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Dettaglio seduta n.107 del 18/05/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.01 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che, per mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Diritti umani

Mozione n. 382 dei Consiglieri Biolé, Bono, Artesio, Ponso e Laus, inerente a "Prevenzione e lotta all'omofobia" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Trasporti aerei

Ordine del giorno n. 380 dei Consiglieri Ponso, Motta Angela e Laus inerente a "Aeroporto di Cuneo-Levaldigi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Chiedo di inserire all'interno dell'o.d.g. una mozione presentata oggi avente ad oggetto "Prevenzione e lotta all'omofobia", presentata, oltre che da me stesso, dai Consiglieri Bono, Artesio, Ponso e Laus, in quanto ieri è stata la Giornata mondiale contro l'omofobia e la nostra città è interessata, quest'anno, da diversi avvenimenti e importanti appuntamenti rispetto a questo tipo di problematica. Per di più, a livello nazionale, a breve inizierà la trattazione in Commissione di una proposta di legge che cerchi di colmare una lacuna legislativa che esiste all'interno della legislazione nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
La mia richiesta è d'inserimento di un ordine del giorno che ho presentato con altri due colleghi firmatari, Motta Angela e Laus riguardante l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi.
Si sa che il Ministero dell'Economia e Finanze non ha formalizzato la concessione ventennale alla società di gestione dell'aeroporto di Cuneo perché ha tenuto conto di quella che è stata la perdita registrata nel 2009.
Faccio presente che l'aeroporto sta andando decisamente meglio, che in questi anni la gestione, con la nuova amministrazione, è decisamente migliore e ritengo che il far morire, se non viene rinnovata la concessione, l'aeroporto di Cuneo significherebbe uno sperpero di denaro pubblico di milioni di euro che in questi anni sono stati utilizzati per tenere vivo quest'aeroporto.
Questa è la mia proposta di legge a che questo consesso regionale possa intervenire a Roma presso il Ministero dell'Economia e Finanze, se ritenuto opportuno votare a favore di questo ordine del giorno, affinché venga rilasciata la concessione all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi.



PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo due proposte di iscrizione all'o.d.g.: la prima è una mozione a firma dei colleghi Biolé e Bono, riguardante la prevenzione e la lotta all'omofobia; la seconda è l'inserimento di un ordine del giorno a firma dei colleghi Cursio, Ponso e Boeti, riguardante l'aeroporto di Cuneo Levaldigi.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g., così modificato è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono approvati i processi verbali delle sedute del 19 e 20 aprile 2011.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Bresso Giordano, Carossa, Cota, Mastrullo, Molinari e Montaruli.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili su richiesta i processi verbali delle sedute del 27 aprile 2011.


Argomento:

c) Designazione Vicepresidente Vicario


PRESIDENTE

Comunico che, a far data dal 14 maggio 2011 e fino al 14 novembre 2011 compreso, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale, il Vicepresidente Roberto Placido sostituirà il Presidente del Consiglio in caso di suo impedimento temporaneo.


Argomento:

d) Non impugnativa della legge regionale n. 1/2011


PRESIDENTE

Comunico che, in data 13 aprile 2011, il Consiglio dei Ministri ha esaminato la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 1 del 2 marzo 2011 "Modifica alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20 'Snellimento delle procedure in materia edilizia e urbanistica' e alla legge regionale 6 agosto 1998, n. 21 'Norme per il recupero ai fini abitativi dei sottotetti'".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011


PRESIDENTE

Comunico che la Giunta regionale, in data 11 maggio 2011, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 6 deliberazioni del 28 marzo 2011 e n. 2 deliberazioni del 7 aprile 2011.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio aula.


Argomento:

g) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta regionale e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, sono state trasmesse le informative in merito a cinque decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a una deliberazione di nomina della Giunta regionale.
Anche in questo caso, gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio aula.


Argomento:

h) Programmazione lavori


PRESIDENTE

Ricordo che entro le ore 13.30 di martedì 24 maggio 2011 devono pervenire dai Gruppi e dalla Giunta regionale le segnalazioni per la definizione della programmazione quadrimestrale e del calendario bimestrale.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 505 della Consigliera Manica, inerente a "Alienazione del complesso immobiliare 'Villa Gautieri' sito nel Comune di Casalbeltrame (NO)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 505, presentata dalla Consigliera Manica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Prendo la parola per giustificare il ritardo della collega Manica dovuto a cause impreviste e per richiedere la consegna della risposta scritta da parte dell'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera le farà pervenire la risposta scritta in Aula oggi stesso.


Argomento: Famiglie

Proseguimento esame ordine del giorno n. 224 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Reschigna, Pentenero, Bresso, Boeti, Biolé e Bono, inerente a "Bonus Bebè, sospensione del servizio di erogazione voucher""


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n 224, di cui al punto 4) all'o.d.g.
L'iter dell'ordine del giorno è stato il seguente: nella seduta del 7 aprile 2011 è iniziato l'esame del provvedimento; l'ordine del giorno è stato illustrato dal Consigliere Buquicchio. Sono intervenuti i Consiglieri Reschigna e Pedrale.
La successiva votazione è stata dichiarata non valida per mancanza del numero legale e pertanto dobbiamo ripetere la votazione su questo documento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 224, il cui testo recita: "Premesso che la Regione Piemonte ha deciso di promuovere un provvedimento, a favore delle famiglie dei nuovi nati nel corso del 2011, concedendo un contributo pari a 250 euro per l'acquisto di prodotti indispensabili per la prima infanzia tale contributo viene attribuito attraverso la consegna di un pacchetto di voucher del valore di 250 euro considerato che Per l'individuazione del soggetto erogatore del servizio di Voucher non è stato effettuato alcune appalto pubblico ma bensì il servizio è stato assegnato direttamente alla società Edenred Italia S.r.l. attuale fornitore della Regione riguardo i buoni pasto per il personale dipendente l'autorità per la Vigilanza su Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture prevede in una recente determinazione prevede, per l'erogazione di servizi quali quelli in oggetto, la proposizione di una gara d'appalto pubblica considerato ancora che L'esperienza passata di appalti per l'erogazione di servizi, simili a quelli in oggetto, porta a dire che una competizione tra le molteplici società per l'attribuzione dei servizi di voucher operanti a carattere nazionale avrebbe determinato un minor costo a carico della Regione maggiori benefici per i destinatari del servizio nonché minori costi per gli esercizi convenzionati si impegna Il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti a pronunciarsi affinché: provveda alla sospensione del servizio di erogazione in oggetto disponendo contestualmente all'effettuazione di un appalto pubblico come indicato dall'autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di deliberazione n. 95, inerente a "Modifica deliberazione del Consiglio regionale n. 152-5666 del 13 febbraio 2001 'Attuazione articolo 3 della legge regionale 16 marzo 1994, n. 14. Rimborso spese ai Consiglieri regionali. Sostituzione della deliberazione del Consiglio regionale n. 820-8297 del 21 giugno 1994"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 95, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Questa deliberazione viene semplicemente aggiornata e nel dispositivo vengono aggiunte le parole "Il Comitato per la qualità della proclamazione e della valutazione delle politiche", nel senso che questo organismo del Consiglio regionale, al pari delle Commissioni, delle Giunte, della Conferenza dei Capigruppo e del Consiglio regionale, avrà il riconoscimento del gettone di presenza in via automatica e non per l'autocertificazione.
solamente una semplificazione della modalità.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 95, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio delle autonomie locali

Esame disegno di legge n. 106, inerente a "Modifiche alla l.r. 7 agosto 2006, n. 30 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla l.r. 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 106, inerente a "Modifiche alla l.r. 7 agosto 2006, n. 30 (Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali (CAL) e modifiche alla l.r. 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Si tratta di una proposta di legge approvata all'unanimità da parte della Commissione competente, che sostanzialmente introduce la modificazione della legge regionale 7 agosto 2006, n. 30, per poter attivare il CAL in questa legislatura.
Non essendovi richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leardi in qualità di relatore ne ha facoltà.



LEARDI Lorenzo

Volevo solo precisare, signor Presidente, che rispetto a quanto trattato in Commissione sono stati presentati tre emendamenti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 All'articolo 1 non sono stati presentati emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Leardi, Novero e Ponso: dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente: art. 1 bis (modifiche all'articolo 8 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 così come modificato dalla legge regionale 25 ottobre 2010, n. 24 "Modifiche all'articolo 8 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)".
Al comma 1 bis dell'articolo 8 della l.r. 34/1998, inserito dall'art. 1 della l.r. 24/2010, le parole "e comunque non oltre il 30 giugno 2011" sono sostituite con le seguenti "e comunque non oltre il 31 ottobre 2011".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Leardi, Novero e Ponso: dopo l'articolo 1 bis è aggiunto il seguente: art. 1 ter (dichiarazione di urgenza) la presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Leardi, Novero e Ponso: modifica al titolo della proposta di legge n. 106 sono aggiunte le parole "e alla legge regionale 20 novembre 1998, n. 34".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Ho premuto per errore; pur togliendo il tesserino, ma non mi ha più cancellato il voto precedente.
Ho votato, ma ho sbagliato schiacciando il tasto astensione, ho cercato di rettificare togliendo il tesserino, ma non me l'ha più fatto rettificare.



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale l'intervento della Consigliera Pentenero.
Quindi, presumo che volesse votare favorevolmente. Lo può dichiarare per il verbale?



