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Dettaglio seduta n.102 del 19/04/11 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta Avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Boniperti, Botta Marco, Costa Raffaele, Cota, Leo, Giordano, Tentoni e Pedrale.
Do atto che il numero legale è pertanto 27.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio"


PRESIDENTE

Pregando i Consiglieri di prendere posto, proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 85, "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri Sviluppo - Territorio", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ricominciamo i nostri lavori dall'esame dell'articolo 10.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 345 nonies) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Bonino: "Art. 10 (Attuazione) Per l'attuazione della presente legge, al fine di definire criteri e modalità applicativi negli ambiti tematici di intervento di cui all'articolo 9, la Regione fa ricorso ai necessari atti normativi e amministrativi.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati si ricorre ad accordi, protocolli, intese tra gli enti e i soggetti interessati.
Per intervenire in materie che non rientrano nelle proprie competenze, la Regione promuove le opportune iniziative anche nei confronti degli organi istituzionali sovraordinati.
Per l'attuazione della presente legge, la Regione può fare ricorso ai propri enti strumentali o alle proprie società partecipate".
La parola all'Assessore Bonino per l'illustrazione.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Presidente, l'articolo 10 è riferito alla fase di attuazione e l'intervento della Giunta regionale su quest'articolo è finalizzato a modificare i commi in maniera tale che fosse esplicitamente previsto che per interventi in materie che non rientrano nelle proprie competenze, la Regione possa - anzi debba - promuovere le opportune iniziative anche nei confronti degli organismi istituzionali sovraordinati.
Quest'inserimento è fondamentale perché, com'è stato più volte rilevato, questa norma ha anche lo scopo di costituire un esperimento legislativo pilota, che ci consenta di relazionarci nei confronti del Governo nazionale in termini propositivi.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Proseguiamo sulle motivazioni per cui continuiamo ad essere contrari a questo tipo di disegno di legge. Nella mattinata abbiamo già elencato per sommi capi alcune questioni e ringrazio tra l'altro anche i colleghi degli altri Gruppi che hanno sicuramente suggerito delle motivazioni sempre nuove che emergono analizzando davvero questo tipo di situazione. È chiaro che non c'è alcun tipo di volontà - almeno da parte di chi sta facendo opposizione - di fornire delle motivazioni che non siano sostenute da un certo tipo di dati.
Un argomento che quindi non è ancora stato trattato che vado ad enunciare, e che conosciamo da ciò che ci viene comunicato, è quello del flop dell'autostrada ferroviaria che dovrebbe essere collegata e che è la ragione da cui è partito inizialmente il progetto di questa grand'opera Torino-Lione. L'Alta Capacità e il trasferimento modale avrebbero dovuto realizzarsi attraverso l'autostrada ferroviaria. Il servizio sperimentale è iniziato nel 2003 sulla linea attuale. Anche questo è un altro dato importante, perché grazie alla disinformazione che c'è rispetto alla grand'opera TAV, molti cittadini anche vicini al territorio interessato ignorano oppure non conoscono esattamente l'importanza della linea attuale già esistente.
Ogni volta che andiamo ad enunciare le motivazioni, è chiaro che di conseguenza vengono fuori altri tipi di argomento, tutti che portano a sposare - secondo il nostro parere - la tesi principale, importante e giusta, cioè quella dell'opzione "zero".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Presidente, sempre con lo stile dei due minuti per l'emendamento e tre per la dichiarazione di voto, accorpandoli in un unico intervento.
L'articolo 10 è l'esemplificazione concreta del giudizio che abbiamo reso durante la discussione in Commissione sul disegno di legge n. 85: un elenco di buone intenzioni, non brillantemente mutuato dalle esperienze francesi ed europee, non adeguatamente supportato da tutti gli strumenti operativi che sarebbero necessari, assolutamente insignificante dal punto di vista dello stanziamento economico.
Perché, allora, l'ostinazione della Giunta regionale a procedere nell'approvazione? Perché l'ostinazione dell'Aula consiliare, nella sua maggioranza e nel consenso del Partito Democratico, a portarlo in approvazione? Perché l'illusione che si vuole rendere a mezzo stampa, sul fatto che l'approvazione di questo disegno di legge comporterebbe significativi cambiamenti nella concreta attuazione dell'opera dell'Alta Velocità, e significativi vantaggi per i territori, gli ambienti e le popolazioni coinvolte? Non solo noi, che siamo contrari alla realizzazione dell'opera, ma qualunque osservatore esterno potrebbe rendersi conto che nessuna delle promesse, nessuna delle aspettative, nessuna delle garanzie che si pretende vengano assunte con quest'atto di legge, sono chiaramente contenute nel provvedimento stesso.
Pertanto, nemmeno coloro che ne propugnano l'approvazione e che immaginiamo andranno a cantarne le lodi nei territori interessati, possono trovare nella scrittura letterale di questo disegno di legge una qualsivoglia indicazione operativamente concreta.
Da cosa deduco e su cosa fondo questo giudizio così critico? Esattamente sulla lettura letterale dei contenuti dell'articolo 10, che ha un oggetto molto ambizioso. L'oggetto si chiama "attuazione", ma poi nell'indicazione precisa di cosa si consideri per attuazione, francamente è deprimente, almeno dovrebbe esserlo per coloro che sono realmente interessati all'attuazione.
Noi confidiamo che, nonostante il lungo lavoro di discussione che abbiamo portato in quest'Aula, attraverso la presentazione degli emendamenti, in realtà il disegno di legge si sgonfi da sé, cioè non riesca nemmeno a rendersi attuabile e attuato, per la totale inconsistenza degli strumenti che intende adottare.
Quali sono gli strumenti? E meritano, questi strumenti, la scrittura di un articolo di legge? Meritano l'adozione di un atto di legge? Qui si dice che, poiché mancano le concrete modalità applicative rispetto agli stili di intervento - e questa non è una scoperta di oggi, è da quando abbiamo cominciato la discussione in Commissione che vi diciamo che non si può fare con una legge regionale ciò che la Francia fa con una legge dello Stato, e che soprattutto non si può fare con una legge regionale ciò che le leggi dello Stato non hanno scritto e non sono riuscite a fare - la Regione fa ricorso ai necessari atti normativi ed amministrativi, il che non mi sembra francamente una novità.
C'è bisogno di un disegno di legge? C'è bisogno di un disegno di legge straordinario per dire che la Regione, per agire, deve fare ricorso agli atti normativi e amministrativi del caso? Mi sembra la semplice e normale prassi di carattere amministrativo.
Laddove - e lo si scopre in questo caso - ci sono materie che non rientrano nelle proprie competenze (quante volte, ad esempio, abbiamo chiesto a quest'Aula e alla Commissione di coinvolgere le competenze sanitarie, rimanendo assolutamente inascoltati), quando non c'è la possibilità d'intervenire direttamente, perché la materia esula dalle competenze dirette, allora la Regione promuoverà delle opportune iniziative.
Questa è la rivelazione del comma 1 dell'articolo 10: che si deve agire attraverso l'adozione di strumenti amministrativi e, laddove non ci sono in loco, si devono adottare opportune iniziative.
Ma la cosa più entusiasmante ed innovativa che non ci saremmo mai aspettati, come sforzo di fantasia legislativa da parte di quest'Ente, è il comma 3: al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati, si prevede il ricorso ad accordi, protocolli, intese tra gli enti e i soggetti interessati.
Di nuovo, voglio sottolineare a questa Giunta che lo strumento degli Accordi di Programma e dei protocolli d'intesa, nonché delle intese, non è stato inventato dal disegno di legge n. 85, ma è una normale, ordinaria attività di regolazione dei rapporti tra enti differenti.
Di fronte allo sconforto che prende nel vedere che quest'Aula non è assolutamente disponibile a ragionare su quello che dal nostro punto di vista è il cuore della questione, cioè il continuare ad insistere sulla realizzazione di un'opera che ci vede contrari e, con noi, vede contraria tutta la popolazione, opera che produrrà significativi svantaggi cambiando definitivamente la fisionomia di quel territorio, qui si fa ricorso ad un articolato di legge assolutamente risibile.
Speriamo che sia la debolezza interna a fermare questo disegno di legge.
Il nostro voto sarà contrario, sia all'emendamento sia all'articolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ci stiamo avviando alla conclusione di quella che ritengo semplicemente una falsa discussione in Aula del provvedimento, tant'è che - come vedete la discussione in realtà non c'è.
