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Dettaglio seduta n.103 del 20/04/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Procediamo con l'esecuzione dell'Inno Nazionale.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'Inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Cardinale Giovanni Saldarini, Arcivescovo Emerito di Torino


PRESIDENTE

Nella giornata di lunedì 18 aprile si è spento a Milano, all'età di 86 anni, il Cardinale Giovanni Saldarini, Arcivescovo Emerito di Torino.
Nato a Cantù nel 1924, Saldarini aveva compiuto gli studi nel Seminario di Venegono.
Nel 1984 venne nominato vescovo ausiliare di Milano e cinque anni dopo nel 1989, il Pontefice Giovanni Paolo II gli affidava l'Arcidiocesi metropolita di Torino, incarico che ha ricoperto fino al 1999, quando presentò le dimissioni per il raggiungimento dei limiti d'età.
Nel Concistoro pubblico del 28 giugno 1991, S.S. Giovanni Paolo II lo ha creato Cardinale di Santa Romana Chiesa con il titolo del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio.
Ha esercitato la propria attività pastorale con gran dedizione avviando una profonda riorganizzazione dell'Arcidiocesi e dedicando particolare attenzione alle problematiche dei giovani, degli emarginati e dei lavoratori.
Vogliamo ricordare che grazie all'intervento del Cardinale Saldarini si è concentrata l'attenzione sul fenomeno dell'usura, denunciata come una piaga sempre più dilagante. Nasceva così, nella nostra Regione e per volontà dello stesso Arcivescovo, la "Fondazione San Matteo" che offre ancora oggi un validissimo supporto e informazione sulle vicende legate all'usura, in collaborazione con il nostro Osservatorio.
Ho rivolto a Sua Eccellenza Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, il sentimento di profondo cordoglio a nome dell'intera Assemblea.
Prego il Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Ordine del giorno n. 270 "Concessione patrocinio al Torino Gay &Lesbian Film Festival" presentato dai Consiglieri Placido, Reschigna, (richiesta inversione punto all'o.d.g.

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 368 "Lavoro dei frontalieri italiani", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, Lepri, Marinello, Cursio, De Magistris Botta Franco Maria, Molinari, Leardi, Laus, Leo, Costa Rosanna, Valle Buquicchio, Carossa, Montaruli, Bussola, Comba, Mastrullo, Tentoni Toselli, Motta Angela, Motta Massimiliano, Cortopassi, Taricco, Ponso (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Ordine del giorno n. 250 "Assegnazione ad interim delle deleghe relative alla cultura, patrimonio linguistico e politiche giovanili" presentato dai Consiglieri Boeti, Lepri, Manica, Motta A., Muliere, Reschigna, Taricco (rinvio trattazione)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Alla Conferenza dei Capigruppo di ieri c'era stata la richiesta di trattazione dell'ordine del giorno n. 270 "Concessione patrocinio al Torino Gay &Lesbian Film Festival" presentato dai Consiglieri Placido, Reschigna già iscritto.
La prima richiesta di modifica è di trattare, dopo l'approvazione del disegno di legge 85, l'ordine del giorno rubricato al punto 7) dell'o.d.g.
il n. 270.



(L'Assemblea, unanime, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Vi è poi la richiesta di inserimento dell'ordine del giorno n. 368 "Lavoro dei frontalieri italiani", presentato dai Consiglieri Cattaneo Reschigna, Lepri, Marinello, Cursio, De Magistris, Botta Franco Maria Molinari, Leardi, Laus, Leo, Costa Rosanna, Valle, Buquicchio, Carossa Montaruli, Bussola, Comba, Mastrullo, Tentoni, Toselli, Motta Angela, Motta Massimiliano, Cortopassi, Taricco, Ponso, che potrebbe anche essere votato senza discussione.



(L'Assemblea, unanime, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Come Partito Democratico avevo presentato, credo due settimane fa, un ordine del giorno, il n. 250 "Assegnazione ad interim delle deleghe relative alla cultura, patrimonio linguistico e politiche giovanili" presentato dai Consiglieri Boeti, Lepri, Manica, Motta A., Muliere Reschigna, Taricco, rispetto a quella che noi consideravamo un'opportunità: l'Assessore Coppola, mentre svolge la sua campagna elettorale come candidato Sindaco di Torino, dovrebbe "congelare" le sue deleghe di Assessore alla cultura.
In quest'Aula ci sono due precedenti illustri: Assessore Taricco candidato Presidente della Provincia di Cuneo, "congelò" le sue deleghe che consegnò nelle mani della Presidente Bresso, che accettò, e l'Assessore alla Montagna Sibille, candidata Sindaco del Comune di Bra, "congelò" le sue deleghe per 45 giorni.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Boeti, lei sta facendo una pregiudiziale o una richiesta di inserimento?



BOETI Antonino

No, voglio capire. Noi abbiamo presentato l'ordine del giorno; vorrei capire se lo s'intende discutere o no prima che la campagna elettorale per il Comune di Torino sia finita, perché discuterlo a elezioni svolte sarebbe inutile. Se non vogliamo discuterlo si dica chiaramente, lo ritiriamo e porgiamo gli auguri all'Assessore Coppola perché svolga al meglio - cosa che non mi pare accada nel suo lavoro di Assessore - la campagna elettorale.
Vorrei sapere dal Presidente se quest'ordine del giorno può essere discusso prima che la campagna elettorale per il Comune di Torino sia finita.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la Presidenza, ricordo perfettamente che quell'ordine del giorno è stato, almeno in due sedute, all'o.d.g. della seduta, non ricordo se al penultimo o all'ultimo punto di un interminabile elenco di circa - posso sbagliarmi e chiedo scusa - una trentina di punti.
Certamente nella prossima Conferenza dei Capigruppo si potrà ancora prevedere, così come è avvenuto nelle scorse settimane, una seduta straordinaria per la trattazione degli ordini del giorno che sono sempre più in giacenza. In quel caso, per quanto riguarda la Presidenza, m'impegno ad inserirlo nei primi punti dell'o.d.g., se il suo Capogruppo ne farà richiesta.
M'impegnerò di inserirlo, se il Capogruppo del Partito Democratico conferma la richiesta del Consigliere Boeti, tra i primi punti di quella seduta straordinaria per la trattazione di ordini del giorno, oppure in una seduta ordinaria.
Do atto che l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Cantore Carossa, Cota e Gregorio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 420 presentata dai Consiglieri Ronzani, Boeti e Pentenero, inerente a "Agile ex Eutelia"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 432 dei Consiglieri Ronzani, Pentenero, Reschigna, Taricco ad oggetto "Richiesta di chiarimento sul comportamento dell'Assessore regionale Massimo Giordano nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della Società Agile ex-Eutelia di Torino e Ivrea in presidio permanente dinnanzi al Palazzo della Regione"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 434 delle Consigliere Bresso, Artesio, Cerutti ad oggetto "Agile ex Eutelia - Da settimane l'Assessore Giordano non riceve i lavoratori" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame delle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 420 e n. 423.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie Presidente, qualche minuto sarà sufficiente, perché attendiamo la risposta della Giunta regionale.
Questa è una vicenda che si trascina oramai da tanto tempo e abbiamo la sensazione che cominci ad essere una delle questioni dimenticate rispetto ai problemi del lavoro di questa Regione. Ogni tanto i lavoratori di Eutelia, con le loro maschere bianche, organizzano qualche incontro davanti al palazzo della Giunta e i giornali, per qualche momento, si rioccupano di loro. Ma poi, se dovessimo chiedere anche ai Consiglieri regionali in quest'aula come stanno in questo momento le cose, ovvero se prima o poi tali lavoratori avranno la possibilità di riprendere un lavoro, che non ha perso il mercato, nessuno lo sa.
Ieri la Giunta regionale, con grand'enfasi, giustamente, annunciava un investimento di 150 milioni di euro nel settore ICT: questi lavoratori vorrebbero dunque sapere dalla Regione, che ovviamente mantiene i rapporti con il Governo, se hanno qualche speranza di poter riprendere a lavorare (adesso l'Assessore ci risponderà) e a che punto sono le trattative con il Governo; insomma, vorrebbero sapere come stanno le cose.
Credo che la risposta dell'Assessore Giordano, che vedo pronto, servirà anche ai lavoratori, che magari saranno già stati informati mille volte dall'Assessore rispetto a come stanno le cose, per capire se nel loro futuro, e in quello delle loro famiglie, c'è la possibilità di vedere una prospettiva lavorativa.
Se l'Assessore ci fornirà anche la risposta scritta, la utilizzeremo per le nostre esigenze. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa

Risponderò unitamente a tutte le interrogazioni.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo: relativamente all'interrogazione ordinaria indifferibile ed urgente n. 434 delle Consigliere Bresso, Artesio, Cerutti ad oggetto "Agile ex Eutelia - Da settimane l'Assessore Giordano non riceve i lavoratori", faremo pervenire la risposta scritta, come prevede il Regolamento interno del Consiglio regionale, alla prima firmataria Consigliera Bresso, oggi assente.
Prego, Assessore.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa

Grazie, Presidente. Un saluto, ovviamente, anche ai colleghi.
Mi accingo a leggere la nota predisposta dagli Uffici che, come da richiesta del collega, provvederò a depositare per gli interroganti.
Premesso che le lavoratrici, i lavoratori e le rappresentanze sindacali della società Agile in amministrazione straordinaria hanno incontrato in tantissimi appuntamenti sia il sottoscritto, sia l'Assessore Porchietto sia il Vicepresidente Cavallera, si evidenza che in data 20 dicembre 2010 è stato richiesto, con nota firmata dall'Assessore Cavallera e dal sottoscritto, un incontro presso il MISE, sia con riferimento alla sentenza del Tribunale di Roma del 15 dicembre, che riteneva antisindacale la cessione del ramo IT di Eutelia ad Agile avvenuta lo scorso 15 giugno 2009 sia in riferimento all'esigenza di individuare una positiva soluzione alle problematiche produttive ed occupazionali poste dai lavoratori.
Per rispondere all'interrogazione, che cercava di mettere in luce una nostra indisponibilità a dialogare con le rappresentanze dei lavoratori faccio presente che non è così: li abbiamo incontrati tantissime volte e per chiarezza ai colleghi (so che parlo con colleghi che hanno una buon'esperienza politico-amministrativa), faccio altresì presente che talvolta i delegati dei lavoratori hanno mostrato degli atteggiamenti prepotenti nei nostri confronti o comportamenti non sempre facili e disponibili al dialogo. Comprendo che queste persone siano sotto pressione e che non sia facile la loro situazione, ma mi preme far rilevare, per lealtà nei confronti dei colleghi, che la nostra disponibilità è, è stata e sarà sempre massima nei confronti delle persone che hanno certamente bisogno.
Il MISE non ritenne, che a seguito della nostra richiesta d'incontro torno a leggervi la nota - di promuovere una riunione, principalmente per due ragioni: sia perché la sentenza richiamata non ha modificato l'assetto delle procedure e delle società in amministrazione straordinaria nel senso auspicato dai lavoratori, e cioè con l'annullamento della cessione del ramo di azienda ed il conseguente rientro dei dipendenti di Agile in Eutelia (e pertanto le due aziende continuano ad essere amministrate nell'ambito di due distinte procedure di amministrazione straordinaria), sia perché la procedura di amministrazione straordinaria della società Agile richiedeva ancora la formalizzazione di alcuni importanti passaggi, quali la costituzione del Comitato di sorveglianza, l'approvazione del programma di cessione e la gara fra i soggetti interessati all'acquisizione della società.
Su indicazione del sottoscritto, gli Uffici (e il sottoscritto in persona) hanno più volte contattato il MISE e i Commissari, sia per tenere sotto controllo l'evolversi della situazione, sia per sollecitarne l'incontro.
Per quanto concerne la costituzione del Comitato di sorveglianza questa è avvenuta nel corso dello scorso febbraio, mentre l'approvazione del programma di cessione è avvenuta il 7 marzo.
In merito alla cessione di Agile, al momento siamo in presenza di sette manifestazioni di interesse, che nelle prossime settimane dovranno essere selezionate unitamente ad eventuali nuove manifestazioni che dovessero giungere alla procedura.
Con riferimento ai crediti di Agile, invece, si sottolinea che come indicatoci dalla procedura, da un lato vi è stato lo sblocco del fermo amministrativo determinato dall'Agenzia delle Entrate (sblocco avvenuto anche in forza di una positiva relazione dell'Avvocatura dello Stato), ma dall'altro i crediti di Eutelia sul lavoro svolto dai dipendenti di Agile sono stati compensati con debiti tributari maturati prima del 1° giugno 2010, data della dichiarazione di insolvenza di Eutelia. Questa soluzione è chiaramente avversata dai Commissari, che hanno diffidato l'Agenzia delle Entrate, riservandosi azioni giudiziarie in merito.
Per quanto concerne, invece, il maggior credito di Agile nei confronti del Ministero dell'Interno, la procedura ha avviato tutte le iniziative necessarie al fine di arrivare al suo introito, ma si deve tener conto che il Ministero non ha potuto pagare quanto dovuto in quanto la società non ha presentato prima dell'intervento dell'Autorità Giudiziaria le fatture e purtroppo le risorse finanziarie sono finite in perenzione.
La procedura prevede di incassare due milioni di euro entro breve tempo. Per quanto concerne un ulteriore importante credito relativo alla Banca d'Italia, è in corso di autorizzazione la fatturazione di 600.000 euro.
In ultimo, tra le tante non positive, finalmente una notizia positiva di questi ultimi giorni, che riguarda la garanzia dello Stato in favore di Agile. La procedura prevede infatti che nei prossimi giorni la Banca Intesa Sanpaolo provvederà all'erogazione dei fondi previsti della garanzia statale autorizzata dall'Unione Europea e costituita complessivamente da 15 milioni di euro (12 per cassa e tre per fideiussioni).
I commissari prevedono, se non vi saranno ostacoli di tipo normativo di utilizzare tali risorse finanziarie anche al fine di saldare i crediti dei dipendenti che ammontano all'80% della retribuzione di dicembre 2010 e agli stipendi di gennaio, febbraio e marzo 2011.
Ad oggi, la società Agile presenta la seguente situazione occupazionale: 958 lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria di cui 174 in Piemonte; 448 addetti operativi, di cui 76 in Piemonte.
Anche alla luce di questi ultimi fatti, sto rinnovando la richiesta di un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico.
Questa è la nota che provvedo a mettere a disposizione degli interroganti e resto, come sempre, a disposizione per ulteriori chiarimenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 93 presentata dai Consiglieri Taricco, Motta Angela Pentenero, Manica e Muliere, inerente a "Comunicati stampa dell'Assessorato all'agricoltura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 93, per la quale non è prevista l'illustrazione, ma soltanto una replica di cinque minuti.
Risponde l'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
In merito al quesito posto dagli interroganti relativamente al comunicato stampa, si fa presente che, in realtà, si riferiva all'Ufficio dell'Assessore, e non dell'Assessorato o della Regione in quel di Cuneo.
Comunque sia, dopo quel primo comunicato stampa che venne diramato il 25 giugno, se non erro, abbiamo operato la scelta di emanare due serie di comunicati stampa: quelli logicamente di natura istituzionale e quelli di natura politica.
In ogni caso, questo si riferiva all'Ufficio dell'Assessore in quel di Cuneo, ma non certo della Regione Piemonte, che, come ben sappiamo e come viene altresì ricordato nell'interrogazione in oggetto, non c'è a quell'indirizzo di Cuneo.
Per rispondere dunque all'interrogazione, rilevo che le questioni sollevate non si pongono assolutamente, in quanto ci si riferiva al mio personale Ufficio distaccato di Cuneo e non sicuramente dell'Ufficio della Regione Piemonte. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per la replica; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Intervengo molto brevemente per assicurare che va benissimo, anche perché è passato un anno dalle vicende di cui trattasi. In quel momento l'unica intenzione che avevamo era quella di dare un segnale in ordine alla necessità di distinguere il ruolo dell'Assessore da quello del militante politico, che non potevano intrecciarsi.
Ovviamente è successo allora, va bene così, ritengo chiuso l'incidente.