PENTENERO Giovanna

Ovviamente l'espressione di voto era in senso favorevole.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 377 presentato dai Consiglieri Cursio, Motta Angela, Reschigna, Lupi, Costa Rosa Anna, Mastrullo, Botta Franco Maria Taricco, Toselli, Leo, Spagnuolo, Motta Massimiliano, Negro, Cortopassi e Vignale, inerente a "Giorno della memoria delle vittime delle stragi di matrice terroristica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 377, avente ad oggetto "Giorno della memoria delle vittime delle stragi di matrice terroristica" di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
La premessa è che il 9 maggio, Giorno della memoria dedicata a tutte le vittime del terrorismo è una ricorrenza della Repubblica italiana istituita con una legge del 4 maggio 2007, n. 56, ricordo di quella mattina del 9 maggio 1978, cioè quando il cadavere di Aldo Moro venne ritrovato all'interno di un'auto nei pressi di via Caetani.
moralmente doveroso ricordare le tante storie di uomini e di donne uccisi da mano criminale nell'adempimento del loro dovere. Quando si parla di criminalità, terrorismo e sicurezza solitamente ci si sofferma sui sentimenti di paura, sulla natura dei rischi e sull'entità dei danni o sulla natura e misura della condanna. Meno frequentemente però si pone attenzione alle vittime; quindi, parliamo del personale delle forze dell'ordine, di magistrati, di pubblici amministratori, di sacerdoti, di giornalisti, di imprenditori e di cittadini comuni, e naturalmente delle loro famiglie, bersagli inconsapevoli dell'illegalità che, dopo il dolore di tali tragedie, naturalmente devono riprendere la loro quotidiana vita.
Una vita spezzata è spezzata per sempre.
doveroso esprimere loro la concreta vicinanza dello Stato e della società civile. Si deve continuare a ricordare tutti coloro i quali hanno pagato con la perdita della vita l'attaccamento ai valori dell'onestà della correttezza civile, la lotta per la giustizia e la pace, il senso dello Stato.
necessario perciò celebrare annualmente una giornata ad essa dedicata, come in precedenza ricordato dalla legge del 4 maggio 2007, per le vittime e anche per tutte quelle persone legate alle vittime stesse.
Dedicare pertanto una giornata come il 9 maggio potrebbe essere simbolico, quindi una giornata intorno a tale tema, da parte mia e da gran parte dei colleghi con i quali mi sono consultato, è ritenuto doverosa.
La nostra iniziativa si pone nel solco di quelli che sono i dettami normativi e rappresenta un tentativo di colmare un vuoto di memoria storica; è quindi un'attenzione umana e civile al contempo.
Particolare attenzione deve essere dedicata alle giovani generazioni che devono avere ben chiara la pericolosità della deriva estremistica e della violenza politica.
Questa giornata della memoria è importante soprattutto perché aiuta i giovani a riflettere, anche attraverso iniziative da concordare tra istituzione ed istituzione per costruire una società più giusta, fondata sul rispetto della persona, sulla solidarietà, sulla giustizia, rendendo omaggio a tutte le vittime colpite dalla violenza del terrorismo. Grazie.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Sono molto contento che si discuta, che si sia presentato e che si sia concepito quest'ordine del giorno.Ringrazio il Presidente Cattaneo per l'iniziativa che ha appena fatto in sala Viglione, a nome del Consiglio regionale, perché è stata estremamente opportuna.
Voglio ringraziare e condividere la solidarietà e la passione di quei colleghi che, per ragioni di storia - come la collega Carla Spagnuolo - mi hanno sottolineato l'importanza di quest'ordine del giorno, perché chi ha vissuto quella stagione, sa cosa ha voluto dire.
Chi non l'ha vissuta, cari colleghi, difficilmente riesce ad immaginare che l'Italia era una specie di Argentina.
Sono d'accordissimo quando ci sono tutte le rievocazioni e le ricostruzioni sulle vicende drammatiche ed eroiche della Resistenza. Credo che sia giusto che alle generazioni si tramandi la storia, perché senza la storia non si ha coscienza e non si ha un giudizio.
Per questa ragione, trovo estremamente importante ricordare che in quel periodo orrendo, in cui non c'era una guerra civile, (perché nella guerra civile si affrontano persone armate con altre persone armate, si affrontano corpi militari) c'erano invece dei servitori dello Stato che credevano nella democrazia repubblicana e costituzionale e, tutti insieme (poliziotti, magistrati, politici, docenti, intellettuali), erano fatti bersaglio da persone che avevano abbandonato ogni parvenza di umanità, ogni forma di umanità.
Quindi, è opportuno ricordare ai giovani quello che è successo, oggi che troppo facilmente - per carità, non vedo pericoli immediati e spero che non vi siano - si ricorre, come ha detto così bene il collega primo firmatario, a formule anche verbali di provocazione e di violenza.
opportuno raccontarlo, perché solo con la conoscenza, solo con la cultura solo con la storia, solo con la spiegazione si possono prevenire rigurgiti e il ripetersi di errori orrendi.
Ne parlavo prima con la collega Maccanti, parlavamo dell'importanza della formazione dei giovani, come ha anche detto il collega primo firmatario. È importante il messaggio che si trasmette ai giovani. I terroristi ci sono stati, perché ci sono stati anche i "cattivi maestri" che hanno dipinto chiunque non la pensasse come loro come un mostro, un criminale, una persona disumana, secondo i sistemi del nazismo e dello stalinismo, per i quali chi è contro, non è un essere umano, non è un avversario con cui dialettizzare, ma è un nemico da abbattere probabilmente disumano.
Concordo pienamente con quest'ordine del giorno che con molti colleghi abbiamo immediatamente firmato, e soprattutto invito la Presidenza del Consiglio e la Giunta a darne attuazione nella maniera più efficace. Noi siamo a disposizione per collaborare, sia i colleghi più giovani sia i colleghi meno giovani che hanno esperienza della vicenda storica, su cui c'è un bellissimo libro di Sanlorenzo.
Altri colleghi con la loro sensibilità sicuramente potranno aggiungere ulteriori suggerimenti, ma mi sembrava doveroso rimarcare l'adesione convinta a quest'iniziativa. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Non aggiungo nulla all'impianto politico disegnato dal Consigliere Leo e dal Consigliere, primo firmatario di questa iniziativa, che ringrazio.
Chiederei, tuttavia, un momento l'attenzione del Consiglio regionale.
Ho partecipato all'ottimo incontro avvenuto in Sala Viglione che riprende l'iniziativa nazionale del Presidente della Repubblica. Ho partecipato alla lettura dei vari nomi delle vittime del terrorismo. Tuttavia, chiederei qualcosa di più.
Ricordo che vivo, formalmente, nella Regione Piemonte, dall'aprile 1971, quindi ho trascorso in questo istituto - tranne la parentesi del Comune - quasi quarant'anni di seguito. In un dibattito di Consiglio ricordai che ho vissuto in diretta la stagione del terrorismo, in particolare dal 1973 alla fine degli anni Settanta. Ho moltissimi episodi da ricordare, non soltanto vissuti direttamente, ma vissuti a fianco delle allora autorità del Comune di Torino, del Sindaco Novelli e del Presidente Viglione.
Già una volta mi sono permessa di ricordare - e lo sottolineo adesso che la Regione Piemonte fece molti dossier, documenti - allora si chiamava Documentazione Regionale - che ricordavano le vicende del terrorismo riprese in forma scritta, quasi in diretta. Sono certa che questa documentazione si possa recuperare. Sono certa che questa documentazione si possa elaborare e si possa elaborare anche con un po' più di distacco.
Ovviamente gli anni aiutano nel distacco e nell'elaborazione politico istituzionale di quanto avvenuto: viene meno l'emozione, come giusto che avvenga, e prevale la razionalità.
Presidente Cattaneo, sono certa che con la sua sensibilità raccoglierà la mia proposta. Mi auguro che se il prossimo anno si rifarà una Giornata della memoria, come penso, perché mi sembra che l'abbia scadenzata in questi termini il Presidente Napolitano con la sua sensibilità, la Regione Piemonte, a breve, possa sottolineare il suo contributo e il suo essere stata prima vittima della stagione del terrorismo.
Proprio quest'Ente fu molto saldo in tutti questi anni. La politica di quegli anni fu molto salda, in maniera ampia. Credo che in un tempo nel quale la politica è sempre più caratterizzata da una conflittualità troppo elevata alcune cose si possono iniziare a dire. Penso anche che i cittadini ci abbiano detto, in questa recente tornata amministrativa, che sono particolarmente stufi di questo livello e tipologia di scontro. Questa è una mia lettura, ma mi sembra che così sia avvenuto, anche se adesso è una valutazione troppo a caldo.
essenziale raccogliere, elaborare e richiamare quello che è avvenuto in questa regione proprio in questo campo. Una volta ho già ricordato che vennero accolte le famiglie dei caduti del terrorismo, alcune di loro vennero inserite nel tessuto anche amministrativo della Regione Piemonte.
Come Capo di Gabinetto accompagnai un gruppo di mogli di vittime del terrorismo che lavoravano alla Regione Piemonte ad un incontro con l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Allora non svolgevo alcun ruolo politico, ma chi presiedeva Comune e Regione e, in particolare, il Consiglio regionale, fece delle scelte politiche in questo senso, che portarono a queste azioni di aiuto concreto alle famiglie delle vittime.
Penso che quegli anni debbano essere ricostruiti ripercorrendo ciò che noi come Ente abbiamo fatto. Penso che noi abbiamo il dovere di mettere insieme dibattiti del Consiglio comunale e regionale, i documenti che ho ricordato e le testimonianze che si possono raccogliere.
Abbiamo avuto una storia speciale e abbiamo avuto una storia alta.
