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Dettaglio seduta n.106 del 27/04/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 528 presentata dal Consigliere Cerutti, inerente a "Quale modello di governance per un Piano strategico per l'ICT?"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
528, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha facoltà di parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione a risposta immediata perch riteniamo che questo tema sia molto importante e perché riteniamo sia giusto parlarne anche nelle sedi preposte. Condividiamo le considerazioni della Giunta regionale rispetto al fatto che il settore della ICT sia centrale nell'economia piemontese (con 9.000 imprese, che rappresentano quasi l'8% delle imprese italiane, che occupano circa 90 mila persone). In questo senso crediamo sia necessaria la massima attenzione affinché questo settore produttivo non soltanto sia mantenuto, ma anche potenziato.
Apprendiamo (anche da alcune risposte dell'Assessore Giordano a precedenti interrogazioni presentate dal mio Gruppo) che è in fase d'elaborazione un Piano triennale per ICT, facente parte di un piano più generale per la competitività della Regione e che questo piano si propone di dare vita ad una vera e propria agenda digitale regionale. In questo senso condividiamo certamente l'obiettivo.
Abbiamo poi appreso dagli organi di stampa che sarebbero stati stanziati 50 milioni di euro come risorsa finanziaria per questo piano e anche che quest'agenda digitale dovrebbe essere articolata su due grandi assi: l'innovazione nella Pubblica Amministrazione e le nuove sfide dell'innovazione per città e territori.
Il CSI (Consorzio per il Sistema Informativo piemontese) dovrebbe avere un ruolo chiave all'interno di quest'agenda; tra l'altro, oggi sul Sole 24 Ore troviamo una dichiarazione dell'Assessore Giordano in cui afferma che per quanto riguarda il CSI, si vada in una direzione che non sia più quella di body rental, ma di acquisti a corpo, quindi acquisti a commessa.
Tuttavia, detto tutto ciò e anche condividendo in parte questa svolta rispetto al CSI, ci chiediamo in quali sedi formali si stiano discutendo questi aspetti. Perché nel piano così conosciuto a livello informale si parla di un modello di governance su due livelli; una deliberazione della Giunta regionale dovrebbe definire l'organo generale di coordinamento, ma a questo punto chiediamo una condivisione maggiore da parte degli Enti locali, degli Enti attuatori che dovrebbero far parte di questo tavolo anche perché lo stesso CSI è un ente consorziato.
Quindi, richiamiamo la Regione ad una maggiore condivisione e quindi chiediamo al Vicepresidente della Giunta, che risponderà a quest'interrogazione, come si stia procedendo, perché riteniamo che se si stanno portando avanti degli indirizzi condivisibili non comprendiamo bene quale sia il livello di interazione e di condivisione con il territorio e con gli enti, a partire dagli enti consorziati del CSI.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'interrogativo posto dalla Consigliera Cerutti è: "Quale modello di governance per un Piano Strategico per l'ICT"? intenzione della Regione Piemonte procedere in modo condiviso alla definizione, in sinergia con il Piano triennale della ricerca ed il Piano energetico regionale, alla definizione del Piano strategico per l'Information and Communication Technology (ICT), prevedendo un modello di governance su due livelli.
Così come definito nel documento "Verso un Piano strategico per l'ICT: leva per la crescita e lo sviluppo economico e sociale del Piemonte" condiviso con tutte le parti interessate nell'incontro del 18 aprile, sono previsti: a) un Organo generale di Coordinamento - Comitato di coordinamento composto dalla Regione Piemonte, dagli Enti locali e dalle associazioni di categoria, coordinato direttamente dall'Assessore regionale allo Sviluppo Economico; b) un Organo di singolo piano, composto dalla Regione Piemonte, Enti attuatori, Associazioni e coordinato da un Plan Manager per il Piano di sviluppo ICT ed uno per il Piano della Ricerca. Il Plan Manager del Piano ICT verrà nominato contestualmente all'approvazione del Piano stesso.
I singoli piani potranno prevedere - se necessaria - anche la presenza di un Organo consultivo con la presenza di Atenei ed esperti in materia nonché di rappresentanti dei Poli di innovazione interessati.
All'attuazione dei Piani concorreranno in ragione delle diverse misure previste: a) le Partecipate della Regione Piemonte (Finpiemonte, CSI Piemonte, Fondazione Torino Wireless, IRES, CEIP, Consorzio TOP-IX, CSP Innovazione nelle ICT) sui diversi ambiti di loro competenza - finanziario organizzativo, tecnologico, di ricerca, innovazione ed internazionalizzazione; b) gli Atenei e le loro strutture (Dipartimenti Incubatori, Centri specializzati) di competenza sulla materia in oggetto quale il Centro di Ricerca NEXA su Internet e Società; c) le imprese con la partecipazione diretta ai bandi e alle misure specifiche previste.
Ovviamente, questa è una risposta confacente al question time. Con ogni probabilità, un'interrogazione ordinaria avrebbe consentito di dilungarsi maggiormente, comunque ritengo che l'essenza della risposta ci sia, poi mi auguro che ci sia la possibilità, nelle sedi opportune, di dialogare anche con il collega Giordano, che potrà essere più preciso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 527 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Rischio di chiusura dell'Ospedale Maria Adelaide di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
527, presentata dal Consigliere Boeti, che ha facoltà di parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Due brevi considerazioni prima che l'Assessore legga la sua risposta.
Nel piano di rientro, nella furia iconoclasta del Presidente Cota, che ha l'obiettivo di chiudere gran parte delle strutture sanitarie di questa regione, c'è scritto che il Maria Adelaide è una struttura monospecialistica. Tra l'altro, è stato commesso un errore, dal momento che il Maria Adelaide non è una struttura monospecialistica, perché si occupa di ortopedia, ma ha anche un importante reparto di neurourologia. Dicevo che è stato scritto che entro il 30 giugno 2011 la struttura sarebbe stata chiusa per gravi fenomeni strutturali.
Non sappiamo, i dipendenti dell'Ospedale non sanno e per i medici (che prima potevano anche litigare con il Direttore Generale, perché ce l'avevano lì ed il confronto era vivo e frequente, oggi è praticamente impossibile avere un dialogo con un Direttore Generale messo a capo di un'azienda mostruosa come quella che avete messo in piedi.
Dicevo, il personale non sa se la Giunta intenda confermare la sua decisione di chiudere la struttura entro il 30 giugno; non sa quali sono i gravi fenomeni strutturali; inoltre, non sa che cosa la Regione pensa di fare di un ospedale che appartiene alla storia sanitaria di questa regione.
Stiamo parlando in una struttura nata nel 1872, dedicata alla regina Maria Adelaide che, come l'Assessore sa, era la moglie di Carlo Alberto (quello dello Statuto Albertino). È stato il primo ospedale ad occuparsi di bambini rachitici; intorno agli anni Sessanta, è stato il primo ospedale in Piemonte a curare la scoliosi con il professor Rastel Bogin e che oggi ha uno dei pochi ambulatori pubblici di scoliosi di Torino e della sua Provincia.
La struttura ha un reparto ospedaliero di ortopedia sviluppato negli anni Sessanta da un grande chirurgo di questa città, il professor Camillo Andrea Lievre, che ha impostato l'Ospedale con un indirizzo che allora era ortopedico-traumatologico e divenuto, con il passare del tempo prevalentemente ortopedico.
Il Maria Adelaide è l'unico Ospedale pubblico in grado di realizzare circa 400 interventi l'anno di protesi d'anca e ginocchio, la cui lista d'attesa, prima che il centrosinistra governasse la Regione, era di due o tre anni, mentre oggi il paziente viene operato un mese e mezzo dopo la richiesta d'intervento.
Gli ortopedici effettuano circa 1.700 interventi l'anno nel Reparto di Ortopedia del dottor Bellomo, poi ci sono gli interventi dei chirurghi della mano del CTO e dei microchirurghi, per un totale di 2.500 interventi l'anno, cui si aggiungono i 500 interventi realizzati nel Reparto di Neurologia.
In Toscana c'è un altro reparto di questo tipo.
Il Reparto di Neurologia diretto dal professor Carone è uno dei reparti più quotati in Italia e in Europa: si occupa di curare i disturbi vescicali dei pazienti para e tetraplegici, quelle persone che sono state coinvolte in gravi incidenti automobilistici e che trovano, in quella struttura, la possibilità di vedere lenite, per quanto possibile, le loro sofferenze.
In quel reparto si occupano dei disturbi di incontinenza urinaria con una tecnica moderna, copiata frequentemente (ci sono chirurghi provenienti da altri Paesi europei); si tratta dell'applicazione di pacemaker che stimolano la muscolatura vescicale, evitando problemi gravi (500.000 piemontesi soffrono di incontinenza urinaria e molte sono giovani donne che hanno la necessità di un intervento chirurgico di questo tipo, per il quale ci sono oggi sette-otto mesi d'attesa, e che vivono con il pannolone in attesa dell'intervento chirurgico).
Noi - dico noi, perché lavoro in quell'Ospedale da trent'anni, anche se da sei anni svolgo il mio lavoro di Consigliere regionale (la legge mi consente di svolgere l'attività chirurgica e continuo a farlo) - come ortopedici abbiamo la possibilità -forse è così anche per i neurologi - di effettuare gli interventi chirurgici al CTO, Azienda madre rispetto al Maria Adelaide, che, come tutti sanno, è un piccolo ospedale, che ha comunque 280 dipendenti.
Bisognerebbe capire - e termino, Presidente - come si organizzerà il trasferimento e quale sarà la possibilità, in un altro posto, di continuare a eseguire 3.000 interventi chirurgici.
Insomma, ci sembra che la solita approssimazione e la solita furia iconoclasta del Presidente Cota stia creando, anche in questo campo, un disastro preoccupante per la salute dei cittadini di questa città e anche di questa regione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interrogazione esposta dal Consigliere Boeti, si deve innanzitutto precisare che la rete ospedaliera è strettamente connessa con la rete dell'emergenza-urgenza e con quella territoriale. Pertanto, una qualsiasi decisione sulle singole strutture non può prescindere da un'attenta analisi di rete per specialità, rispetto al bacino di utenza di competenza.
altresì ovvio che una rete ospedaliera moderna ed efficiente deve disporre di Presidi a norma, con i requisiti strutturali e organizzativi richiesti dalla vigente normativa.
L'Addendum del programma attuativo e del Piano di rientro ha come obiettivo l'applicazione di detti criteri e, in base agli elementi disponibili al momento della sua stesura, ha previsto una serie di interventi che ovviamente devono essere approfonditi, prima di una loro eventuale attivazione.
Per quanto concerne il Maria Adelaide, attualmente il Presidio fa parte dell'Azienda Ospedaliera CTO/Maria Adelaide e la DGR n. 51-1358 del 29/12/2010, avente per oggetto "Avvio progetto di riordino del sistema sanitario regionale" propone l'inserimento del Presidio medesimo nell'Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni Battista di Torino.
La Giunta regionale, come stabilito dall'Addendum, ha previsto con DGR n. 17-1830 del 7/04/2011 i bacini di utenza per specialità e i posti letto indicativi per struttura complessa, ma è ovvio che l'allocazione dei posti letto nelle singole sedi di cui dispone un'Azienda, come nel caso dell'ASO CTO/Maria Adelaide, deve essere oggetto di attenta valutazione da parte della Direzione della medesima.
Si riferisce, infine, che la Direzione dell'ASO CTO/Maria Adelaide, a tale proposito, ha precisato che in nessuna sede è mai stata ventilata l'ipotesi della chiusura dell'Ospedale Maria Adelaide; la stessa Direzione ha infine individuato un percorso con l'istituzione di un gruppo di lavoro di cui fanno parte i dipendenti del Maria Adelaide e del CTO, che ha il compito di sviluppare l'ipotesi di riordino dell'attività chirurgica e riabilitativa dei Presidi CTO e Maria Adelaide, nell'ottica di una maggiore funzionalità e tutela della sicurezza dei pazienti e degli operatori.
Così è la risposta al question time.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 526 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Modalità di controllo sui terreni vitati in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 526 presentata dalla Consigliera Motta, che ha la parola per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, perché so che l'Assessore Sacchetto è informato ed è a conoscenza delle problematiche che stanno creando i controlli sulle foto interpretazioni grafiche che sta realizzando la Regione Piemonte sulle superfici agricole, in particolare sui vigneti.
Questa misura non è messa in discussione in quanto controllo, nel senso che tutte le organizzazioni sindacali e gli agricoltori stessi sono d'accordo che questi vengano effettuati; è il modo con cui questi vengono realizzati che crea grossi problemi e penalizza oltre misura le imprese agricole del nostro territorio.
Le tre organizzazioni sindacali agricole sono unanimi nel chiedere all'Assessorato di rivedere queste modalità di controllo; in questi anni le Associazioni si sono divise molte volte su più fronti, mentre su questo argomento e problematica sono d'accordo nel chiedere, all'unanimità, la modifica e la cancellazione di tale modalità di controllo.
L'interrogazione è molto semplice: chiediamo che l'intera operazione di controllo tramite foto-interpretazioni grafiche, finalizzata a costituire l'anagrafe unica regionale, venga annullata con urgenza, in considerazione di tutte le problematiche che sta creando alle aziende agricole, che sono in difficoltà e che non riescono ad accedere ad altri contributi, come quelli della PAC, del PSR o addirittura alle facilitazioni sull'acquisto del gasolio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto, per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Motta per l'interrogazione, perché mi dà l'opportunità di illustrare lo stato dell'arte riferito a questa problematica.
Le superfici vitate, più di ogni altro settore dell'agricoltura, nei decenni (da quando si fece la scelta delle Denominazioni d'Origine e quant'altro) hanno sempre seguito un percorso proprio, che ha portato ahimè - a picchi del sistema burocratico che non sono conosciuti in nessun altro settore dell'agricoltura.
Nel corso dei questi ultimi anni - lei lo sa benissimo, perché viene da una provincia a fortissima vocazione vitivinicola - quasi tutti gli anni ci trovavamo, come CSI, come AGEA, come Regione Piemonte, a comunicare all'azienda vitivinicola una superficie della sua azienda diversa rispetto a quella dell'anno precedente.
Questo, purtroppo, è andato avanti per numerosi anni e non soltanto in Piemonte, che oltretutto ha sempre avuto una storia di definizione delle superfici migliore rispetto a tante altre regioni (penso alla Puglia e alla Sicilia, dove ancora oggi vi è un disastro assoluto, in merito alla definizione delle superfici).
Questo è dovuto al fatto che, purtroppo, negli anni passati l'Italia, a differenza di altri Stati dell'Unione Europea, ha previsto e inteso mantenere l'articolo catastale per la misurazione delle superfici viticole in questo senso e superfici agricole più in generale.
Questo ha portato - non sto a dilungarmi e ad approfondire la questione dal punto di vista tecnico - notevoli difficoltà e, proprio in riferimento al settore vitivinicolo, anche ad una procedura di infrazione a livello europeo.
Voglio sottolineare che l'Italia, quindi AGEA, ad oggi avrebbe un'infrazione di 148 milioni di euro da pagare all'Unione Europea perch non ha provveduto a regolarizzare la propria posizione nei tempi rispettati dagli altri Paesi dell'Unione Europea.
Faccio un esempio: in ottobre sono stato in Francia e mi hanno detto che il catasto l'hanno cestinato anni fa rispetto a quelle che sono le superfici per i premi PAC e PSR e quant'altro.
Purtroppo siamo in ritardo su questa partita. AGEA nei mesi passati ha concordato con l'Unione Europea - con l'avallo dal punto di vista tecnico delle Regioni Piemonte e Veneto, con il dottor Porzio della Regione Piemonte e con il dottor Cattarin della Regione Veneto - un percorso di atterraggio morbido per l'Italia che dovrebbe consentirci di ridurre l'infrazione da 148 a 30-40 milioni di euro.
Quindi, oltre ai 100 milioni di euro risparmiati dalle casse dell'erario italiano, dall'altro lato questo ci consentirà di certificare la superficie una volta per tutte.
Il problema è che la fotointerpretazione GIS non combacia con i dati storici dell'anagrafe vitivinicola e, di conseguenza, sono intervenute notevoli problematiche che l'interrogante ha giustamente sollevato e di cui ci stiamo occupando ormai da un mese. Tra l'altro, fra circa un'ora avremo una riunione tecnica che dovrebbe consentirci di concludere il percorso perché ieri abbiamo fatto una riunione con i Direttori delle tre organizzazioni agricole piemontesi e abbiamo individuato un percorso di atterraggio morbido che ci consentirà entro la fine dell'anno di fare fronte alle direttive a livello nazionale e a livello europeo.
Voglio ribadire che quest'anno finalmente certificheremo le superfici quindi una volta per tutte la superficie sarà quella. Per una persona non addetta ai lavori diventa quasi inconcepibile che l'Italia tutti gli anni si allarghi e si stringa, perché la superficie è sempre quella. Purtroppo è successo in questi ultimi anni e soprattutto nel settore vitivinicolo.
Dall'altro lato, logicamente a quelle aziende che si ritroveranno con una riduzione della superficie che a volte può essere anche nell'ordine di dieci metri, 100 metri o 1.000 metri, verrà dato il diritto, con i cosiddetti bollini, di rivendicare la coltivazione di uve e la conseguente produzione di vino. Quindi, sostanzialmente è un diritto che l'azienda ha maturato, senza compiere un abuso - non è che i cosiddetti bollini che le aziende rivendicavano se li inventavano al mattino, ma semplicemente perch in passato le Province avevano detto che avevano diritto a questi bollini in base alla superficie.
Qui purtroppo c'è un discorso di stratificazione e sovrapposizione di coloro che hanno governato a livello nazionale e regionale. Quindi, il principio che porteremo avanti e che abbiamo concordato ieri con i Presidenti regionali è quello di fare una specie di spartiacque da adesso in avanti che ci farà ragionare con questo nuovo sistema GIS, che una volta per tutte dovrebbe portarci a gestire le superfici come tutto il resto dell'Europa. E ci permette di non andare a scavare nel passato, perch purtroppo in base alla normativa europea, se oggi si certifica una superficie ad esempio a 90 e fino a ieri si era detto che era 100, anche per le misure agroambientali e per tutte le misure che riguardano degli impegni pluriennali da parte delle aziende agricole, in teoria il 10 si dovrebbe restituire all'Unione Europea.
Oggettivamente questo non sarebbe giusto, non tanto per il principio della normativa europea, ma perché se una Pubblica Amministrazione va avanti a cambiare le carte in tavola, è chiaro che la colpa non è dell'agricoltore, che assolutamente non compie un abuso. Di conseguenza, ci sarà questo spartiacque.
Quello che abbiamo concordato con i Presidenti regionali è che in questi mesi si impegnino, perché talvolta cercano di spostare i problemi in avanti. In questo accordo loro si sono impegnati da adesso fino alla fine dell'anno a sistemare la questione, che peraltro doveva già essere sistemata l'anno scorso, poi si cerca di portare la questione laddove comporta meno impatto e meno problematiche.
Quindi, si sono impegnati nel continuare a lavorare in questi mesi e noi naturalmente daremo il nostro supporto anche di natura economica perché costa fare un lavoro del genere, però - ed la prima volta che succede - AGEA ci ha confermato che verranno certificate le superfici.
L'anno prossimo ripartirà un nuovo ciclo di refresh, e quindi con la certificazione delle superfici quest'anno, verranno modificate soltanto quelle superfici che matureranno le cosiddette eclatanze - ad esempio se si fa una casa, se passa un'autostrada - quindi, se ci sono dei cambiamenti sostanziali nel sistema parcellare, perché anche in questo caso si passa dal sistema particellare al sistema parcellare. Quindi, non più milioni di particelle, ma un numero inferiore di parcelle, quindi con la messa a punto di un sistema finalmente dopo tanti anni. Purtroppo non ci sono colpe oggettive di una parte politica o di un'altra, perché è stato un sistema che nel nostro Paese non è mai stato gestito bene e che finalmente dovrebbe andare a regime.
Con questo percorso condiviso dall'organizzazione, si dovrebbe riuscire a mettere una pezza per quest'anno e partire nel 2012 con una situazione pulita, anche perché le organizzazioni lamentavano il fatto che questa circolare da parte di AGEA sia arrivata soltanto a febbraio, quindi ci è voluto circa un mese per mettere a punto il sistema informativo; quindi hanno lamentato anche questo ritardo.
Ritenevamo fosse giusto spingere su questa partita, prendendoci anche delle responsabilità politiche, perché siamo sempre borderline. Non commettiamo degli atti illeciti, però comunque siamo borderline dal punto di vista della gestione, ma credo che sia opportuno prendere delle responsabilità di natura politica per permettere di proseguire l'iter stesso che non avrà impatto zero, ma è anche vero che ci permetterà una volta per tutte di chiudere finalmente questa partita e lasciare lavorare in pace i viticoltori senza cambiare le carte in tavola tutti gli anni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 14.57 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(Alle ore 15.15 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30 a causa del protrarsi dei lavori della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.58)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Cominciamo i nostri lavori. Ci scusiamo per il protrarsi della Conferenza dei Capigruppo.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Carossa, Cota, Giordano Botta Marco e Valle.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Così come avevamo deciso nella Conferenza dei Capigruppo, si tratta di nomine urgenti relative alla Fondazione del Piemonte per l'Oncologia.
Dobbiamo procedere alla nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Piemonte per l'Oncologia, di cui uno nominato di comune accordo dal Consiglio regionale e dalla Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro onlus.
I tre membri di competenza del Consiglio regionale dovranno essere scelti tra coloro i quali hanno presentato regolare domanda e che sono stati dichiarati ammessi dalla Commissione Nomine. I nomi dei candidati sono contenuti, come di solito, sulla scheda. Uno di questi membri del Consiglio di amministrazione deve essere assunto dalle minoranze consiliari, ai sensi del comma 3 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Infine, dobbiamo procedere alla nomina del Collegio sindacale, di cui un membro con le funzioni di Presidente, che dovrà essere scelto tra coloro i quali hanno presentato regolare domanda e il cui nome compare sulla scheda, ritenuto idoneo dalla Commissione Nomine, e con un membro su concorde designazione del Consiglio regionale e della Fondazione Piemonte per la ricerca sul cancro Onlus.
Do lettura della lettera di intesa tra la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro onlus indirizzata al Presidente del Consiglio regionale firmata dal Presidente Allegra Agnelli.
"Gentile Presidente, in riferimento alla sua cortese di stamani...
pervenutami via fax, confermo che la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro onlus concorda sulla nomina del signor Marco Daniele Boglione quale membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Piemonte per l'oncologia, così come disposto dall'articolo 10 dello Statuto della stessa. Questa fondazione ritiene, inoltre, di concordare sulla nomina del signor Mauro Fadde quale membro del Collegio sindacale a norma dell'articolo 15 dello Statuto della stessa.
La ringrazio molto e ho l'occasione per formulare gli auguri di una buona Pasqua".
Vi chiedo un po' di attenzione. È un'elezione complicata, perch dobbiamo procedere ad un'elezione di intesa tra il Consiglio regionale, che esprime un voto plurale espresso dai singoli Consiglieri, e una fondazione.
La scheda n. 1 contiene un elenco di nominativi, tra i quali devono essere scelti tre candidati al Consiglio di Amministrazione. Il voto è limitato a due, in quanto un Consigliere di Amministrazione dovrà essere assunto, ai sensi del Regolamento, dalla minoranza.
La scheda n. 1 A è una scheda predisposta dagli uffici con il solo nominativo proposto del signor Boglione Marco Daniele, in quanto nel rigo sinistro compare il proponente d'intesa con la Fondazione piemontese per la ricerca su cancro onlus. In questo caso si può confermare la designazione o votare bianco.
La scheda n. 2 è inerente alla Fondazione Piemonte per l'oncologia e alla scelta del Collegio sindacale. La prima scheda candidati D'Allasia Fabrizio Verrino Alessandro, dovrà essere scelto il candidato che il Consigliere intende votare quale membro con le funzioni di presidente per il collegio sindacale di questa fondazione.
La scheda n. 2 A contiene, al pari della 1 A, il nome della Fondazione proponente e il nominativo proposto Fadde Mauro, che può essere votato per il Collegio dei Revisori. Anche in questo caso, si conferma la designazione o si vota bianco.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Se tutti i Consiglieri hanno la scheda faccio un ripasso.
La scheda 1 è per il voto limitato a due Consiglieri di amministrazione tra i candidati.
La scheda 1 A è una conferma della designazione o voto bianco.
La scheda 2 per i Revisori comporta il voto limitato a uno, in quanto è solo una persona che deve essere eletta alla Presidenza del Collegio sindacale. Bisogna scegliere tre candidati.
La scheda 2 A riguarda il Collegio sindacale, quindi si conferma il signore Fadde o si vota bianco.
Chiedo alle minoranze di assumere, ai sensi del comma 3 dell'articolo 79 del regolamento interno del Consiglio regionale, i propri candidati.
La parola al consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Proponiamo Galanzino Giuseppe.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lepri.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento:

