Domande di "Arianna" a Sergio CRESCIMANNO

A: "Arianna" è ormai in piena riprogettazione dopo un decennio di sviluppi realizzati anche all'interno di un impegnativo percorso come struttura flessibile per progetti ex articolo 40 della l.r. 34/1989. Che ne pensi di quello strumento che ha dato un riconoscimento formale al progetto sebbene le risorse effettive siano venute soprattutto dal modello distribuito dei flussi documentali della banca dati e dal modello organizzativo informale (i referenti legistici e documentali, il Laboratorio giuridico)?

SC: Anzitutto va considerato il contesto in cui si è sviluppato nella Regione Piemonte il modello di organizzazione per progetti. La l.r. 42/1986 (articolo 22) - la prima legge di effettiva riorganizzazione dell'ente - già prevedeva la forma organizzativa progettuale, nell'intento di migliorare l'efficienza funzionale ed operativa dell'Ente attraverso il ricorso ad una struttura a matrice, di fatto sperimentata con la l.r. 34/1989. Una scelta di cui erano intuibili le potenzialità ma anche le criticità dovute a vari fattori tra cui la caratterizzazione dell'organizzazione ancora prevalentemente gerarchica, la percezione della forma progettuale più come modalità premiante sotto l'aspetto retributivo piuttosto che come strumento da rivolgere a progetti strategici in un'ottica di innovazione e di cambiamento dell'organizzazione. Un progetto è tale se produce innovazione; non lo è se diventa una mera trasposizione di attività consolidate o una riformulazione "estetica ed abbellita" di azioni di attività di routine. Nonostante queste criticità non sono mancate le ricadute positive nell'organizzazione specie in alcune realtà in cui si sono creati i presupposti per realizzare degli strumenti fortemente innovativi. Ed "Arianna" è sicuramente una di queste realtà innovative che ha realizzato nel campo dell'informatica giuridica metodi e strumenti riconosciuti affermandosi in Italia tra le prime in questa materia.
Nel tuo percorso progettuale ritengo che la cosa più importante sia stata costituita dal passaggio da un'attività con organizzazione di tipo informale/formale ad un'attività con organizzazione di tipo strutturato con i relativi vincoli che questo comporta, riferiti alle modalità di funzionamento e a quelle di verifica dell'attuazione del progetto. Infatti, riguardo alle modalità di funzionamento sono state assegnate responsabilità dirette al dirigente responsabile di progetto che in tale modo rispondeva sia delle attività progettuali programmate, sia dell'organizzazione delle risorse assegnate, pur se inserito nella struttura gerarchica del settore. Le modalità di monitoraggio sono state invece svolte sulla base di una relazione periodica sullo stato dell'arte del progetto e di una relazione finale in concomitanza della verifica del piano di lavoro annuale. Questo è stato uno stimolo alla definizione di scadenze specifiche e al conseguimento dei risultati in up grade.

A: L'Amministrazione regionale interviene tuttora con attività progettuali strategiche e che valutazione complessiva si può trarre sul modello di lavoro per progetti?

SC: Attualmente nell'Amministrazione regionale i progetti in essere sono ridotti in numero (16) ed hanno determinato il riconoscimento del livello dirigenziale ai funzionari nominati responsabili. In particolare, l'attuale fase progettale prevede anche azioni di benchmarkging con altre realtà regionali europee, come indicatore di innovazione e premessa per incrementare la qualità del sistema organizzativo.
Ritengo, a livello di valutazione complessiva, che i progetti e le modalità per la pianificazione del lavoro abbiano determinato nel tempo lo sviluppo di una cultura progettuale diffusa all'interno dell'ente che consente, ora, di focalizzare l'attenzione su attività fortemente strategiche.

A: Tra gli obiettivi originari del progetto si prevedeva la realizzazione di strumenti di "interconnessione tra i sistemi informativi del Consiglio e della Giunta regionali e con i sistemi centrali presso il CSI-Piemonte per la condivisione dei dati, il raccordo delle procedure con un approccio interorganizzativo di tipo sistemico ed integrato e con il decentramento di servizi e di tecnologie". La banca dati è ormai un servizio della Regione fruibile in internet e i suoi flussi documentali sono regolati dal protocollo d'intesa fra Consiglio e Giunta regionali. I nuovi obiettivi sono più rivolti all'implementazione di motori di ricerca, strumenti di analisi e conoscitivi condivisi e azioni di sviluppo dell'eDemocracy per favorire una legislazione più vicina e più partecipata dei cittadini utilizzando tutte le potenzialità del digitale.
Quali suggerimenti può dare il direttore dei sistemi informativi e dell'organizzazione e sviluppo delle risorse umane dell'esecutivo in questa prospettiva ed, in particolare, in un'ottica di e-government?

SC: Mi auspico che nell'arco del tempo si sia passati da una cultura che vedeva e definiva il cittadino come utente ad una cultura che considera il cittadino quale cliente dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Il cittadino deve partecipare ai processi di formazione degli atti amministrativi di cui è parte interessata non solo perché è sancito dalla normativa, ma, soprattutto, perché l'accesso alle informazioni consente di mettere concretamente a punto gli strumenti che rendono operativa l'interazione tra cittadino e pubblica amministrazione.
In questa visione l'e-government ha favorito sia l'informatizzazione dei processi aziendali in funzione di una maggiore efficienza, sia i collegamenti attraverso l'infrastruttura di rete della PA piemontese e, conseguentemente, la condivisione di tutte le banche dati, con l'obiettivo di realizzare un unico front office della P.A. piemontese (vedi ad esempio gli sportelli unici). Infatti, l'infrastruttura di rete attuale collega oltre 2600 amministrazioni pubbliche (Comuni, Comunità montane, Province, ASL, scuole, vigili del fuoco, biblioteche).
Nell'ambito delle azioni concrete di e-government, la Regione Piemonte ha già assegnato ai dirigenti regionali un kit di firma digitale che consente la legittimazione delle trasmissioni avvenute per via telematica, quale presupposto fondamentale per l'interscambio. Prossimamente, la firma digitale sarà estesa anche ai funzionari regionali e si pensa di effettuare una sperimentazione con la distribuzione di smart card ai cittadini, secondo le linee di sviluppo delineate.
Con la realizzazione di "Arianna" si è costituito un punto di partenza nel rapporto tra istituzioni e cittadini perché mettendo a disposizione la normativa regionale e i dati dell'iter di formazione della legge (e da ultimo il dossier virtuale) si è stimolato l'interesse alle banche dati regionali da parte dei cittadini. In altri termini, si è creato il presupposto per una maggiore confidenza nel rapporto del cittadino con la P.A. e per la riacquisizione di una fiducia verso la PA e la rappresentanza politica.