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Dettaglio seduta n.104 del 20/04/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Sistema informativo regionale - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 515 presentata dalla Consigliera Motta Angela, inerente a "Progetto integrato della tassa automobilistica e delle funzioni correlate elaborato dal CSI-Piemonte ai sensi della DGR n. 36-1688 del 7 marzo 2011"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
515, presentata dalla Consigliera Angela Motta.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Al fine di rispondere all'interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
La Regione Piemonte con la deliberazione n. 36-1688 del 7 marzo 2011 d'approvazione del progetto integrato della tassa automobilistica e delle funzioni correlate elaborato dal CSI-Piemonte, ha inteso affidare ad un unico soggetto la gestione complessiva della parte informatica relativa alla riscossione coattiva della tassa automobilistica e dei tributi propri degli Enti locali, in linea con quanto sta avvenendo in altre Regioni.
La Regione Piemonte è agevolata nella realizzazione di tale progetto perché da oltre un decennio si è dotata di uno strumento giuridico definito Anagrafe Tributaria Piemontese.
L'Anagrafe rappresenta l'infrastruttura regionale che mira a favorire la circolarità delle informazioni (anagrafiche, tributarie, catastali e territoriali) tra gli Enti locali e gli Enti centrali fornendo infrastrutture, servizi e strumenti a supporto alla fiscalità piemontese.
La realizzazione del federalismo fiscale passa, infatti, attraverso la lotta all'evasione fiscale, quale strumento d'equità sociale.
A tal fine è necessario integrare le banche dati esistenti, soprattutto in una Regione che conta la presenza di oltre 1.200 Comuni, in larga parte di modesta entità demografica, mettendole a disposizione di tutti gli enti locali.
La Giunta regionale, approvando il progetto, si è posta l'obiettivo di creare un sistema integrato tra Regione ed Enti locali, aderendo pienamente alla riforma federale dello Stato, in corso d'approvazione in Parlamento nel pieno rispetto dell'autonomia di tutti i soggetti coinvolti; ma nello stesso tempo creando economie di scala con la messa in comune delle banche dati, e quindi realizzando una gestione più efficiente, efficace e trasparente dell'azione amministrativa.
Il federalismo fiscale postula la compartecipazione e cogestione tra la Regione e gli Enti Locali di alcune tasse. Il Piemonte è stato antesignano in materia in quanto un'esperienza del genere è ora in atto e con successo fin dalla seconda metà degli anni novanta e potrebbe essere riproposta con estrema semplicità anche in un prossimo futuro.
L'attuazione del progetto presuppone che vi sia un interscambio in tempo reale dei dati contenuti negli archivi dei vari Enti e consente una vera ed efficace lotta all'evasione.
L'interscambio dei dati permette, infatti, agli Enti di conoscere sia i dati reddituali di un singolo contribuente o di un nucleo familiare e di verificarne la regolare posizione in ordine ai pagamenti dovuti a qualsiasi titolo, sia di individuare le reali residenze di cittadini morosi resisi irreperibili.
L'esperienza maturata ci consente di citare un esempio, tra i tanti, di lotta all'evasione realizzata con l'interscambio delle banche dati, qual è abitualmente il controllo incrociato fra l'immatricolazione di veicoli di grossa cilindrata e le dichiarazioni dei redditi che hanno già portato alla scoperta di contribuenti con un notevole tenore di vita totalmente sconosciuti al fisco.
O ancora come l'incrocio dei dati derivanti dai versamenti IRAP e le utenze di un grande comune, che hanno permesso di scoprire mancati o irregolari versamenti di ICI e TARSU da parte di alcune società.
Il progetto vuole standardizzare questi controlli incrociati, fornendo agli enti locali gli strumenti per recuperare l'evasione e l'elusione fiscale, accedendo semplicemente alle banche dati tributarie, tutelando così i cittadini onesti che pagano le tasse.
L'accesso alle banche dati sarà comunque utilizzato sempre e solo in lettura dagli enti, mentre le modifiche saranno consentite solo agli enti proprietari dei dati.
L'esperienza tecnica maturata dal CSI in questi anni in materia di gestione di tributi, oltre che di cooperazione con gli stakeholder coinvolti nei processi tributari, evidenziano che il CSI può garantire la selezione di un concessionario della riscossione che disponga di un sistema informativo compatibile con quello della Regione, sia dal punto di vista tecnico/informatico che dal punto di vista organizzativo.
I processi in cui è coinvolto il concessionario e che dimostrano la necessità di integrazione dei sistemi sono: emissione avvisi di scadenza (o cartelle, precalcolati); gestione del contenzioso (preaccertamenti accertamenti, ingiunzioni); acquisizione memorie difensive da parte del cittadino; acquisizione rendicontazione pagamenti ordinari/violazioni bonifica dei dati.
La Regione Piemonte, incaricando il CSI di garantire unitariamente la gestione del progetto e quindi, in qualità di ente strumentale informatico di indire in proprio la procedura ad evidenza pubblica per selezionare un partner per il servizio connesso alla riscossione tributi, si garantisce un'univocità del processo ed elimina gli errori dovuti a lavorazioni separate sullo stesso oggetto, ed anche sterili dispute su eventuali errori od insuccessi.
La Regione Piemonte trae vantaggio da tale impostazione perch garantisce unitarietà nella gestione delle tasse di sua competenza rafforzando il ciclo virtuoso creatosi in questi anni attraverso l'affidamento al CSI Piemonte della progettazione, sviluppo e gestione degli aspetti informatici dell'intero processo di riscossione delle tasse di competenza regionale (ed in particolare del bollo auto).
Appare quindi di tutta evidenza che la Regione scegliendo di chiedere al CSI di attuare un progetto integrato di gestione informatica e amministrativa, formalmente approvato con la deliberazione citata, ha escluso la possibilità di gestire in proprio la gara o di affidarla alla SCR spa, in quanto non si tratta di una propria gara, ma di un atto propedeutico alla realizzazione del progetto da parte del CSI Piemonte.
Per quanto riguarda infine l'impegno di spesa per l'anno 2011, va ricordato che trattasi di una somma "a consumo" e non di una somma forfetaria e che quindi verrà pagato solamente quanto rendicontato e che inoltre, circa tre milioni di tale somma sono previsti per le spese postali che il concessionario deve anticipare.



(Commenti della Consigliera Motta Angela)



PRESIDENTE

Consigliera, non si potrebbe interloquire, ma il collega Cavallera è disponibile a risponderle.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il question time dovrebbe riguardare solo un quesito. Al quesito principale ho risposto; in futuro, ovviamente, ci saranno degli sviluppi ma su questi non ho particolari indicazioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 517 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Voucher prodotti prima infanzia - bilancio erogazione contributo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 517, presentata dal Consigliere Ronzani, che la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Noi vorremmo chiedere all'Assessore un primo bilancio della vicenda dei bonus bebè, considerato che la questione venne posta con molta enfasi dal Presidente della Giunta regionale in occasione di un convegno organizzato per discutere alcune prime linee del piano di riorganizzazione della sanità piemontese. In quella occasione, concludendo il dibattito, il Presidente della Giunta regionale considerò questa deliberazione o questo provvedimento un atto qualificante della sua Giunta regionale.
Non voglio tornare su alcune delle questioni di merito che riguardano il provvedimento, ad esempio il fatto che la soglia che è stata indicata non consente di ottenere il voucher anche alle famiglie che non ne hanno bisogno. Se aveste indicato un soglia inferiore, non solo questo sarebbe stato più giusto, ma avrebbero eventualmente potuto beneficiare di questo provvedimento e di questo contributo le famiglie che ne hanno davvero bisogno e avreste quindi allargato la platea di coloro che potevano accedere ad un contributo maggiore. Non ritorno sulla questione - pur presente - che riguarda il fatto che voi avete finanziato questa misura pescando, di fatto, in capitoli che riguardano le politiche sociali e togliendo quindi risorse a soggetti che ne hanno almeno altrettanto, se non forse più, bisogno. Non torno su queste polemiche, quindi, anche perch saranno i fatti che dimostreranno chi ha avuto ragione e chi torto a sollevare queste questioni. Vorremmo però che la Giunta facesse un primo bilancio, cioè vorremmo capire quante sono le domande che sono state presentate e quanti sono, alla data di oggi, i contributi che sono stati erogati. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alle politiche per la famiglia

Grazie, Presidente.
Gli sportelli preposti alla distribuzione dei voucher bebè hanno comunicato i seguenti dati, relativi al periodo compreso tra il 14 febbraio e il 19 aprile di quest'anno. Il numero totale di voucher ritirati dalle famiglie è 2.994; poi, se volete, ve li leggo Azienda per Azienda, oppure li ritroverete nel documento che vi consegnerò.
La sostanza delle valutazioni è che dal dato, se nei prossimi mesi dovesse essere confermato come andamento finora registrato, si pu affermare che circa una famiglia su tre ha usufruito del contributo del voucher bebè rispetto alla quantità di bambini che si prevede nascano complessivamente, in relazione agli anni precedenti e nell'ambito dei numeri di riferimento. I numeri più alti sono prevalentemente sull'Azienda TO2, sull'Azienda TO3, sull'Azienda TO4 (quindi di Torino) e, fuori Torino i numeri più alti sono sulle Aziende di Novara, di Cuneo e di Alessandria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 516 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Chiusura del Punto di primo intervento di Avigliana e trasferimento dell'attività di day hospital e day surgery da Avigliana a Rivoli" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Avremmo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 516 presentata dal Consigliere Boeti, che però ha acconsentito a ricevere risposta scritta da parte dell'Assessore Ferrero.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 519 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Decesso bimba 19 mesi a seguito di biopsia al cuore presso l'Ospedale Regina Margherita di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 519, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha facoltà di illustrarla.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore per la disponibilità a darmi personalmente una risposta. Guardi, come lei forse sa, sono un chirurgo e sono iscritto all'Albo dei consulenti tecnici del Giudice: oramai mi ritengo un decano per gli oltre trent'anni di laurea. So che siamo passati da una fase nella quale era difficile trovare un consulente che accettasse di esprimere un parere pro veritate nei confronti di un collega, per un eccessivo corporativismo, ad un'esagerazione - ad oggi - che abbiamo ereditato dagli Stati Uniti. Ricordo che negli anni Ottanta a Baltimora, fuori dell'ospedale che frequentavo, c'era un codazzo di avvocati che cercavano di carpire una firma per delega a procedere nei confronti dei medici dell'ospedale da parte di qualche paziente che era rimasto scontento.
Ora in questo caso, purtroppo, si tratta di una disgrazia e la disgrazia, per quel che penso di comprendere, non può che essere attribuita, di fatto, ad una biopsia del cuore che è stata eseguita secondo canoni diagnostici ben precisi, ma ha portato ad una perforazione del ventricolo.
Delle due l'una: o il ventricolo era troppo sottile e quindi è stato perforato - e c'è solo da chiedersi in questo caso perché gli operatori non se ne siano accorti in tempo utile per porre rimedio immediato; oppure il ventricolo era normale come parete muscolare e la biopsia è stata troppo profonda - e in questo caso c'è ancor di più una responsabilità sanitaria.
Ma saranno i giudici e i medici legali ad appurare questo.
Approfitto solo per chiedere - come ho chiesto nell'interrogazione come intende attrezzarsi la Regione di fronte a simili episodi e mi permetto di suggerire che in ogni caso l'Amministrazione regionale, che è comunque responsabile delle varie ASL - oltre che delle nomine dei vari Direttori Generali - dovrebbe assumere un atteggiamento non di parte e di difesa ad oltranza degli operatori, che io rispetto e che sono miei colleghi. Poiché però ritengo che quando si sbaglia si deve ammettere di avere sbagliato, bisogna chiedere scusa e bisogna pagare. Le vittime degli errori di chicchessia, seppur casuali e accidentali, hanno diritto al pieno rispetto ed eventualmente al risarcimento.
Do conto degli articoli di giornale che leggo: "L'Ospedale difende i medici coinvolti". L'Ospedale può "essere vicino", "esprimere solidarietà" a colui che ha sbagliato, ma non "difendere", perché una difesa ad oltranza, prima di conoscere i risultati dei vari esami, mi sembra eccessiva e fuori luogo. Grazie.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità.

