la riforma sanitaria? È questo l'intervento sugli sprechi? Un po' di decenza! Altro che quell'intervento da notaio che ha fatto all'inizio.
Questi sono i problemi. Negli ospedali non ci sono le lenzuola: vada chiedere ai parenti cosa devono portare da casa.
Questo è lo stato in cui avete ridotto la sanità piemontese nel corso dell'ultimo anno.
E allora, Presidente Cota, l'aspettiamo in Commissione sanità tutte le settimane. Non marchi visita e non abbia qualche altra cosa da fare, perch altrimenti la Commissione non si svolgerà.
Non pensate di smantellare la sanità pubblica perché non ve lo permetteremo mai: saremo inflessibili nel controllo e anzi, per quanto mi riguarda, spietati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Cercherò di essere breve, senza però trascurare la sostanza del messaggio che voglio lasciare, per dare spazio agli altri colleghi.
Colleghi, la responsabilità penale è personale, lo sappiamo tutti mentre la responsabilità politica è collegiale.
Questo è il tema della discussione di oggi. Noi oggi non ci inventiamo nulla. Al di là di ciò che è accaduto, eravate presenti in Aula quando nell'ultimo Consiglio regionale (ed anche in altri prima) l'apparente ostruzionismo del Partito Democratico era finalizzato a farvi assumere le vostre responsabilità e a condurvi nelle Commissioni competenti per discutere e per non mortificare il confronto e la democrazia.
Vi avevamo spiegato che c'era un progetto di legge sulla caccia depositato in Commissione e voi, con degli artifici, state utilizzando lo strumento del collegato alla finanziaria per svincolarvi da quelle responsabilità e per accentrare il vostro potere! L'altra volta ho fatto un errore, quando ho detto che la Giunta non è salda. Invece la Giunta è salda, collegialmente salda. Quello che non è saldo, ma non lo invento oggi perché l'ho detto in tempi non sospetti, è la vostra maggioranza. Una maggioranza non c'è! Una maggioranza non c'è perché, se ci fosse stata, almeno il provvedimento della caccia poteva essere tranquillamente licenziato in Commissione. Voi avete dei problemi politici ed oggi io, nel mio piccolo vi richiamo alle vostre responsabilità politiche e al confronto, in coerenza con quanto ho detto e con quanto abbiamo detto nelle ultime sedute. Una responsabilità e un confronto che avete sviato, in modo particolare per il Piano Socio Sanitario.
Vi voglio ricordare che è stato formalmente detto in Commissione sanità che per la fine di febbraio questa maggioranza e questa Giunta dovevano presentare il Piano Socio Sanitario. È vero? Sto dicendo la verità? Sto dicendo una bugia? Non è vero? Oggi siamo a fine maggio.
Questa è una responsabilità, Presidente Cota, che si deve assumere lei.
Non spetta a me, semplice Consigliere, chiedere a lei le dimissioni. Quello che posso chiedere a lei con forza, perché non rappresento i cittadini o parte dei cittadini della Provincia di Torino, ma i cittadini e l'interesse della Regione Piemonte, è di richiamarla alle sue responsabilità. Poi responsabilmente, può chiedere lei, collegialmente a nome della Giunta e a nome della maggioranza, scusa ai cittadini piemontesi, non semplicemente per gli ultimi episodi penali, ma per la "marcia" azione politica (dico marcia perché non è sana, perché è confusa, perché è raffazzonata).
Le riforme, colleghi, si fanno nelle sedi competenti.
Personalmente non ho avuto il piacere, perché sono un riformista convinto, di vedere che le riforme, non solo nel campo sanitario, non sono partite, ma non ne arriveranno mai. Sono rimasto favorevolmente colpito, in termini positivi, perché ha avuto la correttezza di dirmelo, ma lo sapevo era una domanda retorica: quando in Commissione ho chiesto al direttore Monferino se c'è un controllo di gestione del sistema sanitario piemontese lui mi ha risposto: "Caro Consigliere, abbiamo una contabilità".
Allora mi chiedo: ma può un'amministrazione parlare di riforme, di ristrutturazione e di riorganizzazione del sistema con una contabilità? Ma nemmeno nel Terzo Mondo prendono in considerazione questa disponibilità e questa volontà di azione politica. Manca in questa maggioranza il presupposto per avviare una riforma complessiva, sanitaria e non solo.
Credo che di fronte ai cittadini piemontesi, al di là delle forze politiche che ognuno di noi è chiamato a rappresentare, al di là del fatto che ognuno deve fare il proprio lavoro e difendere la propria bandiera politica, occorre attivarsi per risolvere i problemi seri. E i problemi seri sono rappresentati dalla mancanza di riforme e di ristrutturazione di questo sistema marcio dalla testa fino ai piedi (non sto parlando delle persone, parlo del sistema).
Presidente Cota, la chiamo a questo senso di responsabilità. Lei, se vuole esprimere una sana e genuina azione politica, si deve distinguere sui fatti concludenti, sui concreti comportamenti posti in essere. Io ne ho pensato uno e solo uno: sarà depositata nel pomeriggio (ne sto discutendo con i colleghi del Gruppo) una proposta di legge che stabilisce di estendere al sistema di selezione dei manager pubblici il principio generale della separazione fra compiti di indirizzo strategico e compiti di gestione, esternalizzando l'intera procedura d'individuazione dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie, scelti tramite bando di gara. In questo modo si introduce un doppio sistema di filtri nella scelta della selezione delle famose società ai cacciatori di testa e poi nella selezione pubblica trasparente dei manager candidati a ricoprire ruoli importanti.