Nomine

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 130 "Fondazione del Piemonte per l'Oncologia" - (articolo 10, Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione nomina di 4 membri di cui 1 nominato di comune accordo dal Consiglio regionale e dalla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro - onlus


PRESIDENTE

Comunico che il Vicepresidente Molinari, il Consigliere Segretario Ponso e il Consigliere Segretario Novero faranno parte del seggio.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Mozione n. 372 presentata dai Consiglieri Reschigna, Muliere, Placido Boeti, Taricco, Ponso, Pentenero, Buquicchio, Pedrale e Dell'Utri, inerente a "Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza causata dall'eccezionale ondata di maltempo del periodo 14-17 marzo 2011" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Commercio ambulante

Ordine del giorno n. 373 presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Muliere, Taricco, Pentenero, Placido, Boeti, Lepri, Gariglio, Motta Angela Buquicchio, Dell'Utri, Artesio, Goffi, Stara, Negro e Ponso, inerente a "Ambulanti: proroga termini" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Commercio ambulante

Ordine del giorno n. 374 presentato dai Consiglieri Marinello, Pedrale Giovine, Angeleri, Tiramani, Gregorio, Spagnuolo, De Magistris e Motta Massimiliano, inerente a "Definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze arretrate in materia contributiva per coloro che esercitano la vendita su area pubblica e approvazione del disegno di legge 55 sul Commercio" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Comunico che è stata presentata da parte della maggioranza dei Presidenti di Gruppo - peraltro, se fosse presente qualche Presidente che non l'ha ancora sottoscritta e che ci tiene, può farlo la mozione n. 372 inerente a "Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza causata dall'eccezionale ondata di maltempo del periodo 14-17 marzo 2011" Come ricorderete, l'argomento era stato iscritto stamattina come punto per la discussione e avevamo detto che eventualmente avremmo votato, prima della fine della seduta, gli atti di indirizzo che nel frattempo fossero stati presentati.
Essendone stato presentato uno solo ed unitario, credo che lo spirito di quanto annunciato questa mattina sia stato pienamente colto dall'Assemblea che quindi ringrazio.
Colleghi, è stato inoltre depositato l'ordine del giorno n. 373 presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani, Muliere, Taricco, Pentenero, Placido Boeti, Lepri, Gariglio, Motta Angela, Buquicchio, Dell'Utri, Artesio Goffi, Stara, Negro e Ponso, inerente a "Ambulanti: proroga termini".
Essendo presenti 41 Consiglieri, se l'Aula acconsente, lo dichiariamo iscritto e poi, qualora fossero presentati ulteriori atti di indirizzo, li riterremo collegati.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può ripetere, per cortesia, Presidente?



PRESIDENTE

Essendo presenti 41 Consiglieri ed essendo stato depositato a firma del Presidente del Gruppo del Partito Democratico un ordine del giorno avente ad oggetto "Ambulanti: proroga termini", di cui abbiamo ampiamente parlato durante la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, se l'Aula acconsente dichiaro iscritto il punto. Ovviamente, saranno ritenuti collegati ulteriori mozioni o ordini del giorno che verranno presentati nel frattempo sul medesimo argomento.
L'Aula acconsente? Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Dato che questa mattina, in sua presenza, abbiamo ricevuto la delegazione degli ambulanti che ci ha rappresentato, preoccupata, tale situazione, ritengo che quest'ordine del giorno possa essere il frutto di un'espressione del Consiglio regionale, per rafforzare quella che è la posizione critica e di difficoltà della categoria, con tutte le sfaccettature del caso.
Chiederei la cortesia di poterne discutere, com'è stato fatto questa mattina per quello relativo all'alluvione del 15 e 16 marzo che lei ha testé ricordato, sottoscritto praticamente da tutti i Gruppi consiliari. Se si potesse andare nella stessa direzione, chiedendo ovviamente al primo firmatario che lo ha presentato...



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Reschigna, corre l'obbligo di ricordare all'Aula che ci siamo riuniti in Conferenza dei Capigruppo peraltro, è il motivo per cui abbiamo iniziato i nostri lavori in ritardo e l'Ufficio di Presidenza, così come si era impegnato in sede di audizione delle associazioni e degli ambulanti presenti, aveva predisposto due distinti ordini del giorno: il primo relativamente alla cosiddetta "questione Bolkestein"; il secondo in merito alla richiesta all'INPS nazionale di una proroga della scadenza dei pagamenti della contribuzione INPS e la loro dilazione relativamente all'anno 2009 e seguenti. A tal riguardo, era stata proposta un'attività emendativa già in sede di Conferenza di Capigruppo, chiedendo di prevedere, sostanzialmente, anche una proroga della data di scadenza del 2 maggio, sulla quale non si è riusciti a trovare un accordo.
Non avendo la Conferenza dei Capigruppo trovato un accordo, l'Ufficio di Presidenza ha messo a disposizione dell'Aula i due testi, che, tutto sommato, non erano maluccio - lo dico in modo garbato, ma informale - ed eventualmente potrebbero rappresentare la base di un ordine del giorno unitario.
Conseguentemente, siccome non si è trovato un accordo di ordine del giorno unitario in quella sede, si potranno iscrivere altri atti in carne ed ossa, come quello che ha depositato il Presidente di Gruppo Reschigna che sono certo non avrà nulla in contrario, qualora fossero presentati ulteriori ordini del giorno o mozioni - ritenuti peraltro collegati, poich è stato iscritto coi 40 voti (se sarà iscritto) questo ordine del giorno se l'Aula riuscisse, laddove non è riuscito l'Ufficio di Presidenza, a formare un unico ordine del giorno; in tal caso, non potremo che auspicarne l'accettazione ed essere felici dell'approvazione di un documento di indirizzo che darebbe, se unitario, una forza maggiore al Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Sarò rapido.
Noi abbiamo depositato quell'ordine del giorno dopo aver rilevato che la discussione svoltasi in sede di Conferenza dei Capigruppo non ha consentito di condividere un percorso come quello che lei aveva proposto in quella stessa sede.
Da parte nostra è chiaro che se durante queste ore (prima della votazione dell'ordine del giorno) ci fosse la possibilità di confluire in un testo unitario o di ritornare ai testi proposti dall'Ufficio di Presidenza (del resto, a noi interessa il merito, e non chi deve "mettere la patacca sulla giacca"), noi saremo assolutamente disponibili a ritirare il nostro ordine del giorno e a sottoscriverne uno unitario, presentato magari dallo stesso Ufficio di Presidenza, che abbia quel tipo di caratteristiche.
Da parte nostra, ne chiediamo l'iscrizione, ma siamo disponibili in queste due ore a trovare il modo di confrontarci con tutti i Gruppi della maggioranza per arrivare ad un testo unico, ripresentato anche direttamente dall'Ufficio di Presidenza, che vada incontro alle considerazioni possibili che il Consiglio regionale è in grado di poter esprimere.



PRESIDENTE

Visto lo spirito, che mi sembra estremamente responsabile, se l'Aula acconsente riterrei iscritto quest'ordine del giorno e fisserei al termine della discussione generale del disegno di legge n. 101 (e, comunque, non oltre le ore 18) la trattazione degli ordini del giorno che riguardano sia l'alluvione, sia la questione degli ambulanti.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla Legge Finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

Procediamo ora con l'esame del disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla Legge Finanziaria per l'anno 2011", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Burzi, che ha pertanto facoltà di intervenire.



BURZI Angelo, relatore di maggioranza

Il disegno di legge n. 101 contiene disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2011 concernenti più ambiti di materie di competenza regionale nonché modifiche a leggi regionali vigenti al fine di procedere ad una loro razionalizzazione ed adeguamento. Il provvedimento è stato esaminato in Commissione dedicando numerose sedute ad approfondimenti di materia con gli assessori regionali. Sono state svolte le consultazioni con gli enti e i soggetti interessati.
In particolare, l'esame del disegno di legge in Commissione è iniziato nel mese di gennaio con l'illustrazione del testo normativo da parte dell'Assessore al Bilancio e con le consultazioni degli enti ed associazioni interessati, è poi proseguito nel mese di febbraio con l'analisi delle materie dei principali settori di intervento, quali agricoltura, politiche sociali, turismo e sport, edilizia, trasporti e navigazione interna, artigianato, ambiente, aree protette e gestione rifiuti, opere pubbliche.
Il testo nella sua fase di presentazione è stato emendato e arricchito con l'inserimento di ulteriori interventi normativi anche a seguito delle relazioni svolte dagli assessori di merito.
Sono state inoltre apportate modifiche di tecnica legistica e il testo normativo è stato riorganizzato in 14 capi.
Il Capo I contiene disposizioni di natura finanziaria. L'articolo 1 del disegno di legge 101 precisa che le amministrazioni provinciali sono autorizzate ad utilizzare le assegnazioni di fondi regionali 2011 per fronteggiare situazioni di emergenza sociale e di crisi economica.
Il Capo II dispone norme in materia di agricoltura. Sono contenute disposizioni in tema di valorizzazione delle produzioni agroalimentari interventi straordinari per la semplificazione degli adempimenti amministrativi, norme di semplificazione degli organismi di partecipazione in agricoltura. Sono, altresì, previste modifiche di leggi regionali: a) è integrata la legge regionale 17/1999, che prevede il riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative, con accordi specifici per le province b) è modificata la legge regionale 11/2001, relativa alla costituzione del consorzio obbligatorio per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti di origine animale provenienti da allevamenti ed industrie alimentari c) è modificata la legge regionale 29/2002 in merito all'Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte.
Il Capo III in materia di trasporti e di navigazione introduce modifiche di leggi regionali in tema di trasporto pubblico locale e interventi regionali in materia di vigilanza e soccorso alle unità in navigazione.
Il Capo IV è dedicato a modifiche di leggi regionali in materia di turismo e sport. L'articolo 10 propone modalità diverse di gestione dell'attività delle agenzie di accoglienza e promozione turistica locale introducendo erogazioni contributive per l'organizzazione turistica svolta dalle ATL. L'articolo 11 disciplina la società a responsabilità limitata Sviluppo Piemonte Turismo prevedendo modifiche legislative in tema di funzioni nel settore del turismo. Sono infine introdotte modifiche legislative alla legge regionale 2/2009 in tema di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo, prevedendo la sanzione amministrativa per la violazione delle disposizioni relative all'obbligo del casco ai minori di diciotto anni.
Il Capo V interviene in materia di edilizia, autorizzando la cessione di alloggi realizzati con contributi pubblici e prevedendo modifiche alla legge regionale 3/2010 in materia di edilizia sociale.
Il sesto Capo contiene una modifica legislativa in materia di artigianato.
Il disegno di legge inoltre prevede un Capo in tema di aree protette ambiente e gestione dei rifiuti che contiene sette articoli inerenti: a) disposizioni per la programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti delle aree fluviali b) interventi regionali per la realizzazione di opere pubbliche finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico previste dal piano per l'assetto idrogeologico c) la proroga della destinazione a parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino.
Il Capo VII contiene, inoltre, modifiche alla legge regionale 32/1982 per lo svolgimento di manifestazioni e gare motoristiche fuoristrada di mezzi assicurati, modifiche alla legge regionale 24/2002 in tema di gestione dei rifiuti, modifiche alla legge regionale 24/2007 in merito alla tutela dei funghi epigei spontanei e modifiche alla legge regionale 19/2009 sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità.
Il disegno di legge prevede anche disposizioni in tema di registrazione di marchi, di protezione civile e di acque minerali. In particolare stabilisce la proroga dell'entrata in vigore delle disposizioni sulla nuova classificazione sismica del territorio piemontese, la definizione entro il 30 giugno 2011 delle modalità di verifica dell'applicazione del canone di concessione delle acque minerali e di sorgente.
Il Capo IX prevede l'assegnazione di contributi regionali in caso di ricorso al contratto di locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità.
Nel Capo relativo alle disposizioni in tema di politiche sociali si evidenzia l'articolo 27 che modifica la legge regionale n. 1/2004. In particolare, tenuto conto che i Comuni saranno i titolari delle funzioni amministrative relative alla realizzazione delle attività e degli interventi sociali, viene introdotta una diversa articolazione del fondo regionale per le politiche sociali. Al fine di finanziare il sistema integrato di interventi e servizi sociali, sono costituiti i seguenti fondi regionali: a) per famiglie e minori b) per disabili c) per anziani non autosufficienti.
L'intervento finanziario regionale, che ha carattere contributivo rispetto all'intervento primario comunale, è finalizzato a sviluppare e consolidare sul territorio regionale una rete di servizi sociali di qualità omogenea e rispondente ai bisogni regionali. L'intervento regionale aggiunto alle risorse messe a disposizione dei Comuni, finanzierà le prestazioni ed i servizi essenziali quantificati sulla base dei fabbisogni e costi standard.
Il Capo relativo alle disposizioni di natura organizzativa introduce due disposizioni in attuazione del decreto legge n. 78/2010 convertito nella legge n. 122/2010: in particolare, l'articolo 28 recepisce l'articolo 6, comma 12, del decreto in tema di contenimento delle spese per missioni l'articolo 29 attua l'articolo 9, comma 28, e l'articolo 14, commi 7 e 9 del medesimo decreto in tema di assunzioni per i disabili e in tema di contratti di diritto privato per lo svolgimento di specifici incarichi e funzioni.
Il disegno di legge termina con due Capi ricomprendenti le norme transitorie, in tema di agricoltura, turismo e sport e prestazioni straordinarie, nonché le abrogazioni di norme.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 101 nella seduta del 2 marzo 2011.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Taricco per la relazione di minoranza.



TARICCO Giacomino, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Per utilizzare questo strumento del collegato alla normativa finanziaria abbiamo lavorato nella consapevolezza che vi erano materie e aspetti che, in molti casi, necessitavano di un intervento, diciamo così di manutenzione ordinaria e di adeguamento normativo.
In questo percorso abbiamo voluto, anche come minoranza, concorrere al lavoro di merito, puntuale, che è stato svolto in Commissione: su alcuni articoli abbiamo convenuto e abbiamo collaborato per una migliore e più rigorosa definizione del testo, in modo da poter cogliere tutte le problematiche sottese, per tentare di condividere insieme la costruzione di una risposta adeguata ai problemi da affrontare.
Vi sono alcune materie su cui, sostanzialmente, questa collaborazione è stata abbastanza agevole: per quanto riguarda alcuni aspetti tipo le disposizioni per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari (Capo II, articolo 2); per quello che concerne alcuni aspetti che hanno a che vedere con l'edilizia abitativa (articolo 13); su altri articoli vi è stata una collaborazione franca e schietta, che ha portato alla definizione di un articolato sostanzialmente condivisibile sia nei contenuti che nelle modalità con cui si è addivenuti alla stesura del testo di legge.
Relativamente ad una serie di tematiche siamo stati, in parte, per alcuni aspetti, assolutamente critici e, in altra parte, per altri aspetti abbiamo espresso la necessità di un migliore affinamento delle norme, che meglio cercasse di orientare e precisare i contenuti, alla luce degli obiettivi che ci si prefiggeva. In alcuni altri casi abbiamo voluto e dovuto esprimere la nostra netta contrarietà agli articoli così com'erano e, in alcuni casi, alla modalità con cui, in corso d'opera, dopo le consultazioni, la maggioranza e la Giunta hanno proposto dei temi che avrebbero assolutamente necessitato - a nostro giudizio, assolutamente ancora lo richiedono - di una revisione e di un ripensamento delle norme così come proposte.
Per quanto riguarda le norme che, a nostro giudizio, necessitano ancora di una riflessione ulteriore faccio riferimento all'articolo 3, che è finalizzato ad una semplificazione normativa, circa la possibilità, in occasioni straordinarie, di affidare in gestione interi procedimenti amministrativi ai CAA, nei termini in cui abbiamo discusso in Commissione.
Per quanto riguarda i tavoli di concertazione, richiamo l'articolo 4: è un procedimento che è stato presentato con la necessità di una semplificazione degli organismi di partecipazione in agricoltura.
Faccio riferimento alla scelta, che è stata introdotta con l'articolo 6, di riorganizzare e riprecisare funzioni e obiettivi relativamente al COSMAN, Consorzio per lo smaltimento - fino ad oggi obbligatorio - delle carcasse animali. È una norma che, se fosse approvata così come prevista in qualche misura, stravolgerebbe l'attuale assetto che - lo voglio ricordare - ha permesso, in questi anni, di ridurre i costi in capo delle aziende e di garantire una maggiore certezza di sicurezza sanitaria per l'intero territorio.
Richiamo il combinato disposto degli articoli che riguardano IMA e la società Sviluppo Piemonte Turismo. È una questione sulla quale abbiamo espresso la disponibilità a confrontarci nel merito, relativamente ad una finalizzazione puntuale dell'utilizzo della società Sviluppo Piemonte Turismo, a condizione che sia introdotta una semplificazione che si muova nella direzione precisata da più Assessori in Commissione come obiettivo della Giunta. Cioè, introdurre una semplificazione di quadro normativo che renda più efficace ed efficiente l'azione di promozione del nostro territorio e di tutte le sue eccellenze (turistiche, culturali enogastronomiche e di produzione in generale), che, così come ci è stato presentato in Commissione, la Giunta intende perseguire, per quanto riguarda tutta la promozione internazionale, attraverso il CEIP e, per quanto riguarda la promozione entro i limiti nazionali, con la società Sviluppo Piemonte Turismo.
A questo riguardo, apro una brevissima parentesi - lo ribadiremo nella discussione sull'articolato - che ritengo utile per spiegare i motivi per cui crediamo occorra fare chiarezza sugli obiettivi.
Quando dicevamo che era fondamentale avere uno strumento per la promozione internazionale - ci andava bene l'individuazione di CEIP, ma era altrettanto necessario puntualizzare uno strumento che svolgesse una promozione complessiva sul territorio nazionale, altrimenti, pur nella condivisione degli obiettivi, avremmo creato strumenti assolutamente sbagliati nella procedura - avevamo dichiarato che, a nostro giudizio, era necessario - poi si poteva discutere sullo strumento - fare di IMA e di Sviluppo Piemonte Turismo un soggetto per la promozione. La scorsa settimana è stata approvata una deliberazione che stabilisce i criteri di affidamento di incarico a IMA - lo dico soltanto per spiegare perché, a volte, sottolineiamo alcune questioni - e ci è stato spiegato che IMA serve solo per la promozione nazionale: ebbene, la deliberazione precisa che "la Regione affida a IMA Piemonte attività diretta all'attuazione documenti programmazione... - omissis - ...per l'attività di promozione pubblicitaria in Italia e all'estero delle produzioni agricole". Allora, mi chiedo cosa è stato rappresentato in Commissione quando ci è stato spiegato...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Taricco, poi potrà intervenire in discussione generale, ma dovrebbe attenersi alla relazione, per favore.