Quanto vi è di soliloquio da parte della Giunta, dell'Assessore Bonino riguardo a quello che dovrebbe essere l'orientamento conclusivo da parte della Giunta, riguardo ai singoli articoli, che sono stati riassunti da altrettanti emendamenti conclusivi o maxiemendamenti! D'altra parte, c'è un altrettanto soliloquio da parte di quelle poche forze che si oppongono anche e soprattutto alla forma con cui si vuole imporre questo disegno di legge, cioè senza una discussione seria né in Commissione né in Aula, tant'è che per l'assunzione di incapacità a reggere qualche seduta di Aula, magari anche serale ed eventualmente anche notturna, si è deciso di ricorrere a questo strumento.
Non vedo più l'Assessore Bonino...
lì dietro, grazie, la vedo. Poi, successivamente, dirò qualcosa sul Regolamento consiliare al collega Burzi.
Il dato è sicuramente chiaro, almeno per noi: una volontà a passare sopra a quelle che sono, non solo le lecite rimostranze dei territori e dei cittadini interessati e coinvolti dall'opera, ma anche le lecite espressioni di dissenso da parte dei Gruppi, che portano fortemente questo dissenso anche in Aula e che sono stati eletti a rappresentarle.
Pertanto - ripeto - il dato è sicuramente chiaro e netto e noi non accettiamo e non intendiamo accettare quest'atteggiamento, che è politicamente basso, in quanto vi è l'utilizzo di uno strumento che va contro le prerogative democratiche di un sano confronto all'interno di un'aula istituzionale. Nella Giunta per il Regolamento abbiamo analizzato l'utilizzo, a livello parlamentare, di un altro strumento, che è quello della fiducia; qui ovviamente non si può utilizzare, ma il maxi emendamento va in quella direzione.
Su questo, voglio assolutamente mettere tutte le responsabilità in carico a chi quel Regolamento l'ha votato, l'ha discusso, l'ha emendato e l'ha fatto passare nella scorsa legislatura: il Partito Democratico in primis - ovviamente io non c'ero in quella legislatura - che era al Governo, ed anche a chi ha inteso oggi utilizzarlo.
Non è in questo modo che si fa opposizione e si manifesta dissenso verso un'opera, un'opposizione e un dissenso democratici.
Scusatemi se peccherò di arroganza, ma noi riteniamo di rappresentare la vera democrazia; come Movimento 5 Stelle e Movimento "No TAV", ci sentiamo di rappresentare la vera democrazia, la vera tutela della democrazia. Se questi soldi saranno risparmiati, come ho ricordato in un comunicato stampa, verrà ricordato tra qualche anno, tra qualche quinquennio, tra qualche decennio, come un vero dato di gran risparmio di risorse all'interno dei festeggiamenti dell'Unità d'Italia, che altrimenti sarebbero state buttate - scusatemi il termine forte - nel "cesso", con tanto di sciacquone tirato da parte delle forze che intendono procedere nonostante e contro qualunque evidenza scientifica, tecnica e anche sociale.
questo che si sta facendo! Sappiamo che l'interesse bipartisan è tale, com'era bipartisan l'interesse delle tangenti nel periodo pre-tangentopoli, quindi sappiamo benissimo che i soldi servono a far vivere questo sistema, burocratico ed elefantiaco, dei partiti. Sistema contro cui noi ci battiamo, non perch vogliamo fare demagogia o avere pubblicità - come qualcuno sostiene - e per questo in Consiglio stiamo a perdere tempo, ma perché crediamo veramente che la politica debba essere fatta con meno soldi. E i soldi destinati all'Alta Velocità Torino-Lione, secondo me, non saranno mai spesi sul territorio.
Ho la presunzione di dirlo qui, oggi: ritengo che non saranno mai spesi, perché, per fortuna, oltre alle nostre esigue forze in Consiglio, ci saranno delle forze ben più valide che resisteranno fino alla fine, in Val di Susa, per impedire questo scempio delle nostre risorse.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 345) nonies.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Vorrei l'elenco dei presenti.



PRESIDENTE

Glielo facciamo pervenire.
I lavori sono aggiornati alle ore 15.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 15.20)



(Alle ore 15.47 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta è aggiornata alle ore 16.05 perché è in corso di valutazione l'ammissibilità del plico di atti d'indirizzo presentati)



(La seduta riprende alle ore 16.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di prendere posto.
Avevamo interrotto i lavori in quanto era mancato il numero legale (adesso è 28) sulla votazione dell'emendamento n. 345) nonies, della Giunta regionale. Dobbiamo, pertanto, procedere con la ripetizione della votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 345) nonies.
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 10.
Dichiaro decaduti tutti gli emendamenti giacenti sullo stesso articolo.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 345 decies) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Bonino): Art. 11 (Relazione annuale) 1. La Giunta regionale, anche sulla base dei dati forniti dalla struttura di coordinamento tecnico-operativa attraverso l'attività di monitoraggio di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), presenta annualmente alle competenti Commissioni consiliari una relazione sull'applicazione e sul raggiungimento degli obiettivi delle presente legge.
La parola all'Assessore Bonino per l'illustrazione.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Con l'articolo 11, la Giunta regionale s'impegna a presentare una relazione annuale che inizialmente doveva essere resa alla Commissione consiliare competente.
Si è ritenuto di avere come punto di riferimento una pluralità di Commissioni che, a vario titolo, possono essere interessate dalla relazione annuale che impegnerà la Giunta, così come richiesto anche dalla Commissione competente in fase di discussione.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Approfitto per terminare l'intervento precedente, riguardante il flop dell'autostrada ferroviaria: argomento molto collegato a questo tipo di opera.
Ricordo a tutti i Consiglieri che la ragione che ha prodotto i primi progetti, le prime idee riguardanti questa grand'opera, nasceva dalla necessità di avere un'autostrada ferroviaria.
Il servizio sperimentale è iniziato nel 2003, sulla linea attualmente esistente: c'erano quattro coppie di treni da 17 carri, che avrebbero dovuto diventare otto coppie, sempre giornaliere. Le coppie di treni sono rimaste quattro, mentre il numero dei vagoni è stato ridotto a 11.
Tutto questo è dovuto all'insuccesso tecnico ed economico di quella sperimentazione. Infatti, nonostante l'impegno portato avanti e i finanziamenti spesi dai due Governi nazionali - francese e italiano - che l'avevano indicata come "elemento esclusivo e qualificante della nuova linea", purtroppo - così è stato l'iter - non ha avuto ulteriore sviluppo.
L'autostrada ferroviaria con i carri di tipo "modalohr" è stata un completo fallimento.
I TIR completi per cui era stata costruita, rappresentano davvero una quota ridotta di tutti i traffici esistenti su questa linea. Per il resto si tratta, tecnicamente di semirimorchi e di merci pericolose, che viaggiavano su ferrovia già prima, quindi l'utilità non è stata verificata su sperimentazione, sopprimendo due treni per dare spazio a questo tipo di servizio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Professionale "V. Mucci" di Bra (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Professionale "V.
Mucci" di Bra, classe II F, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Opere pubbliche

Proseguimento esame disegno di legge n. 85, inerente a "Promozione di interventi a favore di territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri - Sviluppo - Territorio" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 85. Siamo sempre sull'emendamento n. 345) decies.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso mi avvarrò della facoltà di congiungere i due minuti di tempo per la valutazione dell'emendamento con i tre minuti destinati alla dichiarazione di voto.
Quest'articolo del disegno di legge si propone di dare sostanza economica alle intenzioni dello stesso disegno di legge. Se ancora avessimo avuto bisogno di una dimostrazione di come questo disegno di legge non è altro che un elenco di propositi volto ad ammorbidire la vera sostanza del provvedimento - cioè tentare di costruire una giustificazione promozionale alla realizzazione di un'opera come quella della TAV, che noi giudichiamo oltre che inutile, anche dannosa - la conferma definitiva di questo legittimo sospetto l'avremmo avuta esattamente dalla lettura dell'articolo 10.
Data l'inconsistenza di tutti i provvedimenti che in questo disegno di legge vengono evocati e invocati; dato che si vuole fare apparire un vantaggio per le popolazioni locali, ma non si fa riferimento ad alcun tipo di programma di intervento legato alla qualificazione della qualità della vita; dato che si vuole far apparire che lo sviluppo locale verrà promosso creando lavoro e occupazione, ma non si riesce a fare emergere alcuna concreta possibilità di affidamento dei lavori alle ditte esistenti anzi, ho cercato di darvi dimostrazione di come, in realtà, saranno vittime e non protagoniste dell'esecuzione di questi lavori - quindi non si è in grado di produrre programmi di inserimento lavorativo concreti materiali, documentabili e misurabili, ecco che, al momento della previsione della spesa su questo disegno di legge, l'assenza e il vuoto pneumatico dei contenuti dell'atto legislativo si manifestano e l'unico impegno di risorse economiche che il legislatore riesce a prevedere su questo atto è di duecento mila euro. Duecentomila euro per riuscire a fare funzionare quella pletorica architettura istituzionale, presuntuosamente definita partecipativa, che abbiamo commentato quando abbiamo votato, dopo averli discussi, gli articoli 5, 6 e 7. Cioè non si sa cosa si farà attraverso il disegno di legge n. 85.