Non è una rivoluzione: questo è l'abc, questo è il minimo sindacale per accedere a un processo di trasformazione e di trasparenza dell'apparato della Pubblica Amministrazione. Dopodiché la Giunta - giustamente e correttamente - se i manager non perseguono gli obiettivi prefissati, li può revocare.
Questo mio intervento manifesta un atto di responsabilità e di non strumentalizzazione per quello che sta succedendo.
Mi avvio alla conclusione dicendo: è il minimo per il settore sanitario, ma a mio avviso tutti gli incarichi nelle società partecipate devono avvenire con metodi di trasparenza. Se non c'è il metodo di trasparenza e di selezione, significa che quando la persona che ricopre un ruolo non gradito a chi ha la gestione del potere in un particolare momento storico, va in difficoltà e viceversa.
Noi dobbiamo sposare una linea che sia chiara e trasparente e valga per sempre, al di là di chi oggi governa la nostra Regione.
Chiudo dicendo: Presidente, ci rimettiamo al suo alto senso di responsabilità.



PRESIDENTE

Comunico che la seduta antimeridiana avrà termine alle ore 13.30. I lavori riprenderanno alle ore 15 con la continuazione del dibattito, così come previsto. Alla fine del dibattito vi sarà la replica del Presidente Cota.
Ricordo anche che la seduta di question time delle ore 14.30 è stata annullata.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Comincerei con un riferimento che auspico possa accomunare i sentimenti di tutta l'Aula consiliare e che speravo di ritrovare nelle parole del Presidente del Consiglio regionale, ovvero l'espressione della nostra credo comune - preoccupazione per la lesione del rapporto di fiducia che il sospetto che grava in questo momento sull'Amministrazione del sistema sanitario o su parte di essa ha prodotto nei confronti dell'insieme dei professionisti, nei confronti delle strutture amministrative deputate ad agire sugli indirizzi della politica, nei confronti della cittadinanza e nei confronti degli Amministratori pubblici che concorrono alla programmazione.
Credo che la prima preoccupazione di chi ha la massima responsabilità in questo momento sulla direzione politica sia quella di chiedere scusa per il sospetto, ovviamente augurandosi che il sospetto non si trasformi in accertamento dei fatti.
È una sensibilità che il Presidente della nostra Giunta non ha avuto n oggi né nelle sue dichiarazioni sui giornali. La qual cosa stride con il fatto che, per giudizi meramente politici, richiamava la precedente Amministrazione a non uscire di casa per i successivi cinque anni, perché a suo dire sarebbe stata colpevole di non aver ben agito sul piano delle scelte politiche.
Ma quello che dovrebbe preoccupare chi governa - non solo noi che siamo all'opposizione e riteniamo di concorrere al governo migliorandone le scelte - è che questo clima nel quale oggi ci troviamo è un clima che sicuramente è in aperta contraddizione con le dichiarazioni volenterose ed enfatiche che anche questa mattina abbiamo sentito di voler proseguire sulla rivoluzione in campo sanitario. Ciò per una ragione semplicissima che non è determinata né dall'energia retorica né dalla volontà.
La ragione semplicissima è che sarà molto difficile relazionarsi con conferenze dei Sindaci, ordini professionali, organizzazioni dei malati e dire loro che si devono fare dei sacrifici e sentirsi rispondere che si chiedono i sacrifici agli utilizzatori dei servizi quando non si agisce in una logica di valutazione adeguata dei costi e di trasparenza delle scelte.
Sarà molto difficile superare quelle condizioni psicologiche in cui finiscono le strutture amministrative a fronte di indagini in corso condizioni psicologiche per le quali, se si firmano solo le delibere sotto dettatura del Ministero dell'Economia e Sviluppo e null'altro che riguardi il funzionamento e lo sviluppo dei servizi sanitari, certo non si rischia di finire nelle indagini perché qualcuno, a nostra insaputa, compie forse atti illeciti. Ma altrettanto sicuramente non si firma nulla che fa andare avanti i servizi, né l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza a chi ne avrebbe bisogno, come abbiamo visto nel caso delle parrucche, né la distribuzione dei fondi per le convenzioni con le RSA.
Da questa vicenda, quindi, ciò che deriva è la perdita di credibilità nelle relazioni politiche e la perdita di certezza amministrativa negli atti e nelle decisioni che dovranno essere assunte, ovvero l'immobilismo.
Certo che a noi che non piaceva la vostra riforma sanitaria, forse l'immobilismo è preferibile a scelte che giudichiamo foriere di conseguenze negative, ma certo non può essere questo lo stile di un'Amministrazione.
Questa avrebbe dovuto essere la preoccupazione che desideravo sentir riecheggiare nelle parole del Presidente. Non l'ho sentita; ho sentito delle dichiarazioni devo dire nemmeno di bon ton interno, di fiducia rispetto ai collaboratori, ma dichiarazioni che suonano un po' come parlare a nuora perché suocera intenda sulla solidità assoluta di questa maggioranza: "Non ci faremo dividere".
Guardi, Consigliere Carossa, non c'è bisogno che le opposizioni agiscano per dividervi: lo fate già da soli! Non in quest'Aula, ma nelle situazioni esterne.
Nessuno ha visto la differenza tra le dichiarazioni di corrispondenza di amorosi sensi di PdL e Lega in quest'Aula e quanto dichiarato a caldo dal Presidente sui giornali? Un Presidente che dichiarava immediatamente distinguendo la sua vicinanza al Direttore regionale dell'Assessorato, che con lui combatte come un toro, facendo immediatamente una distinzione tra la sua responsabilità politica di direzione di tutta la Giunta (che non esisteva più e di cui non si faceva più riferimento) e invece il sodalizio con il Direttore generale che (giustamente elogiato dalla Magistratura), per una proprietà transitiva, essendo stato fortemente voluto dal Presidente immediatamente avrebbe dovuto condurre la "patente di buono" sul Presidente della Giunta regionale.