Quindi Presidente, appellandomi alla sua sensibilità, la pregherei, insieme ai colleghi che sono intervenuti prima - chiedo anche al Consigliere Cursio se può essere favorevole a tale iniziativa - di dedicare del tempo alla questione.
Cerchiamo degli studenti universitari, togliamoci dall'arena squisitamente politica, diamo loro gli atti del Consiglio e questi documenti, mettiamo a disposizione la cronaca di quel periodo e con razionalità, senza emozione, ricostruiamo un pezzo di storia nostra e della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo.
Penso che la sua proposta sia degna della massima attenzione e posso anche già assicurare che la condivido.
Ritengo anche che sia possibile fare un lavoro di approfondimento e di ricognizione della documentazione per irrobustire l'iniziativa del prossimo anno. Mi sembra che il Consiglio si stia già indirizzando in tal senso perché l'ordine del giorno, firmato da tutti i Gruppi, prevede nel dispositivo che quel giorno, a partire dal 2012, ci riuniremo in assemblea.
Sicuramente occorre alzare l'asta del confronto e ravvivare la memoria storica anche attraverso le testimonianze di chi, come lei, svolgeva un ruolo istituzionale.
Abbiamo ancora alcune vedove, vittime del terrorismo, che lavorano come lei ben sa, essendo stata Presidente del Consiglio, in Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto l'ordine del giorno perché condivido quanto l'ordine del giorno tratta. Oltre citare magistrati, giornalisti e agenti di sicurezza vittime del terrorismo, cita anche tutti coloro che sono stati assassinati dai terroristi.
In questo Paese la storia, anche del terrorismo, come spesso questo Paese è abituato a fare, ha distinto nettamente i buoni e i cattivi: magistrati, giornalisti e forze dell'ordine da una parte, dall'altra tutto il terrorismo e l'eversione politica.
Non è avvenuto esattamente questo e va ricordato che alcune comunità politiche, come quella che oggi credo ancora di rappresentare, non fosse altro per provenienza personale, ha versato un tributo di sangue come forse nessun'altra comunità in quegli anni. Venticinque militanti del Movimento Sociale Italiano e del Fronte della Gioventù assassinati, molto spesso nel silenzio generale.
Ricordiamo che una delle prime stragi delle Brigate Rosse avvenne a Padova in cui - con la nota mitraglietta Skorpion - vennero uccisi due ragazzi (Mazzola e Giralucci) senza che questo comporti alcun tema e alcun momento di timore di timore per quanto stava accadendo. Anzi, inviterei a leggere un bellissimo librettino - "L'eskimo in redazione" - che racchiude le riflessioni che i grandi quotidiani di questo Paese (non della sinistra) fecero in quegli anni.
Fino al 1976, molti avvenimenti che riguardavano ammazzamenti di semplici militanti politici, di dirigenti di imprese, molto spesso di agenti di pubblica sicurezza (peraltro, sono quelli che più hanno patito in quegli anni, sotto i colpi del terrorismo di qualunque matrice) furono individuati da noti editorialisti - mi riferisco, ad esempio, a Piero Ostellino del Corriere della Sera o a molti altri di altre testate - come "fascisti che tentavano di sporcare il buon nome della rivendicazione sociale, spesso comunista, di quegli anni" (cito la frase testuale). E su questa stagione il nostro Paese non si è mai interrogato: dagli anni Settanta ai primi anni Ottanta, questa nazione ha avuto più morti ammazzati e più arrestati politici che durante il ventennio fascista (da un punto di vista numerico).
Prima o poi, abolendo qualche segreto di stato e incominciando ad interrogarsi su quelli che furono i gravi errori che talune parti politiche commisero (mica solo la sinistra! Ci fu molto silenzio anche da parte del Pentapartito che allora governava questa nazione, che per molti anni non intese affrontare il problema), sarà un buon momento.
evidente, però, quanto vi siano, anche in questo caso, caduti di "serie A" e caduti di "serie B"; se navigate sui vari siti di associazioni di vittime, salvo quello ufficiale dell'Associazione Vittime del Terrorismo, non troverete alcuni morti ammazzati da parte delle BR. Mi riferisco, ad esempio, ai fratelli Mattei, a Mazzola, Giralucci, Ramelli e a molti altri che non troverete nelle associazioni che ufficialmente parlano di morti ammazzati dal terrorismo; né - spesso - troverete i veri mandanti.
Oggi si parla del caso Battisti, ma vorrei ricordare che in Nicaragua ad esempio, ci sono più di trenta latitanti che non hanno mai scontato un giorno di galera e che ancora oggi sono assistiti da talune "reti" di protezione lavorativa. Questo non accade solo in Nicaragua, ma anche in Italia: in alcune note cooperative con cui lavora anche la Regione Piemonte, vi sono stati una serie di compagni che hanno sbagliato e che alla fine del loro percorso corretto in carcere hanno ricevuto un'immediata attività di reinserimento sociale, con una serie di commesse non indifferenti.
Fare nomi e cognomi non mi interessa, del resto li abbiamo già fatti ma questo dimostra come ci sia stata una parte politica che è stata molto attenta, prima, a cercare di tamponare quanto più possibile quella che era un'evidenza, e che poi, invece, è intervenuta seriamente. Anche perché ad un certo punto - Guido Rossa ne è l'esempio maggiore - quegli stessi compagni hanno iniziato a sparare ad altri compagni; per cui la sinistra politica non solo si è interrogata, ma soprattutto in questa città ha iniziato a prendere posizioni importanti, sia pure in ritardo a mio avviso nei confronti di quanto stava accadendo.
Il giorno in cui, senza schieramenti di parte (fortunatamente sono passati molti anni e si sono susseguite altre generazioni), inizieremo a ricordare in modo un po' più laico quello che è avvenuto nella notte della Repubblica - la "Giornata del ricordo" del 9 maggio può essere certamente un'occasione importante - faremo una buona opera intanto di comunicazione ma anche di lettura della storia nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto poteva essere affrontato dall'Assemblea con lo stesso spirito con cui il Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza hanno organizzato pochi giorni fa, in Sala Viglione, un momento intenso ed unificante di ricordo di una stagione difficile che ha attraversato il nostro Paese.
Il tema della memoria, ovvero di quei fatti che hanno attraversato la storia del nostro Paese, che non possono essere consegnati né ad un semplice ricordo, né alla stagione dell'oblio, è un argomento cui teniamo particolarmente. Perché grazie alla capacità della comunità nazionale locale e delle istituzioni che hanno la consapevolezza che quei fatti e quelle stagioni (ma anche quella capacità da parte del nostro Paese di averle superate con le regole della democrazia) non possono essere dimenticati, gli stessi rappresentano un patrimonio ideale, morale culturale e politico cui teniamo fortemente.
Quando affrontiamo questo tema, lo facciamo sapendo riconoscere che in quella stagione vittime di una concezione violenta e inaccettabile della politica sono state persone di tutte le estrazioni politiche. Noi non siamo abituati ad assegnare una scala di valori o di importanza. Perché quella stagione di violenza, espressa e portata avanti dalle Brigate Rosse, da nuclei armati combattenti, da Ordine Nuovo o da altre organizzazioni terroristiche di estrema destra, racchiude persone che sono state vittime di una concezione inaccettabile della lotta politica e del modo con cui si affrontano i conflitti sociali all'interno del nostro Paese.
Devo rilevare, però, che il mio intervento, così come quello di molti altri componenti del Consiglio regionale, poteva finire qua, votando questo ordine del giorno e impegnando il Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza ad attribuire sempre più forza e più importanza a questo tema nel calendario annuale dei nostri lavori.
Tuttavia, l'intervento del Consigliere Vignale mi ha deluso profondamente, perché, come al solito, si tende ad esprimere una scala di valori, forzando la ricostruzione storica di quei fatti. Dal nostro punto di vista, è inaccettabile l'affermazione secondo cui la sinistra ha assunto un disimpegno nei confronti di quella stagione dopo l'uccisione di Guido Rossa.
In quest'Aula vorrei ricordare che un Presidente del Consiglio regionale di allora - Dino Sanlorenzo - ha speso se stesso e l'istituzione della Regione in quegli anni in una durissima battaglia, nel silenzio.
In una durissima battaglia ha impegnato l'istituzione della Regione nelle scuole e in tutte le realtà sociali del nostro territorio, perché in quel momento aveva la fortissima consapevolezza che dalla stagione del terrorismo si potesse uscire non solo attraverso l'utilizzo delle leggi e non solo attraverso l'impegno dei magistrati e delle forze dell'ordine, ma con una grande opportunità di ribellione che attraversava la comunità piemontese e poi la comunità nazionale.
Vorrei ricordare che in questa Regione - a Torino - il primo processo contro le Brigate Rosse è avvenute grazie al fatto che la sinistra ha assunto con grande forza, con grande coerenza e linearità - e non con la distanza - la guida del movimento civile e politico di ribellione nei confronti di quelle realtà e di quella stagione, anche con passaggi difficili, come è stata difficile la gestione del caso Moro per tutti, per le istituzioni.
Ho un ricordo personale: quel giorno ero a Milano all'Università Cattolica; quel giorno Milano si è spopolata; quel giorno, tanto stava entrando nella consapevolezza degli individui, non c'è stato bisogno che qualcuno dichiarasse un qualche sciopero. Quando si entra nella consapevolezza degli individui, si entra nel DNA della nostra società e della nostra comunità nazionale e locale. Parlo di un sentimento di timore e di paura, ma anche della voglia di ribellione nei confronti di quelle realtà.
