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Dettaglio seduta n.110 del 19/05/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 14.32 il Vicepresidente Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00 per mancanza del numero legale)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Bussola, Cantore, Cota Giordano, Maccanti, Montaruli, Toselli, Cattaneo, Pedrale e Goffi.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

"Ritardi nelle pratiche di riconoscimento dell'invalidità civile" presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Boeti, Pentenero, Motta Angela, Muliere, Placido, Laus, Ronzani, Taricco, Manica e Gariglio (mozioni n. 378 e n. 386 collegate al dibattito)


PRESIDENTE

Apriamo i lavori della seduta pomeridiana in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo n. 50 del Regolamento, relativamente a "Ritardi nelle pratiche di riconoscimento dell'invalidità civile", di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

La mozione che abbiamo presentato e sulla quale, come Gruppo consiliare del PD, abbiamo chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio regionale, nasce dal fatto che è stata rappresentata a noi, come a tutta la realtà piemontese e anche ad altri soggetti di questo Consiglio regionale la situazione di difficoltà che da alcuni mesi a questa parte incontrano i cittadini piemontesi nell'ottenimento del riconoscimento dell'invalidità civile.
È un tema che, come Gruppo consiliare, abbiamo già avuto modo di evidenziare l'anno scorso con un'interpellanza, quest'anno con una conferenza stampa tenuta dal collega Boeti e oggi intendiamo proporre con questa mozione.
Il Piemonte era in una condizione positiva per quanto riguardava il rispetto dei tempi, tuttavia la normativa nazionale ha pesantemente complicato le procedure per combattere il fenomeno dei falsi invalidi colpendo in tal modo anche i cittadini piemontesi. È un fatto assolutamente notorio che la comunità piemontese non vive in termini significativi tale fenomeno scorretto dei falsi invalidi.
Quando è stata introdotta la procedura che prevede la doppia visita e anche una gestione della procedura amministrativa più complicata rispetto al passato - ripeto - in Piemonte l'INPS regionale riusciva a smaltire le richieste nell'ordine dei tre o quattro mesi, mentre, attualmente, il tempo di smaltimento di queste pratiche è vicino, se non superiore ai 12 mesi.
Questo problema coinvolge un numero consistente di cittadini piemontesi e si calcola che circa 120/130 mila appartenenti alla comunità piemontese abbiano procedure in attesa di definizione.
Con questa mozione anzitutto vogliamo porre all'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale la tematica, che è rilevante, perché determina in moltissimi casi il mancato riconoscimento dell'invalidità civile e dell'assegno economico che spetta ai cittadini quando sono ancora in vita a causa di rallentamenti e complicazioni delle procedure.
Quindi non vogliamo soltanto riproporre la qualità di questo tema e il dramma che attraversa molti cittadini di questa comunità, ma con questa mozione vogliamo immaginare (che è a corredo della richiesta di convocazione straordinario del Consiglio regionale) anche un percorso che permetta di ridurre le complicazioni. È un percorso rispetto al quale prevediamo la costituzione di un collegio medico, per evitare la doppia visita, composto dai medici dell'ASL e da quelli dell'INPS. È un'ipotesi una proposta di lavoro che sottoponiamo...



(Scampanellio del Presidente)