TARICCO Giacomino

Sicuramente, volevo solo fare una precisazione circa la motivazione per cui abbiamo posto con forza questo tipo di questione.
Tornando al merito del provvedimento, come dicevo prima, ci sono normative che ci hanno visto condividere la necessità di questo affinamento normativo: l'articolo 18, ad esempio, per tutte le gare di motocross fuori pista o, per quanto riguarda l'articolo 13, il tema dell'edilizia degli alloggi realizzati con contributi pubblici.
Sarebbe sbagliato se, su questa norma, la maggioranza e la Giunta intendessero andare avanti con forzature. In questa fase abbiamo voluto solo presentare emendamenti finalizzati ad un affinamento di merito dei contenuti di questo testo. È chiaro che ci saremmo aspettati, prima di avviare la puntuale discussione nel merito, che ci fosse lo spazio per una riflessione che potesse portare - noi crediamo necessariamente - al ritiro di alcuni articoli.
Faccio riferimento all'emendamento proposto dalla Giunta sul tema caccia, che dovrebbe essere oggetto di una trattazione già avviata con audizioni in Commissione su un altro terreno, quindi non capiamo che senso abbia il fatto che rimanga vivente un emendamento che riporta significative quote dei contenuti oggetto delle proposte di legge dentro questo percorso legislativo; faccio riferimento alla questione della riscrittura contenuta all'articolo 29, che crediamo vada a creare incertezza e separazione negli interventi, con l'individuazione di fondi distinti che a nostro giudizio meriterebbero maggiore approfondimento; faccio riferimento alla necessità di ridefinire meglio missione e funzionamento degli ATL, così come sono stati precisati; faccio riferimento al tema IMA - società Sviluppo Turismo Piemonte.
Se ci fosse la possibilità, potremmo affrontare nel merito quattro o cinque temi, che abbiamo approfonditamente segnalato e sottolineato per un confronto di merito, con la severità necessaria.
Qualora, invece, dovessimo riscontrare totale rigidità sul percorso di discussione di questo testo, ci vedremmo costretti a presentare ulteriori emendamenti che aiutino la maggioranza a meglio riflettere sui contenuti e a creare lo spazio per una serena riflessione.
Grazie.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: "Fondazione Piemonte per l'Oncologia", la nomina del Consiglio di Amministrazione di quattro membri, di cui uno nominato in comune accordo con il Consiglio regionale della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro Onlus.
Proclamo nominati, quali membri, in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Piemonte per l'Oncologia, i signori Giovanni Muto Luciano Zardo, Giuseppe Galanzino e Marco Daniele Boglione, quest'ultimo nominato di comune accordo dal Consiglio regionale e dalla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro - ONLUS.
Il signor Giuseppe Galanzino è espresso dalle minoranze consiliari.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 101, inerente a "Disposizioni collegate alla Legge Finanziaria per l'anno 2011" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 101, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Apriamo la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il collega Taricco ha già argomentato le ragioni di alcune critiche che rivolgiamo al collegato alla legge finanziaria e ha spiegato come per noi siano pregiudiziali alcune questioni di merito.
Prima di tornare su alcune di esse, vorrei sollevare una questione che ritengo sostanziale e che si ripresenta tutte le volte che le maggioranze non solo quelle di centrodestra, affrontano il problema del collegato.
Anche in questa occasione, infatti, come abbiamo avuto modo di richiamare più volte nella discussione che si è svolta in Commissione, il collegato si configura come un provvedimento omnibus nel quale mettiamo dentro tutto: dalla caccia alle ATL. Il collegato, quindi, diventa lo strumento con il quale le Giunte in carica vorrebbero approvare non una, ma cinque, sei o sette leggi.
Questo atteggiamento, Presidente Cattaneo, era giustificato - e anche allora venne criticato, per la verità, dal centrodestra - dal fatto che non avendo noi un Regolamento vincolante per quanto riguarda la sessione di bilancio, spesso ci trovavamo a votare l'esercizio provvisorio e il bilancio della Regione Piemonte in zona Cesarini. Quante volte l'abbiamo votato il 30 marzo! Naturalmente, questo ritardo e l'impossibilità di votare entro il 31 dicembre i documenti di bilancio giustificavano fino un ad certo punto il fatto che il collegato alla legge finanziaria diventasse un provvedimento nel quale la Giunta e la maggioranza in carica ritenevano fosse possibile inserire una serie di norme, approvando con esso una serie di provvedimenti.
Oggi non è più così. Qui c'è una verità sostanziale: quest'anno voi avete, in forza del Regolamento che abbiamo approvato insieme nella precedente legislatura, votato il bilancio della Regione entro il 31/12 e non c'è alcuna ragione perché il collegato rimanga quello strumento che era prima. È ragionevole pensare che voi vi affidiate le leggi ordinarie per affrontare problematiche che non possono trovare spazio nel collegato alla legge finanziaria per due motivi.
Primo. Non vi è alcuna attinenza con le questioni finanziarie. Il collegato alla finanziaria è il collegato alla finanziaria, lo dice la parola stessa: deve esserci un nesso tra il bilancio, la legge finanziaria e il collegato alla legge finanziaria. Il collegato alla legge finanziaria non può diventare un'altra cosa, cioè un marchingegno che utilizzo per approvare la legge sulla caccia, una stralcio o un articolo della legge sulla caccia.
Secondo. Adesso avete la disponibilità a discutere, nelle Commissioni e in Aula, senza avere il problema di approvare il bilancio entro il 31 marzo, i provvedimento ordinari. Dovete farlo; questo è il vostro compito.
Se è così, capite qual è il paradosso? Che abbiamo dotato questo Consiglio regionale di un Regolamento che fissa i termini della sessione di bilancio.
Questo avrebbe dovuto liberare l'attività legislativa e consentire che torni a diventare ordinaria, la più possibile ordinaria.
Siamo esattamente al punto di prima. Voi non presentate disegni di legge e utilizzate il collegato alla legge finanziaria per approvare norme che altrimenti andrebbero approvate con i provvedimenti ordinari.
Questa è la prima questione ed è pregiudiziale, colleghi della maggioranza, perché non avete scusanti. Non potete replicare a quest'obiezione dicendo: "Abbiamo il bilancio che incombe", perché il bilancio l'avete approvato il 31 dicembre. Altro che il bilancio che incombe! Pertanto, da questo punto di vista è ragionevole pensare Vicepresidente Cavallera, così come in passato lei poneva le questioni alla precedente maggioranza, in un contesto istituzionale molto diverso - che la Giunta, se vuole che questo percorso sia il più naturale, lineare e rapido possibile, consideri l'opportunità di stralciare un po' di articoli, che con il collegato alla legge finanziaria c'entrano come i cavoli a merenda! Lo dico anche a lei, Presidente del Consiglio, perché so che è molto attento - e non lo dico per piaggeria - all'esigenza di tornare ad una dialettica e ad un percorso lineari, nei lavori del Consiglio.
Ci possono essere questioni che giustificano l'inserimento di una norma nel collegato alla legge finanziaria, ma questo non può diventare la regola: è l'eccezione! Se è l'eccezione, io per primo convengo sul fatto che il collegato può diventare uno strumento utile per approvare un provvedimento che, in via ordinaria, richiederebbe tempi diversi. In questo caso, però, non siamo in presenza di fattispecie come questa.
Cosa c'entra la caccia con il collegato alla legge finanziaria? Nulla! Non c'entra niente - colleghi - perché la Commissione competente, nei giorni scorsi, ha deciso di avviare le consultazioni, ci sono i progetti di legge dei Gruppi del Consiglio regionale che verranno esaminati in quelle consultazioni ed è verosimile pensare che, finite le consultazioni, si aprirà un confronto di merito sul tema "caccia sì, caccia no" e "regolamentazione", ma quella è la sede maestra in cui discutere il tema.
Non potete pensare di infilare, surrettiziamente, la questione caccia nel collegato alla legge finanziaria! Infine, due questioni di merito, che però sono grosse come una casa.
La prima riguarda le politiche di promozione e gli strumenti con i quali questa Regione attua le politiche di promozione.
Come ha dichiarato il collega Taricco, voi resuscitate la società Sviluppo Piemonte Turismo, perché è questo che fate. Invito i colleghi della maggioranza a rileggere le dichiarazioni che fecero quando noi decidemmo di sopprimere questa società: ci fu un'interessante discussione in Aula, pertanto varrebbe la pena tornare su quella discussione per domandarsi quale coerenza esista con la scelta legittima, naturalmente che io posso condividere o non condividere - di rianimare la società Sviluppo Piemonte Turismo.
Ciò detto, posto che voi vogliate utilizzare questo strumento, non pu essere uno strumento che si aggiunge alle politiche di promozione, ma deve comportare una riorganizzazione degli strumenti con i quali fare politiche di promozione.
una semplificazione, perché noi dobbiamo contenere le risorse e i costi e destinare più soldi e più risorse alle promozioni, non agli strumenti con i quali fare promozione, perché il fine della promozione è il Piemonte, la sua economia, i suoi settori tipici. Il fine non è lo strumento! Qui, invece, voi non vi ponete il problema - o non ve lo ponete a sufficienza - della riorganizzazione degli strumenti con i quali fare politiche di promozione.
La seconda questione riguarda le politiche sociali. C'è una norma - e su questo interverrà il collega Lepri - che pone una questione seria e grossa come una casa, perché voi utilizzate il collegato alla legge finanziaria per modificare la legge n. 1 del 2004, sulle politiche sociali.
Lo fate - e mi avvio alla conclusione, Presidente, scusandomi per aver sforato i tempi - facendo saltare un principio basilare, architrave di quella legge, la quale impegnava la Regione a trasferire ai soggetti che attuano le politiche sociali e ai consorzi, negli anni successivi, le risorse stabilite l'anno precedente, indicizzate ovviamente e rapportate al tasso di inflazione.
Far saltare questa norma, Presidente, non è una bazzecola: è una questione di politiche sociali, perché dietro questa norma c'è - e i fatti lo stanno dimostrando - un orientamento che apre un problema, in un Piemonte che ha una crisi drammatica da governare e gestire, di riduzione delle risorse con le quali finanziare le politiche sociali. Infatti, la prima conseguenza di questa decisione che vorreste assumere con il collegato alla legge finanziaria è quella di ridurre del 20 o del 30% le risorse con le quali finanziare le politiche sociali.
Il collega Lepri parlerà delle altre questioni di merito: il fondo indistinto, il fatto che noi riconosciamo totale discrezionalità agli interventi che vanno finanziati. Queste due problematiche, insieme alle questioni poste dal collega Taricco, non sono marginali.
Varrebbe la pena che la Giunta e la maggioranza, che si accingono ad affrontare questa discussione, sui temi che abbiamo posto e che ha posto in particolare il collega, facessero una riflessione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo di rappresentare in Commissione la nostra contrarietà alla modifica dell'articolo 35 della legge n. 1 del 2004, che se venisse sostituita dalla proposta di legge della maggioranza - si tratta infatti non di una proposta della Giunta, ma di un emendamento presentato dal Capogruppo del PdL - assumerebbe le caratteristiche di una vera e propria modifica decisiva, modificante l'impianto strutturale della legge n. 1 del 2004, cioè l'impianto della legge quadro sui servizi sociali approvata e votata - lo voglio ricordare - da una Giunta di centrodestra.
Siamo di fronte ad un grande cambiamento ed a un voltafaccia da parte dell'allora maggioranza, ancora oggi maggioranza: la stessa maggioranza di centrodestra rinnega - di questo si tratta - i fondamenti della legge allora votata; probabilmente, alcuni colleghi, se non ritireranno questo articolo o se non voteranno il nostro emendamento soppressivo, si troveranno a votare in modo difforme, dopo alcuni anni, rispetto a ciò che votarono nel 2004.
Questo articolo capovolge anzitutto la gerarchia degli enti che devono garantire i fondi per le politiche sociali. Mentre la legge n. 1 del 2004 attribuisce con evidenza alla Regione questo compito, senza nulla togliere all'importante ruolo dei Comuni che devono anch'essi provvedere, qui si capovolge la gerarchia: la Regione concorre - cito il verbo che mi sembra rappresentativo - al finanziamento dei servizi sociali e sono i Comuni i principali titolari, non semplicemente della gestione - ed è condivisibile perché è una funzione propria delle Amministrazioni comunali - ma, in primo luogo, anche del finanziamento.
Tutto ciò, tra l'altro, in un quadro in cui la Regione non intende più consegnare un fondo indistinto, ripartito con criteri da definire, agli enti gestori. Con questo disegno di legge, la Regione diventerebbe titolare della definizione di diversi fondi - non più un unico fondo indistinto decidendo la quantità di risorse da attribuire all'uno o all'altro fondo in barba alla spesa storica, alle caratteristiche delle diverse situazioni locali e soprattutto anche escludendo, salvo la possibilità di prevedere fondi successivi, che alcune tipologie di utenza, oggi sicuramente beneficiarie degli interventi dei servizi sociali, ne possano continuare a fruire.
Mi riferisco in modo particolare alle persone senza fissa dimora, alle persone adulte in difficoltà, alle persone immigrate che, salvo un'interpretazione che credo difficilmente possa essere sostenuta, ad oggi non troverebbero una loro dotazione di fondi.
Vi è invero, al punto d), dove si precisa la possibilità di altri fondi specifici previste disposizioni regionali successive alla legge regionale come dire che questi eventuali fondi sarebbero opzionali e dovrebbero essere definiti in via successiva. In altri termini, con questa legge, se venisse approvata, si decide di riservare le risorse regionali alle famiglie, ai minori, ai disabili, agli anziani non autosufficienti tagliando fuori categorie decisive e importantissime per le quali intervengono i servizi sociali e che vedrebbero appunto non più considerati né i loro diritti né le loro facoltà di sopravvivenza, perché di questo, in alcuni casi, purtroppo si tratta.
Se a questo aggiungiamo il fatto che viene eliminata l'individuazione di una soglia minima di risorse che di anno in anno debbono essere assicurate, dotazione che verrebbe quindi non più garantita, cosicché viene meno anche la garanzia della continuità dei servizi, e se a questo aggiungiamo anche la soppressione dell'individuazione di una dotazione minima di risorse a cui anche il livello comunale deve contribuire, se ne ricava un quadro assolutamente criticabile che, ripeto, mina alle fondamenta i principi di sostegno e di riconoscimento degli interventi e dei servizi sociali su cui si fonda la legge n. 1 del 2004.
Quindi, evidentemente su questo articolo del collegato siamo fieramente contrari anche per una questione di metodo. Prima ricordava il collega Ronzani che non si può pensare di utilizzare un collegato alla finanziaria per mettere mano, in modo così drastico e decisivo, non solo a leggi generali, ma addirittura a leggi quadro che ispirano, definiscono un intero comparto della Pubblica Amministrazione regionale.
Non si può con un collegato alla finanziaria, con un blitz, così come è stato fatto, presentato in Commissione all'ultimo minuto pretendere di modificare un impianto così articolato e così anche condiviso come abbiamo avuto modo di registrare anche nel corso dei nostri confronti avvenuto in questi mesi con le forze sociali, con le associazioni, con le organizzazioni che gestiscono i servizi sociali.
Chiediamo anche alla maggioranza di fare una riflessione, e in modo particolare al Capogruppo del più importante Gruppo di maggioranza, che ha presentato l'emendamento, di riflettere sulla delicatezza e sull'importanza di una misura di questo genere che troverebbe e che trova la quasi completa o - direi - completa contrarietà di tutto il mondo impegnato nel campo dei servizi sociali.
Abbiamo ascoltato anche in Commissione (credo che anche il collega Pedrale lo abbia ascoltato) il parere, per esempio, di diverse associazioni che sono state audite nel corso di queste settimane; nel rappresentare le diverse difficoltà, tutte hanno ricordato le perplessità relative a questo passaggio del collegato alla finanziaria.
Anch'io, in conclusione del mio intervento, voglio biasimare (questi sono i nostri due punti di battaglia, che già il relatore ha rappresentato) anche con altre parole rispetto a quelle già avanzate dai miei colleghi, la volontà di non considerare quanto noi abbiamo più volte suggerito nel corso delle nostre discussioni e che poi rappresentiamo con gli emendamenti relativi alla proposta, che consideriamo assolutamente convincente, di semplificare il quadro degli organismi che fanno promozione turistica.
Abbiamo preso atto della volontà della maggioranza di rilanciare un organismo di promozione turistica della nostra Regione e proprio per questo riteniamo, anche tenendo conto del ruolo svolto dall'altra Agenzia di promozione internazionale, che si possa tranquillamente fare a meno di IMA cioè di un ulteriore organismo, un'agenzia di promozione turistica, in questo caso, dell'attività agro-alimentare del Piemonte, che pu tranquillamente trovare rappresentanza sia nell'organismo internazionale sia nell'organismo nazionale che si propone di realizzare con questo collegato alla finanziaria.
Infine, chiediamo con convinzione di riflettere sull'opportunità di evitare quegli sprechi, che molte volte il Presidente della Giunta ha dichiarato di volere eliminare. Questa è un occasione concreta di dimostrare che queste vostre volontà non siano semplicemente delle mere enunciazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Rimaniamo sempre un po' perplessi quando, su questioni formali l'opposizione cerca di trovare delle scuse per rallentare il percorso dell'attività legislativa della maggioranza e della Giunta regionale.
Credo che davvero certi argomenti non interessino più alla gente; non interessa se si tratta del collegato alla finanziaria o del disegno di legge, perché ciò che interessa è che i problemi siano affrontati e risolti.
Noi abbiamo un programma elettorale preciso. Un punto che è stato sollevato e che noi teniamo venga affrontato è quello della legge sulla caccia. Non ci interessa se con un disegno di legge o con un collegato l'importante è dare una risposta a un certo mondo che attende che questa normativa sia modificata; è una normativa già molto restrittiva rispetto ad altre regioni, quindi intendiamo apportare un miglioramento al testo attuale. Abbiamo ritenuto che lo strumento del collegato alla finanziaria fosse quello più efficace e più rapido, almeno nelle nostre speranze, e così l'abbiamo utilizzato, come in altre occasioni, invece, utilizzeremo lo strumento ordinario del disegno di legge.
Vogliamo essere flessibili e duttili nell'utilizzare gli strumenti che l'Assemblea e il Regolamento del Consiglio regionale ci consentono, proprio perché non siamo innamorati di una liturgia delle tradizioni legislative che possono affascinare dal punto di vista del dibattito assembleare, ma poi alla fine non producono risultati veloci e celeri.
Oggi la società va molto più veloce rispetto ai tempi del Consiglio e pertanto, a volte volentieri e in maniera anche chiara e netta, noi utilizziamo strumenti che possono accelerare le scelte di questa maggioranza e della Giunta regionale. Per cui ben venga il collegato alla finanziaria se serve a dare risposte celeri, al di là del rispetto estetico della forma o di antiche abitudini e prassi legislative.
Per quanto riguarda alcuni interventi che sono stati fatti, in particolare quello sul fondo indistinto relativo alla legge sull'assistenza, siamo stati costretti a fare questa scelta.
Non voglio aprire polemiche in questa sede, ma la situazione finanziaria è quella che la Giunta e il Presidente Cota hanno denunciato nelle scorse settimane e noi, già intuendo che bisognava porre dei correttivi, abbiamo cercato anche di correggere e impostare meglio la spesa sul fronte socio-assistenziale.
La Regione ha il diritto e il dovere di indirizzare i consorzi socio assistenziali alle ASL, di indirizzare soprattutto dove la spesa socio assistenziale deve essere maggiormente utilizzata e maggiormente spesa.
In questi anni molte volte abbiamo fatto delle leggi, abbiamo fatto delle determine e delle deliberazioni, ma gli organi periferici le hanno interpretate in maniera troppo elastica e non sono state date risposte adeguate.
Ricordo con quale fatica sullo strumento degli assegni di cura, i consorzi socio-assistenziali hanno finalmente deciso negli ultimi tempi di applicarli e di dare spazio a questo strumento di assistenza domiciliare sebbene la Giunta regionale e la maggioranza del passato avessero dato degli indirizzi sufficientemente precisi. Però con il fondo indistinto tutto era possibile e si poteva con eccessiva autonomia scegliere come indirizzare le risorse che arrivavano dal livello regionale.
Invece la Regione ha il diritto e dovere, proprio perché è un ente che ha il compito di fare una programmazione sovrazonale, di fare una programmazione a livello regionale e di dare degli indirizzi precisi e con questo strumento che abbiamo deciso di adottare quest'anno, credo che riusciremo ad indirizzare meglio la spesa sul socio-assistenziale e a renderla più efficiente, dando dei risultati e delle ricadute sulla comunità piemontese più chiare e più nette.
anche un atto di trasparenza che la Regione vuole fare a se stessa ma che richiede agli enti periferici dei consorzi socio-assistenziali.
Occorre sapere e vedere con maggiore chiarezza e con maggiore trasparenza i risultati delle risorse che vengono date dalla Regione agli enti periferici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Abbiamo ascoltato l'intervento del Capogruppo del PdL, Pedrale, che ci lascia un po' sconcertati.
Noi non abbiamo intenzione di ritardare l'iter di un disegno di legge ma abbiamo l'intenzione di rimarcare il bisogno che prima di tutto le regole siano regole che possono essere condivise all'interno di questo Consiglio regionale.
Lo diceva prima il collega Taricco: che cosa c'entrano molte delle cose che sono inserite in questo disegno di legge con quelli che sono i capitoli ai quali invece si riferiscono? Aggiungo alcune riflessioni a quelle che avevano fatto prima i colleghi Ronzani e Lepri e che riguardano soprattutto la legge n. 1.
Se la legge n. 1, quella che regola nel 2004 i servizi socio-sanitari nella nostra Regione, non va bene, quello che fa un governo regionale serio non è presentare un emendamento all'interno di questo disegno di legge, ma affrontare la modifica della legge.
Se non va bene, si presenta una modifica della legge, si fanno le consultazioni con tutti quelli che ne hanno diritto all'interno della nostra Regione, si affrontano le associazioni che si occupano di queste questioni e, se si ha la forza politica di modificare la legge, la si modifica.
Quello che è incomprensibile è occuparsi di questo argomento in un collegato alla finanziaria. Che cosa c'entra la legge n. 1 con il collegato alla finanziaria? Capisco - e ripeto ancora un'espressione che ho usato oggi pomeriggio parlando della chiusura dell'ospedale Maria Adelaide - la furia iconoclasta del Presidente Cota. Ci starebbe anche un minimo di buonsenso all'interno della furia iconoclasta; va bene distruggere il sistema sanitario per un piano di rientro di cui abbiamo discusso mille volte per i debiti avremmo lasciato.
Quando discutevamo di questo, cinque anni fa, ricordo che i Consiglieri del PD vi dicevano: "Fate quello che dovete fare con le risorse che avete a disposizione. Quello che è successo prima non conta".
Adesso questo lo diciamo a voi: "Fate quello che dovete fare con le risorse che avete a disposizione, perché avete vinto le elezioni e quello che è successo prima non conta".
Cosa c'entra il collegato alla finanziaria con la modifica alla legge n. 1, che è vostra, che è stata firmata dall'ex Assessore Cotto, che è firmata PdL, che noi abbiamo condiviso negli anni in cui abbiamo governato e che abbiamo cercato di migliorare? Collega Pedrale, lei parla della difficoltà dei consorzi ad applicare l'assegno di cura, che è figlio e frutto del lavoro che abbiamo fatto, che nella legislatura precedente ha avuto dignità e risorse utili per potere dare una risposta ai bisogni di salute dei cittadini di questa Regione, e che invece voi volete modificare con un colpo di mano.
Qual è la ragione per la quale il centrodestra decide di tagliare il fondo indistinto? Qual è la ragione per la quale soltanto quattro capitoli di spesa possono essere affrontati, il fondo per famiglie e minori, il fondo per disabili e gli anziani non autosufficienti ed altri fondi non specificati, dei quali non si riesce a capire l'obiettivo.
Peraltro, obbligate i Comuni, che ci mettono il 60% delle risorse.
Ricordo al collega Pedrale che i consorzi socio-sanitari sono garantiti per il 60% da fondi comunali e per il 40% da fondi regionali. Ditelo chiaramente che i servizi di questo tipo non vi interessano.