Ovviamente il contenuto di questa risposta, ad oggi, non può che tenere conto delle notizie di questi giorni. Chiaramente tutti gli approfondimenti si stanno compiendo e tra l'altro - come succede sempre quando ci sono casi di questa natura - la Commissione parlamentare guidata dall'Onorevole Orlando è sempre molto repentina nel chiedere notizie in questo senso. Gli Uffici quindi, com'è sempre accaduto, daranno anche a livello nazionale tutte le informazioni richieste. Oggi quindi non posso che limitarmi a riferire quanto comunicato dalla Direzione sanitaria dell'Ospedale.
In merito al decesso avvenuto sabato scorso della bambina ricoverata presso il reparto di rianimazione cardio-chirurgica per scompenso cardiaco la Direzione sanitaria dell'Ospedale Infantile "Regina Margherita" ha evidenziato che il decesso è da attribuire alle conseguenze di una biopsia cardiaca complicata da perforazione ventricolare. La biopsia è stata eseguita per far luce sulla malattia cardiaca e, nel caso di una bambina come questa, giunta in ospedale con una situazione compromessa e dall'elevatissimo indice di mortalità, guidarne anche la terapia successiva.
I medici che hanno seguito questo percorso sono il professor Abruzzese e la dottoressa Agnoletti, primari di cardiochirurgia e cardiologia del Regina Margherita. In base alle loro dichiarazioni ritengono di aver agito conseguentemente alle esigenze del momento e alle strade possibili confermando di aver operato correttamente, dall'arrivo in ospedale della bambina, le pratiche di ricovero e di rianimazione. Ovviamente queste sono tutte questioni che avranno da essere approfondite e rilevate e non si potrà che attenerci alle valutazioni finali.
La struttura di cardiologia dell'Ospedale infantile Regina Margherita è nota come un reparto di assoluta eccellenza che richiama bambini da tutta Italia e che più volte si è segnalato, in tempi recenti, per l'esecuzione di interventi chirurgici molto complessi, alcuni dei quali realizzati per la prima volta nel nostro Paese. l'Assessorato scrivente ritiene poco prudente oggi l'implicita ricerca di un comportamento colposo posto dall'interrogante, ricordando che eventuali valutazioni di responsabilità devono essere verificate dalle Autorità competenti.
L'Assessorato alla sanità ha fornito tutta la documentazione necessaria alla Commissione d'inchiesta parlamentare, affinché si possa chiarire con assoluta certezza questo triste episodio.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 518 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "IPAB P. Toso di Canale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 518 del Consigliere Biolé, che ha facoltà d'illustrarla.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'argomento è piuttosto ben delineato nel testo dell'interrogazione. In questi ultimi tempi ho ricevuto, personalmente e come Gruppo, delle lamentele da parte dei cittadini del territorio interessato (Canale, in provincia di Cuneo), in merito alla gestione della struttura, che riguarda sia la gestione pratica di quest'IPAB sia le questioni legate alla composizione dei Consigli di Amministrazione.
L'interrogazione si sofferma su una richiesta ben specifica.
Questa IPAB - come excursus storico - fu donata dal Cavalier Toso ai canalesi nel 1928, quindi ha diversi anni di onorata attività e funzionamento. Poi, c'è stata la successiva vendita all'asta, avvenuta in data 17 aprile 2009.
Noi siamo a conoscenza del numero di posti letto assegnati, grazie ad una comunicazione dell'Ufficio dell'Assessorato.
S'interroga la Giunta per sapere se i due atti hanno generato modifiche nel numero di posti assegnati a questo istituto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alle politiche sociali

Grazie.
Con riferimento all'interrogazione, si riferisce quanto segue: Nel Comune di Canale (provincia di Cuneo) esistono attualmente due strutture: "Pasquale Toso", che risulta in possesso di un parere "8 ter" (citato dall'interrogante) per la creazione di 70 posti letto, così suddivisi: 10 posti letto di NAC (Nucleo Alta Complessità Neurologica Cronica); 10 posti letto di NSV (Nucleo Stato Vegetativo) per pazienti in SV e SMC (Stato Minima Coscienza); 30 posti di Residenza Sanitaria Assistenziale; 20 posti letto di NAT (Nucleo Alzheimer Temporaneo).
La Commissione di Vigilanza dell'ASL CN2 ha riferito che il contratto di volturazione della struttura in oggetto alla Società San Giorgio non è ancora stato effettuato. Pertanto, al momento, non sono ancora iniziati i lavori relativi all'adattamento e trasformazione succitati.
"Ex IPAB Pasquale Toso", che risulta in possesso di un parere "8 ter" per la creazione di 60 posti letto, così ripartiti: 20 posti letto di Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) per anziani non autosufficienti; 20 posti letto di Residenza Assistenziale Flessibile (RAF); 20 posti letto di Residenza Assistenziale (RA).
La Commissione di Vigilanza dell'ASL CN2 ha riferito che le procedure di autorizzazione relative ai posti letto suddetti saranno concluse entro il mese di maggio 2011.
Si precisa che la vendita all'asta in favore della Società San Giorgio citata dall'interrogante, non ha inciso sul numero di posti letto assegnati alla struttura.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 521 presentata dal Consigliere Stara, inerente a "Ambulatorio di Pediatria al Giovanni Bosco. Chiusura imminente?"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 520 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Chiusura servizio di pediatria ASL TO2"


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta immediata n. 521, del Consigliere Stara, e n. 520, della Consigliera Artesio, sullo stesso argomento.
La parola al Consigliere Stara, per l'illustrazione dell'interrogazione n. 521.



STARA Andrea

Quest'interrogazione è il frutto non tanto della comunicazione di chiusura del servizio di pediatria, per la sua ristrutturazione all'Ospedale Giovanni Bosco, quanto di un complessivo ridimensionamento del servizio che si è portato avanti al Giovanni Bosco, negli ultimi mesi.
Vi assicuro - le assicuro, Assessore - che l'esigenza è arrivata da moltissime persone del territorio, soprattutto dalle mamme, perch ricevevano un servizio di prossimità molto affidabile e competente, che andava incontro alle loro esigenze anche in termini di orari.
Man mano, il servizio si è ridotto ed è diventato più che altro un servizio con funzioni ambulatoriali, quindi non di intervento di Pronto Soccorso. Di fatto, però, il servizio è così ben radicato sul territorio che, nonostante questo, continua a svolgere quasi un servizio di Pronto Soccorso.
La preoccupazione, pertanto, è molto rilevante.
Con quest'interrogazione, io e la Consigliera Artesio vogliamo sollecitare un'attenzione da parte sua - Assessore - per cercare di mantenere questo servizio.
Il clima è volto al ridimensionamento e, probabilmente, anche al suo smantellamento.
Abbiamo già assistito ad azioni simili, soprattutto nei confronti di un servizio ottimo: quello sull'obesità. Non vorremmo che questo accadesse anche nei confronti di un servizio come quello della pediatria, che ha un grande consenso sul territorio; non vorremmo che, in occasione delle vacanza estive e dei lavori di ristrutturazione, il servizio chiudesse del tutto.
Un invito, poi, ad una riflessione: se queste strutture sono ben apprezzate, se sono efficienti, se svolgono un reale servizio sul territorio, l'impegno della Regione dovrebbe essere quello di dare continuità, ovviamente nei limiti delle disponibilità finanziarie.
Da questo punto di vista, la sollecitazione non è solo di due Consiglieri della Regione, ma è il frutto di una pesante esigenza del territorio.
Su questo, considero importante un confronto futuro su come questo servizio potrà essere fornito nel migliore dei modi ed eventualmente ampliato in termini di orari.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione dell'interrogazione n. 520.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questa mattina, come qualche volta accade, abbiamo letto sugli organi di informazione la risposta del Direttore Generale alle nostre preoccupazioni.
Francamente, è una risposta abbastanza inoffensiva rispetto al rischio che temiamo si corra, ma assolutamente insoddisfacente rispetto alla certezza e alla fermezza delle informazioni di cui dispone il dottor Manuguerra.
In particolare, voglio riprendere le determinazioni che erano state assunte dai precedenti Piani di contenimento e di riqualificazione sul servizio di pediatria, per quest'area della città di Torino.
Non siamo alla prima raccolta di firme delle famiglie e delle mamme; ne erano già avvenute altre e le altre erano state finalizzate ad un oggetto completamente diverso da quello di cui ci occupiamo ora: non la paura di vedersi sottrarre i servizi esistenti, ma la richiesta di vedere realizzati i servizi aggiuntivi.
In particolare, l'aspettativa avanzata da quel territorio era di poter fruire di un servizio sulla pediatria analogo a quello esistente presso il Maria Vittoria.
Per dimostrare che la dimensione degli Ospedali in rete e il coordinamento dei servizi non è un'invenzione né una prerogativa che appartiene a questa Amministrazione - ma ci eravamo nel tempo strutturati per la relazione tra i servizi e le attività, specialmente se questi corrispondono all'erogazione di un'unica Azienda, e quindi hanno valore su tutto il territorio di quell'Azienda - non avevamo accondisceso alle richieste che andavano fino all'ordine di idee della degenza pediatrica, ma avevamo assunto impegni sul potenziamento dell'assistenza territoriale avendo anche la possibilità e il privilegio di godere di alcune competenze specifiche che in quel territorio vedevano un'integrazione tra più funzioni nell'età evolutiva: ad esempio, tra quella nutrizionale e quella psichiatrica e psicologica.
Di qui, il progetto pilota, che aveva occupato interesse in moltissimi riferimenti scientifici sulla prevenzione dell'obesità e sulla presa in carico integrata dei bambini portatori di questa condizione e delle loro famiglie.
del tutto evidente che la preoccupazione nasce in seguito alla riduzione degli orari di attività, sicuramente al trasferimento dei referenti del progetto sull'obesità e alla diminuzione delle figure professionali dedicate all'attività ambulatoriale.
Non stiamo parlando di timori assolutamente infondati, ma di preoccupazioni caratterizzate da dati di conoscenza, reali.
stato assicurato che nulla sarà modificato: ci auguriamo che questo sia un impegno, ma capiamo anche che la relazione con il blocco del personale e del turnover potrà produrre questo tipo di conseguenze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Con riferimento alle interrogazioni in oggetto, sentito il Coordinatore delle Direzioni Sanitarie dell'ASL TO2, si riferisce quanto segue.
Precisato che l'Atto aziendale ASL TO2, approvato dalla precedente Direzione Generale nel 2009 e sottoposto con giudizio positivo al parere dell'Assessorato alla sanità prevedeva e prevede che ci sia un'unica struttura complessa pediatrica all'interno del Dipartimento Materno Infantile e che il Pronto Soccorso per l'età pediatrica 24 ore su 24 e l'Osservazione Breve Intensiva siano situati presso il Presidio Maria Vittoria, sede anche dei letti di degenza della SC Pediatria, nonché e soprattutto del Punto Nascita della Terapia Intensiva Neonatale.
Nel Presidio Giovanni Bosco erano previsti e sono attualmente funzionanti alcuni Ambulatori Pediatrici Specialistici tenuti da due medici dipendenti e da un pediatra convenzionato: questi ambulatori non sono stati interessati da nessuna riduzione di orario e saranno sospesi limitatamente al periodo estivo, per consentire le ferie degli specialisti interessati.
Inoltre, è presente un Ambulatorio di Pediatria generale nell'orario 8.00-14.00 nei soli giorni feriali; orario in cui sono presenti ed attivi i pediatri di libera scelta: tale ambulatorio, negli ultimi due anni, ha avuto un netto decremento degli accessi (-50%), in quanto le necessità assistenziali in questa fascia oraria sono ampiamente coperte dai pediatri di libera scelta del territorio e dall'assistenza pediatrica per i bambini senza permesso di soggiorno, garantita dai Consultori Pediatrici Aziendali nell'ambito dei servizi coordinati dalla Pediatria di Comunità.
Inoltre, il Pronto Soccorso pediatrico del Maria Vittoria, grazie alla costante collaborazione con il DEA del Giovanni Bosco, ha aumentato gli accessi mediamente del 5-7% negli ultimi due anni, garantendo la Guardia 24 ore su 24, unitamente alla Guardia della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale, anch'essa presente sempre 24 ore su 24.
Al fine di garantire la funzionalità ed il rafforzamento del Pronto Soccorso pediatrico nel periodo estivo, si è concordemente decisa tra le Direzioni Sanitarie di Presidio e la Direzione del Dipartimento Materno Infantile la sospensione solamente dell'ambulatorio di cui sopra, a partire dal 1° giugno 2011, onde rafforzare il Pronto Soccorso pediatrico dell'Ospedale Maria Vittoria.
Per quanto concerne la prevenzione dell'obesità infantile, trattasi di argomento clinico che trova ampia ed efficace risposta a livello del pediatra di libera scelta e dei Consultori pediatrici che servono ottimamente l'utenza afferente per questo tipo di problema: al contrario altri problemi più specifici dell'ambiente ospedaliero hanno trovato una nuova risposta con l'apertura dell'ambulatorio specifico a fine 2010, di concerto tra Neuropsichiatria Infantile e Gastroenterologia dell'Ospedale Maria Vittoria.
Inoltre, tra gli obiettivi aziendali 2011 della Pediatria e della Gastroentorologia è prevista l'apertura nei prossimi mesi dell'Ambulatorio Specifico di Gastroenterologia Pediatrica che offre la possibilità di una diagnosi endoscopica per i problemi specifici, con particolare riguardo ai problemi del malassorbimento e della celiachia.
Il Dipartimento Materno Infantile e le Direzioni Sanitarie Ospedaliere Maria Vittoria e Giovanni Bosco sono quindi impegnate concordemente ad una razionalizzazione ed ad una variazione dell'offerta dei servizi della Pediatria, che tenga primariamente conto delle necessità e delle richieste dell'utenza, in parallelo con i dati epidemiologici, sfruttando al pieno le competenze specialistiche dei vari operatori dei servizi componenti e presenti all'interno dei due Ospedali che permettono di creare dei team multidisciplinari per la gestione efficace ed efficiente delle richieste provenienti dal territorio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Chiedo se è possibile avere una copia del testo della risposta dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.08 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Costa Raffaele, Cota, Maccanti, Mastrullo, Sacchetto e Toselli.
Il numero legale è 27.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo una sospensione di dieci minuti, per consentire una riunione del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, sospendiamo la seduta. Prima, però, comunico che il punto 9) all'o.d.g., "Nomine", sarà aggiornato alla prossima seduta perché ho valutato che non ci sono le condizioni per procedere.
Aggiorniamo i lavori alle ore 15.30.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 15.11)