RESCHIGNA Aldo

È un po' increscioso! Si potrebbe filmare e mandare il filmato ai 130 mila cittadini piemontesi che aspettano da 12 mesi di avere un riconoscimento! Oppure, chiediamo che la Giunta regionale definisca una convenzione con l'INPS regionale tesa a ridurre ai minimi termini le procedure burocratiche e anche l'impegno e la riduzione dei tempi d'attesa da parte dei cittadini piemontesi.
Assessore Ferrero, è un'attesa molto forte che si respira tra le persone coinvolte e credo che sia giusto che la Giunta e il Consiglio regionale assumano come una propria priorità questo profondo disagio che ripeto - coinvolge circa 130 mila appartenenti alla comunità piemontese.
Inoltre, spero si faccia tutto il possibile attraverso le indicazioni che sono contenute all'interno della mozione, affinché molto velocemente la Giunta regionale e l'INPS regionale definiscano questa convenzione al fine di ridurre - ripeto - ai minimi termini per far rientrare nella normalità secondo le tradizioni di questa Regione, i tempi d'attesa da parte delle persone interessate all'ottenimento di questo beneficio.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Il nostro Capogruppo ha illustrato per linee generali il provvedimento che eventualmente possiamo approfondire, anche se crediamo sia stato ampiamente chiarito, sia nella narrativa sia nel dispositivo.
Abbiamo evidenziato non soltanto una gran sofferenza e un gran disagio nelle persone a seguito della complicazione crescente che le pratiche per l'accertamento del riconoscimento dell'invalidità civile determinano.
Una serie di questioni non attengono semplicemente ad argomenti d'ordine burocratico, ma a logiche di semplificazione e di accorpamento di procedure. Quindi, rinvio al dispositivo, che probabilmente l'Assessore sta già leggendo, anzitutto per ricordare come sia possibile creare un'unica visita (almeno questo dovrebbe essere l'auspicio anche in riferimento a ci che la legge 80/2006 prevede) per l'invalidità civile (legge n. 295) e per l'accertamento della disabilità a finalità sociali (legge 104).
In tal modo si potrebbe realizzare un'unica visita, evitando sia la doppia visita, attualmente prevista, di prima e di seconda istanza presso ASL e INPS e sia l'eventuale ulteriore visita, attualmente prevista per l'accertamento delle condizioni stabilite dalla legge n. 104.
Quindi, laddove il cittadino richieda e abbia titolo per richiedere la visita sia per la 104 sia per la 295, si costruisca un meccanismo per unificare queste valutazioni e noi crediamo che sia possibile, visto che vi è una legge dello Stato che lo prevede.
In secondo luogo, noi chiediamo di definire una modalità, al momento temporanea, per l'inoltro delle domande, perché l'obbligo dell'inoltro attraverso la connessione telematica da parte dei medici di medicina generale sta determinando molti problemi, soprattutto laddove i medici non siano disponibili o in grado di poterlo fare.
Chiediamo che, temporaneamente, vi sia la possibilità di adottare ancora l'inoltro della richiesta su supporto cartaceo.
In primo luogo, unica Commissione, sia per la legge 104 che per la legge 295, evitando il doppio passaggio per la 295; secondo, inoltro anche cartaceo; terzo, possibilità, anzi, approfondimento circa i ritardi che al momento vengono registrati, relativamente alla conferma dei permessi dal lavoro, previsti dall'articolo 33, comma 3, della legge 104.
Oggi sappiamo che, in applicazione del comma di questo articolo di legge, i parenti delle persone con disabilità possono ottenere dei permessi lavorativi, ma il ritardo con cui vengono realizzate le visite di conferma della condizione della 104 determina la sospensione del beneficio del permesso dal lavoro.
Questo è inaccettabile, quindi chiediamo che vi sia un meccanismo anche nel caso in cui non si riesca a svolgere in tempo la visita per la conferma della 104, che garantisca i permessi dal lavoro, fino a certamente successivo.
Allo stesso modo chiediamo di intraprendere, attraverso intese con l'INPS, accordi per migliorare la comunicazione verso i cittadini, laddove questi non abbiano più il diritto, perché non gli viene riconosciuto, il diritto all'invalidità civile, ma abbiano, a seguito della stessa visita diritto almeno all'esenzione del pagamento del ticket e la possibilità di iscriversi alla lista di collocamento.
Oggi registriamo il fatto che in molti casi questa comunicazione non avviene. Ci sono state molte Associazioni che ci hanno rappresentato questo limite. Allo stesso modo chiediamo - questione che avevamo già sollevato a fine anno e che speriamo l'Assessore abbia considerato e che ci dia quindi delle informazioni in proposito - se sono state adottate quegli accordi tra INPS e ASL, tali da evitare l'umiliante pratica della nuova visita, nel caso di condizione di disabilità stabilizzata e irreversibile. Glielo abbiamo segnalato a suo tempo, Assessore: era un ordine del giorno, a prima firma Consigliera Pentenero, in cui si rappresentava il fatto, per esempio che persone con sindrome di Down, quindi con una condizione di disabilità stabilizzata, erano costrette a far nuovamente la visita per la conferma dell'ottenimento dell'invalidità civile.
Le chiediamo se quel problema è stato risolto o non ancora.
Infine, chiediamo se tutte le misure che le suggeriamo, in modo particolare quella relativa alla possibilità di unificare, con il coordinamento dell'INPS e presso l'INPS, le diverse attività di valutazione (legge 104, legge 295 e dopo visita della 295) vengono effettivamente praticate. Tutto ciò è ragionevole ed è previsto da una legge dello Stato la 80/2006 e quindi, se non basta un provvedimento regionale, Assessore, si adoperi verso lo Stato affinché questa, che è già legge dello Stato, possa essere effettivamente praticata, semplificando la vita alle persone con disabilità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
È la seconda volta in due mesi che il Partito Democratico si occupa di questa questione. Credo che i Consiglieri regionali non sappiano, rispetto a questo problema che riguarda 120 mila persone, come stavano le cose prima e come stanno adesso.
Riprendendo una parte della conferenza stampa, vorrei spiegare ai Consiglieri regionali, se mi vogliono ascoltare, qual è la differenza tra prima della legge e oggi.
Prima della legge, il paziente si rivolgeva al medico dell'ASL; la visita si svolgeva entro 60 giorni e la pratica veniva inviata all'INPS che la validava. Ogni tanto i medici dell'INPS stabilivano se era opportuno o meno fare dei controlli.
Ricordo la legge 80 citata dal Consigliere Lepri sulla certificazione per i pazienti oncologici: la prima visita veniva effettuata immediatamente e la certificazione era immediata.
Cosa succede oggi? Mi rivolgo ai Consiglieri del centrodestra che si riempiono la bocca, ispirati dal Ministro Brunetta, su questioni riguardanti la semplificazione amministrativa. Oggi, il paziente si rivolge al medico curante. Il medico curante, per via telematica, invia il certificato all'INPS. Il costo dell'operazione è di circa 50/60 euro a carico del cittadino.
L'INPS attribuisce un codice utente con cui rintracciare il certificato. Il cittadino va poi da un patronato, il quale invia, per via telematica, la pratica, riportando il codice del certificato, perché poi il certificato e l'istanza si devono riunire.
L'INPS organizza, per i medici dell'ASL, il calendario delle visite, a seconda della disponibilità dei medici dell'ASL, ma si verifica ogni tanto che ci siano dei posti vuoti perché non sono i medici dell'ASL ad organizzare le visite.
Eseguita la visita da parte dei medici dell'ASL, il verbale ritorna all'INPS che deve validare la visita.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Boeti, è utile al lavoro, ma vi sono ambiti più comodi per parlare e per lavorare rispetto al problema che stiamo affrontando. Vi ringrazio.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Se il referto del medico dell'ASL attribuisce al paziente un punteggio superiore al 74%, quindi con un emolumento, i controlli sono a tappeto e i pazienti vengono richiamati. Tutta quest'operazione ha portato a liste di attesa di 14/16 mesi per il riconoscimento di una pensione di invalidità.
Poi ci sono le revisioni straordinarie da parte dell'INPS, per cui vengono richiamati a visita pazienti, per esempio, che sono ciechi sin dalla nascita.
Una signora di Torino, con una genesia dei bulbi oculari (che vuole dire che è nata senza gli occhi) è stata richiamata a visita. È venuta a parlarmi e mi ha detto: "Ho 64 anni, gli occhi non li ho mai avuti, gli ho spiegato che sono 64 anni che sono invalida perché non ci vedo e l'impiegata dell'INPS mi ha detto: non importa, lei prende una pensione deve venire qui e farci vedere ('farci vedere' ovviamente è un eufemismo per questa signora) che lei non percepisce in maniera illegale una pensione".
Due mesi fa ho presentato un'interrogazione cui l'Assessore non ha risposto (ma penso che prima o poi la risposta arriverà), di cui ora riporto le note essenziali.
Nell'interrogazione scrivo quali siano stati i criteri di analisi applicati alla stesura e alla stipula della convenzione; se in fase di stesura della convenzione sia stato acquisito il parere consultivo delle associazioni rappresentante le persone con disabilità; per quanto tempo è stato sperimentato, prima della sua introduzione, il programma per le attribuzioni dell'invalidità tra CSI e INPS, perché i due programmi non si riconoscono; quali proposte i rappresentanti delle Regioni hanno portato al tavolo INPS-Regione per migliorare la fruibilità del sistema informatico quale organismo, qualora esso esista, monitori il rendiconto e l'andamento delle nuove procedure alla luce di quanto previsto dalla convenzione quante visite siano state eseguite in Piemonte e quante domande siano ancora inevase, quante concluse e quante ancora in fase di istruttoria quanti falsi invalidi siano stati effettivamente individuati, ad oggi, sul territorio piemontese.
Presumo che il Ministro Brunetta sia curioso di sapere quanti falsi invalidi in Piemonte siano stati "beccati" e siamo curiosi di saperlo anche noi.
Ci piace pensare che il Piemonte sia una Regione virtuosa sotto questo profilo, ma naturalmente la Regione dovrebbe essere in grado di dirci come stanno esattamente le cose; quale azione la Regione intenda intraprendere per favorire il corretto adempimento di quanto previsto nella Convenzione di cui alla DGR del 3 novembre 2010 n. 44-943; come intende la Regione attivarsi per colmare le lacune e correggere le discrepanze presenti nei programmi per il riconoscimento dell'invalidità e dei benefici conseguenti (credo che l'ordine del giorno che può essere approvato oggi non sia sufficiente a risolvere questo problema); quali azioni intende attuare per sollecitare l'INPS, visto che al momento della convenzione l'INPS si era impegnato ad eseguire le visite e a definire le pratiche relative in un certo lasso di tempo, provvedimento che fino a questo momento non è stato ancora attuato.
Mi pare allora che ce ne sia abbastanza per l'Assessore; naturalmente se ritiene di rispondere. Mi pare però che l'Assessore si stia concentrando soprattutto sulla questione dell'ordine del giorno. Ripeto però che non è sufficiente l'approvazione di quell'ordine del giorno per risolvere i gravi problemi causati in questo momento dalla Convenzione tra INPS e Regione una Convenzione che sta ledendo la dignità delle persone che sono veramente disabili e non sappiamo ancora quanto effettivamente abbia agito e sia riuscita ad incidere rispetto alle false pensioni di invalidità.
Finisco con una riflessione politica. Credo che questo modello e questo sistema certifichino anche il fallimento del Ministro Brunetta: un uomo che da anni racconta che sotto la sua guida le procedure sarebbero state semplificate, che i cittadini avrebbero avuto una vita più semplice e più agevole, che i dipendenti dello Stato, dei Comuni e degli Enti pubblici sarebbero diventate persone straordinarie e velocissime perché il Ministro Brunetta, dall'altezza delle sue grandi doti professionali, li avrebbe incentivati e sarebbe stato in grado di consentire al Pubblico Impiego inefficiente, in questo Paese, prima del suo arrivo ed efficiente dal suo arrivo in avanti - di migliorare e di progredire sotto il capitolo dell'efficienza, così come peraltro succede in altri Paesi europei. Se aggiungiamo questo fallimento del Ministro Brunetta ai fallimenti degli altri Ministri, si definisce un quadro preoccupante per il nostro Paese e come dicevo stamattina - l'unica speranza è che questo Governo se ne vada in fretta, e con lui il Ministro Brunetta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, grazie. Ho ascoltato gli interventi dei colleghi e oggi devo dire che il nostro Gruppo è particolarmente attento su questi temi, perché sono temi che interessano direttamente i cittadini e in particolare proprio una parte della nostra cittadinanza che obiettivamente, è meno fortunata. Ovviamente poniamo un'attenzione molto particolare, quindi, rispetto a questo.
Io però mi sarei aspettato - rispetto alle premesse e ai ragionamenti che abbiamo fatto con gli altri Gruppi consiliari - che su un tema del genere si evitassero quantomeno le polemiche, Consigliere Boeti. Capisco infatti che si sia convinti della propria idea, ma in questo caso si parla di questioni su cui oltretutto non è responsabile direttamente l'istituzione regionale, in quanto qui purtroppo è intervenuta una riforma che ha complicato la vita ai cittadini; tant'è che c'è un allungamento dei tempi, ci sono delle attese eterne e oltretutto si tratta di attese non collegate solamente alla persona oggetto dell'invalidità, ma - come diceva giustamente il collega Lepri - molti parenti non possono utilizzare la legge 104 in questione proprio perché non riescono ad avere in tempi celeri tutte le necessarie autorizzazioni. Ci sono quindi delle conseguenze pesanti sull'assistenza stessa dei pazienti e di chi vive una situazione molto particolare; e non sto parlando ovviamente di situazioni delicatissime come quelle che riguardano ovviamente i malati oncologici: sto facendo un ragionamento di carattere generale. L'Assessorato alla sanità - come sa bene chi si occupa di queste cose - nel novembre del 2010 aveva già stipulato una Convenzione con l'INPS. Mi pare che ci sia una circolare o una lettera dell'Assessore che tende ulteriormente a sollecitare l'INPS nelle pratiche e soprattutto sulla questione di carattere informatico: ci sono stati infatti due sistemi che, messi insieme, non hanno dialogato tra di loro. Noi ci auguriamo che l'obiettivo di andare verso il ripristino di tempi adeguati - che erano i famosi 120 giorni di cui si parlava - possa essere in qualche modo raggiunto. Questo non significa che non ci debba essere, da parte dell'Istituzione - ed è il motivo per il quale siamo qua a discutere, spero senza polemiche - il tentativo di costruire tra l'altro un ordine del giorno comune, in cui ridefinire, per esempio, una Convenzione che tocchi anche gli aspetti della doppia Commissione, evitando ulteriori lungaggini burocratiche e andando verso dei tempi accettabili che oggi non ci sono.
Ebbene, mi pare di capire che ci sia questa possibilità: di uscire cioè da questo Consiglio regionale con un ordine del giorno che tende a continuare a garantire, innanzitutto, una fattiva collaborazione tra l'INPS regionale e gli Uffici delle Aziende Sanitarie; questo ovviamente per velocizzare l'evasione delle pratiche per il riconoscimento dell'invalidità civile: un ordine del giorno che impegni la Giunta a monitorare l'andamento della cooperazione applicativa che consentirà, a partire da giugno 2011, di utilizzare in maniera efficace il programma nell'effettuazione delle visite e conseguentemente all'INPS di ricevere sulla propria piattaforma informatica queste risultanze (cosa che dicevo nella mia premessa) e a chiedere, attraverso la concordata attività di monitoraggio INPS-Regione un piano di smaltimento delle pratiche arretrate e la presenza del medico legale INPS presso le Commissioni ASL. C'è quindi una volontà di andare in questa direzione. Mi auguro - torno a ripetere - che su una materia come questa ci possa essere, da parte del Consiglio regionale, un'attenzione non strumentale ma tesa al miglioramento e alla riduzione dei tempi di attesa che sono poi l'obiettivo che noi tutti dobbiamo avere per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini e, in particolare, di quelli che soffrono in queste circostanze.