Argomento: Formazione professionale - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 400 presentata dai Consiglieri Taricco, Reschigna e Ronzani, inerente a "Elenco dei soggetti qualificati per l'affidamento di servizi a supporto delle attività in campo faunistico della Direzione regionale Agricoltura"

Argomento: Formazione professionale - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 462 presentata dai Consiglieri Taricco, Muliere, Reschigna e Ronzani, inerente a "Approvazione del nuovo elenco di soggetti qualificati per l'affidamento di servizi a supporto delle attività in campo faunistico della Direzione regionale Agricoltura"


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 400 "Elenco dei soggetti qualificati per l'affidamento di servizi a supporto delle attività in campo faunistico della Direzione regionale Agricoltura", e n. 462 avente lo stesso oggetto.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Intervengo molto brevemente solo per una considerazione, in quanto credo che i testi delle interrogazioni siano chiarissimi e, quindi, non necessitino di illustrazione.
Con queste due interrogazioni abbiamo voluto porre una questione innanzitutto, per comprendere il criterio con cui era stata interpretata la vecchia deliberazione, che stabiliva le modalità di aggiornamento nel tempo dell'elenco delle professionalità utilizzabili per quanto riguarda il supporto faunistico.
In secondo luogo, entrando più nel dettaglio, ci pareva che, in base a quanto prevedono le normative nazionali quali titoli di studio equipollenti ed equivalenti alla laurea breve, nell'interpretazione ci fosse la possibilità di considerare il requisito equivalente ed equipollente a corsi almeno triennali. In un primo tempo, nella declaratoria per la presentazione delle domande non appariva così chiaro che occorresse questo tipo di formazione per l'iscrizione.
Avendo successivamente visto la pubblicazione degli elenchi delle professionalità, volevamo chiedere se era stato verificato che tutti avessero il corso triennale, perché, da certi riscontri effettuati, ci pareva che alcune delle persone inserite in elenco avessero solo corsi biennali.
Volevamo capire dall'Assessorato qual era la posizione e la lettura data relativamente a questa fattispecie. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Darò lettura della nota che mi è stata consegnata dagli Uffici dell'Assessorato, in quanto non mi occupo direttamente di queste questioni perché, come sa il Consigliere, hanno natura squisitamente amministrativa e procedurale.
Per quanto riguarda la questione posta nella prima interrogazione (n.
400) e, poi, ripresa nella seconda interrogazione (n. 462), si precisa che il diploma in scuole a fini speciali o il diploma universitario intermedio in materia faunistica previsto per la partecipazione al bando non è un corso triennale, bensì biennale. Si è infatti ritenuto che le attività oggetto d'incarico siano compatibili con le conoscenze tecnico-scientifiche acquisite con il corso biennale, oltre che con l'esperienza sul campo.
Da informazioni assunte presso la competente Facoltà universitaria risulta, inoltre, che il corso di durata biennale abbia natura specialistica, in quanto orientato all'acquisizione di conoscenze specifiche in campo faunistico e che, quindi, possa essere assimilabile al corso triennale, nel quale il primo anno ha un carattere "propedeutico" e solo il successivo biennio ha un orientamento più specialistico.
Circa il secondo punto dell'interrogazione n. 462, si fa presente che la citata determinazione dirigenziale fa espresso riferimento alla normativa che disciplina la materia faunistico-venatoria ed in particolare all'articolo 44, comma 4, della legge regionale n. 70/1996.
La disposizione in questione prevede che per le specie cervo, capriolo camoscio, daino e muflone l'esercizio venatorio è consentito in base ai piani di prelievo selettivo proposti dagli organismi di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e dei Comprensori Alpini (CA). Detti piani sono approvati dalla Giunta regionale, previa effettuazione, da parte degli ATC e dei CA, di censimenti quantitativi e qualitativi che determinino la densità delle popolazioni e la composizione delle stesse in termini di rapporti percentuali tra maschi, femmine e giovani.
L'avviso pubblico, cui sopra si è accennato, individua tra le attività costituenti i servizi a supporto delle attività in campo faunistico della Direzione Agricoltura "la definizione e la verifica del piano di prelievo (omissis) attraverso l'analisi dei dati censuari e dei piani di prelievo proposti dai Comitati di gestione dei CA e degli ATC".
Ciò stante si ritiene che l'effettuazione dei censimenti da parte di alcuni CA, nelle more dell'istituzione ed approvazione dell'elenco in argomento, non infici l'attività di verifica oggetto del servizio che comunque, dovrà convalidare le metodologie ed i conseguenti risultati censuari alla luce delle Linee Guida regionali all'uopo adottate e dei dati storici dei censimenti e dei prelievi effettuati, costituenti, com'è noto la banca dati regionale in materia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 296 presentata dai Consiglieri Motta Angela, Taricco e Muliere, inerente a "Completamento della bonifica della Valle Bormida e gestione dei risarcimenti spettanti all'area interessata" (ritirata)

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 476 presentata dai Consiglieri Taricco, Motta Angela, Muliere e Reschigna, inerente a "Ex ACNA di Cengio. La Commissione europea mette sotto accusa il risanamento"(ritirata)


PRESIDENTE

Esaminiamo le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 296 e n. 479, relative all'ex ACNA di Cengio, alle quali l'Assessore Ravello risponderà congiuntamente.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Volevo solo dire che mi pare che queste interrogazioni fossero state assorbite dalla discussione che abbiamo svolto sull'ordine del giorno approvato all'unanimità da quest'Aula.



PRESIDENTE

Voi, però, le interrogazioni non le avete ritirate.



TARICCO Giacomino

vero: però l'Assessore Cavallera in quella sede aveva detto di considerare assorbile le risposte alle interrogazioni, visto che afferivano esattamente allo stesso tema.



PRESIDENTE

Noi abbiamo la disponibilità della Giunta a dare risposta.



TARICCO Giacomino

Mi sembra che la discussione e l'approvazione all'unanimità comprenda anche le due interrogazioni.



PRESIDENTE

Quindi, le ritirate?



TARICCO Giacomino

Sì.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Edilizia scolastica

Interrogazione n. 459 presentata dal Consigliere Taricco, inerente a "Progetto: 'Polo scolastico di Mondovì Piazza'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 459.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

In riferimento all'interrogazione in oggetto presentata dal Consigliere Taricco, sentiti gli Uffici preposti, si riferisce quanto segue.
In data 30 giugno 2010 è pervenuta al Settore Attività di gestione e valorizzazione del paesaggio la nota del 29 giugno 2010 della Città di Mondovì relativa all'istanza di autorizzazione, ai sensi dell'articolo 146 del decreto legislativo n. 42, per l'intervento relativo alla realizzazione del polo scolastico in Piazza d'Armi a Mondovì.
L'area di intervento risulta soggetta a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo n. 42, in quanto compresa all'interno della perimetrazione individuata dal decreto ministeriale che ha come oggetto "Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona dell'ex Piazza d'Armi sita nell'ambito del Comune di Mondovì", nonch situata nelle immediate vicinanze delle mura storiche della città.
L'intervento nella sua formulazione preliminare risultava aver già acquisito un assenso in linea generale dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte con nota dell'8 settembre 2009 con alcune prescrizioni di tipo cautelativo da adottare nella fase della progettazione successiva, in particolare nel rapporto tra il nuovo polo scolastico e le mura bastionate.
Con nota del 25 agosto 2010, veniva richiesta documentazione integrativa inerente la relazione paesaggistica ed alcuni approfondimenti progettuali tesi a fornire maggiori garanzie circa la qualità architettonica dell'intervento.
La richiesta era preceduta da un incontro con i tecnici comunali. Detta documentazione integrativa è pervenuta in data 24 novembre 2010 con lettera della Città di Mondovì.
Successivamente, il Settore competente trasmetteva alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, con nota dell'11 gennaio 2011 la relazione istruttoria relativa alla proposta di autorizzazione dell'intervento, ai sensi dell'articolo 146 del D.lgs. n. 42.
Con nota prot. 3670/34.10.06/633 del 21 febbraio 2011, la Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici competente per territorio ha richiesto migliori definizioni circa il verde delle coperture, l'impiego di pannelli solari termici, quello dei materiali pavimentali da impiegarsi nei tratti che presentano relazioni spaziali dirette tra la nuova edificazione del polo scolastico e le mura bastionate adiacenti; veniva dichiarata inoltre la necessità di sottoporre a specifica autorizzazione ai sensi dell'articolo 21 del Titolo II del D.lgs. 42/2004 eventuali lavori di restauro che si intendessero operare sulle mura storiche.
Il Settore competente, ritenendo che la sopraccitata nota non sia ostativa al completamento della procedura autorizzativa di competenza regionale procederà - e qui bisogna vedere la data, può darsi che abbiano già proceduto - alla redazione della determinazione dirigenziale di autorizzazione ai sensi dell'articolo 146 del D.lgs 42/2004, specificando oltre alle prescrizioni già contenute nella relazione istruttoria e già trasmessa alla Sovrintendenza e al Comune di Mondovì, la necessità che prima della fase realizzativa dell'intervento, siano forniti gli approfondimenti conoscitivi e di dettaglio richiesti nella nota citata della Soprintendenza, dandone informazione anche al Settore regionale.
Per quanto riguarda l'ipotesi di rinunciare alla realizzazione del progetto del polo scolastico o l'individuazione di altre soluzioni mirate al recupero di edifici di interesse storico, a giudizio del Settore - e quindi dell'Assessorato - che ha valutato nel complesso l'intervento, si tratterebbe di ridiscutere l'insieme delle esigenze che hanno trovato soluzione con la realizzazione di che trattasi e considerare gli eventuali effetti sul sistema di collegamenti con la Città storica, nell'ipotesi di riuso dell'esistente. Si tratta dunque di una scelta che compete all'Amministrazione comunale.
Relativamente alle considerazioni formulate in fase istruttoria dalla Commissione Locale del Paesaggio, si riferisce come, in linea generale, il Settore regionale competente tenga in grande considerazione l'opinione di chi opera a livello locale, in quanto buon conoscitore della realtà.
Tuttavia, in questo caso, dette opinioni non risultano sufficienti a negare l'autorizzazione paesaggistica ad un intervento oggetto di ampi dibattiti e frutto di scelte operate negli strumenti di pianificazione e programmazione comunali.
Nel caso di specie si fa rilevare come sia nella fase istruttoria attraverso la richiesta di migliori qualificazioni formali e di risoluzione di dettagli sull'impiego dei materiali, sia nella fase di redazione della relazione di autorizzazione, siano state specificate prescrizioni volte alla qualificazione architettonica dell'intervento ed all'integrazione paesaggistica nel contesto e agli aspetti legati alle cautele da porre in atto circa gli aspetti di tutela e conservazione delle mura storiche che proprio in quel tratto, parrebbero non corrispondere più alla costruzione originaria ma essere state in precedenza - e forse recentemente ricostruite con manufatti di discutibile qualità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