L'unica cosa certa è che si vuole fare la TAV. Non si conoscono quali programmi, sostegni ed opportunità verranno pianificati con questo disegno di legge. Una cosa è certa: si dovranno pagare non certo - si dice - le partecipazioni alle riunioni, essendo stato smentito dall'Assessore in un intervento precedente, ma sicuramente le collaborazioni, le consulenze, i pareri tecnici e legali, tutto ciò che mette in moto questo "Démarche Grand Chantier" in salsa piemontese del quale nulla conosciamo dal punto di vista dell'efficacia concreta.
Questa Sala è abituata a ragionare di grandi cifre, è abituata anche a scambiare i numeri e a usarli come degli schiaffi reciproci che maggioranza e minoranza si tirano in faccia a seconda della situazione storica e della coalizione del momento. I numeri, però, hanno un loro valore e questo duecento mila euro - è sicuramente un piccolo numero a fronte della complessità dei bilanci ai quali l'Amministrazione regionale si dedica.
Tuttavia, proprio perché subisco frequentemente i rimproveri, che ritengo immotivati rispetto all'ordine di grandezza delle spese sostenute dalla Regione Piemonte per la sua, propria, principale politica, la tutela della salute e della sanità della popolazione, ho voluto fare un piccolo esercizio da quinta elementare nel rapporto tra il costo destinato al funzionamento dei vari comitati di partecipazione e una media del valore assistenziale di un assegno di cura dei nostri anziani in cure domiciliari in lungo degenza.
Con quello che vogliamo destinare per fare funzionare questi pletorici istituti di finta partecipazione, potremmo sostenere quattordici assegni di cura per un anno, magari dedicandoli alla popolazione degli anziani della Val di Susa. Di qui la contrarietà all'emendamento della Giunta all'articolo di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi avvarrò del doppio tempo a disposizione, sommando i due minuti ai tre fissati per la dichiarazione di voto.
Anche nei confronti di quest'emendamento, ovviamente, non possiamo che essere contrari, lo ribadisco sia per quanto riguarda la forma con cui si vuole approvare questo disegno di legge e sia per i contenuti, che noi riteniamo abbastanza neutri, nel senso che non modificheranno l'esito infausto e disastroso dell'infrastrutturazione pesante che si vorrebbe fare passare dalla Val di Susa.
Quindi, non sarà certo un disegno di legge - in odore, tra l'altro d'illegittimità a livello di norme europee - con 12 articoli - anzi 11, il dodicesimo contiene la norma finanziaria - a modificare quelli che sarebbero - in quanto sono fermamente convinto che l'opera non si realizzerà mai - gli impatti devastanti dal punto di vista economico ambientale, sociale, ma anche culturale e paesaggistico del patrimonio eventualmente anche archeologico, come vedremo successivamente.
Esprimo una ferma, ferrea e democratica contrarietà all'opera, che si dimostra anche nella disapprovazione di questo disegno di legge, che è stato surrettiziamente spinto dalla Giunta per dimostrare una maggiore partecipazione, concertazione, consultazione dei territori interessati alle grandi infrastrutture, che ricade tutto sul comma 3 dell'articolo 2, quindi sul cunicolo geognostico della Maddalena e il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione.
Pertanto, ci troviamo nella situazione in cui non si è neanche in grado, come ho già detto, di saper propugnare le proprie tesi, tra l'altro legittime, perché scritte nero su bianco sul programma elettorale del Presidente Cota. Non c'è la capacità, né il coraggio, forse, di poter dire realmente che si fa un disegno di legge ad hoc, per comperare il consenso di un territorio, che non vuole assolutamente quest'opera, come diceva prima il collega Buquicchio, a parte le compensazioni, che è un metodo veramente poco democratico di compravendita del consenso del territorio.
Per cui, il 10% delle grandi opere è destinato a siffatta mercanzia invece, la restante parte degli attori sociali, anche per quanto riguarda l'imprenditoria e le aziende che insistono sul territorio, si cerca di brandirla con questo disegno di legge, in cui si promettono cose impossibili, cose false! questa la truffa che, oggi, vogliamo denunciare: non ci si pu rivolgere al territorio promettendo agli imprenditori cose che non sarete in grado di garantire! per questo che noi ci poniamo in una posizione di tutela reale di difesa delle piccole e medie aziende della Val di Susa, così come delle piccole e medie aziende di tutto il territorio piemontese, perché, a differenza d'altri Gruppi che siedono in quest'aula, noi non intendiamo fare uno scambio reciproco con le grandi aziende e le grandi lobby per ottenerne un vantaggio politico elettorale.
Noi intendiamo mirare solo al bene comune del nostro territorio, di quello piemontese, in particolar modo quello di Torino e della Val di Susa ovviamente, facendo allo stesso tempo gli interessi di tutta la nazione.
Come diciamo sempre, all'unitarietà ipotetica tra il nord e il sud siamo uniti dalle grandi infrastrutture dell'assurdo - era anche il titolo di un libro molto letto - partendo dall'Alta Velocità Torino-Lione per arrivare a quella che sta facendo discutere ad altro livello, che congiunge Venezia e il Friuli Venezia Giulia, perché dovrebbe passare in un'area grandemente problematica dal punto di vista ambientale e paesaggistico, intaccando il Carso, quindi i disastri del Mugello si ripeterebbero all'ennesima potenza.
Pensiamo, ad esempio, al ponte sullo Stretto di Messina come unitarietà tra il nord e il sud per quanto riguarda le grandi infrastrutture dell'assurdo.
In questo senso, quindi, va il nostro voto, nettamente contrario in questo modo di intendere e di fare politica, secondo il quale l'unica cosa che interessa è la distribuzione dei soldi o dei finanziamenti, siano essi europei o nazionali, per cui la politica è un centro di distribuzione e di sperpero della spesa pubblica, e non di oculata gestione della stessa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 345) decies.
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 11.
Dichiaro decaduti tutti i restanti emendamenti giacenti sullo stesso articolo.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 345 undecies) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Bonino: Art. 12 (Norma finanziaria) Per l'attuazione dell'articolo 6, comma 7, nello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 è autorizzata la spesa complessiva di 200.000,00 euro, in termini di competenza e di cassa, il cui stanziamento è iscritto nel'ambito dell'unità previsionale di base (UPB) DB12041 (Trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica.
Servizi di trasporto pubblico Titolo 1: spese correnti), unità che presenta la necessaria copertura finanziaria.
Per il biennio 2012-2013, agli oneri di cui al comma 1, in termini di competenza, si provvede con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2011, n.
7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003).
La parola all'Assessore Bonino per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
L'articolo 12, che disciplina la norma finanziaria, individuava originariamente, in fase di prima applicazione della legge finanziaria per l'attuazione dell'articolo 6 nello stato di previsione, la somma di 200.000 euro.
Adesso, con l'emendamento della Giunta, si indica che per l'attuazione non solo in fase di prima applicazione della legge finanziaria è autorizzata una spesa complessiva di 200.000 euro.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Almeno per questa parte di discussione dell'articolato siamo ormai in dirittura d'arrivo. Tuttavia, non possiamo che continuare ad esprimere il nostro dispiacere per non aver trovato quello che poteva essere un confronto sì democratico - a differenza di qualche aggettivo forse utilizzato in maniera non propriamente oculata - perché il confronto lo è sempre. Lo sarebbe stato se, in tempi opportuni, chi ha governato la Regione, così come lo Stato, avesse aperto davvero un confronto, senza pregiudizi, con la cittadinanza, con le forze di comitati, associazioni e gruppi che la rappresentano, per riuscire a cogliere quel principio per cui non è sempre vero che il benessere di un territorio si raggiunge solamente se c'è un investimento che può ipoteticamente dare un vantaggio futuro di tipo economico e di sviluppo, inteso in senso non ambientale, né di benessere psicologico e fisico della popolazione.
