Domande di "Arianna" a Mauro MARZOLA
A: La nostra comune e lunga esperienza è segnata da gioie, amarezze, progetti e problemi. A te il compito di raccontarla anche attraverso una riflessione sugli aspetti tecnologici, informatici e organizzativi e sui nessi tra informatica e diritto che hanno contraddistinto il mio sviluppo.
MM: Il progetto "Arianna" è l'esperienza più significativa
che ho vissuto, sia a livello personale perché è stata totalizzante
(tra molto impegno, affanno e pazienza e scatti di rabbia e gioia), sia a livello
professionale perché quello che sono ora come tecnico lo devo al tuo
sistema più che a qualsiasi altra procedura seguita in Consiglio.
Appena ultimato un corso biennale di informatica, ho lavorato con altri informatici
del CSI-Piemonte alla progettazione della banca dati delle leggi regionali.
Poco alla volta, ho visto crescere questo oggetto, concretizzarsi le idee delle
persone che lo avevano concettualizzato e, quando obbligati dagli eventi, dirigere
intenzioni ed obiettivi verso canali che all'inizio non si erano potuti considerare.
In sostanza, ho lavorato ad un oggetto che non ha mai smesso di crescere, svilupparsi
e adeguarsi alle idee ed alle esigenze delle persone e dell'Assemblea regionale.
A: Stai dicendo che le esigenze delle persone hanno prevalso su quelle della tecnica e delle sue potenzialità e capacità?
MM: Sì, col tempo la tecnica ha capito l'esigenza di andare incontro alle persone. Ora sei un "oggetto" assolutamente inimmaginabile dodici anni fa e lo spartiacque del tuo ultimo cambiamento è stato internet che ti ha fatta diventare "matura" (un fiore all'occhiello), aprendoti nuove potenzialità che ti consentiranno di diventare sempre più un progetto di eccellenza e un servizio visibile e il più possibile completo nei confronti del cittadino.
A: Hai già anticipato il grande salto di contenuti, di idee e di tecnologie, che hai avuto modo di piegare alle esigenze delle persone, mettendo insieme programmi e strumenti che all'interno non esistevano. Ora soffermati sull'aspetto informatico (e di riflesso organizzativo): com'era, come è cresciuto per poter dare le soluzioni necessarie rispetto al mio modello di banca dati?
MM: Scopo dell'informatico è quello di cercare di costruire o comunque
di utilizzare strumenti già prodotti per poter facilitare, semplificare
e velocizzare il lavoro. Nel tuo caso originariamente sei stata vista e vissuta
in modo molto antitetico, sia perché nella struttura e nell'organizzazione
consiliare l'informatica era ancora agli albori, sia perché eri percepita
come un lavoro aggiuntivo. Al tuo decollo forse le resistenze maggiori sono
venute dai funzionari di un certo livello ai quali si è dovuto dimostrare
che non si chiedeva un compito aggiuntivo, ma lo svolgimento dell'attività con
l'adozione di nuovi codici e strumenti (linguistici, tecnico-informatici, legistici
e legimatici), fornendo di contro delle possibilità di lavoro (gestionali
e di analisi) prima impensabili. Oggi quei funzionari non tornerebbero indietro
nel tempo, anzi vorrebbero andare oltre.
Tuttavia va ricordato che l'informatica agli inizi degli anni '90 era un qualcosa
che timidamente si affacciava negli enti pubblici e non era sicuramente dotata
di quegli strumenti che oggi troviamo sulla scrivania. Allora si parlava di
main frame e lavorare con le banche dati significava lavorare con un terminale
in modalità alfanumerica, cioè a carattere (oggi si lavora in
modalità grafica). Questo richiedeva l'apprendimento operativo di strumenti
non facili da utilizzare e un concreto sforzo da parte delle persone che non
sempre avevano stimoli o percepivano i vantaggi nel loro utilizzo.
Ogni banca dati ha una fase di avvio in cui rilevante è l'attività di
recupero dello storico e dei dati per creare la base dati, generalmente da
calare in una struttura organizzativa abbastanza rigida e consolidata: problematica
che anche tu hai affrontato e che ha richiesto un rilevante impegno organizzativo
e formativo e di applicazione da parte di chi doveva alimentarti e utilizzarti
nell'ambito dell'attività consiliare.