Allora, sui giornali siamo stati di fronte ad una situazione in cui si traduceva l'analisi della vicenda giudiziaria (una sanità cattiva e una buona) sull'analisi della politica. Una politica cattiva, quella che attiene all'Assessore e ai suoi collaboratori, e una politica buona, quella che attiene al Presidente e all'uomo di fiducia da lui scelto.
Se le cose possono funzionare così, giustappunto perché le responsabilità in campo giudiziario sono personali, non funzionano così in campo politico, anzi! Questa dichiarazione dal mio punto di vista è un aggravante, perché, se esiste quel sodalizio Presidente-Direttore, allora il Presidente non poteva non sapere le preoccupazioni del proprio Direttore.
Se sono stati impedite, sventate o semplicemente accantonate, perché si volevano capire di più provvedimenti su cui si avevano dubbi, e se chi agiva per accantonare, impedire ed approfondire aveva una relazione diretta con il Presidente, allora il Presidente non può dire: "Ho avuto delle preoccupazioni".
Non può negare di fronte a quest'Aula di aver mai avuto delle preoccupazioni in ordine alle scelte. Magari, solo preoccupazioni politiche. Certo, non si poteva immaginare, e ce lo auguriamo, che i sospetti non si traducano in fatti, ma se si è voluto vantare quel sodalizio, in quel sodalizio ci saranno stati scambi di notizie e di informazioni. Allora il Presidente non ha saputo prevenire. E questa, prima della nomina del Direttore generale, prima della nomina dell'Assessore, che è una sua responsabilità, è una responsabilità di merito, alla quale direttamente e personalmente lo richiamo; ed è per questo motivo che si è ragionato anche sulla possibilità della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente.
Oggi ci è stato detto di aspettare e sul piano giudiziario è corretto.
Poi, leggeremo sui giornali, come sempre (la politica ormai è diventata questo), di ciò che si vuole fare in futuro. La mia preoccupazione dell'immobilismo è ulteriormente confermata dagli annunci di ciò che si vorrà fare in futuro, perché sembra che si agisca soltanto a parti rovesciate.
Se oggi avevamo un asse che agiva in una direzione (Direzione generale Agenzia regionale, Presidenza), un asse che agiva in un altro, adesso caduto in disgrazia, pare che la soluzione sia di ribaltare l'asse: asse diretto dell'Assessore con il Presidente (di sua nomina, non solo perch gli compete, ma perché questa volta sarà di fiducia diretta) e a parti ribaltate figure di fiducia dell'altro partito di maggioranza all'Agenzia regionale piuttosto che alla Direzione amministrativa.
Crediamo così di ristabilire fiducia verso gli Uffici di quell'Assessorato? Crediamo così di ristabilire fiducia in un quadro che riproduce le reciproche situazioni? Non credo che questa sia la soluzione. Soprattutto, non è stata una soluzione negare quello che avrebbe potuto essere discusso in modo trasparente nel dibattito politico. Voglio ricordarlo: ho chiesto di conoscere le funzioni del funzionario dell'Ufficio di comunicazione dell'Assessore prima che fosse nominato; ho chiesto di conoscere le motivazioni della sospensione del bando di gara in Commissione consiliare.
Forse, con un po' più di attenzione da parte della maggioranza, che ogni tanto mi liquidava come un "eccesso nervoso di esercizio dell'opposizione" sarebbe stato possibile ragionare sulle scelte.
Ciò che accadeva a lato non ci era dato di sapere e ci auguriamo possa essere ridimensionato dalle indagini.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Presidente Cota di essere finalmente qui con noi.
Pensiamo che questo dibattito stia avvenendo in modo franco e crediamo che gli interventi dei colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto non hanno ceduto a tentazioni di carattere giustizialista, che potrebbe essere una facile soluzione in situazioni come questa.
Crediamo che la politica debba fare il suo lavoro e non si possa sostituire alla Magistratura. Tuttavia, non possiamo non dire che siamo quasi a celebrare l'epilogo di un anno vissuto pericolosamente dalla sanità piemontese. Proprio perché abbiamo assistito a continui annunci di una riorganizzazione sanitaria, che però poi non è stata discussa con nessuno.
Su questo punto credo ci sia un fatto di carattere oggettivo: la riorganizzazione sanitaria non è stata discussa con il Consiglio regionale (o almeno con l'opposizione), ma noi crediamo che questo aspetto sia più diffuso, perché non è stata discussa neanche con gli operatori sanitari, e neppure con la comunità piemontese.
Forse, anche questa scarsa trasparenza, quell'opacità (un temine che viene usato frequentemente nel dibattito politico) potrebbe anche aver permesso un assestamento dei poteri che, magari, hanno portato in pochi mesi a quello che la Magistratura in questo momento sta approfondendo. In realtà, tutto si è svolto senza avere una linea chiara e in nome di tagli a presunti sprechi.
In questi pochi mesi è sembrato che l'unico obiettivo della Giunta fosse di smantellare ciò che era stato fatto dalla precedente Amministrazione (cito ad esempio la continuità socio-assistenziale che stava arrivando finalmente a compimento); invece, sembra che si è voluti andare in una direzione diversa, su cui però, ripeto, non si è discusso.
Quindi siamo a discutere insieme, come Consiglio, sul fatto che, forse il bene comune (anche questo è un termine abusato nel dibattito politico) sia stato sostituito con l'interesse di pochi.
Non ritorno su quanto abbiamo letto sui giornali, sui possibili reati indagati, però vorrei riportare in quest'Aula la preoccupazione rispetto ad una tipologia di reato, su cui credo valga la pena fare una riflessione politica: la presunta (perché - ripeto - saranno necessarie ulteriori verifiche) richiesta di ammorbidire i controlli sulla sicurezza sul lavoro.