Allora, affrontiamo questo ordine del giorno come un impegno importante. Noi non lo affrontiamo con la consapevolezza di chi vuole dare a queste giornate il ruolo della divisione e della contrapposizione, ma non accettiamo neanche che queste giornate siano il luogo e l'opportunità per iscrivere in modo strumentale e mistificatorio, quasi come se ciascuno dentro di sé avesse qualche sentimento che fatica ad allontanare dal proprio patrimonio politico, la storia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, intervengo a nome del Gruppo che rappresento per sottolineare che noi non siamo tra i firmatari dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cursio. Ora vengo ad enumerare le motivazioni sia per quanto riguarda le premesse e sia per quanto riguarda le conclusioni del citato ordine del giorno.
Ovviamente, non possiamo fare altro anche noi - giustamente - che condannare ogni forma di violenza, quindi il terrorismo nel senso più lato e ampio del termine. Infatti, volendo fornire una definizione etimologica per terrorismo si intende ogni forma di lotta politica, che consiste in azioni clamorose, violente e premeditate, comprendenti omicidi, stragi sequestri, rapine, per sovvertire o anche - paradossalmente - per mantenere uno status quo, dato quest'ultimo che tenderei a sottolineare.
Secondo il dettato dell'articolo 17 della nostra Costituzione, i cittadini, giustamente, hanno diritto di riunirsi pacificamente senza armi mentre, ai sensi dell'articolo 18, sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Sono stati necessari 37 anni, fino alla legge Anselmi del 1982, che tutti conosciamo, per attuare il dettato costituzionale dell'articolo 18 poi, si sono susseguiti diversi dibattiti politici, forse addirittura partitici, per il riconoscimento della validità di questa legge, fino al 1988. Infatti, in seguito al 1988, quando venne riconosciuta la validità della legge Anselmi, venne sciolta la loggia massonica Propaganda Due, che tutti conosciamo, e iniziarono le confische dei beni anche riguardanti il suo capo e fondatore, il cosiddetto Venerabile - ma non tanto per noi Licio Gelli.
Vengo brevemente alle motivazioni per cui non abbiamo deciso di sottoscrivere questo ordine del giorno e, probabilmente, non prenderemo parte al voto.
Sono d'accordo con il collega Vignale, magari non nel merito della rivisitazione storica e storiografica degli anni del terrorismo, che vanno dal 1946 fino ai giorni nostri. Penso occorra una rivisitazione storica per capire realmente cosa è successo e cosa si è celato dietro ad alcuni attentati terroristici e ad una svolta del terrorismo, che da bersagli di secondo livello - ad inizio degli anni Settanta era probabilmente meno violento - è passato a colpire bersagli di primo livello, come ad esempio Aldo Moro, citato precedentemente.
Sappiamo tutti che i sei procedimenti non hanno portato ad una verità come succede troppo spesso in Italia, in quanto molte delle notizie vengono secretale - ancora adesso sono segregate - e non riusciamo a addivenire a risposte che sarebbero fondamentali e fondanti anche per uno stato di diritto quale vogliamo e speriamo di essere. Infatti, in relazione al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro ci sono delle foto che hanno ritratto anche il Colonnello del SISMI Guglielmi, che hanno dato luogo ad una serie di ricostruzioni.
Ovviamente, non sto a dirvi qual è la verità: la verità, probabilmente si può avere solo dopo un'attenta e dosata ricostruzione analitica dei fatti. Però, visto che Moro voleva addivenire al cosiddetto "compromesso storico" con il PCI, per portarlo al Governo, c'è anche una pista politica che tende a dire che si mossero i servizi segreti deviati, e magari anche quelli del colosso americano, per fare in modo che Moro non realizzasse quell'accordo. Quindi, in questo caso si deve sempre stare attenti a leggere bene gli accadimenti della nostra nazione, perché, purtroppo, di servizi segreti deviati ce ne sono stati e ce ne saranno sempre.
Nei minuti ancora a mia disposizione vorrei brevemente parlare di quello che, forse, è il fenomeno più rilevante degli ultimi vent'anni di terrorismo, quello legato alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
In questo caso, abbiamo avuto diversi attentati terroristici, mafiosi o non mafiosi, ma attentati terroristici, perché quelli portati a termine nei confronti di Falcone, il 23 maggio 1992, e di Borsellino, il 19 luglio 1992, sono attentati che cercavano di mantenere lo status quo, per impedire che la morsa contro i mafiosi e la criminalità organizzata, iniziata dagli stessi magistrati e con il famoso maxi processo, addivenisse a risultati molto forti che minassero le basi delle stesse organizzazioni. Anche in questo caso, molte informazioni non sono note e quella famosa agenda rossa che era a fianco di Borsellino non si è più trovata. Si sa che probabilmente, è stata presa da un rappresentante dello Stato e, comunque non si sa dove sia finita. Verosimilmente conteneva informazioni su tutta una serie di incroci tra personalità politiche dell'epoca e l'organizzazione mafiosa, ma questo penso non stupisca più nessuno, in quanto diversi esponenti politici sono stati condannati in via definitiva.
Poi, per uno - l'attuale Senatore Andreotti - è intervenuta la prescrizione; l'altro - il Senatore Dell'Utri - è stato condannato in via definitiva, manca solo più la sentenza di Cassazione, lo sappiamo.
Tutt'oggi, abbiamo candidati in vari Comuni che sono in carcere per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso addirittura qualcuno si trovava proprio in carcere quando gli è stata notificata l'elezione in Consiglio comunale. Quindi non stupisce nessuno.
Proprio per questo, noi non abbiamo firmato questo ordine del giorno: forse manca il dubbio - non vogliamo muovere una critica pesante al Consigliere Cursio - che all'interno della giusta e comunque sempre giusta condanna al terrorismo vi siano concorsi di colpa e di connivenza da parte di settori dello Stato che, invece di combattere il terrorismo, lo hanno sfruttato e lo hanno cavalcato per fini politici, per mantenere, più che sovvertire, lo status quo di privilegio di coloro che appartengono a classi dirigenti, che formano una casta, che, ovviamente, non riesce e non vuole abbandonare il potere.
Quindi, dopo il 1992 e, tra l'altro, i cosiddetti "pizzini", che vengono mandati per la trattativa Stato-mafia di cui si parla tanto almeno su alcuni giornali e meno su altri - la mafia si è inabissata.
Infatti, sicuramente, sono diminuiti gli attentati terroristici da parte delle organizzazioni criminali e qualcuno dice che si è inabissata ed è entrata nelle istituzioni. Quindi, non è più uno Stato dentro lo Stato e contro lo Stato, ma è un vero e proprio Stato da parte dello Stato, delle istituzioni stesse.
Sicuramente, il dato va analizzato. È importantissimo studiare rileggere ed esporre la storia a tutte le nuove generazioni, ma anche alle altre, perché se non si fa un'opera di repertoriazione storiografica tutti noi non siamo a conoscenza in modo approfondito di quanto successe negli anni Settanta e negli anni Ottanta, quindi ben venga la Giornata del ricordo delle vittime del terrorismo, in cui però ci sia spazio per una lettura attenta anche di tutti i dati che mi sono permesso brevemente di segnalare. Sono invece scettico sulla necessità di indire annualmente un Consiglio straordinario sempre in memoria delle stragi di terrorismo; sarei molto più favorevole, eventualmente, a farlo in piazza - ad avere quindi degli eventi di divulgazione, magari nelle Università o nei licei piuttosto che svolgere dei dibattiti tra i rappresentanti delle istituzioni che forse - se mi si permette - lasciano un po' a desiderare, soprattutto perché non hanno in sé la possibilità di comunicazione verso l'esterno.
Il dato fondamentale con cui dunque volevo chiudere è quello della corretta informazione che occorrerebbe cercare di dare, magari superando le parti; ma a me non sembrava che il Consigliere Vignale avesse dato una rilettura parziale o partigiana. La corretta informazione infatti è fondamentale, perché grazie a questa noi possiamo realmente venire a conoscenza di ciò che è stato e, in base a questo, poter decidere correttamente in merito alle scelte politiche che devono essere compiute.
Sicuramente - può essere paradossale che lo diciamo noi, ma ovviamente Beppe Grillo non è un rappresentante eletto del Movimento 5 Stelle abbassare i toni è necessario a tutti, soprattutto quando si tratta di competizioni elettorali in cui esternazioni del citato Presidente Napolitano, che non fanno richiamo all'equilibrio, influenzano i cittadini e non fanno altro che far diminuire l'affluenza al voto e quindi affievolire la volontà di avvalersi di quello che è un diritto-dovere dei cittadini. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per aggiungere due considerazioni in merito alla discussione che il Consiglio sta svolgendo. La prima la faccio ovviamente per dichiarare, come ha già fatto il nostro Capogruppo, il sostegno a quest'ordine del giorno e per sottolineare il valore della Giornata della memoria organizzata dall'Ufficio di Presidenza e dal Consiglio regionale nei giorni scorsi, ma anche per ricordare che quella Giornata e quell'evento sono parte integrante di un programma di iniziative che da anni questa Regione svolge, attraverso l'attività del Comitato per la difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione.
Lo dico perché questa è una Regione che può giustamente rivendicare un qualche merito nella lotta al terrorismo e per la difesa dei valori della Costituzione. Prescindere da questo significa negare i fatti e ignorare che questo Consiglio regionale - ne parlo perché io non c'ero, c'erano i Consiglieri Spagnuolo, Leo ed altri colleghi - è stato, in quegli anni, un avamposto della battaglia per difendere la legalità e la democrazia. Qui si è celebrato il primo processo alle Brigate Rosse, che è stato celebrato perché le Istituzioni hanno consentito che venisse celebrato, per formare la Giuria popolare di quel processo.