A fine 1988-inizio 1989 non esistevano procedure centralizzate, né il
minicomputer: in tutto c'erano 15 personal computer (la dotazione informatica
attuale del Consiglio è costituita da circa 500 postazioni di lavoro
e 9 server ). Il primo mini elaboratore connesso con te (ovvero la sede storica
di avvio dell'impianto della banca dati) è stato un LSX 3020 Olivetti
installato nell'aprile-maggio 1990. Ancora adesso nei vecchi programmi generazionali
delle tavole del data base - tuttora presenti in quanto nucleo costitutivo
e fonte primaria delle informazioni sulla struttura dei dati - si trovano le
date di creazione tra la fine del 1990 e i primi sei mesi del 1991. Per poter
utilizzare l'elaboratore centralizzato era stato adottato un meccanismo su
base elettronica in centrale telefonica (c.d. Telix) che, in sostanza, permetteva
di connettere un personal computer sulla scrivania del funzionario con il sistema
centrale attraverso un apparecchio telefonico particolare. Praticamente veniva
realizzata una emulazione a terminale - non una connessione via rete - cioè una
semplice connessione seriale a mo' di terminale tra un personal computer e
i dati centralizzati. Già allora usavamo il data base centralizzato
Oracle in versione 5.
A: Quante versioni ci sono state tra la versione Oracle iniziale e quella attuale?
MM: La 5, la 6, la 7 con varie sotto versioni, la 8 e ora la 9. Tutte hanno, necessariamente, comportato adeguamenti sui programmi, sui sistemi di compilazione e di fruizione dei programmi, a volte non solo a livello centralizzato ma anche di singolo personal computer: più l'informatica è distribuita, più postazioni sono connesse e tanto più pesante è il lavoro di adeguamento se occorre rivisitare ogni singolo personal computer con risorse dedicate.
A: E sulla struttura iniziale della banca dati che cosa vuoi evidenziare?
MM: La tua struttura iniziale prevedeva il recupero dei dati di iter delle leggi delle prime tre legislature e di una parte della IV dalla procedura locale Aula. (1) Queste informazioni, per quanto fossero un sottoinsieme limitato dei dati gestiti in "Arianna", sono state un punto di partenza importante. Nella V legislatura si gestivano solo i dati di iter delle leggi ora si gestiscono in modo completo anche i dati della proposta di legge e nella tua riprogettazione dovremo tenere conto del sistema di numerazione progressiva adottato allora che mal si attaglia a quella attuale. Un altro nucleo di partenza è stata l'attività di recupero dei testi pregressi. Ma il primo grosso salto di qualità nella connessione alla banca dati lo si deve all'introduzione della rete.
A: Non correre. Dall'avvio della banca dati all'introduzione della rete che cosa c'è stato?
MM: Riprendo la cronistoria. È stato fatto un grosso lavoro di scannerizzazione
dei testi delle leggi regionali pubblicate nel Bollettino Ufficiale da parte
del CSI-Piemonte: ogni singolo file è stato poi verificato da parte
di quattro borsiste che hanno effettuato correzioni formali del testo, il più possibile
accurate compatibilmente con quelli che erano i mezzi di quell'epoca (cioè correttori
ortografici limitati e strumenti informatici rudimentali). Questo ha consentito
di recuperare il pregresso.
La differenza a livello qualitativo degli strumenti attualmente in uso rispetto
a quelli di allora è abissale. Si è passati dal programma di
videoscrittura Otx a Word per dos (utilizzato sperimentalmente dalle borsiste
e successivamente dalla struttura consiliare) e, nel 1994, a Windows. È stato
fatto uno sforzo di modernizzazione e di utilizzo ottimale degli strumenti
a disposizione con un impegno economico consistente, dovendo acquisire un numero
cospicuo di computer allora più costosi e progettare corsi di formazione
per il personale.
Dopo il mini elaboratore LSX 3020 Olivetti, nel 1995 si è passati al
DEC 5500 (Digital ), il sistema che ha consentito il transito alla rete e successivamente
a un sistema SUN 3000.
Parallelamente si è lavorato per la classificazione e il recupero dei riferimenti normativi, come ultima fase del processo di recupero, su maschere apposite per poter descrivere i riferimenti normativi codificati per la redazione dei testi coordinati.
A: Un'immensa opera la cui "materializzazione" è frutto del lavoro di progettazione informatica e legimatica e dell'impegno dei referenti banca dati e legistici consiliari che hanno alimentato sistematicamente la mia base dati. Un'impresa titanica appartenente - secondo il nostro gergo – all' "epoca giurassica" che non si riproporrà più nell'era del documento "virtuale". Di quell'epoca lontana fino a quella più recente vuoi riepilogare i programmi sviluppati?