Ogni volta che nelle assemblee che facciamo su questi argomenti illustro la modifica che il collega Pedrale ha presentato in questo collegato alla finanziaria, coloro che sono presenti - si tratta di direttori di consorzi, di operatori del settore, di associazioni di volontariato - rimangono stupiti del fatto che il Capogruppo del PdL abbia presentato una variazione di questo tipo. Anche loro ritengono che la sede migliore è la discussione della legge con tutte le consultazioni e con tutto quello che è necessario definire per modificare una legge così importante.
Voi aggiungete di vostro quello che il Governo nazionale ha voluto tagliare. Ricordo che il fondo sociale è passato dal 2008 ad oggi da 780 milioni di euro a 270, che il fondo per le non autosufficienze è stato cancellato completamente dal Governo Berlusconi, ma è curioso il fatto che l'Assessore Ferrero, che ha entrambe le deleghe, dica sui giornali: "Non stiamo tagliando niente, tutti possono continuare ad avere le risorse che avevano prima". Non si capisce per quale ragione il consorzio socio assistenziale di Moncalieri scrive una lettera ai genitori di una quarantina di ragazzi disabili, dicendo: "Quest'anno avremo 500 mila euro in meno, per cui quest'anno i vostri figli ve li tenete a casa, a meno che non decidiate di pagare con fondi vostri le vacanze che a quei ragazzi disabili erano destinate ogni anno".
davvero incomprensibile questa situazione. Almeno ci sia l'assunzione di responsabilità di un governo di centrodestra che dica agli operatori del settore, ai direttori dei consorzi: "Non ci interessa questo settore, siamo interessati al voucher sul modello lombardo, i servizi come sono stati erogati fino a questo momento non fanno parte del nostro patrimonio culturale e vogliamo eliminarli". Almeno tutto sarebbe più chiaro e i cittadini saprebbero, come sanno gli ambulanti oggi, quali sono state le promesse elettorali e quello che sta succedendo effettivamente nella nostra Regione.
Avremo modo ancora di discutere di questo argomento quando voteremo il punto che fa parte del collegato, perché credo che dovremmo cercare in tutti i modi possibili - naturalmente nel rispetto della legge che regola che questo Consiglio regionale - di impedire che questa ennesima coltellata ai servizi socio-sanitari della nostra Regione possa essere portata a compimento.
Faccio ancora una riflessione che ho già fatto in Commissione riguardo alla questione del personale e alla possibilità di assunzione di personale degli uffici di comunicazione al di fuori dei vincoli che la legge dello Stato prevede. Anche su questo non sono d'accordo. Non importa se c'era prima, se c'è oggi o se ci sarà dopo: credo che questo governo regionale come avrebbe probabilmente dovuto fare con più incisività anche quello precedente - debba utilizzare il personale e la competenza che noi abbiamo a disposizione nei funzionari di questo Consiglio regionale: gente capace competente, che può fare corsi di formazione e che può essere utilizzata.
Il Presidente Cota la smetta di dire che abbiamo assunto gli amici degli amici mentre contemporaneamente presenta emendamenti che hanno l'obiettivo sugli Uffici di comunicazione, di assumere appunto gli amici degli amici.
L'ultima cosa che voglio dire - perché non voglio rubare il tempo e la disponibilità del Presidente, che ringrazio - riguarda la questione del turismo. Anche su questo tema ricordo quanto detto nella passata legislatura. I turisti sono aumentati in Piemonte del 12% e sono aumentati a Torino; erano già aumentati durante la legislatura regionale precedente grazie al lavoro, soprattutto sulla cultura, che le Giunte di centrodestra e di centrosinistra hanno fatto negli anni, soprattutto per quanto riguarda il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico di questa Regione.
Credo che troppi enti non funzionino, che sia necessario averne uno solo, organizzato, remunerato da un punto di vista economico e in grado di offrire a questa Regione, sotto questo profilo, un'alternativa economica importante così come queste straordinarie giornate torinesi dei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia stanno dimostrando.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Svolgo una riflessione di metodo generale e pongo una questione di merito specifica.
La riflessione di metodo generale, come già alcuni colleghi dell'opposizione hanno ricordato, è la progressiva assimilazione che quest'Assemblea legislativa sta assumendo in direzione di un'imitazione dei comportamenti delle Assemblee parlamentari; il che non serve certo a dare pregio a questo Consiglio regionale, bensì a fargli adottare le peggiori abitudini.
Abbiamo avuto occasione di ragionare sull'interpretazione del Regolamento del Consiglio regionale che, attraverso i cosiddetti maxiemendamenti, tenta di introdurre la questione del voto di fiducia in quest'Aula e oggi stiamo discutendo di come, attraverso il collegato alla finanziaria, scimmiottiamo le finanziarie nazionali che diventano delle leggi omnibus, nelle quali si infilano codici e codicilli tendenti a risolvere in accelerazione - ma soprattutto senza discussione e senza armonizzazione - una serie di questioni specifiche, anziché portandole al centro di un dibattito di modifica di legge, facendole assumere come emendamenti ad un testo che ha tutt'altra fattispecie, vale a dire al collegato della finanziaria.
Che poi questi modi di procedere vengano giudicati, in particolare dal Capogruppo del Popolo della Libertà, come una modalità di semplificazione delle procedure amministrative - anzi, addirittura come un'accoglienza dell'attesa della popolazione, secondo la quale sarebbe necessario superare i formalismi e le burocrazie e "andare al nocciolo delle questioni" - non ci stupisce, ma certamente ci preoccupa. Dal nostro punto di vista infatti, la forma è sostanza quando, scegliendo una forma piuttosto che l'altra, si consente la comprensione da parte degli interessati del reale intendimento della legislazione; si consente la partecipazione e il dibattito sull'atto legislativo; si dà quindi conto pubblicamente, in trasparenza, della reale volontà politica e delle modalità con le quali si intende applicarla.
Del resto, con queste logiche della semplificazione e delle scorciatoie, abbiamo già avuto modo di vedere dal livello nazionale quante conseguenze negative si siano prodotte perché - semplificando in semplificando - si sono assimilate condizioni non assimilabili e si sono prodotti danni oggettivi agli interessati.
Cito un caso per tutti: la questione della reiterazione delle visite di invalidità dentro una battaglia contro i falsi invalidi, per cui ad un certo punto venivano imbarcati, appunto nei provvedimenti omnibus, dei comportamenti e dei casi umani che nulla avrebbero potuto avere in comune con gli intendimenti di quell'atto legislativo; credo che quelle persone avrebbero desiderato modificare la loro condizione di disabilità dalla nascita o in conseguenza di malattie genetiche e purtroppo irreversibili e si sono invece visti assimilati a tutt'altre fattispecie, nella furia di semplificazione dei decreti e delle legislazioni. Questo, quindi, è un pessimo comportamento; non è un comportamento di semplificazione: è un pessimo stile che rende sempre più oscura la volontà del legislatore e che assimila condizioni non equivalenti.
Tuttavia prendiamo atto che le cattive abitudini - ahimè - a volte sono trasversali e ricordo bene come anche in quest'Aula proposte della precedente Amministrazione e della precedente Giunta indulgevano un po' a cercare di usare l'occasione del Consiglio regionale, quale che essa fosse per far traghettare da quel dato voto e da quel dato provvedimento legislativo sistemazioni provvisorie di vicende che avrebbero meritato invece una sistemazione di carattere legislativo. Mi permetto di parlare con questa modalità critica perché i miei tentativi andarono tutti a vuoto e di conseguenza, anche quando sono stata in qualche modo coinvolta nella tentazione, questa pratica non è mai stata attuata.
Veniamo quindi alla questione di merito. Moltissimi sono gli elementi di sostanza su cui meriterà una discussione approfondita, ma anch'io mi soffermo in particolare sulla proposta avanzata in Commissione - e poi diventata emendamento al collegato alla finanziaria dal Capogruppo del PdL che riguarda la modifica dei criteri di riparto del Fondo sociale regionale.
Perché mi soffermo su questa particolare modifica? Certamente per le questioni di coerenza formale che i colleghi hanno richiamato: si modifica con un emendamento una legislazione regionale. Sembra però di capire, dallo stile della nostra discussione, che non tocchiamo né il cuore né la mente dei nostri interlocutori, richiamandoli a degli aspetti di coerenza interna di produzione dell'atto legislativo. Veniamo invece alle questioni di sostanza.
In questa proposta legislativa ci sono una modifica profonda e un'illusione sbagliata. Qual è l'illusione sbagliata? Che, obbligando altri soggetti titolari delle funzioni gestionali a fare come vuole l'attuale maggioranza regionale, si riesca ad introdurre una nota di efficienza, una marcia di tempestività e un risultato più produttivo negli interessi delle persone che intendiamo tutelare, cioè persone disabili, minori e non autosufficienti.
In realtà, questa è un'illusione effimera perché si fonda su un equivoco straordinario: si fonda sull'illusione di voler temperare quello che ormai è un dato di realtà noto a tutti - cioè l'incredibile aumento delle liste di attesa per gli inserimenti residenziali e le cure domiciliari in lungo-assistenza - semplicemente scegliendo una strada amministrativa; scegliendo cioè il modo con il quale si assegnano i soldi e con il quale i soldi devono essere erogati. Il problema è che la difficoltà è a monte, vale a dire che è a monte che vi sono l'insufficienza e l'inadeguatezza delle risorse. Non è dando un criterio diverso di riparto che si risolve il fatto che le risorse sono insufficienti, e provo a spiegarlo con un dato tecnico.
Quando si cambia il riparto verso i Consorzi - e li si obbliga a destinare una determinata quota alla non autosufficienza - ci si dimentica che i Consorzi, sulla non autosufficienza, intervengono per un terzo della platea generale degli aventi diritto; per i tre terzi interviene l'Azienda Sanitaria Locale, nella misura del 50% del costo della retta o del costo dell'assegno di cura. Ma se alle Aziende Sanitarie abbiamo imposto un tetto di spesa e ridotti i bilanci rispetto all'anno 2009, le Aziende Sanitarie non faranno nient'altro che rallentare, come stanno rallentando, gli inserimenti residenziali, non sostituendo nemmeno i posti resisi liberi per decessi, o ritardando l'assegnazione degli assegni di cura, rendendo assolutamente lente le programmazione dell'unità di valutazione geriatrica.
Chi avesse voluto prendersi la briga, che mi sono presa io, di andare a leggere le relazioni dei commissari, di quelli nominati a metà del 2010 nella Torino 2 e nella Torino 4, avrebbero notato come uno dei primi atti di ridimensionamento dei bilanci delle ASL è avvenuto esattamente sugli accordi con i servizi sociali del Comune di Torino per la riduzione di 400 mila euro per quello scorcio di anno sugli interventi dedicati alla popolazione disabile non autosufficiente.
Avranno un bel avere vincoli di spese e consorzi, se non corrisponde un vincolo di spesa da parte delle ASL. Cosa accadrà? Un accantonamento inutilizzato di una risorsa e la mancata soluzione delle liste di attesa dei non autosufficienti, senza contare come questa rigidità renderà impraticabile l'accompagnamento ad altri bisogni sociali emergenti che invece erano presi in carico quando il riparto avveniva sulle quote capitarie verso la popolazione, come tutti i dati della nuova povertà.
Volendo assumere che la maggioranza volesse far bene, in realtà produce un danno concreto esattamente a quei soggetti sociali di cui si vuole interessare. Allora sorge legittimo il sospetto che si voglia poter dire all'esterno: noi abbiamo provveduto lasciando la situazione eguale, se non peggiore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente sollecitato a ciò dal primo intervento nella discussione generale di oggi svolta dal Consigliere Ronzani.
Intervento che si può dividere in due parti: l'una ricca di valutazioni di natura politica da cui sono fortunatamente esentato dal modestissimo ruolo che ricopro oggi, quindi non partecipo; l'altra su un tema di metodo: quello di come, correttamente come è stato detto dal Consigliere Ronzani il collegato alla finanziaria ormai da anni sia diventato una sorta di treno cui tutte le Giunta attaccano tutti i vagoni.
Un partito come quello cui appartiene il Consigliere Ronzani, come quello nell'ambito del quale oggi milito io, si richiama ad un'ottica di governo, quindi non si tratta di partiti che fanno del ruolo identitario pur legittimo e pur ampiamente motivato - il contrassegno essenziale.
Alludo alla Consigliera Artesio, che molto spesso, anche nel suo ultimo intervento, come i colleghi del Movimento 5 Stelle e dell'IdV, fanno della logica identitaria e della possibilità di esprimere un'opinione un motivo prevalente, come mi è sembrato di capire, del loro dire e del loro fare.
Tuttavia, per un componente di un partito di governo è obbligatorio fare un po' di riflessioni un anno dopo il nuovo Regolamento, magari ponendo delle osservazioni che possono essere aiutate dall'aver militato sia dall'una sia dall'altra parte all'interno di un'Aula che è, o dovrebbe essere, un'assemblea legislativa, perché sorgono una serie di domande.
Domande che non hanno delle risposte, ma domande che ci sono.
un fatto che noi, sulla finanziaria, non avremmo modo, qualunque cosa ci dica il Regolamento, di fare tutti i ragionamenti che forse l'Aula esigerebbe. Questo vuol dire che dobbiamo dare più spazio alle Commissioni? un tema su cui dobbiamo riflettere. Non credo che si possa, ad un anno dalla partenza del Regolamento, immaginare che le discussioni che si svolgono in Commissione in sede referente possano e debbano necessariamente essere ripetute in maniera identica e talora ampliate in sede di Aula legislativa. Oggi il Regolamento lo consente. È questa una modalità sufficiente per l'opposizione? Io, che mi permetto di annoverare tra i miei modestissimi meriti quello di aver contribuito a scrivere la parte dello Statuto delle opposizioni che oggi è la base del Regolamento, dico che, se fossi un membro dell'opposizione, forse preferirei avere delle sessioni specifiche, con un tempo specifico, per degli argomenti specifici. Non me ne voglia il Consigliere Taricco, soprattutto in questo caso il Consigliere Lepri quando pongono temi importanti, come quella della gestione degli affari sociali, perché so benissimo che l'impostazione, non soltanto odierna, da parte del Consigliere Lepri, ma direi di tutto il PD, è diversa. Non dico antagonista, ma diversa da quella suggerita.
Siccome dobbiamo scegliere - non dobbiamo solo come maggioranza, deve anche l'opposizione, ma, nell'ambito dell'opposizione, l'auspicio è che lo facciano i partiti che sono partiti di governo, altrimenti confondiamo le carte - credo che dopo un anno, vedendo oggi dove il Regolamento non sta funzionando, la gestione degli ordini del giorno delle sedute non avviene così come l'abbiamo prevista, l'utilizzo dei relatori di minoranza non è quella che abbiamo previsto.
Vedo il Consigliere Buquicchio seguirmi attentamente, ma so essere esponente, almeno momentaneo, di un pensiero diverso.
Non è possibile e credo che non vada bene affrontare un tema, che solo oggi parzialmente abbiamo sfiorato, come quello della gestione del personale e delle risorse umane all'interno dell'Ente regione, e che so essere argomento che non tutti, ma molti, ritengono strategico, in sede di dibattito vuoi di Commissione, vuoi di Aula con la povertà degli interventi o delle richieste provenienti dall'opposizione o dalla maggioranza.
Credo che male non sarebbe se, ad un anno dall'approvazione del nuovo Regolamento, facessimo delle riflessioni, maggioranza e opposizione evidentemente, non facendo dei passi indietro. Passi indietro se la logica è quella di impedire il lavoro degli altri. Ma questo non fa parte di un partito di governo, perlomeno a quelle componenti del partito di governo cui faccio riferimento e che so esistere, perché senza di loro non avremmo fatto il tentativo, peraltro imperfetto, del Regolamento. Ci sono delle cose da cambiare anche da parte della maggioranza, non soltanto da parte dell'opposizione.
Se posso essere un consulente dell'opposizione visto che sono nato in minoranza, mi permetterò di utilizzare quei banchi che oggi non occupo per dare dei modesti suggerimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione di parlare dopo l'intervento del Consigliere Burzi per riprendere alcune osservazioni, sempre stimolanti nei suoi interventi anche se questo intervento era un po' più pacato e doroteo del solito Burzi che conosciamo. L'apprezziamo di più quando è più pacato nei toni, perch si possono dire cose vere anche in toni pacati.
L'intervento del Consigliere Burzi apre, riprendendo alcune delle osservazioni dei colleghi delle opposizioni, un problema reale. Siamo convinti che la modifica regolamentare cui abbiamo dedicato grande parte dell'ultimo anno della legislatura sia stato un atto profetico, perché ha consentito di creare le condizioni per una migliore governabilità di quest'Aula, quindi un miglior funzionamento dell'Ente, della regione Piemonte cui tutti noi dovremmo consacrare il nostro impegno politico.
Credo che ci siano delle cose da rivedere. Il Vicepresidente della Giunta regionale ha una lunga esperienza, so che conosce bene la materia.
Credo che la modalità di presentare questi collegati sia una modalità che debba essere ripensata.
vero, non facciamo la parte di quelli che si scandalizzano, non siamo nuovi in questo Consiglio. Sappiamo che la modalità di usare collegati alla finanziaria che diventano dei treni cui ogni Assessore aggancia i provvedimenti urgenti del suo Assessorato non è una prassi che nasce ora ma è una prassi di più lunga durata, ma mi chiedo se non sia opportuno cari colleghi, rivedere questo modo di lavorare. Quando noi, nella precedente legislatura, fummo costretti ad adottare questa stessa prassi noi ci trovavamo in condizioni molto diverse: i colleghi ricorderanno che le sessioni per l'approvazione del bilancio o dell'assestamento di bilancio tenevano impegnate l'Aula per tre o quattro mesi Le sedute delle Commissioni erano infinite; i Consiglieri dell'opposizione di allora e della maggioranza di oggi erano così solleciti nel voler conoscere l'opinione della nostra comunità regionale che chiedevano consultazioni e audizioni delle varie realtà interessate anche sugli assestamenti. Insomma c'era un processo ben diverso.
In un contesto di questo tipo, dove il Consiglio era bloccato interi mesi dalle sessioni di bilancio, i collegati diventavano, in qualche modo una valvola di sfogo unica e imprescindibile per raggiungere delle certezze di modifiche normative.
Oggi questo quadro normativo è cambiato e quindi assistere a questo modo di legiferare lascia alquanto perplessi.
Non entro nel merito delle osservazioni mosse dal collega Taricco sulla caccia o del collega Lepri sui servizi sociali, tanto per dire; ma si tratta di interventi puntuali adottati attraverso articoli in una legge omnibus che mal si adatta ad ospitare questi provvedimenti, che dovrebbero inserirsi in un quadro complessivo di riforma dei rispettivi settori. Mi chiedo, dunque, se davvero noi possiamo rinunciare a svolgere l'attività legislativa propria del Consiglio regionale, consentendo che modifiche di interi settori della nostra normazione siano apportate attraverso emendamenti che, surrettiziamente, mediante interventi puntuali su singole normative, di fatto stravolgono il senso complessivo delle nostre leggi quadro.
Presidente del Consiglio e Vicepresidente della Giunta regionale, penso che su questo dovremmo fare una riflessione.
Poi è vero, come dice il Presidente Burzi, che bisognerebbe riflettere anche sul comportamento dell'opposizione: in attuazione del nuovo Regolamento, vari comportamenti vanno cambiati. È vero, ne sono convinto.
Per quanto mi concerne, ne abbiamo discusso anche in seno alla Giunta per il Regolamento: tutto si può fare, purché sia chiaro il principio del bilanciamento di interessi che è alla base della redazione di questo Regolamento, cioè l'interesse da un lato della maggioranza a raggiungere il proprio disegno politico, il proprio programma politico sulla cui base ha vinto le elezioni e a realizzarlo in atti amministrativi, e, dall'altro lato, il diritto dell'opposizione di controllare, di verificare, di entrare nel merito e di poter esercitare la funzione che le è propria.
Se sapremo mantenere sempre questo principio del bilanciamento di proposte e interessi, penso che si potranno fare passi in avanti anche nel favorire, in questo Consiglio, una evoluzione nei rapporti tra maggioranza e opposizione che consentano di inverare il Regolamento. Perché, cari colleghi - mi riferisco specialmente a coloro che hanno un atteggiamento più "celodurista" in questo Consiglio (passatemi il termine non proprio elegante) - l'esperienza di questi mesi dimostra che una applicazione troppo manu militari di questo Regolamento non funziona e non regge, in quanto le condizioni con cui è stato approvato purtroppo sono tali da far sì che questo Regolamento debba essere ancora, nella pratica, calato nella realtà. Quando abbiamo tentato di applicare alcune norme e alcune strade nuove (contingentamento dei tempi e maxiemendamenti), abbiamo visto come ci muoviamo su un campo minato, dove tante cose non sono specificate e non pu certo essere la maggioranza a pensare di dettare, per prassi, delle norme che non sono scritte sulla carta.
Fatte queste considerazioni, avrei ancora due riflessioni da sottoporre alla vostra attenzione sul merito dei provvedimenti.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno molte volte toccato il tema della società Sviluppo Piemonte Turismo: quello che succede oggi con questo emendamento dimostra che la teoria di Sabino Cassese sulla Pubblica Amministrazione è esatta. Qui non c'é maggioranza che tenga; può esserci un Presidente democristiano, comunista, fascista, leghista o qualsiasi tipo di Presidente, ma c'é una forza che è più forte di tutto: mi riferisco alla capacità della Pubblica Amministrazione (o di fette della stessa) di autodifendersi, di autoperpetuarsi, di autoespandersi. È la legge di una Pubblica Amministrazione per cui più si fanno norme per ridurla, più si espande. La società Sviluppo Piemonte Turismo è l'emblema in Piemonte di questo: è una società di cui è stata disposta la liquidazione dagli stessi che la vollero, che si resero poi conto di aver fatto un'opera non idonea a raggiungere quel risultato, e che oggi risorge dalle ceneri. Non solo, ma risorge dalle ceneri senza nemmeno una riflessione adeguata a raggiungere un obiettivo che renda, in qualche modo, giustificabile la sua sopravvivenza.
Invito i colleghi della maggioranza a riflettere su questo. Non avete di fronte un'opposizione che dice: "Tornate indietro sui vostri intendimenti". Ma se proprio volete ridar vita a questa struttura, fatelo creando un qualcosa che abbia un aggregato di competenze che giustifichi perlomeno la sua permanenza in vita.
Oltretutto, inviterei anche i colleghi della maggioranza e della Giunta regionale, specie coloro che hanno competenze in materia di personale, a recuperare le dotte enunciazioni dei colleghi dell'attuale maggioranza, che nella scorsa legislatura erano all'opposizione, sulle modalità di assunzione di queste società. Non chiedo che ci sia un atto di indirizzo ma implicitamente inviterei gli Assessori a tener conto, nel mandato che daranno agli amministratori di queste società, dei moniti che l'allora opposizione - oggi uomini di maggioranza - facevano sulle modalità con cui si decidono le assunzioni in queste società partecipate. Non dico nulla di più, perché gli interventi del Presidente Burzi e di altri, a proposito del personale si Sviluppo Piemonte Turismo e della loro missione e ruolo nel Consiglio regionale, penso siano assolutamente dotte e, di per s assolutamente condivisibili.
Per quanto riguarda, infine, la vicenda dei trasporti, faccio notare che il Gruppo del Partito Democratico, insieme ad alcuni Consiglieri dell'attuale maggioranza, hanno presentato un emendamento per consentire all'Agenzia per la Mobilità nell'area metropolitana di Torino di mantenersi in vita. Voi sapete che le normative nazionali sono molto restrittive sulla possibilità per i Comuni di aderire a più di un consorzio tra enti locali.
Un intervento sulla legge 1/2000, che consenta di salvare questa struttura (Agenzia per la Mobilità metropolitana), è doveroso: o sarà recepito in questa legge oppure l'Agenzia dovrà tornare da dove è venuta. Ma per le ragioni di cui prima, penso che si potrà assolutamente approvare questo emendamento.
Faccio notare, infine, che all'articolo 8, comma 2 e seguenti, sono introdotte normative che stravolgono le modalità di verifica dei titoli di viaggio su tutto il sistema del trasporto pubblico locale; è una normativa che si pone in contrasto brutale con le esigenze espresse dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori di quell'azienda. Lo faccio presente in quest'Aula perché non si dica che non se n'è parlato: l'Assessore Bonino conosce perfettamente la situazione e la inviterei a riflettere, perché non mi pare questo il momento più idoneo per trovare oltre ai mercatali, altre categorie fuori da questo palazzo nelle prossime sedute di Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