RONZANI Wilmer

SPAGNUOLO Carla (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Con Maria Magnani Noya, prima donna Sindaco di Torino.



RONZANI Wilmer

Esatto: Maria Magnani Noya prima donna Sindaco.
Ho molto rispetto per le cose che si dicono e non si è costretti a conoscere la storia politica di questo Paese, naturalmente: non si è costretti a conoscerla. Però quando affrontiamo queste questioni lo si faccia con l'umiltà necessaria, perché c'è un vissuto di questa Regione e c'è un impegno democratico di queste Istituzioni che noi dobbiamo ricordare, perché valgono a merito delle cose che sono state fatte.
Non è questa la sede, però poi, se volete, avrei molte cose da raccontarvi e da dire su quella vicenda. Consiglio ai colleghi di leggere un libro che è uscito in questi giorni e che è in tutte le librerie, che si intitola "Il memoriale della Repubblica": lo ha fatto un professore di Torino ed è una ricostruzione storica di quegli anni fatta non soltanto sulla base degli atti giudiziari, ma anche sulla base di quanto è stato acquisito in questi anni in lavori e nell'attività che ha svolto il Parlamento attraverso il lavoro compiuto da più Commissioni, in ultimo la Commissione Stragi presieduta dal Senatore Pellegrino. Ebbene, lì viene fuori lo spaccato dell'Italia di quel periodo: una stagione di violenza e di terrorismo. E prima ancora c'erano state le stragi fasciste; il terrorismo nero e poi quello rosso, Consigliere Vignale: Piazza Fontana, il golpe Borghese...
Potrei intrattenervi per ore su queste questioni. Quel libro, però, ci consegna quella stagione. Rispetto a questo, vorrei soltanto dire tre cose fondamentali. Perché abbiamo vinto quella battaglia? Perché l'Italia l'ha vinta? L'ha vinta per tre ragioni che oggi, secondo me, mantengono intatta la loro validità.
La prima è che tanti onesti servitori dello Stato hanno pagato con la vita l'impegno a difendere le istituzioni, contro il terrorismo rosso e nero. Sono morti magistrati, poliziotti, funzionari di Polizia, cittadini giornalisti: Casalegno, in Piemonte, il Vicequestore di Biella, ammazzato dalle Brigate Rosse ai giardini pubblici di Biella da Tazzolini, membro della direzione strategica delle Brigate Rosse; ma potrei continuare. E ci fu il terrorismo nero, che ha mietuto stragi e vittime.
Si è retto perché ad un certo punto il Paese ha saputo esprimere una forte unità politica e una forte mobilitazione politica che si è combinata con l'impegno degli apparati dello Stato. Anche quelli in alcuni casi certamente - erano inquinati, ci mancherebbe altro, ma noi abbiamo retto perché tanti magistrati hanno pagato un tributo di sangue - Alessandrini è uno di questi - e perché gli operai hanno difeso in fabbrica la Democrazia Consigliere Vignale: hanno difeso la democrazia! Guido Rossa viene ammazzato perché parla con la Polizia e smonta l'organizzazione delle Brigate Rosse presente in quella fabbrica. Altro che storie: è questa la storia italiana! Si verificò dunque grande unità delle forze politiche e democratiche.
Non potrò mai dimenticare il contributo che ha dato Sandro Pertini in quella stagione. Il Presidente della Repubblica fu, in quelle ore e in quegli anni, un punto di riferimento fondamentale, soprattutto durante la vicenda Moro, che ebbe implicazioni fortissime. Era evidente, infatti, che in quella situazione si voleva mettere in ginocchio il Paese, però le forze politiche hanno risposto. Leggere quel libro vi consentirà di capire anche le implicazioni di questa vicenda.
Io sono perché noi affrontiamo quella stagione anche con una lettura critica, ma guai a dimenticare cos'è successo in quegli anni e guai a dimenticare che oggi noi, la nostra generazione, questa classe politica questa classe dirigente - indipendentemente dalle collocazioni che ha in Consiglio Regionale o in altre istituzioni - ha il dovere di ricordare quella stagione e di ricordarla soprattutto alle giovani generazioni. Per questo è meritorio il lavoro che sta svolgendo il Comitato per la difesa dell'ordine democratico nelle scuole, con i ragazzi, affinché cresca una cultura diversa che impedisca che si possano verificare episodi che sono accaduti in quegli anni.
Dicevo dunque di tanta gente che ha pagato con la vita e con il sangue il suo impegno per difendere le istituzioni e la propria realtà, ma anche di un grande impegno unitario, e questa Regione - lo ricordavano i colleghi è stata in prima fila. Questa Regione, con il Presidente Sanlorenzo Carla Spagnuolo, ti ricorderai - ha promosso una grande campagna di massa contro il terrorismo. E i partiti - alcuni partiti, Consigliere Vignale hanno promosso un questionario di massa nelle fabbriche per isolare i terroristi. Altro che storie! Possiamo quindi dire tutto però, vi prego, quando affrontiamo questa questione facciamolo con il rigore necessario, perché il rigore è fondamentale non solo per fare un ragionamento che tenga conto dei fatti così come si sono verificati, ma ci consente anche di far tesoro di quell'esperienza e di fare in modo che oggi non si abbassi la guardia di fronte a minacce che possono riguardare le istituzioni e la legalità nel nostro Paese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Quando sono presentati ordini del giorno come questo, ho sempre la preoccupazione che si parta bene, ma che poi, durante la discussione, si rischi di deragliare.
Cerco di rimanere nello spirito di questo documento che, dopo essere stato presentato, su nostra richiesta è stato corretto, affinché serva davvero a qualcosa e non acuisca le divisioni all'interno di quest'Assemblea.
Riprendendo alcune esternazioni fatte anche dai colleghi dell'opposizione, chiedo davvero di utilizzare il ricordo e la memoria del grande sforzo democratico che fu operato negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, da tutte le forze politiche.
Il terrorismo in Italia è durato 15 anni, mentre in Francia è durato due anni, perché in Francia c'è stata la capacità delle forze politiche dello Stato, e anche della sinistra, di capire immediatamente la pericolosità di certi settori eversivi.
In Italia, invece, siamo stati molto lenti, ma fortunatamente, con un grande scatto di reni, di responsabilità democratica, tutti, seppure con un certo ritardo, hanno capito che non si poteva stare né con lo Stato n contro lo Stato, ma che si doveva stare semplicemente con lo Stato democratico.
Punto e a capo.
Questo concetto non fu portato avanti da subito: ci fu un periodo nebuloso, di grande confusione, che determinò un brodo di cultura politica che riteneva anche giustificabile lanciare le pietre e le molotov contro le Forze dell'Ordine e magari scrivere certe frasi davvero terribili sui muri delle città italiane; frasi che a volte compaiono anche nel presente o nel recente passato.
Pertanto, sperando che la storia passata serva a qualcosa, cerchiamo di raccogliere lo spirito positivo di quest'ordine del giorno, con un richiamo: abbassare i toni anche nella politica attuale.
Oggi la situazione è preoccupante, perché a volte i toni sono molto troppo alti. In alcune manifestazioni i rappresentanti del Governo sono stati sbeffeggiati o, in alcuni casi, è stato simulato addirittura il taglio della testa.
Sono azioni pericolose, perché qualche mente debole (c'è sempre una mente debole, purtroppo) potrebbe travisare e dare un'interpretazione al di sopra delle righe.
Il richiamo che rivolgo a tutti è quello di abbassare i toni ricordando che in passato, negli anni Sessanta e Settanta, l'essere stati inizialmente tolleranti verso certe manifestazioni esteriori di violenza spicciola, di violenza quotidiana, di piccolo teppismo o di piccolo vandalismo politico, ha consentito quella degenerazione terroristica di cui parlavo in precedenza.
Voteremo a favore dell'ordine del giorno, con l'auspicio - se ci saranno ulteriori interventi - che il dibattito non semini divisioni al nostro interno, ma raccolga lo spirito di unità democratica per cui l'ordine del giorno è stato presentato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Classico "V. Alfieri" di Asti