PRESIDENTE

Grazie, collega Angeleri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Prima di iniziare a dire ciò che intendo dire vorrei porre alla sua attenzione - in questo momento in cui lei rappresenta l'Ufficio di Presidenza - un problema tecnico che non è irrilevante. Parliamo infatti di sicurezza, di tutela della salute e di tante cose. Esistono qui sulla mia testa - per di più pelata - dei bocchettoni che buttano aria climatizzata freddissima.



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, è un problema tecnico che l'Ufficio di Presidenza sta affrontando.



BUQUICCHIO Andrea

No, Presidente, conosco il problema. Se mi consente, lo espongo.
Basterebbe che si applicassero delle varianti di flusso che buttino l'aria all'indietro o in avanti.



PRESIDENTE

Lei, Consigliere, sa che la variante di flusso in Consiglio regionale è quasi come la variante di valico, ma ci arriveremo anche noi: glielo garantisco.
Vada avanti, prego.



BUQUICCHIO Andrea

Riprendiamo adesso la tranquillità, ché dobbiamo discutere di cose importanti.
Mi dispiace contraddire il collega e amico Angeleri, che però non c'è più, se n'è andato: è indaffarato, come diceva il collega Boeti, nella stesura dell'ordine del giorno di cui non ci importa proprio niente. Dicevo che mi dispiace contraddire il Consigliere Angeleri perché gli devo ricordare che la legge 80/206 affida proprio alle Regioni, nell'ambito delle proprie competenze specifiche, il compito di adottare disposizioni unificanti che semplifichino le procedure di attrezzamento sanitario.
Stiamo parlando quindi di un argomento che a noi tutti - oltre che alla Giunta, in primis - interessa.
In apertura di discorso voglio dire che in questo caso sono estremamente contrario - mi dispiace, ma lo affermo con forza - a firmare ordini del giorno bipartisan; anzi, non ne firmerò e non ne voterò nessuno.
Infatti, se si affronta un argomento del genere non va fatto in modo strumentale o demagogico: va affrontato con senso di protesta profonda sino in fondo e siccome è veramente abominevole un comportamento del genere da parte di chi genialmente l'ha concepito, bisogna fargli arrivare forte a casa, nelle orecchie - volando a medio-bassa statura - il significato del rifiuto di un atteggiamento del genere.
È infatti da folli - veramente da folli! - concepire di poter dire ad un mezzo che può raggiungere i 50 chilometri orari di dimezzare i tempi del percorso. Quando si vuol fare una riforma, si danno soprattutto i mezzi per realizzare l'obiettivo di quella riforma; altrimenti non ci si può arrogare minimamente neanche il diritto di pensare di poter raggiungere quell'obiettivo.
Detto questo, proprio quell'obiettivo a monte dell'articolo 20 del decreto legge 78/2009, poi convertito nella legge 102/2009, si è rivelato di fatto un esempio tipico di applicazione del principio di eterogenesi dei fini. Sapete cos'è l'eterogenesi dei fini?



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Ecco, questo è proprio il classico, emblematico esempio di eterogenesi dei fini. Se è sacrosanto accertare le reali condizioni di invalidità civile e di disabilità, onde evitare il fenomeno delle false dichiarazioni e conseguenti benefici che gravano pesantemente sul bilancio dello Stato e delle Regioni in termini di erogazioni correnti, determinanti aspetti degenerativi del diritto all'assistenza a danno innanzitutto degli aventi diritto, è altresì vero che non si può complicare l'iter di accertamento delle condizioni di invalidità con gravi ritardi nelle pratiche di riconoscimento delle stesse.
L'integrazione delle Commissione mediche delle ASL con un medico dell'INPS, ente al quale è affidato l'accertamento definitivo in seconda istanza con una propria Commissione, unita al fatto che le domande vadano presentate in via telematica all'INPS, la quale poi le trasmette all'ASL definiscono un iter procedurale che, nella maggior parte dei casi, non rispetta il termine dei 120 giorni fissato dalla stessa INPS.
In Piemonte si parla di tempi in media triplicati rispetto alle precedenti procedure di accertamento. Immaginiamo cosa succeda in altre Regioni. Di recente, come voi sapete, il Tribunale di Genova - ricordo che la Liguria è una Regione di sufficiente livello sanitario - sono state vinte le prime tre cause in merito alle procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile da parte dell'INPS. Tali ricorsi si sono svolti con procedimento di urgenza, ottenendo anche le indennità di accompagnamento.
In tutt'Italia quindi stanno emergendo tutte queste criticità in modo grave e, ancora una volta, a danno di chi? A danno delle fasce sociali più deboli e delle persone che versano ovviamente da malati in condizioni di disagio.
Quindi, sembra acclarata ed indiscutibile la scarsa efficienza del sistema informatico e telematico dell'INPS e quindi del raccordo tra quest'ultimo e l'ASL.
Una volta giunte all'INPS, a decorrere dal 1° ottobre 2010, le pratiche sono vagliate da un sistema telematico interno tramite Poste, gestore di tale servizio, cui è affidato il compito di scannerizzazione delle pratiche stesse, interfacciando tra sedi INPS territoriali e il livello centrale che eroga la prestazione. Non ultimo l'aspetto della privacy che in tutto questo caos procedurale ovviamente viene ad essere leso.
Se il rallentamento è elemento negativo in tutti gli ambiti, in quest'ambito di vitale importanza è veramente insopportabile. Pensiamo a portatori di gravi patologie e malati oncologici.
Si aggiunga, come aggravante alla qualità di tale modello gestionale il fatto che anche nei casi di irreversibile invalidità, vengono reiterate periodicamente le procedure di accertamento. Se è irreversibile, perch andare ad appurare questo elemento? Cose da pazzi! L'aggravamento delle condizioni di salute implica aumento delle spese mediche a carico del malato e se il malato trova difficoltà a sostenerle non riesce a curarsi.
Si genera così un circolo vizioso tra disponibilità economica e salute che, di fatto, incrina il diritto costituzionale alla salute esercitabile ed esigibile da tutti i cittadini.
Noi quindi dobbiamo porre rimedio a quest'abominevole stato delle cose.
Ed invito i colleghi del PD, gli alleati del PD, di fronte ad una situazione del genere, a non trasformare un Consiglio straordinario in una mozione demagogica, in un'azione demagogica o strumentale.
Noi dobbiamo dire tutti insieme "no" con forza ad una cosa del genere! Se loro non vogliono firmare il nostro e il vostro ordine del giorno vadano "a quel paese", ma non possiamo firmare in modo trasversale un ordine del giorno su un argomento del genere. Lo volete capire?



(Proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, per cortesia, la foga oratoria e anche la veemenza nel sostenere certi argomenti però devono restare all'interno di un clima...



BUQUICCHIO Andrea

Allora non vadano "a quel paese"!



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, so che lei è un gentiluomo e sa stare assolutamente all'interno della cordialità dei termini e dei modi. La ringrazio, anche perché ha esaurito il tempo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo sia giusto anche cercare di sdrammatizzare, però non credo sia giusto non avere la consapevolezza della situazione difficile e complicata all'interno della quale si trovano migliaia di persone che vivono una condizione di invalidità e vivono una condizione di grossa difficoltà.
Il collega Boeti ha già evidenziato qual è oggi l'iter e la complessità all'interno della quale si trovano migliaia di persona.
Non sono d'accordo con quello che diceva prima il collega Angeleri sul fatto che quest'Aula non ha il diritto e che quest'Aula non deve assumere posizioni o non deve esplicitare il proprio pensiero, in merito ad una questione che certamente ha degli indirizzi e delle competenze nazionali.
È stato ben ricordato qual è stato il provvedimento scellerato che il Ministro Brunetta ha messo a punto, ma non vanno dimenticate quelle che sono le competenze e i ruoli delle Regioni.
Non possiamo immaginare che quando ci fa comodo le Regioni non hanno competenza e, quando invece ci fa comodo, diciamo che il Governo sta attuando una politica di decentramento ed una politica di federalismo coinvolgendo le Regioni che sono i soggetti principali deputati al governo dei territori.
Questo mi sembra un atteggiamento non responsabile nei confronti dei cittadini, e credo sia un atteggiamento non responsabile soprattutto nei confronti di quelli che sono i ruoli politici e di governo dei singoli enti che compongono il nostro Paese. Non possiamo non renderci conto delle conseguenze che si traducono sulle singole persone dei provvedimenti che sono stati attuati.
È già stato ricordato prima: ci troviamo di fronte - e ne parlo dal punto di vista della scuola - ad una quantità notevole di ragazzini e di bambini per i quali oggi è messa a dura prova la possibilità di avere un insegnante di appoggio, ed è messo in discussione l'assegno che permette a famiglie, che hanno un percorso di vita e di condivisione già complicato e difficile, con bambini in fasce di età delicata, di recuperare tutte quelle potenzialità che permetterebbero loro di avere un percorso di vita assolutamente diverso.
Quindi, vuol dire che non c'è assolutamente responsabilità, non c'è consapevolezza di che cosa abbia prodotto sui territori questo decreto così scellerato.
Noi abbiamo il dovere non solo attraverso la convenzione con l'INPS che non è sicuramente l'elemento che permette di risolvere la situazione ma abbiamo anche la responsabilità morale, civile e politica nei confronti della nostra Regione e del nostro questo Paese, di mettere in atto tutte quelle situazioni tali per cui il provvedimento approvato dal Governo e proposto dal Ministro Brunetta venga nel più breve tempo possibile eliminato e cambiato.
Abbiamo persone che aspettano da due anni il provvedimento di invalidità. Cito situazioni per le quali è molto facile capire i motivi per i quali non sono certamente falsi invalidi, che è il motivo ricorrente che il nostro Ministro ha usato in più occasioni. Può darsi che esista questo fenomeno in Italia, ma per persone che hanno la sindrome di Down, per persone che sono non vedenti, per persone che hanno un'invalidità permanente deve succedere qualcosa assolutamente di miracoloso perché la situazione possa cambiare e possa cambiare soltanto attraverso un accertamento.
Quest'Aula ha tutto il diritto....



(Brusìo in aula)



PENTENERO Giovanna

Presidente, diventa davvero impossibile riuscire a parlare con un'Assemblea.



PRESIDENTE

Ha ragione. Io non ero nemmeno un bravo chierichetto. È dall'inizio della seduta che scampanello e diventa oggettivamente complicato.
Ha perfettamente ragione, ma non so più a chi bisogna rivolgersi.



PENTENERO Giovanna

Magari può essere un'occasione per recuperare quella funzione adolescenziale. Potrebbe essere questa l'occasione, Presidente.



PRESIDENTE

Se si riferisce alla funzione del chierichetto, non basterebbe un corso di 150 ore.