già stato detto molto negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto.
Vorrei partire, innanzitutto, dalle affermazioni del Capogruppo Pedrale, secondo il quale ai cittadini poco interessa come i provvedimenti vengono assunti. Ciò che preme loro è che i provvedimenti vengano realmente assunti.
Mi sembra un'affermazione dequalificante di quella che è l'azione legislativa e di programmazione che un ente quale la Regione ha. E mi sembra una giustificazione non di certo condivisibile né accoglibile rispetto al fatto che in un collegato alla legge finanziaria si cerchi di immettere una serie di norme che, alla fine, hanno una valenza di norme quadro, di indicazioni e di indirizzo assolutamente fondamentali all'interno di una serie di settori che sono stati toccati all'interno del collegato.
Farei attenzione ad immaginare che l'azione legislativa possa essere dequalificata con emendamenti magari "infilati" durante il percorso di discussione in Commissione, quando le consultazioni sono già state fatte.
Ad esempio, se immaginiamo l'emendamento alla legge n. 1/2004, che disciplina i consorzi socio-assistenziali della nostra Regione, che è stato proposto quasi per caso all'interno della Commissione, si stravolge l'impostazione riconosciuta dalla stessa legge. È pur vero che, per effetto di norme nazionali, dovremmo rivedere l'impostazione e la legge che disciplina i consorzi socio-assistenziali, ma questo, certamente, non legittima alcuna maggioranza ad immaginare che con un emendamento presentato quasi per caso una mattina in Commissione, quindi nemmeno posto all'attenzione dell'Assessore competente, si possa stravolgere e mettere in grossa difficoltà i consorzi socio-assistenziali della nostra Regione.
Senza alcuna forma di consultazione - essendo terminata la fase delle consultazioni - con un emendamento qualsiasi stiamo stravolgendo la legge n. 1/2004, che, come è già stato ricordato, è stata approvata dal centrodestra.
Non importa cosa possano pensare i Comuni e quali siano le oggettive difficoltà dei consorzi socio-assistenziali, che sono state precedentemente evidenziate dai colleghi Lepri e Artesio, di fronte ad un provvedimento che stravolge e ribalta completamente il ruolo della Regione nei loro confronti e, di conseguenza, legittima la Giunta ad assumere provvedimenti assolutamente nuovi e anomali da un punto di vista economico. Non c'è stata alcuna forma di concertazione, i consorzi non sono stati sentiti, tanto meno sono state sentite le rappresentanze degli Enti locali che di questa funzione ne sono i titolari. Ve ne assumerete la responsabilità e spiegherete agli amministratori quello che avete fatto attraverso la presentazione di un emendamento, come se si trattasse di un'attività assolutamente normale e quasi informale all'interno del processo di discussione in sede di Commissione.
Ritengo anomalo tutto il dibattito svolto sulle ATL, su tutti gli organismi di promozione turistica e di promozione della nostra Regione. Mi preme sottolineare soltanto un paio di aspetti che le Province più volte ci hanno manifestato: innanzitutto, in questo modo non si provvede assolutamente a quella che è una necessità. Probabilmente, è molto semplice dire che si poteva fare anche nell'Amministrazione precedente: molte cose sono state fatte e, certamente, alcune sono rimaste incompiute.
Sicuramente, le ATL attendevano provvedimenti che entrassero nel merito del tema essenziale, cioè del rapporto istituzionale tra le ATL e, appunto le istituzioni che compongono la nostra Regione. Le Province hanno la funzione di coordinare le attività delle ATL, ma il provvedimento - anche qui, come se fosse un'azione volta al miglioramento - in realtà, metterà in difficoltà le ATL, non risolve il problema della partecipazione dei privati e, sicuramente, non agevolerà tutte le situazioni con le quali, oggi, si trovano a fare i conti per la promozione del turismo all'interno della nostra Regione.
Fa un po' specie immaginare che questo provvedimento provenga da una Giunta di centrodestra, che del federalismo, sia sul piano nazionale che regionale, fa l'emblema e la bandiera con cui portare avanti i propri programmi e le proprie attività. Invece di immaginare attività volte, anche sul piano regionale, al decentramento, per consentire alle Province di svolgere il ruolo di gestione e alla Regione il ruolo di programmazione, i provvedimenti che vengono emanati vanno in tutt'altra direzione.
Le Province, peraltro, più volte hanno manifestato il loro disappunto ma non è stato tenuto in considerazione nulla di quanto ritenevano essenziale per migliorare il quadro delle ATL all'interno della nostra regione. Certamente, quando torna comodo, si immagina di avere maggioranze che governino sperperando il denaro pubblico, attraverso la creazione di enti definiti inutili e oggetto di sperpero, salvo, poi, resuscitare gli stessi soggetti quando, probabilmente, si deve garantire qualche posto da qualche parte.
Questo è quello che viene fatto attraverso questo collegato. Quindi temi che dovevano essere trattati all'interno di leggi quadro, che qualificano l'attività di governo e l'attività di una Regione, vengono trattati attraverso emendamenti e collegati alla legge finanziaria sminuendo il lavoro dell'Aula, tutta l'attività di concertazione e il lavoro di costruzione di percorsi che, innanzitutto, devono tenere in considerazione l'esperienza della nostra Regione.
Termino facendo ancora una volta riferimento alla modifica della legge n.
1/2004. Probabilmente, non ci si rende conto dello stravolgimento che genererà l'emendamento. Davanti abbiamo qualche mese, ma, al momento, non si conosce, se non un'indicazione molto generica, quali siano le intenzioni di questa maggioranza nei confronti dei consorzi socio-assistenziali. Per da questo emendamento, di cui sottolineo la pericolosità, ci sembra di intravvedere che l'azione di questa maggioranza nei confronti dei consorzi sia volta a distruggere e a smontare tutta l'attività che è stata - credo sia onesto riconoscerlo - sviluppata attraverso l'approvazione della legge n. 1/2004. Quindi, il patrimonio culturale che, in questi anni, ha inteso garantire qualità, progettualità e integrazione dei servizi tra gli aspetti sanitari e sociali corre il rischio di svanire completamente. Non soltanto sarà un processo culturale complicato e difficile, che mettiamo in difficoltà, ma, oggettivamente, le fasce più deboli della popolazione della nostra regione si troveranno in una condizione di grossa fatica. Oggi abbiamo consorzi all'interno dei quali i centri diurni che ospitano i ragazzi disabili svolgono un'attività fondamentale per tutte quelle famiglie, come ci hanno ricordato in Commissione raccontandoci il vissuto quotidiano e le difficoltà con le quali gestiscono il proprio progetto di vita. Con questa operazione non farete altro che complicare le situazioni già complesse che troviamo all'interno della nostra Regione. Non dimentichiamo che non ci si ferma soltanto ai quattro titoli evidenziati all'interno dell'emendamento, perché ci sono altre categorie di persone che si troverebbero nelle condizioni per la quale i consorzi non potrebbero più prestare la propria attenzione. Eliminare il fondo indiviso e l'adeguamento ISTAT è davvero un'operazione di grossa pericolosità, con la quale i piemontesi e, soprattutto, i Comuni dovranno fare i conti dal giorno in cui ahimè - tristemente questo emendamento, purtroppo, sarà approvato.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Abbiamo sentito varie dichiarazioni a proposito dell'opportunità o meno di inserire diversi argomenti, diversi pezzi di altre eventuali leggi altre eventuali indicazioni, anche di governo, all'interno di questo collegato alla legge finanziaria.
Dal nostro punto di vista, sarebbe corretto disporre di un collegato un pochino più pulito e un po' meno caratterizzato dalle fattezze di un treno come è stato definito, con tanti vagoni, tutti diversi, a cui ogni Assessore aggiunge il proprio.
Nel merito ci sono diverse questioni che riteniamo critiche, che sicuramente tratteremo nella fase di discussione, insieme agli emendamenti presentati dal nostro Gruppo e anche da altri Gruppi di opposizione. Sarà importante riuscire a definire linee un po' più condivise e un po' meno frammentate, dal punto di vista dei vari argomenti inseriti in questo disegno di legge.
Noi siamo critici su alcune parti che trasferiscono alcune competenze dalle Regione alle Province; siamo molto critici sull'articolo che si occupa, ancora una volta, della deregolamentazione delle gare motoristiche.
Piuttosto importante, in senso negativo, è la presentazione da parte della Giunta degli emendamenti inerenti al prelievo faunistico, la caccia.
Questa volontà è stata ricordata anche nella seduta della Commissione competente e la politica, sia del Governo sia in parte dell'opposizione, ha trovato avvio con l'iter delle prossime consultazioni.
Devo rilevare che la volontà esplicita del maggiore partito di opposizione di presentare un proprio testo di legge continua a essere ripetuta, ma, a quanto mi risulta, ancora inevasa.
Siamo critici rispetto alle classiche deroghe, rispetto alle sanzioni agli enti comunali, per quanto riguarda le linee sulla raccolta differenziata dei rifiuti, e alle deroghe temporali, per quanto riguarda le definizioni delle categorie sismiche relative agli edifici, perché da poco tempo abbiamo assistito a problematiche di questo tipo a livello locale ovviamente molto lievi, e a livello internazionale invece molto gravi.
Crediamo sia importante definire e recepire immediatamente questo tipo di regole.
All'interno di questo disegno di legge vi è un articolo che recepisce la volontà espressa, dopo ore di discussione e richieste molto pressanti da parte del nostro Gruppo e di altri Gruppi di opposizione, riguardo alla modalità di verifica dell'applicazione del canone delle acque minerali. Ci sembra davvero - com'era stato detto già all'epoca - essere il minimo sindacale che la Giunta ha concesso alle richieste provenienti dal nostro e da altri Gruppi.
Rimangono in noi altri dubbi, relativamente ai provvedimenti legati agli altri articoli.
interessante il fatto che in Commissione si sia votato favorevolmente, all'unanimità, rispetto all'importante discorso legato alla sicurezza, per quanto riguarda gli sport invernali, quindi l'uso del casco.
Le proroghe delle scadenze degli Enti Parco ci trovano favorevolmente colpiti; anche in Commissione è stata espressa questa posizione da parte del mio Gruppo.
Il contenimento, quantomeno nominativo, delle spese per missioni ci trova favorevoli, tolto il fatto che sono inserite all'interno dell'articolo le possibilità di aumentarle in modo indiscriminato, per precise motivazioni, che però sono lasciate in modo molto generico.
Pertanto, ritengo che ci sarà tutto lo spazio e il tempo per discutere nel merito dei vari provvedimenti e dei vari temi e sarà, ovviamente nostro diritto e dovere partecipare a quel tipo di discussione.
Per quanto riguarda il discorso fatto in modo bipartisan sull'eventuale lentezza - di cui chiunque può accorgersi - dell'avanzamento della discussione dei provvedimenti importanti all'interno del Consiglio che è stato un po' alla base della volontà condivisa da quasi tutti i Gruppi di applicare i famigerati articoli del Regolamento, per marcare la volontà di opposizione rispetto alla disegno di legge n. 85, ci stupisce questa critica, sia da parte della maggioranza sia da parte del maggiore partito di opposizione, perché, come oggi, anche altre volte da parte della maggioranza non è stata garantita la discussione semplicemente per mancanza fisica dei Consiglieri in Aula.
Per quanto riguarda l'atteggiamento bipartisan dell'opposizione, il fatto che sia stata deliberata, con parere negativo del nostro Gruppo, una pausa così lunga rispetto alla fase elettorale, di sicuro non darà un impeto di accelerazione ai provvedimenti importanti, condivisibili o meno ma molto importanti, per i cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Ritengo ci sia, nella discussione generale del collegato alla finanziaria, un eccessivo e forse fuori luogo richiamo alla forma, perch ascoltando gli interventi dell'opposizione, credo sia doveroso evidenziare e ricostruire la genesi del collegato alla finanziaria.
Per vostra stessa ammissione - parlo ai colleghi della minoranza spesso, in passato, la legge finanziaria ha licenziato articoli contenenti tematiche che poco avevano a che fare con la questione bilancio.
Questo è uno degli elementi emersi più volte durante la discussione in Commissione e in Aula.
L'invito che arrivava dai banchi dell'opposizione era di presentare il collegato alla finanziaria. Il collegato l'abbiamo presentato e lo stiamo discutendo oggi. L'abbiamo fatto stralciando anche alcuni punti dalla legge finanziaria, perché avevamo convenuto che quei punti non fossero pienamente coerenti con lo strumento della finanziaria stessa.
Pertanto, ci chiedete di presentare il collegato e, poi, quando arriviamo alla sua discussione, il collegato non va più bene. Prima era la panacea di tutti i mali, per cercare di portare a casa una legge finanziaria più a misura di opposizione - se così la vogliamo definire - e adesso il collegato ha uno spettro troppo ampio di tematiche, quindi i richiami alla forma ci suggeriscono che forse dovrebbe esserci un sotto collegato al collegato per fare in modo che alcune tematiche vengano affrontate in sede legislativa.
Il collegato, invece, per noi diventa uno strumento legislativo di ampio respiro, nel quale la Giunta, con l'impulso e il sostegno della maggioranza, dà risposte concrete a una serie di problematiche e tematiche che sono sul tavolo della politica regionale da tempo.
In molti casi, il collegato legifera su argomenti che in passato venivano affrontati proprio dalla legge finanziaria, ed è quello che ci veniva rimproverato in sede di discussione, in Commissione, dei primi testi relativi alla finanziaria.
Siamo, dunque, andati incontro - convinti di quello che facevano - a delle istanze che dicevano: "Non 'sporchiamo' troppo la finanziaria definiamo nel collegato una serie di tematiche che nella finanziaria forse sono fuori luogo".
Ed è quello che stiamo facendo.
Ecco perché il disegno di legge 101 contiene disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2011 concernenti più ambiti e più materie di competenza regionale, e contiene anche modifiche a leggi regionali vigenti, perché è noto a tutti che alcune leggi regionali all'atto pratico della loro attuazione, hanno evidenziato la necessità di una loro razionalizzazione e di un loro adeguamento.
Questo concetto l'abbiamo esplicitato più volte nel corso dell'esame in Commissione, dedicando numerose sedute e approfondimenti sulle materie attraverso gli interventi degli Assessori competenti, inoltre, è stato ribadito nelle consultazioni coi soggetti interessati; insomma non è una novità. Il collegato per noi è uno strumento per governare e per dare risposte. È da gennaio che ci lavoriamo e vogliamo che il collegato sia uno strumento utile ed efficace rispondente alle esigenze di questa maggioranza di governo. Per questi motivi lo spettro di interventi è così ampio e va dall'agricoltura allo sport, dalla caccia ai trasporti, dalle politiche sociali alle opere pubbliche.
Non vorrei che le questioni sulla forma portassero in secondo piano i contenuti, o meglio, che alcun contenuti e alcuni temi cari a qualcuno la facciano da padrone, sminuendo il resto del provvedimento. Perché alcuni contenuti del collegato sono importanti: ci sono contenuti a disposizione in tema di valorizzazione delle produzioni agro-alimentari, interventi straordinari per la semplificazione degli adempimenti amministrativi, norme di semplificazione degli organismi di partecipazione nell'agricoltura.
Ripeto, sono disposizioni importanti che meritano attenzione e che sono chieste dal settore.
Sono previste modifiche di leggi regionali.
integrata la legge n. 17 del 1999, che prevede il riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative con accordi specifici per le Province. È modificata la legge regionale n. 11 del 2001 relativa alla costituzione del Consorzio obbligatorio per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti di origine animale provenienti da allevamenti e da industrie alimentari.
In materia di trasporti e navigazione introduce, ad esempio, le modificazioni di leggi regionali in tema di trasporto pubblico locale e interventi regionali in materia di vigilanza e soccorso all'unità di navigazione.
Sulla questione della forma, vorrei sottolineare il punto che segue: sono introdotte modiche, come ricordava anche il Consigliere Biol legislative alla regionale n. 2 del 2009 in tema di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa da fondo, prevedendo la sanzione amministrativa per la violazione delle disposizioni relative all'obbligo del casco ai minori di 18 anni.
Questa è una proposta che ha portato avanti con forza il Vicepresidente della VI Commissione, il Consigliere Laus, che parla di piste da sci.
Secondo il vostro ragionamento, che cosa c'entrano le piste da sci con il collegato alla finanziaria? Mi sembra evidente che c'è una contraddizione di fondo (che nasce dagli interventi ascoltati oggi) per la quale se quanto è contenuto nel collegato piace, il collegato è la sede dove portare determinate modifiche normative o determinati provvedimenti; se quanto è contenuto nel collegato non piace il collegato non può avere uno spettro così ampio e non può affrontare determinati temi. Io dico: mettetevi d'accordo.
Credo che l'esempio della modifica della legge sulla sicurezza sulle piste da sci evidenzi che il collegato può essere strumento utile a delineare politiche di governo con ampio raggio d'azione, perché se ci spingiamo fino alle piste da sci con un collegato alla finanziaria vuole dire che allora vale tutto. Ed ecco perché si parla anche di aree protette di ambiente e di gestione dei rifiuti.
Ricordo che il collegato contiene disposizioni per la programmazione degli interventi di gestione dei sedimenti delle aree fluviali, come interventi regionali per la realizzazione di opere pubbliche finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico previsti nel Piano per l'assetto idrogeologico.
Sono risposte che si danno su forti criticità. Sono presupposti normativi essenziali per sviluppare l'azione di governo coerente con gli indirizzi di questa maggioranza.
Nello specifico, sottolineo la gestione degli interventi sugli alvei delle aree fluviali; quello del disalveo dei fiumi e dei torrenti è una tematica che abbiamo già affrontato in questo Consiglio regionale approvando un ordine del giorno che dava mandato alla Giunta di trovare percorsi utili per arrivare a soluzioni e il percorso utile è contenuto proprio in questo collegato alla finanziaria. Quindi, noi stiamo dando risposte anche ad istanze che arrivavano proprio dal Consiglio in maniera bipartisan.
Insomma, è un provvedimento completo che risolve problemi, che sana questioni aperte, che modifica nodi critici rilevati nelle applicazioni normative regionali che si sono rilevate inadeguate in alcune loro parti una volta applicate sul campo.
Sul collegato comunque - e concludo - ci sono margini di condivisione su alcune questioni. Concordo con l'intervento del Consigliere Burzi su questo e anche il Gruppo della Lega concorda con l'intervento di apertura perché il testo non è blindato, se i contributi che arrivano dalla minoranza sono costruttivi.
Riteniamo che ci siano margini di miglioramento sul collegato alla finanziaria e su questa proposta legislativa. Ben venga il confronto e il dialogo; sulla sostanza però e non sul strumentale richiamo alla forma perché non ci pare che la forma interessasse molto nell'approvazione di numerosi atti nel recente passato.
Insomma, non si possono avere due pesi e due misure. Il collegato alla finanziaria ha questo significato; lo spirito del collegato alla finanziaria è quello di creare uno strumento normativo che consente di intervenire su più settori e questo è quello che facciamo con questo disegno di legge che speriamo possa essere portato all'approvazione in tempi brevi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Voglio approfittare degli interventi di merito per fare alcune considerazioni più puntuali su alcuni temi che, anche per esperienza professionale, ho potuto seguire più approfonditamente.
Anzitutto, vorrei fare una considerazione. Sono tra coloro che credono che il collegato possa essere uno strumento utile e importante per fare quei necessari aggiustamenti che le norme, per quanto siano puntuali e precise, necessitano periodicamente di ricevere per essere adeguate ad affrontare il perseguimento degli obiettivi che un Ente come la Regione deve mettere in campo da un punto di vista normativo.
Credo però che questo possa essere fatto nel rispetto di alcune questioni di fondo e non voglio farne una questione formale, perché credo sia una questione sostanziale. Cioè, fatte salve alcune possibilità di necessarie modificazioni che in corso d'opera si palesino, diversamente non si presenti un testo con dieci articoli che, quando si arriva alla discussione finale, ne abbia poi 62! Il rischio è che gli altri 52 (che non erano i dieci iniziali) saltino tutti i percorsi necessari che le norme hanno previsto e cioè di consultazione, di recepimento di suggerimenti e indicazioni da parte dei portatori di interessi, che sono norme e procedure che ci si è dati per fare in modo che le norme che si vanno a modificare siano modificate nell'ambito di un sistema che permetta a noi, in Aula, di raccogliere tutti i suggerimenti e le indicazioni per fare al meglio il nostro lavoro di legislatori.
In questo senso, non contesto il collegato in quanto tale, ma alcuni emendamenti che ho visto presentare in corso d'opera, ad esempio, quello sulla caccia, che è un articolo con 14 commi, che di fatto è come se fosse una legge con 14 articoli. Mi suona molto come certi articoli della finanziaria nazionale, dove ci sono 137 commi in 27 pagine di testo e che è un articolo! Per carità di Dio, giuridicamente lo è, ma credo che da questo punto di vista quella prassi che purtroppo è invalsa a livello nazionale non è un titolo di merito per noi, né dovrebbe diventare riferimento ed ispirazione della nostra azione.
Quindi, da questo punto di vista credo che, così come già anche i miei colleghi hanno chiesto, chiederemo che alcuni articoli siano ritirati dalla maggioranza che li ha presentati, per essere oggetto di un approfondimento di merito puntuale, laddove questi necessitano di questo tipo di approfondimento.
Venendo al merito di alcuni articoli che sono stati presentati, credo che, come abbiamo già avuto modo di leggere, l'articolo n. 2, quello sulla valorizzazione e produzione agro-alimentare, sia un articolo assolutamente condivisibile. Ci pone in condizioni, alla luce delle mutate normative comunitarie, di mettere in campo un sistema di qualità per le produzioni agro-alimentari piemontesi. È un percorso che era già stato avviato nella precedente legislatura con il progetto "Piemonte AgriQualità" che trova completamento in questo articolo.
Quindi, da questo punto di vista, credo che, sotto questo profilo, con qualche affinamento del testo, che avevamo già proposto in Commissione che ci permetteremo di riproporre in quest'Aula (sono leggerissime limature) nella sostanza, il testo in quanto tale sia condivisibile.
Credo che l'articolo che prevede la possibilità del coinvolgimento dei CAA per quel che riguarda la gestione delle pratiche e delle procedure regionali, muova da un'ispirazione condivisibile, ma richieda di essere messo in campo con tutti gli accorgimenti e le attenzioni legate al fatto che quando un ente come il nostro appalta non ad altri Enti pubblici, ma a soggetti che sono sussidiari, la gestione di pratiche e procedure delicate e complesse come sono quelle di erogazione dei finanziamenti, necessiti di un'assoluta attenzione.
Credo - e l'abbiamo già detto - che invece richiederà un'attenta discussione e riflessione l'articolo che riguarda quella norma di semplificazione sui tavoli di concertazione.
L'abbiamo già detto e abbiamo proposto in questo campo alcuni emendamenti puntuali con l'obiettivo di perseguire una semplificazione, ma evitando che questo processo porti a smontare un sistema di consultazioni che hanno svolto un ruolo importante nel fare camminare insieme i mondi interessati alle scelte che riguardano l'agricoltura e la Regione stessa.
Per quanto riguarda il COSMAN, credo che dovremmo fare una discussione molto grossa. Credo che abolire, così come si propone questo articolo l'obbligatorietà dell'assicurazione - questa norma non era stata messa in campo dalla nostra maggioranza, ma dalla precedente Amministrazione - e smontare il sistema dell'assicurazione obbligatoria sia una scelta pericolosa, che rischia di portare a casa controindicazioni pesanti. Così come chiederemo e argomenteremo nel merito, quando bisognerà discuterne che la questione del rapporto tra IMA e Sviluppo Turismo Piemonte sia oggetto di un'attentissima riflessione.
L'ho già detto prima e giustamente il Presidente mi ha richiamato a non introdurre elementi puntuali di articolato nel merito di una discussione generale e ho raccolto quella sollecitazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo.
L'avevo semplicemente richiamato ad attenersi alla relazione.