(Alle ore 15.33 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta riprenderà alle ore 15.45)



(La seduta riprende alle ore 16.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 270 presentato dai Consiglieri Placido e Reschigna, inerente a "Concessione Patrocinio al Torino Gay &Lesbian Film Festival"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 270, avente ad oggetto "Concessione Patrocinio al Torino Gay &Lesbian Film Festival", presentato dai Consiglieri Placido e Reschigna, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Utilizzo il tempo a disposizione (dieci minuti, se ricordo bene) per illustrare le motivazioni di quest'ordine del giorno, che ritengo sia ampiamente a conoscenza di tutti i colleghi.
Voglio ripercorrere brevemente il percorso che ha portato alla ventiseiesima edizione di questo Festival.
Sono ventisei edizioni, partendo dal lontano 1985, e già dalla prima edizione la Città di Torino ebbe un ruolo importante con l'allora Assessore Leo - il caro amico Giampiero - che mi auguro possa arrivare quanto prima ma non poniamo limiti alla Divina Provvidenza: le strade del Signore portano, alla fine, in Consiglio regionale! Il collega Leo - dicevo - era Assessore in Consiglio comunale e port non vorrei ricordare male - il sostegno dell'Istituzione Città di Torino al Festival del Cinema a tematiche omosessuali, cosa che ripeté in tutti e dieci gli anni in cui ebbe la responsabilità di Assessore alla cultura per la Regione Piemonte, con la condivisione del Presidente Enzo Ghigo, insieme alla Provincia, che non fecero mai mancare il sostegno a questa prestigiosa iniziativa.
Vorrei sottolineare ai colleghi che non stavo parlando di una delle tantissime ed importanti iniziative che si svolgono nella nostra Regione le varie Sacre - che pure sono fondamentali, perché rappresentano il tessuto associativo e culturale delle nostre città e delle nostre province.
Non è una manifestazione marginale (perché ho sentito citare anche questo aggettivo) e a dimostrazione di ciò, per i colleghi che fossero interessati, ho procurato la rassegna stampa della precedente edizione, che è quella che potete vedere adesso a mie mani: sono oltre mille pagine di rassegna stampa, di tutte le testate, sia nazionali che internazionali, a dimostrazione che stiamo parlando di un'importante iniziativa culturale, la più antica di età, se si può dire, a livello europeo, e la più importante (non sempre le due cose coincidono!). È la terza a livello mondiale: è così importante che negli anni passati ha accolto note personalità dello spettacolo e della cultura, da Patty Pravo (la cito perché ho un trascorso adolescenziale rispetto alle canzoni di allora), a Peter Cameron, a Liliana Cavani.
L'anno scorso, madrina dell'iniziativa è stata Claudia Cardinale riconosciuta attrice e star di livello mondiale; ricordo "Il Gattopardo" "C'era una volta il west", "Il giorno della civetta", insomma una grande attrice oltre che una donna straordinaria.
L'anno scorso, per ricevere il Premio Dorian Gray, fu invitato James Ivory, registra statunitense di "Camera con vista", "Quel che resta del giorno" e altri film, a sottolinearne l'importanza.
L'altra mattina ero in bicicletta, passione che condivido con il Presidente Ghigo (peraltro, stiamo preparando una squadra istituzionale per organizzare a breve una gara) verso Borgone di Susa e in una rotonda c'era striscione con scritto "Caprie Filmfestival", evento importantissimo per quella realtà.
questo il Festival tematico omosessuale di Torino: oltre mille pagine di rassegna stampa! Ve le risparmio, ma parliamo di testate nazionali e internazionali, di quotidiani, di settimanali e di mensili; di emittenti televisive che hanno dedicato spazio alla rassegna cinematografica rassegna che ha visto la presenza, tanto per citare un altro artista che lo stesso Consiglio regionale negli anni ha utilizzato per le proprie iniziative promozionali - penso che tutti voi sappiate a chi mi sto riferendo - di Ugo Nespolo, che l'anno scorso ne ha curato l'immagine: artista di prestigio piemontese, che lo stesso Consiglio regionale, negli anni passati, ha utilizzato per alcune iniziative promozionali.
Insieme ai colleghi che hanno firmato l'ordine del giorno (e a coloro che ancora vorranno sottoscriverlo), ho ritenuto di fare alcune considerazioni circa le voci apparse sugli organi di informazione, peraltro bilanciate: mi ha fatto molto piacere leggere una dichiarazione del Sindaco Flavio Tosi, il quale, concedendo il contributo e il patrocinio a "Divercity" (opera teatrale che si è svolta nella città dove Flavio Tosi è Sindaco), ha dichiarato che come istituzioni si ha il dovere di tutelare tutti e i diritti di tutti, e quindi non di una parte sola.
Come ho detto, mi ha fatto molto piacere perché le dichiarazioni le ha rese proprio il Sindaco Tosi, con il quale politicamente ci possono pure essere delle differenze, che rientrano peraltro nelle diversità di partito ma quando parliamo di diritti e di valori, l'opinione è unanime. Proprio a tal riguardo vorrei utilizzare una considerazione della collega Carla Spagnuolo (cito la fonte perché le ho chiesto l'autorizzazione), secondo la quale ci possono essere aspetti condivisibili o meno, sui quali possiamo essere chiamati ad assumere pozioni di parte, ma sui valori diventa difficile votare secondo appartenenze politiche o di partito. I valori e i diritti sono principi che riguardano tutti, indipendentemente dal partito dal Gruppo, dalla maggioranza o dall'opposizione di cui facciamo parte.
Se ne sottolinea l'importanza anche per una questione di continuità per un'iniziativa che ha visto già dal lontano 1990 il patrocinio del Ministero competente. Lo stesso Ministro Carfagna ha voluto far sapere che non mancherà neanche all'edizione di quest'anno.
Sarebbe dunque singolare - ecco il motivo della preoccupazione, che mi auguro sia condivisa anche da altri colleghi - che a questa importante manifestazione internazionale, oltre al sostegno della città di Torino (da sempre), oltre al sostegno della Provincia di Torino (da sempre) e del Ministero dei Beni Culturali (dal 1990, riconfermato ancora dal Ministro Carfagna nei giorni scorsi), non ci fosse anche quello della Regione Piemonte.
Non è una questione di divisioni, perché stiamo parlando di tre istituzioni (Città di Torino, Provincia e Ministero dei Beni Culturali) che hanno responsabilità di colore diverso, come si usa dire.
Mi auguro, quindi, che il Consiglio regionale voglia esprimere un'indicazione, perché questo è il ruolo che gli compete: è un'assemblea che dà delle indicazioni. Noi abbiamo la responsabilità di indicare le cose che vanno fatte (attraverso una legge, una mozione o un ordine del giorno) auspico che questo Consiglio regionale avverta tale sensibilità: i valori e i diritti sono sullo stesso piano, perché non stiamo discutendo se costruire una strada in un modo o un in altro, aspetto sul quale ci possono essere interessi differenti; sui valori e sui diritti sono convinto - e mi auguro - che vi sia la convergenza della stragrande maggioranza di noi.
Mi auguro che insieme alla città di Torino, alla Provincia di Torino al Ministero dei Beni Culturali possa esserci anche quest'anno, così come avviene dalla prima edizione - ovvero da 26 anni! - il patrocinio e il contributo della Regione. Perché le due cose viaggiano insieme: la presenza economica senza il patrocinio non verrebbe capita dalla grande maggioranza della popolazione. Perché le sensibilità non sono di una parte sola, sia in termini di diritti e di valori, sia in termini di scelte. Guai a noi se si pensa di dividere le sensibilità rispetto ad una parte: i diritti, i valori e le sensibilità appartengono a tutti, e non ad una parte sola.
Vi ringrazio, perché votando questo ordine del giorno e concedendo una continuità oramai venticinquennale a questa iniziativa, diamo un segnale all'intera comunità piemontese. Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Partirei dalla chiarezza dell'ordine del giorno e dall'altrettanta chiarezza espositiva del collega Placido, che ne è il primo firmatario.
Il collega Placido, su tale questione, a mio avviso è stato fin troppo moderato perché - giustamente - ha dato un taglio finalizzato a perseguire l'obiettivo, a scuotere la coscienza degli individui che fino ad oggi magari, non hanno dato il loro contributo politico per il riconoscimento di questo patrocinio. Quindi non a me spetta il ruolo più dirompente, no; io cerco, come sempre, di leggere la mia coscienza.
Ieri ho avuto modo - non è la prima volta - di vedere in televisione il Presidente della Giunta Cota (che difficilmente lo vediamo in aula e non lo dico come polemica); quando ho l'occasione lo ascolto in modo attento e ieri lui ha dato una lezione su come debba comportarsi l'opposizione: non con attacchi personali, non con strumentalizzazioni personali, ma con progetti alternativi, quali sono le posizioni politiche. Colleghi, qui c'è la differenza del modello di società: il vostro modello di società è diverso dal mio modello di società! Rispetto le opinioni di tutti. Immagino un modello di società libero dall'omofobia, quel sentimento negativo, l'omofobia, che può essere estrinsecato e manifestato anche con una risata nei confronti di un gay o di una lesbica per strada. È un sentimento negativo e questo sentimento negativo io lo combatto.
Non posso pensare e non lo penso che i colleghi della maggioranza Consiglieri e colleghi di Giunta, siano razzisti. Nessuno in mezzo a voi è in grado di dimostrarmi che siete razzisti. Però, la sintesi della vostra azione politica e, quindi, quella del mancato patrocinio a questo festival è una sintesi di una politica razzista. E vi faccio un esempio. Ho avuto modo di leggere la lettera con cui si negava il patrocinio, Presidente! Presidente, ho avuto modo di leggere una cosa ancora più sconcertante ed imbarazzante: le motivazioni del mancato patrocinio per una manifestazione che si è tenuta al Teatro Carignano per aprire un ristorante in Cambogia in favore dei bambini che vivono per strada. Ascoltate la risposta: "Al riguardo, spiace comunicare che alla luce dei criteri fissati dalla Giunta regionale" - e sono citate tutte le deliberazioni - "non sussistono i presupposti per la concessione del patrocinio della Regione Piemonte a eventi che prevedono la raccolta di fondi di cui questo Ente non ha la possibilità di verificarne l'effettiva destinazione".
Io non so se è normale il rifiuto a questa richiesta di patrocinio. Non sono stati chiesti dei soldi! Mi chiedo se sia normale rifiutare il patrocinio per una nobile iniziativa, perché non c'è la tracciabilità del denaro! E poi c'è uno sperpero e una mancanza di controllo di gestione impressionante! Davvero impressionante! Quindi, questa è un'azione politica che va smontata. Questo è il motivo per cui, come ho detto, singolarmente (vi conosco uno per uno) so che non siete razzisti; non possiamo dire che siete razzisti, però quando la sintesi politica che esce dalla Giunta e dal Palazzo diventa dirompente perché non è importante quello che ci diciamo quando ci incrociamo alla buvette, ma è importante quanto riusciamo a trasformare in atti legislativi, normativi e in azioni politiche la nostra coscienza.
Quindi, chiedo - e torno alla moderazione necessaria, giusta e indispensabile del collega Placido - gentilmente e cortesemente di sviluppare una nota di riflessione in più e far sì che la nostra Regione Piemonte, visto che anche il vostro Ministro (il Ministro Carfagna) ha preso una via completamente diversa, cerchiamo, una volta tanto, in un Paese in cui i valori scappano uno dietro l'altro, di non dare un voto sulla base di quanto, magari, ci viene impartito per tenere compatta la maggioranza.
Nessuno sta mettendo in dubbio o in difficoltà la maggioranza e nessuno vuole creare divisioni all'interno della maggioranza. Sarebbe un ordine del giorno strumentale che nascerebbe con una nota di nobiltà, ma poi viene ad essere sporcato nel perseguire quell'obiettivo.
Chiedo, così come lo chiede il collega Placido e lo chiedono anche credo, sono sicuro - tutti i colleghi che per non far perdere tempo a quest'Aula si uniscono a questo vostro senso di responsabilità, di rivedere la vostra posizione e di dare un voto favorevole al patrocinio della ventiseiesima edizione di un festival internazionale.
Grazie, Presidente e grazie, colleghi, per quanto state per fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo. Se quest'ordine del giorno in quest'aula consiliare non passa, passerà un modello di società in cui io non mi identifico. Credo che anche alcuni di voi, diversi, numerosi di voi, colleghi del centrodestra, non vi potete identificare in questo modello di società.
Molto hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto. Sono liberale di pensiero e di famiglia e, quindi, sono rispettoso del pensiero diverso degli atteggiamenti diversi, di ideologie diverse.
Ricordo un grande pensatore illuminista, Voltaire, del XVIII secolo che diceva: "Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere".
Questo è il principio liberale, è il principio che i pensatori del XVIII secolo ci hanno insegnato, dandoci la dignità assurgere da sudditi a cittadini. Non possiamo tornare indietro, non possiamo tornare a vivere in una società antiquata e fuori dal tempo, anacronistica.
Mi appello soprattutto a voi, Consiglieri del centrodestra, che vi dite liberali. Se veramente siete tali, dovete fare passare questo l'ordine del giorno, dando dignità alla nostra Regione, a questo Consiglio e alla Città di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo vada fatta una riflessione rispetto a quelli che sono gli ordini del giorno presentati...



VIGNALE Gian Luca

CANTORE Daniele (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Siete un gruppo di cialtroni!