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Liceo Classico "V. Alfieri" di Asti, classe II B, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 377 presentato dai Consiglieri Cursio, Motta Angela, Reschigna, Lupi, Costa Rosa Anna, Mastrullo, Botta Franco Maria Taricco, Toselli, Leo, Spagnuolo, Motta Massimiliano, Negro, Cortopassi e Vignale, inerente a "Giorno della Memoria delle vittime e delle stragi di matrice terroristica" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 377.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Intervengo per annunciare la mia sottoscrizione e il mio voto favorevole all'ordine del giorno, anche se il collega Cursio non ha ritenuto di sottoporlo alla mia firma.
Mi impegno a votare favorevolmente questo documento, perché formula com'è dovere delle istituzioni - delle proposte di concreta determinazione.
Come i colleghi che mi hanno preceduto hanno già espresso nel proprio intervento, ritengo che, su un tema come questo, soprattutto le istituzioni che attraverso lo strumento della democrazia rappresentativa rappresentano la propria comunità - debbano, oltre ad assumere un profilo sul piano delle grandi e strutturali questioni civili, anche prendere delle determinazioni e intraprendere delle azioni.
Ritengo che in quest'ordine del giorno siano proposte delle azioni concrete, che sono state ulteriormente corroborate da alcuni interventi, ed è per queste ragioni che lo condivido.
Dal punto di vista dell'adesione politica, esprimo - come hanno già fatto i colleghi - una riflessione che motiva la mia coscienza e la mia cultura politica a sottoscrivere l'ordine del giorno.
Ritengo che chiunque noi interpelliamo, che sia stato attore e protagonista in termini di rappresentante dello Stato nel periodo del terrorismo, non potrà che ripeterci ciò che ci diceva allora: può esistere una raffinata attività investigativa, un dispiegato sistema di sicurezza un efficiente sistema di giustizia, ma nulla potrà erodere alle radici, e quindi sradicare, l'eventuale adesione all'idea di cambiare il mondo in modo violento, se non la crescita di una cultura civile diffusa, se non la cura della mediazione tra le persone, se non lo sviluppo della politica intesa come risoluzione collettiva delle questioni individuali, come mediazione compatibile dei conflitti, come capacità di non negare le minoranze e come elaborazione alta, che renda inclusivo il sistema nel quale le persone vivono.
Era la politica, quella che si era messa in campo per contrastare il terrorismo, ed era una politica che, così facendo, ha prodotto atti concreti che hanno sostenuto le attività dello Stato, ma contemporaneamente costruito una coscienza civica di respingimento del terrorismo e della soluzione terroristica come dimensione politica.
Ahimè, da allora (le grandi prove che quei partiti hanno dato - erano i famigerati "partiti della Prima Repubblica") è iniziata una cultura - mi viene da dire - trasversale di destabilizzazione del ruolo della politica ed anche della dimensione dei partiti.
cominciata con la delegittimazione del ruolo delle Assemblee legislative: memorabile fu il discorso in Parlamento contro le Assemblee delle Camere che decidevano il prezzo di un etto di prosciutto e il finanziamento ai corsi di chitarra. Ma se quello fu un episodio forse anche motivato dall'asprezza del conflitto politico della fase, certo è proseguito con l'idea della sostituzione del partito come luogo di partecipazione alla politica e di mediazione, con - viceversa - l'idea del partito azienda e prosegue con la delegittimazione della dimensione dei partiti esattamente come ruolo pedagogico di educazione alla partecipazione alla politica e con la delegittimazione della politica per come si è organizzata nelle forme della democrazia rappresentativa.
C'è qualcosa di più profondo, che va oltre la crisi storicamente giusta e la critica motivata di cosa oggi non funziona nei partiti e nella democrazia rappresentativa, quando si va a colpire alla radice la necessità dei partiti e della politica.
Credo, quindi, che in questo momento chi è impegnato nella politica debba fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per tenere alta l'identità della politica e tutto ciò che è possibile, all'interno delle Istituzioni per dare concreto seguito a questo valore.
Quindi, per questa ragione sottoscrivo questo ordine del giorno pregando l'Assemblea di sviluppare a proprio modo (legittimamente, perch anche questa è la democrazia rappresentativa e anche questa è la politica) i ragionamenti per trovare ragioni di unità in questo impegno concreto.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro concluso il dibattito.
La parola al Consigliere Cursio, per la replica.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Anzitutto, vorrei ringraziare i tanti colleghi che hanno sottoscritto questo ordine del giorno. Mi dispiace per la collega Artesio alla quale non è pervenuto l'ordine del giorno che avevo, naturalmente, lasciato circolare. Però, insomma, mi dispiace francamente, ma non saprei cosa aggiungere, nel senso che io non mi sono mai lamentato per un ordine del giorno che non mi è pervenuto o che non mi è stato sottoposto per sottoscriverlo.
Detto questo, ho presentato questo ordine del giorno - devo dire la verità - per un fatto semplice che fa parte della mia storia personale.
Penso che le rievocazioni storica siano molto più vivide di tante altre parole, perché esprimono in maniera molto più evidente e più rimarchevole ciò che si vuole comunicare.
Io da infante e da adolescente ho vissuto in un Paese ove si ricorreva alla commemorazione di eventi soprattutto legati all'Olocausto e al nazismo. Perché - mi sono poi chiesto successivamente - ciò avviene? Per una ragione molto semplice, per creare quella che è la coscienza collettiva, la memoria storica potremmo aggiungere. Perché solo attraverso quella memoria storica è possibile comprendere il presente e anche il futuro, affinché le future generazioni, che per ragioni anagrafiche non hanno potuto (per loro fortuna) assistere a ciò che purtroppo si è verificato su questo globo terraqueo, ne abbiano coscienza.
Ma la coscienza non può essere trasferita esclusivamente, come avviene sovente e, vorrei aggiungere, in politica ancor più, attraverso mere parole, ma soprattutto attraverso l'esempio. Un esempio sommesso, ma forte.
Mi duole che collega Bono adduca delle motivazioni che sono incluse in questo ordine del giorno, cioè tutti coloro che si sono adoperati a sovvertire o comunque a ricorrere ad azioni terroristiche sono naturalmente colpevoli e quindi sono deplorati. Poi, se ci si vuole arrampicare a tutti i costi sugli specchi facendo dei distinguo, mi verrebbe da citare qualcuno o da parafrasare qualcuno che in passato aveva eloquentemente espresso un grande concetto: frequentemente, ci si adopera pensando alle future campagne elettorali e non si pensa al futuro del Paese. Non si pensa alle future generazioni.
Con questo ordine del giorno ho voluto semplicemente unire. L'intento non era certamente quello di dividerci su un tema che deve trovarci tutti uniti sia che si faccia parte del centrosinistra, sia che si faccia parte del centrodestra.
Credo che, in questo caso, al di là delle ragioni più sottili che hanno diversificato l'azione del terrorismo, sta di fatto che il terrorismo è deplorevole, . sia che provenga da destra, sia che provenga da sinistra.
Dobbiamo essere d'accordo nel dare l'esempio ai nostri figli e ai nostri nipoti, perché ricordino e perché non incappino - perché questo è poi l'elemento che dovremmo trarre come conclusione - in ciò che i loro padri e i loro nonni hanno, direttamente o indirettamente, vissuto o addirittura subito.