PENTENERO Giovanna

Detto questo, credo che quest'Aula abbia non solo il diritto, ma il dovere di prendere una posizione e di mettere in atto tutti quegli strumenti affinché quanto è stato approvato dal Governo venga ritirato nel più breve tempo possibile o si trovino altre soluzioni.
Non si deve dimenticare che, se da un lato vengono approvati tutti i decreti per il federalismo e per il decentramento, i provvedimenti messi in atto, oltre ad essere costosi, sono di una centralismo assoluto, perch riportano una questione delicata e complicata ad una dimensione centrale che non ha nulla a che vedere - anzi, va in direzione opposta - rispetto ai meccanismi di decentramento delle competenze regionali e di federalismo. Da un lato si spende di più e, dall'altro, si determina sicuramente una quantità di problemi non indifferenti ai cittadini che appartengono alle fasce più deboli della nostra popolazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marinello, il cui intervento è l'ultimo prima della votazione dell'ordine del giorno; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Il mio è un intervento per prendere tempo e per dare la possibilità a coloro che stanno lavorando ad un documento, possibilmente unitario, di verificare se è possibile farlo.
Tuttavia, credo che alcune cose vadano dette. Anzitutto, non per fare l'avvocato del Consigliere Angeleri, mi sembra sia stato male inteso quanto detto dal Consigliere Angeleri. Il Consigliere Angeleri faceva riferimento non tanto alle competenze o al fatto che quello che diceva derivasse dall'ignorare la normativa che conosciamo tutti, quanto al fatto che il problema è più tecnico che politico.
Il Presidente dell'INPS Antonio Mastropasqua definisce la partita dei falsi invalidi e del riconoscimento dell'invalidità una terra sconosciuta dove - dichiarazioni sue - stanno insieme il malato di SLA e chi ha un dolore al gomito. Perché cito il Presidente dell'INPS? Perché l'esempio toccante che ha riportato il Consigliere Boeti, riguardante la persona non vedente, è sicuramente un esempio limite dal punto di vista di coloro che subiscono "l'ingiustizia" dei controlli. Non dimentichiamo quello che ha rappresentato nella storia del nostro Paese la partita dei falsi invalidi.
Le ultime scene di pochi mesi fa, se è vero quello che dice il Consigliere Boeti, in senso negativo, per l'applicazione delle nuove regole, parlano di un cieco che parcheggia l'auto e di un altro in fila alle Poste mentre legge il giornale. Esistono questi due universi nell'argomento che stiamo trattando e questi due ultimi casi che ho citato sono scritti dai Magistrati di Siracusa, che raccontano nei verbali la storia dell'Assessore comunale che prometteva pensioni in cambio di voti e dettava ai medici compiacenti le percentuali di handicap da assegnare (74 74-100). L'Assessore "profeta" si è difeso dicendo che erano solo pronostici, ma questa è la verità di una partita della quale si è perso il controllo.
La questione dei falsi invalidi è una questione che, in qualche modo andava trattata e presa in mano. Additare la riforma messa in campo come il male assoluto credo sia, in un certo senso, strumentalizzare lo strumento messo in campo dal Governo.
Il Sole 24 Ore, organo di informazione sufficientemente attendibile dice: "Funziona la stretta sull'invalidità civile. Nei primi due mesi del 2010 le domande di pensione per invalidità civile presentate all'INPS sono state 150 mila, con un calo del 58% rispetto alle 350 mila presentate nello stesso periodo nel 2009".
Questo tipo di meccanismo nuovo, che toglie e che limita al minimo il controllo politico sulle commissioni che concedono l'invalidità civile, è un meccanismo che funziona dal punto di vista del principio. Siamo d'accordo anche noi che è intollerabile la dilatazione dei tempi, ma sono due piani diversi. Il meccanismo individuato dal Governo nella riforma è un meccanismo che sta dando dei risultati perché inserisce dei controlli e delle procedure che hanno, di fatto, portato ad una diminuzione del 58% in due mesi delle richieste di invalidità.
Il problema dei falsi invalidi - non si tratta di esempi che devo fare io qui, li abbiamo trovati per mesi sugli organi di informazione - andava estirpato.
L'INPS, facendo un calcolo rispetto ai controlli già effettuati ipotizza che la somma complessiva di denaro dato sotto forma di pensione per l'invalidità a coloro che non hanno i requisiti, equivale a circa un miliardo di euro all'anno. Stiamo parlando di soldi importanti, di soldi che potrebbero essere destinati ad altro, stiamo parlando di un problema che esiste.
Quello che voglio dire con il mio intervento è che non si possono mettere sullo stesso piano le finalità e il tentativo che sta portando dei risultati in termini di numeri assoluti della riforma adottata dal Governo con problematiche che hanno un carattere meramente tecnico e che vanno risolte. Su questo dobbiamo muoverci, cercando di individuare non tanto una nuova filosofia delle riforma o nuove procedure (quelle procedure e il passaggio di competenza all'INPS ha portato dei risultati), quanto trovare delle soluzioni tecniche che consentano alle persone di ottenere quello che spetta loro in tempi brevi.
Non concordiamo con il quadro apocalittico, con il tentativo - se abbiamo inteso male, ce ne scusiamo - di strumentalizzazione politica. Noi non stiamo facendo strumentalizzazione politica, ma stiamo fotografando la realtà di uno strumento che sta dando dei risultati. Bisogna modificare le procedure per ottenere tempi più rapidi e per evitare umiliazioni ad alcune persone - i casi limiti sono quelli che, ad esempio, ha citato il Consigliere Boeti - è su quello che dobbiamo lavorare. Il documento che noi vorremmo proporre si muove in quest'ottica e con questa filosofia.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Questo è il caso tipico italiano dove si passa da un estremo all'altro.
Prima vi era, acclarata anche da dati, da statistiche e da inchieste giudiziarie, un certo lassismo nel concedere le pensioni di invalidità.
Magari non tanto in una regione come il Piemonte, ma in altre regioni. A questo malcostume era giusto porre un argine. Una situazione disdicevole verso chi era invalido e per alcune situazioni incresciose, dove vi è stato anche un intreccio, molto negativo, fra burocrazia, politica e amministrazione.
Era giusto dare una sterzata e porre un rimedio a tale situazione.
Peraltro, l'Italia è un Paese dalla memoria corta, perché una ventina di anni fa esisteva già questo problema: all'epoca si pensò di delegare ai medici militari le visite sulla invalidità civile. Ovviamente, si creò una situazione analoga a quella attuale, con un ingolfamento di visite non espletate, una rigidità burocratica e di diagnosi nella patologia di invalidità molto severa, per cui si tornò a delegare alle Commissioni delle ASL la verifica per l'invalidità civile.
Noi oscilliamo sempre: il nostro Paese non migliorerà mai complessivamente se non si troverà una linea di equilibrio tra giuste esigenze di chi soffre e rigore amministrativo e politico.
Le criticità emerse in queste settimane sono in gran parte vere effettivamente, è singolare che si debbano fare due visite, dal momento che già nella prima, quella della Commissione delle ASL, è già presente un medico legale dell'INPS. Questa situazione deve essere chiarita e superata perché è corretta e assolutamente necessaria la presenza della rappresentanza dell'INPS, ma non si capisce il motivo per cui siano necessarie due visite.
L'altra situazione che sottolineiamo in questo ordine del giorno, che speriamo di poter approvare unanimemente - ne siamo convinti, lo stiamo perfezionando - è relativa ai benefici della legge n. 104 per i familiari di soggetti gravemente disabili, che, una volta scaduti i termini, talvolta non possono più godere di tali benefici (permessi e quant'altro) finché non viene fatta una nuova visita. Si chiede, dunque, che questi benefici soprattutto in termini di permessi che consentano un'assistenza adeguata ai familiari, rimangano in vigore finché non viene espletata la successiva visita. Come quella delle invalidità croniche e irreversibili, che, ahimè non possono ovviamente essere migliorate o recuperate: anche su questo, è opportuno un correttivo.
Era giusto porre un rimedio ad una situazione che aveva preso una brutta china ormai da troppi anni, però è altrettanto vero che si deve intervenire per evitare inutili rigidità e lentezze burocratiche che la Regione stessa sta cercando di superare anche con un sistema informatico compatibile con quello adottato dall'INPS.
Il mio auspicio è che su tale materia, dove mi pare si sia trovata una larga convergenza, si riesca davvero ad approvare un ordine del giorno comune.



PRESIDENTE

Con l'intervento del collega Pedrale possiamo ritenere concluso il dibattito generale.
Sono stati presentati due atti d'indirizzo: mozione n. 378 "Superare ritardi e complicazioni nelle pratiche di riconoscimento dell'invalidità civile e collegate alla disabilità" presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Boeti, Pentenero, Motta Angela, Muliere, Placido, Laus, Ronzani, Taricco, Manica, Gariglio mozione n. 386 "Superare ritardi e complicazioni nelle pratiche di riconoscimento dell'invalidità civile e collegate alla condizione di disabilità" presentata dai Consiglieri Pedrale, Marinello, Angeleri Spagnuolo, Valle, Botta Marco, Costa Rosa Anna, Tentoni, Motta Massimiliano, Boniperti, Gregorio, De Magistris, Molinari, Novero.
Prima di procedere alla votazione, hanno chiesto di intervenire i colleghi Boeti e Reschigna.



PEDRALE Luca

Scusi, Presidente, solo per capire: parliamo già della mozione unitaria?



PRESIDENTE

No. Al momento ne abbiamo depositata una sola.



PEDRALE Luca

Dovrebbero ritirarla. Magari chiediamo la sospensione di un minuto.



PRESIDENTE

Assolutamente, era quello che pensavo. Sospendiamo per due minuti la seduta, per verificare la possibilità di presentare un'unica mozione rispetto al tema trattato.
Il Consiglio riprenderà alle ore 16.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 15.57 riprende alle ore 16.07)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i nostri lavori con la trattazione della mozione n. 378 che non è stata ritirata - avente come primo firmatario il collega Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve: vorrei solo spiegare le ragioni per cui noi confermiamo la mozione che abbiamo depositato e perché chiediamo al Consiglio regionale di esprimere...