VIGNALE Gian Luca

Perché è importante rilevare un aspetto che la Giunta regionale, nel 2011...



VIGNALE Gian Luca

PEDRALE Luca (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non va bene, Gianluca!



VIGNALE Gian Luca

Sì, va bene.



VIGNALE Gian Luca

PEDRALE Luca (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Non va bene, Gianluca, eh! Non va bene! Non va bene! Ti ho detto che parlavo solo io!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Pedrale! Consigliere Pedrale! Consigliere Pedrale, mi scusi.
La parola al Consigliere Vignale.



PRESIDENTE

PEDRALE Luca (fuori microfono)



PRESIDENTE

Poi, chiedo io di parlare.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, la discussione è un po' strana, perché, tendenzialmente, nelle pubbliche amministrazioni gli atti sono quelli che, in qualche modo, danno testimonianza di quella che è la conduzione di una Pubblica Amministrazione.
noto - credo - ai colleghi che la Giunta regionale, nel 2011, ha elargito un contributo alla Fondazione e anche grazie a questo contributo si svolge il festival all'oggetto dell'ordine del giorno presentato dai colleghi.
L'atto è questo: non vi è altra discussione in merito. Poi, se si volesse fare il processo alle intenzioni rispetto alla condotta di una Giunta si può, voglio dire, impegnare tutto il tempo che crede, ma è così.
Dopodiché potremmo fare alcune valutazioni rispetto alle priorità anche dei finanziamenti che questa Giunta in alcuni casi ha fatto.
evidente che se fossimo in un momento in cui vi sono grandi risorse per tutti, nessuna iniziativa può e deve essere dimenticata, ovviamente dietro al fatto che abbia un certo valore.
Nel momento in cui alcune vengono non finanziate per motivi oggettivi e per mancanza di risorse ed altre vengono finanziate, potremmo fare una riflessione nel merito, ma relativamente al tema dell'ordine del giorno, la discussione è chiusa. Rispetto agli atti e alla conduzione di una Giunta gli atti sono quello che contano.
Credo che gli ordini del giorno presentati, per ciò che mi compete e che penso, non abbiano fondamento, se non quello di provare a muovere una discussione pretestuosa, utilizzando più il fatto che l'Assessore competente è un candidato a Sindaco della nostra città che non altro. Ci sta anche questo. La cosa un po' anomala è che un'Assemblea legislativa si riduca ogni tanto ad un Consiglio comunale e discuta di atti che non avrebbero alcuna ricaduta rispetto a quello che è già avvenuto nel 2011. Ne potremo parlare per il 2012, perché la deliberazione di Giunta è già avvenuta, piuttosto che affrontare importanti disegni di legge in corso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Stento a capire che cosa stia succedendo e volevo capire se oltre all'ordine del giorno del Vicepresidente Placido ci sono altri ordini del giorno sull'argomento, ma non mi sembra.



PRESIDENTE

Su questa materia c'è solo l'ordine del giorno n. 270, che è in discussione.



BUQUICCHIO Andrea

C'era un po' di confusione e non ho compreso il contenuto del discorso del Consigliere Vignale, ma ho ascoltato bene invece quello del proponente cioè del Consigliere Placido.
Mi sembra di capire che qui non si stia discutendo in un momento di vacche magre sul finanziamento di questa o di quell'altra iniziativa; si sta discutendo esclusivamente sulla concessione negata - se si chiede che sia concessa significa che è stata negata - del patrocinio.
Credo che un patrocinio non si debba negare a nessuno e la negazione di un patrocinio ha un significato politico ben preciso, su cui invito tutti i colleghi della maggioranza a riflettere. Penso che la cultura della tolleranza nei confronti dei diversi sia ormai un elemento acquisito e sul quale non possiamo permetterci, nel terzo millennio e in una società evoluta culturalmente quale è la nostra, di fare retromarcia. Lo riterrei un po' eccessivo, oltre che personalmente anche abbastanza grave.
Penso che sia opportuno votare questo ordine del giorno, volendo passare sugli eventuali equivoci che si sono venuti a determinare nell'ambito di questo e quello schieramento, e in questo caso probabilmente nell'ambito della maggioranza, ma non vogliamo assolutamente mettere il dito in queste situazioni. Voliamo più alto e cerchiamo di fare uno sforzo tutti quanti nel rispetto reciproco delle varie sensibilità e concediamo questo patrocino ed approviamo questo ordine del giorno tutti insieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Credo che dobbiamo parlare di questo ordine del giorno e non di altre tematiche. L'attenzione alla cinematografia che la Regione Piemonte ha dato in questi anni è sempre stata molto significativa e molto importante, anche verso quella cinematografia che tratta le tematiche della omosessualità.
Per cui non è questo l'argomento su cui dobbiamo discutere oggi, ma dobbiamo discutere invece della congruità o meno di questo ordine del giorno.
Questo ordine del giorno, secondo noi, è scorretto da un punto di vista procedurale, in quanto parla di una richiesta di concessione di patrocinio che in realtà non è mai stata fatta. La richiesta di patrocinio alla Giunta regionale - e chiedo conferma al Vicepresidente Cavallera - non è mai stata fatta. Quindi, da un punto di vista procedurale è un ordine del giorno scorretto e che in maniera palese è stato presentato per motivi strumentali e politici di campagna elettorale, visto anche il periodo che stiamo attraversando.
Per questo chiedo cortesemente all'Aula di concentrarsi limitatamente al discorso dell'ordine del giorno, che da un punto di vista procedurale è scorretto e politicamente strumentale.
Tra l'altro, la conferma della non congruità di questo ordine del giorno ci viene data già da una risposta che la Giunta regionale attraverso l'Assessore Quaglia ha dato poco tempo fa ad un'interrogazione della Consigliera Cerutti e del Consigliere Biolé in merito al patrocinio al "Torino Gay &Lesbian Film Festival".
Leggo il testo della risposta dell'Assessore Quaglia: "In merito alla concessione del patrocinio si precisa che è prerogativa della Giunta, a fronte di legittime sensibilità, che possono non combaciare con quelle di chi ha preceduto, poter stabilire quali iniziative diffondere attraverso l'utilizzo del logo della Regione".
Quindi, è una prerogativa della Giunta regionale dare o non dare il patrocinio, ma questa richiesta deve essere perlomeno inoltrata.
Inoltre, senza dilulgarmi troppo, ricordo che il patrocinio è cosa gratuita e diversa dal contributo economico finanziario. Le due cose possono essere distinte e non automaticamente combaciare.
Ritengo che quest'ordine del giorno sia da respingere, perché è proceduralmente scorretto e politicamente strumentale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Sono un po' imbarazzata avendo appena sentito l'intervento del Presidente Pedrale, perché le considerazioni che lui porta a risposta del question time presentato il 5 aprile, m'inducevano a considerazioni esattamente opposte alle sue.
Abbiamo visto la reazione sugli organi di stampa degli organizzatori del GLBT Festival; in realtà, vi era un dissapore rispetto al fatto che la Giunta regionale stesse andando in una direzione diversa da quella della Giunta precedente e - vorrei ricordarlo - anche della Giunta Ghigo, che in realtà aveva già sostenuto la manifestazione. Quindi, non era semplicemente una scelta della Giunta precedente.
C'eravamo chiesti cosa significassero le parole "legittime sensibilità". Però a questo punto si assicura che non viene dato il patrocinio perché non è stato richiesto quando abbiamo letto sui giornali che in realtà gli organizzatori si sono trovati in una situazione piuttosto sconcertante.
Tra l'altro, mi dispiace dover rilevare - e non voglio rendere il clima più nervoso di quello che si è manifestato poco fa - che continuiamo a non avere qui presente l'Assessore alla cultura che non aveva neanche risposto al question time: aveva certo delegato l'Assessore competente, però in realtà era lui a dover dare una risposta proprio perché era lui ad essere uscito sui giornali rispetto a quest'indicazione da parte della Giunta.
Sappiamo esserci elementi legati anche ad altri eventi che sono fuori dalla discussione in Consiglio regionale - abbiamo anche una campagna elettorale in corso - però sicuramente registriamo un certo imbarazzo da parte dello stesso Assessore alla cultura che preferisce appunto non venire qui proprio perché probabilmente non si riconosce in questo tipo d'indicazione che la Giunta regionale dà.
Crediamo quindi che l'ordine del giorno non sia assolutamente pretestuoso - tra l'altro non l'abbiamo sottoscritto perché abbiamo prima presentato il question time, ma chiedo ai colleghi di poterlo fare - e credo possa essere una legittima manifestazione d'opportunità, invece quella di andare ad una votazione di quest'ordine del giorno proprio perch si continui ciò che la Regione ha sempre portato avanti - come ripeto - sia con il governo Bresso sia con il precedente governo Ghigo. Non si capirebbe questa negazione del patrocinio, seppur poi l'Assessore alla cultura si sia prodigato a rispondere anche sui media dicendo che in realtà le risorse sarebbero state comunque date, proprio perché non vengono erogate direttamente dalla Giunta regionale.
Crediamo però che in realtà sia questione d'opportunità politica il fatto che vi sia il patrocinio e che non si verifichi quindi una negazione che sarebbe un pericoloso precedente che andrebbe, appunto, in una direzione assolutamente diversa da quella che è l'apertura culturale che il Piemonte ha sempre dimostrato; e che ha dimostrato - lo ricordava il collega Placido - la stessa Ministra, che ha lo stesso colore politico di questo governo regionale, rendendosi disponibile, comunque, a continuare a sostenere la manifestazione.
Penso che il mancato patrocinio sarebbe un evento che contraddistinguerebbe in modo negativo questa Giunta regionale, non soltanto a livello piemontese ma a livello di tutta l'Italia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Anch'io aderisco con il voto favorevole alla proposta avanzata dal Gruppo consiliare del PD, il cui primo firmatario è il Consigliere Placido.
Credo che stiamo discutendo del contenuto di questo documento in un clima abbastanza artificiale e credo che da parte di coloro che vogliono portare un contributo alla discussione ci sia bisogno di parole chiare.
Perché faccio riferimento ad un clima artificiale? Perché mi rendo conto, nelle modalità con cui si succedono gli interventi, che da un lato c'è il tentativo di contenere il perimetro della discussione nel suo significato, di farne sostanzialmente un oggetto formale e burocratico patrocinio chiesto o non chiesto, quindi risposta data o non data - ai fini di riuscire a trovare un'omogeneità di comportamento e di consentire quindi che ci sia un voto di rigetto del documento presentato dal Gruppo consiliare del Partito Democratico, sulla base di un'unità legata agli aspetti burocratico-formali.
Dall'altro lato, la comprensione che tutti abbiamo che esistono sensibilità individuali e opinioni politiche differenti all'interno della coalizione di maggioranza, e che quindi ci sia la possibilità dell'espressione di un voto di coscienza, spinge anche i presentatori stessi di questo documento a tenere un profilo molto legato al singolo evento - l'evento culturale e il patrocinio concesso o negato - perch alzare il profilo consentirebbe più facilmente di non riconoscersi su discorsi più complessivi e anche di non consentire quell'alito della libertà d'espressione individuale o di formazione politica, che invece sarebbe possibile contenendo di più i contorni della discussione.
Entrambe le modalità con le quali discutiamo, quindi, rispondono a quel particolare artificio per il quale la questione viene letta secondo le categorie della politica. È sicuramente necessario che la politica intervenga, si misuri e si dichiari su questioni come queste e io cercher di farlo partendo dal principio di rispetto dei soggetti coinvolti nella questione - soggetti che sono non "da tutelare", ma sono soggetti portatori di una dignità personale e sociale - ai quali quindi guardo esattamente per il ruolo attivo di soggetti sociali.
Non credo che sia stata una svista burocratica, non penso sia stata una boutade con cui si è semplificata la vicenda: penso che il comportamento adottato, in primis dal Presidente della Giunta regionale, sia stato un comportamento profondamente misurato, in termini di rappresentazione esterna e di contiguità, con il profilo politico non della sua coalizione ma della sua forza politica.
Perché dico questo? Perché tutte le modalità alle quali abbiamo assistito e cui va attribuita la primogenitura del Presidente della Giunta regionale sono state modalità che hanno cercato di accentuare un aspetto culturale, che non esito a definire di discriminazione, ai fini di poter all'esterno sostenere di aver assunto atteggiamenti coerenti con il proprio elettorato, con le proprie aree di opinione, con gli impegni presi in campagna elettorale. E moltissime delle questioni sulle quali si è pronunciato in prima e isolata persona il Presidente della Giunta regionale hanno esattamente un profilo che suona coerente con una cultura politica che riassumerei così: "Prima" e "dopo".
Il "prima" siamo "noi", noi che ci riconosciamo in quella comunità omogenea che può essere di volta in volta la comunità omogenea nazionale prima gli italiani, poi gli altri - noi che ci vediamo accomunati da orientamenti religiosi - quindi prima le strutture che corrispondono a quel tipo di omogeneità su cui si fonderebbe la radice del nostro Paese, quando non dell'Europa; prima "noi", cioè coloro che rispettano le caratteristiche dei comportamenti e degli orientamenti sessuali e affettivi della maggioranza della popolazione; "poi"...
Questa è la cultura che in moltissimi campi la Lega ci propone e che in moltissimi campi la Lega espone sul profilo pubblico.
Perché si aggredisce un aspetto che potrebbe non essere considerato centrale nella determinazione delle decisioni della Regione e sicuramente potrebbe essere considerato marginale rispetto ai molti temi delle pari opportunità di cui un'Assemblea legislativa dovrebbe occuparsi? Certo, se parlassimo del tema del riconoscimento delle famiglie - e in modo particolare del riconoscimento delle coppie omosessuali - mi rendo conto che ben più potente sarebbe la discussione in quest'aula, più significativa la predisposizione di coscienza, culturale, di sensibilità di ciascuno e di ciascuna forza politica. Ma non di questo stiamo parlando: non stiamo parlando delle possibilità di ampliamento delle facoltà di adozione, non stiamo parlando delle istituzioni dei Registri a livello delle anagrafi comunali; ma si vuole comunque accentuare il rifiuto e la distanza su questo evento culturale, perché la cultura è la rappresentazione delle questioni.
La cultura è la visibilità sulla scena pubblica dei soggetti e delle identità. Pertanto, aggredendo il piano culturale, si aggredisce la sostanza delle questioni, cioè il rispetto delle persone, dei loro comportamenti e del loro agire sociale.
su quest'elemento, sul fatto che la cultura molto spesso in questo Paese ha anticipato comportamenti legislativi che sono venuti poi, che si vuole - con il diniego - cominciare a mettere un freno, per dire: "Noi prendiamo le distanze" - prima il "noi" - "Noi veniamo prima e noi deteniamo il potere di decidere chi è incluso e chi è escluso". Questo è il significato culturale e politico di tale scelta. Ovviamente, non posso che condividere l'indignazione e la protesta; non l'umiliazione, perch coloro che si sono resi protagonisti negli anni di quella straordinaria esperienza del cinema non possono essere umiliati da una scelta di così basso profilo quale quella del diniego del patrocinio. Mi unisco, pertanto al coro dell'indignazione e al voto favorevole all'ordine del giorno presentato.
Credo, tuttavia, che anche in quest'aula ci si possa permettere di provare a minimizzare per riuscire a tornare a discutere.
Non mi scandalizzo, quindi, se si è utilizzato un linguaggio tenue per cercare di parlare a quelle orecchie, a quei sentimenti e a quelle culture che anche nella maggioranza possono essere sensibili ai temi che noi proponiamo.
Non mi scandalizzo se si cerca di tenere insieme, usando e anteponendo l'argomento burocratico alla questione sostanziale, purché ne siamo consapevoli, purché si sappia consapevolmente che una parte di questa maggioranza ha significativamente voluto accentuare il proprio profilo politico, costruendo consensi su una logica di discriminazione: oggi s'inizia con la cultura e domani si procede con le questioni di sostanza.
Per questo motivo, invito ad una discussione oggi, ma soprattutto ad una discussione futura, rispetto al tema del pieno rispetto della pari dignità di tutte le persone.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo anche in merito al precedente dialogo con la Giunta regionale, in quanto firmatario di una delle interrogazioni che richiedeva lumi sulla ratio che stava dietro alla negazione del patrocinio.
Naturalmente, condivido l'ordine del giorno presentato, essendomi stupito di questa mancanza così importante ed esemplare, che è proprio quella del patrocinio della Regione, della Giunta regionale, a questo tipo di manifestazione; manifestazione che - come molti colleghi che mi hanno preceduto hanno detto - è di un'importanza estrema in quel settore.
Il primo firmatario dell'ordine del giorno ha evidenziato che è la terza manifestazione, per importanza, in tutto il mondo, con ospiti di un certo calibro e - checché ne dica qualche collega della maggioranza - in realtà non si tratta di stabilire o meno un contributo in termini economici finanziari, rispetto alla stessa.
Questo si evince perfettamente dalla risposta all'interrogazione di cui parlavo.
Non penso che, nell'ottica che stiamo cercando di esprimere e far passare, nessuno possa mettere in dubbio che i colleghi, per quanto in maggioranza, per quanto in opposizione o per quanto in Giunta, comunque rappresentanti di singoli Assessorati, possano essere accusati o additati per il fatto di voler esprimere una sensibilità legittima e non omogenea rispetto a quella che può essere la sensibilità più generale.
Il fatto di avere risposto in questo modo, però, significa che forse si è voluto sfuggire da quella che poteva essere una risposta nel merito, cioè che in questo caso, essendo la Regione, la Giunta in particolare, organo collegiale e rappresentando pro tempore quelli che sono i diritti, intesi in senso lato, di tutti i cittadini piemontesi, non rappresenta la risposta specifica a quella che poteva essere una domanda.
C'è il modo, con questa discussione, con questa eventuale votazione finale, di aggiustare il tiro, quindi dare una valutazione il più possibile ripulita e scevra da indicazioni che possono essere di parte, di partito ideologiche o legate ad un certo tipo di volontà, di rispetto di promesse di tipo elettorale o pre-elettorale.
Ci siamo accorti che l'atmosfera non è delle più pacate e liete all'interno dell'Aula.
Mi auguro che tutti i colleghi possano rispondere, in piena coscienza personalmente, a quella che è una condivisione per dare un segnale importante di rispetto di diritti universali, che, in questo caso, si concretizza nel settore culturale.
Come Gruppo Movimento 5 Stelle dichiaro la votazione positiva all'ordine del giorno, auspicando la più ampia maggioranza e convergenza su questo documento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente Vorrei svolgere due considerazioni: una, nello specifico della concessione del patrocinio; l'altra è una valutazione di carattere generale.
Ha ragione il Consigliere Pedrale, quando sostiene che tecnicamente il patrocinio non è necessariamente connesso al contributo, ma questa è una contraddizione logica in termini.
Nella mia esperienza di Giunta, devo riconoscere che non è mai stato concesso un contributo senza il patrocinio, anche perché è una conseguenza inevitabile. Sembra che vi sia l'effetto senza la causa: ricevo una domanda di partecipazione, decido di partecipare, concedo il mio nome e, di conseguenza, finanzio l'evento.
Qui ci troviamo nella situazione in cui ho deciso di finanziare l'attività, perché mi sta bene, ma non oso dirlo.
Oggettivamente, in politica soprattutto - il Consigliere Vignale lo sa bene - la forma è sostanza; di conseguenza, non si può concedere un contributo e non dare il proprio simbolo in seguito al fatto di aver concesso l'operatività tecnica per l'evento.
Veniamo alle considerazioni generali: guardate colleghi che in realtà la negazione di un patrocinio su un'attività di questo tipo è un precedente pericoloso. Perché venire a negare una delle ultime conquiste sui diritti umani, vuole dire, progressivamente, mettere in luce negativa anche le conquiste precedenti, che vanno dal voto legato al censo, al voto legato alla cultura, ai diritti delle donne e così via.
Oltretutto, in un periodo storico in cui la morale dei nostri vertici nazionali di tutte le parti politiche non rappresenta veramente degli emblemi di moralità, forse una situazione di questo genere sembra voler testimoniare un atteggiamento di rigore che non mi sembra molto lecito.
Oltre al fatto che se ci si vuole appellare agli antichi, a quegli antichi il cui valore cultura e storico è tale da 2.000 anni, ci sono esempi per cui nella storia si vedono grandi personaggi che sono sempre stati caratterizzati da atteggiamenti assolutamente bisessuali: Cesare era motteggiato dai suoi legionari come "marito di tutte le moglie" e "moglie di tutti i mariti". E, come tale, signori, attenzione a voler fare i moralisti in un frangente dove di moralità ve n'è ben poca e in un periodo storico dove siamo capaci veramente di gesti piuttosto oscuri che di grandi ed importanti principi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Qualche collega ha già fatto cenno, nel proprio intervento, a come stanno effettivamente le cose. Tuttavia, visto che è stata citata solamente una parte della risposta che è stata fornita in quest'aula ad un'interrogazione a risposta immediata (articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale), vorrei richiamare anche l'altra parte del testo, perché consentirebbe di comprendere meglio la situazione nella quale ci troviamo.
La collega Quaglia, rispondendo all'interrogazione a risposta immediata (articolo 100 del Regolamento) dei colleghi Cerutti e Biolé, ha precisato che il Festival "Da Sodoma a Hollywood" rientra nel cartellone della Fondazione Museo Nazionale del Cinema, che finanzia diverse iniziative nel settore cinematografico. A questo proposito, è necessario sottolineare che l'Assessorato alla cultura della Regione ha confermato per il 2011 i contributi alla Fondazione, dimostrando, pur nelle forti ristrettezze di bilancio, di voler continuare a sostenerne economicamente le iniziative.
Tutti conosciamo l'ampiezza e l'articolazione di questo cartellone e delle iniziative che fanno capo al Museo del Cinema. In merito alla concessione del patrocinio, si precisa che è prerogativa della Giunta, come ha precisato il Capogruppo Pedrale, di fronte alle richieste, di accordarla o meno.
Questo non significa in alcun modo, qualora ci fosse una richiesta e non venisse accolto il patrocinio, compromettere la libertà di espressione e di manifestare la propria identità, che è stata garantita comunque in questa vicenda sostanzialmente attraverso il sostegno economico a tutte le attività della Fondazione.
Peraltro, mi sono anche documentato telefonicamente - perché oggi pensavo, forse sbagliando, che le discussioni sul precedente disegno di legge interessassero anche parte del pomeriggio - e al momento non risulta alcuna richiesta formale di patrocinio inerente a questa vicenda.
Mi sembra che la sostanza del discorso sia comunque salvaguardata per le considerazioni finora fatte, che peraltro i colleghi interroganti hanno recepito già dal giorno in cui è stata fornita tale risposta (se non erro in una seduta dei primi giorni del mese). Per il resto, devo far rilevare che sui patrocini ci sono ovviamente tutta una serie di cautele. Perch credo che nessun Consigliere dica, a fronte delle migliaia e migliaia di richieste di patrocinio, che bisogna accertarle tutte: occorre valutare di volta in volta tutte le situazioni.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