PRESIDENTE

Dopo la replica dobbiamo procedere alla votazione non essendoci, com'è noto, la possibilità di presentare emendamenti sugli atti di indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 377, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che a) ai sensi dell'articolo 87, comma 1 della Costituzione il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale b) il prossimo 9 maggio è stato indicato dal Presidente della Repubblica come giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice c) in tale giornata sarà reso omaggio ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle Istituzioni repubblicane.
Considerato che: a) i magistrati, i poliziotti, i carabinieri e tutti coloro che sono stati assassinati dai terroristi agivano e si prodigavano per salvaguardare la legalità dello stato di diritto.
Affermato che: a) alcuni comportamenti favoriscono l'insorgere di contrapposizioni che possono dare origine alle più pericolose esasperazioni e degenerazioni b) è da ritenersi apprezzabile oltre che condivisibile il richiamo del Presidente della Repubblica al senso della misura e della responsabilità di tutti tutto ciò premesso e considerato stabilisce che ogni anno il Consiglio regionale venga convocato in sessione straordinaria per degnamente celebrare il giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice ribadisce il pieno ed assoluto sostegno all'iniziativa promossa dal Presidente della Repubblica, apprezzandone il richiamo al rispetto del senso della misura e della responsabilità di tutti invita tutti i soggetti aventi incarichi istituzionali ad ogni livello ad ispirarsi nelle loro pubbliche esternazioni ai richiami del Presidente della Repubblica".
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 101, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Facciamo il punto sul provvedimento. La relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Burzi e quella di minoranza dal Consigliere Taricco.
In sede di discussione generale, quindi nella seduta del 27 aprile, al pomeriggio, sono intervenuti i Consiglieri Ronzani, Lepri, Pedrale, Boeti Artesio, Burzi, Gariglio, Pentenero, Biolé, Marinello e Taricco.
Sono iscritti a parlare da quella seduta i Consiglieri Reschigna e Giovine e si sono iscritti, nel frattempo, i colleghi Muliere e Manica.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei utilizzare questi dieci minuti a mia disposizione in merito alla discussione generale sul disegno di legge n. 101 per ribadire all'Aula e alla Giunta regionale alcune questioni.
Sino ad ora, come Gruppo regionale del Partito Democratico, abbiamo presentato pochissimi emendamenti di merito all'articolato del disegno di legge, ma è ormai da alcuni mesi che dichiariamo con altrettanta chiarezza che o si apre un confronto reale rispetto ad alcuni contenuti del disegno di legge sul collegato alla legge finanziaria, altrimenti e, diversamente nel momento in cui si passerà alla discussione sull'articolato, il Gruppo consiliare del Partito Democratico avvierà un'opposizione durissima su questo disegno di legge.
Sotto questo aspetto, le repliche della Giunta regionale al dibattito generale saranno da noi considerate con moltissima attenzione.
Voglio ricordare - al di là di alcune questioni non dico di secondaria importanza, ma meno rilevanti sul piano del merito politico - quali sono i contenuti che noi, come Gruppo consiliare del Partito Democratico consideriamo non dico pregiudiziali, ma su cui avvertiamo e rileviamo una fortissima criticità. Per chiarezza d'intendimento e di posizione politica voglio esplicitarli in modo molto semplice.
Noi chiediamo che si apra una discussione reale circa le proposte contenute all'interno del disegno di legge sul collegato, che riguardano la revoca dalla liquidazione della società Sviluppo Piemonte Turismo, perch noi rileviamo che, attraverso il perpetuare del mantenimento in vita di società, sostanzialmente ci si riporta a una stagione nella quale pezzi di attività che devono essere gestiti dagli Assessorati regionali competenti vengono trasferiti alla gestione di società totalmente partecipate dalla Regione e ravvisiamo in questa operazione sia un tentativo di svuotamento della funzione di controllo da parte del Consiglio regionale sia un'attenuazione del sistema delle regole che devono caratterizzare alcune attività della Regione.
Allora la dicitura che Sviluppo Piemonte Turismo debba occuparsi dei grandi eventi turistici e delle grandi manifestazioni turistiche significa sostanzialmente che d'ora in avanti l'Assessorato regionale al turismo e allo sport non avrà nulla a cui affidare le proprie attenzioni.
L'affidamento a una società significa che si crea un rapporto tra Assessorato e gestione della società che noi definiamo "al di fuori delle regole". Chiedo a questo Consiglio regionale e a questa Giunta di riflettere su questo punto, perché nell'esperienza di precedenti legislature in Piemonte ciò è già avvenuto.
Seconda questione. Noi, durante la discussione nella Commissione consiliare competente e anche durante l'intervento del collega Taricco, che ha svolto la relazione di minoranza al disegno di legge sul collegato abbiamo posto una questione: ha un senso che la Regione Piemonte tenga in piedi Sviluppo Piemonte Turismo, che si debba occupare della promozione turistica in Italia e IMA, che dovrebbe occuparsi dell'istituto della promozione agroalimentare del Piemonte, avendo consapevolezza che oggi uno degli elementi di forza sostanziale dell'offerta e della promozione del sistema Piemonte sta nella capacità di promuovere assieme il turismo e le ricchezze dell'agroalimentare della nostra Regione? Allora, se c'è la necessità di costruire un soggetto, almeno si faccia un soggetto solo. E voglio richiamare la Giunta regionale a una dimensione di coerenza perché non si può, quando si ragiona d'indebitamento della Regione, dire che bisogna ridurre il numero e il novero delle società che intervengono direttamente gestite dalla Regione e poi non accettare la sfida concreta su questi temi. E la sfida concreta su questi temi che il Gruppo del Partito Democratico lancia è semplicemente questa: incominciamo da qua, incominciamo dai contenuti di questo collegato a evitare la proliferazione di società partecipate e controllate direttamente dalla Regione.
Altro tema per noi fondamentale. Noi non accettiamo che all'interno del disegno di legge sul collegato, grazie a un emendamento depositato da gruppi della maggioranza, si voglia riformare la legge sulla caccia del Piemonte. Lo consideriamo scorretto, perché non c'è traccia della discussione all'interno della Commissione consiliare competente di questo intendimento e di questa volontà; lo consideriamo due volte scorretto perché la Commissione consiliare competente ha avviato le consultazioni su proposte di legge sulla caccia. E allora che cosa succede? Qui siamo al bicefalismo politico: la Commissione consiliare competente avvia le consultazioni su proposte di riforma della legge sulla caccia che in gran parte sono contenute all'interno di un emendamento che è presentato sul disegno di legge al collegato. Mettiamoci d'accordo su questo punto.
Si è avviato un percorso nella Commissione che necessariamente deve coinvolgere chi ha voce in capitolo nella comunità piemontese su questo tema, e nello stesso momento la maggioranza presenta una proposta di legge avvia le consultazioni nella Commissione consiliare competente, presenta un emendamento al collegato con il quale si modifica la legge sulla caccia e, guardate, gran parte dei contenuti dell'emendamento sono gli stessi contenuti della proposta di legge che avete depositato voi.
Terzo tema: la modifica all'articolo 35 della legge n. 1/2004. È un aspetto su cui chiediamo alla Giunta regionale di riflettere, perché c'è una fortissima opposizione che si sta esprimendo nella comunità piemontese rispetto a questa modifica, ed è una posizione che riguarda i Comuni, i consorzi dei servizi sociali, ma anche le organizzazioni del volontariato piemontese, che dicono sostanzialmente che con quella modifica non solo si modifica un principio della garanzia delle risorse economiche, ma si esercita un ruolo fortemente centralista da parte dell'Assessorato regionale competente nella finalizzazione delle risorse.
E allora non è pensabile che un Piemonte che ha situazioni di disagio e bisogni sociali diversi abbia un'unica guida dirigistica. Signori, voi siete stati eletti al governo regionale con un obiettivo che è quello della costruzione di un rapporto con le comunità locali che deve passare necessariamente attraverso la valorizzazione delle autonomie locali, ma nei fatti concreti state negando questo aspetto; lo avete negato inizialmente nel tentativo della riforma del Testo unico sulle aree protette. L'articolo 35 nega il concetto di lasciare alle autonomie locali, agli operatori locali e ai consorzi dei servizi sociali la capacità e la possibilità di riflettere su quelle che sono le particolarità delle situazioni sociali da territorio a territorio: toglietelo dal collegato! Un'altra questione che per noi è fortemente importante è la riforma delle ATL. Noi non siamo contrari alla riforma delle ATL, diciamo che la storia delle ATL del Piemonte è una storia di esperienze diverse.
Ciascuno si è costruito il proprio abito cercando di interpretare un rapporto che in alcuni casi è stato importante con gli operatori privati in altri casi ha vissuto invece di presenze unicamente pubbliche. Noi non accettiamo una norma che è contenuta sotto questo aspetto che tenta anche qui, di rappresentare il modello unico.
Vi invitiamo a riflettere sull'emendamento che abbiamo depositato, che dice sostanzialmente: costruiamo la possibilità di dare una garanzia di legittimità a più modelli. Ciascuno poi, in relazione alla sua capacità di lettura dell'esperienza di quel territorio, della storia che ha fatto nel rapporto coi privati, della capacità di leggere anche quello che è il livello di condivisione che si può costruire e di rapporto tra politiche pubbliche e politiche private, si sceglie l'abito più confacente alle proprie necessità, si sceglie l'abito più confacente alle esigenze e alle capacità di dare risposte alla propria realtà territoriale.
Sono queste le questioni fondamentali presenti, dal nostro punto di vista, all'interno di questo disegno di legge.
Se dalla replica della Giunta regionale emergerà la disponibilità ad accogliere le nostre proposte o i nostri rilievi rispetto a questi temi contenuti all'interno del disegno di legge sul collegato, l'atteggiamento del Gruppo regionale del Partito Democratico sarà un atteggiamento di confronto reale sul merito; se da parte della Giunta regionale, come avvenuto nel corso di tutte queste settimane, ci saranno solamente non risposte, affermazioni generali e generiche, richiami a una disponibilità che non si sostanzia in fatti concreti, il Gruppo regionale del Partito Democratico, nel passaggio all'esame dell'articolato, esprimerà una fortissima e durissima opposizione ai contenuti di questo disegno di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Prima di ritornare sulle questioni poste dal collega Reschigna, vorrei fare una riflessione sul fatto che l'esperienza non ci insegna nulla. Non mi riferisco solo al collegato alla finanziaria presentato quest'anno, ma al fatto di presentare ogni anno - è una riflessione che abbiamo fatto anche negli anni scorsi - un collegato alla finanziaria inserendo al proprio interno modifiche di testi di legge importanti, pensando di accelerare i tempi e le procedure. In realtà, allunghiamo di molto i tempi di discussione del collegato alla finanziaria. Tra l'altro, il collegato alla finanziaria non è un obbligo, perché si decide di presentarlo in abbinamento alla finanziaria, ma potremmo anche evitarlo.
Sta di fatto che siamo a maggio, rischiamo di arrivare al mese di giugno e di dover discutere dell'assestamento di bilancio.
Chiedo di riflettere su questa metodologia che si intende seguire e che ha seguito - lo dico con molta franchezza - anche la nostra maggioranza e la Giunta precedente. Ricordo che in Consiglio c'erano obiezioni della maggioranza e della minoranza, con inviti rivolti alla Giunta di ridurre il testo del collegato alla finanziaria.
Lo abbiamo detto anche in Commissione: evitate - ed è un invito alla Giunta attuale - di appesantire ulteriormente il collegato alla finanziaria. Lo ribadiamo oggi in Aula, perché se vogliamo arrivare in tempi celeri ad approvarlo, occorre mettere da parte tutte quelle questioni, di cui abbiamo fatto qualche esempio, che potrebbero allungarne i tempi di discussione in Aula.