Ci siamo resi conto, sebbene non sia stato molto presente, che già per quanto riguarda la discussione in sede di Commissione questo non è avvenuto. Avvertiamo, insieme ad altri colleghi, delle pressioni per quanto riguarda questo tipo di disegno di legge, però non crediamo assolutamente che questo sia un comportamento corretto per un confronto in un'Aula legislativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, nell'ambito del dibattito abbiamo cercato, come dicevo poc'anzi al collega Carossa, di fornire dei dati tecnici, sia pure nella nostra imbarazzante pochezza - di questo mi scuso - prendendo spunto da quelle che sono state le osservazioni mosse dalle Comunità montane Val Susa e Val Sangone relativamente allo studio di impatto ambientale (e quindi alla valutazione di impatto ambientale) del progetto preliminare della tratta internazionale della nuova linea Torino-Lione.
Abbiamo cercato di fornire dei dati che ci sembrano inoppugnabili (peraltro, accetto sempre confronti e smentite, essendo fortemente popperiano dal punto di vista della valutazione della verità!) e che dimostrano l'assurdità tecnica ed economica dell'opera. Nonostante ciò, non ho visto sommovimenti da parte di alcuno. Dunque, o siamo strani noi, così come sono strani quei 30.000 valsusini che non vogliono l'opera (comunque una parte ha dato, in un certo qual modo, dimostrazione del proprio dissenso votando coerentemente l'unica forza che, anche a livello regionale, si oppone all'opera), oppure parliamo un'altra lingua, perch non riusciamo ad instaurare un dialogo, almeno sulla cornice o sul contorno. Perché proprio sulla base di questo dialogo si sarebbe potuto capire se si era in malafede oppure se, semplicemente, si partiva da dati tecnici errati. Magari, poteva essere errata tutta la bibliografia che abbiamo fornito e messo a disposizione.
Forse i tecnici che sono a disposizione dell'Assessorato alla mobilità e trasporti - non so se il fratello dell'Assessore Bonino è fra questi possono fornirci altri dati che dimostrano l'infondatezza delle nostre tesi. In tal caso, noi non siamo certo ideologici, per cui non è che assumiamo una posizione a priori e proseguiamo su quella via quand'anche si dimostrasse palesemente errata. Ma finora, in vent'anni o forse più che esiste il movimento No TAV, nessuno è riuscito, sul piano tecnico, a dimostrare l'infondatezza delle nostre tesi. Anzi, si sono moltiplicate a livello europeo le voci discordanti, anche a livello italiano.
Abbiamo precedentemente citato Kallas, autorevole esponente del Parlamento Europeo. Ovviamente, non poteva fare più che dire questo: "I tunnel costano molto: attenzione a costruirli, perché devono avere poi un ritorno operativo da un investimento". Qui c'è anche una sorta di paura di prendere una posizione. Perché prendere posizione, stranamente, significa porsi al di fuori di un certo recinto; un recinto forse della politica che conta? Non saprei dire.
Quando abbiamo provato a rappresentare le istanze dei cittadini, come Movimento 5 Stelle, non ci siamo posti domande se fossimo entrati o rimasti fuori da questi recinti, anzi, forse eravamo anche abbastanza contenti dell'idea di restarne fuori, perché non ci devono essere steccati ideologici quando si rappresentano i cittadini. L'optimum sarebbe addirittura non avere divisioni partitiche, ma avere un continuum, uno spettro senza divisioni in manichea tra bianco e nero, per cui le posizioni possono essere discusse, devono essere argomentate e non devono essere prese come dogmi.
Qua, invece, mi sembra che stiamo prendendo dei dogmi e ne stiamo facendo una religione, Presidente, la religione della cosiddetta "cura del ferro", la religione delle grandi opere a qualunque costo, la religione dello spreco di denaro pubblico, perché così si pensa, a distanza di cinquant'anni dal fallimento di tutte le politiche di questo tipo, di poter far ripartire l'economia, che a livello mondiale non potrà ripartire fino a quando non si taglieranno gli sprechi e le inefficienze, sempre più abbondanti in questo Paese, insieme alla corruzione e alla criminalità organizzata che alligna dietro le grandi opere inutili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Nel proseguire con lo stile di accorpare il tempo dovutomi per gli interventi, e con quello di rendere concretamente e materialmente comprensibile al resto dell'Aula il contenuto della mia obiezione intervengo anche sull'emendamento appena proposto dall'Assessore ai trasporti, anche se si tratta di un emendamento apparentemente di squisita linea tecnica, vale a dire soltanto un riferimento agli impegni di spesa e all'arco temporale e all'applicazione di questo contenuto di spesa.
Dicevamo, e lo stiamo dicendo dalle tre settimane in cui il provvedimento è pervenuto dalla Commissione in Aula, che stiamo adottando un disegno di legge il cui unico effetto concreto non sarà certo quello di cambiare la decisione della politica, e quindi di portarla ad una più ragionevole convergenza sulle preoccupazioni che il mio Gruppo, e quello del Movimento 5 Stelle, continuano ad esprimere in ordine alla non opportunità della realizzazione dell'Alta Velocità e alla conseguente pericolosa esposizione di quel territorio a quel tipo di lavori.
Questo disegno di legge non sembra voler mutare il comportamento della politica.
Questo disegno di legge - e lo abbiamo dimostrato - non muta la capacità operativa degli Enti locali perché non si fonda su supporto nazionale che ne potenzi, eventualmente, l'operatività.
Questo disegno di legge si rifiuta di tenere conto delle espressioni locali, così come la partecipazione reale dei cittadini in movimenti e in comitati; in compenso, questo disegno di legge si impegna a finanziare il funzionamento di alcuni istituti di partecipazione che, dal punto di vista dell'anima vitale, cioè del desiderio, dell'impegno e dell'attaccamento che le cittadinanze della Val di Susa hanno dimostrato, appaiono come gusci retorici e assolutamente vuoti.
Se questo è il giudizio che si dà di ciò che si vuole produrre francamente diventa importante anche un solo euro destinato al funzionamento di organismi, non solo inutili, ma anche veicolo di una finta ricerca di consenso.
Provando a convincere, nel rapporto materiale delle cifre che diversamente e ben più produttivamente queste risorse potrebbero essere impegnate, mi affido ad un documento che dovrebbe essere incontestabilmente conosciuto da tutti i Consiglieri regionali, e diventare base oggettiva del nostro confronto. Si tratta dell'analisi epidemiologica dello stato di salute della popolazione piemontese (procederò poi nella lettura, avendone il tempo, per illustrare gli altri emendamenti e gli ordini del giorno) che almeno su due indicatori - le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebrovascolari - porta all'attenzione della classe politica, tenuta ad assumere le decisioni, un preoccupante dato desunto dai Comuni montani della provincia di Torino dove, a fronte di un'elevata mortalità per malattia ischemiche del cuore, corrisponde un basso tasso di ricoveri.
Cosa significa questo indicatore? Questa combinazione suggerisce la possibile esistenza di difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere per i residenti in quest'area.
Analogamente, per le malattie cerebrovascolari, sulla base dell'altimetria del comune di residenza, i residenti in montagna presentano una mortalità elevata e un minor ricorso al ricovero. Poiché in questi giorni, mentre noi discutiamo del disegno di legge sulla TAV, si stanno compiendo scelte di contenimento dell'attività sanitaria nella Val di Susa mi permetto di fare un piccolo conto, diverso da quello di prima: 200 mila euro, diviso per una media di 2.000 euro che potrebbe essere il salario aggiuntivo per gli operatori sanitari, avremmo un'addizione, un'aggiunta di 100 operatori, che se volessimo ridistribuirlo su 12 mesi, vuol dire avere in un anno, otto operatori di più da destinare, ad esempio, in quei presidi ospedalieri per i quali si vuole ridurre l'attività di pronto soccorso.
Per queste motivazioni, voterò contro l'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 345) undecies.
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 12.
Dichiaro decaduti tutti i restanti emendamenti giacenti sullo stesso articolo.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 345 duodecies) presentato dalla Giunta regionale (a firma dell'Assessore Bonino): "la presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
La parola all'Assessore Bonino per l'illustrazione.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
La dichiarazione di urgenza deve necessariamente prevedere, e in questo senso va l'emendamento proposto dalla Giunta regionale, che la presente legge entri in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
chiaro che rimane facile soffermarci sull'appellativo diretto di questo tipo di articolo, ("Dichiarazione d'urgenza"); urgenza che, a quanto pare, per alcuni vale da cinque o da dieci anni; urgenza che abbiamo visto essere davvero molto sentita da alcuni Gruppi, in quanto più e più volte ci siamo resi conto che non si è riusciti a raggiungere, per votazioni o per presenza in Aula, un numero necessario per ripartire o per partire con eventuali discussioni.