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia! Vi prego di prendere posto.
Prego, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Volevo solo ribadire che confermiamo la mozione che abbiamo depositato e chiediamo al Consiglio regionale di approvarla, con la convinzione che il contenuto e le intenzioni di quella mozione che abbiamo depositato non rappresentino un'operazione di strumentalizzazione politica del problema ma il tentativo di dare una risposta positiva ad un problema che interessa migliaia di cittadini piemontesi.
Credo, però, che la politica debba avere la capacità di esprimersi con chiarezza. In queste ore si è cercato di condividere un documento comune ma se non ci siamo riusciti è perché riteniamo che se la politica vuole essere chiara, non può esserci un dibattito dai contenuti che sono stati espressi questo pomeriggio, e non ci può essere una conclusione che pu apparire all'esterno sicuramente come un modo attraverso il quale condire un problema, liberarsi una coscienza e immaginare in questo modo di aver superato un ostacolo.
La politica deve esprimersi con chiarezza. In questo momento, migliaia di cittadini piemontesi stanno vivendo una condizione di difficoltà: questo è il nostro punto di partenza.
Se qualcuno in quest'aula immagina che il problema non esista, non voti il nostro ordine del giorno. Non lo voti! Perché se si parte dal presupposto che il nostro ruolo di legislatori regionali sia quello di dover, da parte di chi è oggi all'opposizione, attaccare a tutti i costi il Governo, e da parte di chi è oggi alla maggioranza di questa Regione difendere a tutti i costi il Governo, così non andiamo da nessuna parte.
Nella nostra mozione non troverete una sola parola contro il Governo.
Però si denuncia sostanzialmente il fatto che provvedimenti che potevano avere anche una loro logica, che era quella dell'abbattimento della piaga del falsi invalidi che caratterizza un pezzo della nostra comunità nazionale, in Piemonte sta determinando una situazione per cui i piemontesi onesti pagano quel prezzo. E non si può venire a dire che il problema non esiste! Il problema esiste e in questo momento riguarda 130.000 cittadini piemontesi.
Noi volevano trovare un modo attraverso il quale dare un contributo alla soluzione, per quanto nelle possibilità dell'intervento regionale. Poi c'è un ambito di intervento che riguarda la sfera nazionale e c'è un ambito di intervento regionale che è possibile costruire: è un percorso non semplice; è un percorso che noi abbiamo indicato e che può avere, nella sua fase di discussione e di confronto tra l'INPS regionale e la Giunta regionale anche alcuni elementi di perfezionamento e di modifica di dettaglio, ma è un percorso che ha come unico obiettivo quello di immaginare una soluzione concreta.
Se la politica vuol essere "chiarezza", a questo punto ciascuno presenti il proprio ordine del giorno, più o meno annacquato. Noi rimaniamo col nostro testo, convinti che la nostra non è un'operazione di strumentalizzazione politica, semmai un'operazione tesa a dire che c'è un'Amministrazione regionale, come abbiamo sostenuto questa mattina sull'altrettanto grave problematica dell'anzianità e della non autosufficienza, che vuole essere vicina ad un Piemonte che è in difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'intervento del Consigliere Marinello mi ha lasciato un po' stupito perché dalle sue parole sembra che alcuni partiti politici si mettono d'accordo con i medici dell'ASL per stabilire la cifra pattuita a seconda della percentuali di invalidità da attribuire al paziente (e quelli evidentemente, saremmo noi), e poi ci sono partiti politici che stanno conducendo una strenua lotta per combattere e stroncare una piaga italiana (forse, anche europea) che riguarda i falsi invalidi.
Noi non mettiamo in dubbio il diritto e neanche il dovere del Governo di tentare di stroncare la piaga dei falsi invalidi.
In trent'anni di professione non ho mai fatto un certificato medico falso e posso dire quello che sto dicendo. Nell'interrogazione ho chiesto all'Assessore di verificare con l'INPS quanti certificati falsi sono stati firmati e quanti falsi invalidi sono stati identificati.
Vorrei che la Giunta, che ha la responsabilità di questo settore, una volta tanto non difendesse a spada tratta, Consigliere Marinello, una scelta che da un punto di vista tecnico, non da un punto di vista ideale il Governo ha condotto in maniera sbagliata, perché questo è il punto: occorre assumersi, una volta tanto, la responsabilità di quello che si fa a livello nazionale e a livello regionale, anche se il colore politico è lo stesso! Non c'è niente di male a dire al Ministro Brunetta che si è d'accordo con il suo desiderio, ma il meccanismo che ha messo in piedi è sbagliato! Quindi il Consiglio regionale, la Giunta e l'Assessore facciano quello che vogliono (rapportandosi con l'INPS, che magari ritiene, con noi, che uno strumento potrebbe essere quello di mettere insieme le due Commissioni mediche ASL e INPS, o di attribuire soltanto il compito all'INPS) l'importante però è che i tempi siano dentro un limite di civiltà! Se un malato di tumore aspetta molti mesi il rischio, Consigliere Marinello, è che la Commissione prenda in considerazione il suo caso quando il paziente è morto! Una volta ogni tanto potete dire che questa roba non funziona! E se non funziona, cerchiamo di capire come è possibile ovviare, senza continuare a dire: "Questi invalidi. Una piaga! Ci sono quelli che si mettevano d'accordo con i medici dell'ASL. Ci sono quelli che pagavano. I politici prendevano le mazzette".
Vi prego di credere che questi ragionamenti non riguardano nessuno dei presenti in quest'Aula, e quindi sono argomenti un po' fuori luogo.
Scelga il Governo e la Regione, ovviamente, che ha la responsabilità uno strumento agile in grado di risolvere il problema senza mortificare ripeto, gli invalidi veri e senza impedire la possibilità di vedere riconosciuto il loro diritto a coloro che invalidi lo sono e che aspettano un contributo da parte dell'INPS.
Voterò, come ho sempre fatto in questi sei anni, con il mio Gruppo. Se c'è da votare però anche l'ordine del giorno del centrodestra, quello io non lo voto. Lo avrei votato se il centrodestra in quest'Aula avesse detto di essere disposto ad assumersi la responsabilità di quello che sta succedendo e di cercare assieme come è possibile rimediare a questo errore.
Se ogni volta che diciamo che qualcosa non funziona a livello nazionale, siamo accusati di fare strumentalizzazioni politiche, devo ricordare - come ho ricordato l'altro giorno - che questa non è una bocciofila, ma un luogo in cui la politica la facciamo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marinello.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Sono esterrefatto! Lo dico molto sinceramente, tanto ormai le posizioni sono chiare. Non riesco a capire questi ultimi interventi perché rispetto a quanto ho detto io, Consigliere Boeti, non stanno né in cielo né in terra.
Nel mio intervento dicevo che c'è una problematica tecnica da cambiare che c'erano dei meccanismi da cambiare. Quello che hai detto tu.
Qui è successo qualcosa di particolare che credo riguardi dinamiche lontane dalla nostra capacità di comprendere questo operazione, perché fin dall'inizio abbiamo detto che siamo disponibili a ragionare sul vostro documento, perché ne condividiamo i contenuti di massima.
Non riesco veramente a capire che cosa avete costruito nella vostra mente negli ultimi minuti, ma devo dire che è una posizione che non riesco a comprendere. È una polemica che non riesco a comprendere, perché quanto hanno detto i Consigliere Boeti e Reschigna non fotografa la realtà del dibattito di oggi. O avete capito male o non avete voluto capire.
La situazione è chiara. Con gli ultimi interventi si è tentato di far passare l'idea che la Lega, la maggioranza e la Giunta non hanno a cuore le problematiche degli invalidi. Questo non sta né in cielo, né in terra.
Offendete non solo l'onorabilità e la dignità delle persone che stanno da questa parte dell'emiciclo, ma offendete anche coloro che hanno quei problemi, perché quella è strumentalizzazione politica! Quella è strumentalizzazione politica! Far pensare che da questa parte c'è gente che se ne infischia dei problemi di coloro che fa fatica ad ottenere il riconoscimento dell'invalidità. Ma vi rendete conto di quello che state dicendo? Voi volete farci passare come se fossimo gente che si sveglia la mattina e che se ne frega della gente che ha problemi. Ma dai! È una roba che non comprendiamo, che non sta né in celo né in terra e che lascia un po' di amarezza in bocca. Pertanto, diventa lampante a questo punto che la strumentalizzazione politica la sta facendo qualcun altro e non noi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Che sia strumentalizzazione o meno, non vorrei entrare nella dinamica che ha caratterizzato la nostra discussione.
Colgo l'appello, chiamiamola pure riflessione, del Consigliere Marinello e se ci sono state delle incomprensioni, pazienza.
Spero che il senso del nostro ordine del giorno sia compreso e mi pare di poter cogliere, nonostante qualche affermazione forse un po' infelice che ci sia una larga convergenza.
Quindi mi pare di capire che ci sarà un voto di sostanziale e reciproco riconoscimento, con una tecnicalità già sperimentata stamattina, della presenza reciproca.
Inoltre, mi auguro che, al di là del modo con cui si voterà, quest'Aula si ritrovi sui punti che il nostro documento e certamente anche il vostro (che è meno circostanziato, ma certamente fondato anch'esso) rappresentano.
Lo dico in modo particolare all'Assessore Ferrero. Assessore Ferrero, la prego davvero (le ho parlato anche di persona), siccome noi rappresentiamo anche molte volte i tormenti, le sofferenze, le istanze, le attese di persone e associazioni, vogliamo davvero caldamente rappresentarle la nostra attesa circa il fatto che lei, Assessore, si adoperi fortemente su questa vicenda. Temiamo - glielo dico chiaramente - che l'ordine del giorno a prima firma Pentenero, votato da tutto questo Consiglio a dicembre, che chiedeva alla Giunta di adoperarsi affinché le persone con invalidità permanente non venissero più richiamate per un accertamento inutile, non abbia avuto seguito. Di conseguenza, le domandiamo di considerare questa questione. Si tratta ogni giorno di decine di persone chiamate inutilmente a fare delle visite che costano e che possono essere tranquillamente evitate: questo è un modo per evitare non solo delle sofferenze inutili, ma anche dei costi inutili.
Assessore, per favore, non lasci disattesa la raccomandazione che le dà tutto il Consiglio, con due documenti diversi: ci sono almeno cinque o sei questioni rilevanti che possono essere affrontate senza che questo significhi in alcun modo lassismo o permettere che persone che non hanno titolo possano beneficiare di contributi e provvidenze. Ciò ci è totalmente contrario e naturalmente condividiamo tutti l'esigenza di evitare comportamenti opportunistici.
Non si tratta di questo, si tratta di tutt'altro: di evitare pratiche inutili, di evitare sofferenze inutili. Questo è un compito che le consegniamo, pregandola di osservarlo e praticarlo con la massima attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire che un po' di delusione ce l'ho, perché in quest'ultima ora si era fatto, secondo me, un buon lavoro, sintetizzando e assemblando le due mozioni, le due posizioni, dove c'erano molti punti di convergenza, che ho anche già evidenziato nel mio precedente intervento.
Onestamente non mi sembrava e non mi sembra che l'intervento del Consigliere Marinello sia stato così sconvolgente da modificare le posizioni prese pochi minuti prima, dove si era riusciti a trovare una linea comune. Pazienza, sarà per un'altra volta.
Auspico che almeno - ma mi sembra di capirlo, dalle parole del collega Lepri - ci sia una reciproca legittimazione dei due ordini del giorno, per cui noi daremo la presenza sul vostro ordine del giorno e mi auguro che voi facciate altrettanto nei confronti del nostro documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Consigliere Pedrale, conosciamo - almeno i più anziani di quest'Aula il significato di un ordine del giorno e di una mozione: purtroppo lasciano il tempo che trovano! Qui non ci troviamo di fronte a una decisione e a un provvedimento legislativo che merita la mediazione, per il quale è doveroso mediare per poter raggiungere un obiettivo legislativo. Qui ci troviamo di fronte a un ordine del giorno e a una mozione che non ho presentato personalmente n come Gruppo, ma che è presentata dal Partito Democratico. Il Partito Democratico mi risulta - sono convinto, e lo sanno tutti - non essere una forza di maggioranza.
Ci troviamo di fronte ad una maggioranza che non accetta il significato, in questo caso esclusivamente politico, di una mozione e un ordine del giorno del genere. Il significato non può che essere, non avendo una valenza legislativa o deliberativa, un significato di protesta.
Allora, se la maggioranza ritiene che, proprio per la posizione che assume, non può - consentitemelo senza offendervi, perché è un concetto che appartiene al mondo intero - per una libera scelta di servilismo alla propria parte di appartenenza - se me lo consentite, altrimenti ritiro, non è un problema - legittimamente assumere quel tipo di posizione, non pu chiedere e imporre all'opposizione di modulare la propria protesta, perch questo inficia l'azione di protesta dell'opposizione. È quello il significato che do in questi casi. Ripeto: non vale a 360 gradi, a tutto tondo, ci sono altre occasioni nelle quali una mediazione deve essere raggiunta.
Allora delle due, l'una: o ci lasciate protestare a 360 gradi e poi autonomamente, liberamente, vi associate a questa protesta, ma non ve lo possiamo imporre e forse neanche chiedere, perché è una cosa che deve nascere spontaneamente dal vostro cuore, se ritenete di poterlo fare altrimenti nessuno vi accuserà di non poterlo o non saperlo fare.
Ritengo che, in quest'occasione, dalle due parti ci debba essere una netta differenziazione ed è il motivo per cui voterò convintamente l'ordine del giorno del collega Lepri.
Mi dispiace ma, oltre a non votarlo, al vostro non darò neanche la presenza. Mi dispiace.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Oggi, si è persa l'opportunità di votare, una volta tanto, un provvedimento utile ai cittadini - che è l'obiettivo di questo Consiglio al di là delle strumentalizzazioni.
Non voglio sollevare polemica, perché, a questo punto, mi pare difficile recuperabile un fronte comune. Sono esterrefatto, come diceva anche prima il collega Marinello, perché abbiamo accettato un Consiglio regionale straordinario, che abbiamo ritenuto giusto svolgere su un tema che interessa ai cittadini...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