BOETI Antonino (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

36 anni! 36 anni!



(Commenti del Consigliere Carossa)



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Prima il Consigliere Laus faceva riferimento a iniziative nel corso delle quali ci sono anche raccolte di denaro, che non c'entrano nulla con la vicenda di cui stiamo parlando: voi capite che, in quel caso, il logo della Regione ha una conferma dell'iniziativa molto, molto significativa.
Che, magari, in quel caso era assolutamente pertinente, ma che comunque la prudenza e la difesa della pubblica fede fa sì che quello che è stato scritto in quella lettera, che paradossalmente veniva portata come fosse una lettera oscurantista che non aiuta il volontariato che va a domandare fondi per una nobile causa...
Del resto, riceviamo a casa nostra molte richieste di contributo quotidiano, in quanto abbiamo magari il nominativo e l'indirizzo sull'elenco telefonico. Vi sono molte altre occasioni che sono singolarmente meritevoli di attenzione, ma di fronte alle quali la Giunta regionale si è, in qualche modo, dovuta dare una regola; regola che si è imposta prima, non dopo, né di volta in volta. È una regola che comporta anche un impegno non indifferente di personale e, se del caso, anche l'intervento delle varie Direzioni che esprimono un parere. Credo che il lavoro per la concessione dei patrocini sia svolto con grande scrupolo e con grande impegno.
Per quanto riguarda la sostanza del discorso, indubbiamente quest'anno l'iniziativa è nel cartellone e gode della contribuzione complessiva per tutte le attività del Museo del Cinema da parte della Regione Piemonte.
Capisco formalmente le necessità di distinguersi, ma se vogliamo essere pragmatici e guardare alla sostanza, credo che la questione sia stata assolutamente affrontata in modo accettabile. Altre saranno le occasioni per discutere di questioni di tipo etico o di quant'altro, che, a mio avviso, non sono ovviamente riferite alla casistica, perché, come ripeto la casistica non rileva una domanda di patrocinio a fronte della quale si è ricevuta una risposta negativa da parte della Giunta.



PRESIDENTE

A questo punto dobbiamo procedere alla votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo soltanto che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Mi associo al Capogruppo Pedrale nel chiedere la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Abbiamo due richieste di votazione per appello nominale.
Ai sensi dell'articolo 74 del Regolamento interno del Consiglio regionale, 13 Consiglieri regionali, fra cui alcuni Capigruppo (quindi abbondantemente oltre il sesto richiesto dal Regolamento) hanno chiesto che la votazione dell'ordine del giorno n. 270 avvenga per scrutinio segreto.
Adesso abbiamo il solito problema dell'interpretazione del Regolamento nel senso che...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi, voglio finire.
Chiedo scusa, Consigliere Carossa, lei non ha la parola! Scusate, siccome...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola è del Presidente, quindi prego l'Aula di ascoltare! Grazie.
In ordine all'applicazione dell'articolo n. 74, è evidente che in ben due commi sono chiari gli obblighi e i divieti. Fin qui, mi seguite? Nell'obbligo, ad esempio, l'articolo 74, dice che bisogna sempre procedere con la votazione segreta quando parla di persone.
Poi, ci sono invece dei divieti. Per quanto riguarda i divieti, l'articolo 74 dice che non si può procedere con lo scrutinio segreto, in quanto è sempre escluso, per l'approvazione dei singoli articoli e per il voto finale delle leggi.
evidente che siamo nel campo fuori dagli obblighi e fuori dai divieti, perché vi è una richiesta di un sesto dei Consiglieri (peraltro abbondante, perché un sesto equivale a dieci Consiglieri e su questo non possiamo che essere d'accordo, mentre sono 13 i richiedenti) di procedere per votazione segreta.
Inoltre, abbiamo una richiesta di votazione per appello nominale formulata da due Presidenti di Gruppo, che rappresentano rispettivamente 22 e 12 Consiglieri.
Conseguentemente, essendo fuori dal campo sia degli obblighi che dei divieti...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Se si è fuori da un campo d'obbligo e un campo del divieto, avendo due richieste distinte dall'Aula, è evidente che la Presidenza non può che orientarsi ad assecondare la maggiore richiesta, perché non si può fare diversamente.
Se qualcuno vuole prendere la parola e spiegare che si può fare diversamente, io sono lieto...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora, siccome siamo fuori dal campo degli obblighi e dei divieti, su cui non si può discutere, perché se si trattasse di una persona bisognerebbe votare con lo scrutinio segreto e se stessimo votando degli articoli di una legge o l'intero testo, non potremmo applicare il voto segreto, perché addirittura è vietato dal Regolamento.
Abbiamo due richieste distinte: una da parte di 13 Consiglieri regionali che chiedono di procedere con la votazione segreta; l'altra da parte di due Presidenti di Gruppo, che rappresentano 34 Consiglieri regionali.
Essendo il Gruppo del Presidente Pedrale composto da 22 Consiglieri regionali e il Gruppo del Presidente Carossa composto da 12 Consiglieri regionali, ed essendo palesemente fuori dall'obbligo e dal divieto, è evidente che non potendo procedere contemporaneamente o in successione sia alla votazione palese che alla votazione segreta, la Presidenza non può che assecondare la maggiore richiesta proveniente dall'Aula.
Se qualcuno è in disaccordo...