L'unica cosa che chiederei a questo punto, se fosse possibile, visto che nella sua risposta si fa in molteplici occasioni riferimento a prescrizioni e indicazioni che sono state date nella legislazione, è di avere una comunicazione delle prescrizioni e delle indicazioni che l'Assessorato ha inteso dare per recepire le indicazioni che provenivano dalla Commissione Paesaggistica Territoriale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 85, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella giornata di ieri si era votato l'intero articolato e si erano già svolte le dichiarazioni di voto sull'intero testo. Successivamente si è riunita la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a fronte di un esame della situazione che vedeva depositatati - e lo sono tuttora - i seguenti 89 ordini del giorno collegati: Ordine del giorno n. 283 "Inquinamento luminoso" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 297 "Rischio di inquinamento acustico ai sensi dell'art. 9 comma 1 lette" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 318 "Lavaggio strade" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 320 "Monitoraggio delle polveri sottili" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 324 "Barriere del rumore in relazione all'art. 3 comma 2 del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 296 "Preoccupazioni per la salute in relazione all'approvazione del disegno di legge 85 e prima attuazione sec. comma 3 art. 2" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 319 "Monitoraggio salute Valsusa" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 342 "Richiesta di utilizzo del principio di precauzione nei riguardi della salute degli abitanti delle frazioni di San Giuliano e Braide" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 353 "La bugia della maggiore sicurezza della nuova linea (art. 9, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 355 "La bugia della maggiore sicurezza della nuova linea (art. 9, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 285 "Opere a verde di mitigazione e recupero ambientale negli interventi di cui al comma 3 dell'art. 2" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 287 "Raffreddamento acque di risulta dalle gallerie della Torino-Lione" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 291 "Tutela boschi interessati dai progetti di cui al comma 3 dell'art. 2" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 294 "Tutela delle componenti 'flora e vegetazione' in relazione all'art. 9" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 299 "Salvaguardia dei vitigni del vino del ghiaccio" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 308 "Danni dei cantieri" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 332 "Salvaguardia del sistema idrico" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 356 "Tutela agricoltura valsusina in merito all'emissione del Pb" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 286 "Opzione zero" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 295 "Studio sulla potenzialità di traffico merci per il collegamento ferroviario transalpino tra Italia e Francia" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 304 "Insostenibilità dei costi (art. 3, comma, 2 lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 305 "Valutazione traffico merci (art. 3, comma 2 lettera c)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 306 "Cooperazione internazionale per i tunnel europei ferroviari" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 307 "Utilità dell'opera (art. 2, comma 3, lettera b)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 310 "Saturazione dei valichi (art. 10)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 313 "Incongruenza dati (art. 3, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 314 "Alta capacità (art. 3)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 315 "Mancata valutazione dell'impatto (art. 9, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 322 "Traffico di valico (art. 3, comma 2, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 327 "Numero di trasporti annuali TAV in relazione all'art. 3, comma 2 del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 328 "Deficit di gestione TAV in relazione all'art. 11 comma 1 del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 329 "Linea Torino Lione e opportunità di dossieraggio specifico" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 330 "Incontri preliminari più incisivi di quelli previsti dal disegno di legge 85" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 331 "Investimento sulla filiera corta e non utilità della linea alta velocità Torino Lione, principale opera di riferimento del disegno di legge 85" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 333 "Inutilità della nuova linea TAV, principale opera di interesse del disegno di legge 85, in assenza di saturazione della linea esistente" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 334 "Eccessivo impegno economico per la linea Torino Lione" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 337 "Benefici derivanti dall'opera (art. 1, comma 1)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 338 "Evoluzione dei trasporti (art. 3, comma 1 lettera c)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 340 "Flussi di traffico (art. 13)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 341 "Bilancio energetico del ferro (art. 3, comma 1 lettera b)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 343 "Ricavi minimi necessari (art. 2, comma 1)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 344 "Variazioni del Prodotto Interno Lordo e incremento del traffico (art. 3, comma 1, lettera c)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 346 "Vincoli oggettivi alla crescita di merci sul corridoio Piemonte-Rhone Alpes e tutela del territorio in relazione all'art. 3, comma 1, lettera b) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 347 "Previsioni di traffico sulla linea Torino-Lione in relazione all'art. 3, comma 1, lettera e) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 348 "Dinamica dei sistemi complessi in relazione all'art. 3, comma 1, lettera a) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 349 "Competitività del trasporto modale in relazione all'art. 3, comma 1, lettera c) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 350 "Partecipazione e trasparenza in relazione all'art. 3, comma 1, lettera d) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 357 "Costi effettivi dell'opera" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 358 "Art.3, comma 1, lettera b): individuazione e predisposizione delle attività di accompagnamento alla fase di avvio degli interventi riconducibili ai lavori di realizzazione dell'opera, mitigando gli impatti negativi, potenziando le ricadute positive per i territori e garantendo la sostenibilità per i territori" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 359 "Programmazione ed organizzazione delle attività di studio, ricognitive, di indagine ed approfondimento (art. 6, comma 1 lettera b)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 360 "Adeguamento successivi dei prezzi (art. 3, comma 1, lettera e)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 361 "Sperimentazione fallimentare (art. 3, comma 2)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 362 "Impegno a far valutare l'inutilità dell'opera TAV Torino-Lione" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 363 "Autostrada ferroviaria alpina (art. 3)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 364 "Servizio sperimentale sul trasporto modale (art.
6, comma 7)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 366 "Corridoio 5 (art. 9)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 279 "Corretto inquadramento storico-archeologico dei territori interessati dagli interventi relativi di cui al comma 3 dell'art.
2)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 280 "Patrimonio storico-archeologico di Susa" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 281 "Preoccupazioni per il passaggio della nuova linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione attraverso la Collina Morenica" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 282 "Salvaguardia monastero benedettino della Novalesa" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 300 "Villaggio neolitico della Maddalena di Chiomonte" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 301 "Valorizzazione Sacra di San Michele" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 302 "Relazione generale dello studio archeologico incompleta: a rischio il patrimonio archeologico della Maddalena di Chiomonte?" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 336 "Azioni di tutela e valorizzazione delle Barricate del Clarea, opera dell'architetto ducale Carlo di Castellamonte (art. 3 comma 2, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 354 "Preoccupazioni per il passaggio della nuova linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione attraverso la Collina Morenica (art. 9, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 365 "Riutilizzo dello smarino in relazione all'art. 3 comma 1, lettera b) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 288 "Studio di impatto ambientale per la NLTL" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 289 "Attività di scotico e salvaguardia dei suoli in relazione agli interventi relativi al comma 3 dell'art. 2" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 290 "Strumenti urbanistici" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 293 "Valutazione di incidenza: delucidazioni su art.
9, comma 1, lettera a)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 323 "Bianco ambientale in Val Susa" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 321 "Indennizzo immobili entro 150 metri" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 325 "Cunicolo geognostico esplorativo in relazione all'art. 3, comma 1, lettera e) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 326 "Nuovo ponte sulla Dora Riparia in relazione all'art. 3, comma 1 del disegno di legge 85 del 29/10/2010" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 339 "Costo economico dell'opera (art. 3, comma 2 lettera b)" presentato dai Consiglieri Bono e Biol Ordine del giorno n. 303 "Le grandi opere vanno realizzate nel pieno rispetto della legalità" presentato dai Consiglieri Lepri, Reschigna Ronzani, Buquicchio, Boeti, Ponso, Motta Angela, Taricco, Pentenero, Goffi Manica e Negro di cui 15 sono stati dichiarati dalla Presidenza irricevibili.
La decisione assunta dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a norma dell'articolo 69 del Regolamento, è quella del contingentamento dei tempi per la parte residuale del dibattito sugli ordini del giorno. Si sono concordati 20 minuti complessivi per ciascun Gruppo. Questo determinerà che alla fine del dibattito, la cui durata risulterà la somma dei 20 minuti per ciascun Gruppo - che ognuno si divide come meglio crede - si procederà con la votazione degli stessi ordini del giorno e poi con quella finale del provvedimento.
aperta la discussione generale.
Il primo iscritto a parlare è il Consigliere Biolé, che ha pertanto la parola.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente. Chiedo solo un chiarimento: com'è stato deciso nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, ci sono 20 minuti per Gruppo di discussione globale degli ordini del giorno. Dico bene?



PRESIDENTE

Esatto: è esattamente ciò che ho cercato di dire all'Aula, prima.