TARICCO Giacomino

giusto e ha fatto benissimo. Ho raccolto l'invito perché era puntuale ed assolutamente nel merito.
Credo che dobbiamo fare tutti insieme attenzione a fare ciò che giustamente è stato detto da parecchi membri della Giunta in sede di discussione in Commissione, cioè di cogliere l'occasione della "risurrezione" - come è stata definita dal collega Gariglio - di Sviluppo Turismo Piemonte in sede di collegato alla finanziaria, per evitare che si crei una situazione per la quale esiste una specie di serie di giocattoli e strumenti dei singoli Assessori per perseguire politiche, nella migliore delle ipotesi, di Assessorato per non dire personali.
In questo senso, credo che il richiamo forte sarà a discutere nel merito e c'è la massima disponibilità a farlo, ma per fare un soggetto che gestisca tutto il tema della promozione della valorizzazione delle nostre produzioni su sede nazionale, così come CEIP sviluppa questo lavoro - come ci ha spiegato l'Assessore Cirio in Commissione - su base internazionale.
In questo senso la deliberazione assunta questa settimana di incarico ad IMA Piemonte, nella quale c'è scritto testualmente che IMA Piemonte avrà il compito di sviluppare l'attività promozionale in Italia e all'estero, credo debba suonare come un campanello dall'allarme. Perché se ogni Assessore si crea un suo strumento con cui si fa la sua promozione nazionale ed internazionale, credo che qualche riflessione su percorsi che abbiamo già visto in passato, rischi di tornare purtroppo di straordinaria attualità.
Anche su questo abbiamo richiesto all'Assessorato, che puntualmente ci ha fatto pervenire, i dati sui bilanci di IMA, dai quali risulta in modo assolutamente evidente che non è sostenibile il fatto di stanziare tutti gli anni 250 mila euro per le spese di funzionamento, perché le spese di funzionamento arrivano a malapena a 150 mila, quindi qualcuno deve spiegarci in una situazione di cosiddetta penuria e necessità di razionalizzazione perché, a fronte dei 150 mila euro di spese di funzionamento, gliene diamo 250 mila in un momento come quello che stiamo attraversando.
Qui i cattivi pensieri sono tutti legittimati, noi non vogliamo farli ma è meglio che correggiamo le norme in modo che non possano essere più oggetto di questa attenzione.
Concludo con un'ultima osservazione e l'ho detto prima come battuta, ma adesso lo voglio dire seriamente. Credo non sia pensabile che si inserisca in un testo come questo un emendamento di un articolo come quello sulla caccia composto di 14 commi che, di fatto, ridisegnano la legge sulla caccia discusso senza confronto con nessuna delle parti interessate, e portato come un ammennicolo e un orpello da discutere dentro il collegato.
Credo che la scelta che tutti insieme ci sentiamo di chiedere alla Giunta e alla maggioranza è di ritirare questo articolo e di fare la discussione di merito dentro al percorso che si è avviato per le leggi sulla caccia, con le audizioni, con un confronto sereno e pacato, perché il tema è troppo delicato per essere gestito in modo così veloce e semplificato.



PRESIDENTE

Chiedo ai Capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.24 riprende alle ore 18.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Se l'Aula acconsente, sospendiamo la trattazione della discussione generale sul disegno di legge n. 101, e ringrazio i Consiglieri Reschigna Buquicchio, Ponso e Giovine che erano iscritti a parlare. Se avremmo del tempo successivo, riprenderemo la discussione generale.
Nel frattempo, passiamo alla trattazione della mozione n. 372 e degli ordini del giorno n. 373 e n. 374.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame mozione n. 372 presentata dai Consiglieri Reschigna, Muliere Placido, Boeti, Taricco, Ponso, Pentenero, Buquicchio, Pedrale e Dell'Utri inerente a "Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza causata dall'eccezionale ondata di maltempo del periodo 14-17 marzo 2011"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 372, avente ad oggetto "Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza causata dall'eccezionale ondata di maltempo del periodo 14-17 marzo 2011", presentata dal Consigliere Reschigna ed altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

La mozione nasce dal fatto che con l'approvazione del decreto "milleproroghe", gli interventi sui danni alluvionali sono quasi tutti messi a carico del bilancio della Regione o con risorse direttamente rinvenibili all'interno del bilancio della Regione o attraverso l'incremento della pressione fiscale.
Con la mozione chiediamo sostanzialmente alla Giunta regionale di attivare tutte le iniziative affinché questa norma sia modificata, perché l'evento alluvionale recente del mese di marzo ha evidenziato danni, come dalla relazione fatta ieri dall'Assessore Cavallera, per 137 milioni.
Se tutte le volte che accade un intervento alluvionale l'unica soluzione è quella dell'incremento della pressione fiscale, è evidente che mettiamo a duro repentaglio il rapporto tra la Regione e la comunità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

L'intento è quello, a normativa vigente, di utilizzare le disposizioni di cui la Regione può avvalersi in questo momento - simpatiche o antipatiche esse siano - per fronteggiare gli eventi alluvionali, come prevede il decreto "milleproroghe". Detto ciò, è chiaro che la rilevanza degli eventi è stata tale e di una gravità così forte ed incisiva sul territorio piemontese, che solo con le risorse regionali trovate non si riesce a dare una risposta adeguata alle popolazioni e ai Comuni colpiti dall'alluvione. Pertanto chiediamo, e questo mi pare sia condiviso da tutti, un intervento straordinario anche statale di risorse che si aggiungano a quelle individuate precedentemente dalla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Intervengo solo per testimoniare, ovviamente da parte della Lega Nord la nostra attenzione rispetto a questo tema, che peraltro è già stata espressa all'interno della II Commissione che, come citato anche nella mozione, ha audito i Sindaci, le Province, nonché tutte le comunità che erano state colpite dagli eventi alluvionali del 15 e 16 marzo.
Ieri in Commissione è stato preannunciato che l'auspicio - che poi si sta verificando - che in questa sede si presentasse un ordine del giorno per rafforzare ulteriormente il lavoro del Presidente Cota e degli Assessori Cavallera e Ravello e proprio in questa direzione, quindi, noi come Gruppo abbiamo sottoscritto in modo convinto questa mozione e ovviamente siamo contenti che sia stata presentata dal Consiglio regionale senza alcuna divisione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente per dire che ovviamente il nostro sarà un voto favorevole e per comunicare anche che desidero aggiungere la firma all'ordine del giorno già firmato da parecchi Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, sarò velocissimo.
Condivido l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Reschigna e noi come Gruppo chiediamo l'intervento dello Stato affinché non venga più appesantito il bilancio regionale, ma che questi enormi danni vengano risarciti. Con queste ultime piogge - non chiamiamole alluvioni, ma piogge abbiamo un Piemonte molto friabile; da zona a zona varia un po': in alcune è peggio e in altre meno.
Dobbiamo però dire che non dobbiamo fare orecchie da mercante ma dobbiamo andare incontro a questi Sindaci e a queste comunità che hanno veramente estrema necessità di interventi per garantire, in particolare, la viabilità e la sicurezza dei fabbricati. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 372, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la relazione e le iniziative assunte dal Presidente della Giunta Roberto Cota e degli Assessori Ugo Cavallera e Roberto Ravello sull'evento alluvionale del 15/16 marzo 2011 considerato che sulla questione si è tenuta una seduta della II Commissione il 4 aprile 2011 nella quale sono stati auditi i rappresentanti del territorio colpiti da tali eventi considerata inoltre la gravità dell'evento che ha creato una situazione di estrema criticità dal punto di vista idrogeologico con allagamenti nei fondovalle ed estese frane nelle zone collinari e montane premesso che: nei giorni tra il 14 e il 17 marzo 2011 si sono registrate eccezionali precipitazioni atmosferiche che hanno interessato il Piemonte e in particolare il territorio delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino l'eccezionale ondata di maltempo ha provocato danni ingenti alle infrastrutture e alle attività produttive, causando frane, smottamenti nelle zone collinari ed esondazioni di corsi d'acqua che hanno determinato l'interruzione della viabilità su molte strade comunali e provinciali alcune delle quali ex statali e interessate da un grande transito di veicoli le piogge e il vento impetuoso hanno inoltre provocato gravi danni alle attività produttive nei settori dell'agricoltura, del commercio, dell'industria dell'artigianato e dei servizi evidenziato che: la Regione ha accertato danni segnalati dalle Province per un importo circa di 48,5 milioni di euro in via d'urgenza e ulteriori 50 milioni circa per ripristini definitivi delle situazioni compromesse la Regione ha altresì accertato danni segnalati dai Comuni per un importo di circa 32 milioni di euro in via d'urgenza e di ulteriori 8 milioni circa per ripristini definitivi che i danni dichiarati dai privati e dalle imprese produttive assommano a ulteriori 8 milioni circa di euro considerato che: numerose infrastrutture, in particolare viarie, risultano attualmente ancora chiuse al traffico o parzialmente riaperte a senso unico alternato e con limitazioni al traffico veicolare pesante, con gravi disagi per la circolazione è necessario porre urgente rimedio alla situazione per non compromettere ulteriormente i servizi pubblici essenziali indispensabili per la collettività e la capacità di ripresa dell'economia locale rilevato che: ricorrono le condizioni perché il Dipartimento della Protezione Civile dichiari lo stato di calamità in quanto i danni provocati dal maltempo sono eccezionali e devono essere fronteggiati con interventi straordinari come richiesto dal Presidente della Giunta regionale che la situazione, per gravità ed estensione dell'evento, non è fronteggiabile dalle singole Amministrazioni competenti in via ordinaria dato inoltre atto che il reperimento delle risorse per i danni provocati dall'emergenza maltempo, in base alle disposizioni di cui ai nuovi commi 5 quater e 5 quinquies della legge n. 225 del 1992 introdotte dall'art. 2 comma 2 quarter del decreto legge 29 dicembre 2010 convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2011 (cosiddetto 'milleproroghe') deve essere realizzato dalla Regione attraverso una specifica manovra di bilancio e l'aumento dei tributi, delle addizionali, delle aliquote attribuite alle Regioni, sino al limite del massimo consentito dalla legislazione vigente tutto ciò premesso e considerato impegna la Giunta Regionale a: proseguire nell'azione intrapresa per chiedere al Dipartimento della Protezione Civile la dichiarazione dello stato di calamità di rilievo nazionale e la conseguente ordinanza di ripristino delle opere infrastrutturali con la relativa esclusione delle spese per la gestione dell'emergenza dalle regole del patto di stabilità ad assumere ogni possibile iniziativa tesa a modificare la suddetta norma del decreto 'milleproroghe', in considerazione dell'impossibilità, stante l'attuale congiuntura economica, di coprire i danni sopra indicati facendo ricorso all'aumento della pressione fiscale sui cittadini piemontesi".
Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio ambulante

Esame ordine del giorno n. 373 presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Muliere, Taricco, Pentenero, Placido, Boeti, Lepri, Gariglio Motta Angela, Buquicchio, Dell'Utri, Artesio, Goffi, Stara, Negro e Ponso inerente a "Ambulanti: proroga termini"