Credo che questo sia molto grave (se sarà verificato) proprio qui a Torino, in Piemonte, dove da poco si è celebrato un processo (processo alla ThyssenKrupp), che tra l'altro ha visto gli Enti locali e la Regione costituirsi parte civile.
Se questo fosse verificato, sarebbe di una gravità inaudita.
Vedremo quello che la Magistratura ci porterà a conoscenza, però anche a me preme che in questo dibattito emerga che la sanità piemontese è comunque una sanità buona. Caselli ha parlato di un'operazione chirurgica che riguarda fatti specifici e non la sanità piemontese nel suo complesso.
Ritengo che - come ha detto anche la collega Artesio - da quest'Aula debba partire un messaggio di fiducia nei confronti degli operatori sanitari, perché la maggioranza di loro fa il proprio dovere.
Voglio ricordare la manifestazione che si è svolta domenica, a Venaria dove 2.000 persone (operatori sanitari e cittadini di quel comune e di altri comuni circostanti) sono scese in piazza, preoccupate dai tagli - che non sembrano collocarsi in un disegno complessivo - con i quali si sta pensando di riorganizzare la sanità piemontese.
Riteniamo che i segnali di questo tipo debbano essere presi in considerazione. Pertanto ci uniamo al Gruppo del Partito Democratico nel chiedere al Presidente Cota le dimissioni dell'Assessore Ferrero, perch occorre segnare una discontinuità e avviare finalmente una discussione vera sulla sanità, parlando di responsabilità politiche.
È troppo semplice, in questi momenti di difficoltà, ammantare la differenza, il confine della tecnica rispetto alla politica. In realtà questo confine è sempre difficile da rimarcare e delineare.
Il Presidente Cota è stato eletto in questo Consiglio, quindi ha delle responsabilità politiche. È sicuramente importante che i tecnici aiutino i politici nel loro lavoro, ma percorrere adesso soluzioni tecnicistiche sarebbe la denuncia dell'incapacità di perseguire un disegno politico.
Noi pensiamo che ci siano dei margini di miglioramento della sanità; la precedente Amministrazione li stava man mano perseguendo, ma la sanità non è un'azienda come le altre, perché gestisce un elemento che è un bene comune: la salute.
Occorre certamente inseguire l'efficienza, ma l'efficienza della sanità non può essere considerata al pari dell'efficienza delle altre aziende.
Francamente, oggi, non ci aspettavamo molto di più dalla relazione del Presidente Cota.
Cosa può dire, il Presidente, in questo momento? Quello che ha detto però l'andare a rincorrere soluzioni tecnicistiche sarebbe interpretato come la cartina al tornasole di un'incapacità politica.
Occorre riflettere su come avviare la discussione; una discussione che possa coinvolgere tutto il Consiglio, affinché ci sia la possibilità di dare trasparenza agli obiettivi.
Non consideriamo necessario un nuovo Piano, ma è importante capire come migliorare quello della passata Amministrazione. Noi non siamo in maggioranza; pensiamo sia necessaria la trasparenza nella discussione altrimenti l'opacità cui facevo riferimento diventa terreno fertile per altro.
L'opposizione - credo che gli interventi di tutti i miei colleghi l'abbiano dimostrato - è pronta a dare un apporto costruttivo, ad operare quel confronto che finora non è mai esistito. Se non siamo noi ad essere convincenti con questo Governo, lo possono essere gli esiti elettorali di ieri, dei ballottaggi, ed anche quelli di due settimane fa.
Sono risultati che probabilmente solo qualche settimana fa non ritenevamo possibili: questo è un cambio di vento che riguarda, sì generalmente l'Italia, ma anche il Piemonte.
Finora abbiamo ragionato su Torino, che era il fortino di Asterix in un Piemonte con un orientamento politico molto diverso. Forse questa realtà sta cambiando; dico "forse", perché è bene non farsi prendere troppo dall'entusiasmo.
Riteniamo che i piemontesi abbiano mandato un segnale preciso: c'è bisogno di un cambio, un cambio di passo che ci auguriamo di riuscire a discutere tutti insieme.
Dopodiché, pensiamo che i piemontesi abbiano mandato un avviso di sfratto al Governo Cota, e su questo non possiamo fare a meno di trarre anche noi le conseguenze.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente, cercherò d'essere breve.
È indubbiamente un dispiacere dover intervenire in quest'Aula su argomenti di questo tipo - sarebbe assurdo negarlo - al di là delle responsabilità che dovranno tutte, successivamente, essere accertate. Per quel poco che conosco il Presidente Cota, penso sia anche per lui e per gli Assessori, presenti e non, un gran dispiacere.
È indubbio che ci troviamo in una fase politica nuova e, anche da questo punto di vista, tutte le osservazioni dovranno essere fatte.
Intanto, siamo nell'aula del Consiglio regionale e quello che conta mi rivolgo a tutti i colleghi di maggioranza e d'opposizione - sono le dichiarazioni politiche espresse in quest'aula.
Anch'io ho letto gli articoli di giornale che sono stati scritti e devo dire che, nel momento in cui ho letto l'espressione "mele marce", ho avuto la convinzione personale che il Presidente Cota volesse fare riferimento a quelle responsabilità che, nel momento in cui saranno individuate, dovranno assolutamente essere colpite, da qualunque parte essere vengano.
È certo che questo Consiglio regionale, nel momento in cui si esprime vede - Presidente Cota - delle diversità d'approccio a tali questioni, che sono questioni complesse.