BIOLE' Fabrizio

Chiedo scusa, non avevo colto. Noi suddivideremo l'intervento in due parti: dieci minuti io e dieci minuti il Presidente di Gruppo Bono.
A questo punto della discussione, dopo che sono state fatte tante parole - sia in aula che fuori - sono intervenute queste diverse convocazioni della Conferenza dei Capigruppo, per cercare di evitare quello che da prima ci era sembrato di poter vedere come accettato, cioè un confronto sui termini e sui temi veri che sono sottesi all'approvazione di questa legge. Non ci resta che fare un riassunto di tutte le parti che già abbiamo illustrato e che non hanno trovato alcun tipo di riscontro in termini di discussione da quasi tutti i Gruppi, indifferentemente di maggioranza o di opposizione.
Continuiamo a ribadire, e continueremo anche a dirlo sia qui che altrove, che l'opera della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione che è la principale opera cui il disegno di legge n. 85 si riferisce anzi, diciamo che è stato redatto appositamente per questo tipo di grande opera - è assolutamente inutile e dannosa sotto decine di punti di vista essendo nata da un ragionamento e da un progetto di più di vent'anni fa che partiva da un presupposto che in questo caso non è più presente: la necessità di avere questo tipo di collegamento per un eventuale aumento di trasporto di merci sulla direttrice Est-Ovest non ha alcuna ragione, in questo momento, di essere, non tanto realizzata, quanto iniziata. Non lo dico a caso, perché è molto prevedibile il fatto che l'opera rimarrà - a seconda di quante risorse si potranno utilizzare ed eventualmente rinvenire anche in futuro, quindi a seconda di quanti soldi pubblici dei cittadini italiani e piemontesi potranno essere buttati in questo tipo di realizzazione - una classica e tipica, ormai proverbiale, cattedrale nel deserto.
Noi prevediamo una non chiusura dei lavori, perché non sappiamo - e dovremmo avere assolutamente coscienza di questo - quali saranno le esigenze in termini di trasporti fra cinque, dieci o 15 anni. In più avremo grossi danni a livello di salute pubblica e grossi danni ambientali (non lo dico io o il collega Bono; sono stati definiti e ben previsti da tecnici di un certo livello). Danni ambientali che possono essere di natura idrica: avremo una probabile desertificazione di parte della valle, e non lo sto dicendo a caso, perché è già successo in altri tratti costruiti in centro Italia, dove c'è stato il prosciugamento di decine di torrenti e di sorgenti.
Inoltre, abbiamo già avuto problematiche, legate direttamente alla gestione del territorio ed avremo sicuramente problematiche legate ai materiali e ai minerali presenti all'interno delle montagne, attraversate dalla galleria principale.
Il costo dell'opera è spropositato. Più volte abbiamo tentato di far capire quanto sia insostenibile una spesa del genere, non solo in termini di investimento iniziale, ma anche in termini di mantenimento, di manutenzione ordinaria.
Non c'è alcun motivo per cui debba partire questo tipo di cantiere; non c'è alcun motivo per cui venga realizzata quest'opera. Non abbiamo riscontrato nessuno studio - e nessun collega, tra l'altro, ha potuto ribattere a questo - rispetto all'aumento di traffico delle merci, anzi sia sulla direttrice Est-Ovest sia sulla direttrice Nord-Sud, c'è una diminuzione costante che presenta circa il 20-25% dei traffici che erano presenti 20-25 anni fa.
I dati sono reali: l'autostrada ferroviaria è stata un flop.
Ricordo che l'autostrada ferroviaria è stata la ragione primaria per cui è partito questo tipo di progetto e per cui è stata ideata questa grande opera inutile.
Il Corridoio 5 non esiste, ma pare che siamo gli unici a dirlo, in aula almeno.
Il Corridoio 5 non esiste, perché è un corridoio di traffico merci internazionale definito come un corridoio che ha una costante percorrenza e un costante spostamento di un certo tonnellaggio di merci. Per di più, deve avere una linea che non si interrompa.
In questo momento, nonostante l'informazione venga data in modo distorto, non manca solo questa parte di Alta Velocità; abbiamo dei tratti del Corridoio 5 che sono ancora in progettazione, quindi non è vero che solo il Piemonte, solo la Val di Susa, solo il Movimento e il Comitato No TAV si oppongono in modo strumentale.
Non esiste assolutamente alcun motivo per definire questa tratta parte integrante di un corridoio che, in realtà - come dicevo - non esiste.
Abbiamo avuto in questi anni diversi riscontri, tramite l'Osservatorio che è stato creato dal Ministero, completamente falsati.
Anche i lavori di carotaggio sono stati più volte ripetuti nei territori e non c'è stata una risultanza attendibile; non è stato calcolato l'impatto di un cantiere, che sventrerebbe un'intera valle per più di dieci anni.
La valutazione di impatto ambientale è stata più volte corretta e riproposta, ma noi la riteniamo - ripeto, non solo per una volontà nostra ma per un'ampia letteratura - assolutamente non attendibile, non credibile.
Gli impatti dei cantieri porteranno anche alla necessità di riposizionare migliaia di tonnellate di materiale di risulta, cosiddetto "smarino", che presenta al proprio interno, essendo prelevato da questi territori, tutte le sostanze anche nocive che sono presenti all'interno della montagna.
Pertanto, alla fine, nonostante l'accordo bipartisan d'accoglimento delle esigenze di una ristretta in termini quantitativi, ma molto ampia in termini qualitativi ed economici, lobby di chi deve fare lucro su questo tipo d'opera, a scapito della salute pubblica ed ambientale, tutto questo non è passato e noi continueremo comunque, in ogni caso, anche se sappiamo che l'opposizione di pochi Consiglieri non potrà, anche per volontà un po' strumentale di quelle che sono state le decisioni, andare avanti per molto.
Noi diciamo ancora "no", supportati da quelle che sono le motivazioni che nessun altro vuole interpretare o cercare di capire, e questo ci dispiace.
Purtroppo, sicuramente, in questo momento, quello che è un valore alto come la democrazia, che deve essere partecipata e condivisa, valorizzata com'è nell'intento di questa legge - intento che non sarà raggiunto con questi articoli, perché è stata assolutamente ignorata - ha ricevuto un colpo di grazia veramente molto pesante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Biolé.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Utilizzerò il tempo a disposizione per una quindicina di minuti riservando il resto del tempo al collega Ponso, che mi ha chiesto di intervenire brevemente sull'argomento.
Vede, Presidente, tengo a chiarire con l'Aula, con lei e soprattutto con gli alleati, oltre che con i giornalisti - che amano sintetizzare gli altrui pensieri in modo a volte estremamente corretto, a volte in modo leggermente distorto - la posizione dell'Italia dei Valori relativamente al disegno di legge n. 85, perché è di questo che stiamo parlando.
Noi non abbiamo discusso e non dobbiamo votare su "TAV sì-TAV no" dobbiamo votare un provvedimento di Giunta relativo a tutte quelle questioni che ci hanno impegnato per diversi giorni e ore, su quest'argomento.
Poiché a monte esiste un pensiero legittimo di gran preoccupazione relativamente, non all'incremento delle infrastrutture in questa regione ma al metodo con cui quell'infrastruttura in particolare s'intende realizzare, sono qui a cercare di far comprendere sino in fondo il pensiero.
Oggi la Repubblica riporta testualmente che a sorpresa l'Italia dei Valori, che finora si era dichiarata a favore della TAV, non lo è più.
Già questo è un grande errore, perché ricordo a tutti i presenti che fu il nostro Presidente - il Presidente Di Pietro - quando era Ministro delle Infrastrutture, ad estrapolare dalla legge obiettivo, la legge sulla TAV le opere che riguardavano quel tipo di lavoro.
Questo significava mettersi proni o supini ad una volontà di massima oppure mettere l'accento su una grand'attenzione che va rivolta alle popolazioni interessate da quell'opera? Io penso sia da prendere in considerazione la seconda.
Non mi sembra che negli anni successivi ci sia stata una gran volontà di coinvolgimento, anzi - siete tutti testimoni - su quest'argomento tutti, legittimamente, hanno espresso pareri discordi.
I pareri discordi non rappresentano e non fanno riferimento ad un'ideologia del "sì" o del "no", ma fanno riferimento ad un'analisi relativa ai costi intesi in senso lato, che sono costi di carattere finanziario ed economico, ma anche costi per la salute.
Penso sia legittima la posizione di coloro che ritengono di non voler più discutere su questo e vogliono andare avanti come un treno ad alta o media velocità, e coloro che, invece, in nome di quel pensiero e di quella preoccupazione, intendono riflettere un po' di più.
C'è chi afferma che quando sono tutti d'accordo, probabilmente c'è qualcuno di troppo che non pensa. Questo non lo dico e non lo penso, perch potrebbe sembrare un atteggiamento arrogante e presuntuoso e magari mi sentirei dire: "Va bene, allora solo tu pensi!".
Sicuramente né voglio essere né so d'essere solo io a pensare, ma so che sto pensando e dal pensiero mi scaturisce una preoccupazione. Questa preoccupazione la traduco negli atti relativi alla mia attività politica e di volta in volta, nelle varie occasioni, cerco di esplicitarla.
Rispetto al disegno di legge n. 85 si sta ponendo una posizione che potrebbe sembrare, ma non lo è assolutamente, paradossale - né tanto meno autorizzo nessuno a strumentalizzarla - e cioè parte dell'opposizione si è divisa, legittimamente.
Dico sempre legittimamente, perché non intendo mai - non l'ho mai fatto e non intendo farlo in questo momento - criminalizzare o colpevolizzare coloro che la pensano diversamente da me. Non lo faccio rispetto ad una parte e non lo faccio rispetto all'altra.
Relativamente a quest'argomento, si è posta una divisione all'interno dell'opposizione, ma questo non deve rappresentare assolutamente elemento di scarto, perché combinazione, relativamente a questo argomento, sul quale legittimamente si può pensare in modo diverso, si è aperto un altro scenario che attiene all'applicazione del Regolamento. Ed è di fronte a questo che sto portando avanti una mia battaglia.
Ho ritenuto - per una testimonianza, per un esercizio di democrazia di porre la firma su alcuni emendamenti dei colleghi del Movimento 5 Stelle, per il motivo che ho detto prima: un esercizio di democrazia.
Se, però, da questa volontà d'esercizio di democrazia scaturiscono, a valle, problematiche come quelle estreme - ritengo - nonostante l'encomiabile opera di sintesi del Presidente, di forzatura, di compressione del dibattito, mi preoccupo.
Non accetto che qualcuno mi dica: "Grazie anche alla tua firma si è determinata una situazione di esubero, in termini di protesta emendativa per cui qualcun altro è stato costretto a reagire con la compressione".
Amici e colleghi, ricordatevi che se non si vuole lo scoppio, non bisogna mai determinare la fase della compressione, perché lo scoppio nasce dalla compressione.
Non sono abituato a fare i botti; mi piace di più l'effervescenza, mi piace di più il botto di una bottiglia di champagne.
Oggi dobbiamo festeggiare, non il lutto, ma l'augurio da rivolgere alla democrazia, affinché essa, che ci appare ammalata e siamo tutti al suo capezzale, possa riprendersi nel modo più ampio e più vero.
Relativamente al discorso dell'analisi e della sintesi, ho preso dalla mia biblioteca un vecchio libro del 1860, di Maurizio Bufalini "Istituzioni di patologia analitica", dove egli scrive, anche se in modo aulico, delle cose eccezionali relativamente all'analisi e alla sintesi.
Leggendo il titolo della parte prima, "Prolegomeni", mi sono ricordato Petrolini, il grande attore degli anni Venti, che diceva: "Se l'ipotiposi del sentimento personale prostergando i prolegomeni della mia subcoscienza fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrasi della sintomatica contemporanea che non sarebbe altro che la trasmificazione esopolomaniaca".
Non so se sono stato chiaro.