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, in buona sostanza, siamo fuori dall'obbligo e siamo fuori dal divieto. Siamo nella fattispecie dove un sesto dei Consiglieri chiedono di procedere per votazione segreta.
In contemporanea, vi è un'ulteriore richiesta da parte di due Presidenti di Gruppo che rappresentano complessivamente 34 Consiglieri regionali che chiedono di procedere con la votazione per appello nominale.
evidente a tutti che non si può procedere con l'una e l'altra modalità. O si vota in segreto o si vota per appello nominale.
Allora, non potendo dirimere diversamente (a parere della Presidenza però sono qui ad ascoltare e non è facile), la Presidenza non può che assecondare la richiesta che proviene dal maggior numero di Consiglieri perché 34 Consiglieri intendono procedere con l'appello nominale e 13 Consiglieri intendono procedere con lo scrutinio segreto.
Se c'è disaccordo o un ulteriore interpretazione, me lo si dica e ne discutiamo.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Questo è uno di quei casi nel quale il Regolamento va interpretato secondo la ratio con cui è stato scritto.
Se il Regolamento dà la possibilità ad un sesto dei Consiglieri di fare una richiesta, poiché quella percentuale è sicuramente minoritaria rispetto al totale, si vuol superare il principio della maggioranza, con quell'articolato, e stabilire che è sufficiente, in un caso del genere anche un numero - sia pure minoritario - se lo chiede, proprio nel rispetto delle minoranze che stiamo invocando da tanto tempo e a cui so che lei è sensibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Oltre alle considerazioni del Consigliere Buquicchio, che condivido vorrei aggiungerne un'altra alla sua attenzione e alla sua valutazione.
Dovrebbe premiare la richiesta presentata per prima, perché noi abbiamo depositato la richiesta di scrutinio segreto prima che i colleghi Pedrale e Carossa avanzassero la richiesta d'appello nominale.
Peraltro, la inviterei a leggere con molta attenzione il secondo comma dell'articolo n. 74 del Regolamento del Consiglio regionale, perché è vero che siamo fuori dal piano degli obblighi e dei diritti, ma la formulazione del secondo comma è molto chiara: "Lo scrutinio segreto si effettua anche quando lo richiede un sesto dei Consiglieri assegnati". Ciò significa che un sesto dei Consiglieri regionali hanno il potere di chiedere lo scrutinio segreto e lo si effettua! Presidente, secondo me, l'italiano non è un'opinione.
Poi, capisco l'imbarazzo dei colleghi Capigruppo della maggioranza, ma tanto l'imbarazzo dei colleghi Capigruppo della maggioranza indipendentemente da come andrà la votazione, è stato reso evidente da quello che è avvenuto in aula! Un Consigliere regionale del Gruppo del PdL ha abbandonato l'Aula, definendovi un "gruppo di cialtroni"! Il Presidente del Gruppo regionale del Popolo della Libertà è intervenuto in aula per stoppare l'intervento di un proprio collega di Gruppo! Nell'imbarazzo ci siete dentro comunque, cari colleghi della maggioranza! Invito il Presidente del Consiglio regionale...



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Invito il Presidente del Consiglio regionale...
Guardate, tanto oggi...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ascoltiamo, perché dobbiamo chiarire.
Continui, prego.



RESCHIGNA Aldo

Se non sono interrotto, finisco anche molto velocemente.
Anzitutto, invito il Presidente del Consiglio regionale a leggere con molta attenzione l'articolo n. 74, perché la possibilità di richiedere la votazione per scrutinio segreto non è una discrezionalità, ma è una prerogativa.
In secondo luogo, non abbiamo presentato quest'ordine del giorno per cercare di insinuarci all'interno della maggioranza. Noi l'abbiamo presentato per una questione di merito. Siete voi che vi siete "incasinati" da soli, cari colleghi! Se oggi la scampate, domani ci cascherete un'altra volta, perché è talmente evidente la vostra condizione!



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Grazie, colleghi. I dissensi non fanno altro che confermare la mia tesi! Grazie.



PRESIDENTE

Il suo intervento non fa una grinza. Però, anche il comma uno è altrettanto chiaro, quindi non è così facile come sembra.
Quindi richiamo l'attenzione dell'Aula, perché anche il comma uno parla in indicativo presente. Lo leggiamo insieme: "Le votazioni possono avvenire con voto palese o a scrutinio segreto. Qualora lo richiedano tre Consiglieri o un Presidente di Gruppo" - lo hanno chiesto in due - "anche verbalmente e prima dell'inizio della votazione, il voto palese deve essere espresso per appello nominale". Poi, il comma due, esattamente come lei dice, dice un'altra cosa, in altra fattispecie. Il problema è che abbiamo le due fattispecie in contemporanea.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Darò la parola tutti coloro che la chiedono, però pongo una condizione: permettetemi, anche perché purtroppo o per fortuna sono io che devo scegliere, di ascoltare tutti con attenzione.
Quindi, adesso è iscritto a parlare il collega Burzi.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Oggi siamo ad aprile e mi pare che sia passato il primo anno dei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Vedo degli attimi di perplessità: qualcuno pensa che sia fuori tema? Stavo parlando dell'Unità d'Italia e ho pensato che qualcuno immaginasse che io fossi fuori tema e immaginando l'obiezione avrei detto: che cosa c'è di strano? Abbiamo parlato tutto il giorno di una cosa assolutamente fuori tema. E mi permetto di dirlo, perché se qualcuno ha dei dubbi e crede che io dia ragione al collega Placido, credo che francamente... Poi le dimostrazioni di grande affetto che il collega Placido ha avuto nei riguardi di alcuni colleghi del mio partito, questo ad adiuvandum.
Sono solo stupito del modo con cui una parte del centrosinistra oggi si appella al Regolamento, e mi aspettavo che il Consigliere Gariglio insorgesse. L'autorevole Presidente di Gruppo Buquicchio ha detto che il Regolamento, nella sua interpretazione, non intercetta la volontà del legislatore.
Allora dobbiamo metterci d'accordo, perché nell'ultima Commissione per il Regolamento cui ho avuto la sfortuna di partecipare sono stato subissato a partire dall'ex Presidente Gariglio - per nulla rimpianto - su come evidentemente le leggi non si interpretano, ma si leggono. Poi, non più tardi di una successiva riunione di Gruppo, ho provato a dissentire dal Presidente del Consiglio e sono stato autorevolmente "cazziato" - non da lei, Presidente, perché a lei avrei replicato, non abbia timori - dicendo che quando parla il Presidente del Consiglio nessuno più di lui autorevolmente può interpretare il nostro Regolamento.
Siccome sono tra coloro che ipotizza per una questione di coscienza che oggi è l'unica cosa assente da quest'Aula, che non c'entra nulla checché ne dica il collega Placido - e siccome è una mera ed inutile questione preliminare e burocratica - e secondo me la Presidenza avrebbe fatto bene ad evitare di farci perdere tempo, ma non è grave perché avremmo trovato un altro modo per perderlo - procediamo con questo voto segreto respingiamo l'ordine del giorno e, se possibile, andiamo avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Voglio essere brevissimo, visto che si è già perso troppo tempo e ho già espresso che siamo contrari, perché proceduralmente e strumentalmente questo ordine del giorno è stato presentato senza alcuna altra finalità e non per un problema di coscienza.
Volevo rimandare al mittente, cioè al Presidente Reschigna, le considerazioni sul nostro Gruppo. Il nostro Gruppo è un gruppo complesso molto numeroso, anche vivace, ma non è fatto da cialtroni. Questo glielo posso garantire! Lei da qualche seduta sta cercando di infangare il mio Gruppo, il quale per quanto vivace sia, io comunque intendo tutelare e difendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Non intervengo e non do un risvolto alla situazione di natura politica.
Mi soffermo esclusivamente dal punto di vista regolamentare sulla modalità del voto, perché è fondamentale e riguarda il futuro anche dell'azione del Consiglio. Quindi, in questo caso mi preme che ci sia un po' di chiarezza.
Innanzitutto se si legge l'articolo 74, per quella che è la mia valutazione, non ci sono modalità di interpretazione. Dal mio punto di vista, Presidente, questo è un classico caso in cui non ci sono forme di interpretazione dell'articolato, perché è netto e chiaro. Quindi, in questo caso il suo ruolo, Presidente, che in tante occasioni è fondamentale, credo non si possa esimere da una scelta netta e chiara.
Mi spiego meglio: nel caso in cui ci sia il voto palese, è sufficiente per richiedere l'appello nominale la presenza e la richiesta di tre Consiglieri con Presidente di Gruppo. Nel caso in cui invece - e il comma 2 è tassativo - si richieda l'appello nominale, innanzitutto anche...



PRESIDENTE

Colleghi, siamo in una situazione di difficoltà da cui dobbiamo uscire.
Credo che chi chiede la parola abbia diritto di essere ascoltato.
State tranquilli che il Presidente alla fine decide, ma devo essere messo in condizione di ascoltare coloro i quali parlano.