MM: Alle nostre spalle dovrebbe esserci non solo l' "epoca giurassica" ma anche il "lavoro demenziale", ironica denominazione data da qualcuno che ben conosci al pesante e voluminoso lavoro di pulizia dei testi effettuato non solo per eliminare errori di scannerizzazione, strutturazione e digitazione, ma anche per fornire un testo il più possibile coerente con quello pubblicato nel Bollettino Ufficiale. Le macro da noi prodotte già avevano consentito di individuare alcune tipologie di errori ed altre sono state messe in luce in seguito con il testo HTML per l'ipertesto ed anche il testo XML farà la sua parte, migliorando l'operatività dei referenti banca dati.
Ritorno alla tua domanda. I programmi iniziali hanno definito a monte la struttura dati con le relative tabelle (tavole di aggancio, descrittori, ecc.). In ambiente Oracle SQLForms sono state realizzate delle maschere per permettere l'inserimento delle ricerche di questo tipo di informazione, nonché di tutti i descrittori a contorno del testo. Nella fase iniziale si sono, in sostanza, scritti tutti i programmi che permettevano la connessione al sistema centralizzato.
L'utente per poter lanciare una sessione di aggiornamento o di ricerca su macchina centrale non doveva fare altro che cliccare un'icona, cioè un programma (3) che metteva in comunicazione diretta il singolo personal computer con la macchina centrale operando una serie di controlli: un sistema trasparente per l'utente, ma tecnicamente abbastanza complicato.
In questo modo, il referente incaricato nella fase di presentazione della proposta di legge, una volta inseriti i suoi dati di iter e strutturato il testo doveva salvarlo nella directory "manda" e trasmetterlo alla successiva fase di iter, attivando una funzione specifica dal menu che permetteva di trasferire questa informazione in un archivio temporaneo, la directory "mandati" (4) su macchina centrale. Dopo di che era possibile in qualsiasi momento per il funzionario che faceva da ricevente, attivare la procedura, controllare se c'era un file (l'equivalente di una casella postale) e automaticamente scaricarlo e inserirlo in una directory della sua macchina locale. A questo punto il file era pronto per le successive elaborazioni e modificazioni e per l'eventuale trasferimento alla successiva fase di iter.
A: Mi stai illustrando la mitica "manda-mandati", prosegui pure.
MM: "Manda-mandati" era una struttura specifica collocata su ciascun personal computer contraddistinta da directory con nomi particolari per la trasmissione e la ricezione dei file e dei dati di ricezione.
Ugualmente, all'interno del server centralizzato esisteva una directory finale che convogliava una copia per ciascun documento trasmesso, per poter in ogni istante ricostruire il giro dei documenti nelle diverse fasi, fungendo anche da back up nel caso di problemi nelle macchine locali.
Se ben ricordi avevamo problemi legati al word processor, un vecchissimo editor Olivetti (OTX) che limitava la dimensione massima del documento a circa 60.000 caratteri, costringendo a spezzare i testi con dimensioni superiori in più parti numerate e gestite separatamente. Il grosso del problema nasceva quando in fase di Commissione e d'Aula venivano accolti emendamenti che andavano a variare pesantemente il testo con aumenti o diminuzioni del numero di righe e quindi di caratteri del testo. Questo vincolo è stato poi superato con l'introduzione dello standard Word (prima word per dos e poi word per Windows).
Il formato utilizzato per la trasmissione del testo da una fase all'altra dell'iter, fino a tempi recentissimi, è stato il formato "solo testo" ora "doc" con trasformazione automatica in XML (standard della nuova versione di "Arianna"). Il testo non doveva contenere formattazioni tipografiche particolari per poter trattare la marcatura in modo automatico e per consentire al sistema centralizzato che fungeva da archivio di leggere il documento. Con la tecnologia di allora era impensabile la ricerca testuale su testi word in quanto il nostro programma di ricerca non aveva quelle caratteristiche.
A: Quindi abbiamo fatto molto con mezzi limitati.
MM: Dopo i primi anni la base dati si è abbastanza consolidata. Gli strumenti di interrogazione per quanto ancora primitivi ed ostici da consultare rispetto a quelli attuali consentivano ai funzionari di reperire le informazioni necessarie: insomma, si incominciava ad intravedere la luce al fondo del tunnel.
A: Ne sei convinto?