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Ritorniamo ai prolegomeni, quindi all'analisi e alla sintesi; analisi che occorre nell'illustrazione degli emendamenti.
Noi non possiamo comprimerli, non possiamo comprimere più di tanto il tempo relativo all'analisi, perché la sintesi ne soffrirà. Noi dobbiamo dare ampio spazio all'analisi, nell'interesse di tutela - oso dire - con parole migliori di quelle che Bufalini ha usato in questo testo.
Lei mi vorrà consentire, con tutto il rispetto per l'Aula e per la Presidenza, di leggere qualche stralcio: "Si è detto che una serie di raziocini sopra d'un subietto determinato forma una scienza, o un trattato scientifico; e nel modo con cui la mente procede in questa serie di raziocini, riponesi per lo appunto ciò che precisamente denominasi metodo" è del metodo che dobbiamo parlare - "Pure i raziocini si usano così a discoprire la verità, come a dimostrarla altrui, dopo che già sia discoperta; né si scorge necessità che la mente si conduca in queste due diverse operazioni in una guisa medesima. A noi però importa di definire nitidamente il metodo che fa mestieri di tenere nella ricerca del vero intorno all'economia animale, e singolarmente intorno allo stato infermo della medesima"..."Io prefissi già ai miei studi il metodo conosciuto sotto nome d'analitico, e lo dichiarava colle parole seguenti anche Condillac: 'Suppongasi', egli dice, 'che entrati di notte in un castello sovrastante ad una vasta campagna, la mattina al nascer del sole e all'aprirsi delle finestre questa si presenti a un tratto ai nostri sguardi, ma poi tosto si richiudono le finestre. Noi allora avremmo bensì veduto tutto ciò che quella contiene, ma in questo primo istante non avremo saputo distinguere gli oggetti particolari di essa. Le due, le tre e più volte che si rinnovi nello stesso modo l'osservazione, ci seguirà sempre il medesimo. Niuno di noi potrebbe render conto di ciò che pur vide. Per avere cognizione di tale campagna non basta vederla tutta in una volta, ma bisogna vedere ciascuna parte l'una dopo l'altra; e invece di comprenderla tutta con un solo sguardo, noi dobbiamo portare successivamente gli occhi d'oggetto in oggetto, prima sui più cospicui, quindi sugl'intermedi".
Bellissimo! Da qui noi capiamo che è veramente necessario potersi applicare tutti con volontà, una grande volontà, per analizzare le questioni. Non pretendo mai di aver ragione; a me piace confrontarmi e il confronto è alla base della democrazia e questa democrazia, come mi hanno scippato ieri il termine gli amici "Grillini", noi non dobbiamo stuprarla. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo a questo punto della nostra discussione - non l'ho fatto ieri pomeriggio sui molti emendamenti, ma penso sia giusto farlo adesso per introdurre un elemento di chiarezza.
Vedete, colleghi - colleghi che in maniera legittima votano contro il provvedimento - non stiamo discutendo della TAV. È chiaro qual è il problema? Non stiamo discutendo se è giusto o meno realizzare la Torino Lione, perché tutta questa discussione si è svolta come se l'oggetto del nostro dibattito riguardasse la necessità di fare o meno l'Alta Velocità.
Non è questo l'oggetto della nostra discussione.
So bene che vi possono essere - e vi sono - opinioni radicalmente diverse su questo progetto (c'è chi, in quest'aula, lo ritiene costoso inutile, sbagliato e non da fare, mentre altri, come il sottoscritto - e lo dico apertamente - ritiene che quell'opera sia strategica per il Piemonte e per l'Italia), però non ha molto senso discutere sul fatto che il Paese rischia il declino e poi non porsi il problema di come intervenire sul fronte infrastrutturale per eliminare quelle strozzature che negli anni passati hanno contribuito a depotenziare la possibilità di crescita e di sviluppo del nostro Paese.
Ma non è di questo che stiamo discutendo; stiamo discutendo di un provvedimento che si intitola "Promozione di interventi a favore dei territori interessati a realizzare grandi infrastrutture", quindi la TAV ma non solo la TAV, in Piemonte.
Questo provvedimento riguarderà, in primis, interventi in qualche modo riconducibili a quell'opera, ma siccome il Piemonte - lo dice il Piano dei trasporti - è interessato ad altre infrastrutture, dobbiamo sapere che questo provvedimento nasce, sì, con l'obiettivo di fare una politica con la quale mitigare gli effetti e conquistare il consenso di quelle realtà e di quelle popolazioni, ma vuole produrre norme ed effetti che avranno un'implicazione anche quando saremo chiamati a discutere di altre infrastrutture che riguarderanno la nostra Regione.
Questo mi sembra il punto.
Se questo è l'oggetto del contendere, e questo è l'oggetto della nostra discussione, francamente mi sarei aspettato una discussione che volesse migliorare questo provvedimento, cambiarlo. Posso essere a favore o contro la TAV, posso essere a favore o contro altre infrastrutture viarie (non solo viarie) che si intendono realizzare nella nostra Regione, ma mi faccio in quattro per fare in modo che quel provvedimento di accompagnamento a quelle infrastrutture, fermo restando il fatto che sono contrario a che vengano realizzate, sia il migliore possibile, nell'interesse di quelle popolazioni che dico di rappresentare, essendo contrario alla TAV.
L'essere contrario alla TAV non mi deve impedire di lavorare affinch il provvedimento di cui stiamo discutendo sia, per quelle popolazioni, il migliore possibile, quello più capace di produrre benefici ed effetti.
Non devo spiegare a voi che la Giunta ha proposto questo provvedimento discusso in Commissione, non perché se l'è inventato l'Assessore Bonino, ma perché qualcuno si è posto il problema di mutuare esperienze compiute in quei Paesi che sanno gestire le politiche infrastrutturali. Questo provvedimento è figlio dell'esperienza di altri Paese confinanti con l'Italia che fanno la TAV con il consenso delle popolazioni interessate tanto per essere chiari. Noi ci poniamo il problema di fare in Piemonte una legge che avrebbe dovuto essere nazionale, ma qui c'è una responsabilità del Governo di centrodestra che ignora la questione della TAV e di altre infrastrutture.
Stiamo facendo un provvedimento che ha l'ambizione di provare a mutuare norme che possano favorire ed aiutare quel tipo di interventi infrastrutturali.
Domando: è giusto e naturale - non discuto il sì o no iniziale, quello rimane impregiudicato - che il Piemonte, dovendo realizzare quella infrastruttura, o dovendo realizzarne altre, si ponga il problema di realizzare alcune ricadute positive sui territori (la Val di Susa, ma domani Biella, dopodomani Verbania, poi Cuneo) attraverso interventi che riguardano formazione, offerta abitativa, fiscalità agevolata, prevenzione e sicurezza del lavoro, pianificazione urbanistica, attività di esproprio? Contano queste cose o non contano? Indipendentemente dal giudizio di partenza, contano o non contano? E allora la politica, anche quella che è contro la TAV, se non vuole fare un ragionamento ideologico e di risulta - sono contro quello e sono contro tutto - se ha delle idee ci metta un po' di proposizioni e cerchi di far diventare questo provvedimento migliore di quanto non lo sia. Dato che sono contro la TAV - non parlo a nome personale, ma di quelli che sono contrari - e voglio rappresentare al meglio quelle popolazioni, che difendo, occorrerebbe migliorare questo provvedimento, portando migliori benefici in quelle vallate.
Assisto invece ad una cosa che non è nata così.
Non parliamo di TAV, parliamo di un provvedimento di accompagnamento che poteva e può essere migliorato, ma che i contrari - diciamo così - non hanno lavorato per migliorarlo.
Noi abbiamo una coerenza - ha ragione il Consigliere Reschigna - che è un vicolo ineludibile, indipendentemente dalle collocazioni di maggioranza o di opposizione. Siamo stati al Governo della Regione (bene o male ma non è questo l'oggetto della discussione) e abbiamo lavorato perché abbiamo considerato quel progetto strategico per l'Italia, per il Piemonte e per l'Italia del Nord. Solo perché siamo all'opposizione dovevamo essere contrari? Siamo matti? Se una cosa è giusta è giusta; la fai stando al Governo o stando all'opposizione. Meglio sarebbe stato gestirla stando dal Governo, ma non cambia la mia opinione solo perché cambia la mia collocazione qui dentro: semplicemente lavoro per migliorare il più possibile questo e altri provvedimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregi colleghe e colleghi, il mio intervento - ringrazio il mio Capogruppo per avermi concesso questo spazio - è finalizzato a ribadire la posizione coerente del Gruppo Italia dei Valori: non siamo nemici dello sviluppo né della necessità di infrastrutture nel nostro territorio regionale, ma siamo piuttosto scettici in merito alla frettolosità di approvare un disegno di legge che non ha tenuto e non vuole tener conto delle popolazioni che saranno interessate e coinvolte, né dei parametri che vorrei ricordare ancora una volta a questa Assemblea consiliare.
Siamo scettici perché parliamo di un progetto partito vent'anni fa e che riteniamo dunque anacronistico rispetto a quelle che sono le necessità attuali e le contingenze economiche che coinvolgono non soltanto la Regione, ma tutto il territorio nazionale e addirittura europeo.
Vent'anni fa la necessità del trasporto di merci era in aumento, così come quella di passeggeri. Ora non vi è alcun dato statistico effettivo e concreto che dimostri che l'aumento del trasporto di merci sia ancora attuale, così pure quello del trasporto passeggeri. Rischiamo di fare un inutile investimento, che - lo ricordo - è uno dei più alti a livello nazionale, per costruire una sorta di "cattedrale nel deserto", come qualcuno l'ha definita; è un costo eccessivo che potrebbe essere spalmato decisamente meglio nel nostro territorio regionale.
Vorrei ricordare, soltanto a livello di provincia di Cuneo (peraltro ogni Consigliere che rappresenta un certo territorio in questo autorevole consesso potrà portare altri esempi), che stiamo aspettando, oramai da anni, il raddoppio della Cuneo-Fossano, un raddoppio ferroviario - lì sì di elevato traffico di merci e di passeggeri.
Attendiamo anche un miglioramento della Cuneo-Nizza, per la quale ahimè, sono stati molto più lungimiranti nei tempi passati nel farla nuovamente partire (parliamo degli anni Settanta), ma che adesso è in una posizione di vergognoso stallo; rappresenterebbe un importantissimo collegamento per la Costa Azzurra e per la Liguria stessa.
Sicuramente questo denaro potrebbe essere speso per migliorare questa carente e fatiscente rete viaria della nostra Regione. Ho portato due semplici esempi relativi alla provincia di Cuneo, ma ciascun Consigliere potrebbe proporne altri relativi al proprio territorio.
Non siamo convinti, inoltre, dello stravolgimento ambientale che quest'opera faraonica purtroppo causerà nel territorio dove sarà realizzata; uno stravolgimento ambientale che è carente di una valutazione di impatto ambientale seria, che porterà ad uno stravolgimento idrico e geologico, con una diminuzione della portata di determinati torrenti o addirittura la loro scomparsa.
Siamo ancora molto scettici sulle problematiche dovute ai materiali estratti: è dimostrato che esistono dei materiali tossici e da sanitario non posso tacere di fronte ad una simile problematica, che cagionerà problemi di salute nelle generazioni future e conseguenti spese. Per carità, le spese saranno affrontate, perché quando i nostri concittadini non stanno bene o sono affetti da patologie, dobbiamo ovviamente prendercene cura. Però quello che potrà accadere dall'estrazione di quel materiale e soprattutto l'ubicazione dello stesso, ci lascia decisamente perplessi.
Un pensiero, infine, va rivolto agli abitanti della vallata, che da quarant'anni a questa parte hanno conosciuto cantieri e opere a non finire.
Una difesa anche di queste popolazioni, perché riteniamo doveroso sentire il loro parere, rispettare la posizione delle Amministrazioni locali, siano esse comunali o Comunità montane, e anche i tecnici del settore, che sicuramente l'avrebbero saputa lunga sulle situazioni più negative che positive che quest'opera faraonica comporterà. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Ieri, durante la Conferenza dei Capigruppo, si ricordava che il Consiglio regionale è stato interessato per cinque settimane dalla discussione sul disegno di legge n. 85 e dalla discussione sugli emendamenti presentati dal mio Gruppo e dal Movimento 5 Stelle. Allora forse, può accadere che un tempo così lungo e così intenso faccia smarrire il punto di partenza e produca in qualcuno, a cominciare dalla sottoscritta (non mi esimo), qualche tipo di confusione.
Devo dire, francamente, che l'apertura della discussione di stamani in me produce una fortissima sensazione di confusione. Perché avevo creduto di discutere di un disegno di legge - il disegno di legge n. 85 - dichiarato assolutamente necessario nella forma contingente in cui è stato scritto all'articolo 2, e cioè per la galleria geognostica de La Maddalena e per il collegamento Torino-Lione, e alla fine delle cinque settimane scopro che non è di questo che stiamo parlando, ma di una legge di principi. E che su una legge di principi ci saremmo dovuti esercitare, come le regole dei buoni amministratori richiedono, a tentare di migliorare la legge dei principi anziché soffermarci in modo cocciuto su una rigidità pro o contro l'opera.
Mi spiace, ma è una ricostruzione che non condivido affatto: siamo per tutti troppo stanchi dopo cinque settimane per andare a rileggere i verbali delle sedute di Commissione che, molto volentieri, riporterei in questa Aula esattamente per far comprendere all'Assemblea qual è stato il punto di interruzione e la svolta in cui si è smesso di parlare di principi e si è cominciato a discutere di TAV. Perché questo è avvenuto esattamente in Commissione ed è avvenuto esattamente ad opera della maggioranza e del Partito Democratico.
Quando la presentazione del disegno di legge, fin dalla fase delle consultazioni, ha reso evidente a tutti che il provvedimento non poteva caratterizzarsi per contenuti specifici e per impegni puntuali, in quanto era un disegno di legge carente di tutti i riferimenti normativi nazionali (laddove praticato come in Francia, infatti avviene su legge nazionale e con puntuali riferimenti legislativi), su questo particolare aspetto chi vi parla, con la pedanteria che ormai mi viene riconosciuta unanimemente, ha ricordato puntualmente come la legislazione italiana, ad esempio, non consenta deroghe in ordine al principio dell'assunzione delle competenze professionali locali; e laddove si tentò di emulare questo principio nei programmi di riqualificazione urbana, si dovettero fare provvedimenti particolari, che furono impugnati dalla Confindustria (che adesso sostiene che con la TAV darà lavoro ai residenti locali) perché era una fortissima attività di inibizione della libertà di impresa e della libertà di mercato.
Correva l'anno 1999.
La Confindustria, con fondi europei, per riqualificare i quartieri urbani, non voleva essere vincolata ad assumere lavoratori residenti nei quartieri interessati e ricorreva alla Corte dell'Aia per la tutela della libertà di impresa. Adesso la Confindustria, per realizzare la TAV, dice che si può dare attraverso quest'opera lavoro agli imprenditori e ai lavoratori locali, tutto senza che sia cambiata una legge nazionale.
Ricordo di aver prodotto questo particolare esempio, sottolineando la necessità che la legge regionale tenesse conto o di normare autonomamente cosa che mi sembrava improbabile, o di cercare riferimenti nazionali, e di aver ricevuto una classica alzata di spalle da tutti i sostenitori del disegno di legge.
Quando poi in Commissione, nel consueto spirito che appartiene alla cosiddetta politica della Prima Repubblica, o alla vecchia politica o alla politica morta, come si dice adesso, cioè di quei politici che provano a misurarsi con le proposte che vengono avanzate dagli interlocutori, avevo sottolineato che se di principi generali, che serviranno d'ora in avanti per le funzioni di accompagnamento alla realizzazione dei lavori pubblici si doveva parlare, allora non aveva senso l'articolo 2 che localizzava geograficamente questa legge, perché avrebbe inevitabilmente spostato l'asse dell'intenzione e della decisione dal tema generale dei comportamenti delle politiche pubbliche a quello particolare dell'opera su cui si sarebbe dovuto realizzare il nuovo stile di governo. È stata esattamente l'obiezione del Partito Democratico, congiuntamente a quella della maggioranza e della Giunta, a rifiutare che questo disegno di legge tenesse il principio generale e cancellasse, come da mia richiesta, il riferimento territoriale.
Quindi, mi chiedo come si fa, dopo cinque settimane, con alle spalle quel tipo di discussione in Commissione, in cui testualmente è stato detto: "Se cancelliamo il riferimento alla TAV, la legge perde significato" venire in aula a dire che non è della TAV che si sta parlando.
Credo che, almeno per chi deve sopportare qualunque esibizione dei rapporti muscolari, cioè le forze che sono in minoranza, come quella della sottoscritta, ci sia un limite alla sopportazione, almeno dal punto di vista della ricostruzione dei dati di realtà.
Se, poi, si vuole un'ulteriore prova del fatto che stiamo parlando della TAV e non di principi filosofici generali, vorrei ricordare che quest'Aula ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalla sottoscritta ma non solo, in cui si chiedeva di depennare il riferimento a quel particolare ambito geografico e a quella particolare opera: quello, sì avrebbe consentito un riferimento di legge generale.
Quindi, di questo stiamo parlando. Fa un po' specie che quando si parla di questo si faccia finta di parlare di altro e poi quando si parla di altro, ad esempio delle coalizioni di governo nei vari livelli amministrativi, la TAV la si infila a proposito e a sproposito per decidere chi deve stare in una coalizione e chi deve stare fuori. Almeno, visto che si deve parlare di TAV sempre, ovunque e comunque, se ne parli a partire da quest'Aula.
di questo che abbiamo parlato in queste cinque settimane. Ed è perch abbiamo parlato di questo e in questo modo che la legge la si deve fare nella sua inutilità formale, nella sua inconsistenza sostanziale, solo per promuovere all'esterno l'idea che il Consiglio regionale decide di fare l'opera e decide di investire sull'opera, con le azioni di accompagnamento che non sarà in grado di fare, perché non ha gli strumenti per farlo.
Questa è la volontà che è stata espressa su questo disegno di legge. Ed è semplicemente naturale che di fronte a questo tipo di volontà, esibita con questa relazione trasversale di consenso e questo rapporto molto duro che è andato, nonostante la nobile mediazione del Presidente della nostra Assemblea, fino al contingentamento dei tempi di intervento in aula, si è radicalizzata anche la nostra posizione, che non può che essere, in continuità con le posizioni politiche tenute nel tempo nelle sedi istituzionali, fino ad essere espulsi dalle maggioranze di centrosinistra nelle sedi territoriali e nelle relazioni con il territorio, esattamente contraria alla realizzazione della TAV.
scandaloso? Scandalizzatevi! Probabilmente in questo scandalo non siamo soli, perché le stesse contraddizioni che attraversano il dibattito di quest'Aula passano attraverso qualunque forma di rappresentanza sociale e politica. Quindi, il confronto sarà inevitabile, lo si potrà chiudere in quest'aula a colpi di regolamento del Consiglio regionale, ma sarà riaperto in tutte le relazioni pubbliche.
Avete sottoscritto un protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL, affinché si siedano al tavolo della realizzazione delle grandi opere, per il monitoraggio del disegno di legge n. 85? Sì, ma c'è una parte delle organizzazioni sindacali che non condivide quella sottoscrizione e che pubblicamente ha tenuto con i propri simboli, le proprie persone e le proprie parole d'ordine la posizione della mobilitazione sulla TAV.
Avete compensato e promesso ad alcuni amministratori pubblici del territorio della Val di Susa che con l'opera e con questa legge i loro territori sarebbero stati compensati e tutelati, come avete fatto a Chiomonte, con la particolare promessa del casello autostradale della Torino-Bardonecchia? Probabilmente sì, ma questo non impedisce ad una serie di amministratori pubblici, che appartengono al Partito Democratico, e ad altri, che appartengono a questa maggioranza, di essere in valle i legittimi ed istituzionali rappresentanti dei dissensi della popolazione contro la TAV.
Avete ventilato agli imprenditori che quest'opera porterà significativi risultati economici alle loro imprese? Sì, in modo particolare con un megafono autorevole come quello della portavoce del rappresentante di Confindustria, dottoressa Enoc? Sì, ma in valle avete altrettanti imprenditori che vi dicono che aspettano lavoro dalla riqualificazione degli edifici pubblici del territorio interessato dall'opera. Quindi trasversalmente le contraddizioni sono presenti ovunque, così come lo sono nelle popolazioni locali.
Allora, forse, di questo si doveva parlare. In realtà, in queste cinque settimane, in cui abbiamo cercato di parlare della sostanza, non si è riusciti ad introdurre in quest'aula - evidentemente gli obiettivi sono troppo forti, vincolanti e stringenti - quello che noi riteniamo essere un quesito fondamentale: siamo proprio convinti che il Corridoio Torino 5, da Lisbona a Kiev, e l'operazione che si vuole realizzare sulla Torino-Lione costituiscano le condizioni che possono garantire lo sviluppo e, ancora nell'anno 2011, pensiamo che le modalità dello sviluppo siano garantite con gli stessi procedimenti di relazione tra i territori che scelse Cavour? Siamo ancora convinti che quel tipo di soluzione della modernità sia riducibile a questo tipo di interventi, alla caratterizzazione di queste opere? Possibile che il tunnel del Frejus voluto da Cavour sia ancora il paradigma delle scelte di modernità e di progresso in questi anni del terzo millennio? Possibile che il progresso non sia mai commisurato alle moderne risoluzioni della ricerca in altri ambiti, che vi indurrebbero ad essere prudenti, e che in modo assoluto e totalizzante continuate ad ignorare? Perché ci parlate del progresso trasportistico e non ci parlate del progresso nella tutela ambientale e nella tutela della salute? Perché non volete usare i dati più recenti di interpretazione delle condizioni di salute della popolazione e delle necessarie azioni di contrasto all'esposizione al rischio, che vi dovrebbero rendere prudenti in particolare su quest'opera e in particolare in quel territorio, che è caratterizzato da tutta l'epidemiologia dalla maggiore esposizione al rischio su tutti i determinanti di salute? Perché per le aree montane della provincia di Torino - quella più esposta ai rischi di salute - la scienza, la tecnica, la ricerca e la rilevazione vi dicono quali sono gli indicatori da tenere in conto e cosa sarebbe meglio fare per tutelare quei territori. Ma questo non è progresso non è sviluppo. Questa variabile non concorre a qualificare, in termini di contemporaneità e di modernità, quelle istituzioni pubbliche e quelle forze politiche che ostinatamente e fortemente continuano ad impegnarsi per la realizzazione dell'opera.
Quante volte vi sono stati comunicati i riferimenti sul consumo di energia e sul consumo di acqua, sul rischio di messa in sicurezza delle falde acquifere, da parte di tutti coloro che conoscono il territorio con quella specifica competenza di non leggerli sulle carte, ma di viverli? Questo dato della modernità e della contemporaneità non vi ha toccati non vi ha sfiorati e non vi è sembrato sviluppo preservare la qualità ambientale che qui è stata richiamata.
Quindi, esiste un'unica declinazione nella mente di questi soggetti contemporanei, siano essi imprenditori o politici, dell'idea dello sviluppo, che non è mai quella della compatibilità o della sostenibilità ma è sempre quella della dimensione macro. Del resto, cosa ci si aspetta nell'era della globalizzazione, se non la dimensione macro? Francamente sono molto stupita che qui o altrove non si sia ancora usato un argomento che oggi viene usato come un mantra per spiegare giustificare e legittimare di fronte all'opinione pubblica ogni abuso di natura imprenditoriale e datoriale. Sono stupita che, dopo aver dichiarato che i lavoratori non sono disponibili ai sacrifici, che non si possono fare ricorsi legali per tutelare i propri rappresentati, oggi il rappresentante della FIAT non dichiari che se non si farà la TAV delocalizzerà la FIAT Mirafiori: è l'unico argomento che ancora non ha usato ma, andando avanti di questo passo, arriveremo anche fino a quest'obiettivo perché, in nome dei temi complessivi della globalizzazione spacciati come sviluppo, si utilizza la disponibilità di qualunque sacrificio. Questi sono linguaggi forti, linguaggi che parlano "alto" e con un timbro sonante perché sono i linguaggi di chi detiene il potere economico. E noi, da questo punto di vista, stiamo assecondando questo tipo di scelte. Di questo si è parlato quindi: non di altro.
Serenamente, con quella serenità data dall'essere in condizione minoritaria, ma non per questo "minore" dal punto di vista del ragionamento, noi continuiamo a sostenere la contrarietà all'opera e la contrarietà alla legge, così conciliando chi - tra ieri e oggi - non sa più se si discute dell'opera o se si voti la legge. Pare infatti che siamo entrati in questo stato di confusione. In questa nostra contrarietà abbiamo condotto, insieme ad altri, la battaglia degli emendamenti. Ora siamo giunti all'ultimo fronte, quello istituzionale, ma come vi ho detto le sensibilità e le capacità dei territori imporranno a tutti noi coerenza confronto, impegni e continuità. Non finisce qua! Siamo allora agli ultimi ordini del giorno, ordini del giorno che per la verità - nella necessità di dover proseguire la discussione ancora in quest'aula fino all'ultima possibilità consentita - hanno una natura un po' più alterna della fermezza degli emendamenti che abbiamo presentato invece, in queste cinque settimane. I colleghi che si sono dedicati alla scrittura di questi ordini del giorno hanno introdotto temi potenti - quali quelli dell'ordine del giorno che ci richiamano come Aula e come Istituzione a riflettere sull'opzione "zero" - e temi "mediati".
Oserei dire che perfino il Movimento 5 Stelle, nel tentativo di produrre un'ulteriore discussione, ha accettato la politica della riduzione del danno. Abbiamo cioè una serie di ordini del giorno che chiamano la responsabilità della Giunta, della politica e degli Enti locali a mitigare gli impatti negativi, a salvaguardare le caratteristiche urbanistico artistiche, a tutelare i patrimoni, in particolare quelli ambientali: una politica della riduzione del danno che certamente non sta nella cultura di chi ha delle chiare fermezze contrarie alla realizzazione della TAV, ma che si propone alla riflessione di quest'Aula come ultima sponda. Ovvero coloro che non sono sensibili ai nostri argomenti, ma sono molto sensibili a quelli dell'economia o dello sviluppo e ritengono così di far bene e svolgere in questo modo il loro ruolo pubblico, almeno si facciano carico della mitigazione.
Francamente questi ordini del giorno sulle mitigazioni dovrebbero essere in qualche modo compresi, capiti, utilizzati e sostenuti anche da chi è favorevole all'opera ma, come diceva prima qualcuno, proprio perch non di contenuti stiamo parlando - perché il disegno di legge n. 85 non cambia nulla sul potere di intervento degli Enti locali, se non costituire nuovi Comitati formati dagli Uffici degli enti pubblici - temo che non troveremo il consenso nemmeno sulla riduzione del danno.
Annuncio il voto favorevole agli ordini del giorno presentati e ovviamente, quello contrario al provvedimento come ci siamo già espressi ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Non ho il compito di fornire l'indicazione del Gruppo sulla questione degli ordini del giorno perché ne ha parlato il collega Ronzani. Illustro semplicemente l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario, non prima di aver amabilmente ricordato alla collega Artesio che sta...