STARA Andrea

Innanzitutto nel rispetto del principio generale dello scrutinio segreto.
Scusate, ma lo scrutinio segreto, Presidente, per che cosa è stato inserito? La motivazione per cui è stato inserito lo scrutinio segreto qual è? La motivazione è semplice: liberare dalle pressioni di partito il rispetto del mandato nei confronti degli elettori. Quindi, è sufficiente in un contesto di Aula - e l'articolo al comma 2 lo dichiara in maniera esplicita - che un sesto dei Consiglieri ponga la questione, ma non è in contrapposizione o in maggioranza o in minoranza rispetto al voto palese.
Il comma 1 chiude il voto palese, dicendo che in caso di voto palese è sufficiente la presenza di 3 Consiglieri per ottenere l'appello nominale.
Si apre il capitolo due che riguarda l'argomento del voto a scrutinio segreto. Quello è il tema, cioè il voto a scrutinio segreto, che si adotta non solo in quest'aula ma anche in Parlamento - e lei Presidente dovrebbe saperlo - tramite lo stesso ragionamento che c'è in ogni istituto di tipo democratico con assemblea come il Parlamento o il Consiglio comunale. Non si trova un solo esempio di istituto parlamentare, istituzionale o comunale in tutta Italia in cui il ragionamento dello scrutinio segreto non segua questo criterio e questa ratio, al di là del numero. Nel nostro caso è indicato un sesto, ma può essere che in Parlamento o in altre parti ci sia un'altra maggioranza.
Quindi, le chiedo, Presidente, non di interpretare il regolamento, ma di applicarlo. Non mi interessa la questione singola oggi, per cui ognuno si espliciterà politicamente, ma mi interessa il rispetto del regolamento che vale per il futuro e mi appello anche alla riunione dei Capigruppo che abbiamo fatto in passato, nella quale abbiamo anche chiarito la modalità dello scrutinio segreto, cioè non la consegna, qualora lo si richiedesse delle schede dai singoli banchi, ma il voto dietro al quadro per garantire l'effettivo rispetto del mandato per cui ognuno è stato eletto in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Quello che lei dice è giusto, però lei deve essere altrettanto oggettivo sulla questione non interpretativa, ma semplicemente di lettura del comma 1, dove si dice che il voto palese deve essere espresso per appello nominale.
Detto questo, sappia che in caso procedessimo con il voto segreto, non ci sarà né urna né scheda né colonna, perché come lei sa abbiamo un procedimento di voto segreto elettronico e che quando non si tratta di voto su una persona, procediamo in questo senso.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Se avevo qualche dubbio che potessimo procedere con il voto segreto l'intervento del Consigliere Stara me li ha proprio tolti tutti, perché mi ha dato quello che si chiama un assist, cioè l'interpretazione che questo voto segreto è stato introdotto per liberare i Consiglieri dalle pressioni che potrebbero ricevere o dall'esprimersi secondo coscienza.
Non c'è cosa più bella al mondo, quando uno ha una coscienza e vuole esprimere i suoi contenuti, di poterli dire.
Pertanto, chiaramente sposo completamente l'intervento che ha fatto il Consigliere Burzi, perché qui non ci sono questioni di coscienza o esami da superare. Sono quarant'anni che superiamo questi esami.
Per quello che riguarda le procedure, abbiamo sentito l'intervento del Vicepresidente della Giunta; abbiamo riletto due volte la risposta dell'Assessore Quaglia, ci siamo anche consultati a fondo - come Consiglieri regionali di maggioranza - e alcuni facevano notare (ho vicino a me, per esempio, la Consigliera Costa) che se ad un certo punto ravvisiamo una situazione nella quale il contributo è stato dato l'iniziativa si fa. Si è detto che quest'iniziativa verrà continuata e non possiamo non vedere che in questo momento, comprensibilmente, non si stupisce nessuno. Certamente ho detto al collega Placido che queste questioni sono dei valori non negoziabili, ma non è questo l'argomento di questa sera. L'argomento di questa sera è che, a fronte di una situazione nella quale il patrocinio non è stato chiesto, l'iniziativa si fa e si è detto che si continuerà a farla.
Non abbiamo quindi degli esami da superare; così come ho detto in altre circostanze, siamo cresciuti e siamo riconoscibili; quando ci sarà qualcosa da difendere lo difenderemo, anche a costo dell'impopolarità. Guardate che poi alla fine c'è una grande questione dirimente: che su questi temi è poi sempre l'elettorato a decidere per ultimo. Sono state prese delle iniziative che sono state qui illustrate; l'elettorato - e siamo ai margini di un'elezione molto importante - deciderà se l'interpretazione di libertà che noi abbiamo dato sarà stata capita o se non sarà stata capita. Noi l'abbiamo capita e siamo favorevolissimi ad esprimere il voto segreto perché sentiamo di non avere rubato la marmellata, né che ci siano questioni di coscienza: esiste una questione procedurale.
Lo dico guardando i miei carissimi amici - che sono un po' le mie anime, le anime di una vita - che sono vicini a me: noi non abbiamo rubato la marmellata e saremo dalla parte della libertà quanto questa verrà messa in discussione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.45 riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i signori Consiglieri di prendere posto, grazie; in particolare i membri dell'Ufficio di Presidenza che dovrebbero aiutare.
Ho ascoltato tutti gli interventi che si sono svolti e innanzitutto desidero ringraziare coloro i quali hanno portato un loro contributo perché in effetti non si tratta di una questione facile. Non è un caso che in questa fattispecie...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Stavo dicendo che ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti perch questa non è una situazione facile da dirimere, in quanto la Presidenza è convinta - mi sono anche confrontato con l'Ufficio di Presidenza - che la lettura dell'articolo 74, con la successione dei commi 1 e 2, essendo fuori dagli obblighi e dai divieti evidentemente è difficile da interpretare perché ci sono una serie di logiche, sia regolamentari sia politiche.
Mi spiego meglio: è evidente che la richiesta di voto a scrutinio segreto è stata depositata precedentemente, perché tale richiesta non pu che essere depositata per iscritto; la richiesta di scrutinio palese è invece stata fatta successivamente perché tale richiesta, di prassi, viene fatta oralmente nell'attimo precedente al voto.
evidente, allora, che per uscire da questa situazione abbiamo una serie di valutazioni in cui ovviamente l'aspetto temporale - almeno per quanto mi riguarda - è ininfluente; è evidente, infatti, che se una richiesta scritta dev'essere depositata, come tale non potrà che essere ragionevolmente e statisticamente depositata prima di una richiesta verbale, che di norma viene effettuata precedentemente al voto.
Allora occorre valutare l'aspetto della "maggior richiesta", cosa che però comporta un risvolto non del tutto irrilevante: se una maggioranza intendo maggioranza di Consiglieri, non necessariamente maggioranza politica - chiede sempre il voto palese, successivamente o in contemporanea della richiesta di un voto segreto, di fatto, s'impedirebbe sempre la potestà dei Consiglieri regionali di richiedere il voto segreto, fuori degli obblighi. Fin qua ci siamo? altrettanto vero che, viceversa, una minoranza di Consiglieri che qualora ci fosse la richiesta di voto palese, immediatamente depositino la richiesta di voto segreto impedirebbe qualsiasi forma di voto palese quando questa non sia obbligatoria. Fin qui siamo d'accordo? Benissimo.
Ho anche ascoltato una serie di interventi, anche di apertura, e siccome da un lato il principio generale dello Statuto e del nuovo Regolamento è quello della tutela delle minoranze, e dall'altro credo che sarebbe un vulnus impedire il voto segreto richiesto, la Presidenza intende procedere per voto segreto mediante procedimento elettronico.
Detto questo, è evidente - e ne abbiamo già una domani - che intendo approfondire questo aspetto in sede di Giunta per il Regolamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

A questo punto, andiamo avanti. Se la sua interpretazione, Presidente è quella del voto segreto, procediamo in questo senso.
Noi ribadiamo il nostro voto contrario a questo ordine del giorno sulla linea anche di quanto espresso dalla Giunta regionale attraverso il Vicepresidente Cavallera. Ne approfitto però, nel contempo, per chiedere la sospensione dei lavori dell'Aula solo di cinque minuti.



(Commenti e proteste in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Presidente, contesto la sua interpretazione. Lo dico molto chiaramente: abbiamo perso ore ed ore per discutere sull'interpretazione dei commi 6 e 7 dell'articolo 84 e ho visto Consiglieri che hanno scritto quest'articolo e questi commi arrampicarsi sui vetri per cercare di distinguere le parole.
Adesso, dopo dieci minuti, avete deciso - lei e l'Ufficio di Presidenza riuniti intorno alla sua sedia. Si tratta di due pesi e due misure e su questo non sono d'accordo, Presidente, veramente! Non è, infatti, possibile che io abbia visto proprio lei, collega Gariglio, che era il Presidente di quest'Assemblea, arrampicarsi sui vetri in Commissione e in Giunta per il Regolamento per scrivere i distinguo sulla parola o meno; e adesso invece l'interpretazione viene data dopo cinque minuti...
Ritengo che non sia assolutamente corretto.



PRESIDENTE

La ringrazio comunque per aver espresso il dissenso in un modo chiaro.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Volevo fare la dichiarazione di voto ma a questo punto preferisco che si proceda con il voto segreto, cosa che peraltro, Presidente, ritengo invece giusta e corretta nella scelta tecnica e anche, se vogliamo politica: si trattava infatti di una richiesta della minoranza. Credo tra l'altro che il voto segreto - al di là di quali siano le minoranze (o anche le maggioranze) che lo chiedono - debba essere concesso ogni qualvolta non sia evidentemente fatto a fini dilatori.
Volevo fare quindi una dichiarazione di voto in un certo senso; non la faccio e dichiaro invece di apprezzare la scelta della Presidenza nel merito della modalità di voto.



PRESIDENTE

Allora, intendo adesso procedere al voto come abbiamo detto.
L'ordine del giorno verrà posto in votazione: ovviamente chi vota sì lo condivide e chi vota no o si astiene esprime un voto di diniego. Richiamo alla vostra attenzione che il voto segreto avverrà per tramite di procedimento elettronico.
Ricordo all'Aula che questo voto segreto, tramite procedimento elettronico, è assolutamente un voto sicuro e irrintracciabile, così come con la scheda, la votazione del singolo Consigliere.
Poiché sono pervenuti alla Presidenza dei dubbi (sembra quasi che vi sia una doppia contabilità), si sappia che la macchina è disattivata; il "geografico" rimarrà spento, rimarrà solamente il cosiddetto "analitico" dove comparirà il numero dei Consiglieri presenti, dei voti espressi a favore, contrari o astenuti, od eventualmente di Consiglieri che daranno la presenza e che non intenderanno esercitare il voto.
Indìco la votazione a scrutinio segreto sull'ordine del giorno n. 270, il cui testo recita: "Considerato che il Torino Gay &Lesbian Film Festival, giunto ormai alla sua 26° edizione è il principale evento cinematografico tematico dedicato alla cultura omosessuale in Italia, riconosciuto anche a livello internazionale, tanto da avere attratto, solo l'anno scorso, circa 40 mila spettatori da tutto il mondo.
Rilevato che la Regione Piemonte ha sempre concesso il patrocinio a tale Festival in tutte le passate edizioni, così come gli altri Enti locali e che, invece non l'ha concesso per quest'anno.
Impegna la Giunta regionale affinché non faccia mancare il patrocinio dell'Amministrazione regionale al Torino Gay &Lesbian Film Festival".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 51 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri hanno votato NO 20 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Informazione