MM: Ripensando a quegli anni mi rendo conto di quanta strada sia stata fatta: la facilità d'uso degli strumenti continuamente migliorata, l'uso del mouse, l'uso del terminale grafico al posto di quello alfanumerico, internet. Otto anni fa il personal computer era uno strumento utilizzato da specialisti, non ancora alla portata del comune cittadino.
E poi la rete, ovvero una incredibile rivoluzione. Intorno al 1995 (5) già si intuivano i cambiamenti che la rete locale avrebbe portato e la trasformazione del modo di vedere le cose. La Regione era partita con un grosso progetto di cablaggio (fonia e dati) di tutte le sedi regionali, prima nell'ottica di una connessione della rete locale e poi di un cablaggio integrato di tutte le sedi.
Per noi la rete significava innanzitutto connettere tutti gli uffici: i 15 personal computer originari erano aumentati, mentre il numero di punti di accesso alla banca dati era più basso a causa del sistema di comunicazione (6) pesante e limitante.
La rete ha trasformato completamente il sistema informativo consiliare perché di colpo ha consentito di buttare un ponte fra le diverse isolette che lo costituivano, cioè di integrare le diverse procedure pensate ed utilizzate per dare soluzioni locali a problemi organizzativi, gestionali e manageriali locali. La rete ha finalmente reso possibile pensare per componenti e per livello integrato di flussi documentali. Verificato ciò che era possibile interconnettere, si è poi sviluppata una progettazione che consentisse di comporre le singole componenti e la connessione tra gli applicativi. Ciò ha significato un sforzo di concettualizzazione ben più ampio di quello messo in atto fino a quel momento. Fino ad allora non si aveva in mente l'organizzazione logica delle procedure e, soprattutto. non si aveva il senso dei flussi interni di informazione (o meglio non ne era richiesta l'applicabilità pratica).
La rete, peraltro, è giunta contestualmente all'introduzione massiccia di strumenti di altro tipo (ad es. interfacce grafiche, Windows) che hanno reso più semplice, articolata e diffusa la fruizione di strumenti di produttività individuale e di vari servizi a più persone.
La rete ha costretto quindi a rivedere anche alcuni tuoi meccanismi.
A: C'è stato un parallelismo tra lo sviluppo della rete e degli strumenti di supporto alla legislazione?
MM: La rete era già partita a fine 1993 inizio 1994 con spezzoni di rete più o meno funzionanti che coprivano alcune aree del Consiglio che hanno operato fino al cablaggio integrato (1997-1998). Il grande DEC ha avuto vita più tranquilla rispetto all'Olivetti LSX che aveva cadute frequenti e anomalie sull'alimentazione elettrica. Digital 1994-1997 ha avuto solo due grosse cadute, due rotture fisiche consistenti con una perdita di dati in un'occasione non piacevole in una fail dei servizi di back up.
Negli anni 1995-96 hai avuto un "boom" con rilevanti trasformazioni delle procedure, diversificazione e moltiplicazione dei programmi, ampia diffusione nella struttura, aumento dei dati di complemento delle leggi e notevole impegno nella gestione dei riferimenti normativi.
In quegli anni abbiamo iniziato a produrre in maniera massiccia i testi coordinati con l'obiettivo di realizzare il codice elettronico delle leggi fino ad allora prodotto solo in versione cartacea. Proprio in quegli anni il WP Word per Windows in versione 2.0 ci ha permesso di gestire le macro come miniprogrammi in grado di manipolare porzioni di testo e di ricavare automaticamente le note dal testo con opportuna variazione del sistema di marcatura per la gestione dei testi coordinati.
Rete e testi coordinati hanno dunque avuto uno sviluppo parallelo.
A: L'impatto della rete sulle procedure è stato consistente, ha avuto effetti anche sul sistema di ricerca per parola e sulle interfacce di accesso?
MM: La parte di information retrieval è sempre stata una costante del tuo sistema. A fine 1996, SIR (il nostro programma di ricerca per parole) ha avuto ancora sviluppi e solo nel 2000 è stato abbandonato a seguito dell'introduzione di strumenti evoluti di Oracle (vedi Oracle Context) che hanno consentito di fare passi da gigante non solo nella gestione dei dati di iter, ma anche in quella dei testi consentendo una gestione meno laboriosa del testo e un'archiviazione più puntuale. Attualmente è infatti sufficiente modificare la parola di un testo archiviato per avere il testo stesso automaticamente aggiornato nei motori di ricerca senza aggravi per l'operatore, oppure nel caso di inserimento di un nuovo testo questo viene automaticamente indicizzato nella notte con maggiore efficienza in termini di tempo, di reperibilità delle informazioni e con tecniche di interrogazioni molto più sofisticate .