ANGELERI Antonello

Non è una questione di obbligo, parlo di convinzioni del nostro movimento.



(Scampanellio del Presidente)



ANGELERI Antonello

Posso parlarne almeno in termini di convinzione politica del mio movimento?



(Commenti del Consigliere Reschigna)



ANGELERI Antonello

Allora, se non mi è consentito parlare, ditelo.
Il Regolamento prevede questo e noi lo abbiamo accettato in modo convinto, perché sapevamo, eravamo stati sollecitati su questi temi l'Assessorato aveva lavorato, ma era giusto che il Consiglio regionale prendesse un provvedimento possibilmente segnalato all'unanimità.
Dopodiché, l'opposizione sottopone alla maggioranza un ordine del giorno, rispetto al quale noi chiediamo solo di fare alcune correzioni - è qui a mie mani, poi sappiamo che sulle mozioni non si possono presentare emendamenti - non di sostanza, per evitare qualsiasi tipo di polemica, ma riconoscendo tutta la premessa e tutte le considerazioni. Per quanto riguarda le modificazioni, ricordo che sulla questione della convenzione una partita era già stata giocata a novembre dell'anno scorso, pur riconoscendo ancora una volta quanto presenta l'opposizione.
Poi, non so per quale motivo - non voglio neanche conoscerlo - il collega Marinello ha fatto una distinzione del tutto legittima. Qui c'è una questione tecnica che, in qualche modo, dobbiamo risolvere, altrimenti la lungaggine burocratica continua ad allungare i tempi. Quando tutto era a posto e tutto era siglato è stato detto che qualcuno ha sollevato una polemica in modo strumentale. Quindi, sotto questo aspetto ognuno va avanti per conto suo.
Ripeto: è una brutta pagina di questo Consiglio regionale, che, secondo me, non dimostra maturità. Il problema doveva essere posto unitariamente nei confronti dell'INPS; dopodiché, ragazzi, assumetevi anche la vostra responsabilità, in quanto noi abbiamo dimostrato, come ho detto prima tutta la buona volontà e l'attenzione.
Se volete fare in modo diverso, va bene, ognuno si vota il suo, come avviene nel solito teatrino della politica e, alla fine, chiudiamo in questo modo, ma - ripeto - non è una bella pagina!



PRESIDENTE

Grazie.
Non avendo altri iscritti a parlare, chiedo se il primo firmatario intende replicare.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Non replico, non ne vale la pena!