Argomento: Commercio ambulante

Esame ordine del giorno n. 374 presentato dai Consiglieri Marinello Pedrale, Giovine, Angeleri, Tiramani, Gregorio, Spagnuolo, De Magistris e Motta Massimiliano, inerente a "Definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze arretrate in materia contributiva per coloro che esercitano la vendita su area pubblica e approvazione del disegno di legge 55 sul Commercio"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione dei due ordini del giorno relativi al commercio ambulante poc'anzi iscritti all'o.d.g.
Il primo è l'ordine del giorno n. 373 presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani, Muliere, Taricco, Pentenero, Placido, Boeti, Lepri Gariglio, Motta Angela, Buquicchio, Dell'Utri, Artesio, Goffi, Stara, Negro e Ponso, inerente a "Ambulanti: proroga termini"; il secondo è l'ordine del giorno n. 374 presentato dai Consiglieri Marinello, Pedrale, Giovine Angeleri, Tiramani, Gregorio, Spagnuolo, De Magistris e Motta Massimiliano inerente a "Definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze arretrate in materia contributiva per coloro che esercitano la vendita su area pubblica e approvazione del disegno di legge 55 sul Commercio" Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione del primo documento il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Mi concentro sulla questione che noi in questo momento riteniamo la principale; ce ne sono anche altre importanti ma ce n'è una che questa sera, se decidiamo, può avere un'efficacia immediata rispetto al problema che questa mattina ci hanno rappresentato gli ambulanti e i rappresentanti di alcune loro Associazioni. In questo momento vorrei anche evitare polemiche, anche se le ragioni che mi spingerebbero a farne sono moltissime.
Constato che in questa discussione sono finora mancati - forse per ragioni più che giustificate - l'Assessore al Commercio e anche il Presidente Cota. Ripeto però che non voglio aprire polemiche: lo dico perché in passato il primo e il secondo hanno dispensato demagogia sull'argomento da ogni punto di vista.
Ripeto: chiudo il capitolo e stendo un velo pietoso perché la questione richiede invece senso di responsabilità e capacità di governo. Chi governa infatti, non deve denunciare i problemi: deve cercare di risolverli possibilmente. Qui qualcuno invece li ha denunciati. Mi verrebbe da dire colleghi della maggioranza, che chi semina vento raccoglie tempesta. Ma veniamo al dunque.
La prima questione è che il grosso degli ambulanti si è messo in regola. La deliberazione assunta dalla Giunta regionale e la successiva proroga hanno quindi consentito a molte persone e a molte imprese di mettersi in regola. Una parte ha invece difficoltà a farlo. Ha difficoltà a farlo per ragioni non condivisibili o perché la crisi si fa sentire? Noi crediamo che la crisi - che non è affatto superata - morda; e mordendo naturalmente, crea difficoltà e problemi. Il rischio che noi vediamo è molto concreto: quello che di fronte a questi problemi una parte delle imprese dell'ambulantato, non sapendo né avendo le forze per affrontarli possa essere espulsa dal mercato; e che quindi il risultato di questa vicenda sia un mercato degli ambulanti più povero e lo stillicidio di coloro che finiranno sul lastrico. Sembra un po' questo: è così? Se quest'analisi ha un fondamento, noi possiamo affrontare la questione in due modi. Il primo è dire: "Il problema non mi riguarda. Non si sono messi in regola? Pazienza! Valgono i termini indicati dalla deliberazione compresa la proroga". Oppure - e noi propendiamo per questa seconda ipotesi dobbiamo creare le condizioni affinché anche queste imprese possano regolarizzando la loro posizione, continuare a stare sul mercato. Questa è la proposta che noi pensiamo debba essere seriamente presa in considerazione. Naturalmente queste imprese dovranno creare le condizioni perché il problema che è stato posto dalla deliberazione venga affrontato e risolto.
Noi abbiamo due strade per affrontare questa questione. La prima è quella di consentire una proroga dei termini che noi abbiamo individuato in una data specifica - il 31 dicembre - e la seconda è quella di consentire la rateizzazione delle somme dovute all'INPS per il 2009. Questa mi sembra una soluzione ragionevole perché, se assunta dalla Giunta - e qui c'è un problema di volontà politica -, produrrebbe effetti immediati.
Poi ci sono le altre questioni che ci hanno posto stamattina gli ambulanti. La prima è quella della legge sul commercio o del disegno di legge al nostro esame, in cui viene affrontata anche la questione della durata delle concessioni. Ricordo ai colleghi - perché alcuni hanno partecipato al dibattito in Commissione - che si tratta di una questione molto complessa, che va affrontata con rigore se non vogliamo vendere fumo se non vogliamo raccontare bugie e se vogliamo davvero offrire una prospettive a queste imprese, altrimenti raccontiamo delle bugie. Le bugie hanno le gambe corte, paghiamo dazio! Dobbiamo sapere che rispetto al tema del 2 maggio, questione che si pone fra qualche giorno, il provvedimento sul commercio è meno cogente.
Posso anche avere, da parte del Consiglio, l'impegno ad approvare il disegno di legge sul commercio, ma se il 2 maggio non ho la proroga, scatta la sospensione e poi la revoca dell'autorizzazione sei mesi dopo.
Prioritario per noi è il problema della modifica della delibera secondo il problema delle risorse con le quali finanziare la riorganizzazione dei mercati. Siamo d'accordo, colleghi. La sede, però, è l'assestamento di bilancio e lì dobbiamo, tutti insieme, assumerci un impegno.
Mi ricordo le discussione, non è presente l'Assessore Casoni, ma noi sollevammo questa questione durante il dibattito sul bilancio. Allora si fecero "spalluccia" quando noi ponemmo il problema di interventi e finanziamenti con i quali favorire un processo di modernizzazione delle aree mercatali. Siamo d'accordo, ma anche in questo caso, la scadenza non è domani, ma l'assestamento di bilancio.
Ciò che noi oggi possiamo fare realisticamente per dare senso a questa giornata e per rendere efficace la proposta è approvare un ordine del giorno che impegni la Giunta regionale a fare quelle due cose: prorogare i termini della delibera e avviare la trattativa con l'INPS per rateizzare i versamenti pregressi. Non vedo altre soluzioni, questa è quella immediata ed efficace.
Se su questa base è possibile trovare un'intesa unitaria, tanto di guadagnato. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo ad illustrare il secondo ordine del giorno, il n. 374.
Se siamo d'accordo, chiederei di fare una discussione generale unica poiché i documenti trattano lo stesso argomento.
La parola al Consigliere Marinello per l'illustrazione.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
La sostanza e il significato politico dell'ordine del giorno è il medesimo. C'è una problematica sottoposta all'attenzione del Consiglio regionale da una categoria particolarmente segnata in questo periodo di crisi. Una categoria che già opera in condizioni difficili e che in questo momento, a seguito della direttiva Bolkestein, in seguito ad adeguamenti normativi regionali, si ritrova ulteriormente penalizzata. Non facciamo la classifica di quelli che si sono comportati bene e di quelli che si sono comportati male, o di quelli che hanno volutamente non pagato o di quelli che non hanno pagato perché erano in difficoltà. Fotografiamo la realtà di una categoria fortemente penalizzata e in grandissima difficoltà.
Questa categoria si aspetta delle risposte dalla Regione Piemonte. La Regione Piemonte da tempo sta lavorando su questa problematica e lo dimostra la presentazione del disegno di legge n. 55. Un disegno di legge che, per come ne vediamo l'impostazione, risolve alcune delle problematiche evidenziate dai rappresentanti di questa categoria.
Emerge una volontà di dare risposte in tempi brevi. Sappiamo che c'è un termine perentorio vicinissimo e sappiamo che a questo termine perentorio la politica deve dare una risposta, perché in questo momento questi operatori commerciali si aspettano dalla Regione Piemonte un segnale. Non possiamo permetterci di attendere oltre e non possiamo permetterci di rimandare alla prossima seduta di Consigli, perché saremo troppo in là.
Di fronte alla proposta di documenti avanzata dall'Ufficio di Presidenza che non ha trovato in sede di Conferenza dei Capigruppo un'adeguata condivisione, abbiamo lavorato su quel testo e abbiamo elaborato un documento unico che, in un certo senso, accorpa i contenuti di quel lavoro che - lo diceva il Presidente Cattaneo quando comunicava di aver consegnato ai Capigruppo quei testi - è effettivamente ben fatto.
Mantenendo alcune di quelle premesse, il nostro ordine del giorno pone due impegni. Il primo è di intervenire nei confronti della Presidenza e della Direzione generale dell'INPS al fine di ottenere una rapida definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze relative all'anno 2009 in materia contributiva per coloro che esercitano su area pubblica. Il secondo riguarda tutta la partita complessa della Bolkestein che è effettivamente una direttiva che genera preoccupazioni e problematiche, soprattutto alla luce della crisi economica che sta attanagliando tutto il settore del commercio e, forse, quello dell'ambulantato ancora di più.
Il documento impegna l'Ufficio di Presidenza affinché si addivenga ad una rapida approvazione del disegno di legge n. 55 che, a nostro avviso rappresenta una risposta per trovare una soluzione alle problematiche connesse all'applicazione della direttiva Bolkestein, e impegna la Giunta regionale affinché verifichi la possibilità di trovare una soluzione che consenta un allungamento dei termini di applicazione definitiva delle sanzioni previste per una mancata presentazione del DURC.
Qui emerge una sorta di contraddizione con l'ordine del giorno sottoscritto dai colleghi del PD e altri, l'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Reschigna. In questo senso, chiederemmo per dare un segnale che potrebbe essere quello dell'approvazione dei due ordini del giorno in modo che ognuno possa salvaguardare il proprio lavoro di elaborazione del document, di eliminare quella definizione precisa della proroga al 31 dicembre 2011, che ci sembra essere un termine troppo perentorio e che va in contraddizione con l'impegno previsto dal nostro documento.
Nel momento in cui dovesse esserci da parte del Consigliere Reschigna e dei presentatori una disponibilità a eliminare quel termine perentorio che va in contraddizione con il testo del nostro documento, potremmo pensare di approvare i due ordini del giorno.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, in qualche modo, ci si trovi di fronte ad un appuntamento ampiamente previsto. Nel senso che sapevamo che con l'avvicinarsi del 2 maggio, cioè la data in cui è necessaria la presentazione del DURC, sarebbe nato qualche problema nel merito.
Ciò, ricordiamolo, non deriva dalla volontà di applicazione del DURC.
Per fare un po' di storia, il DURC venne approvato con voto trasversale di quest'Aula, su proposta dell'Assessore Ricca in occasione dell'assestamento di bilancio nel 2009. Così sappiamo a chi tocca la paternità del DURC, da noi condivisa (almeno da Alleanza Nazionale). Tant'è che votammo l'emendamento.
Il DURC in questa regione ha un nome e un cognome: L'Assessore Ricca della Giunta Bresso. Per continuità amministrativa e per condivisione l'Assessore Casoni, con una delle prime delibere di Giunta, non unica applicò una legge introdotta dal centrosinistra.
Nella stessa riunione di Giunta o, comunque, nella stessa settimana venne anche presentato il disegno di legge n. 55, quello sulle disposizioni urgenti in materia di commercio, che non tratta solo di commercio ambulante, ma che in due articoli, scaturiti dagli emendamenti poi apportati alla legge, cioè il 4) e il 12), interviene in modo - noi crediamo intelligente - da cercare di garantire il superamento della Bolkestein. Anche su questo, perché fortunatamente ci sono gli atti che lo dimostrano, la posizione del centrosinistra, che oggi legittimamente specula, o, meglio, fa attività politica su quello che è un problema esistente, era differente: ricordiamo gli emendamenti che il Partito Democratico, a prima firma del collega Ronzani, ha presentato sul disegno di legge n. 55.
Il Partito Democratico, anche a fronte dello stralcio del mercato ambulante dalla Bolkestein, ha presentato un emendamento che prevedeva che entro dieci o vent'anni le licenze comunque sarebbero andate a bando.
Perché questa è l'altra domanda che, in termini di priorità, il mondo dell'ambulantato pone a questa Regione. E il Partito Democratico sull'articolo 12 (quello che poneva la proroga a quarant'anni), presentò un emendamento a 10, a 20 e forse alla fine a 25 anni, per la messa a bando delle licenze.
La posizione che si è in qualche modo contrapposta tra centrodestra e centrosinistra, è verso un centrosinistra che intendeva liberalizzare, così come vuole la Bolkestein, che ha un padre: mentre Bolkestein era il Ministro al commercio o il direttore delle politiche commerciali, il Primo Ministro dell'Unione Europea era Prodi, quindi la Direttiva è spesso nota come "Direttiva Prodi-Bolkestein". Con la stessa filosofia che ha caratterizzato anche il Ministro Bersani quando ha ricoperto il ruolo di Ministro della Repubblica, c'è un'idea di liberalizzazione anche del mondo del commercio ambulante, che noi crediamo non sia praticabile, né utile.
Dico questo tanto per raccontarla tutta, perché se no è un po' facile - del resto, anche noi siamo stati all'opposizione - correre al penultimo minuto e interessarsi di una materia che è stata misconosciuta.
Se oggi è importante l'approvazione degli ordini del giorno, ricordando anche, per verità di cronaca, che una percentuale importante di ambulanti si è regolarizzata, non possiamo non tener conto di una percentuale che sia pure inferiore, comunque rappresenta alcune centinaia di posti di lavoro all'interno della nostra Regione. Se per gli spuntisti, cioè per una parte consistente di ambulanti, l'applicazione del DURC vale da agosto dello scorso anno, è però fondamentale che questo percorso - mi rivolgo alla Giunta, sebbene lo abbia ribadito più volte - continui.
Mi auguro, dunque, che oltre all'approvazione dell'ordine del giorno di oggi, soprattutto per noi che siamo maggioranza, che lo votiamo per dare un segnale ad una categoria che ce lo chiede (ma avremmo potuto farlo anche senza l'approvazione di un ordine del giorno), dal prossimo Consiglio si discuta del disegno di legge n. 55, sia pure con posizioni differenti: ciascuno, ovviamente, tesserà acqua alla propria posizione, per cui si dirà che noi proviamo a vendere fumo, mentre noi sosterremo una tesi che è, da un punto di vista normativo (e non solo), pertinente. Ma almeno vi sarà chiarezza, perché questo credo che sia ciò che tutti - anche il commercio ambulante - vogliono.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Ho sentito una sorta di "richiamo della foresta" in questa materia perché per tanti anni, peraltro anche i migliori della mia esperienza di amministratore al Comune di Torino, ho ricoperto il ruolo di Assessore al commercio. Ancora recentemente ho rassegnato le dimissioni dalla Commissione cultura per entrare a far parte della Commissione commercio quindi ritengo, su questa materia, di poter affermare sostanzialmente alcuni concetti.
Il collega Vignale ha già fatto un excursus sulla questione e penso di dover ringraziare tutti i colleghi che in III Commissione hanno svolto un lavoro importante (poi l'Aula lo metterà a fuoco ancora meglio) su questa materia, che è centrale per l'economia di ogni Regione, soprattutto in questo momento di crisi.
Alla Giunta che dovrà prendere una decisione in funzione degli ordini del giorno che sono stati presentati - diciamo le cose come stanno: il cerino ve lo abbiamo dato un attimo nelle mani; d'altro canto, onori ed oneri, per cui anche questi cerini vanno bene e sono giustificati dobbiamo ricordare che il commercio, soprattutto quello ambulante (faccio riferimento, in particolare, alla problematica della città di Torino), è una realtà economica di fondamentale importanza per la città, soprattutto in un momento di crisi come questo. Perché non è una materia che riguarda solo gli ambulanti: per fortuna possiamo prendere atto che buona parte degli ambulanti si è messa in regola. Ben venga, perché vuol dire che comunque il settore tiene. Ma dobbiamo anche considerare (non lo dico solo in virtù del ruolo ricoperto in Commissione, ma anche per la mia attività svolta per tanti anni) che molti rappresentanti di organizzazioni sindacali dell'ambulantato (direi un po' tutti) erano venuti a parlarne in questo periodo proprio per sollecitare chiarezza sulla questione, perché riguarda i cittadini torinesi in generale, e non solo gli ambulanti.
Gli ambulanti sono i primi a chiedere delle soluzioni, ma per una città grande come Torino, sono le stesse centinaia o migliaia di famiglie che hanno problemi a reclamare delle risposte alla realtà mercatale. Perch diversamente, quel tipo di problema, nel commercio fisso ma anche nella grande distribuzione, non ottiene quelle risposte.
Credo, quindi, che la materia vada affrontata da questo punto di vista: una città ha bisogno che i suoi operatori dell'ambulantato (peraltro, la maggioranza degli ambulanti che oggi è venuta in Consiglio era, se non erro, di Porta Palazzo) funzionino e continuino a vivere. Perché, poi, più operatori ci sono, più dal punto di vista del reddito del cittadino i prezzi risultano convenienti. Meno ce ne sono e più si muovono in regime di monopolio.
Un'ultima considerazione sulla quale vorrei richiamare l'attenzione della Giunta riguarda un po' l'osservazione che facevo già questa mattina.
A me piace molto stare in mezzo alla gente e questa mattina sono stata fra coloro che hanno aspettato fuori dal palazzo per molto tempo: ho potuto accertare che la stragrande maggioranza di coloro che sono venuti a manifestare (che non sono in regola, diciamo così), erano soggetti di colore, extracomunitari.
Occorre fare, quindi, un ulteriore ragionamento, cercando di venire loro incontro. Io sono la prima a dire che non vanno bene gli extracomunitari clandestini o che delinquono, ma quando vediamo centinaia di operatori che hanno queste caratteristiche (perché di questo si tratta) che hanno trovato una possibilità di inserimento e che rispondono anche ad un mercato di quel tipo...
Nei mercati, infatti, c'è molto l'attrazione per le etnie: sovente si va a comprare da quelli della stessa etnia. Credo, quindi, che sia importante che anche questo aspetto non venga meno. È piuttosto normale che gli operatori commerciali che hanno queste caratteristiche siano magari un pochino più deboli. Facciamo un discorso globale, senza limitarci a considerare che cosa si era detto prima o che cosa si era detto dopo: è vero che in politica queste cose si fanno, ma poi dobbiamo scontrarci con i problemi veri, con le caratteristiche con le quali si presentano.
Occorre, dunque, sostenere questo settore; sostenerlo per i cittadini torinesi che ne hanno bisogno, in particolare le fasce più deboli sostenerlo per le caratteristiche di questo tipo di ambulantato, che dialoga più facilmente con un tipo di cittadino che vuole integrarsi, che ha cercato le regole, cui dobbiamo dare delle risposta. Perché se noi ci limitiamo a dire "saluti e arrivederci", tutti i discorsi che ci palleggiamo sulla cosiddetta integrazione qui sono naufragati.
Queste sono le considerazioni che volevo fare, perché poi i problemi hanno una faccia. I problemi, sovente, hanno un colore e una loro forza che è quella che conta ed è a questo che occorre rispondere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Occuperò pochissimo tempo.
Innanzitutto, ho modificato l'ordine del giorno che abbiamo depositato: al posto delle parole "di prorogare al 31/12/2011", ho scritto "di prorogare in modo congruo i termini di entrata in vigore".
La seconda considerazione è la seguente. Per tutto il giorno, abbiamo lavorato con convinzione affinché il Consiglio regionale recuperasse una posizione che potesse essere considerata una risposta alle problematiche che, oggi, in modo molto forte e duro, ci sono state poste. Questo non perché non sappiamo considerare che all'interno del commercio su area pubblica, oggi, ci sono degli imprenditori che sono in regola rispetto alle normative e degli imprenditori che fanno fatica; riteniamo che, comunque sia corretto che l'istituzione Regione offra a questi imprenditori un'ulteriore possibilità per regolarizzare la propria posizione.
Abbiamo lavorato con molta convinzione e il fatto che questa sera, dopo alcune resistenze iniziali, il Consiglio regionale sia nella condizione di poter votare dei documenti lo consideriamo comunque come una risposta corretta e positiva che l'istituzione deve essere capace di dare.
Noi non voteremo l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza daremo la presenza, in quanto, mentre condividiamo alcuni contenuti di questo ordine del giorno, non approviamo il passaggio riferito all'esistenza nel disegno di legge della Giunta regionale delle soluzioni alle problematiche poste nella giornata odierna in modo ripetuto per quanto riguarda il commercio su area pubblica.
Al riguardo, però, vorrei esprimere una considerazione. Alla ripresa dell'attività del Consiglio regionale - prima o dopo il collegato, lo deciderà la Conferenza dei Capigruppo - affronteremo questa materia: facciamolo in modo serio! Facciamolo in modo serio, perché sino ad ora l'approccio su questa materia è stato tutto tranne che serio. Siamo partiti da un disegno di legge che immaginava che le concessioni per gli ambulanti potessero durare per 99 anni. Lo stesso estensore di quel disegno di legge in Commissione, ha presentato un emendamento che lo ha portato a sessant'anni e dopo mezz'ora ha presentato un altro emendamento che lo ha portato a quarant'anni.
Noi abbiamo continuato a dire - lo ripetiamo in questa sede e lo ripeteremo anche il giorno in cui il Consiglio regionale affronterà la discussione di merito sul disegno di legge - che qualunque invenzione saremo in grado di immaginare non sarà la soluzione ai problemi degli ambulanti. Tale soluzione passa unicamente all'interno di un'intesa tra la Conferenza delle Regioni e il Governo nazionale, sia in merito alla questione se il commercio su area pubblica debba stare nelle disposizioni della direttiva Bolkestein e - sotto questo aspetto, mi dispiace dirlo, noi non abbiamo la possibilità di tirare fuori questa partita, che è stata inserita da un provvedimento legislativo di un Governo di centrodestra a livello nazionale, caro collega Vignale, almeno su questo mettiamoci d'accordo una buona volta per tutte! - sia in merito, se non si riuscisse a stralciare il commercio su area fissa dalla direttiva Bolkestein, alla questione della potenziale possibile durata delle concessioni e dei criteri in base a cui le concessioni possono essere rilasciate o verranno mantenute.
Questa soluzione è indicata dallo stesso disegno di legge licenziato dalla Commissione consiliare, dove avete voluto un articolo che è un obbrobrio giuridico, laddove si scrive a chiare lettere che, oggi, la Regione fissa quarant'anni, ma, quando la Conferenza Regioni-Governo stabilirà la vera data, dei nostri quarant'anni ce ne facciamo un baffo tutti, perché quella sarà la data che varrà: lo dite voi all'interno del testo, non lo abbiamo inventato noi! Termino, perché, dopo tutti i tentativi messi in atto nella giornata apprezzo la politica quando è capace di costruire punti d'intesa, facendo anche il proprio dovere in modo serio e positivo.
Noi saremo pronti a discutere del disegno di legge sul commercio, per diciamo sin d'ora che non accettiamo propaganda. Innanzitutto, quella discussione deve avvenire assumendo un dato: la serietà dell'approccio, la possibilità di intervento nella legislazione regionale ed evitiamo, per cortesia, comunque la si possa pensare, di costruire elementi di propaganda nel rapporto con la vita economica di questa Regione. Quanto avvenuto oggi manifestandosi in quel modo duro, che ha coinvolto anche noi, perché non è stato facile neanche per noi il dialogo e il rapporto con quegli operatori economici, deve richiamare la politica alla serietà e a non raccontare frottole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Mi dispiace moltissimo che, oggi, nell'incontro con i Capigruppo non si sia addivenuti insieme ad un accordo relativamente a questo importante argomento.
Là fuori da questa mattina ci sono degli ambulanti che attendono una risposta. Questi operatori commerciali - che vengono chiamati "quelli che mettono le bancarelle sulle piazze" - e ne parlo da conoscitore, perché è un mestiere che ho fatto di persona per più anni proprio qui a Torino, è gente che lavora e che non ruba i soldi, perché c'è gente che scende in strada alle due di notte per occupare quel posto che non ha. Però, devo anche dire che noi dobbiamo sostenere questa categoria, dobbiamo tutelarla e, allo stesso modo, non prenderci in giro.
vero quanto ha detto molto bene il collega Reschigna in Commissione si è partiti da 99 anni, poi si è scesi a 60 e, infine, a 40, chissà se arriveremo a 35, però, non dobbiamo prendere in giro questa gente che lavora, in un tale momento di crisi.
Con questo voglio dire che Torino è diversa dalle nostre periferie e che sarei del parere di chiedere ancora una volta un allungamento, affinch si mettano a posto. Però, poi pretendo la regolarizzazione, perché il DURC come ha detto qualcuno, mi pare il Consigliere Vignale, che condivido era già richiesto da questo autunno, anche se, poi, lo abbiamo prorogato a fine mese. Adesso possiamo ancora prorogarlo, però poi devono mettersi in regola.
vero, come ha detto qualcuno, che un numero elevato di bancarelle fa scendere il prezzo, che in un momento difficile agevola i cittadini, per permettetemi, non vorrei che continuino a fare concorrenza a chi lavora bene e seriamente. Dobbiamo essere seri anche su questo discorso: chi paga le tasse e lavora seriamente deve essere tutelato.
Mi auguro che in quest'Aula da tutte e due le parti si pervenga veramente ad un accordo chiaro, serio e netto, senza continuare a fare muro contro muro: troviamolo perché quella gente aspetta veramente una risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Sono già state dette molte cose, in questa giornata, su un argomento che ha comportato parecchie difficoltà.
Come ho dichiarato anche nella Conferenza dei Capigruppo, occorre capire la situazione complessiva esistente in Piemonte, perché tale situazione è molto variegata: è un problema molto sentito in città, a Torino, e nelle periferie immediate; molto meno lo è in altre zone del Piemonte.
indubbiamente un problema cui occorre dare una risposta seria e ritengo che la politica, in questa tarda serata, pur faticosamente abbia cercato di darla, portando avanti due ordini del giorno che, nello spirito affermano le stesse cose.
Il nostro documento chiede l'impegno della Giunta regionale nei confronti della Direzione Generale dell'INPS nell'ottenere una rapida definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze relative all'anno 2009, ed auspica una veloce discussione, approfondimento e approvazione del disegno di legge 55, sulle norme urgenti in materia di commercio.
Forse l'unica sostanziale differenza rispetto all'ordine del giorno presentato dall'opposizione è che noi siamo maggiormente fiduciosi rispetto al fatto che questa legge possa risolvere o attutire alcune problematiche e criticità sollevate dall'applicazione della direttiva Bolkestein a livello nazionale e, quindi, a livello regionale.
La legislazione sul commercio è una legislazione concorrente con quella statale, pertanto, se vogliamo essere coraggiosi a livello regionale dobbiamo essere fieri di un federalismo incisivo.
Potremmo portare avanti delle istanze, che magari non sono completamente collimanti con la normativa statale, ma ingenerare un confronto dialettico sul punto di legislatura concorrente. Non è un segreto e non è una posizione di stasera, ma su molte normative dell'Unione Europa siamo critici; come maggioranza di centrodestra, come PdL, ma anche come Lega, crediamo più a un'Europa dei popoli e meno a un'Europa di burocrati troppo facilmente avanzata in questi anni.
La direttiva Bolkestein è una conseguenza dell'Europa non dei popoli ma delle burocrazie e dei circoli ristretti.
Noi cercheremo, senza farci troppe illusioni, ma con coraggio e impegno, di superare questi problemi e criticità attraverso questo provvedimento sul commercio e, nel contempo, chiediamo alla Giunta di valutare - con dati più precisi alla mano - evidenziare e studiare un allungamento dei termini dell'applicazione definitiva delle sanzioni per chi non ha presentato il DURC.
Apprezziamo lo sforzo venuto anche da parte dell'opposizione; saremo ovviamente a favore del nostro ordine del giorno e daremo la nostra presenza nella votazione dell'ordine del giorno dell'opposizione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Sarò rapidissima, in ossequio alla necessità di votare questo documento, nel rispetto dei tempi di lavoro che ancora ci attendono sulla stessa materia.
Soltanto per chiarire la scelta di votazione che il nostro Gruppo assumerà.
Ho sottoscritto l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Reschigna e continuerò a sostenerlo anche nella versione edulcorata, con la quale descrive l'ultima correzione che ha apportato accogliendo anche le richieste emerse dalla maggioranza.
Ritengo necessario adottare questo documento in questa seduta, per la funzione - che la Conferenza dei Capigruppo ha condiviso - di sterilizzare la richiesta che gli operatori presenti nella manifestazione hanno rivolto alla politica regionale, da tutti gli altri elementi di contesto che hanno a seconda dei punti di vista - dal mio punto di vista sicuramente inquinato la discussione sulla politica del commercio in questa Regione.
Altri colleghi avranno altri punti di vista del tutto legittimi; io esprimo il mio.
La questione posta è sintetica: riguarda l'impossibilità, per una parte di questi operatori, di rispettare la disposizione che altra gran parte del settore economico ha rispettato, in ordine all'applicazione del DURC.
La richiesta comprensibile e compatibile con il momento di difficoltà economica è di prevedere una proroga.
Questo è l'elemento da sterilizzare dal resto della discussione ed è solo per quest'esigenza che sottoscrivo l'ordine del giorno.
Mi spiace rilevare che anche negli interventi relativi a questa esigenza, che dovrebbe essere primaria per tutti, ci sono stati dei tentativi di sovrapposizione della discussione, così come sono avvenuti nel rapporto tra la Giunta e la Conferenza dei Capigruppo, che solo la nostra sensibilità ci permette di superare votando il documento, ma che temo perdureranno nella discussione generale.
Li cito velocemente: relativamente alla vicenda dell'applicazione della direttiva Bolkestein, l'illusione che un livello regionale possa deviare da quell'applicazione con il semplice esercizio della volontà politica non promana da chi parla, che ha avuto Gruppi parlamentari (dal Parlamento europeo a quello nazionale a quello regionale) contrari alla direttiva Bolkestein anche quando era in maggioranza in quest'Aula - ed è tutto documentabile - ma promana da una certa modalità di esercitare, durante la campagna elettorale, l'esercizio delle promesse, tale da rendere impraticabili gli spazi mercatali alla pratica politica di forze che fossero diverse da quelle rappresentate dalla Lega e dal Presidente Cota.
Mi spiace rilevare che oggi, correttamente, la maggioranza ricorda che una Regione può indicare al Governo l'opportunità di comprendere il settore del commercio ambulante nella direttiva Bolkestein, ma 13 mesi fa c'era chi chiedeva il consenso sulla sua possibilità/volontà di escludere l'ambulantato da quell'applicazione. E lo dice una forza politica che ripeto - dal Parlamento europeo a questo Consiglio regionale è stata contraria alla direttiva Bolkestein ed è stata annullata, in questa posizione politica, da quel modo di fare campagna elettorale.
Sottolineo che il fatto di dire che occorre adottare una continuità amministrativa, è metodo che io rispetto; peccato che si adotti la continuità amministrativa su questo caso, mentre la si neghi su tutte le altre politiche, al punto tale da dire che occorre fare rivoluzioni e segnare discontinuità.
Pertanto, non si mescolino le cose: si cerchi un'unità sugli interessi concreti di alcune persone, che cerchiamo di raggiungere restituendo alla Giunta regionale la responsabilità di determinare il momento della proroga nell'ambito delle relazioni con l'INPS (abbiamo scoperto che la Giunta regionale non può determinare queste proroghe autonomamente o, perlomeno il Vicepresidente della Giunta ne ha molte perplessità).
Sono sicura che la Giunta rispetterà l'indirizzo di questo Consiglio regionale, però anticipo che il voto del nostro Gruppo sull'ordine del giorno è limitato a questo aspetto puntuale e contingente e in nessun modo anticipa i comportamenti sul disegno di legge e soprattutto in nessun modo si deve cercare di scambiare la solidarietà ad una preoccupazione concreta di alcuni operatori con l'approvazione del disegno di legge della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Era mia intenzione dire semplicemente che avrei votato a favore dell'ordine del giorno presentato insieme agli altri colleghi della maggioranza, e dato la presenza al documento presentato dai colleghi dell'opposizione.
Poiché qualcuno ha fatto un po' di dietrologia, sempre perché rimanga agli atti e per dovere di cronaca, voglio ricordare che, nella scorsa legislatura, più che l'Assessore Ricca, era stata la stessa Presidente Bresso a insistere e volere assolutamente che nelle ultime sedute di Consiglio passasse la Bolkestein con una certa, non freddezza, ma con una certa tranquillità, non ostacolata allora da parte la maggioranza, con una opposizione reale del Gruppo di Rifondazione, all'epoca rappresentato dai colleghi Bossuto, Clement e altri, perché la Consigliera Artesio era Assessore esterno, e con l'opposizione - se me lo consentono i colleghi del sottoscritto, che ha anche fatto un po' di legittimo ostruzionismo politico, cercando di fare in modo che la decisione nel merito passasse alla legislatura successiva.
La Presidente Bresso ci ha raccontato che se questa cosa non fosse passata entro la fine della legislatura, inizialmente, addirittura entro il 31 dicembre 2009, l'Italia sarebbe incappata in gravissime sanzioni da parte dell'Europa e pro quota le avrebbero pagate le singole Regioni che non l'avessero applicata.
Tutto sommato, considerando che anche altri colleghi della maggioranza di allora decidevano comunque di recedere dal quella contrarietà - perch era comunque diffusa - all'epoca, con questa comunicazione, la Presidente Bresso convinse tutta la maggioranza a non opporsi.
Ricordo benissimo che votai contro sia in Commissione, sia successivamente in Aula, quindi l'Assessore Ricca, bene o male, è stato un mero esecutore di quello che in realtà era stato deciso a un più alto livello politico.
Ricordo, tra l'altro, benissimo che la Bresso si vantava anche di essere una di quelle che aveva ispirato a suo tempo la Bolkestein per i suoi trascorsi europeisti. Lei era assolutamente favorevole anche nel merito.
Mi ricordo che il PD, come Gruppo, non aveva una posizione particolarmente veemente sulla questione, ma mi ricordo benissimo che quello che all'epoca era il capo della maggioranza decise e ci chiese di farla passare assolutamente prima della fine della legislatura.
Il Gruppo di Rifondazione ha mantenuto una posizione che effettivamente è stata coerente fin dall'inizio; è stato coerente anche nella scorsa legislatura. Anch'io, molto più modestamente, tenni questa posizione quindi dire che nella scorsa legislatura la direttiva Bolkestein l'abbiamo fatta passare in modo trasversale è una piccola menzogna, perché non è vero.
Non c'era questo bipartitismo su questa direttiva, c'era una maggioranza tecnica che serviva a far passare la Bolkestein, perché ci raccontavano che altrimenti le sanzioni sarebbero piombate su di noi.
Questo anche per ristabilire un po' la verità storica.