Ritorno indietro nel tempo. Alla fine del 1997 abbiamo realizzato l'introduzione massiccia dell'interfaccia grafica per facilitare l'uso del computer e dei programmi da parte degli utenti avviando l'applicazione di SQLWindows, un sistema di programmazione grafico innovativo rispetto alle procedure fino ad allora in uso. Una svolta importante che stravolge l'utilizzo della banca dati con un impatto consistente rispetto alle abitudini delle persone: muore il concetto di maschera tradizionale alfanumerica e nasce il concetto di maschera grafica e di procedura a bottoni, a campi utilizzabili via mouse; muore la tastiera come strumento principe di fruizione del dato e nasce il mouse come strumento semplificato di posizionamento sul video.
La rete ha significato una grande diffusione delle procedure e la possibilità di costruire dei flussi documentali degni di questo nome, con una movimentazione fisica effettiva dei documenti attraverso la rete e una interrelazione efficace delle attività delle persone.
A: E internet che cosa ha provocato?
MM: Il fenomeno internet è scoppiato in sordina, dopo la rivoluzione della rete. All'inizio non lo si è percepito in tutta la sua potenzialità, come sistema di tracciamento delle attività e come mezzo potente di contatto delle persone, né erano percepibili le ripercussioni di quel tipo di filosofia sul sistema informativo. Mentre i vantaggi della posta elettronica sono stati percepibili da subito.
Oggi le stesse procedure di interrogazione e di inserimento dei dati sotto forma web rivestono una nuova luce, al punto che i funzionari che da anni inseriscono i dati non si ritrovano più nell'utilizzo della vecchia procedura in visual basic o in ambiente grafico.
La pervasività della rete è sotto gli occhi di tutti. L'ambiente web diventa una scelta obbligata perché l'interfaccia è amichevole e adeguata al pensiero umano. Di qui la necessità di spostare sempre più gli oggetti in ambito web e di ripensare completamente la base dati in ottica web, per dare un servizio che permetta al mondo esterno di fruire tutte le informazioni che il Consiglio regionale produce e alle strutture interne di avere uno strumento adeguato.
Con lo sviluppo di internet i tuoi testi già opportunamente marcati sono stati trasformati nello standard HTML con procedure automatiche, dapprima ricalcando i testi delle leggi in ambito web con un minimo di indicizzazione e di semplificazione della navigazione all'interno del documento, poi sviluppando un indice per articolo e infine implementando i meccanismi dell'ipertesto propri dell'HTML per produrre il codice elettronico senza dover costringere il redattore del testo coordinato a operare manualmente la marcatura e la preparazione del testo in quanto alcuni lavori sofisticati di costruzione dei link possono essere fatti dalle procedure.
Andando in questa direzione cominciavano a sentirsi i limiti dell'impostazione originaria della base dati che pure aveva superato, nel corso degli anni, espansioni continue anche se a volte disomogenee. Se con la rete si è passati da una realtà piccola per pochi funzionari ad una realtà ampia, con internet sono esplose nuove funzionalità che hanno mostrato il fianco in quanto non eri stata pensata per iperlink spinti. Si è quindi cominciato a parlare della tua riprogettazione integrale partendo dalle tue fondamenta per una gestione integrata dei dati e dei testi con l'ambiente web e tramite strumenti sofisticati che vanno verso l'XML e verso un'unificazione del reticolo normativo.
Un lavoro che deve coinvolgere in profondità i tecnici informatici in stretta sinergia con i funzionari consiliari per poter definire la tua struttura futura.
A: Stai dicendo che il mio prototipo anni '90 per quanto arricchito purtroppo ora è una macchina a vapore.
MM: Abbiamo superato quasi indenni il passaggio all'anno 2000 adeguando tutte le date a quattro cifre avendo Oracle una gestione peculiare, tuttavia la tua struttura pensata negli anni ‘90 comincia a segnalare qualche sintomo di cedimento non potendo prevedere tutte queste innovazioni. Molte cose teoricamente possibili, di fatto, sono rese tecnicamente difficili, se non impossibili, dalle strutturazioni interne pensate con mezzi e con impianti di un decennio fa.