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione dei due documenti.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 378, il cui testo recita: "Premesso che l'articolo 20 del decreto legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, ha modificato le procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile tale normativa, al fine di assicurare uniformità di valutazione e contrastare eventuali abusi, prevede l'integrazione delle Commissioni mediche delle Aziende sanitarie locali con un medico dell'INPS quale componente effettivo ed attribuisce all'INPS la competenza ad effettuare l'accertamento definitivo attraverso una propria commissione di seconda istanza e l'accertamento della permanenza dei requisiti dei titolari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità la medesima normativa ha previsto che, dal 1 gennaio 2010, le domande volte ad ottenere i benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità siano presentate esclusivamente in via telematica all'INPS, il quale provvede poi a trasmetterle alle Aziende Sanitarie Locali tali procedure miravano, oltre che a contrastare il supposto fenomeno dei 'falsi invalidi', a rendere più celeri le pratiche e a tale proposito l'INPS si era impegnata a non superare il periodo di 120 giorni per concludere l'iter amministrativo delle domande il comma 4 del citato articolo 20, al fine di migliorare, semplificare ed uniformare su tutto il territorio nazionale il procedimento in oggetto, ha previsto la stipula di un accordo quadro tra il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per definire le modalità attraverso cui sono affidate all'INPS le attività in questione, nonché la successiva stipula di convenzioni tra l'INPS e le Regioni. Tale Accordo quadro nazionale è stato stipulato in data 29 aprile 2010 la legge 80/2006 all'art. 6 prevede che 'Le regioni, nell'ambito delle proprie competenze, adottano disposizioni dirette a semplificare e unificare le procedure di accertamento sanitario di cui all'articolo 1 della legge 15 ottobre 1990, n. 295, per l'invalidità civile, la cecità, la sordità, nonché quelle per l'accertamento dell'handicap e dell'handicap grave di cui agli articoli 3 e 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni, effettuate dalle apposite Commissioni in sede forma e data unificata per tutti gli ambiti nei quali è previsto un accertamento legale'.
Considerato che le previsioni introdotte dall'articolo 20 del DL 78/2009 hanno dato luogo a gravi problemi di rallentamento delle procedure di riconoscimento dell'invalidità civile: mentre prima in Piemonte le pratiche erano concluse, con risposta negativa o positiva entro circa 120 giorni, oggi si sono accumulate decine di migliaia di richieste inevase risalenti ai primi mesi del 2010 e i tempi appaiono in media triplicati ciò in alcuni casi, in particolare quelli dei pazienti oncologici determina la sostanziale inutilità del procedimento, che spesso giunge a termine dopo il decesso del cittadino le cause di rallentamento sono da ricercarsi principalmente nei seguenti aspetti le modalità di attivazione della richiesta prevede l'invio telematico all'INPS da parte del MMG, mentre una parte non residuale dei MMG non ha aderito a tale modalità, con conseguente necessità di ricorso, da parte del cittadino, al supporto dei patronati la previsione di una seconda visita da parte dell'INPS stesso, a verifica dell'esito della prima problemi di compatibilità dei software utilizzati nei diversi passaggi e problemi relativi alla trasmissione telematica agli uffici centrali attraverso Postel.
accanto al problema del rallentamento, vengono segnalati dai cittadini aspetti problematici, quali la mancata segnalazione da parte dell'INPS, nel catodi esito negativo, di possibili altri benefici quali l'esenzione dal ticket o la possibilità di iscrizioni agli elenchi di cui alla legge 68/1999 con interpellanza n. 112 del 28 luglio 2010 'Controlli sull'invalidità disposti dall'INPS a carico di soggetti con patologie escluse dalle visite di controllo sulla permanenza dello stato' si era poi segnalato il problema del disagio patito da cittadini con forme di disabilità stabilizzate e irreversibili, che vengono chiamati a successive umilianti visite di controllo per verificare, inutilmente, la permanenza della condizione in molti casi gli stessi cittadini debbono sottoporsi anche alle visite per accertare la condizione di disabilità ai sensi della legge 104/1992 mentre il citato articolo 6 della legge 80/2006 richiede alle amministrazioni di semplificare e unificare gli adempimenti amministrativi per le persone con disabilità come segnalato dalle associazioni di disabili, le aziende pubbliche e private talvolta sospendono i permessi dal lavoro previsti dall'art. 33 comma 3 della legge 104/1992 per i parenti delle persone con disabilità a partire dalla data di rivedibilità della condizione di handicap, poich talvolta tarda ad essere effettuata la visita che dovrebbe definire la prosecuzione o interruzione di tali benefici il Consiglio regionale impegna la Giunta a definire una convenzione tra INPS e Regione per giungere alla costituzione, sotto responsabilità dell'INPS, di commissioni mediche congiunte ASL-INPS, così da evitare la necessità di un 'doppio passaggio' del cittadino per la valutazione relativa all'invalidità civile, nonché per prevedere lo svolgimento contestuale ove opportuno delle visite relative all'invalidità civile e quelle connesse alla condizione di handicap (legge 295/1990 - legge 104/1992) a definire modalità di inoltro delle domande che, sino alla definitiva soluzione delle problematiche relative alla connessione telematica dei medici di medicina generale, consenta anche l'inoltro di richiesta su supporto cartaceo a verificare lo stato dei ritardi e delle complicazioni subite dalle persone con disabilità, compreso il fenomeno della sospensione dei permessi dal lavoro previsti dall'art. 33, comma 3 della legge 104/1992 connesso ai ritardi negli accertamenti di rivedibilità ad intraprendere, anche attraverso appositi accordi con l'INPS, azioni volte a migliorare la comunicazione verso i cittadini, soprattutto nei casi in cui, pur escludendo altre provvidenze, la visita accerti almeno il diritto all'esenzione dal pagamento del ticket o la possibilità di iscrizione alle liste di collocamento di cui alla legge 68/1999 ad intraprendere azioni, sia in rapporto all'INPS, sia, ove necessario nei confronti del Governo, per evitare la pratica umiliante delle visite di verifica per condizioni di disabilità stabilizzate e irreversibili ad intraprendere atti nei confronti del Governo per rimuovere le cause di rallentamento sul livello nazionale nelle pratiche di riconoscimento e verifica dell'invalidità civile".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 386, il cui testo recita: "Premesso che l'articolo 20 del decreto legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, ha modificato le procedure per il riconoscimento dell'invalidità civile tale normativa, al fine di assicurare uniformità di valutazione e contrastare eventuali abusi, prevede l'integrazione delle Commissioni mediche delle Aziende Sanitarie Locali con un medico dell'INPS quale componente effettivo ed attribuisce all'INPS la competenza ad effettuare l'accertamento definitivo attraverso una propria commissione di seconda istanza e l'accertamento della permanenza dei requisiti dei titolari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità la medesima normativa ha previsto che, dal 1 gennaio 2010, le domande volte ad ottenere i benefici in materia di invalidità civile, cecità civile sordità civile, handicap e disabilità siano presentate esclusivamente in via telematica all'INPS, il quale provvede poi a trasmetterle alle Aziende Sanitarie Locali tali procedure miravano rendere più celeri le pratiche; il comma 4 del citato articolo 20, al fine di migliorare, semplificare ed uniformare su tutto il territorio nazionale il procedimento in oggetto, ha previsto la stipula di un accordo quadro tra il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per definire le modalità attraverso cui sono affidate all'INPS le attività in questione, nonché la successiva stipula di convenzioni tra l'INPS e le Regioni.
Tale accordo quadro nazionale è stato stipulato in data 29 aprile 2010.
Considerato che le previsioni introdotte dall'articolo 20 del DL 78/2009 hanno dato luogo a problemi di rallentamento delle procedure di riconoscimento dell'invalidità civile ciò in alcuni casi, in particolare quelli dei pazienti oncologici determina la sostanziale inutilità del procedimento, che spesso giunge a termine dopo il decesso del cittadino le cause di rallentamento sono da ricercarsi principalmente nei seguenti aspetti: le modalità di attivazione della richiesta prevede l'invio telematico all'INPS da parte del MMG, mentre una parte non residuale dei MMG non ha aderito a tale modalità, con conseguente necessità di ricorso, da parte del cittadino, al supporto dei patronati la previsione di una seconda visita da parte dell'INPS stesso, a verifica dell'esito della prima problemi di compatibilità dei software utilizzati nei diversi passaggi e problemi relativi alla trasmissione telematica agli uffici centrali attraverso Postel.
Considerato che la Giunta regionale ha sottoscritto nel novembre 2010 la convenzione con l'INPS regionale mettendo a disposizione in via transitoria e limitata fino al 30 giugno 2011 sia le figure sanitarie delle ASL che il proprio personale regionale amministrativo distaccato presso le sedi territoriali INPS al fine di assicurare tutte le funzioni inerenti l'accertamento dell'invalidità civile e l'erogazione dei benefici di legge.
Considerato che è in atto una fattiva collaborazione per la soluzione delle problematiche inerenti l'accertamento dell'invalidità civile ed il riconoscimento dei benefici di legge agli aventi diritto in risoluzione delle principali cause di rallentamento di tali percorsi.
Considerato che la Direzione Sanità e Politiche Sociali hanno dato disposizione ai servizi di medicina legali delle ASL affinché venga tempestivamente rilasciata la copia provvisoria del verbale di accertamento dell'invalidità civile ai fini della concessione dei benefici previsti dalla legge n. 104/1992.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta a continuare a garantire una fattiva collaborazione tra INPS Regionale e Uffici della ASL per una veloce definizione delle pratiche per il riconoscimento delle invalidità civili.
A monitorare l'andamento della cooperazione applicativa che consentirà a partire da giugno 2011 di utilizzare in maniera efficace il programma PABI nelle effettuazioni delle visite e conseguentemente all'INPS di ricevere sulla propria piattaforma informatica tali risultanze.
A chiedere attraverso la concordata attività di monitoraggio INPS-Regione un piano di smaltimento delle pratiche arretrate e la presenza del medico legale INPS presso le Commissioni ASL".
Il Consiglio approva.
Ricordo che lunedì prossimo, il 23 maggio, alle ore 10.30, in Sala Viglione si svolgerà un incontro di approfondimento sulla valutazione delle politiche pubbliche per cui non si svolgeranno i lavori della V Commissione.
Inoltre, faccio presente che in Sala A si svolgerà ora l'incontro sulla tematica della caccia.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.34)



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