Il Piemonte è
da anni in prima fila nella tutela dei minori dalle «invasioni»
dei media, anche per la preziosa attività del Gruppo Interprofessionale
Minori Informazione, di cui l’indimenticabile Mario Tortello
è stato un intelligentissimo animatore.
Nella nostra regione c’é una vasta e convinta adesione
ai principi della Carta di Treviso e pochissime sono le eccezioni
(attualmente il Consiglio dell’Ordine ha in corso un solo
procedimento per una cronaca sulla pagina cuneese de «La
Stampa»’).
In Italia – come ha scritto il presidente della FNSI –
il punto dolente riguarda il rapporto tra Televisione e minori,
con particolare riguardo alle trasmissioni di “intrattenimento”
che esulano dalle responsabilità delle testate giornalistiche.
Qui l’audience stravolge la Carta di Treviso, fornendo argomenti
alla denuncia del “Financial Times” sulla Tv spazzatura.
E’ un settore su cui l’Ordine ha scarse possibilità
di intervento (non essendo testate giornalistiche) mentre il potere
delle varie Authority si è rivelato del tutto modesto.
Ed anche la nuova iniziativa ministeriale sembra per ora dotata
di pochi poteri.
Dobbiamo dunque arrenderci? Possiamo accettare che la larghissima
adesione alla Carta di Treviso sia offuscata dalla logica vincente
della Tv commerciale? Possiamo subire sine-die le palesi violazioni
del “periodo di garanzia” per i minori?
La questione, scottante anche per i suoi rilievi costituzionali,
va affrontata con l’ineludibile riforma del sistema radio-televisivo,
attraverso una reale priorità al carattere pubblico del
servizio radio-televisivo (un ruolo pubblico rilanciato recentemente
in Francia dal nuovo governo “gollista”, anche con
adeguati stanziamenti per le telecomunicazioni).
Questa logica di servizio (che riguarda, in modo diverso, sia
la Tv dello Stato sia quelle private, in una reale dialettica
pluralità) non può svilupparsi se il settore televisivo
è esclusivamente dominato dal mercato pubblicitario.
Per il sistema di valori in discussione – opportunamente
ricordati dal messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica
Ciampi, nel luglio scorso – la logica del mercato va “contemperata”
dalla “sapiente” mano del legislatore. Sia peraltro
consentito di rilevare che nella “laicissima” Francia
governi diversi (socialisti e gollisti) si sono fattivamente impegnati
nella tutela delle persone più deboli, a cominciare dai
bambini.
Ed anche in sede regionale una indispensabile legge di sostegno
al settore (da troppi anni annunciata e mai varata) potrebbe sottrarre
le emittenti locali al cappio soffocante di una pubblicità
che rischia di stravolgere il grande impegno dei colleghi, con
un palinsesto che spesso offusca – ingiustamente –
il rilevante contributo dell’informazione dal territorio.
Una nuova frontiera attende dunque l’Ordine e la Fnsi: rilanciare
il dibattito su media e minori, acquisendo positivamente i traguardi
raggiunti con la Carta di Treviso, impegnando Governo e Parlamento
ad una nuova legislazione che, soprattutto per la Tv, consenta
un salto di qualità, con un rapporto più alto con
la pubblica opinione.
Questa non è battaglia corporativa. Anzi. E’ un segnale
emblematico di una nuova attenzione della nostra professione per
la qualità della vita. Con i bambini (e non la pubblicità)
sul gradino più alto della scala sociale.
Mario Berardi
Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Piemonte - Valle
d’Aosta
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