Non vogliamo assolutamente sottovalutare questo, ma è evidente che, già nel suo intervento, il Capogruppo Pedrale ha detto: "Noi siamo garantisti siamo garantisti nei confronti di tutti, lo ha ribadito il Presidente e siamo garantisti anche nei confronti dell'Assessore Ferrero, la quale ha avuto un atto di grande responsabilità, rimettendo le deleghe al Presidente".
Ritengo che nel suo approccio, che certamente è stato scarno, il Presidente Cota abbia dimostrato anche una profonda sensibilità, perché è chiaro che quattro giorni dopo la conoscenza di un'indagine non ci si poteva che limitare a svolgere delle considerazioni certe e di natura generale.
Questo non significa che siamo privi di senso di responsabilità o che non ci sia, nel Presidente della Giunta, la piena consapevolezza che questa situazione deve essere affrontata con determinazione, trasparenza lungimiranza e severità, laddove si paleserà necessario.
Pertanto, stando ai fatti politici ufficiali e non soltanto alla lettura dei giornali, che pure influenzano l'opinione pubblica, non mi sento di cogliere la strumentalizzazione della divisione tra Lega e PdL perché è chiaro che la tematica della sanità, della riforma della sanità della sua complessità, è un elemento prioritario, che ci ha uniti, come maggioranza, insieme al Presidente.
È certo che dovremo continuare ad andare avanti in questa direzione.
Ritengo, Presidente, che questo dibattito sia stato utile - anche dagli elementi più negativi devono essere colti degli aspetti utili - e che da questo dibattito, nel suo complesso relativamente pacato, perché è evidente che ci sono le parti ed è evidente che ognuno tende a sottolineare con forza la propria parte e le proprie argomentazioni, siano emerse delle cose.
Intanto io penso che il Presidente l'ha voluto fare subito: leggo infatti anche il suo ringraziamento all'ingegner Monferino - a cui tutti noi ci associamo per la grande e complessa responsabilità che ha voluto assumersi - come un intervento mirato alla persona, ma certamente anche simbolico. Noi infatti dobbiamo ringraziare le migliaia di operatori della sanità piemontese, che è una grande sanità.
Prima notavo che il collega Boeti, quando ha sentito parlare di "sistema", diceva: "Perché il 'sistema'.". La sanità è fatta di migliaia di operatori, di infermieri, di medici, di strutture, di uomini e donne che si spaccano in quattro, che ci aiutano, che pensano alla nostra salute, che devono essere il nostro punto di riferimento. Ed è chiaro che, se sarà accertato qualcosa di sbagliato, noi a quella struttura umana sanitaria e di professionalità, in qualche misura e per quella parte, dovremo anche chiedere scusa, se sarà necessario. Noi però ci siamo mossi con grande determinazione e immediatezza.
Allora, penso che dobbiamo ringraziare anche tutta quella parte della struttura e del personale della Regione Piemonte nel campo della sanità che opera con intelligenza. È evidente che siamo in una fase estremamente complessa; è evidente che le responsabilità non nascono oggi; è evidente che se si deve andare a Roma a firmare delle deliberazioni è perché c'è un pregresso in cui, in qualche modo, ci si trova e che deve essere portato avanti. Ebbene, io sono Presidente della IV Commissione da una manciata di settimane: abbiamo cambiato il giorno di seduta, collega Lepri, per consentire all'Assessore alla sanità di essere presente e ho sempre avuto la presenza, quando richiesta - ma direi sempre, nelle re o quattro Commissioni che abbiamo fatto - dell'ingegner Monferino.
È chiaro che noi oggi ci troviamo in una fase della politica italiana che è cambiata, ed è cambiata anche la politica del Piemonte. Il Presidente Cota è un soggetto politico nazionale ed è una nuova risorsa anche nella politica della Regione Piemonte: una risorsa nuova, giovane e intelligente che saprà certamente cogliere tutti gli elementi di questo dibattito.
Questo dibattito ci dice infatti ancora una volta che la sanità è sempre più difficile da governare, soprattutto in una situazione di grande crisi economica. Allora è evidente, Presidente, che le sollecitazioni che vengono da quest'Aula - ma che già sono state fatte anche in Commissione - ad ascoltare gli esperti, gli operatori, il territorio, i Sindaci e le Province dovranno essere tenute nel massimo dell'attenzione: sono assolutamente certa che lei abbia tutta la sensibilità e la credibilità per saper cogliere questa esigenza.
Il Piemonte è cambiato, e concludo: sono cambiate tante Amministrazioni, perché siamo in una fase di trasformazione della politica nazionale; abbiamo oggi un nuovo Sindaco di Torino che saprà certamente per la sua dimensione di esperienza e anche per la sua dimensione nazionale che corrisponde certo a quella che lei, Presidente, ha -, dialogare con forza e intelligenza. Credo che a queste intelligenze ci dobbiamo assolutamente rivolgere.
Penso che se la sanità era una sfida prima lo sarà ancora più adesso e in questo senso, lei ha tutte le condizioni, Presidente: ha la solidarietà e la forza della sua maggioranza per portarla avanti con la dovuta complessità e anche sentendo le sollecitazioni che vengono da qualunque parte.