LEPRI Stefano

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



LEPRI Stefano

Mi sto andando ad accomodare tra il pubblico.



LEPRI Stefano

Ricordo alla collega Artesio che, allora, mi sta seguendo, che forse pur avendo certamente lei buoni argomenti - la sua ricostruzione relativamente alle vicende elettorali, e in modo particolare relativamente alle alleanze cui ha fatto cenno, dovrebbe essere ricondotta anche ad argomenti diversi che non alla sola argomentazione della TAV.
Non senza un filo di ironia vorrei ricordare, a proposito di riduzione del danno, che la stessa attenzione alla riduzione del danno forse non l'hanno avuta alcuni suoi colleghi parlamentari due anni fa quando, di fronte al rischio della caduta del Governo Prodi, si ostinarono a fare a questo Governo lo sgambetto e a votare contro fino a farlo cadere. Credo quindi sia utile anche per una forza importante come la Federazione della Sinistra riflettere sulle vicende politiche, non incaponendosi semplicemente su una questione che è certamente rilevante ma che dovrebbe essere affiancata da altre su cui troppo facilmente si sorvola.
Ciò premesso, come ho detto illustro semplicemente l'ordine del giorno riconducibile ad una preoccupazione: di fronte alla realizzazione di grandi opere com'è indubitabilmente la TAV e come sono state le altre tratte ad Alta Velocità costruite nella nostra Nazione, noi abbiamo l'esigenza - e sottolineo l'esigenza - di garantire il massimo di trasparenza e il massimo di efficienza e di efficacia...



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere: chiederei un po' più di attenzione, per favore.



LEPRI Stefano

Dicevo che noi abbiamo l'esigenza di assicurare il massimo di efficienza, di trasparenza e di efficacia nella loro costruzione.
Nello specifico, noi siamo di fronte ad un fatto che ha un certo rilievo, che naturalmente non va enfatizzato: una condanna in primo grado comminata a due importanti amministratori, sia della società deputata alla realizzazione dell'opera - la LTF - sia della società che attualmente gestisce la linea autostradale, la SITAF - per fatti che hanno evidentemente riguardato non solo la progettazione dell'opera Torino-Lione ma anche altre vicende.
Queste condanne sono state comminate in primo grado e quindi tutti noi siamo rispettosi della legalità e del principio di innocenza - si tratta quindi di un giudizio non definitivo - e tuttavia, siccome si è trattato di un giudizio che ha avuto una certa rilevanza anche per il coinvolgimento di esponenti politici e non solo di importanti manager delle società già citate, noi pensiamo che queste preoccupazioni debbano essere rappresentate con assoluta evidenza. Naturalmente consapevoli e condividendo la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo, noi siamo a rappresentare la valutazione secondo cui dovrebbe per lo meno essere opportuno considerare l'opportunità che manager condannati - seppure in primo grado e in via non definitiva - possano e debbano permanere nell'esercizio delle loro funzioni.
Questo è il senso dell'ordine del giorno che, se approvato, impegna la Giunta ad operare nei confronti del Governo e degli altri soggetti pubblici che detengono quote di capitale in SITAF affinché, appunto, venga fatta un'attenta valutazione in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, faccio tre premesse, prima di entrare nel merito del discorso che vorrei svolgere nei dieci minuti che ci sono stati assegnati dopo il dibattito di ieri alla riunione della Conferenza dei Capigruppo.
Voglio ricordare ai Consiglieri presenti in aula che si dice "il TAV" e non "la TAV". Segnatevelo, se volete: si dice "Treno ad Alta Velocità", e non "Trena ad Alta Velocità"! Seconda questione, rispondendo alla Consigliera Artesio: riteniamo che l'unica modalità per salvaguardare i punti che sono stati inseriti negli ordini del giorno, sia l'utilizzo dell'opzione zero.
L'unico modo per salvaguardare il patrimonio storico, architettonico archeologico, ambientale, naturalistico e anche lavorativo della Val di Susa è l'opzione "zero". Per quanto riguarda i nostri ordini del giorno, ho già chiesto alla Presidenza di poter inserire in tutti i documenti che non contengono la richiesta dell'opzione "zero", la frase "tramite valutazione seria dell'opzione zero".
Chiedo questa gentilezza d'inserimento in tutti gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo: tramite valutazione...



BONO Davide

Le parole "tramite valutazione seria dell'opzione zero".



