Domande di "Arianna" a Paola MENSI
A: Quali ricordi hai della "mitica Arianna" negli anni ruggenti della tua giovinezza?
PM: Il periodo trascorso in Consiglio regionale e tutta l'attività collegata a te sono stati estremamente impegnativi, formativi e piacevoli.
Con il senno di poi è stato davvero molto difficile conciliare nel mondo del lavoro tutti questi aspetti …e quindi oggi vieppiù mi rendo conto che il saldo di quegli anni è stato assolutamente positivo.
Per quanto riguarda alcune notizie sintetiche relative al mio lavoro ho dapprima analizzato e sviluppato alcune componenti legate ai dati di iter della legge, quindi mi sono orientata maggiormente sulla parte formativa e di controllo di coerenza dei dati e dei testi nelle diverse fasi di iter e, in particolare, sull'assistenza al nucleo dei referenti banca dati (nel nostro lessico "maternage"), per poi passare ad una visione più organica e completa dei lavori di aula e di commissione.
Sono arrivata fiduciosa in Consiglio regionale nel maggio del 1990: dopo tre anni di CSI-Piemonte potevo finalmente (forse) mettere a frutto qualche conoscenza maturata durante i faticosi anni di università.
Quindi premetto che anche il mio stato d'animo era sicuramente ben disposto al nuovo.
Inoltre mi sono accorta di essere cascata in un ambiente in cui non esisteva nulla di predefinito, era più una sfida che un lavoro: tanto per i funzionari del Consiglio come per noi, personale del CSI.
Neppure a livello nazionale esisteva un modello "riproducibile", riadattabile…. tanto valeva partire e vedere cosa succedeva. L'informatica giuridica era una roba che non esisteva proprio … adesso esiste a livello universitario e ne parlano come una grande idea innovativa … ma noi la facevamo già 12 anni fa.
Pur avendo (e di questo occorre farne grande merito ai responsabili del progetto) chiaro il risultato e l'obiettivo finale ("vogliamo realizzare uno strumento vivo, utilizzato ed utilizzabile a diversi livelli - valido per gli amministrativi, i politici, i cittadini - insomma il nostro sogno è un ambiente dove le norme non siano appese in alto, ma lette e seguite", come si sosteneva "hegelianamente" parlando) non si sapeva bene come fare e da che parte iniziare… e qui mettendo insieme tecnica informatica, rigore giuridico, conoscenza della "macchina" pubblica, grande intelligenza e lungimiranza, molta fantasia, buon senso, il tutto condito con parecchie risate, ma anche con periodiche arrabbiature e minacce di piantare tutto lì da un momento all'altro e affannose rincorse per preparare le tue "demo"…... mixando tutto insieme …. bisogna dire che è venuto fuori un gran bel e grosso "ambaradan"!
Il bello poi è che tutto questo va collocato in un ambiente istituzionale, apparentemente molto formale e distaccato … in un Palazzo bellissimo che mai avrebbe pensato di essere un giorno "cablato".
Beh, ne valeva davvero la pena! Parlandone, ripenso a mille aneddoti che hanno come minimo minor denominatore l'elemento della crescita: di conoscenze tecniche, di aspetti amministrativi, di numero e qualità di persone conosciute …. Bello, insomma.
Ah, un'altra cosa: quando penso (anche oggi) al rapporto tra "voi del Consiglio regionale" e "noi del CSI" non riesco davvero a pensarci come "utenti" o peggio ancora "clienti" e "fornitori" … anche se in termini burocratici ed amministrativi era ed è così, non è mai stato così per noi…. lo sappiamo tutti bene.
Parlare così di noi è limitativo … anche con estranei mi trovo ancora oggi a dire "i miei ex-colleghi del Consiglio regionale", al di là del fatto che lo fossero veramente o no a livello "contrattuale".
E secondo me la confusione dei ruoli, delle mansioni, il peso quasi nullo delle gerarchie, la poca formalizzazione è stato l'elemento trainante e ha sicuramente giovato, è stata la molla per "fare", magari sperimentando, senza particolari remore o timori.
Non è stato il caos, perché la fantasia è stata comunque e sempre governata.
Da regole intelligenti e soprattutto da persone. Anzi da donne, preciso. Non fa lo stesso. Insomma, genio e regolatezza.
E quando l'aspetto ludico è venuto meno a vantaggio di quello burocratico, quando le gerarchie hanno contato di più, si è iniziato a perdere un po' di colpi, non era più così piacevole come all'inizio, si è iniziato a rompere qualcosa … ma purtroppo "bisogna" diventare grandi (.. o no?).
A: Ne valeva davvero la pena…… anche di scrivere "Lo strano ma vero", il nostro diario delle battute spontanee. Quali vorresti rendere pubbliche?