Per governare, infatti, bisogna amare il proprio territorio e amare il proprio territorio significa ascoltare tutto quello che viene da qualunque parte; certo, selezionando, perché c'è una parte di interventi che io, per la mia cultura, non ho condiviso. Ritengo però che lei saprà amare questo territorio, dargli credibilità, continuare a offrire trasparenza intervenire con severità quando e dove sarà necessario e, per quella parte certamente, chiedere scusa a quei piemontesi nei confronti dei quali lei e la sua Giunta vi impegnerete ancora con forza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
L'incidente capitato alla sanità piemontese è particolarmente grave per una serie di ragioni: grave perché riguarda la salute delle persone che è un argomento particolarmente delicato; grave perché riguarda l'83 del bilancio della Regione; grave perché - male o bene - gli scandali avvenuti in questi ultimi anni in tutte le Regioni d'Italia (di tutti i colori) sono legati alla sanità; grave perché inevitabilmente fa nascere dei richiami antichi, quasi gli archetipi di quelli che vengono vissuti come gli scandali legati al mondo politico, che sono quelli della Prima Repubblica (tutti ricorderanno, nella Prima Repubblica, il Pio Albergo Trivulzio ed episodi del genere; nell'immaginario collettivo lo scandalo nella sanità è l'emblema dello scandalo per eccellenza).
Ritengo da una parte positivo, invece, che lo stesso Procuratore Caselli abbia detto che questi fatti sono circostanziati e che quindi la sanità in generale funzioni bene e sia sana. Poi, per carità, è notorio che fa sempre più rumore un albero che cade che una foresta che cresce; di conseguenza, il sistema è positivo nonostante degli elementi negativi.
Ritengo positivo che l'Assessore Ferrero abbia lasciato le deleghe quasi immediatamente. Ritengo positivo - come ha detto il collega Carossa - il fatto che ci siano stati degli anticorpi attivi fin dall'inizio.
In conseguenza di questo, ritengo innanzitutto che l'aspetto giudiziario si debba concludere prima di dare luogo ad alcun giudizio poiché diversamente si tratterebbe di un pregiudizio. Auspico che questa situazione, però, venga vissuta come elemento di stimolo forte per il Presidente Cota per mettere personalmente le mani sulla sanità, visto che rappresenta i quattro quinti del bilancio piemontese e considerato che nel suo programma di governo inizialmente vi erano efficienza, trasparenza amministrativa, attenzione nei confronti delle spese e così via. Di conseguenza ritengo che l'unico modo per potere operare in questa direzione sia cercare di porre un'attenzione non tramite i consulenti, ma diretta.
Voglio ricordare un dato minimo: questo elemento di mancato decoro ulteriore della politica non ricade solo sulla maggioranza: ricade su tutti noi. Guardate, ieri ero a Parigi e ho incontrato una persona che mi ha fatto una battuta; mi ha chiesto: "Ma cosa state combinando in Piemonte?".
Vai a spiegare che sei della minoranza: sei un politico, come sempre coinvolto in una questione di scandalo sulla sanità.
Per cortesia, dunque, mettiamo tutti mano, insieme, a questo elemento poiché va a detrimento del decoro di una classe - quella politica - che ha raggiunto raramente livelli così bassi. Perlomeno iniziamo dal locale a riportare anche il livello nazionale, per quanto possibile, ad una levatura migliore.
Grazie.
PRESIDENTE.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
È ormai da mesi che il personale delle strutture sanitarie denuncia un clima pesante di oppressione e clientelismo. Abbiamo mandato da tempo atti in Procura e alla Corte dei Conti in merito a concorsi e a nomine apicali.
Proprio ieri abbiamo presentato un'interrogazione su un nuovo concorso per Direttore di Struttura, bandito dal Direttore Generale dell'ASL di Torino: di fatto un concorso per Direttore di Struttura complessa.
Mi chiedo se lei, Presidente, reputa questo - uno degli ultimi elementi compatibile con le sue proposte di efficienza ed efficacia della Struttura sanitaria: cioè un concorso per Direttore della Struttura complessa Malattie infettive del comprensorio "Amedeo di Savoia", una struttura che conta 70 posti letto e che è già coperta da due primari, di cui uno universitario. Qui, come in molte altre vicende, l'interesse generale è piegato all'interesse particolare; manca la trasparenza; tutto è affidato ai super Commissari. Ma chi si assume la responsabilità politica? L'intervento della Magistratura ha scoperchiato un vaso di Pandora che noi andiamo denunciando da mesi, completamente inascoltati da lei Governatore, e dalla sua maggioranza.
Nei mesi scorsi ho presentato un ricorso al TAR in merito alla nomina del dottor Nalesso, Direttore amministrativo dell'ASL TO2, per incompatibilità o per difetto dei requisiti prescritti dalla legge.
Sempre sulla gestione, quanto meno superficiale, degli incarichi dirigenziali delle ASL torinesi, ho puntato il dito sul trasferimento del Direttore della Direzione Sanitaria dell'Amedeo di Savoia al Maria Vittoria, targato su un blog prima che venisse firmata la relativa delibera.
Voglio riprendere alcuni elementi che sono stati discussi e inviati a lei, Presidente, sotto forma di interrogazioni e mozioni, su cui ha risposto l'Assessore Ferrero, ma su cui lei era pienamente a conoscenza. Ne riporto alcuni dove, ad esempio, volevamo capire i criteri nel momento stesso in cui il Commissario Manuguerra delibera i trasferimenti e le assegnazioni di personale. Trasferimenti su cui non ci sono motivazioni, se non politiche, o di punizione nei confronti di personale che probabilmente, possiede qualche tessera CGIL di troppo. Tra l'altro persone coinvolte nella fase del ciclone legato alle irregolarità per il concorso per infermieri.
Vi è un ulteriore elemento di cui ho appreso notizia, ma mi sembra che la Procura stia indagando in merito. Per il facente funzione come Direttore sanitario della Casa circondariale Lorusso e Cotugno, non esiste alcun atto ufficiale di nomina e il soggetto non avrebbe neanche i requisiti di anzianità per ricoprire quel posto.