PRESIDENTE

Grazie.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo modo, sgombriamo ogni dubbio che possa essere rimasto sulla nostra posizione, perché, ribadendo i dati tecnici in nostro possesso, con annessi gli studi che sono stati fatti, non è possibile salvare capra e cavoli. Non è possibile realizzare l'opera e mitigare gli impatti; anzi sono ossimorici, perché una volta aperti i cantieri e iniziata l'opera questa andrà ad impattare in quelle zone.
Non si potranno salvaguardare, dunque, i vitigni della collina di Chiomonte, che danno un ottimo vino - cosiddetto "vino del ghiaccio" - e si potranno creare danni al patrimonio delle varie aree archeologiche presenti. Ad esempio - ne avevamo già discusso con l'interrogazione - il Museo Archeologico della Maddalena di Chiomonte non avrà più una strada di accesso.
Ma sono punti che abbiamo già sottolineato ampiamente.
Pertanto, quest'opera assolutamente "non s'ha da fare", per usare una citazione vicina e cara a tutti gli italiani.
Noi riteniamo che l'opera non si farà. Siamo profondamente ottimisti e questo ottimismo viene ovviamente, non dalle nostre poche forze in Consiglio, con le quali abbiamo cercato, con proposte intellettuali ed ordini del giorno, emendamenti e discussione serrata, di portare avanti nella speranza vana di poter aprire un dibattito e cambiare qualche posizione, almeno quella dei colleghi scettici, ma ovviamente sappiamo che così non è.
Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, in questi giorni pertanto la terza premessa che voglio fare è riservata al Consigliere Ronzani, che forse è stato distratto oppure è confuso, quando sostiene che qualche Gruppo ha fatto una battaglia specifica, rispetto a un dibattito più ampio ed a un disegno più generale.
Noi, questo disegno e dibattito più generale, Consigliere Ronzani, non l'abbiamo visto.
Forse lei l'ha visto ed evidentemente, per mancanze nostre, il Partito Democratico è politicamente più avanti rispetto al Movimento 5 Stelle, ma noi quel disegno più ampio proprio non l'abbiamo visto.
Riguardo al Partito Democratico, poiché è presente anche qualche giornalista della carta stampata, come ha sottolineato con alcune inesattezze il collega dell'Italia dei Valori, noi sottolineiamo un refuso in cui c'è un "no" in più, in cui il Partito Democratico si dice che ha permesso, ancora una volta, il non utilizzo del Regolamento, a fini liberticidi.
Io ero presente alla Conferenza dei Capigruppo e mi risulta esattamente l'opposto: il Partito Democratico ha autorizzato l'utilizzo dell'articolo 69 del Regolamento, che il Presidente del Consiglio, nel pieno delle sue facoltà, ha deciso di mettere in pratica.
Pertanto, il Presidente del Consiglio, insieme al parere positivo e favorevole del Partito Democratico, ha autorizzato l'utilizzo del contingentamento dei tempi, per cui siamo qui oggi, quando il Movimento 5 Stelle e alcuni rappresentanti di altri Gruppi avevano chiesto un'intensificazione delle sedute di Consiglio; richiesta, ovviamente, che non è stata accolta da nessuno dei Gruppi cosiddetti maggioritari: PD, PdL e Lega Nord.
Questo rappresenta un altro vulnus alla rappresentanza democratica in Consiglio, in quanto non si sa esattamente quanti siano i Gruppi consiliari che possono avere un peso nel prendere una decisione all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
Poiché tre Gruppi si erano opposti (il Movimento 5 Stelle, l'Italia dei Valori e il Gruppo Per la Federazione - Sinistra Europea) vorrei sapere, in sede di Giunta per il Regolamento, dal Presidente del Consiglio, quanti sono i Gruppi e quanti sono i Consiglieri rappresentati che possono avere un peso all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
Diversamente, se dobbiamo aspettare un atto democratico da parte del cosiddetto Partito Democratico, possiamo aspettare a lungo.
Questo è un dato che ci fa sicuramente riflettere e ci farà riflettere anche all'esterno, se riusciremo a farlo passare. Non si può continuare ad essere dissociati quando si è al Governo, rispetto a quando si è all'opposizione, e comunque dissociati sulla spesa pubblica.
Se abbiamo 1.900 miliardi di euro di debito pubblico e la Regione ne ha sette miliardi - e non si sa dove prenderà il prossimo miliardo di euro di indebitamento, perché dal prossimo anno ci sarà già un miliardo di euro di indebitamento (lo sappiamo) - voglio sapere dove intendete prendere i soldi, se non dalle tasche degli italiani, così come ci ricorda spesso il Ministro Tremonti.
Poiché c'è un forte debito pubblico, ma ci sono i risparmi privati vogliamo sapere dove intendete prendere i soldi, perché è vostra responsabilità andare a dire queste cose ai cittadini; fa parte della vostra credibilità, che state perdendo in caduta libera, ormai: promettete opere per le quali non ci sono i soldi, se non a debito.
Noi non accettiamo questo, al di là di ogni dibattito sulla questione ambientale e della salute, che sono sicuramente importanti e sancite dalla Costituzione.
Il primo dato che c'interessa è il dato economico: voi non potete assolutamente dimostrare l'utilità tecnica dell'opera e potete solo fermarvi ai semplici dibattiti, alle querelle politiche vuote, che non apportano elementi di rilievo al dibattito.
Per questo motivo, noi diciamo: "A casa, andate a casa!". Il Partito Democratico, il Popolo della Libertà e la Lega Nord dovrebbero accogliere questo nostro suggerimento, visto che, tra l'altro, facendo un piccolo richiamo alla cronaca di questi giorni, non sono neanche capaci a raccogliere le firme per le elezioni amministrative di Torino, in maniera corretta! Questo è un consiglio, un suggerimento amico: forse è meglio che lasciate il posto alle rappresentanza civiche di cittadini, che sappiano gestire meglio le risorse di tutti, anche perché, andando avanti in questo modo, non potete fare altro che il male dei piemontesi e degli italiani.
Noi parliamo di questo, di come un Regolamento sia stato utilizzato come un'arma, una clava contro le opposizioni, perché non avete la forza per discutere in aula gli ordini del giorno che erano nel merito, quindi portare avanti un dibattito per il quale non avete sicuramente i mezzi tecnici - perché non ci sono, non per vostra carenza - per controbattere n i numeri per mantenere il discorso.
Concludo dicendo, riferendomi all'ordine del giorno del Partito Democratico, visto che i nostri 89 documenti ovviamente, Presidente avendoci assegnato solo 20 minuti - è difficile poterli discutere, che mi sembra una velleità siglare un ordine del giorno con cui il Consigliere Lepri vuole mettere una foglia di fico sul suo essere favorevole o no perché nella legalità non potrà essere; sappiamo benissimo che gli appalti e i subappalti, a cascata, richiamano la criminalità organizzata, come è evidente a Milano, come è stato evidente nella tratta dell'Alta Velocità Milano-Napoli.
Concludo, Presidente, riallacciandomi a quanto detto precedentemente: noi siamo ottimisti riguardo al fatto che i lavori non inizieranno mai perché c'è una forte resistenza sul territorio, popolare e democratica questo sì - e non quella che si rappresenta in quest'aula.
Quindi, non passerete mai!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Rispondo subito volentieri alla questione che lei ha posto, riguardo alla formulazione di una...



(Il Consigliere Bono espone una bandiera recante la scritta "No TAV")



PRESIDENTE

Consigliere Questore Ponso, la prego di farsi consegnare la bandiera dal Consigliere Bono!



BONO Davide

Questa è una bandiera che rappresenta la democrazia, la resistenza dei cittadini alla stupro della democrazia che il Partito Democratico e la Lega Nord continuano...



PRESIDENTE

Consigliere Bono, non è la prima volta: non abusi della pazienza! Tolga quella bandiera, per favore! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.20 riprende alle ore 12.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ancora una volta sono messo in condizione di stigmatizzare il vostro comportamento, Consiglieri Bono e Biolé.
Vi richiamo, avendo avuto la possibilità - com'è stato ampiamente dimostrato a tutti - di parlare, di attenervi, per quanto possibile, alle norme comportamentali dell'Aula e del Palazzo.
Ritengo che, se sono state introdotte da molte legislature, vi sia una motivazione.
Stavo dicendo, prima che m'interrompeste con la vostra sceneggiata, che volentieri...



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono) Sceneggiata?



PRESIDENTE

Stavo dicendo, prima che m'interrompeste con la vostra sceneggiata, che nella Conferenza dei Capigruppo...



PRESIDENTE

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma se hai detto di tutto, in questi giorni!



(Commenti del Consigliere Burzi)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Toselli! Per favore, Consiglieri Burzi! La valutazione sull'applicazione dell'articolo 69 è una prerogativa fissata dall'articolo 6 del Regolamento, in capo al Presidente che ovviamente, sente la Conferenza dei Capigruppo.
Come ho cercato di spiegare ieri, e cercherò di rispiegare oggi in aula, il Presidente - ma io aggiungo un Presidente, o il Presidente di turno - non può che tenere conto dell'orientamento prevalente della Conferenza dei Capigruppo.
Non è corretto dire che vi è stato un orientamento del Gruppo del Partito Democratico.
In quella Conferenza dei Capigruppo - a meno che io e lei, Consigliere Bono, abbiamo partecipato a due Conferenze dei Capigruppo diverse - vi è stato un orientamento prevalente ad esclusione di tre Gruppi (l'Italia dei Valori, il Gruppo della Consigliera Artesio e il suo), che, attraverso i loro Presidenti di Gruppo, rappresentano sei Consiglieri regionali su 60 Consiglieri assegnati all'Assemblea.
Pertanto, il Presidente ha ritenuto che fosse l'orientamento prevalente della Conferenza, per differenza - mi sembra normale ed oggettivo - e ha applicato l'articolo 69 del Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Approfitterò di pochissimi minuti per dichiarare che il Gruppo del Partito Democratico voterà l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Lepri, come primo firmatario, e non parteciperà alla votazione degli altri ordini del giorno, per la semplice ragione che le modalità, l'intensità e il numero degli ordini del giorno presentati impedisce una discussione e un confronto di merito sugli stessi.
Noi non avevamo alcuna difficoltà ad esprimere opinioni molto precise su alcuni temi, ma la strategia d'Aula assunta in questi giorni è stata una strategia molto chiara e netta, tesa a cercare di provocare il Partito Democratico e i suoi esponenti. In me sono tranquillamente presenti, e lo saranno per lungo tempo nei dibattiti in questo Consiglio regionale, gli interventi che ho sentito ieri mattina nei miei confronti, nei confronti del Consigliere Gariglio e nei confronti del Consigliere Boeti, così come l'intervento che ho sentito questa mattina nei confronti del Consigliere Ronzani.
Abbiamo usato l'indifferenza, perché non abbiamo ritenuto che un tema così rilevante potesse determinare il trascinamento in una condizione di rissa.
Noi, nelle risse, non ci stiamo bene, perché per noi il senso della democrazia...



(Commenti dei Consiglieri Bono e Biolé)



RESCHIGNA Aldo

Presidente, sento dei rumori molesti alle mie spalle, proprio rumori molesti...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna, mi ero distratto.
Chiedo cortesemente di mettere in condizione il Consigliere Reschigna come gli altri Consiglieri, non più degli altri, di svolgere il proprio intervento.
Mi sia consentito chiedere - spero di non offendere - anche un po' di educazione: anche se siamo un palazzo pubblico, può sempre servire al prosieguo dei lavori.
Continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Io non ho utilizzato espressioni del volto né alcun tipo di commento rispetto alle considerazioni che ho sentito in questi giorni. Ascoltate anche le mie, per cortesia! Questo è il nostro atteggiamento. Noi non siamo un movimento; noi siamo una forza politica, che ha una sua piattaforma politica e programmatica.
Dentro questa piattaforma politica e programmatica c'è anche uno sguardo al futuro del Piemonte.
Siamo abituati a ragionare a seconda della nostra collocazione, se siamo al Governo o se siamo all'opposizione, cercando di dare il nostro contributo alla soluzione dei problemi del Paese e della comunità regionale.
Se la TAV non sarà realizzata, la considereremo una sconfitta e saremo in grado di dimostrare, con molta nettezza, di chi saranno le responsabilità: innanzitutto, da parte del Governo nazionale, che fa ancora molto fatica a garantire le risorse adeguate per la realizzazione dell'opera.
Due brevissime ed ultime considerazioni: facciamo attenzione anche ai termini che usiamo.
Il Partito Democratico non è correo di nessuno stupro democratico all'interno dell'Aula. Il Partito Democratico ha assunto una posizione molto chiara, tesa a dire che o facciamo un confronto nel merito delle questioni, e allora gli spazi della democrazia saranno per primi salvaguardati e difesi a spada tratta dal Partito Democratico, oppure, se in quest'aula si vuole determinare il monopolio della calendarizzazione dei provvedimenti, c'è una violazione della democrazia.



(Commenti in aula)



(Scampanellìo del Presidente)



RESCHIGNA Aldo

Non c'è problema, Presidente, sono abituato.
Poiché qualcuno vuole che oggi questa discussione finisca in modo eclatante, non darò questo tipo di soddisfazione. Non la darò, perché sono una persona responsabile e ho a cuore le Istituzioni e gli interessi della comunità piemontese.
Se attraverso strumenti come quelli che sono stati usati in questi giorni si vuole determinare il monopolio nella calendarizzazione dei lavori dell'Aula - l'ho detto ieri sera alla Conferenza dei Capigruppo e lo ripeto oggi in aula, perché il sottoscritto non è abituato a coprirsi dietro a niente e nessuno - ci sono altrettanti provvedimenti importanti che non possono essere esaminati (voglio citare l'esempio che ho fatto ieri: la mozione presentata dal Partito Democratico sull'impossibilità di accesso ai servizi socio-sanitari in questa regione) perché così facendo si impedisce la loro discussione.
Ho a cuore anche questo genere di problemi; ho a cuore anche queste persone che appartengono alla comunità del Piemonte.
Ho a cuore una gestione dell'Aula che consenta a ciascuna forza politica, anche a quella che non la pensa come me, di esercitare i propri diritti e le proprie opinioni, senza monopoli e in capo a nessuno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Proprio cercando di venire incontro alla richiesta di urgenza di gran parte dell'opinione pubblica, della comunità piemontese e del mondo dell'imprenditoria (come ci è stato segnalato ieri dalla presenza di numerosi imprenditori della Val di Susa qui in Consiglio regionale che lamentavano la lentezza con cui il Consiglio affrontava questo disegno di legge, lentezza causata da alcuni Gruppi dell'opposizione) è ora che tutti distinguano le proprie posizioni. Sicuramente da parte della maggioranza c'è stato il massimo impegno per accelerare i tempi, pur con i vincoli che il Regolamento del Consiglio regionale ci concede.
Esprimiamo la nostra negatività sugli ordini del giorno presentati con l'ulteriore intento ostruzionistico di allungare i tempi, mentre esprimiamo una soddisfazione "liberatoria" al fatto che questa legge finalmente sarà approvata, una legge che darà incentivi e compensazioni economiche ai territori che ospiteranno l'Alta Velocità e a tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Come ho già detto ieri, questa legge significa fatti e non parole, come vuole essere il Governo di questa Regione.
Fatti perché questa legge porta avanti e dà un grande impulso al progetto della TAV, progetto che deve essere realizzato, altrimenti il Piemonte perderà una grande occasione. Sarà sicuramente un modo per rilanciare, non solo il Piemonte, che altrimenti perderebbe il treno del rinnovamento industriale, ma tutta l'economia della Val di Susa, che purtroppo soffre di gravi problemi occupazionali.
Approfitto di questi minuti per ringraziare comunque l'Aula perch nonostante alcune piccole questioni, c'è stato un dibattito continuo ed una presenza - ringrazio soprattutto i Consiglieri della nostra maggioranza che ha permesso l'approvazione della legge.
Grazie anche a lei, Presidente, per come ha gestito in queste sedute i lavori dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Presidente, innanzitutto mi rivolgo a lei, come ho già detto ieri alla Conferenza dei Capigruppo, per la correttezza, la serietà e l'intraprendenza con cui sta portando avanti i lavori del Consiglio.
Mi fa piacere che in precedenza in quest'aula già un'altra maggioranza aveva detto "sì" alla grande infrastruttura della TAV; oggi, quest'altra maggioranza l'approva, più o meno all'unanimità. Lo dice il responsabile non di un movimento politico, ma di un partito, qual è l'UDC.
Da sempre siamo responsabilmente convinti che per il bene comune non si debba perdere di vista questo traguardo e questo treno: significherebbe tornare indietro.
Ci faremo promotori, tutti insieme, affinché, come ha detto il collega Reschigna, lo Stato intervenga e metta a disposizione il fabbisogno per questa opera.
Come altri colleghi che mi hanno preceduto, ribadisco la mia votazione a favore dell'ordine del giorno di cui primo firmatario è il Consigliere Lepri. Non condivido, invece, i documenti presentati ieri, solo per far perdere tempo. L'ho detto ieri e lo ribadisco: insistiamo sul non sprecare denaro pubblico e poi convochiamo Consigli fino a tarda notte.
Rispetto le idee di tutti, ci mancherebbe altro, ma ritengo che se ne sia ampiamente discusso.
Credo di essere sul solco del tracciato giusto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Sono sempre stato a favore dell'Alta Velocità, in quanto non è un progetto che appartiene solo al Piemonte, ma al nostro territorio nazionale.
Per responsabilità e rispetto della mia coscienza, quindi in piena sintonia con i colleghi del mio Gruppo, ero, sono e sarò a favore dell'opera, però credo - e voglio che queste mie dichiarazioni siano registrate a verbale - che in Piemonte l'Alta Velocità non si farà. Non voglio essere un protagonista di questa commedia: da un punto di vista politico, non siamo né al Governo della Regione né al Governo nazionale, ma ho la certezza matematica - utilizzo argomentazioni logico-deduttive mie personali, potrei anche sbagliarmi ma non credo e lo vedremo nei prossimi mesi - che l'Alta Velocità non si farà in Piemonte e che protagonista di questa grande struttura sarà la Regione Liguria.