Questo spinge a riazzerare tutto, fino al nucleo interno della tua base dati, avvalendosi degli strumenti moderni di diffusione dell'informazione, vale a dire web, HTML, XML come documento testuale arricchito e, in genere, come tramite per colloquiare. XML sta, infatti, diventando uno standard a livello nazionale anche per ciò che concerne la documentazione a carattere giuridico e quindi il maggior canale trasmissivo dei prossimi anni.
Questa scelta il Consiglio regionale l'ha già fatta approvando lo studio di fattibilità elaborato dal responsabile del progetto "Arianna" e dal CSI-Piemonte.
A: Qual è il succo dello studio?
MM: Se dovessi sintetizzarlo in una citazione direi: "Immaginare il futuro così come immaginare il passato, è uno strumento indispensabile per vivere il presente."
Lo studio prospetta un fortissimo aggiornamento sia tecnologico, sia di contenuto delle basi dati. Questo implica l'implementazione di alcuni meccanismi a livello tecnologico (7) e, al tempo stesso, consente di mettere in atto dei meccanismi di controllo, di inserimento dati e di utilizzo delle basi dati molto più serio rispetto a quelli disponibili nella vecchia banca dati.
In pratica, mentre gli strumenti preesistenti sono stati sviluppati con il vincolo della scrittura manuale del codice, quelli attuali sono intrinseci della base dati. Questo significa considerare lo standard XML nella sua completezza (non solo testo ma anche descrittore in quanto la lettura va fatta su tutto ciò che serve a qualificare il testo o i testi e i dati). Inoltre significa costruire degli oggetti complessi che permettano di consultare contemporaneamente entrambe le versioni. In questo senso si è elaborato il dossier virtuale affinché diventi uno strumento normale di lavoro e si dovrà anche diffondere un metalinguaggio attraverso il quale definire un proprio linguaggio per scambiare informazioni a carattere giuridico che non siano semplicemente legate al singolo testo ma vadano decisamente più in là.
In questo ci aiuta l'analisi in atto attraverso la partecipazione al progetto "Norme in rete" e in particolare ai gruppi di lavoro in tema di "DTD", "Metainformazione e strutturazione tramite XML" e "URN" . Quest'ultimo tema (i c.d. risolutori dei nomi dei documenti) ci permetterà, cliccando in un qualsiasi punto di una legge regionale in cui sia presente un legame a una legge di ordine superiore, di navigare su quel testo di ordine superiore. Si potrà cioè fare una navigazione non solo interna all'ordinamento regionale ma anche esterna, spaziando su tutti i legami esistenti.
Sarà un progetto pluriennale e complesso, già nella fase iniziale, per non obbligare i funzionari a inserire due volte il dato. Sicuramente l'oggetto risultante da questo rifacimento sarà molto diverso dalle strutture e dai programmi attuali, di conseguenza oltre a una fase di costruzione della base dati comprenderà anche la costruzione degli opportuni programmi che permetteranno di ribaltare l'attuale base dati in una struttura più moderna, tale da consentire da subito lo sviluppo delle procedure e l'abbandono graduale della vecchia struttura in favore della nuova che sarà in larga parte su web, comprese le procedure di inserimento.
Riguardo alle nuove strutture dei testi è iniziata dall'inizio del 2002 la sperimentazione XML con conversione manuale, usando strumenti che permettono di scrivere in formato XML i testi di leggi e di vedere cosa succede utilizzando gli strumenti avanzati che l' XML mette a disposizione, ovvero gli XLINK e le capacità di controllo automatico e sintattico della struttura del testo. Si sta lavorando sulla proposta della DTD elaborata nell'ambito del progetto "Norme in Rete" e i risultati sono abbastanza positivi.
Da questa sperimentazione sta emergendo il fatto che l'unico browser in grado di trattare in modo corretto il file è Internet Explorer e ciò probabilmente rallenterà lo sviluppo immediato degli strumenti di conversione in XML. Sarà necessario aspettare le prossime release del prodotto che integreranno tutte le modifiche, i miglioramenti e gli approfonditi trattamenti del caso, per poter utilizzare al meglio lo strumento XML, lo standard per i prossimi anni.
A: Adesso tutti sanno del nostro feeling. A questo tecnico-conoscitore di sistemi operativi e di algoritmi, sistemista e sviluppatore di software, pioniere nell'utilizzo di nuove tecnologie modulari, ricercatore di software in luoghi impensati, giocatore di scacchi e compagno fedele, grazie.