L'urgenza, come è stato detto più volte in questa seduta e in quella mattutina, è dettata soprattutto dalla stringente pressione di taluni organi (che possiamo definire gruppi di potere o lobby, oppure anche in un altro modo, magari un po' meno elegante), che da tempo hanno questo tipo di influenza sulle forze politiche maggiori, sia all'interno della Regione Piemonte che dello Stato italiano. Noi non vediamo l'urgenza assolutamente da nessun punto di vista, come abbiamo tentato di spiegare in queste ultime sedute del Consiglio regionale.
Rispetto a questa legge che riguarda in particolare la linea Alta Velocità Torino-Lione, l'urgenza e la necessità sono per noi accezioni da cancellare completamente, perché non esistono e non sono dimostrate da alcun tipo di argomentazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, non potevamo mancare di intervenire sulla dichiarazione d'urgenza, non valutando essere privo di fondamento un intervento su questo articolo, perché la discussione verte su tutto ciò che è alla base della produzione dei maxiemendamenti che la Giunta ha inteso presentare per approvare in fretta e furia questo documento, visto che non riesce a tenere legati alle poltrone per più di tre ore i propri Consiglieri di maggioranza.
Sull'urgenza e sulla necessità di questo disegno di legge parleremo non soltanto nella Giunta per il Regolamento, ma anche nel prosieguo della legislatura, perché pensiamo che l'interpretazione dell'articolo n. 84 del Regolamento (commi 6 e 7) dovrà essere quella che prevede il ricorso a questo strumento solo per quelle situazioni che si ritengano straordinarie adottando, quindi, una procedura fuori dalla normalità solo in caso di effettiva necessità ed urgenza, per l'approvazione di un provvedimento che sia considerato tale dal Consiglio all'unanimità e non a larga maggioranza.
Se, ad esempio, parliamo di bilancio (o di finanziaria) penso che sia interesse di tutti i rappresentanti qui presenti e dei piemontesi che il bilancio sia approvato entro il 31 dicembre, seppure con tutte le difficoltà che si possono avere, visti gli impegni, le spese e gli sprechi realizzati nelle precedenti legislature, sia della Giunta Ghigo che della Giunta Bresso; però, questo è un altro discorso.
L'urgenza dell'approvazione del bilancio, come è previsto, entro il 31 dicembre, è perentoria; quindi, in questo caso, previa la discussione e l'azione delle opposizioni, come è successo lo scorso dicembre, una valutazione di urgenza e necessità può accogliere il favore di tutti i Gruppi consiliari. Però, dire - come è stato detto - che un disegno di legge serve ad organizzare strumenti di partecipazione, un po' "farlocchi" che tra l'altro costano 200 mila euro, in un momento in cui questa stessa cifra potrebbe essere impegnata per tantissime altri provvedimenti, tra cui, come avevo chiesto in fase di bilancio del 2011, per esempio, un investimento per la rimozione dell'amianto dai tetti delle scuole piemontesi; tra l'altro, sto ancora aspettando una risposta dall'Assessore competente.
Non sono certo pochi 200 mila euro, soprattutto quando il bilancio fa acqua da tutte le parti! Ed ora vi rimpallate le colpe l'uno verso l'altro (centrodestra e centrosinistra), dando uno spettacolo sicuramente indecoroso della politica in Piemonte, anche se non posso certo dire che in altre Regioni o a livello nazionale siamo messi meglio.
Il dato dell'urgenza e della necessità dell'approvazione del disegno di legge che istituisce i comitati di pilotaggio, dopo aver assistito alle "magnifiche sorti" dell'Osservatorio tecnico di Milano (che è stato solo un escamotage per dare un lavoro ben retribuito all'architetto Virano, di cui ovviamente, riconosciamo tutti le sue grandi competenze tecniche e politiche), è stato creato affinché i Comuni interessati abboccassero all'amo teso dal Governo, perché in realtà si permette la partecipazione soltanto a quegli Enti locali che sono consenzienti. Il dato, quindi, è questo: creare ulteriori strutture che servono soltanto per costruire la



TAV Torino-Lione e non per altre infrastrutture; io sono convinto che

serviranno solo per i due punti del comma 3 (quindi, soltanto per la TAV Torino-Lione) e poi vedremo se mi sarò sbagliato.
Quindi, si intende creare ad hoc questa legge, per far fronte ad un'emergenza che, tra l'altro, esiste da vent'anni! Si poteva farlo anche prima, magari dopo i fatti (le botte e le manganellate) di Venaus del 2005.
Dall'altra parte, però, si parla di militarizzazione della Valle. Quindi delle due l'una.
Bisogna decidete qual è la linea da mantenere e magari con cognizione di causa e di tempo, perché non si può dire che bisogna approvare questo disegno di legge dieci giorni prima dell'inizio del cantiere, perché così cambieranno totalmente le sorti della partecipazione e del coinvolgimento della Valle. Altrimenti, non ci crede nessuno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Di nuovo, utilizzerò i due minuti più i tre previsti, per proseguire nel commentare l'ultima articolazione di questo disegno di legge.
Forse, questo disegno di legge poteva essere composto esattamente da un unico articolo. Ci siamo fortemente opposti all'intenzione che la Giunta aveva ventilato nella seduta della settimana scorsa (esclusivamente ai fini di contenere l'attività di dibattito in quest'Aula, che veniva definita dalla maggioranza "dibattito ostruzionistico") di voler procedere con l'adozione di un unico articolato.
Ci siamo opposti per la qualità della normazione, perché è del tutto evidente che poiché ciascun atto che viene approvato da un'Assemblea legislativa, quale è la nostra, deve poter essere comprensibile e trasparente agli occhi della pubblica opinione, ciò non avverrebbe se riducessimo la scrittura legislativa ad un unico articolo fatto di infiniti codicilli.
Tuttavia, volendo essere concreti e pragmatici, in realtà, di questo disegno legislativo che qui viene proposto, ai fini dell'efficacia, si salverebbero sostanzialmente due articoli. Uno è l'articolo n. 2, che è quello che definisce gli ambiti territoriali di anticipazione nell'applicazione; l'altro è l'articolo n. 12, quello che stiamo test commentando e votando, vale a dire la dichiarazione di urgenza.
Perché, alla fine di questo intenso dibattito che ci ha impegnati per tre settimane in Aula, la vera sostanza del disegno di legge, quello che fa dire a noi (che siamo contrari a questa legge e alla realizzazione della TAV) che "il re è nudo" è che dietro tutte le belle parole, dietro la sequenza delle intenzioni, dietro gli stili importati dall'Europa, dietro i titoli in lingua francese, la vera sostanza di questo disegno di legge è fare due cose: dire che si deve procedere sulla Torino-Lione, si deve procedere sulla galleria geognostica della Maddalena e che si deve farlo in urgenza. Questa è la sostanza di questo disegno di legge! Tutti comprendono allora che questa sostanza nulla ha a che vedere con le dichiarazioni di coinvolgimento strutturale della partecipazione della popolazione locale, nulla ha a che fare questa sostanza con la proiezione dei rapporti con le categorie economiche ai fini di un loro coinvolgimento nei benefici delle attività produttive indotte dalle opere, nulla ha a che vedere questo contenuto con le attese ripercussioni positive sulla qualità ambientale, per cui tutti i Comuni rifaranno il loro plateatico con le risorse delle compensazioni che deriveranno dalla realizzazione della Torino-Lione, tutti metteranno in sicurezza gli edifici pubblici, tutti realizzeranno le opere di migliorie e di conservazione dei beni ambientali.
Tutto ciò appartiene alle fantasie che si cerca di far passare nell'opinione pubblica, nell'interpretazione dei media, nelle aspirazioni che si vogliono sollecitare in quel territorio, ma la vera sostanza è esattamente quella dell'avvio dell'intervento in urgenza, perché tutto ci che è accaduto dall'inizio ad oggi, invece di essere considerato dalla politica un elemento utile ad assumere decisioni condivise e consapevoli, e quindi anziché avere visto la politica acquisire e farsi interprete degli elementi di competenza che le popolazioni territoriali cercavano disperatamente di far emergere, anziché tutto ciò, ciò che è accaduto finora è considerata un'insopportabile lentezza, un insostenibile ritardo un incredibile freno al progresso e all'andamento della civiltà.
Da qui la dichiarazione di urgenza, un'urgenza fittizia perché la complessità non si rimuove con una legge. Per questo il voto contrario alla dichiarazione d'urgenza.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 345) duodecies.
Il Consiglio approva.
La votazione è estesa all'articolo 13.
Dichiaro decaduti tutti i restanti emendamenti giacenti sullo stesso articolo.