PRESIDENTE

Il dibattito, ai sensi dell'articolo 69 comma 6 del Regolamento regolato secondo quanto esposto dalla Conferenza dei Capigruppo nella giornata di ieri, è concluso.
Prima di procedere alla votazione finale del disegno di legge n. 85 occorre procedere ad una serie di votazioni che riguardano gli ordini del giorno collegati. Pertanto prego tutti i Consiglieri di rimanere al proprio posto e i lavori della mattinata si concluderanno al termine della votazione finale sul provvedimento di legge n. 85.
Innanzitutto, Consigliere Bono, diamo per modificati, con la frase che lei ha fatto aggiungere, tutti gli 88 ordini del giorno depositati dal suo Gruppo, a firma Bono e Biolé? Consigliere, mi conferma che la frase è la seguente: "E comunque sia praticabile l'opzione zero"?



BONO Davide

Era "tramite valutazione seria dell'opzione zero", se è possibile.



PRESIDENTE

Quindi tutti gli 88 ordini del giorno, compresi quelli che verranno dichiarati irricevibili, sono modificati.
Abbiamo poi un ulteriore ordine del giorno presentato dal Gruppo del Partito Democratico.
I primi ordini del giorno posti a votazione riguardano il tema dell'inquinamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei intervenire prima della votazione. Siccome è un po' imbarazzante dover votare degli ordini del giorno che, sinceramente, non si è avuto il tempo di leggere e di studiare, quindi in mancanza dell'illustrazione dettagliata, ordine del giorno per ordine del giorno, in forza dell'applicazione dell'articolo n. 69, di fronte al quale ieri abbiamo palesato la nostra contrarietà, sono imbarazzato se votarli o astenermi.
Non so che cosa fare.



PRESIDENTE

Cercherò di aiutarla. Grazie.



BUQUICCHIO Andrea

Volevo solo annunciare questo: decido di votarli e di esprimere il mio parere favorevole in segno di contrarietà all'applicazione dell'articolo n.
69.



PRESIDENTE

Grazie. La sua posizione è chiara ed è agli atti.
Il primo ordine del giorno è il n. 283 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Inquinamento luminoso".
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 283[1].
Il Consiglio non approva.
L'ordine del giorno è respinto; il voto è esteso anche agli ordini del giorno n. 297, 318, 320 e 324 su pari argomento.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 296 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Preoccupazioni per la salute in relazione all'approvazione del disegno di legge 85 e prima attuazione sec. comma 3 art. 2".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 296[2].
L'ordine del giorno è respinto; il voto è esteso anche agli ordini del giorno n. 319 e 342 di pari argomento.
Passiamo agli ordini del giorno in materia di sicurezza dei treni.
Il primo è l'ordine del giorno n. 353 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "La bugia della maggiore sicurezza della nuova linea (art. 9, comma 1, lettera a)".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 353[3 L'ordine del giorno è respinto; il voto è esteso anche all'ordine del giorno n. 355 di pari argomento.
Invito gli ospiti tra il pubblico ad attenersi a quanto previsto dal Regolamento. Pertanto, comunico che chi non si atterrà al Regolamento sarà allontanato dalla barcaccia del pubblico.
Grazie. Sono sicuro della vostra comprensione e collaborazione.
Pongo ora in votazione gli ordini del giorno che hanno come materia la tutela della flora.
Il primo è l'ordine del giorno n. 285 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Opere a verde di mitigazione e recupero ambientale negli interventi di cui al comma 3 dell'art. 2".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 285[4].
L'ordine del giorno è respinto e il voto è esteso anche agli ordini del giorno n. 287, 291, 294, 299, 308, 332 e 356 di pari argomento.
Passiamo adesso all'esame degli ordini del giorno relativi all'opzione "zero".
Il primo è l'ordine del giorno n. 286 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Opzione zero".
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 286[5].
L'ordine del giorno è respinto e il voto è esteso anche agli ordini del giorno n. 295, 304, 305, 306, 307, 310, 313, 314, 315, 322, 327, 328, 329 330, 331, 333, 334, 337, 338, 340, 341, 343, 344, 346, 347, 348, 349, 350 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364 e 366 di pari argomento.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "N. Pellati" di Nizza Monferrato (AT)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "N. Pellati" di Nizza Monferrato in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli atti d'indirizzo collegati al disegno di legge n. 85.
Procediamo con una serie di ordini del giorno che riguardano il patrimonio archeologico.
In particolare, il primo è l'ordine del giorno n. 279 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Corretto inquadramento storico archeologico dei territori interessati dagli interventi relativi di cui al comma 3 dell'art. 2".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 279[6].
L'ordine del giorno è respinto; il voto è esteso anche gli ordini del giorno n. 280, 281, 282, 300, 301, 302, 336, 354 e 365 di pari argomento.
Adesso abbiamo ulteriori ordini del giorno che riguardano l'adeguamento della documentazione.
In particolare, il primo è l'ordine del giorno n. 288 presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Studio di impatto ambientale per la NLTL".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 288[7 L'ordine del giorno è respinto; il voto è esteso anche gli ordini del giorno n. 289, 290, 293 e 323 di pari argomento.
Procediamo con la votazione di quattro ordini del giorno sottoscritti dai Consiglieri Bono e Biolé, non accorpati, per cui avranno una votazione distinta: ordine del giorno n. 326, inerente a "Nuovo ponte sulla Dora Riparia in relazione all'art. 3, comma 1 del disegno di legge 85 del 29/10/2010" ordine del giorno n. 325, inerente a "Cunicolo geognostico esplorativo in relazione all'art. 3, comma 1, lettera e) del disegno di legge 85 del 29/10/2010" ordine del giorno n. 321, inerente a "Indennizzo immobili entro 150 metri" ordine del giorno n. 339, inerente a "Costo economico dell'opera (art. 3 comma 2 lettera b)".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 326[8 Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 325[9].
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 321[10].
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 339[11].
Il Consiglio non approva.
L'ordine del giorno n. 345 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Flussi di traffico previsti sulla Torino-Lione (art. 3 comma 2 lettera b)", è irricevibile per incompetenza.
L'ordine del giorno n. 278 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Termine sperimentazione modhalor sulla Torino-Modane (art. 3 comma 1 lettera b)", è irricevibile per incompetenza.
L'ordine del giorno n. 312 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Informazione scorretta (art. 9, comma 1, lettera i)", è irricevibile per incompetenza.
L'ordine del giorno n. 316 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Confronto fra le parti e partecipazione cittadina (art. 6)" riproduce esattamente l'emendamento già respinto o decaduto, pertanto è irricevibile.
L'ordine del giorno n. 292 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Valorizzazione paesaggistica", riproduce sostanzialmente i contenuti dell'articolo 9, comma 1, lettera g), pertanto è irricevibile.
L'ordine del giorno n. 284 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Ricadute positive e sostenibilità dell'interventi al riguardo del SIC IT1110027", riproduce sostanzialmente il contenuto dell'articolo 3 comma 2, lettera a), pertanto è irricevibile.
L'ordine del giorno n. 352 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Macchinisti (art. 9)", è irricevibile in quanto privo di efficacia nel dispositivo.
L'ordine del giorno n. 317 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Esperto di sanità nel comitato di pilotaggio", è irricevibile perché superato dall'articolo 5.
L'ordine del giorno n. 311 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Piano di smarino in relazione all'art. 3 comma 2 lettera c del 85 del disegno di legge 29/10/2010", è irricevibile perché riproduce i contenuti dell'articolo 3, comma 3, lettera c).
L'ordine del giorno n. 335 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "I valori di una opposizione democratica nel rispetto delle popolazioni interessate dalle opere di cui all'articolo 2 del disegno di legge 85", è irricevibile perché in sostanziale analogia con l'ordine del giorno n. 262.
L'ordine del giorno n. 351 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Dibattiti pubblici sul progetto ferrovia TO-Lione", è irricevibile in quanto la previsione è inapplicabile.
L'ordine del giorno n. 296 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Preoccupazioni per la salute in relazione all'approvazione del disegno di legge 85 e prima attuazione sec. comma 3 art. 2", è irricevibile per incompetenza.
L'ordine del giorno n. 309 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Censura delle richieste di uso della forza militare in Valsusa", è irricevibile per incompetenza.
L'ordine del giorno n. 298 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Normativa europea sugli appalti e disegno di legge 85", è irricevibile per incompetenza.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 303 presentato dai Consiglieri Lepri Reschigna, Ronzani, Buquicchio, Boeti, Ponso, Motta Angela, Taricco Pentenero, Goffi, Manica e Negro, inerente a "Le grandi opere vanno realizzate nel pieno rispetto della legalità".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 303[12].
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 Consiglieri votanti 48 Consiglieri hanno votato SÌ 43 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 368 presentato dai Consiglieri Cattaneo Reschigna, Lepri, Marinello, Cursio, De Magistris, Botta Franco Maria Molinari, Leardi, Laus, Leo, Costa Rosanna, Valle, Buquicchio, Carossa Montaruli, Bussola, Comba, Mastrullo, Tentoni, Toselli, Motta Angela, Motta Massimiliano, Cortopassi, Taricco, Ponso e Dell'Utri, inerente a "Il lavoro dei transfrontalieri italiani"


PRESIDENTE

Prima di concludere i nostri lavori, propongo all'Aula, evitando l'illustrazione e la relativa discussione, di votare l'ordine del giorno avente ad oggetto "Il lavoro dei transfrontalieri italiani", sottoscritto sostanzialmente da tutti i Gruppi e da molti Consiglieri.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 368, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato che a seguito delle elezioni cantonali in Ticino, che hanno fatto segnare un forte incremento dei voti al partito della Lega dei Ticinesi potrebbero verificarsi delle eventuali conseguenze di un cambio di politica svizzera nei confronti dei lavoratori frontalieri ritenuto che l'atteggiamento della Le-ga dei Ticinesi contro i lavoratori italiani, che sono circa 45mila tra cui 6mila piemontesi, desta una forte apprensione considerato che l'accordo bilaterale italo-svizzero del 1974 prevede che i ristorni sulla remunerazione dei lavoratori frontalieri, che vengono attribuiti dalla Comunità elvetica a titolo di compensazione finanziaria siano ripartiti ai Comuni tramite le Province e le Comunità Montane considerato altresì che il mancato trasferimento delle somme dei ristorni metterebbe a serio rischio servizi fondamentali per le comunità e ridurrebbe fortemente ogni possibilità di investimento agli Enti locali Esprime profonda preoccupazione per i possibili sviluppi della condizione lavorativa dei frontalieri italiani manifesta piena solidarietà, in particolare, ai circa 6mila lavoratori piemontesi che operano ogni giorno in Svizzera, onestamente e con regolare contratto, e che meritano il rispetto della comunità italiana e di quella svizzera Impegna la Giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo italiano affinché se ne faccia interprete con il Governo svizzero, delle preoccupazioni dei lavoratori italiani frontalieri e degli Enti locali a proporre al Governo italiano iniziative, sia sul piano politico che istituzionale, a difesa del lavoro transfrontaliero".
Il Consiglio approva.
Vi ricordo che i nostri lavori riprenderanno alle ore 14.30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata ex articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale e alle ore 15 con la seduta ordinaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



PRESIDENTE

1] Il testo dell'ordine del giorno sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso 2] Idem 3] Idem 4] Idem 5] idem 6] idem 7] idem 8] idem 9] idem 10] idem 11] idem 12] idem



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