PRESIDENTE

Non essendoci più interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e pongo in votazione gli ordini del giorno.
Il primo ordine del giorno che verrà posto in votazione è il n. 373, il cui primo firmatario è il Consigliere Reschigna.
Lo poniamo in votazione modificato, come peraltro anche annunciato dallo stesso Consigliere Reschigna, quindi rispetto a quello a vostre mani nel dispositivo, al posto delle parole "al 31 dicembre" vengono inserite le parole "in modo congruo i termini ultimi di presentazione della documentazione richiesta".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 373, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la Giunta Regionale con deliberazione n. 20-380 del 26 luglio 2010 ha adottato una serie di misure per verificare la regolarità delle imprese del commercio su area pubblica ai fini previdenziali, fiscali ed assistenziali con l'obiettivo di far emergere e regolarizzare il sommerso tale delibera prevedeva che la regolarizzazione andasse effettuata entro il 31 dicembre 2010 e, successivamente, il termine del 31 dicembre 2010 è stato prorogato al 30 di aprile 2011 la mancata presentazione della documentazione richiesta, riferita all'anno fiscale 2009, entro tale data comporta l'avvio del procedimento da parte dei Comuni che si concluderà, prima, con la sospensione e poi la revoca dell'autorizzazione la crisi che investe la nostra Regione, non essendo affatto superata incide pesantemente sui redditi dei cittadini e delle imprese commerciali in particolare sugli ambulanti che sono le imprese più esposte ai contraccolpi della crisi nella situazione data, se non venissero adottate una serie di misure per accompagnare la regolarizzazione delle posizioni delle imprese, gli effetti derivanti dall'attuazione della delibera sopraccitata determinerebbe l'espulsione di centinaia di imprese ambulanti con due gravi conseguenze: quella di impoverire ulteriormente i mercati e ridurre sul lastrico intere famiglie accanto alla grande maggioranza delle imprese che, entro i termini delle due date previste, hanno provveduto a presentare la documentazione richiesta e dimostrato la regolarità della loro posizione ai fini previdenziali e fiscali, ve ne sono altre che, per effetto della crisi, non sono nella condizione di assolvere ai loro obblighi, fatto questo che comporta l'avvio della procedura di sospensione e, successivamente, di revoca eventuale dell'autorizzazione tali imprese hanno richiesto all'INPS di poter rateizzare quanto dovuto nel 2009 e tale richiesta non è stata, per il momento, accolta l'approssimarsi della scadenza del 30 aprile 2011 rende sempre più stringente la necessità di prendere in considerazione soluzioni che, nel rispetto di quanto dovuto, evitino l'espulsione dal mercato di tali imprese tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale a modificare la delibera n. 20-380 del 26 luglio 2010 prorogando in modo congruo i termini ultimi di presentazione della documentazione richiesta a concludere con l'INPS un accordo tale per cui i versamenti dovuti per l'anno 2009 e successivi possano essere rateizzati".
Il Consiglio approva.
La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Onde evitare una nuova censura, vorrei dichiarare soltanto la presenza visto che ho sbagliato a schiacciare il pulsante.



PRESIDENTE

stato vittima del procedimento elettronico e dell'impossibilità di tornare indietro.
Quindi, mettiamo a verbale che l'Assessore Sacchetto ha garantito la presenza e non l'astensione.
Indìco ora la votazione dell'ordine del giorno n. 374, come modificato - il dispositivo, che in origine recava "impegna l'Ufficio di Presidenza" viene modificato con "impegna la Giunta regionale".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 374, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale viste le disposizioni della legge regionale 12 novembre 1999, n. 28 'Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114' vista la deliberazione della Giunta regionale n. 20-380/2010 con la quale è stato introdotto l'obbligo, per tutti coloro che esercitano la vendita su area pubblica, di provare la regolarità della loro posizione ai fini previdenziali, fiscali e assistenziali, entro il 31 dicembre di ogni anno considerato che con particolare riferimento agli oneri fiscali, l'operatore che non sia nelle condizioni di produrre il DURC (documento unico di regolarità contributiva) o il CRC (certificato di regolarità contributiva) potrà, al fini della deliberazione regionale e, quindi, della possibilità di continuare ad esercitare la sua attività, dare prova di regolarità per il solo anno 2009, mediante gli attestati di versamento di contributi INPS riferiti all'anno medesimo il DURC o il CRC vengono rilasciati anche in presenza di rateazione formalmente accordata, che presuppone la domanda dell'interessato all'INPS e la sottoscrizione del piano di ammortamento a seguito del preventivo versamento della rata preliminare la Giunta regionale ha presentato il disegno di legge n. 55 il 28/07/2010 assegnato alla III Commissione il 30/07/2010 e licenziato dalla stessa il 3/02/2011; iscritto all'ordine del giorno del Consiglio Regionale dal 22/03/2011 visto il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 recante attuazione della direttiva 2006/123/CE, cosiddetta direttiva Bolkestein relativa ai servizi nel mercato interno, che prevede che anche le disposizioni in materia di commercio su area pubblica recepiscano le norme generali della direttiva Bolkestein, le quali conterrebbero riscontri particolarmente penalizzanti per la categoria si impegna affinché avvenga una rapida approvazione del disegno di legge n. 55 'Disposizioni urgenti in materia di commercio' per trovare una soluzione alle problematiche connesse all'applicazione della direttiva Bolkestein impegna il Presidente della Giunta regionale a intervenire nei confronti della Presidenza e della Direzione generale dell'INPS al fine di ottenere una rapida definizione delle procedure di rateizzazione delle competenze relative all'anno 2009, in materia contributiva per coloro che esercitano la vendita su area pubblica impegna la Giunta regionale affinché verifichi la possibilità di trovare una soluzione che consenta un allungamento dei termini di applicazione definitiva delle sanzioni previste per la mancata presentazione del DURC".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Richiesta, da parte del Consigliere Curzio, di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno inerente a "Ricordo vittime stragi di mafia"


PRESIDENTE

Nonostante le insistenze che sono pervenute, non riprenderei il dibattito generale sul disegno di legge n. 101, ma lo rinvierei ad altra seduta visto che sono oltre quattro i Consiglieri iscritti a parlare e non avremo comunque il tempo per intervenire entro le ore 20.00.
Pertanto, do alcune comunicazioni anche perché mi sono state richieste da alcuni Consiglieri.
Comunico che dal 2 maggio al 16 maggio compresi non si svolgeranno sedute di Consiglio regionale, così come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo.
Nella settimana che va dal 9 al 16 maggio, il 9 maggio ci saranno due appuntamenti: al mattino una Commissione per il Regolamento, mentre alle ore 14 ci sarà, in Sala Viglione, una commemorazione in ricordo delle vittime del terrorismo, cui sono stati invitati sia l'Associazione delle vittime del terrorismo che i Capiufficio degli Uffici giudiziari della Città di Torino e della Regione Piemonte.
Il giorno 10 maggio si svolgerà la Commissione Tibet e la Conferenza dei Capigruppo, che deciderà in merito allo svolgimento di sedute nella settimana tra il 16 e il 20 maggio.
Tra mercoledì 11 maggio e lunedì 16 maggio compresi saranno sospesi completamente le attività del Consiglio regionale.
Poi faremo pervenire una lettera.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Desideravo chiederle, se era possibile, di iscrivere un ordine del giorno in merito alla memoria delle vittime di stragi di mafia in vista della giornata del 9 maggio.
Volevo chiedere se, ai sensi dell'articolo n. 50 del Regolamento, è possibile iscrivere questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

L'articolo n. 50 regola le richieste di seduta straordinarie. Fare una seduta straordinaria il giorno 9 maggio è impossibile, perché è già stata deliberata la pausa delle attività consiliari. Tuttavia, credo che possa essere raggiunto un compromesso. Anzitutto, la sua richiesta rimane agli atti e la Conferenza dei Capigruppo ne terrà conto il giorno 10 maggio quando dovrà fissare i lavori del Consiglio regionale. Credo che sia l'unico modo con cui possiamo venire incontro a questa richiesta.
Differentemente, bisognerebbe riconvocare la Conferenza dei Capigruppo, ritornare sulla decisione della sospensione dei lavori e convocare il luogo del momento celebrativo già convenuto per il quale sono già partiti gli inviti alle autorità esterne per trasformarlo, appunto, in Consiglio regionale.
Credo che potremo mantenere agli atti la richiesta. M'impegno a tenerne conto nella seduta dei Capigruppo del 10 maggio, anche perché arriverà a tutti i Consiglieri regionali la lettera con l'invito di essere presenti il maggior numero possibile.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Sapevo della pausa, ma non immaginavo che non fosse possibile convocare la seduta straordinaria.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cursio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.29)



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