Prima di procedere con le dichiarazioni di voto finali sull'intero testo per le quali ogni Gruppo consiliare dispone di cinque minuti, comunico all'Aula che sono stati depositati 90 ordini del giorno collegati al provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Coglierò l'opportunità di questi cinque minuti per fare un bilancio sommario e parziale dell'esperienza di utilizzo di questo strumento nuovo da regolamento, che ha introdotto la possibilità, secondo noi, di silenziare e mettere un bavaglio alla voce delle opposizioni. Strumento pericoloso intrinsecamente, della cui pericolosità per la democrazia sono sicuro che ne fossero pienamente coscienti i Gruppi consiliari e i Consiglieri che nella scorsa legislatura l'hanno redatto e l'hanno poi votato.
Ora ci troviamo quindi a doverne prendere atto e ad affermare che l'utilizzo, a proposito del disegno di legge n. 85 quest'oggi, del maxiemendamento anche se frazionato in diversi articoli, non faccia prassi ovvero che da oggi non venga poi utilizzato per qualunque altro disegno di legge presentato dalla Giunta.
Ben venga, ma quando si arriva ad interpretare una norma una volta in un modo ed una volta in un altro, secondo me si apre un pericoloso baratro di interpretazione e di interpretabilità delle norme, perché ovviamente ben venga anche la decisione di rivalutare insieme nella Giunta per il regolamento quale deve essere l'interpretazione della volontà del legislatore, quando nella scorsa legislatura ha redatto questa norma del regolamento, i commi 6 e 7 dell'articolo 84. Però in questo momento noi l'abbiamo utilizzato, senza una precisa univoca, condivisa e concertata interpretazione.
Quindi, già in questo caso si è aperto un vulnus più o meno profondo a seconda delle sensibilità verso la difesa delle istituzioni democratiche che sono presenti nei diversi Gruppi consiliari, ma comunque è sempre un vulnus, una ferita che sarà lunga da rimarginare per alcuni, sempre a seconda delle sensibilità.
Quindi, questo strumento è uno strumento che ovviamente non pu impedire la libera espressione del pensiero, ancorché del dissenso delle opposizioni e non può far sì che venga meno il dibattito in Commissione, in Aula e, più in generale, il dibattito tra diverse visioni della realtà più che della politica, perché in questo caso parliamo di diverse interpretazioni della realtà di cui alcune sono un po' più di buonsenso altre forse sono un po' più fuori dallo stesso buonsenso, ma ovviamente lasciamo ai posteri l'ardua interpretazione di questo, non delle norme perché le norme devono essere interpretate prima della loro applicazione.
Altrimenti ci troveremmo come in un tribunale in cui vi è una norma, che magari non è tanto chiara, sulla possibilità di fare un'esecuzione capitale, e in questo caso si dice: il primo in ordine di sentenza viene sistemato, poi per gli altri ci pensiamo.
Non so se ci rendiamo conto dell'assurdità e dell'inconsistenza di una tesi del genere.
L'avevo detto al Presidente del Consiglio: prima che i buoi scappino delle stalle, definiamo tutti insieme un'interpretazione della norma visto che non c'è questa urgenza, Assessore Bonino, e questa necessità estrema di approvare questi tavoli e questi ennesimi coordinamenti e comitati di pilotaggio. Probabilmente non ci sono neanche i tempi tecnici se veramente il Governo centrale vuole far partire i lavori di scavo del cunicolo geognostico de La Maddalena a metà maggio.
Però si è comunque dovuta dare una dimostrazione di forza muscolare che però è una dimostrazione che ci ritorce contro chi l'ha iniziata, in quanto è stato chiaro a tutti, ed è chiaro anche ai giornalisti che avranno l'onore e l'onere di farlo sui loro rispettivi mezzi di informazione, che la maggioranza non ha i numeri e spesso non riesce a tenere la maggioranza in aula per potere far passare dei provvedimenti e la Giunta deve ricorrere agli strumenti extra o pararegolamentari.
questo il dato significativo che si evince dall'approvazione forzata di questo disegno di legge oggi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Colleghi del Consiglio, siamo arrivati alla conclusione provvisoria di questo disegno di legge, cui seguirà la discussione sugli ordini del giorno.
E da tutto il dibattito, credo anche da coloro che in modo più scettico hanno ascoltato le nostre parole, emerge con chiarezza che la nostra Aula regionale non ha affatto prodotto in queste tre settimane nulla di innovativo.
Avremmo desiderato l'innovazione nel veder cambiata la decisione di questa istituzione sulla TAV, ma anche coloro che della TAV sono convinti sicuramente non possono che ritrovarsi delusi rispetto all'immaginazione riposta nei risultati di questo disegno di legge. Nulla quindi è cambiato se non l'ennesimo rapporto muscolare della politica che continua a ribadire la necessità di un'opera senza dimostrarne l'utilità, ma esponendosi sul piano economico, sul piano ambientale e sul piano sociale.
Veniamo dunque all'opera. La retorica di chi vuole l'opera a tutti i costi ricorre mediamente a due espressioni, che vengono ripetute come una pubblicità ossessiva perché ci entrino bene in testa. Le due espressioni le ritroviamo anche nel disegno di legge - sono "progresso" e "collegamento con l'Europa". L'immagine è quella della piccola Italia e del misero Piemonte schiacciati dietro la catena alpina, isolati e separati mentre fuori corrono veloci treni e autostrade; camion e vagoni che vanno in Francia, camion e vagoni che vengono in Italia. Ma vale davvero la pena di inquinare l'aria e l'acqua, di utilizzare le fonti energetiche, di sconvolgere la morfologia geografica e sociale di un intero territorio per così poco? È un "poco" - quello della presunzione del progresso - al quale vi richiamiamo, in confronto ai danni che noi riteniamo ricadranno sul quel territorio.
Mentre vi invitiamo a riflettere sulle conseguenze, sappiamo anche che c'è invece un "tanto" che si realizza già subito, prima di vedere le "progressive sorti" del collegamento con l'Europa, subito prima di vedere le ricadute territoriali, lo sviluppo delle imprese e dell'occupazione: è il costo di quest'opera, costo sostenuto da tutta la nostra collettività.
Il Commissario straordinario per la Torino-Lione, l'architetto Virano ha dichiarato che i 260 chilometri di linea costeranno 20 miliardi di euro: 120 milioni al chilometro. Un centimetro di Tav costerebbe 1.200 euro, come lo stipendio di un operaio; 12 centimetri di TAV sono il suo stipendio annuale; 4,8 metri di TAV valgono come quarant'anni del suo lavoro. E questo è solo il preventivo, ma sappiamo bene che i costi dell'Alta Velocità in Italia sono sempre lievitati e quasi triplicati. In più, la manutenzione di quest'opera costerebbe 700 milioni l'anno.
Parlo solo di dati statistici: non ho più la forza e nemmeno l'aspettativa e la speranza di pensare che, parlando di salute, di qualità ambientale, di partecipazione, di rispetto, di ascolto, si possa cambiare la ferrea volontà che la politica sembra voler mettere sulla realizzazione di quest'opera. Mai si è vista una volontà così ferrea, così costante. Ne mettessimo, di volontà così forti, nel provare a cambiare la percentuale di PIL che dedichiamo alle politiche per i servizi alla persona! No: una volontà così forte la mettiamo su un'opera di cui conosciamo una parte dei costi in anticipo, di cui sappiamo che per i prossimi vent'anni vedremo esclusivamente le conseguenze negative per il territorio e di cui non conosciamo, in quel tempo, quanto invece sarà dedicato, in termini di risorse pubbliche, ai bisogni quotidiani delle persone.
Da qui deriva la nostra contrarietà assoluta a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Come ho cercato più volte di ribadire ai giornalisti che mi chiedevano con chiarezza la nostra posizione, ho ripetuto che noi non siano sicuramente quelli del no: non siamo neanche quelli del "ni", però in questo caso non ci sentiamo minimamente di essere quelli del sì. Perché? Perché indubbiamente quest'opera richiederebbe un confronto meno forzoso e meno condizionato e in questo caso più che mai ritengo che i pregiudizi e i preconcetti non ci siano da parte di coloro che forse ostentatamente continuano a dire di no - e non siamo noi -, ma i pregiudizi e i preconcetti appartengano a coloro che invece hanno aprioristicamente deciso che dev'essere "sì" e non vogliono discutere su tutti gli argomenti relativi alle perplessità. È un'opera utile? Non tutti sono d'accordo su questo. È un'opera che, tutto sommato, costa nei limiti della decenza? Assolutamente no. Noi sappiamo che già oggi - e mi è piaciuto l'esempio della collega Artesio - 12 centimetri di quell'opera equivalgono allo stipendio annuo di un operaio. Però, cara collega, sappi - e tu lo sai che lieviteranno molto di più nei prossimi anni, perché a questo purtroppo l'Italia è abituata in ambito di opere pubbliche. Vi sono dunque perplessità relative all'aspetto economico, più volte sottolineate, e perplessità enormi relative agli aspetti sanitari. E perché non vogliamo riflettere su questo? Perché non vogliamo considerare anche tutti gli studi epidemiologici relativi a quei territori che sono inquinati da sostanze nocive alla salute...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere. Siamo in sede di dichiarazioni di voto: chiedo per favore un po' di collaborazione.