Ricordo ancora altri elementi di cui lei è venuto a conoscenza, per cui noi, da tempo e da mesi, vi chiediamo informazioni. Parlo, ad esempio, del fatto che nel dicembre scorso il Commissario straordinario dell'ASL di Torino ha reintegrato all'ospedale Maria Vittoria due infermieri condannati in tutti i gradi di giudizio, fino alla Cassazione, per lo scandalo del caro estinto, con l'imputazione di corruzione e associazione a delinquere.
L'ASL, in quel caso, non solo ha rinunciato a tutelare i diritti propri dei cittadini, patteggiando prima che il Tribunale del Lavoro, a cui i due dipendenti licenziati si sono appellati, si pronunciasse, ma li ha anche reintegrati nel medesimo luogo di lavoro: l'ospedale Maria Vittoria, dove si erano macchiati del reato di associazione a delinquere, speculando sul dolore dei parenti dei defunti e favorendo imprese di pompe funebri compiacenti sulla base di un apposito prezziario della corrutela.
Ricordo ancora, ad esempio, il fatto per cui le delibere di nomina dei Commissari sono a firma sua, Presidente, e della Giunta. Ancora, l'assoluta mancanza di confronto sul Piano Socio Sanitario dal novembre scorso.
Lei, Presidente, sul nuovo modello socio-sanitario ha messo la faccia su tutti i giornali, spesso con arroganza e autoritarismo, mai con autorevolezza. Oggi e ieri, mi permetta, lei cerca di smarcarsi, di tirarsi fuori da questa responsabilità tanto voluta e tanto ricercata, Presidente anche con una certa mancanza di stile nel momento stesso in cui, nelle sue dichiarazioni, faceva intendere la differenza tra la Lega Nord e il PdL.
Peccato, Presidente, che ai segnali preoccupanti su quello che poteva accadere, lei è stato, in questi mesi, completamente sordo. Lei ha difeso il principio della concentrazione dei poteri decisionali a pochi soggetti azzerando il confronto democratico con l'opposizione, rinunciando alla pianificazione socio-sanitaria, frutto di confronto e idee politiche in Consiglio e in Commissione.
Chiedo quanti Consiglieri, di maggioranza e opposizione, abbiano avuto la possibilità di ricevere notizie in merito alla nuova pianificazione socio-sanitaria, una modalità fatta di delibere su delibere di Giunta.
Credo che questo non rappresenti quel principio di pianificazione dell'interesse collettivo su cui lei ha fortemente rimarcato la sua visibilità.
Riassumendo. Modalità adottate dove lei, Presidente, ha ritenuto che la trasparenza e il controllo non fossero un valore. Questa è la vera responsabilità politica grave. Lei ha fatto sì che si creasse quell'humus dove le pratiche condannate dalla Magistratura trovano più facilmente le condizioni per attecchire e crescere.
Ripeto, il rischio politico grave è che, nella configurazione complessiva del suo modello socio-sanitario, gli interessi particolari prevalgono sull'interesse generale. Questo avviene, attenzione, non solo quando per arroganza e gestione del potere si fanno scelte in cui alla fine la Magistratura interviene, ma, soprattutto, quando, sempre per arroganza e gestione del potere, si fanno scelte in cui la competenza viene umiliata dall'appartenenza politica, con uno spoil system imbarazzante.
Mi appello, quindi, per un cambio di rotta, non a lei, Presidente perché in questi mesi non è stato, e non si è posto, come il Presidente di tutti; lei ha rinunciato fin da subito ad assumere l'alta responsabilità politico-istituzionale del ruolo di Presidente della Regione Piemonte preferendo essere volutamente solo il Presidente di una parte politica.
Mi appello, quindi, alla maggioranza per pretendere, tutti insieme, più dignità per il ruolo del Consiglio e più confronto sui temi importanti come quelli della pianificazione sanitaria, nell'interesse generale del Piemonte e dei piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prima di procedere, chiedo se tra i Consiglieri che non hanno ancora chiesto di intervenire, vi fossero ulteriori iscrizioni a parlare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente del Consiglio.
Buongiorno, Presidente Cota. Siamo contenti di vederla in Aula oggi anche se immaginiamo che la contentezza non sia bilaterale, in quanto purtroppo, la vediamo solo nei momenti più gravi e più bui di questa Regione.
Se mi si permette, ritengo il suo intervento di questa mattina in Consiglio un po' deludente. Spiego perché. Se è vero che, a volte, chi si scusa si accusa, quindi può essere stata anche una sua valutazione politica, non ho rinvenuto nelle sue parole delle attenuanti, delle giustificazioni, delle spiegazioni di quello che è realmente successo in questi mesi, sia a proposito degli atti oggetto di indagine, sia a proposito degli atti politici.
Sappiamo tutti - lo sappiamo dai giornali, ma anche dalle voci di palazzo - che non correva buon sangue tra lei, Presidente Cota, e l'Assessore Ferrero. Ovviamente si può pensare a divergenze politiche.
Sempre da quello che si legge e si sente, sappiamo che la riforma della sanità, la riforma Zanon, non era pienamente condivisa da parte dell'Assessore Ferrero. Abbiamo letto di sue continue sollecitazioni politiche per poter eventualmente rimuovere l'Assessore Ferrero e inserire una persona più di suo gradimento, legittimamente nell'ambito della discussione all'interno della coalizione di centrodestra.
Mi ricordo anche un articolo di giornale in cui si chiedeva all'Assessore Ferrero di riconsegnare le deleghe e di dimettersi: le sarebbe stato dato uno scranno in Parlamento nel caso venisse affidato un incarico esterno alla Siliquini alle Poste o, successivamente, alla CONSAP.
Al momento così non è perché pare che il Governo Berlusconi non si sia deciso di dare un incarico esterno alla Siliquini. Al momento, quindi, la Ferrero rimarrebbe senza un posto.