Bisognerebbe raccogliere questa ulteriore lezione che viene dalla discussione sul collegato alla finanziaria che abbiamo iniziato all'incirca a febbraio. Siamo a maggio, arriveremo a giugno e non abbiamo ancora approvato il collegato alla finanziaria, tenendo conto che, sulla base del nuovo Regolamento, il bilancio e la finanziaria vengono approvati entro la fine dell'anno. Abbiamo questa grossa fortuna ed è un fatto positivo, come abbiamo sottolineato più volte, che la finanziaria e il bilancio di previsione vengano approvati entro la fine dell'anno.
Mi auguro che oggi la Giunta raccolga l'invito della minoranza, del gruppo del Partito Democratico, di togliere alcune questioni che possono allungare i tempi di discussione e di approvazione del collegato. Le questiono sono quelle ricordate dai colleghi, questioni che, se non verranno tolte dal collegato, richiederanno una lunga discussione in Aula.
C'è una questione rispetto alla quale penso - spero - che l'Assessore sia d'accordo, perché è un contraddittorio: giovedì prossimo iniziamo le consultazioni con tutti i soggetti interessati a discutere di proposte di legge di modifica della legge 70, e poi nello stesso momento in Aula abbiamo questioni riguardanti la caccia inserite nel collegato alla finanziaria.
Mi sembra una contraddizione molto forte.
Per adesso abbiamo aperto il canale delle consultazioni e la discussione in Commissione di modifica della legge 70, poi vedremo. Sarebbe sbagliato portare in Aula modifiche della legge 70 all'interno del collegato.
Tra l'altro, per esperienza, sappiamo bene che se c'è una materia che crea una discussione notevole all'interno delle forze politiche fuori dall'Aula è la questione della caccia, e noi la inseriamo all'interno del collegato? Se vogliamo che il collegato vada avanti, togliamo questa questione, eliminiamola dal collegato alla finanziaria e procediamo con le consultazioni che inizieremo giovedì prossimo sulle proposte di legge che ogni Gruppo ha presentato di modifica alla legge 70.
Sarebbe davvero una contraddizione e non sarebbe compresa dai soggetti chiamati ad esprimersi sulle proposte di legge sulla caccia. Non sarebbe compreso e non sarebbe corretto nei loro confronti, perché potrebbero dirci: ma scusate, ci chiamate alla consultazione e poi in Aula state discutendo la modifica della legge 70 attraverso il collegato alla finanziaria? Credo sia una riflessione da fare, al di là del merito degli emendamenti presentati sulla questione caccia.
Le altre questioni sono state spiegate prima con molta chiarezza: la questione dell'IMA, la questione dell'ATL.
Per quanto riguarda l'ATL, non possiamo limitarci ad una discussione in Aula in questo modo, perché la questione coinvolge i territori, i soggetti interessati e le ATL. È una riflessione che non vorremmo fare all'interno del collegato alla finanziaria, trattandosi di questione molto importante: il ruolo e la natura delle ATL delle nostre Province è notevole. Dovremmo fare una riflessione più attenta e non all'interno del collegato alla finanziaria.
Già in Commissione abbiamo sollevato il problema e abbiamo rivolto un invito ad estrapolare dal collegato alla finanziaria le questioni che richiedevano una riflessione più attenta e un confronto tra le forze consiliari all'interno delle Commissioni.
Personalmente credo che ci sia la necessità di accelerare la discussione in Aula e arrivare all'approvazione del collegato alla finanziaria (ovviamente noi abbiamo un atteggiamento critico in generale sul collegato alla finanziaria), ma se vogliamo che non ci sia una lunghissima discussione, la Giunta deve raccogliere l'invito che le stiamo rivolgendo in questo dibattito generale, al di là del merito delle singole questioni presenti all'interno del collegato. C'è una questione di metodo.
Mi auguro che la maggioranza dica qualcosa sulle riflessioni che stiamo ponendo nel dibattito generale, e sulla base di questa risposta, come ha detto il collega Reschigna, ci sarà una valutazione da parte nostra.
Penso che il collegato alla finanziaria possa avere un percorso agevolato se verrà accolto l'invito che abbiamo rivolto alla Giunta e alla maggioranza.
Sarebbe un atteggiamento responsabile da parte vostra e potrebbe davvero agevolare il percorso di approvazione del collegato alla finanziaria.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Manica per l'ultimo intervento della mattinata, vorrei ricordare ai colleghi che bisogna firmare a fine seduta e che per tale scopo ci sono tre apparati, due ai banchi dei funzionari dell'Ufficio Aula ed uno all'inizio dei banchi della Presidenza dove siede la dottoressa Restivo.
Lo dico in modo che i colleghi non se lo dimentichino e si organizzino per la firma finale.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sono d'accordo con la considerazione che faceva il collega Muliere. Nel momento in cui ci troviamo davanti a provvedimenti come la legge finanziaria piuttosto che il collegato alla finanziaria, si viene sempre presi - ma è una cosa cui abbiamo assistito anche nel corso di diverse legislature - dalla tentazione di considerarlo un treno cui si attaccano progressivamente una serie di vagoncini per risolvere una serie di questioni che non sono state risolte prima o che se non si è riusciti a risolvere con interventi legislativi appositi.
Questo è un dibattito che è stato fatto più volte e ricordo che, nel corso della scorsa legislatura, sia l'allora maggioranza sia l'opposizione giustamente, tutte le volte portavano ad una riduzione sufficientemente accettabile provvedimenti che altrimenti sarebbero stati estremamente ampi e con problematiche che dovevano essere risolte dentro a leggi apposite anche perché l'ordine della loro complessità richiedeva un provvedimento organico e non uno scarno articolo in finanziaria o un collegato alla finanziaria che rischiava di non risolvere il problema.
chiarissimo che nel momento in cui si avanza questa richiesta, da parte del Consiglio, dei Gruppi e dei Consiglieri che l'avanzano vi è una consapevolezza ed una capacità di sapere distinguere tra elementi che in un collegato possono anche rimanere, perché sono elementi di rilievo non consistente, che risolvono un problema pratico e accelerano una procedura e problematiche che invece richiedono un dibattito consistente di un provvedimento apposito e che, infilate in questo modo in un collegato alla finanziaria, diventano uno snaturamento di un processo legislativo precedente o del funzionamento di settori che richiederebbero, invece, un dibattito altrimenti consistente.
Mi pare del tutto evidente che gli esempi fatti dai colleghi del Gruppo e testé dal Presidente Reschigna e dal collega Muliere siano di questa rilevanza.
Chi può negare che il tema della caccia sia un tema in qualche modo controverso? Chi può negare che sul tema della caccia in quest'Aula nel corso di periodi successivi si sono tenuti dibattiti consistenti con posizioni significativamente differenziate? Chi può negare che raggiungere una mediazione su questi temi è compito possibile, ma difficile che richiede passaggi intermedi? Il collega Muliere, che spesso di questo si è occupato, sa bene quale ordine di complessità e di relazione vada trovata tra movimenti ecologisti ed organizzazioni di cacciatori, e che trovare soluzioni equilibrate che salvaguardino l'ambiente e consentano l'attività di una pratica sportiva è sempre elemento estremamente complesso.
Visto che la discussione sulle modifiche variamente presentate alla legge n. 70 sta per arrivare all'apertura di una consultazione nei prossimi giorni per trovare la soluzione più equilibrata possibile in seguito alla consultazione, raccogliendo anche le osservazioni e operando una composizione tra i testi, la cosa che non si comprende è perché un tema così complesso debba rimanere nel testo della finanziaria.
Ci sono altre due cose di una certa complessità che hanno intrattenuto dibattiti per intere legislature, che sono quelle su come si fa la promozione turistica e su come si organizzano le ATL.
La promozione turistica è un fatto complesso. Ci siamo trovati a doverla riorganizzare a ridosso di grandi eventi, come l'evento olimpico che avevano cambiato e che ci hanno consentito di cambiare la faccia del turismo piemontese. Altri grandi eventi, come l'ostensione della Sindone e il centocinquantesimo dell'Unità d'Italia, sono stati ulteriori elementi di attrazione turistica sul Piemonte. È chiaro che i temi della promozione sono sempre stati affrontati in questo Paese malamente, perché ognuno la faceva a modo suo, con 150 strutture diverse, e che l'operazione di razionalizzazione è l'operazione più significativa.
Pertanto, quando poniamo il problema dietro a quegli scarni articoli che voi avete scritto, il problema è un problema complessivo. Vorremmo sapere dall'Assessore competente, che peraltro non c'è, anche se ha degli articoli molto significativi che riguardano la sua attività. Vedo che manca anche l'Assessore Quaglia, che credo sia impegnata, ma c'è il Vicepresidente che si sta occupando di raccogliere le osservazioni per poi parlarne e riferire all'Assessore.
Ci sono diversi enti che si occupano di questa promozione. Un Assessorato che ha un settore intero della promozione con più di 15 dipendenti.
Il CEIP al suo interno ha anche una sezione che riguarda il turismo oltre che alla promozione delle imprese e all'attrazione di imprese sul territorio piemontese. Sviluppo Piemonte Turismo è IMA per quanto riguarda la parte più relativa ai prodotti agricoli.
Quello che noi vorremmo sapere è che cosa volete fare di tutto questo.
Qual è l'ordine di razionalizzazione su questi temi della promozione che voi proponete, e chi fa che cosa: chi fa quella all'estero, quali sono i mercati di riferimento scelti, che cosa si fa sul mercato italiano, che rimane oltre il 50% ancora del mercato turistico piemontese.
una semplice proliferazione senza progetto o vi è un progetto di razionalizzazione al momento in cui voi scrivete queste norme? Un'operazione come questa meriterebbe ben altro provvedimento e meriterebbe ben altra riflessione. Noi non siamo riusciti a capire né in Commissione né nei vari momenti di approfondimento che abbiamo chiesto all'Assessore che cosa intendesse fare. Se semplicemente avere degli strumenti al suo servizio per facilitarsi il lavoro e semplificarselo bypassando anche il lavoro attraverso i settori dell'Assessorato o se avesse invece un disegno di razionalizzazione, che da qui non emerge.
sempre invece un proliferare di cose che non sintetizzano e non razionalizzano.
C'è poi la questione delle ATL. La modifica di come oggi sono giuridicamente le ATL è cosa che è imposta alle Regioni italiane dal famoso provvedimento assunto dall'allora Ministro Bersani, che riguardava le realtà e le società che si costituivano e all'interno di queste il rapporto tra il pubblico e il privato. Quindi, un'applicazione dovuta di Bersani che le Regioni italiane devono fare.
una questione complessa. Ne abbiamo discusso l'altra volta per un'intera legislatura con il sistema delle ATL piemontesi e, dopo vari approcci e vari tentativi, visto che sono un elemento importante dell'accoglienza turistica in una Regione che negli ultimi cinque anni ha visto il suo lancio dal punto di vista turistico, non vorremmo che si arrestasse. Sapete che il mercato turistico è così: si fanno interventi tre anni prima e i risultati si riverberano e si realizzano nei tre o quattro anni successivi. Quindi, adesso stiamo ancora raccogliendo il frutto del lavoro fatto precedentemente dalle Olimpiadi in poi.
Se però l'organizzazione delle ATL e anche quella della promozione non sarà adeguata, dopo qualche anno quel flusso si interrompe. Non è che, se non si fa più niente o se si sbagliano gli interventi, si può continuare a vivere del lavoro fatto precedentemente, perché ad un certo punto si esaurisce.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
I nostri lavori riprenderanno nel pomeriggio alle ore 14.30 con lo svolgimento delle interrogazione a risposta immediata (articolo 100 del Regolamento) e alle ore 15 per la continuazione della trattazione del disegno di legge n. 101, con la replica della Giunta regionale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Siamo convocati fino alle ore 13. Se l'Aula intende continuare, non c'è nessun problema. La Giunta intende replicare nel pomeriggio, se emerge la richiesta di una replica e si vuole continuare, non c'è nessun problema per la Presidenza. Mi sembra che non sia ribadita la richiesta.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che occorre firmare anche a fine seduta.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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