Esame proposta di legge n. 110, inerente a "Intervento a sostegno della realizzazione dei servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e aperti" (ordine del giorno n. 370 collegato)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 110, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Questa proposta di legge è stata licenziata all'unanimità dalla VI Commissione, il 13 aprile.
Sono relatori i Consiglieri Marinello e Placido.
Diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, Egregi Consiglieri al fine di consentire al maggior numero possibile di cittadini di utilizzare Internet, anche attraverso la diffusione delle interconnessioni digitali e la loro connessione gratuita, è oggi all'esame dell'Aula la proposta di legge in oggetto.
La 'cittadinanza digitale' è ormai uno dei diritti fondamentali della persona, come già riconosciuto nelle dichiarazioni del Parlamento europeo e del Consiglio europeo: infatti, la rete non costituisce solo uno strumento di comunicazione, ma è anche una delle principali fonti di conoscenza.
Pertanto, una fruizione non paritetica comporta, nella collettività, una discriminazione sul piano sociale, culturale ed economico.
Il rimuovere gli ostacoli che non permettono ai cittadini di utilizzare i canali informativi e conoscitivi on line è, infatti, condizione indispensabile per favorire lo sviluppo e la crescita culturale.
Occorre, quindi, porre in essere azioni per l'abbattimento del divario di dotazioni organiche tra le diverse aree territoriali (digital divide), che costituisce un rischio per la competitività delle zone escluse dall'utilizzo dalle nuove tecnologie e, in particolare, da Internet nei confronti delle altre e getta in una sorta di 'apartheid culturale' coloro che vi abitano.
Pertanto, è fondamentale che la Regione prosegua nello sviluppo delle reti/infrastrutture di telecomunicazioni, favorendo, in particolare, i servizi di accesso Wi-Fi per consentire il collegamento ad Internet senza i vincoli e i costi imposti dal cablaggio.
La Regione è, infatti, competente a legiferare nel settore delle comunicazioni elettroniche, il quale rientra nella materia 'ordinamento della comunicazione', attribuita dall'articolo 117 della Costituzione alla potestà legislativa concorrente: detta materia ricomprende, al suo interno la 'comunicazione di interesse regionale', ivi compresa 'l'emittenza in ambito regionale' e la 'promozione in ambito regionale dello sviluppo delle comunicazioni elettroniche'.
Wi-Fi è la rivoluzionaria tecnologia senza fili, in grado di trasferire dati ad alta velocità, sfruttando un segnale basato su onde radio. Il servizio può essere utilizzato dall'utente con proprie apparecchiature portatili (PC, telefonini, smartphone, palmari, ecc.) compatibili e dotate di scheda wireless certificata dal marchio Wi-Fi, opportunamente configurate.
Oltre al vantaggio di condividere da più PC i servizi ADSL (circa 100 utenze contemporanee), il Wi-Fi si presenta come pratica alternativa e/o estensione alla tradizionale Intranet aziendale; collegando più Access Point, tramite roaming, possono infatti essere coperte vaste aree territoriali (come un intero complesso residenziale).
Occorre ricordare che, per motivi di sicurezza legati a norme antiterrorismo, nel 2006 è entrato in vigore il decreto 27 luglio 2005, n.
144 'Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale' convertito in legge 31 luglio 2005, n. 155, noto come Decreto Pisanu, con il quale si prevede l'obbligo da parte dell'utente di registrarsi presso il gestore stesso con i propri dati anagrafici riportati su un documento d'identità.
Tale norma ha determinato, di fatto, una forte barriera alla diffusione della tecnologia Wi-Fi in Italia, rispetto ad altri Paesi europei ed esteri in cui l'accesso Wi-Fi era invece pienamente liberalizzato.
Tale situazione è cambiata a partire dal 1 gennaio 2011, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto Milleproroghe (Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 225), con il quale il Governo ha deciso di abolire gli obblighi del Decreto Pisanu che dal 2005 hanno fortemente condizionato la diffusione del Wi-Fi pubblico.
Quindi, viene eliminato l'obbligo di identificazione degli utenti ed il monitoraggio delle connessioni da questi effettuate; tutti gli esercizi commerciali o circoli privati che non hanno come attività principale la fornitura al pubblico dell'accesso ad Internet sono ora esonerati dal richiedere l'autorizzazione in Questura: tale obbligo rimane soltanto per gli Internet Point.
Proprio in considerazione di tale recente modifica normativa, la VI Commissione, nella stesura dell'articolato, ha cassato l'articolo 4 della proposta di legge n. 110 che, per quanto riguardava le modalità di attivazione e fruizione dei servizi di accesso Wi-Fi gratuito, faceva riferimento al decreto legge n. 144 del 27 luglio 2005, convertito nella legge 155/2005.
La VI Commissione, al fine di approfondire le tematiche connesse alla proposta di legge, ha svolto, il 24 marzo 2011, ampie consultazioni, che hanno visto la fattiva partecipazione dei soggetti intervenuti, quali CSI Piemonte, il Centro Studi Informatica Giuridica di Ivrea - Torino, il Centro Nexa, l'Università degli Studi Torino, il Consorzio TO PIX, il CSP Innovazione ITC, il Codice Edizioni S.r.l., il Centro Studi Informatica Giuridica di Ivrea - Torino, l'IRES - Piemonte (Istituto di Ricerca Economico e Sociale) e il Politecnico di Torino.
In data 8 aprile, la I Commissione ha esaminato, in sede consultiva, il testo della proposta di legge ed ha espresso, all'unanimità dei Consiglieri presenti, parere favorevole, riscrivendo la norma finanziaria, senza tuttavia cambiare gli importi.
Alla consultazione è quindi seguito, il 12 aprile u.s., un incontro informale, cui hanno partecipato, oltre ai componenti della VI Commissione gli stessi consultati, nel corso del quale sono state ulteriormente approfondite le questioni legate, in particolare, alla definizione di Wi-Fi e all'opportunità di prevedere l'ausilio di un gruppo di esperti in materia per la stesura del regolamento di attuazione.
Il 13 aprile 2011, facendo seguito all'incontro sopra citato, la VI Commissione ha quindi introdotto alcune modifiche al testo, che non hanno comportato ricadute sulla norma finanziaria, tese ad aggiungere all'articolo 1, comma 1, dopo la parola 'gratuito', le parole 'e aperto'.
La proposta di modifica è stata accolta all'unanimità e, per coordinamento è stata apportata anche al titolo e all'articolo 2.
Al comma 1 dell'articolo 1 è stato aggiunto il comma 1 bis, che definisce il termine Wi-Fi.
Infine, all'articolo 3, comma 1, dopo le parole 'La Giunta regionale', sono state aggiunte le parole 'anche avvalendosi di esperti in materia'. Anche queste proposte di modifica sono state accolte all'unanimità.
La proposta di legge è stata quindi licenziata all'unanimità dei presenti.
L'articolato consta di 4 articoli, di cui il primo riguarda finalità ed oggetto: la Regione, infatti, promuove l'impiego delle nuove tecnologie alternative alla trasmissione su cavo attraverso la realizzazione di servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e aperti sul territorio regionale operando anche in cooperazione con altre istituzioni nonché favorendo il raccordo tra soggetti, anche istituzionali, per la condivisione di dati informazioni e servizi attraverso l'uso di tecnologia Wi-Fi.
L'articolo 2 riguarda le funzioni della Regione, che eroga contributi o voucher ai soggetti che offrono a terzi un servizio di accesso Wi-Fi nonché con l'installazione di access point pubblici ad accesso gratuito presso ogni sede della Regione; viene promossa, inoltre, attività di informazione e di sensibilizzazione dirette a diffondere la conoscenza dei servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e ad incentivarne l'utilizzo.
L'articolo 3 demanda al regolamento di attuazione della Giunta regionale elaborato avvalendosi di esperti in materia i criteri e le modalità per l'erogazione dei contributi e dei voucher, il raccordo delle infrastrutture esistenti ed eventuali loro valorizzazione e completamento, nonché gli aspetti di dettaglio relativi alle modalità per la presentazione delle domande per la concessione dei contributi e dei voucher, per la localizzazione degli access point presso le sedi della Regione, per l'accesso gratuito alla rete, nonché per lo svolgimento delle attività di informazione e dei percorsi formativi.
Nell'ambito dell'attività di controllo, la Giunta regionale disciplina inoltre, i casi di decadenza e revoca dei contributi e dei voucher nonché i criteri per lo svolgimento dell'attività di verifica e monitoraggio.
L'articolo 4, riguardante la norma finanziaria, stanzia per l'anno in corso 750.000,00 euro. Per il biennio 2012-2013 si provvede con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Se non ci sono richieste d'intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Placido e Pentenero: Al comma 1 dell'articolo 2 della proposta di legge n. 110, dopo la lettera a) è seguita la seguente: "a) bis eroga contributi agli Enti pubblici, singoli o associati prioritariamente se situati in zone a bassa diffusione di banda larga, per l'installazione di hot spot Wi-Fi nei luoghi pubblici;".
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Placido: Al comma 2, dopo le parole "previsti da norme comunitarie, statali e regionali", aggiungere le parole "nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato".
Il Consigliere Placido li dà per illustrati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
C'è ora un ordine del giorno collegato, presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, il n. 370, che deve essere illustrato e votato precedentemente al voto sull'intero testo della proposta di legge.
L'ordine del giorno ha come oggetto "Criticità della legislazione nazionale in itinere in merito agli intenti espressi dal comma 1 articolo 1 della proposta di legge n. 110".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, abbiamo discusso e votato all'unanimità questa proposta di legge in sede di Commissione.
In questo momento, è in discussione, a livello nazionale, il Regolamento attuativo del decreto legislativo n. 198, che introduce delle limitazioni sui requisiti dei soggetti che si occupano di installazione allacciamento e collaudo di apparati di rete, garantendo sì la sicurezza ma ponendo al di fuori dei requisiti di legge, di fatto, la maggior parte degli impianti che sono stati finora installati.
In questo ordine del giorno chiediamo che la Giunta si adoperi presso il Governo nazionale al fine di suggerire una revisione di questo Regolamento, che andrebbe nella direzione opposta rispetto a quella che è la ratio che ha voluto l'abolizione della registrazione obbligatoria degli utenti a livello nazionale e della stesura e votazione unanime di questo proposta di legge.
Sarebbe dunque un Regolamento a livello nazionale che va nella direzione opposta rispetto a quanto auspichiamo con la votazione unanime così com'è avvenuto in Commissione, di questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Giordano, per esprimere il parere della Giunta regionale; ne ha facoltà.



GIORDANO Massimo, Assessore alla tecnologia delle comunicazioni

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale esprime parere favorevole all'ordine del giorno n.
370 collegato alla proposta di legge n. 110.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di relatore; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 370, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto che Il D.L. 225 del 29 dicembre 2010 (decreto milleproroghe) al comma 19 dell'articolo 2 elimina l'obbligo di licenza per l'offerta del servizio di internet senza fili per gli esercizi che mettono a disposizione l'accesso al web come servizio accessorio (mantenendola di fatto obbligatoria per gli "internet point" fino al 31 dicembre 2011) lo stesso decreto di fatto abroga le disposizioni per l'identificazione degli utenti, il monitoraggio delle operazioni e l'archiviazione dei dati consentendo un libero accesso agli hot spot wireless il progetto di legge 110, approvato all'unanimità dalla competente commissione consiliare, incentiva con diversi strumenti l'accesso internet WI_FI gratuito e aperto, al fine di favorire la parità di accesso alle informazioni e alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nonché di rimuovere gli ostacoli che limitano la conoscenza e determinano una discriminazione sul piano sociale, economico e culturale (art. 1 comma 1) il regolamento attuativo del D.L. 198 del 26 ottobre 2010, in fase di approvazione presso il Consiglio dei Ministri, introduce parecchie limitazioni sui requisiti dei soggetti che si occupano di installazione allacciamento e collaudo di "apparati di rete" (tra cui anche gli apparecchi hot spot wireless), garantendo la sicurezza sia in termini sanitari che in termini di prestazioni tecniche di tali impianti, ma ponendo al di fuori dei requisiti di legge la maggior parte degli impianti finora installati considerato che è ormai unanimemente riconosciuta l'importanza dell'accesso a internet per tutti i cittadini, al fine di giungere al riconoscimento universale del diritto alla cittadinanza digitale per nascita gli organi legislativi di ogni livello si devono adoperare con tutti i mezzi a propria disposizione per eliminare ogni ostacolo al pieno godimento del diritto di cui sopra il comma 19 dell'articolo 2 del D.L. 225 e la proposta di legge 110 sono espressamente stati redatti con gli intenti sopra indicati l'eventuale approvazione del regolamento attuativo del D.L. 198 del 26 ottobre 2010 così come redatto avrebbe effetti integralmente opposti rispetto agli intenti del citato articolo 2 del D.L. 225 e della proposta di legge regionale 110, creando forti ostacoli alla diffusione dell'accesso libero e aperto alla rete internet tramite hot spot wireless impegna la Giunta regionale ad adoperarsi presso il governo nazionale al fine di suggerire una revisione del regolamento attuativo citato, in modo che gli effetti dello stesso possano garantire la sicurezza delle installazioni di apparecchi di rete senza pregiudicare la diffusione dell'accesso libero e aperto ai numerosi hot spot wireless già presenti sul territorio piemontese, come su tutto il territorio nazionale, nell'ottica del raggiungimento del diritto alla cittadinanza digitale".
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame disegno di legge n. 111, inerente a "Disposizioni di adeguamento al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4/3 2009, n. 15, in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni) e alla legge 30 luglio 2010 n. 122 (Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), in materia di organizzazione e contenimento della spesa del personale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 111, inerente a "Disposizioni di adeguamento al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4/3 2009, n. 15, in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni) e alla legge 30 luglio 2010 n. 122 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), in materia di organizzazione e contenimento della spesa del personale", di cui al punto 6) all'o.d.g.
presente il Vicepresidente della Giunta regionale Ugo Cavallera mentre è assente l'Assessore competente.
Se il relatore Botta Franco Maria concorda, possiamo dare per letta la relazione introduttiva, il cui testo recita: "L'esame in Commissione del disegno di legge n. 111 è iniziato con le consultazioni degli enti ed associazioni interessati il 4 febbraio 2011, è proseguito con l'illustrazione del testo normativo da parte dell'Assessore al Personale e con l'analisi dell'articolato, si è concluso venerdì 25 marzo con la sua approvazione a maggioranza.
Il capo I del ddl 111 contiene modificazioni alla legge regionale 23 del 2008, relativa alla disciplina dell'organizzazione degli Uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale. Viene adeguata codesta legge regionale ai principi generali contenuti nel decreto legislativo 150 del 2009 e si dà attuazione alle disposizioni direttamente applicabili del decreto medesimo, salvaguardando le caratteristiche di autonomia organizzativa previste dallo Statuto regionale. In particolar modo si fa riferimento ai contenuti degli artt. 16 e 31 del decreto relativi a disposizioni del titolo II 'Misurazione, valutazione e trasparenza della performance' e del titolo III 'Merito e premi'.
Tra i dodici articoli del capo I vi sono norme che disciplinano il ciclo della performance, in particolare le fasi della misurazione e valutazione delle prestazioni, il sistema di misurazione e valutazione, la valorizzazione del merito, gli organi che contribuiscono all'esercizio di tali sistemi. In particolare, l'articolo 10 del ddl 111 introduce all'interno della legge regionale 23, un nuovo capo inerente la misurazione e la valutazione delle prestazioni. Questo nuovo capo VI bis contiene una serie di articoli sull'attivazione di un ciclo generale di gestione della performance e, nello specifico, viene prevista la redazione di un documento programmatico denominato 'piano della performance', che individua, in coerenza con i contenuti dei documenti di programmazione finanziaria e di bilancio, il piano degli obiettivi annuali delle direzioni regionali.
prevista una relazione sulla performance a consuntivo dell'azione svolta.
L'articolo 11 del ddl 111 introduce, all'interno della legge regionale 23 un nuovo capo VI ter, articolato in quattro disposizioni sulle modalità per la valorizzazione del merito e l'incentivazione del personale.
Gli articoli 2 e 3 del ddl 111 integrano la legge regionale 23 del 2008 con norme finalizzate ad introdurre alcuni principi generali relativi alla cultura del merito e del miglioramento della performance organizzativa e individuale, all'incentivazione della qualità della prestazione lavorativa alla selettività nelle progressioni e al riconoscimento dei meriti.
Gli articoli 4, 6, 7 e 8 apportano alla legge regionale alcune modifiche al fine di renderla congruente con le disposizioni del decreto legislativo sia per quanto concerne l'applicazione dei principi di cui si è detto, sia per alcuni aspetti legati alla riforma del procedimento disciplinare.
L'articolo 5 prevede la possibilità, in analogia a quanto previsto per il Presidente della Giunta regionale, ma in misura inferiore, che il Presidente del Consiglio regionale possa avvalersi del supporto di una professionalità esterna.
L'articolo 9 tratta della responsabilità dei dipendenti e del procedimento disciplinare.
L'articolo 12 estende le norme in materia di merito e premi agli enti strumentali, ausi liari e dipendenti della Regione.
Il capo II del disegno di legge detta norme di adeguamento al decreto legge 78 del 2010 convertito, con modificazioni, dalla legge 122 del 2010.
In particolare, l'articolo 14 del ddl 111 attua l'articolo 9, comma 28, e l'articolo 14, commi 7 e 9 del medesimo decreto in tema di assunzioni per i disabili e in tema di contratti di diritto privato per lo svolgimento di specifici incarichi e funzioni.
L'articolo 15 raccorda la normativa regionale in materia di omogeneizzazione del trattamento di previdenza del personale regionale alle disposizione del decreto legge.
Il Capo III contiene disposizioni abrogative e una norma finale circa l'utilizzo di elenchi finalizzati ad attuare progressioni di personale tra categorie".
Non essendovi richieste di intervento in fase di discussione generale procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
La votazione non è valida per mancanza di numero legale per deliberare.
Vi ricordo che il Consiglio regionale è convocato per mercoledì 27 aprile con la prosecuzione dell'odierno o.d.g.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.16)



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