Noi ci uniamo alle richieste avanzate anche dai colleghi in merito alle dimissioni dell'Assessore, perché non ci basta la semplice remissione delle deleghe. I fatti sono abbastanza gravi perché, se è vero che tutti noi siamo garantisti, nel senso che aspettiamo la sentenza della Magistratura è altrettanto vero che dobbiamo essere garantisti per i cittadini che tutti noi presenti rappresentiamo. Bisogna garantire la sicurezza affinché i soldi e le tasse dei cittadini vengano utilizzati bene. Pertanto, anche quando nel suo programma elettorale si parla di tagli agli sprechi, di messa in efficienza e di eliminazione della politica nella sanità, che forse è il vero cancro della sanità pubblica, bisogna far sì che questo succeda e, dunque, occorre essere certi che non vi siano, invece malposizionamenti o scelte non strategiche o non coincidenti con quanto detto.
Il dato è sicuramente profondo: io non sono così ottimista come il Procuratore Caselli, sottolineando che non ho i dati dello scontro politico perché alcuni possono anche pensare - anche questo si è letto sui giornali ad una risoluzione di una faida politica tra la componente Lega Nord e quella del Popolo delle Libertà, e mi unisco alla collega Artesio nel ribadire che, comunque, non ci si può lavar le mani dicendo che è l'Assessore Ferrero ad aver sbagliato, che c'è qualche mela marcia, o Gambarino o...
No. Lei, come Presidente della Giunta, ha la responsabilità prima di che cosa fanno i suoi Assessori, oltre che essere Assessori nostri, di tutta la Regione e di tutti i cittadini piemontesi. Lei ha la piena responsabilità di quello che fanno. Quando la vediamo spesso in televisione mi si permetta di ribadirlo - nei talk show o in giro, è vero che è compito fondamentale del Presidente di una Regione fare anche attività di rappresentanza; spero, però, che questo non precluda dal suo incarico di sorvegliare e di controllare quanto fanno i suoi Assessori, perch altrimenti accadono queste cose.
Mi chiedo - è una domanda a cui gradirei ricevere una risposta - se lei sapeva (non faccio altre domande e lascio a lei la risposta) oppure no.
Anche in questo caso, però, mi domando se un Presidente di Giunta può non sapere cosa combinano i suoi Assessori. Questa è una domanda cui gradirei rispondesse. È per questo motivo che mi ha deluso un po' la sua risposta.
C'è chi dice che l'ingegner Monferino sicuramente sapeva, e che addirittura ha cercato di bloccare questo appalto; quindi noi pensiamo che lei sapesse. Dunque, sul dato tutti noi possiamo fare le nostre elucubrazioni, ma preferiremmo che lei ci fornisse delle spiegazioni su quanto è stato detto. Questo è il dato principale.
Noi, come Movimento 5 Stelle, siamo un po' pessimisti, nel senso che riteniamo che la gestione delle nomine e degli incarichi non solo in sanità (ovviamente nella sanità colpisce di più, anche per la mole di investimenti che viene mossa) sia totalmente, o al 99,9%, politicizzata: lo abbiamo visto noi, nella nostra breve esperienza di un anno, ma mi giungono voci che comunque anche nelle precedenti Giunte, di sinistra o di destra, le nomine sono sempre state fatte ovviamente con un occhio più al colore che alle competenze.
Valuterò qualunque proposta di legge avanzata dai colleghi per cercare una modifica dei criteri con cui poter nominare i dirigenti di peso, ma sono scettico e pessimista perché se non cambia il dato culturale con cui vogliamo fare politica, si troverà sempre una "gabola" per buggerare il tentativo di porre dei rimedi agli appetiti partitici.
Chiuderei il mio intervento dicendo che anche noi, in un discorso più generale, siamo preoccupati per la mancanza di dialogo che c'è stata nella partita più importante di una Regione, quella che riguarda il piano di rientro della sanità.
Abbiamo ricevuto molte segnalazioni dal territorio e non si capisce come ho già avuto modo di esprimere in Commissione - come medico, ritengo corretto l'approccio tecnico di riforma della sanità, soprattutto per quanto riguarda gli ospedali per intensità di cura - se l'applicazione poi diventi meramente, o in modo preponderante, politica.
Non capiamo come mai alcuni nosocomi vengano declassati, altri riqualificati, vengano aperti nuovi punti, eccetera. Abbiamo una nostra idea, ma speriamo di poterci sbagliare.
Concludo rivolgendo un appello alla Consigliera Valle, visto che è stata citata nelle cronache dei giornali. Anche questa modalità di farsi interprete delle richieste del territorio deve essere fatta in modo attento, perché poi ci si presta a strumentalizzazioni qualora gli imprenditori volessero "usarci" come intermediari, cosa che non dovrebbero fare, per fare pressioni su eventuali funzionari pubblici.
Non le muovo alcuna accusa, perché non so nulla se non quello che si legge sui giornali. Tuttavia, se anche lei volesse fornirci delle delucidazioni in merito, ne saremo lieti. Grazie.



PRESIDENTE

Risultano ancora iscritti ad intervenire i Consiglieri Manica Angeleri, Gariglio, Muliere, Marinello, Pentenero, Taricco e Ponso.
Dichiaro chiuso il periodo per l'iscrizione a parlare.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 15 con il prosieguo del dibattito inerente alle comunicazioni del Presidente della Regione, al cui termine avverrà la replica dello stesso Presidente Cota.
Al termine del dibattito, presumibilmente intorno alle ore 16.30, si svolgerà l comunicazione prevista in merito alle pro blematiche legate alla realizzazione della linea ferroviaria TAV Torino Lione da parte del Vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.23)



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