Grazie e continui, collega.



BUQUICCHIO Andrea

Parlavo della salute dei nostri figli, ma purtroppo anche di quella dei nostri nipoti.
Poi ci preoccupiamo di tante altre cose: ci scagliamo contro questo o quell'altro, portando bandiere e facendo battaglie di principio che non corrispondono però realmente ad una serietà di intenti che dev'essere quella di scongiurare pericoli come quelli che nella nostra Regione, nella nostra provincia e anche in quella limitrofa - relativamente all'amianto si stanno pagando ancora oggi. Prima, negli interventi di stamattina facevo riferimento ad alcuni aspetti che potrebbero anche riguardare, se si volesse largheggiare a livello interpretativo giuridico, qualche non piena legittimità o liceità di comportamento. Nel momento, infatti, in cui si utilizzano i fondi pubblici per crearsi di fatto un allargamento del pubblico consenso, questo è moralmente condannabile, senza voler poi trascendere nel codice penale dove si potrebbe anche andare a intravedere il voto di scambio. Ci vuole forse coraggio, ma una volta i magistrati che oggi sono stati mortificati da una certa politica che tende a mettere il bavaglio alla Magistratura - erano da una parte forse anche un po' spregiudicati; ma dall'altra portavano innovazione di pensiero in certi ambiti. Il voto di scambio, cari colleghi, è un problema, una piaga gravissima della nostra società. E se con il pubblico danaro - seguitemi e capitemi! - e con le modalità con cui si decide di spenderlo si crea consenso - consenso di parte in qualche caso, in qualche altro consenso allargato - allora, cari colleghi, siamo in un triste momento: triste momento per la politica e triste momento per questo Consiglio regionale che, nonostante gli sforzi encomiabili da parte della Presidenza, vede purtroppo perpetrarsi un vulnus in termini di democrazia. L'illustrazione e la possibilità di espressione ci sono infatti state, ma sono state in parte compresse e mortificate. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Nella discussione di questo disegno di legge abbiamo tenuto un profilo basso, anche perché riteniamo che si sia andati al di là del merito del contenuto dello stesso e sia diventata più che altro una discussione, sia in Aula sia all'esterno, su "TAV sì" o "TAV no".
In realtà, questo aspetto, che è sicuramente interessante, porta un po' fuori tema rispetto al vero contenuto del disegno di legge.
La nostra posizione riguardo al disegno di legge non è pregiudizialmente un "sì" o un "no"; abbiamo sicuramente delle grosse riserve sullo sviluppo della discussione che è andata avanti per diversi giorni, con una presunta velocità di approvazione che però la stessa maggioranza sembra non aver condiviso, non garantendo sempre il numero legale.
Noi, così come abbiamo dichiarato alcune settimane fa, condividiamo l'obiettivo del disegno di legge, che è quello di concepire degli interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture, così com'è previsto dal modello francese, riportato nel disegno di legge stesso.
Un primo aspetto che distingue questo disegno di legge è il modello francese. Il modello francese, però, prevede una legge nazionale e non un disegno di legge regionale, come quello che ci troviamo a discutere.
La nostra è, dunque, una discussione locale, che è diventata una discussione - come dicevo - a favore o contro la TAV, inserendo all'interno del disegno di legge, come altro unico riferimento, il cunicolo esplorativo de La Maddalena, in seno alla realizzazione della linea ferroviaria Torino Lione.
In questo senso, per il valore che ha assunto la discussione in Aula ma anche all'esterno, per noi votare "sì" significherebbe votare "sì TAV" un "sì TAV" aprioristico, che non condividiamo.
Nello stesso tempo, il "no" che esprimiamo nei confronti di questo disegno di legge, non deve essere percepito come una contrarietà pregiudiziale alla TAV. È un no bilanciato dal fatto che non condividiamo il metodo con cui si è sviluppato questo dibattito.
Pensiamo che questo disegno di legge e la stessa TAV siano ormai fuori tempo massimo: avrebbe dovuto essere presentata una legge nazionale e oltretutto, non è ben chiaro come possano essere coinvolte le comunità locali.
I colleghi facevano riferimento al coinvolgimento di movimenti e associazioni; noi non abbiamo chiaro neanche come saranno coinvolte le comunità degli amministratori. Non vengono considerate le Comunità montane e, nello stesso tempo, non si comprende quale potrà essere la contrattazione con i singoli Comuni, a seconda di quale sarà la loro posizione rispetto alla TAV.
Avremmo voluto delle modalità più chiare, dal punto di vista del coinvolgimento delle Amministrazioni locali, che devono essere coinvolte in un progetto di territorio che riguardi tutti gli aspetti.
Alcuni interventi precedenti ricordavano come, in realtà, i servizi sanitari, gli Ospedali di Avigliana, Susa, Giaveno e Rivoli siano già rivisti e si stia procedendo ad un loro contenimento, mentre, se ci sarà un investimento su quel territorio, bisognerebbe andare esattamente nella direzione opposta.
Non ci sentiamo di considerare aprioristicamente condivisibile l'obiettivo di una legge di questo tipo, ma, nel modo in cui si è manifestata - sia nella discussione in Aula sia all'esterno, non possiamo votare favorevolmente.
Daremo, pertanto, una votazione contraria a tutto il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, ritengo che la politica, in molti passaggi, possa essere percepita come calcolo opportunistico.
Per noi, la politica è l'esercizio di una coerenza, indipendentemente dal ruolo che ricopriamo. Da subito, abbiamo dato il nostro consenso e abbiamo cercato di apportare, nel lavoro di Commissione, interventi migliorativi al disegno di legge proposto dalla Giunta regionale, che recuperava istanze provenienti dall'Amministrazione provinciale di Torino e che ha trovato, durante la fase delle consultazioni, consenso e sollecitazioni da parte delle organizzazioni economiche e sociali della nostra regione.
Avremmo certamente preferito una discussione in Aula nel merito, che potesse consentire ulteriori interventi migliorativi al testo.
Questo non è avvenuto; la discussione in Aula ha messo in evidenza il travaglio profondo che ha vissuto questo disegno di legge, che, all'inizio della sua discussione, poteva contare su un consenso dichiarato da un numero molto alto di Consiglieri, al di là della forza numerica dell'attuale maggioranza in Regione.
stata una discussione molto travagliata, dentro la quale il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha mantenuto una grandissima coerenza di comportamento. Discussione travagliata, perché, durante le settimane di discussione su questo disegno di legge, la maggioranza ha dimostrato quanta poca voglia aveva di lavorare e di lottare sui contenuti di questo disegno di legge.
Numerose sono state le volte in cui è venuto a mancare il numero legale per responsabilità della maggioranza; numerose sono state le circostanze in cui la stessa maggioranza ha chiesto inversioni dei punti all'o.d.g., e oggi, di fronte alla richiesta di utilizzo dell'articolo 84 del Regolamento, con la presentazione di maxiemendamenti che riassumono e chiudono tutta la discussione sull'articolato, la maggioranza è riuscita a far mancare il numero legale durante una votazione.
stata una discussione travagliata, perché nella discussione che è avvenuta su questo disegno di legge si è intrecciata un'altra discussione: quella delle modalità di utilizzo e di gestione del Regolamento dell'Aula con il rischio che le decisioni assunte rispetto al provvedimento avrebbero determinato precedenti pericolosi relativamente alla gestione del Consiglio regionale e alla possibilità di un confronto reale all'interno dello stesso, che salvaguardasse i diritti della maggioranza e dell'opposizione.
Se questi sono stati gli scenari che abbiamo dovuto gestire, in questi scenari il Gruppo del Partito Democratico ha dato dimostrazione, non solo di coerenza politica e non solo di immaginare che la politica non è un calcolo opportunistico, ma anche di fermezza di comportamento, mantenendo il proprio giudizio favorevole sul merito del provvedimento, assieme alla propria netta contrarietà a qualunque astuzia regolamentare che avrebbe determinato un forte pregiudizio durante i lavori d'Aula.
Questa coerenza noi la rivendichiamo, perché consideriamo che in questa discussione, l'elemento di forza, compattezza, risolutezza, rappresentato dai comportamenti del Gruppo regionale del Partito Democratico, sia stato chiaro ed evidente.
Voglio anche dire che non stiamo discutendo se realizzare o no l'Alta Capacità Torino-Lione.
Non mistifichiamo questo punto della discussione: noi stiamo discutendo una legge, che parte da un presupposto che è coerente con quanto il centrosinistra ha portato avanti nella precedente legislatura, che è quello di fare in modo che la realizzazione delle grandi infrastrutture della nostra regione non avvenga sopra le teste delle comunità locali e senza il possibile grande coinvolgimento di tutte le realtà economiche e sociali che da un'opera, anche e solo perché collocate lì, sul piano territoriale ne possono diventare beneficiari o possono unicamente subirne le conseguenze.
Questo convincimento - quello che le grandi infrastrutture in questa regione e in questo Paese non s'impongono, ma si costruiscono anche attraverso un consenso capace di coinvolgere le comunità locali - è la scommessa di fondo di questa legge, che vive, come elemento di carenza l'assenza di una norma legislativa nazionale, ma che non può impedire al Piemonte di sperimentare un proprio percorso, pur avendo una grande consapevolezza dei propri limiti, contenuti all'interno della propria capacità legislativa.
Su questo, ribadiamo il nostro consenso, insieme ad un forte richiamo.
Vigileremo con molta attenzione, Assessore Bonino, affinché i comportamenti della Giunta regionale, nell'applicazione della legge, siano coerenti, chiari e trasparenti.
Noi non diamo una delega in bianco alla Giunta regionale. Nella misura in cui riconosciamo l'importanza del coinvolgimento delle comunità locali vogliamo ribadire con grande fermezza il ruolo che intendiamo giocare: un ruolo di garante della trasparenza e della possibilità di un fermo e forte coinvolgimento da parte della comunità locali.
Con questa convinzione, in un dibattito che troppe volte non ha consentito una discussione di merito, rivendichiamo il nostro ruolo, il nostro comportamento, la nostra coerenza e sosteniamo che, da questa discussione, la Giunta regionale, la maggioranza del Consiglio regionale esce più debole e non più forte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Il Gruppo UDC vuole essere coerente e corretto di fronte ai propri cittadini, ed intende approvare quello che considera utile ed un bene per il Piemonte.
Ci siamo espressi a favore del disegno di legge n. 85 fin dall'inizio perché consideriamo giusto ed approviamo il discorso delle grandi infrastrutture.
Per questo motivo, voteremo favorevolmente questo disegno di legge, per il bene del territorio e non solo.
Con questo progetto, il territorio non sarà modificato, perché - se ho ben capito - l'opera sarà incanalata in galleria, senza deturpare l'ambiente.
Voglio essere garante di questo ruolo, di questo impegno e di quest'attività.
Approvare queste opere significa aprire le porte verso l'Europa, aprire il Piemonte al progresso: mai, come oggi, ne abbiamo bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Voglio anzitutto ringraziare l'Assessore Bonino e il Consigliere Angeleri - Presidente della II Commissione - per la tenacia e l'equilibrio con cui hanno portato questo disegno di legge verso la sua approvazione.
Ritengo sia uno strumento molto importante per il Piemonte; uno strumento unico in Italia - motivo di orgoglio - che porta la nostra regione all'avanguardia in tutto il Paese.
Com'è stato ricordato in Commissione, questo disegno di legge è stato mutuato da una legge esistente in Francia, che ha permesso, tra l'altro, il coinvolgimento ottimale delle popolazioni e dei territori. Non per niente le opere legate alla TAV in Francia sono avanti, rispetto all'Italia.
Si tratta di interventi che riguardano l'occupazione, l'ambiente, i metodi compensativi per i vari territori interessati dalle grandi opere.
Mi permetto di dire che questa legge è un'ulteriore dimostrazione della concretezza con la quale la Giunta Cota vuole portare avanti il governo del Piemonte.
Coinvolgere la maggior parte del territorio (le associazioni, le Amministrazioni) è importantissimo quando si vuole realizzare un'opera.
chiaro che nessuna legge convincerà la totalità delle persone di un territorio, però una legge, una buona legge, deve fare in modo di coinvolgere la maggior parte delle popolazioni dello stesso.
Progettare e realizzare cadute occupazionali su un territorio progettare e realizzare in modo responsabile è importante per qualsiasi territorio del nostro Paese e naturalmente lo è anche per il territorio della Val di Susa.
Il dibattito di questi giorni - un dibattito legittimo, assolutamente legittimo - è stato soprattutto di contrasto alla TAV.
Non voglio assolutamente fare polemiche, ma stigmatizzo quella parte della sinistra che continua ad avere una posizione imbarazzante rispetto alla TAV: da una parte, quando è in maggioranza, in certe Amministrazioni non parla del problema; dall'altra, quando è all'opposizione, come qui in Consiglio, si dichiara contraria.
Voglio terminare ricordando che la TAV è un progetto che non può essere rimandabile.
La grande opportunità che dà questa legge è di aver rotto quell'immobilismo che purtroppo c'è stato per troppi anni, nella nostra regione. Di questo è responsabile unicamente e assolutamente la Giunta della Presidente Bresso, che oggi sicuramente sarà impegnata in questioni più importanti, ma combinazione non è presente in Aula.
Termino ringraziando anche il Presidente del Consiglio; è stato accennato il discorso dell'opportunità di applicare o meno l'articolo 84 e prendo atto dell'equilibrio con il quale è riuscito a portare avanti il dibattito in questi giorni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Carossa.
Comunico che alle ore 17.40 sarà convocata la Conferenza dei Capigruppo, in Sala A.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Oggi, con serenità ed un pizzico di felicità, riusciamo a concludere il percorso del disegno di legge n. 85.
Una legge che consideriamo estremamente positiva e che, differentemente da quanto qualcuno ha detto, rafforza la maggioranza e consente di affrontare in maniera moderna e intelligente tutta la materia delle compensazioni, delle ricadute positive che devono essere previste per le comunità, le popolazioni sul cui territorio viene realizzata un'importante infrastruttura, un'importante opera pubblica, un'importante struttura viaria, com'è il caso dell'Alta Velocità.
una normativa che, secondo noi, dovrebbe essere presa come esempio anche a livello nazionale e da parte delle altre regioni italiane.
Il fatto che spesso le grandi infrastrutture abbiano subito un'ostilità preconcetta, o in parte anche giustificata, da parte di Amministrazioni locali, è perché chi ospitava queste infrastrutture non constatava e non avvertiva un'effettiva ricaduta positiva, sociale ed economica sul proprio territorio; bensì, constatava o intravedeva soltanto gli aspetti negativi soltanto il disagio di avere sul proprio suolo cantieri di lavoro, che inevitabilmente, provocano disagio ai territori e alle popolazioni che li ospitano.
Pertanto, ci si muove in una direzione, per così dire, premiale, una normativa che premia e aiuta le comunità, le Amministrazioni e gli Enti locali che ospitano infrastrutture di questa portata, con incentivi legati all'occupazione o alla formazione professionale, al rispetto dell'ambiente e al territorio in generale. Quindi, senza dilungarci troppo, ritengo importante l'odierno passaggio, che faticosamente abbiamo raggiunto.
Abbiamo constatato che vi è stato da parte di alcuni Gruppi un ostruzionismo di tipo ideologico, che, secondo noi, è, ormai, superato dai tempi, però lo rispettiamo, fa parte delle regole del gioco democratico.
Certamente, come ha detto il Consigliere Carossa, questo percorso si concluderà nelle prossime ore, ma poteva risolversi molto prima, negli anni passati, nella scorsa legislatura, se la precedente Giunta regionale, che vantava di essere una Amministrazione regionale riformista e che voleva modernizzare il Piemonte, avesse avuto davvero il coraggio di scegliere questa strada.
Invece, quella Giunta, insieme alla Presidente Bresso e alla maggioranza, su questo tema, come su tanti altri argomenti, non ha avuto il coraggio di legiferare, non ha avuto il coraggio di combattere e superare le contraddizioni interne. Così, tutto questo ha determinato la perdita di anni e occasioni drammaticamente mancate per il Piemonte, per il suo sviluppo economico e sociale.



PRESIDENTE

Non avendo altre richieste di intervento per dichiarazione di voto sospendo la seduta e invito i signori Presidenti di Gruppo a recarsi in Sala A. Presumibilmente, i nostri lavori riprenderanno interno alle ore 18.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.36 riprende alle ore 18.32)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, visto il protrarsi della riunione dei Capigruppo, dichiaro chiusa la seduta odierna. Ricordo che il Consiglio è convocato per domani alle ore 10.
Buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.33)



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